3. Origini degli Ungari
Gli ungari erano probabilmente originari
della regione degli Urali settentrionali
(odierna Russia europea)
Dal VI secolo d.C. si spostarono a sud nella
medesima regione, in cui diedero vita a
un’unità sociale e economica seminomade
Alla metà del secolo VIII emigrarono verso
Occidente verso il basso corso del fiume
Don e alla metà del IX secolo giunsero nel
territorio di quella che i romani chiamarono
Pannonia.
4. Strategie militari e prime vittorie degli Ungari
Gli ungari cominciarono a
scontrarsi in questa zona con
eserciti occidentali attraverso
tattiche di guerra che
disorientarono i loro
avversari.
Gli ungari basavano le loro
strategie sulla cavalleria, e su
spostamenti rapidi che
permettevano loro di
compiere improvvise
imboscate.
Arpad, capo della tribù dei
Magiari, venne eletto capo delle
sette tribù "magiare" o, meglio,
ungare, dal 895 al 907. È
considerato il capostipite della
prima dinastia d'Ungheria, gli
Arpadi. Árpád portò i magiari ad
attraversare definitivamente i
Carpazi.
5. Gli Ungari in Italia
L’imperatore Arnolfo di Carinzia,
uno degli ultimi eredi della dinastia
carolingia, si servì dell’aiuto
ungarico contro coloro che gli
contesero il trono imperiale e
quello italiano (fine del IX secolo)
Aiutando Arnolfo, gli Ungari
approfittarono della situazione per
compiere scorrerie in Italia
settentrionale, fino all’assedio e
all’incendio di Pavia (924)
Arnolfo di Carinzia
6. Sconfitta presso Lechfeld (955)
Le tecniche di combattimento degli
ungari dimostrano la loro abilità, che
venne poi utilizzata come modello
anche dagli eserciti occidentali.
Questi ultimi li contrastarono
efficacemente quando riuscirono a
organizzare una cavalleria leggera
capace di reggere il confronto con i
magiari
Nel 955 Ottone I, re di Germania,
ottenne presso il fiume Lechfeld
una vittoria decisiva contro gli
ungari.
Essi, dopo questa sconfitta, frenarono
la loro aggressività e cercarono
accordi con i sovrani occidentali
La battaglia di Lechfeld, presso
Augusta, pose termine
all’avanzata ungara in occidente
e diede inizio a un diverso
rapporto tra Ungari e sovrani
occidentali
7. Il battesimo di Stefano I
Incoronazione di Stefano I
Re Stefano I
Il nuovo atteggiamento degli Ungari
verso gli ex nemici occidentali culminò
con il battesimo ricevuto dal loro
re Stefano I poco prima del Mille.
Dopo tale battesimo, Stefano cominciò
un’opera di profonda
cristianizzazione del suo popolo, e gli
Ungari entrarono nell’orbita di influenza
della Chiesa cristiana di Roma.
Gli Ungari si trasformarono da
popolo seminomade e guerriero in
popolo sedentario, dedito
soprattutto all’agricoltura
8. I Saraceni conquistano la Sicilia
S.Giovanni degli Eremiti
La zona della Kalsa a Palermo
Durante il califfato degli abasidi, si verificarono
numerose azioni di pirateria e incursioni fatte
da singoli gruppi.
I primi insediamenti furono fondati in Sardegna
e Corsica, nelle Baleari e per qualche tempo
anche in Provenza, a Frassineto
Nell’846 i saraceni saccheggiarono Roma
Tra di essi furono particolarmente agguerriti
quelli che riuscirono a conquistare la Sicilia,
all’epoca ancora territorio bizantino.
Dall’827 e il 902 gli emiri di una dinastia
aglabita riuscirono a mettere sotto il loro
controllo l’intera isola, scegliendo come
capitale Palermo
La Sicilia diventò allora la base per ulteriori
incursioni saracene finalizzate a prendere
bottini o conquistare territori.
9. Fondazione di basi saracene in Italia
meridionale
Dalla Sicilia i saraceni partirono per
incursioni ulteriori lungo le coste
dell’Italia meridionale.
In genere qui crearono degli avamposti
per poi avviare azioni piratesche anche
verso l’Italia centrale e settentrionale e la
Francia meridionale.
Fondarono un emirato a Bari (durato
trent’anni) e uno a Taranto
10. Scorrerie saracene tra Italia e Svizzera
Abbazia di Farfa
Biblioteca
dell’abbazia
di S. Gallo
Lotario I dopo il saccheggio di Roma
promosse una spedizione lunga, ma
inutile contro i Saraceni dell’Italia
meridionale.
Essi anzi riuscirono a compiere
saccheggi in alcune importanti abbazie
come Montecassino, Farfa (Italia
centrale), Novalesa (Piemonte), San
Gallo (Svizzera)
La forza dei saraceni stava nel non
avere un centro di coordinamento
territoriale contro il quale condurre
una guerra vera e propria.
Le incursioni erano opera di gruppi
autonomi e questo rendeva impossibile
organizzare una difesa
11. Origini dei normanni
I normanni (da nortmann=uomini
del nord) erano popolazioni
provenienti dalla penisola scandinava
(Norvegia, Svezia, Danimarca) che
nelle fonti di area inglese furono
definiti vichinghi (da vik=baia).
A partire dal IX secolo queste
popolazioni attuarono incursioni
sulle coste delle zone limitrofe, poi
procedettero a vere e proprie
conquiste territoriali.
L’espansione normanna si diffuse a
raggiera lungo direzioni diverse
13. Cause delle conquiste normanne e
direttrici di espansione
Le zone di espansione seguirono queste
direttrici
1. Dalla Norvegia verso Scozia, Irlanda,
Francia settentrionale, Islanda,
Groenlandia
II. Dalla Danimarca verso le coste
meridionali del Mare del Nord e quelle
orientali dell’Inghilterra
III. Dalla Svezia, lungo i fiumi russi (Volga,
Dniepr) fino quasi a Bisanzio
I drakkar vichinghi
Sia l’ubicazione delle regioni di partenza,
sia l’uso di imbarcazioni veloci e agili, i
drakkar,che riuscivano a risalire dal mare
lungo il corso dei fiumi, permettevano ai
normanni di attaccare con successo
località apparentemente protette dalla
loro posizione geografica.
14. Il ducato di Normandia
Dopo lotte violente con i Franchi, i
Normanni ottennero il riconoscimento del
loro insediamento nel 911.
Nel 911 fu siglato un accordo tra il capo
normanno Rollone e il re Carlo il Semplice,
in base al quale i Normanni occupavano le
terre della bassa valle della Senna
(equivalente all'Alta Normandia) in cambio di
un giuramento di vassallaggio (che fu
pronunciato nel 940) e di un impegno a
ricevere il battesimo.
Rollone doveva inoltre difendere l'estuario
della Senna e Rouen dalle incursioni di altri
normanni
Carlo il Semplice
Territorio del
ducato di Normandia
I normanni si stanziarono in alcune zone
della Gallia settentrionale, che con il tempo
assunsero il nome di Normandia.
15. I normanni in Sicilia
La Normandia fu la base dalla quale i
normanni partirono per effettuare nuove
conquiste territoriali non più con
incursioni piratesche, bensì attraverso la
partecipazione ai contrasti politici locali.
In Italia meridionale alcuni soldati
provenienti dalla Normandia furono
ingaggiati da signori bizantini e longobardi
in lotta reciproca.
Uno dei condottieri, Roberto il Guiscardo
d’Altavilla, sottomise gli altri capi
normanni, quindi riuscì a conquistare
buona parte dell’Italia meridionale e della
Sicilia, cacciando da qui gli arabi, e da
Salerno i longobardi (1050 – 1080)
Roberto il Guiscardo
d’Altavilla
18. La situazione nella Francia occidentalis
Ugo Capeto,
capostipite della
sua dinastia
Nella Francia occidentalis, il potere
del re era limitato a una zona
ristretta presso Parigi.
I lontani eredi di Carlo Magno e i
conti di Parigi (dinastia dei
Robertingi) si contesero il titolo di
re fino alla vittoria di Ugo Capeto
(987)
I discendenti di Ugo Capeto
mantennero il trono francese per
quattro secoli (fino all’inizio del XIV
secolo)
19. Il sistema di potere nella Francia occidentalis
Il regno di Francia era un’entità dai
confini incerti.
Il re governava solo sui territori che
riusciva a controllare e sui territori del
suo patrimonio personale
Esistevano diversi domini
sostanzialmente autonomi : contea di
Bretagna, contea di Tolosa, ducato di
Normandia, ducato di Aquitania.
Due regni regionali completavano questo
quadro frammentato: Provenza e
Borgogna, che assorbì il primo.
20. La situazione dell’Italia intorno al 1000
L’Italia alla fine dell’alto Medioevo era
divisa in diversi domini.
In Italia settentrionale, escluse le zone
costiere ancora bizantine, esisteva il
“Regno italico” (erede del Regnum
langobardorum),esteso anche a zone
dell’Italia centrale.
Nell’attuale Lazio e in parte di Umbria e
Toscana si estendeva il “patrimonio di
Pietro”
L’Italia centro – meridionale era divisa
tra domini diversi: longobardo in parte
della Campania, arabo in Sicilia,
bizantino tra Puglia, Calabria e Basilicata,
con una presenza saracena in alcune
zone
21. Le lotte per il “Regno italico”
Le grandi famiglie che erano riuscite rendere
dinastiche le cariche pubbliche ricoperte in età
carolingia (contee e ducati) e avevano costruito
una base solida di patrimoni fondiari e di
clientele vassallatico-beneficiarie nei territori da
loro governati erano in lotta per avere la guida
del “Regno italico”.
La mancanza di una discendenza diretta da
parte dei carolingi e il fatto che non esistesse
un principio di successione codificato
determinò queste lotte tra famiglie italiche.
22. Le quattro famiglie in lotta
La lotta coinvolgeva quattro grandi famiglie:
ducato di Spoleto
marchesato di Toscana
marchesato di Ivrea
marchesato del Friuli
Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 si
contesero il regno Berengario I, marchese
del Friuli e diversi esponenti della casata di
Spoleto, senza che nessuno prevalesse.
23. Re non italici
•
•
•
I contendenti decisero di cercare appoggi esterni per la
loro lotta, e li trovarono in signori esteri che assunsero
il titolo di
“re d’Italia”.
Prima toccò a Rodolfo re di Borgogna, quindi a Ugo re
di Provenza.
Ugo governò con violenza per vent’anni (926-946),
eliminando buona parte dell’aristocrazia italica di origine
carolingia.
Sotto Ugo furono invece favoriti uomini di famiglie
aristocratiche longobarde, che garantirono al re con la
forza delle loro armi e la loro fedeltà personale un
controllo più sicuro del regno
24. La fine delle lotte famigliari
Le vicende dell’Italia si incrociarono con quelle del
regno “teutonico” (germanico) quando Ugo si
ritirò e lasciò il trono al figlio Lotario, morto
precocemente.
Berengario II, marchese d’Ivrea, diventò re,
eliminando i suoi avversari e favorendo i suoi fedeli.
Quando Berengario imprigionò Adelaide,vedova
di Lotario, un vassallo del re defunto chiamò in
aiuto contro Berengario II il re germanico Ottone
I, che giunse a Pavia e sposò Adelaide.
Berengario non fu detronizzato, ma venne costretto
a giurare fedeltà al Ottone e a rimanere
sottomesso a lui.
26. La situazione del regno germanico
Nei territori germanici esistevano diversi
e ampi ducati regionali, in cui le famiglie
erano riuscite a rendere dinastiche le loro
cariche un tempo pubbliche.
Questi ducati erano in realtà dei regni
autonomi.
Il re vero e proprio era eletto dai grandi
del regno, era sempre un membro delle
stirpi ducali, e aveva un ruolo simbolico di
giudice supremo e guida militare.
27. Enrico I di Sassonia
Corrado I di Franconia fu il primo re, secondo la tradizione,
a unire tutte le “stirpi” germaniche (911)
Maggiore importanza ebbe l’opera di Enrico I di Sassonia,
suo successore, eletto nel 919
Egli fu il primo che riuscì a bloccare le avanzate
degli Ungari e fondò una propria dinastia
L’operato di Enrico fu giudicata molto positivamente dai
suoi contemporanei tanto che nel 936, alla sua morte,
suo figlio Ottone fu scelto come nuovo re, e salì al
trono con il nome di Ottone I (poi chiamato “il Grande”)
28. L’ incoronazione di Ottone I a Aquisgrana
Ottone I si fece incoronare re a
Aquisgrana, la capitale di Carlo
Magno, per dare l’idea di esserne
l’erede e cercò sempre di dare
sacralità al suo potere attraverso
formule e riti ripresi dalla tradizione
carolingia.
Egli cercò una collaborazione con i
diversi poteri del territorio, sia laici,
sia ecclesiastici.
Il re lasciava l’amministrazione, la
legiferazione scritta, l’esercizio della
giustizia a duchi e conti, cercando di
scegliere tra di essi i più fedeli come
alleati che gli permettessero di
mantenere il trono.
Incoronazione di Ottone I
29. Politica estera di Ottone: Ungari e Regno Italico
L’impero
Abile in politica estera, Ottone ottenne
grande fama sconfiggendo gli Ungari presso
il fiume Lech (955)
Ottone I si inserì nelle lotte per la conquista
del trono italico, sposando Adelaide.
Nel 961, alla morte di Berengario II, divenne
re d’Italia e nel 962 conseguì il titolo di
imperatore
30. Ottone protettore della cristianità
Ottone I,
raffigurato come
imperatore cristiano con i simboli del
potere
L’incoronazione imperiale del 962 fu
fondamentale
Ottone si fece incoronare
imperatore con il rito della sacra
unzione, con cui diventò il
protettore della cristianità e
della chiesa di Roma.
La simbologia del potere fu
completata con l’abito, lo scettro, la
corona, che sottolineavano il legame
tra le idee di regno e sacerdozio,
unite nella figura dell’imperatore.
31. Il Privilegium Othonis
Ottone sulla base del suo ruolo di
protettore della cristianità promulgò il
Privilegium Othonis.
Con questo documento ufficiale
l’imperatore riconobbe le proprietà e i
diritti della Chiesa, ma
contemporaneamente affermò il
principio della Constitutio romana di
Ludovico il Pio:
Il papa, dopo essere stato eletto
dal clero e dal popolo di Roma,
doveva prestare giuramento di
fedeltà all’imperatore
In questo modo Ottone poneva le
basi di un conflitto tra potere
temporale e potere spirituale che
durante il suo regno non si manifestò
perché il papa era in quel momento
troppo debole.
Ottone I (sn) incontra il papa
Giovanni XII
32. Ottone acquisisce l’Italia meridionale
Ottone cercò di rendere più ampio il suo
potere controllando l’Italia meridionale ai
danni dei bizantini.
Dopo aver fallito con la conquista
militare,Ottone portò avanti un’azione
diplomatica verso l’ Impero d’oriente.
La sua iniziativa ebbe successo in quanto si
concluse con un matrimonio tra Teofano,
nipote dell’imperatore d’Oriente Giovanni
Zimisce, e il suo primogenito, di nome
Ottone come il padre.
Alla sua morte nel 973, Ottone poteva
pensare di avere in mano la penisola italiana.
Teofano