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Dai comuni alle signorie

L’Italia politica tra Trecento e inizio del Quattrocento
L’Italia
tra Duecento
e Trecento
L’Italia meridionale e lo Stato
     della Chiesa nel Trecento
L’inizio dei
“Vespri
siciliani”
(1282)




               da Enzo Biagi,
               Storia d’Italia a fumetti,
               Milano, Mondadori,
               1978
La spartizione dell’Italia meridionale tra Angioini
                    e Aragonesi
   Dopo la fine della dinastia Sveva, l’Italia meridionale era nelle mani
    dei francesi Angiò
   Nel 1282 tuttavia il dominio francese entrò in crisi a causa della
    cosiddetta “Guerra del Vespro”, nata in Sicilia
   Sembra che la mancanza di rispetto da parte di un ufficiale francese
    verso una nobildonna siciliana, avvenuta di sera (l’ora detta del
    Vespro), scatenasse una rivolta contro i francesi, la cui presenza
    in Sicilia era mal sopportata a causa dei numerosi soprusi e della
    pesante tassazione
   L’insurrezione contro gli Angiò fu sostenuta dalla
    monarchia spagnola che guidava la zona dell’Aragona
   Il re d’Aragona Pedro III aveva infatti sposato Costanza, figlia di
    Manfredi (figlio di Federico II)
   Gli Aragonesi intervennero in Sicilia e di seguito sfidarono gli
    Angioini per vent’anni con l’obiettivo di impadronirsi dell’Italia
    meridionale
   Il papa Bonifacio VIII, nel 1302 mediò tra Angioini e Aragonesi fino
    alla firma della pace di Caltabellotta, un compromesso con cui la
    Sicilia diventò feudo personale del re d’Aragona
Il primo giubileo della Chiesa, 1300
                                 Bonifacio VIII, papa dal 1294 al 1303, fu uno
                                  dei grandi protagonisti della politica internazionale
                                 Egli volle riproporre la centralità della
                                  figura del papa e del ruolo di Roma come
                                  guida del mondo cristiano
                                 Per controllare le richieste che venivano da molti
                                  affinché la Chiesa tornasse ai valori del Vangelo e
                                  per contrastare il movimento millenaristico,
                                  secondo cui la fine del mondo sarebbe giunta
                                  nell’anno 1300, egli proclamò il 1300 anno del
                                  primo giubileo
                                 In occasione di esso, il papa concesse
                                  l’indulgenza (promessa di salvezza eterna) a
                                  chiunque visitasse i luoghi santi di Roma
      Papa Bonifacio VIII,        confessato e comunicato
  raffigurato in una famosa      Si dice che Roma fu visitata in quell’anno da 2
statua da Arnolfo di Cambio       milioni di pellegrini
      (Firenze, Duomo)           Questa iniziativa rilanciò l’immagine della
                                  Chiesa di Roma
La lotta tra Bonifacio VIII e
                    Filippo il Bello
   Nel 1301 Bonifacio cominciò un duro conflitto con il re
    di Francia Filippo il Bello
   Filippo intendeva tassare i vescovi e i beni della Chiesa,
    e sottoporre anch’essi alla giurisdizione regia
   Bonifacio oppose a Filippo la bolla Unam Sanctam, con la
    quale affermò che la Chiesa e il papato erano un potere
    universale, che come tale non doveva obbedire a nessun
    sovrano temporale
   La monarchia francese fu accusata nella bolla di ledere
    la libertà e l’indipendenza della Chiesa
   Filippo, appoggiato da tutti i vescovi francesi, fece dichiarare da
    un sinodo che il papa era simoniaco e eretico
   Inoltre inviò a Roma un esercito per arrestarlo e
    portarlo in Francia, dove avrebbe dovuto essere processato
    per lesa maestà
Lo schiaffo di Anagni e la cattività avignonese
                     Il papa si trovava con la sua corte nella piccola
                      città laziale di Anagni
                     I soldati francesi appoggiati dalle famiglie
                      nobili romane nemiche di Bonifacio VII,
                      come i Colonna, cercarono di prelevare il
                      papa, ma la folla insorse e impedì l’arresto
                     Prima di andarsene, però, Sciarra Colonna
                      schiaffeggiò il papa
                     Sembra che lo shock subito in questa circostanza
                      abbia influito sulla morte del pontefice, avvenuta
                      qualche settimana dopo per infarto
                     Due anni dopo il re francese riuscì a far eleggere
                      come papa il cardinale di Bordeaux con il nome
                      di Clemente V (1305-1314)
Sciarra Colonna
   schiaffeggia
                     Nel 1309, Clemente V decise di spostare la
 Bonifacio VIII       curia papale da Roma a Avignone (in
                      Provenza), e qui essa rimase fino al 1378 nella
                      cosiddetta “cattività avignonese” della Chiesa
Avignone,sede della Chiesa dal 1309 al 1378




                          Avignone e il Palazzo dei Papi
L’Italia centro settentrionale dai
       comuni alle signorie
Da comuni a signorie
   La trasformazione dei comuni in signorie seguì dal punto di
    vista istituzionale un percorso simile in molte città
   Il titolo di podestà anziché essere una carica
    temporanea divenne possesso del rappresentante di
    una grande famiglia nobile cittadina
   Egli si faceva rinnovare il titolo e i poteri connessi più
    volte e lo otteneva a vita, quindi lo trasferiva a un
    erede e creava una dinastia
   Inoltre spesso un singolo signore cittadino aveva il dominio
    su molte città, costruendo una coordinazione territoriale
    estesa a un’intera regione
   Casi tipici: i della Scala a Verona, la famiglia d’Este a Ferrara e i
    Visconti a Milano
I signori ottengono titoli principeschi
   I signori chiedevano spesso all’ imperatore la concessione di
    titoli principeschi (marchese, duca)
   Con questa richiesta, i signori cittadini riconoscevano la
    sovranità dell’imperatore sulla città che essi
    governavano e si dichiaravano suoi vassalli (spesso
    pagandogli anche ingenti somme di denaro)
   L’imperatore non era però interessato a imporre
    effettivamente la sua autorità su queste città
   Era uno scambio politicamente conveniente per i capi
    politici dei comuni che ottenevano dall’imperatore il
    riconoscimento ufficiale di essere autorità legittime
   In questo modo il potere signorile che nasceva da una
    usurpazione si trasformava in principato ereditario
    gestito da dinastie
L’Italia centro-settentrionale all’inizio del Trecento
Lotte tra città guelfe e ghibelline
   I comuni lottarono spesso tra loro, ma i loro conflitti
    assunsero un significato più ampio e profondo quando le
    guerre tra città si collocarono dentro i conflitti tra
        guelfi e ghibellini

   Il fatto che tutti i regimi politici italiani (comuni, regni,
    stati) fossero coinvolti in questa lotta che era
    internazionale fece sì che ogni evento internazionale,
    come l’elezione di un imperatore o di un papa,
    determinasse effetti a livello locale, in ogni comune o
    regno
I ghibellini e Enrico VII
                                  I ghibellini non avevano in Italia un
                                   capo politico di riferimento, dopo la fine
                                   della dinastia sveva
                                  Essi erano uniti dall’opposizione al papa
                                   e ai sovrani francesi, tra loro alleati
                                  I leader ghibellini erano le famiglie Visconti,
                                   che dominava il comune di Milano, e della
                                   Scala, che guidava la città di Verona
               Stemma di
               Enrico III
                                  Quando nel 1312 l’imperatore Enrico
                                   VII decise di scendere in Italia e di farsi
  Enrico VII                       incoronare a Milano, i ghibellini
                                   trovarono in lui brevemente una guida
                                  Enrico concesse a Visconti e della
                                   Scala il titolo di vicari imperiali, che
                                   rafforzò il loro potere nelle rispettive città e
                                   spinse le due famiglie a allargare le loro
                   Stemma
                                   mire espansionistiche anche fuori da Milano
                   dei della       e Verona
 Stemma
                    Scala         L’imperatore morì nel 1313
dei Visconti
Cambiamenti nell’esercito e nella
              burocrazia
   Il rafforzamento di alcune città nel corso di queste lotte
    determinò cambiamenti destinati a durare all’interno delle
    singole realtà politiche
   Gli eserciti cittadini non bastavano a combattere
    conflitti spesso grandi e lontani dai comuni e i signori
    impegnati nelle guerre assunsero truppe di soldati a
    pagamento, “mercenari”, che costavano molto e
    determinarono la crescita delle spese militari
   Le città che espansero il loro territorio ebbero bisogno di
    nuovi funzionari, e di ampliare burocrazia e apparati
    amministrativi
Titoli pubblici e venalità delle cariche
   Le città studiarono nuovi metodi di prelievo fiscale e di
    redistribuzione delle risorse economiche raccolte
   Per reperire i soldi necessari, le città emettevano dei
    titoli che i cittadini compravano, se in grado di farlo,
   I cittadini poi ricevevano interessi dai comuni in
    cambio di questo acquisto e potevano vendere i titoli
    tra loro
   I più ricchi che investirono denaro in questi titoli
    erano interessati a che questi titoli rendessero, e
    questo poteva avvenire se la città avesse compiuto
    conquiste, che portavano ricchezze e potere
   Un altro modo per reperire soldi da parte dei comuni fu la
    venalità delle cariche, cioè la vendita di uffici pubblici a
    cittadini: giudice, capo militare, esattore delle tasse
   I cittadini compravano questi uffici in quanto essi davano
    diritto a rendite economiche
Il dominio dei Visconti a Milano
   A Milano la famiglia Visconti, dopo avere sconfitto nella lotta per
    il potere comunale la famiglia rivale dei della Torre, a partire dal
    1277 ottenne la signoria di Milano.
   I Visconti avevano conquistato il diritto di nominare dentro il
    comune i membri principali del Consolato
   Ottennero più volte nel corso del Trecento la carica del vicariato
    imperiale
   Dopo avere acquisito il dominio della loro città, i Visconti
    vollero ampliare il loro potere anche su altre città
    lombarde vicine, oltre che sul vasto contado
   Essi spesso intervennero nei comuni con la motivazione di aiutarli
    a ottenere la pace interna attraverso la guida di un signore
    esterno alla città capace di riportare ordine nei conflitti
   In tal modo buona parte dei comuni della Pianura Padana
    venne sottomessa dai Visconti, così come Bologna e
    Genova
Le conquiste dei Visconti
    tra 1300 e 1350
Le conquiste di Gian Galeazzo Visconti

                   L’espansione territoriale dei Visconti si fece ampia
                    e tumultuosa sotto il ducato di Gian Galeazzo,
                    che divenne signore di Milano nel 1378
                   Dopo avere eliminato suo zio Bernabò, che poteva
                    mettere in discussione il suo potere, Gian
                    Galeazzo estese la sua signoria alle città
                    toscane di Pisa e Siena, alla regione della
                    Lunigiana (tra Massa e Lucca), a Perugia
                   L’imperatore gli conferì nel 1395 il titolo
Gian Galeazzo       ereditario di duca di Milano
   Visconti        Sottomise poi Verona
                   I suoi avversari furono Firenze e il papa, ma egli
                    riuscì a conquistare anche Bologna (1402), ma
                    pochi mesi dopo morì di peste
Lo sgretolamento dei domini viscontei
                             La costruzione territoriale di Gian Galeazzo era
                              però molto fragile, perché si basava su rapporti
                              di fedeltà e alleanza con i ceti cittadini più
                              importanti delle diverse città acquisite dal duca
                              milanese
                             Il dominio visconteo non era fondato
                              sull’imposizione di un sistema fiscale e
                              burocratico omogeneo alle città che si
                              sottomettevano e questa situazione rendeva
                              il potere dei signori di Milano molto instabile
                             Alla morte di Gian Galeazzo, il vasto sistema
Filippo Maria Visconti,       territoriale da lui costruito andò in pezzi nel giro di
ultimo duca Visconti
di Milano                     pochi anni
                             Sotto l’ultimo duca Visconti, Filippo Maria,
                              signore di Milano dal 1412, la famiglia ducale
                              milanese controllava solo la Lombardia
Firenze e il dominio della Toscana

   Firenze mantenne l’ordinamento comunale più a
    lungo rispetto a Milano
   Il potere cominciò a essere spartito tra poche
    famiglie solo dopo il tumulto dei Ciompi
   La conquista dei comuni toscani fu invece avviata
    da Firenze già alla fine del Duecento, quando la città
    si arricchì attraverso i commerci con il regno di Sicilia
   Firenze mandò alle città vicine propri podestà, o impose a
    esse il pagamento di tasse o il reclutamento di uomini
   Essa imponeva alle città una sostanziale sottomissione,
    frazionando i loro contadi o togliendo alla città
    sottomessa ogni controllo sul suo territorio
Firenze e i suoi domini nel 1300
Venezia, repubblica oligarchica




   Venezia era istituzionalmente una repubblica
   Era guidata da un gruppo ristretto di persone appartenenti alle
    famiglie maggiori
   Questo gruppo ristretto era rappresentato dal Maggior Consiglio
   Esso divenne ufficialmente un organo i cui membri erano ereditari: a
    esso era possibile accedere solo essendo figli o nipoti di consiglieri
   Venezia fu impegnata a acquisire il controllo delle coste dell’Adriatico e a
    rafforzare la sua presenza in Oriente, quindi non si interessò a conquistare
    il contado fino alla alla metà del Trecento
Venezia si espande nell’entroterra veneto e
                lombardo
    Venezia rallentò la sua espansione sul mar Mediterraneo,
    quando su di esso i turchi cominciarono a diventare aggressivi
    e potenti
   Essa decise di crearsi un dominio territoriale in Veneto
    soprattutto perché dipendeva per gli
    approvvigionamenti dalle zone non venete: Puglia, Sicilia,
    Creta, il Mar Nero, e la crescita del potere turco sul
    Mediterraneo orientale mise in pericolo la possibilità di
    rifornirsi da questi luoghi
   La repubblica si impegnò nella conquista di territori
    nell’entroterra veneto per crearsi una base territoriale
    solida che le garantisse i prodotti agricoli necessari
   In questa opera di conquista Venezia si scontrò con
    Milano, e conquistò città venete e lombarde: 1405, Padova,
    Vicenza e Verona; 1425, Brescia;1428 Bergamo
Bibliografia

   Enzo Biagi, Storia d’Italia a fumetti, Milano, Mondadori, 1978

   Massimo Montanari, Storia medievale, Roma – Bari, Laterza,
    2002

   P.Corrao, Regni e principati feudali, in Aa.Vv., Storia
    medievale, Roma, Donzelli, 1998
   E.Artifoni, Città e comuni, in ibidem

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Dai comuni alle signorie

  • 1. Dai comuni alle signorie L’Italia politica tra Trecento e inizio del Quattrocento
  • 3. L’Italia meridionale e lo Stato della Chiesa nel Trecento
  • 4. L’inizio dei “Vespri siciliani” (1282) da Enzo Biagi, Storia d’Italia a fumetti, Milano, Mondadori, 1978
  • 5. La spartizione dell’Italia meridionale tra Angioini e Aragonesi  Dopo la fine della dinastia Sveva, l’Italia meridionale era nelle mani dei francesi Angiò  Nel 1282 tuttavia il dominio francese entrò in crisi a causa della cosiddetta “Guerra del Vespro”, nata in Sicilia  Sembra che la mancanza di rispetto da parte di un ufficiale francese verso una nobildonna siciliana, avvenuta di sera (l’ora detta del Vespro), scatenasse una rivolta contro i francesi, la cui presenza in Sicilia era mal sopportata a causa dei numerosi soprusi e della pesante tassazione  L’insurrezione contro gli Angiò fu sostenuta dalla monarchia spagnola che guidava la zona dell’Aragona  Il re d’Aragona Pedro III aveva infatti sposato Costanza, figlia di Manfredi (figlio di Federico II)  Gli Aragonesi intervennero in Sicilia e di seguito sfidarono gli Angioini per vent’anni con l’obiettivo di impadronirsi dell’Italia meridionale  Il papa Bonifacio VIII, nel 1302 mediò tra Angioini e Aragonesi fino alla firma della pace di Caltabellotta, un compromesso con cui la Sicilia diventò feudo personale del re d’Aragona
  • 6. Il primo giubileo della Chiesa, 1300  Bonifacio VIII, papa dal 1294 al 1303, fu uno dei grandi protagonisti della politica internazionale  Egli volle riproporre la centralità della figura del papa e del ruolo di Roma come guida del mondo cristiano  Per controllare le richieste che venivano da molti affinché la Chiesa tornasse ai valori del Vangelo e per contrastare il movimento millenaristico, secondo cui la fine del mondo sarebbe giunta nell’anno 1300, egli proclamò il 1300 anno del primo giubileo  In occasione di esso, il papa concesse l’indulgenza (promessa di salvezza eterna) a chiunque visitasse i luoghi santi di Roma Papa Bonifacio VIII, confessato e comunicato raffigurato in una famosa  Si dice che Roma fu visitata in quell’anno da 2 statua da Arnolfo di Cambio milioni di pellegrini (Firenze, Duomo)  Questa iniziativa rilanciò l’immagine della Chiesa di Roma
  • 7. La lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello  Nel 1301 Bonifacio cominciò un duro conflitto con il re di Francia Filippo il Bello  Filippo intendeva tassare i vescovi e i beni della Chiesa, e sottoporre anch’essi alla giurisdizione regia  Bonifacio oppose a Filippo la bolla Unam Sanctam, con la quale affermò che la Chiesa e il papato erano un potere universale, che come tale non doveva obbedire a nessun sovrano temporale  La monarchia francese fu accusata nella bolla di ledere la libertà e l’indipendenza della Chiesa  Filippo, appoggiato da tutti i vescovi francesi, fece dichiarare da un sinodo che il papa era simoniaco e eretico  Inoltre inviò a Roma un esercito per arrestarlo e portarlo in Francia, dove avrebbe dovuto essere processato per lesa maestà
  • 8. Lo schiaffo di Anagni e la cattività avignonese  Il papa si trovava con la sua corte nella piccola città laziale di Anagni  I soldati francesi appoggiati dalle famiglie nobili romane nemiche di Bonifacio VII, come i Colonna, cercarono di prelevare il papa, ma la folla insorse e impedì l’arresto  Prima di andarsene, però, Sciarra Colonna schiaffeggiò il papa  Sembra che lo shock subito in questa circostanza abbia influito sulla morte del pontefice, avvenuta qualche settimana dopo per infarto  Due anni dopo il re francese riuscì a far eleggere come papa il cardinale di Bordeaux con il nome di Clemente V (1305-1314) Sciarra Colonna schiaffeggia  Nel 1309, Clemente V decise di spostare la Bonifacio VIII curia papale da Roma a Avignone (in Provenza), e qui essa rimase fino al 1378 nella cosiddetta “cattività avignonese” della Chiesa
  • 9. Avignone,sede della Chiesa dal 1309 al 1378 Avignone e il Palazzo dei Papi
  • 10. L’Italia centro settentrionale dai comuni alle signorie
  • 11. Da comuni a signorie  La trasformazione dei comuni in signorie seguì dal punto di vista istituzionale un percorso simile in molte città  Il titolo di podestà anziché essere una carica temporanea divenne possesso del rappresentante di una grande famiglia nobile cittadina  Egli si faceva rinnovare il titolo e i poteri connessi più volte e lo otteneva a vita, quindi lo trasferiva a un erede e creava una dinastia  Inoltre spesso un singolo signore cittadino aveva il dominio su molte città, costruendo una coordinazione territoriale estesa a un’intera regione  Casi tipici: i della Scala a Verona, la famiglia d’Este a Ferrara e i Visconti a Milano
  • 12. I signori ottengono titoli principeschi  I signori chiedevano spesso all’ imperatore la concessione di titoli principeschi (marchese, duca)  Con questa richiesta, i signori cittadini riconoscevano la sovranità dell’imperatore sulla città che essi governavano e si dichiaravano suoi vassalli (spesso pagandogli anche ingenti somme di denaro)  L’imperatore non era però interessato a imporre effettivamente la sua autorità su queste città  Era uno scambio politicamente conveniente per i capi politici dei comuni che ottenevano dall’imperatore il riconoscimento ufficiale di essere autorità legittime  In questo modo il potere signorile che nasceva da una usurpazione si trasformava in principato ereditario gestito da dinastie
  • 14. Lotte tra città guelfe e ghibelline  I comuni lottarono spesso tra loro, ma i loro conflitti assunsero un significato più ampio e profondo quando le guerre tra città si collocarono dentro i conflitti tra guelfi e ghibellini  Il fatto che tutti i regimi politici italiani (comuni, regni, stati) fossero coinvolti in questa lotta che era internazionale fece sì che ogni evento internazionale, come l’elezione di un imperatore o di un papa, determinasse effetti a livello locale, in ogni comune o regno
  • 15. I ghibellini e Enrico VII  I ghibellini non avevano in Italia un capo politico di riferimento, dopo la fine della dinastia sveva  Essi erano uniti dall’opposizione al papa e ai sovrani francesi, tra loro alleati  I leader ghibellini erano le famiglie Visconti, che dominava il comune di Milano, e della Scala, che guidava la città di Verona Stemma di Enrico III  Quando nel 1312 l’imperatore Enrico VII decise di scendere in Italia e di farsi Enrico VII incoronare a Milano, i ghibellini trovarono in lui brevemente una guida  Enrico concesse a Visconti e della Scala il titolo di vicari imperiali, che rafforzò il loro potere nelle rispettive città e spinse le due famiglie a allargare le loro Stemma mire espansionistiche anche fuori da Milano dei della e Verona Stemma Scala  L’imperatore morì nel 1313 dei Visconti
  • 16. Cambiamenti nell’esercito e nella burocrazia  Il rafforzamento di alcune città nel corso di queste lotte determinò cambiamenti destinati a durare all’interno delle singole realtà politiche  Gli eserciti cittadini non bastavano a combattere conflitti spesso grandi e lontani dai comuni e i signori impegnati nelle guerre assunsero truppe di soldati a pagamento, “mercenari”, che costavano molto e determinarono la crescita delle spese militari  Le città che espansero il loro territorio ebbero bisogno di nuovi funzionari, e di ampliare burocrazia e apparati amministrativi
  • 17. Titoli pubblici e venalità delle cariche  Le città studiarono nuovi metodi di prelievo fiscale e di redistribuzione delle risorse economiche raccolte  Per reperire i soldi necessari, le città emettevano dei titoli che i cittadini compravano, se in grado di farlo,  I cittadini poi ricevevano interessi dai comuni in cambio di questo acquisto e potevano vendere i titoli tra loro  I più ricchi che investirono denaro in questi titoli erano interessati a che questi titoli rendessero, e questo poteva avvenire se la città avesse compiuto conquiste, che portavano ricchezze e potere  Un altro modo per reperire soldi da parte dei comuni fu la venalità delle cariche, cioè la vendita di uffici pubblici a cittadini: giudice, capo militare, esattore delle tasse  I cittadini compravano questi uffici in quanto essi davano diritto a rendite economiche
  • 18. Il dominio dei Visconti a Milano  A Milano la famiglia Visconti, dopo avere sconfitto nella lotta per il potere comunale la famiglia rivale dei della Torre, a partire dal 1277 ottenne la signoria di Milano.  I Visconti avevano conquistato il diritto di nominare dentro il comune i membri principali del Consolato  Ottennero più volte nel corso del Trecento la carica del vicariato imperiale  Dopo avere acquisito il dominio della loro città, i Visconti vollero ampliare il loro potere anche su altre città lombarde vicine, oltre che sul vasto contado  Essi spesso intervennero nei comuni con la motivazione di aiutarli a ottenere la pace interna attraverso la guida di un signore esterno alla città capace di riportare ordine nei conflitti  In tal modo buona parte dei comuni della Pianura Padana venne sottomessa dai Visconti, così come Bologna e Genova
  • 19. Le conquiste dei Visconti tra 1300 e 1350
  • 20. Le conquiste di Gian Galeazzo Visconti  L’espansione territoriale dei Visconti si fece ampia e tumultuosa sotto il ducato di Gian Galeazzo, che divenne signore di Milano nel 1378  Dopo avere eliminato suo zio Bernabò, che poteva mettere in discussione il suo potere, Gian Galeazzo estese la sua signoria alle città toscane di Pisa e Siena, alla regione della Lunigiana (tra Massa e Lucca), a Perugia  L’imperatore gli conferì nel 1395 il titolo Gian Galeazzo ereditario di duca di Milano Visconti  Sottomise poi Verona  I suoi avversari furono Firenze e il papa, ma egli riuscì a conquistare anche Bologna (1402), ma pochi mesi dopo morì di peste
  • 21. Lo sgretolamento dei domini viscontei  La costruzione territoriale di Gian Galeazzo era però molto fragile, perché si basava su rapporti di fedeltà e alleanza con i ceti cittadini più importanti delle diverse città acquisite dal duca milanese  Il dominio visconteo non era fondato sull’imposizione di un sistema fiscale e burocratico omogeneo alle città che si sottomettevano e questa situazione rendeva il potere dei signori di Milano molto instabile  Alla morte di Gian Galeazzo, il vasto sistema Filippo Maria Visconti, territoriale da lui costruito andò in pezzi nel giro di ultimo duca Visconti di Milano pochi anni  Sotto l’ultimo duca Visconti, Filippo Maria, signore di Milano dal 1412, la famiglia ducale milanese controllava solo la Lombardia
  • 22. Firenze e il dominio della Toscana  Firenze mantenne l’ordinamento comunale più a lungo rispetto a Milano  Il potere cominciò a essere spartito tra poche famiglie solo dopo il tumulto dei Ciompi  La conquista dei comuni toscani fu invece avviata da Firenze già alla fine del Duecento, quando la città si arricchì attraverso i commerci con il regno di Sicilia  Firenze mandò alle città vicine propri podestà, o impose a esse il pagamento di tasse o il reclutamento di uomini  Essa imponeva alle città una sostanziale sottomissione, frazionando i loro contadi o togliendo alla città sottomessa ogni controllo sul suo territorio
  • 23. Firenze e i suoi domini nel 1300
  • 24. Venezia, repubblica oligarchica  Venezia era istituzionalmente una repubblica  Era guidata da un gruppo ristretto di persone appartenenti alle famiglie maggiori  Questo gruppo ristretto era rappresentato dal Maggior Consiglio  Esso divenne ufficialmente un organo i cui membri erano ereditari: a esso era possibile accedere solo essendo figli o nipoti di consiglieri  Venezia fu impegnata a acquisire il controllo delle coste dell’Adriatico e a rafforzare la sua presenza in Oriente, quindi non si interessò a conquistare il contado fino alla alla metà del Trecento
  • 25. Venezia si espande nell’entroterra veneto e lombardo  Venezia rallentò la sua espansione sul mar Mediterraneo, quando su di esso i turchi cominciarono a diventare aggressivi e potenti  Essa decise di crearsi un dominio territoriale in Veneto soprattutto perché dipendeva per gli approvvigionamenti dalle zone non venete: Puglia, Sicilia, Creta, il Mar Nero, e la crescita del potere turco sul Mediterraneo orientale mise in pericolo la possibilità di rifornirsi da questi luoghi  La repubblica si impegnò nella conquista di territori nell’entroterra veneto per crearsi una base territoriale solida che le garantisse i prodotti agricoli necessari  In questa opera di conquista Venezia si scontrò con Milano, e conquistò città venete e lombarde: 1405, Padova, Vicenza e Verona; 1425, Brescia;1428 Bergamo
  • 26. Bibliografia  Enzo Biagi, Storia d’Italia a fumetti, Milano, Mondadori, 1978  Massimo Montanari, Storia medievale, Roma – Bari, Laterza, 2002  P.Corrao, Regni e principati feudali, in Aa.Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli, 1998  E.Artifoni, Città e comuni, in ibidem