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Nicoletta Salvatori - 2015
Il flop dei magazine 

su tablet
un’occasione persa
o una opportunità ancora
da cogliere?
«la notizia della mia morte è alquanto esagerata» Mark Twain
1
EDITORIA DIGITALE
Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 

on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 

on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5% 

sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa

superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 

on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5% 

sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa

superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 

on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5% 

sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa

superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
E in Italia?
3
…MA
il valore del mercato
degli ebook in Italia è
solo il 4,4% del totale
(negli Usa è il 23,3%)
Ci sono segnali relativamente positivi 

sul mercato degli ebook. 

(AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/
CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA
DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE

- solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro 

nel 2014 - era il 43% l’anno prima)
Per gli ebook
il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul
2013).
la crescita di produzione è del 27,4%
nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%,
quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della
popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)…
E in Italia?
3
…MA
il valore del mercato
degli ebook in Italia è
solo il 4,4% del totale
(negli Usa è il 23,3%)
Ci sono segnali relativamente positivi 

sul mercato degli ebook. 

(AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/
CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA
DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE

- solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro 

nel 2014 - era il 43% l’anno prima)
Per gli ebook
il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul
2013).
la crescita di produzione è del 27,4%
nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%,
quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della
popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)…
Il sondaggio condotto dalla Publishing Technology (Stati Uniti) per
analizzare le abitudini di lettura di lettori di età compresa tra i 18 e i 34 anni
ha tuttavia mostrato che la maggioranza dei lettori giovani e adolescenti
preferisce il libro tradizionale (che sia cartaceo o digitale - solo il 28% ritiene
più probabile la scelta di un eBook rispetto a un analogo di carta.) mentre gli
Enhanced eBook non compaiono neppure tra le scelte.
Nonostante l'ampia disponibilità di titoli cross-mediali dunque i nativi
digitali sembrano cercare la semplice bidimensionalità della pagina scritta e
della immagine statica.
La infinite potenzialità che vengono cercate quando si naviga nel grande
mare di internet non sembrano essere richieste quando si è seduti in
poltrona con un libro magari alla ricerca di un discorso più pacato e di una
strada più rettilinea, essenziale, non sovrastimolata dall’esterno
Questa è certamente una riflessione da fare anche quando si guarda alla
promessa mancata dei magazine digitali multimediali!
E in Italia?
4
LA PROMESSA MANCATA DEL TABLET 

(http://www.humanhighway.it)
La crisi della diffusione della stampa inizia nel 2001 e si
aggrava a partire dal 2008, con l’avvento del mobile
Internet . Gli anni che seguono il 2008 vedono la stampa
trasformarsi in un mezzo di nicchia, caratterizzato da un
segmento di fruitori dal profilo sociodemografico
interessante, ma sempre meno numeroso.
Negli ultimi tre anni la vendita di abbonamenti digitali
non è riuscita a compensare il calo della diffusione
cartacea. L’introduzione delle digital edition dei
maggiori quotidiani e periodici non ha mantenuto
stabile il lettorato offrendo un’esperienza alternativa sul
digitale.
I tablet hanno smesso di crescere e il segmento di lettori
in versione digitale anziché cartacea si è rivelato di
dimensioni inferiori a quanto sperato.
Gli abbonamenti alle edizioni digitali dei quotidiani
italiani sono 505mila a giugno 2015: la crescita si è
interrotta a novembre 2014 e, anzi, da cinque mesi si nota
un leggero calo.
Solo 24 delle 47 testate
analizzate da ADS
offrono ai lettori
un'edizione digitale.
-544136
+263613
La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis.
“Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a
giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale
di coloro che fruiscono di informazione online.
Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con
conseguente calo occupazionale.
La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano
puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…)
IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA
Il report della
reuters è scaricabile:
https://
reutersinstitute.politics.ox.ac
.uk/sites/default/files/
Reuters%20Institute%20Digital
%20News%20Report
%202015_Full
%20Report.pdf
La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis.
“Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a
giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale
di coloro che fruiscono di informazione online.
Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con
conseguente calo occupazionale.
La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano
puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…)
IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA
Il report della
reuters è scaricabile:
https://
reutersinstitute.politics.ox.ac
.uk/sites/default/files/
Reuters%20Institute%20Digital
%20News%20Report
%202015_Full
%20Report.pdf
Ottimisti?
6
I digital magazine sono ancora
nella loro prima infanzia e hanno
sofferto della crisi economica che
ha strangolato tutta l’editoria
costringendola a scorciatoie che
hanno di fatto rallentato la crescita
delle magazine-app (formati
sfogliabili o pdf interattivi).
Le potenzialità dei tablet
potrebbero quindi non essere
state ancora colte a pieno e il loro
linguaggio peculiare non ancora
trovato?
Ottimisti?
6
I digital magazine sono ancora
nella loro prima infanzia e hanno
sofferto della crisi economica che
ha strangolato tutta l’editoria
costringendola a scorciatoie che
hanno di fatto rallentato la crescita
delle magazine-app (formati
sfogliabili o pdf interattivi).
Le potenzialità dei tablet
potrebbero quindi non essere
state ancora colte a pieno e il loro
linguaggio peculiare non ancora
trovato?
http://nasty-creatures.tumblr.com/post/70892881097/short-history-of-digital-publishing-infographic
01
TIMETABLE
Una interessante analisi dei fatti salienti che hanno trasformato l’editoria periodica nel
mondo (in particolare negli Usa) presente nel blog “Il futuro dei periodici”.
http://cdn.knightlab.com/libs/timeline/latest/embed/index.html?
source=0ArAPxKOViUpIdC14VENadDFXTmY1eG1kcGhjYlZJZGc&font=Bevan-
PotanoSans&maptype=toner&lang=en&height=650
7
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/tre-mesi-fa-scrivevo-quante-copie-digitali-vendono-i-periodici-francesi-settembre-2012/
Un po’ di chiarezza
EDITORIA
DIGITALE
APP editoriali
Digital magazine 

multimediali
on line editions
(siti layout fisso,
responsive,
adaptive)
PDF
sfogliabili
più o meno arricchiti
(enhanced)
eBook
ePub
Mobi
ePub3
Case history
✤ https://www.youtube.com/watch?v=SfwqokvprN0
✤ https://www.youtube.com/watch?v=XtIkyZRli-g
✤ https://www.youtube.com/watch?v=7xMqOyyPlDs
✤ https://www.youtube.com/watch?v=TtPNQvqgybg
9
Conquer Stars Limited - sviluppatore
Katachi Magazine Basics - successo
Time Magazine Tablet Demo - flop
The Daily - chiuso dopo 2 anni
Autopubblicità
10
Un po’ di storia
❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete. 

Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età
dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto
digitale” si consumasse tramite APP
❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova
fonte di informazione piuttosto il web si è adattato
alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!!
❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web.
Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della
Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti
non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei
link a siti che si “adattano” al device che li richiede
❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE
CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE … 

è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/
http://www.wired.com/2014/02/web-dead/
Quanto meno la notizia era un tantino esagerata!
Un po’ di storia
❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete. 

Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età
dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto
digitale” si consumasse tramite APP
❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova
fonte di informazione piuttosto il web si è adattato
alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!!
❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web.
Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della
Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti
non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei
link a siti che si “adattano” al device che li richiede
❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE
CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE … 

è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/
http://www.wired.com/2014/02/web-dead/
Quanto meno la notizia era un tantino esagerata! 2014
La rivoluzione del Mobile
12
“Dall’era della connessione all’era della condivisione”
Derrick de Kerchhove
Dati Italia: cala l’uso del PC
Dati Audiweb
utenti
attivi
tempo
speso
A cosa ci connettiamo in mobilità?
L’informazione oggi è nel palmo della mano
Lo smartphone è lo strumento di
comunicazione e marketing più potente oggi
❖ L’accesso alla rete di fatto è aumentato
❖ L’ecommerce è esploso (lo shopping si fa
dallo smartphone!)
❖ E le APP? ….
Il mercato delle APPs
La nuova dieta mediatica
15
di chi non legge più sulla carta
✤ La tv 

(perde 

punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso 

all’informazione
✤ La tv 

(perde 

punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso 

all’informazione
✤ La tv 

(perde 

punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso 

all’informazione
✤ La tv 

(perde 

punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso 

all’informazione
L’anomalia italiana
1997-2015
Evoluzione e diversificazione
17
Farsi in quattro…
18
Con tutte le loro interattività, multimedialità, multisensorialità, gamification ed engagement i magazine digitali
tuttavia non hanno sfondato NONOSTANTE il media (tablet -phablet) sia diffuso e l’accesso alle news avvenga
in mobilità…
4 possibili spiegazioni secondo Liam Boluk: 

(Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
1.La fine dei magazine-raccoglitori di notizie/intermediari : magazine come Newsweek, People, Business Week
hanno come mission “dare al lettore una raccolta gerarchizzata delle notizie della settimana”, ma la Rete
attraverso Flipboad, Zite, i social network, Google news, i Feeds delle testate on line assolve il compito meglio e
GRATIS (fintanto che a nutrirli ci saranno proprio quei giornali di cui stanno decretando la morte). Qui c’è
un problema di obsolescenza/protezione di un certo tipo di informazione e la fine del paradigma del giornalista
come mediatore.
2.La replica dei contenuti: magazine come Cosmopolitan, Wired, GQ, The Atlantic, Vanity Fair riproducono come
magazine digitale le loro copie cartacee (con qualche widget in più) che a loro volta hanno gran parte dei
contenuti anche pubblicati nelle testate online (free). Si usa lo stesso linguaggio stereotipato per tre media
diversi, si vende/svende lo stesso contenuto. 

Evidentemente la mobile-reading experience assicurata dalla App del magazine digitale “non vale” per il lettore il
costo di un abbonamento!
19
… non basta
Esercizi di 

duplicazione
3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del
mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre
fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in
cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito
(Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni
digitali sono un costo che non si ripaga.
4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono
pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato
al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente
repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National
Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei
(all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”.
“RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È
SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO”
20
Esercizi di 

duplicazione
3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del
mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre
fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in
cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito
(Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni
digitali sono un costo che non si ripaga.
4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono
pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato
al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente
repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National
Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei
(all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”.
“RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È
SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO”
20
IL MEDIA È IL MESSAGGIO (Marshall McLuhan)
APP o non APP
OGGI nell’editoria digitale
è in atto una accesa discussione tra chi crede
nella creazione di applicazioni native
specifiche per un dispositivo (lettura anche
offline) o chi vede il futuro nel web mobile =
siti web responsive che funzionano su tutti i
dispositivi ma che sono fruibili sono on line
(es: the atlantic media - quartz - http://
www.atlanticmedia.com/brands/quartz/)
Il trend (derivato dal web marketing)
individua una strategia integrata che renda
possibile avere accesso a contenuti specifici
ma coerenti dai diversi device (media
diverso=messaggio diverso) = ciò che vuoi,
quando lo vuoi, come lo vuoi e dove lo vuoi.
http://www.robertnewman.com/are-magazine-
apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
I periodici hanno un futuro?
«È tempo per gli editori di periodici di
abbandonare le alternative facili e
prendere decisioni complesse che
salveranno la loro produzione
digitale», 

Eddie Vassallo Ceo di Entropy
sviluppatore di APPs.
Oltre a vivere in un mercato troppo
affollato, gran parte delle app oggi:
sono invisibili ai grossi flussi di
informazione (google search).
Oscurano i loro contenuti (barriera
ingresso)
tengono le idee isolate (no sharing)
usano stilemi di un media superato
22
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog
http://www.thisisentropy.com/
chatterbox/2013/10/7/tablet-
magazines-are-dead
I periodici hanno un futuro?
«È tempo per gli editori di periodici di
abbandonare le alternative facili e
prendere decisioni complesse che
salveranno la loro produzione
digitale», 

Eddie Vassallo Ceo di Entropy
sviluppatore di APPs.
Oltre a vivere in un mercato troppo
affollato, gran parte delle app oggi:
sono invisibili ai grossi flussi di
informazione (google search).
Oscurano i loro contenuti (barriera
ingresso)
tengono le idee isolate (no sharing)
usano stilemi di un media superato
22
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog
http://www.thisisentropy.com/
chatterbox/2013/10/7/tablet-
magazines-are-dead
Luigi Roberti marketing
manager di Rekordata
concessionario di Aquafadas:
“Gli editori italiani ci
chiedono soprattutto di
sfruttare l’opportunità
dell’edizione digitale senza
stravolgere l’operatività
tradizionale delle redazioni o
incorrere in costi aggiuntivi
con automatismi di
impaginazione e contenuti
unici su più piattaforme”.
Gabbie o opportunità
23
https://gigaom.com/2013/10/06/tablet-magazines-failure/
Il blogger danese Jon Lund su Gigaom
«Quando trovo tempo di aprire un magazine per iPad,
mi sento come se avessi per le mani un vecchio media.
È buffo, dato che queste app tendono a essere
accattivanti, con grafica interattiva, video e una
navigazione ben studiata. Ma tutto quel bel layout che
funziona così bene per la stampa diventa monolitico,
quasi spaventoso, in tutto quel suo perfezionismo
sull’iPad, e sento nostalgia del web. È incasinato ma
più aperto, più accessibile e si adatta meglio a me, a i
miei dispositivi e alle mie necessità.»
Nielsen: un utente
medio ha 41 app sul suo
mobile device
Flurry: in media ne usa solo 8 al
giorno tra cui le più aperte sono
Fb,YouTube e Giochi.
Localytics: il 22% delle nostre
App vengono aperte 

1 sola volta
Numeri
Giornalismo 3.0
Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro
del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli
editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa.
Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente.
In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento
al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore
un’esperienza di lettura nuova e stimolante.
Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web,
nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti
multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla
timeline… Il digital-first è solo una facciata.
Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il
web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità
della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole
UN NUOVO PARADIGMA
24
http://www.presscouncil.org.au/
uploads/52321/ufiles/
The_New_York_Times_Innovat
ion_Report_-_March_2014.pdf
Giornalismo 3.0
Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro
del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli
editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa.
Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente.
In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento
al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore
un’esperienza di lettura nuova e stimolante.
Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web,
nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti
multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla
timeline… Il digital-first è solo una facciata.
Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il
web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità
della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole
UN NUOVO PARADIGMA
24
http://www.presscouncil.org.au/
uploads/52321/ufiles/
The_New_York_Times_Innovat
ion_Report_-_March_2014.pdf
Gran parte dei digital magazine
sono carenti della parte SOCIAL,
difficili da commentare,
da condividere.
Una esperienza di lettura “chiusa”
- e questo vale anche per gli ebook -
va controcorrente rispetto
alla strada intrapresa dal Web 2.0
Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
un esempio: KODAK
1
3
2
Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
un esempio: KODAK
1
3
2
Nel mondo
dell’informazione digitale
questi disruptors si chiamano
Facebook, Tweeter, GoogleNews,
Buzzfeed, Flipboard, Yahoo News
e molti altri ancora e a farne le
spese è stato il mondo
dell’informazione di qualità
The big problem: make money
“the future looks bright for digital journalism as a product, but dim for
large-scale digital journalism as a business” Derek Thopson - The Atlantic
26
http://www.theatlantic.com/business/archive/2014/06/time-inc-has-a-big-problemso-does-digital-journalism/372460/
Dati alla mano per gli
editori di carta
sembrerebbe evidente che
il posto migliore dove
puntare sia il digitale.
Ma non è né facile né certo!
Attrarre pubblicità e lettori
✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una
impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi
digitali “informatici umanisti”
✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non
hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o
grandi digital media company e hanno solo favorito:
✤ motori di ricerca
✤ social media
✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard,
Snapchat Discover , You Tube…) 27
Attrarre pubblicità e lettori
✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una
impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi
digitali “informatici umanisti”
✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non
hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o
grandi digital media company e hanno solo favorito:
✤ motori di ricerca
✤ social media
✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard,
Snapchat Discover , You Tube…) 27
questi website:
non creano notizie 

ma le fagocitano senza
pagare chi le fa
non sono soggetti 

alla deontologia
professionale
giornalistica
non separano adv e
news
sono un laboratorio per
creare adv-video che
diventano virali
Modelli di business attuali
28
Case history
✤ The Daily: è il più clamoroso fiasco di
una piattaforma pensata solo per il
digital edition. Ha chiuso dopo soli
due anni con 100.000 abbonati!
✤ Wired: la sua edizione digitale è stata
recentemente molto ridimensionata
(i costi di produzione non valevano i
benefici) ed è al 12% della totale
diffusione della testata con poco più
di 100.000 abbonati, ma al sito
mensilmente accedono ben

20 milioni di utenti! 29
Il dibattito è aperto
30
Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori?
Come cambiare la situazione?
Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest
The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing),
Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture)
and Joe Zeff (Joe Zeff Design).
http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici
dall’invenzione della stampa?
Il dibattito è aperto
30
Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori?
Come cambiare la situazione?
Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest
The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing),
Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture)
and Joe Zeff (Joe Zeff Design).
http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici
dall’invenzione della stampa?
La mappa interattiva è su :
https://www.mattermap.nl/embed/JXxHg/100&#8243
5 cose da tenere a mente
31
La Quint&Quint di Manhattan, una agenzia di marketing, design e copy ha voluto
identificare 5 trend “to keep in mind” per sfondare nella editoria digitale.
1. INTERATTIVITÀ: migliora e approfondisce i contenuti e crea l’engagement dei lettori
costringendoli a restare sulla pagina più a lungo “esplorando” ma non deve essere né
arbitraria né eccessiva
2. PUBBLICITÀ DIVERTENTE E COINVOLGENTE, che non si “sfoglia via” come sui
magazine di carta ma inventa modi creativi per far “giocare” il lettore, intrigarlo,
coinvolgerlo in attività diverse. Una pubblicità che “gridi meno e dia di più” anche in
termini di contenuto informativo
3. SERIALITÀ: storie puntate come in origine lo furono i grandi romanzi di appendice e
come ora fanno le serie televisive per tenere stretto il lettore, “agganciarlo”
4. RITAGLIARE E CONDIVIDERE: dare al lettore la possibilità di “ritagliarsi” foto e
articoli, di condividere i contenuti, di crearsi un proprio “album di foto o di
testi” (Scrapbooking)
5. OSARE: i software per creare i propri digital magazine sono alla portata di tutti.
http://quintandquint.com/5-digital-magazine-trends-for-2015/
Il gioco si fa duro
Altre regole sono venute da Brian O’Leary del Magellan Media Consulting 

(http://www.magellanmediapartners.com/author/brian-oleary): 

un magazine digitale deve:
✤ ESSERE USER CENTERED: dal prodotto al servizio, non si scrive per il giornale ma per il
lettore, le sue esigenze, le sue domande, le sue curiosità.
✤ ESSERE ACCESSIBILE: perché il contenuto sia la prima cosa, per prima cosa deve essere
aperto, accessibile, interpretabile. Deve aderire a standard che permettano una ottima
esperienza di lettura da tutte le piattaforme. 

Ci sono esempi in cui l’accesso ai contenuti avviene tramite servizi cloud (Saas=Software
as a service) tramite abbonamenti in linea con una società che al possesso del bene
preferisce l’accesso ad esso (Gaas=Good as a service)
✤ CONTEXT FIRST : usare i contenuti per promuovere esplorazione, scoperta, riuso libero, e
“chunkability” = spezzettamento del contenuto da parte dell’utente. 

32
33
✤ FORNIRE TOOLS: implementare la “gamification”, il divertimento, il gioco attraverso
l’uso di “strumenti” che rendano attiva la lettura (test, prove, possibilità di intervento
sul testo oltre che di commento e condivisione) e facilmente maneggevole l’abbondanza
a volte eccessiva di contenuti (ritaglio, archiviazione, appunti, sottolineature…)
✤ NON TEMERE DI ESSERE INCOMPLETO: contenuti aperti e in divenire e non
completi o chiusi in se stessi come sui giornali di carta Senza limiti di battute,
rieditabili, aggiornabili SONO UN VALORE NON UN HANDICAP.
✤ COSTRUIRSI UNA COMMUNITY: creare comunità con i propri lettori, aprirsi alla co-
creazione e alla collaborazione, incoraggiare la pubblicazione dei materiali prodotti dai
“prosumer”, accettare la satira dei propri contenuti, non irrigidirsi sul Copyright 

Moving Forward
✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea 

che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione)
✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!). 

I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT)
✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con 

il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie 

al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente
✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi
✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%)
34
Moving Forward
✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea 

che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione)
✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!). 

I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT)
✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con 

il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie 

al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente
✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi
✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%)
34
Dare al
lettore
maggiori
possibilità
di agire:
annotare
sottolineare
fotografare,
commentare
archiviare,
condividere,
collegarsi ad
altre testate
dello stesso
editore…

e molto
altro ancora
Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!”
Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!”
ebook di Garcia sul design per iPad
Giornalismo 3.0
“La professione giornalistica come elemento di mediazione tra i fatti, la realtà e i lettori non
esiste più. Il cambiamento è epocale, il giornale però può riacquistare un ruolo centrale
nella vita della comunità. Nell’enorme piazza del villaggio, luogo di incontro e scambio,
gestisce infatti uno spazio importante: un palco. Se continuerà ad esserne geloso, nessuno
si avvicinerà più, e i piccoli capannelli si organizzeranno per proprio conto (basti pensare
alla proliferazione dei gruppi su Facebook). Se invece saprà coordinare tempi e modi
dell’uso di quello spazio, la comunità potrà prendere parte, anche se con ruoli diversi, e
questo permetterà di costruire davvero una società migliore”. 

(Marco Giovannelli - Varesenews)
“Ci sarà sempre più bisogno di giornalisti che sono capaci di lavorare per più
piattaforme’’. (Beppe Smorto - caporedattore di Repubblica)
36
“Il vero problema, oggi, non è definire l’esistenza (o meno) di una società 

digitale, ma cominciare a comprenderla e a farla comprendere, a utilizzarne 

le norme e i valori per costruirci un mondo anche solo leggermente migliore”.
L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e

del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 

di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 

e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 

nuove professionalità che un tempo non esistevano 

quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 

capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 

Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 

di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e

del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 

di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 

e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 

nuove professionalità che un tempo non esistevano 

quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 

capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 

Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 

di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti.
Non abbiate paura di provarci!
L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e

del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 

di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 

e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 

nuove professionalità che un tempo non esistevano 

quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 

capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 

Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 

di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti.
Non abbiate paura di provarci!
È importante cercare di immaginare come vorremmo che fosse il futuro
invece di mantenere forzatamente vivo il passato (Karl Marx)
38
38
grazie

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Il fallimento delle app

  • 1. Nicoletta Salvatori - 2015 Il flop dei magazine 
 su tablet un’occasione persa o una opportunità ancora da cogliere? «la notizia della mia morte è alquanto esagerata» Mark Twain 1 EDITORIA DIGITALE
  • 2. Le APP dei giornali sono morte? ✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli smartphone, né sugli ibridi phablet ✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo italiano (anche se in Italia è più eclatante). ✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27 gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo ✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 
 on line e neppure l’opportunità di riproporre quella “magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ? ✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/) 2
  • 3. Le APP dei giornali sono morte? ✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli smartphone, né sugli ibridi phablet ✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo italiano (anche se in Italia è più eclatante). ✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27 gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo ✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 
 on line e neppure l’opportunità di riproporre quella “magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ? ✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/) 2 I numeri che non quadrano: ✤ il mercato dei tablet (e phablet) è in crescita costante ✤ il numero dei magazine digitali ha registrato una crescita del 40% nell’ultimo anno ✤ MA LA PENETRAZIONE È IN MEDIA SOLO DEL 3.5% 
 sul totale dei periodici circolanti (dati USA) - meno di 1/9 rispetto all’indice di penetrazione degli ebook ✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
 superano, con le loro digital editions, il 10% della distribuzione totale.
  • 4. Le APP dei giornali sono morte? ✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli smartphone, né sugli ibridi phablet ✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo italiano (anche se in Italia è più eclatante). ✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27 gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo ✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 
 on line e neppure l’opportunità di riproporre quella “magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ? ✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/) 2 I numeri che non quadrano: ✤ il mercato dei tablet (e phablet) è in crescita costante ✤ il numero dei magazine digitali ha registrato una crescita del 40% nell’ultimo anno ✤ MA LA PENETRAZIONE È IN MEDIA SOLO DEL 3.5% 
 sul totale dei periodici circolanti (dati USA) - meno di 1/9 rispetto all’indice di penetrazione degli ebook ✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
 superano, con le loro digital editions, il 10% della distribuzione totale.
  • 5. Le APP dei giornali sono morte? ✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli smartphone, né sugli ibridi phablet ✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo italiano (anche se in Italia è più eclatante). ✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27 gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo ✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni 
 on line e neppure l’opportunità di riproporre quella “magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ? ✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/) 2 I numeri che non quadrano: ✤ il mercato dei tablet (e phablet) è in crescita costante ✤ il numero dei magazine digitali ha registrato una crescita del 40% nell’ultimo anno ✤ MA LA PENETRAZIONE È IN MEDIA SOLO DEL 3.5% 
 sul totale dei periodici circolanti (dati USA) - meno di 1/9 rispetto all’indice di penetrazione degli ebook ✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
 superano, con le loro digital editions, il 10% della distribuzione totale.
  • 6. E in Italia? 3 …MA il valore del mercato degli ebook in Italia è solo il 4,4% del totale (negli Usa è il 23,3%) Ci sono segnali relativamente positivi 
 sul mercato degli ebook. 
 (AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/ CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE
 - solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro 
 nel 2014 - era il 43% l’anno prima) Per gli ebook il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul 2013). la crescita di produzione è del 27,4% nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%, quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)…
  • 7. E in Italia? 3 …MA il valore del mercato degli ebook in Italia è solo il 4,4% del totale (negli Usa è il 23,3%) Ci sono segnali relativamente positivi 
 sul mercato degli ebook. 
 (AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/ CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE
 - solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro 
 nel 2014 - era il 43% l’anno prima) Per gli ebook il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul 2013). la crescita di produzione è del 27,4% nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%, quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)… Il sondaggio condotto dalla Publishing Technology (Stati Uniti) per analizzare le abitudini di lettura di lettori di età compresa tra i 18 e i 34 anni ha tuttavia mostrato che la maggioranza dei lettori giovani e adolescenti preferisce il libro tradizionale (che sia cartaceo o digitale - solo il 28% ritiene più probabile la scelta di un eBook rispetto a un analogo di carta.) mentre gli Enhanced eBook non compaiono neppure tra le scelte. Nonostante l'ampia disponibilità di titoli cross-mediali dunque i nativi digitali sembrano cercare la semplice bidimensionalità della pagina scritta e della immagine statica. La infinite potenzialità che vengono cercate quando si naviga nel grande mare di internet non sembrano essere richieste quando si è seduti in poltrona con un libro magari alla ricerca di un discorso più pacato e di una strada più rettilinea, essenziale, non sovrastimolata dall’esterno Questa è certamente una riflessione da fare anche quando si guarda alla promessa mancata dei magazine digitali multimediali!
  • 8. E in Italia? 4 LA PROMESSA MANCATA DEL TABLET 
 (http://www.humanhighway.it) La crisi della diffusione della stampa inizia nel 2001 e si aggrava a partire dal 2008, con l’avvento del mobile Internet . Gli anni che seguono il 2008 vedono la stampa trasformarsi in un mezzo di nicchia, caratterizzato da un segmento di fruitori dal profilo sociodemografico interessante, ma sempre meno numeroso. Negli ultimi tre anni la vendita di abbonamenti digitali non è riuscita a compensare il calo della diffusione cartacea. L’introduzione delle digital edition dei maggiori quotidiani e periodici non ha mantenuto stabile il lettorato offrendo un’esperienza alternativa sul digitale. I tablet hanno smesso di crescere e il segmento di lettori in versione digitale anziché cartacea si è rivelato di dimensioni inferiori a quanto sperato. Gli abbonamenti alle edizioni digitali dei quotidiani italiani sono 505mila a giugno 2015: la crescita si è interrotta a novembre 2014 e, anzi, da cinque mesi si nota un leggero calo. Solo 24 delle 47 testate analizzate da ADS offrono ai lettori un'edizione digitale. -544136 +263613
  • 9. La carta e i bit ✤ Le redazioni considerano ancora il digitale come uno strumento e non come un nuovo modo di fare giornalismo. Il paradigma culturale del giornalismo tradizionale rimane spesso inalterato ✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul traffico e ciò va a discapito della qualità ✤ Problemi di sostenibilità economica per gli editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi ( impaginazioni automatiche, content server, template predefiniti, multipiattaforma…) 5 Il digitale in Italia secondo L’Ordine dei Giornalisti http://www.odg.it/files/ Rapporto%20ODG %20Completo.pdf
  • 10. La carta e i bit ✤ Le redazioni considerano ancora il digitale come uno strumento e non come un nuovo modo di fare giornalismo. Il paradigma culturale del giornalismo tradizionale rimane spesso inalterato ✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul traffico e ciò va a discapito della qualità ✤ Problemi di sostenibilità economica per gli editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi ( impaginazioni automatiche, content server, template predefiniti, multipiattaforma…) 5 Il digitale in Italia secondo L’Ordine dei Giornalisti http://www.odg.it/files/ Rapporto%20ODG %20Completo.pdf Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis. “Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale di coloro che fruiscono di informazione online. Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con conseguente calo occupazionale. La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…) IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA Il report della reuters è scaricabile: https:// reutersinstitute.politics.ox.ac .uk/sites/default/files/ Reuters%20Institute%20Digital %20News%20Report %202015_Full %20Report.pdf
  • 11. La carta e i bit ✤ Le redazioni considerano ancora il digitale come uno strumento e non come un nuovo modo di fare giornalismo. Il paradigma culturale del giornalismo tradizionale rimane spesso inalterato ✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul traffico e ciò va a discapito della qualità ✤ Problemi di sostenibilità economica per gli editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi ( impaginazioni automatiche, content server, template predefiniti, multipiattaforma…) 5 Il digitale in Italia secondo L’Ordine dei Giornalisti http://www.odg.it/files/ Rapporto%20ODG %20Completo.pdf Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis. “Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale di coloro che fruiscono di informazione online. Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con conseguente calo occupazionale. La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…) IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA Il report della reuters è scaricabile: https:// reutersinstitute.politics.ox.ac .uk/sites/default/files/ Reuters%20Institute%20Digital %20News%20Report %202015_Full %20Report.pdf
  • 12. Ottimisti? 6 I digital magazine sono ancora nella loro prima infanzia e hanno sofferto della crisi economica che ha strangolato tutta l’editoria costringendola a scorciatoie che hanno di fatto rallentato la crescita delle magazine-app (formati sfogliabili o pdf interattivi). Le potenzialità dei tablet potrebbero quindi non essere state ancora colte a pieno e il loro linguaggio peculiare non ancora trovato?
  • 13. Ottimisti? 6 I digital magazine sono ancora nella loro prima infanzia e hanno sofferto della crisi economica che ha strangolato tutta l’editoria costringendola a scorciatoie che hanno di fatto rallentato la crescita delle magazine-app (formati sfogliabili o pdf interattivi). Le potenzialità dei tablet potrebbero quindi non essere state ancora colte a pieno e il loro linguaggio peculiare non ancora trovato? http://nasty-creatures.tumblr.com/post/70892881097/short-history-of-digital-publishing-infographic
  • 14. 01 TIMETABLE Una interessante analisi dei fatti salienti che hanno trasformato l’editoria periodica nel mondo (in particolare negli Usa) presente nel blog “Il futuro dei periodici”. http://cdn.knightlab.com/libs/timeline/latest/embed/index.html? source=0ArAPxKOViUpIdC14VENadDFXTmY1eG1kcGhjYlZJZGc&font=Bevan- PotanoSans&maptype=toner&lang=en&height=650 7 https://futurodeiperiodici.wordpress.com/tre-mesi-fa-scrivevo-quante-copie-digitali-vendono-i-periodici-francesi-settembre-2012/
  • 15. Un po’ di chiarezza EDITORIA DIGITALE APP editoriali Digital magazine 
 multimediali on line editions (siti layout fisso, responsive, adaptive) PDF sfogliabili più o meno arricchiti (enhanced) eBook ePub Mobi ePub3
  • 16. Case history ✤ https://www.youtube.com/watch?v=SfwqokvprN0 ✤ https://www.youtube.com/watch?v=XtIkyZRli-g ✤ https://www.youtube.com/watch?v=7xMqOyyPlDs ✤ https://www.youtube.com/watch?v=TtPNQvqgybg 9 Conquer Stars Limited - sviluppatore Katachi Magazine Basics - successo Time Magazine Tablet Demo - flop The Daily - chiuso dopo 2 anni
  • 18. Un po’ di storia ❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete. 
 Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto digitale” si consumasse tramite APP ❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova fonte di informazione piuttosto il web si è adattato alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!! ❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web. Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei link a siti che si “adattano” al device che li richiede ❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE … 
 è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/ http://www.wired.com/2014/02/web-dead/ Quanto meno la notizia era un tantino esagerata!
  • 19. Un po’ di storia ❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete. 
 Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto digitale” si consumasse tramite APP ❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova fonte di informazione piuttosto il web si è adattato alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!! ❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web. Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei link a siti che si “adattano” al device che li richiede ❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE … 
 è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/ http://www.wired.com/2014/02/web-dead/ Quanto meno la notizia era un tantino esagerata! 2014
  • 20. La rivoluzione del Mobile 12
  • 21. “Dall’era della connessione all’era della condivisione” Derrick de Kerchhove Dati Italia: cala l’uso del PC Dati Audiweb utenti attivi tempo speso
  • 22. A cosa ci connettiamo in mobilità? L’informazione oggi è nel palmo della mano Lo smartphone è lo strumento di comunicazione e marketing più potente oggi ❖ L’accesso alla rete di fatto è aumentato ❖ L’ecommerce è esploso (lo shopping si fa dallo smartphone!) ❖ E le APP? …. Il mercato delle APPs
  • 23. La nuova dieta mediatica 15 di chi non legge più sulla carta
  • 24. ✤ La tv 
 (perde 
 punti) ✤ Internet ✤ Social ✤ Apps 16 L’accesso 
 all’informazione
  • 25. ✤ La tv 
 (perde 
 punti) ✤ Internet ✤ Social ✤ Apps 16 L’accesso 
 all’informazione
  • 26. ✤ La tv 
 (perde 
 punti) ✤ Internet ✤ Social ✤ Apps 16 L’accesso 
 all’informazione
  • 27. ✤ La tv 
 (perde 
 punti) ✤ Internet ✤ Social ✤ Apps 16 L’accesso 
 all’informazione L’anomalia italiana
  • 30. Con tutte le loro interattività, multimedialità, multisensorialità, gamification ed engagement i magazine digitali tuttavia non hanno sfondato NONOSTANTE il media (tablet -phablet) sia diffuso e l’accesso alle news avvenga in mobilità… 4 possibili spiegazioni secondo Liam Boluk: 
 (Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/) 1.La fine dei magazine-raccoglitori di notizie/intermediari : magazine come Newsweek, People, Business Week hanno come mission “dare al lettore una raccolta gerarchizzata delle notizie della settimana”, ma la Rete attraverso Flipboad, Zite, i social network, Google news, i Feeds delle testate on line assolve il compito meglio e GRATIS (fintanto che a nutrirli ci saranno proprio quei giornali di cui stanno decretando la morte). Qui c’è un problema di obsolescenza/protezione di un certo tipo di informazione e la fine del paradigma del giornalista come mediatore. 2.La replica dei contenuti: magazine come Cosmopolitan, Wired, GQ, The Atlantic, Vanity Fair riproducono come magazine digitale le loro copie cartacee (con qualche widget in più) che a loro volta hanno gran parte dei contenuti anche pubblicati nelle testate online (free). Si usa lo stesso linguaggio stereotipato per tre media diversi, si vende/svende lo stesso contenuto. 
 Evidentemente la mobile-reading experience assicurata dalla App del magazine digitale “non vale” per il lettore il costo di un abbonamento! 19 … non basta
  • 31. Esercizi di 
 duplicazione 3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito (Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni digitali sono un costo che non si ripaga. 4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei (all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”. “RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO” 20
  • 32. Esercizi di 
 duplicazione 3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito (Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni digitali sono un costo che non si ripaga. 4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei (all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”. “RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO” 20 IL MEDIA È IL MESSAGGIO (Marshall McLuhan)
  • 33. APP o non APP OGGI nell’editoria digitale è in atto una accesa discussione tra chi crede nella creazione di applicazioni native specifiche per un dispositivo (lettura anche offline) o chi vede il futuro nel web mobile = siti web responsive che funzionano su tutti i dispositivi ma che sono fruibili sono on line (es: the atlantic media - quartz - http:// www.atlanticmedia.com/brands/quartz/) Il trend (derivato dal web marketing) individua una strategia integrata che renda possibile avere accesso a contenuti specifici ma coerenti dai diversi device (media diverso=messaggio diverso) = ciò che vuoi, quando lo vuoi, come lo vuoi e dove lo vuoi. http://www.robertnewman.com/are-magazine- apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
  • 34. I periodici hanno un futuro? «È tempo per gli editori di periodici di abbandonare le alternative facili e prendere decisioni complesse che salveranno la loro produzione digitale», 
 Eddie Vassallo Ceo di Entropy sviluppatore di APPs. Oltre a vivere in un mercato troppo affollato, gran parte delle app oggi: sono invisibili ai grossi flussi di informazione (google search). Oscurano i loro contenuti (barriera ingresso) tengono le idee isolate (no sharing) usano stilemi di un media superato 22 https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog http://www.thisisentropy.com/ chatterbox/2013/10/7/tablet- magazines-are-dead
  • 35. I periodici hanno un futuro? «È tempo per gli editori di periodici di abbandonare le alternative facili e prendere decisioni complesse che salveranno la loro produzione digitale», 
 Eddie Vassallo Ceo di Entropy sviluppatore di APPs. Oltre a vivere in un mercato troppo affollato, gran parte delle app oggi: sono invisibili ai grossi flussi di informazione (google search). Oscurano i loro contenuti (barriera ingresso) tengono le idee isolate (no sharing) usano stilemi di un media superato 22 https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog http://www.thisisentropy.com/ chatterbox/2013/10/7/tablet- magazines-are-dead Luigi Roberti marketing manager di Rekordata concessionario di Aquafadas: “Gli editori italiani ci chiedono soprattutto di sfruttare l’opportunità dell’edizione digitale senza stravolgere l’operatività tradizionale delle redazioni o incorrere in costi aggiuntivi con automatismi di impaginazione e contenuti unici su più piattaforme”.
  • 36. Gabbie o opportunità 23 https://gigaom.com/2013/10/06/tablet-magazines-failure/ Il blogger danese Jon Lund su Gigaom «Quando trovo tempo di aprire un magazine per iPad, mi sento come se avessi per le mani un vecchio media. È buffo, dato che queste app tendono a essere accattivanti, con grafica interattiva, video e una navigazione ben studiata. Ma tutto quel bel layout che funziona così bene per la stampa diventa monolitico, quasi spaventoso, in tutto quel suo perfezionismo sull’iPad, e sento nostalgia del web. È incasinato ma più aperto, più accessibile e si adatta meglio a me, a i miei dispositivi e alle mie necessità.» Nielsen: un utente medio ha 41 app sul suo mobile device Flurry: in media ne usa solo 8 al giorno tra cui le più aperte sono Fb,YouTube e Giochi. Localytics: il 22% delle nostre App vengono aperte 
 1 sola volta Numeri
  • 37. Giornalismo 3.0 Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa. Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente. In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore un’esperienza di lettura nuova e stimolante. Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web, nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla timeline… Il digital-first è solo una facciata. Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole UN NUOVO PARADIGMA 24 http://www.presscouncil.org.au/ uploads/52321/ufiles/ The_New_York_Times_Innovat ion_Report_-_March_2014.pdf
  • 38. Giornalismo 3.0 Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa. Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente. In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore un’esperienza di lettura nuova e stimolante. Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web, nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla timeline… Il digital-first è solo una facciata. Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole UN NUOVO PARADIGMA 24 http://www.presscouncil.org.au/ uploads/52321/ufiles/ The_New_York_Times_Innovat ion_Report_-_March_2014.pdf Gran parte dei digital magazine sono carenti della parte SOCIAL, difficili da commentare, da condividere. Una esperienza di lettura “chiusa” - e questo vale anche per gli ebook - va controcorrente rispetto alla strada intrapresa dal Web 2.0
  • 39. Conservatori e innovatori ✤ I conservatori (incumbent) trattano l’innovazione come l’occasione del miglioramento del prodotto ✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio non sembrano un pericolo per il mercato perché sono economici e di scarsa qualità ✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori migliorano il loro prodotto fino al punto cruciale in cui diventa “sufficientemente buono per il consumatore” e da quel momento invadono il mercato 25
  • 40. Conservatori e innovatori ✤ I conservatori (incumbent) trattano l’innovazione come l’occasione del miglioramento del prodotto ✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio non sembrano un pericolo per il mercato perché sono economici e di scarsa qualità ✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori migliorano il loro prodotto fino al punto cruciale in cui diventa “sufficientemente buono per il consumatore” e da quel momento invadono il mercato 25 Caratteristiche dei prodotti innovativi: vengono introdotti da outsider sono meno cari si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti sono inizialmente di qualità inferiore usano tecnologie emergenti
  • 41. Conservatori e innovatori ✤ I conservatori (incumbent) trattano l’innovazione come l’occasione del miglioramento del prodotto ✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio non sembrano un pericolo per il mercato perché sono economici e di scarsa qualità ✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori migliorano il loro prodotto fino al punto cruciale in cui diventa “sufficientemente buono per il consumatore” e da quel momento invadono il mercato 25 Caratteristiche dei prodotti innovativi: vengono introdotti da outsider sono meno cari si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti sono inizialmente di qualità inferiore usano tecnologie emergenti un esempio: KODAK 1 3 2
  • 42. Conservatori e innovatori ✤ I conservatori (incumbent) trattano l’innovazione come l’occasione del miglioramento del prodotto ✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio non sembrano un pericolo per il mercato perché sono economici e di scarsa qualità ✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori migliorano il loro prodotto fino al punto cruciale in cui diventa “sufficientemente buono per il consumatore” e da quel momento invadono il mercato 25 Caratteristiche dei prodotti innovativi: vengono introdotti da outsider sono meno cari si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti sono inizialmente di qualità inferiore usano tecnologie emergenti un esempio: KODAK 1 3 2 Nel mondo dell’informazione digitale questi disruptors si chiamano Facebook, Tweeter, GoogleNews, Buzzfeed, Flipboard, Yahoo News e molti altri ancora e a farne le spese è stato il mondo dell’informazione di qualità
  • 43. The big problem: make money “the future looks bright for digital journalism as a product, but dim for large-scale digital journalism as a business” Derek Thopson - The Atlantic 26 http://www.theatlantic.com/business/archive/2014/06/time-inc-has-a-big-problemso-does-digital-journalism/372460/ Dati alla mano per gli editori di carta sembrerebbe evidente che il posto migliore dove puntare sia il digitale. Ma non è né facile né certo!
  • 44. Attrarre pubblicità e lettori ✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi digitali “informatici umanisti” ✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o grandi digital media company e hanno solo favorito: ✤ motori di ricerca ✤ social media ✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard, Snapchat Discover , You Tube…) 27
  • 45. Attrarre pubblicità e lettori ✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi digitali “informatici umanisti” ✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o grandi digital media company e hanno solo favorito: ✤ motori di ricerca ✤ social media ✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard, Snapchat Discover , You Tube…) 27 questi website: non creano notizie 
 ma le fagocitano senza pagare chi le fa non sono soggetti 
 alla deontologia professionale giornalistica non separano adv e news sono un laboratorio per creare adv-video che diventano virali
  • 46. Modelli di business attuali 28
  • 47. Case history ✤ The Daily: è il più clamoroso fiasco di una piattaforma pensata solo per il digital edition. Ha chiuso dopo soli due anni con 100.000 abbonati! ✤ Wired: la sua edizione digitale è stata recentemente molto ridimensionata (i costi di produzione non valevano i benefici) ed è al 12% della totale diffusione della testata con poco più di 100.000 abbonati, ma al sito mensilmente accedono ben
 20 milioni di utenti! 29
  • 48. Il dibattito è aperto 30 Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori? Come cambiare la situazione? Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing), Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture) and Joe Zeff (Joe Zeff Design). http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/ L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici dall’invenzione della stampa?
  • 49. Il dibattito è aperto 30 Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori? Come cambiare la situazione? Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing), Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture) and Joe Zeff (Joe Zeff Design). http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/ L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici dall’invenzione della stampa? La mappa interattiva è su : https://www.mattermap.nl/embed/JXxHg/100&#8243
  • 50. 5 cose da tenere a mente 31 La Quint&Quint di Manhattan, una agenzia di marketing, design e copy ha voluto identificare 5 trend “to keep in mind” per sfondare nella editoria digitale. 1. INTERATTIVITÀ: migliora e approfondisce i contenuti e crea l’engagement dei lettori costringendoli a restare sulla pagina più a lungo “esplorando” ma non deve essere né arbitraria né eccessiva 2. PUBBLICITÀ DIVERTENTE E COINVOLGENTE, che non si “sfoglia via” come sui magazine di carta ma inventa modi creativi per far “giocare” il lettore, intrigarlo, coinvolgerlo in attività diverse. Una pubblicità che “gridi meno e dia di più” anche in termini di contenuto informativo 3. SERIALITÀ: storie puntate come in origine lo furono i grandi romanzi di appendice e come ora fanno le serie televisive per tenere stretto il lettore, “agganciarlo” 4. RITAGLIARE E CONDIVIDERE: dare al lettore la possibilità di “ritagliarsi” foto e articoli, di condividere i contenuti, di crearsi un proprio “album di foto o di testi” (Scrapbooking) 5. OSARE: i software per creare i propri digital magazine sono alla portata di tutti. http://quintandquint.com/5-digital-magazine-trends-for-2015/
  • 51. Il gioco si fa duro Altre regole sono venute da Brian O’Leary del Magellan Media Consulting 
 (http://www.magellanmediapartners.com/author/brian-oleary): 
 un magazine digitale deve: ✤ ESSERE USER CENTERED: dal prodotto al servizio, non si scrive per il giornale ma per il lettore, le sue esigenze, le sue domande, le sue curiosità. ✤ ESSERE ACCESSIBILE: perché il contenuto sia la prima cosa, per prima cosa deve essere aperto, accessibile, interpretabile. Deve aderire a standard che permettano una ottima esperienza di lettura da tutte le piattaforme. 
 Ci sono esempi in cui l’accesso ai contenuti avviene tramite servizi cloud (Saas=Software as a service) tramite abbonamenti in linea con una società che al possesso del bene preferisce l’accesso ad esso (Gaas=Good as a service) ✤ CONTEXT FIRST : usare i contenuti per promuovere esplorazione, scoperta, riuso libero, e “chunkability” = spezzettamento del contenuto da parte dell’utente. 
 32
  • 52. 33 ✤ FORNIRE TOOLS: implementare la “gamification”, il divertimento, il gioco attraverso l’uso di “strumenti” che rendano attiva la lettura (test, prove, possibilità di intervento sul testo oltre che di commento e condivisione) e facilmente maneggevole l’abbondanza a volte eccessiva di contenuti (ritaglio, archiviazione, appunti, sottolineature…) ✤ NON TEMERE DI ESSERE INCOMPLETO: contenuti aperti e in divenire e non completi o chiusi in se stessi come sui giornali di carta Senza limiti di battute, rieditabili, aggiornabili SONO UN VALORE NON UN HANDICAP. ✤ COSTRUIRSI UNA COMMUNITY: creare comunità con i propri lettori, aprirsi alla co- creazione e alla collaborazione, incoraggiare la pubblicazione dei materiali prodotti dai “prosumer”, accettare la satira dei propri contenuti, non irrigidirsi sul Copyright 

  • 53. Moving Forward ✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea 
 che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione) ✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!). 
 I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT) ✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con 
 il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie 
 al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente ✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi ✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%) 34
  • 54. Moving Forward ✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea 
 che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione) ✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!). 
 I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT) ✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con 
 il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie 
 al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente ✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi ✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%) 34 Dare al lettore maggiori possibilità di agire: annotare sottolineare fotografare, commentare archiviare, condividere, collegarsi ad altre testate dello stesso editore…
 e molto altro ancora
  • 55. Moving forward 35 Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo. In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/ blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps) ✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà a farlo. ✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità. ✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta. ✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice. ✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente. ✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la grafica. ✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
  • 56. Moving forward 35 Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo. In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/ blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps) ✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà a farlo. ✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità. ✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta. ✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice. ✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente. ✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la grafica. ✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro. Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!”
  • 57. Moving forward 35 Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo. In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/ blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps) ✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà a farlo. ✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità. ✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta. ✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice. ✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente. ✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la grafica. ✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro. Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!” ebook di Garcia sul design per iPad
  • 58. Giornalismo 3.0 “La professione giornalistica come elemento di mediazione tra i fatti, la realtà e i lettori non esiste più. Il cambiamento è epocale, il giornale però può riacquistare un ruolo centrale nella vita della comunità. Nell’enorme piazza del villaggio, luogo di incontro e scambio, gestisce infatti uno spazio importante: un palco. Se continuerà ad esserne geloso, nessuno si avvicinerà più, e i piccoli capannelli si organizzeranno per proprio conto (basti pensare alla proliferazione dei gruppi su Facebook). Se invece saprà coordinare tempi e modi dell’uso di quello spazio, la comunità potrà prendere parte, anche se con ruoli diversi, e questo permetterà di costruire davvero una società migliore”. 
 (Marco Giovannelli - Varesenews) “Ci sarà sempre più bisogno di giornalisti che sono capaci di lavorare per più piattaforme’’. (Beppe Smorto - caporedattore di Repubblica) 36 “Il vero problema, oggi, non è definire l’esistenza (o meno) di una società 
 digitale, ma cominciare a comprenderla e a farla comprendere, a utilizzarne 
 le norme e i valori per costruirci un mondo anche solo leggermente migliore”.
  • 59. L’informatico umanista La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
 del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 
 di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 
 e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 
 nuove professionalità che un tempo non esistevano 
 quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist” “Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 
 capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 
 Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”. Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 
 di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism, visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”. (Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
  • 60. L’informatico umanista La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
 del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 
 di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 
 e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 
 nuove professionalità che un tempo non esistevano 
 quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist” “Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 
 capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 
 Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”. Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 
 di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism, visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”. (Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37 L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti. Non abbiate paura di provarci!
  • 61. L’informatico umanista La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
 del giornalismo, è profondamente legata alla capacità 
 di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia 
 e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono 
 nuove professionalità che un tempo non esistevano 
 quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist” “Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito, 
 capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura. 
 Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”. Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande 
 di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism, visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”. (Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37 L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti. Non abbiate paura di provarci! È importante cercare di immaginare come vorremmo che fosse il futuro invece di mantenere forzatamente vivo il passato (Karl Marx)
  • 62. 38