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DELL’ABILITAZIONEDELL’ABILITAZIONE
Corso B – sede di PratoCorso B – sede di Prato
Unità didattica n. 2Unità didattica n. 2
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Dott. Davide Capperucci
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Spesso non riescono a verificare l’intero “spettro”
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La genericità della consegna/traccia impedisce la
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Distorsioni valutative derivanti daiDistorsioni valutative derivanti dai
tradizionali strumenti di verificatradizionali strumenti di verifica
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Effetto Pigmalione
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Il giudizio formulato dall’insegnante rispetto ad
una prestazione dell’alunno avviene non perché
questa sia stata attentamente valutata, ma perché
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Rimanda alla facilità di costruzione di
“stereotipi” da parte dell’insegnante, ovvero dalla
scarsa alterabilità dell’opinione che l’insegnante
si è andato man mano facendo dell’allievo.
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stereotipi può riguardare sia la sfera cognitiva che
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Effetto della distribuzioneEffetto della distribuzione
forzata dei risultatiforzata dei risultati
0
10
20
30
40
50
60L’andamento dei risultati di
apprendimento deve “forzatamente”
riprodurre la distribuzione riportata nel
grafico. Anche se tutto ciò non
corrisponde a realtà l’insegnante è
comunque portato a riprodurre detti
rapporti L’insegnamento è percepito
come azione conformatrice e non come
processo personalizzato volto alla
valorizzazione delle differenze e delle
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Effetto PigmalioneEffetto Pigmalione
(la profezia che si autodetermina)(la profezia che si autodetermina)
Le previsioni sul successo o insuccesso
scolastico degli alunni avanzate
dall’insegnante sulla sorta di pregiudizi e
preconcetti personali, vengono
successivamente manifestandosi
(conferma) nel comportamento degli alunni
in quanto indotte dall’atteggiamento
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Superamento dei limiti delle prove
tradizionali e nascita della
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settore della pedagogia sperimentale
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dalle ricerche di H. Piéron (1922)dalle ricerche di H. Piéron (1922)
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Prove valutazione

  • 1. CORSI SPECIALI PER IL CONSEGUIMENTOCORSI SPECIALI PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONEDELL’ABILITAZIONE Corso B – sede di PratoCorso B – sede di Prato Unità didattica n. 2Unità didattica n. 2 Gli strumenti di verificaGli strumenti di verifica dell’apprendimentodell’apprendimento Dott. Davide Capperucci Università di Firenze
  • 2. La valutazione dei risultati dovrebbe configurarsi come un processo: - neutro - sistematico (con procedure ben definite) - intersoggettivo (riconosciuto tra più soggetti) rispetto al quale il punto di vista dell’insegnante e i suoi principi/valori di riferimento non dovrebbero condizionare in alcun modo il giudizio finale Talvolta è la scelta delle stesse prove di verifica che può contribuire a ridurre il carattere neutro, sistematico e intersoggettivo della valutazione
  • 3. Crisi dei tradizionali strumentiCrisi dei tradizionali strumenti di verificadi verifica Prove verbali orali (interrogazioni) Prove scritte Presentano difficoltà rispetto alla definizione condivisa (a priori) di criteri comuni rispetto ai quali valutare le prestazioni degli alunni. Detti criteri vengono precisati spesso implicitamente solo a posteriori
  • 4. Limiti delle prove verbali oraliLimiti delle prove verbali orali Spesso non riescono a verificare l’intero “spettro” delle conoscenze possedute dall’alunno, ma solo una parte di esse Sono spesso falsificate da interferenze di natura emotivo-affettiva Non avendo alla base un criterio sistematico nella formulazione delle domande non sono del tutto attendibili La positività della risposta non sempre esprime un’effettiva acquisizione di conoscenze e competenze
  • 5. Limiti delle prove scritteLimiti delle prove scritte La genericità della consegna/traccia impedisce la manifestazione di conoscenze univoche Le questioni poste dalle tracce vengono solitamente interpretate in modo soggettivo e non corrispondono all’aspettative dell’insegnante L’eventuale omissione di alcune questioni non sta ad indicare automaticamente il non possesso di determinate conoscenze
  • 6. Distorsioni valutative derivanti daiDistorsioni valutative derivanti dai tradizionali strumenti di verificatradizionali strumenti di verifica Effetto alone Effetto di contrasto Effetto di stereotipia Effetto della distribuzione forzata dei risultati Effetto Pigmalione
  • 7. Effetto aloneEffetto alone Alterazione del giudizio riferito ad una specifica prestazione in forza dell’influenza esercitata da giudizi precedenti, i quali portano l’insegnante a mettere in atto comportamenti eccessivamente indulgenti o sanzionatori in base ad un’idea generale precostituita che questi si è fatto dell’alunno
  • 8. Effetto di contrastoEffetto di contrasto Il giudizio formulato dall’insegnante rispetto ad una prestazione dell’alunno avviene non perché questa sia stata attentamente valutata, ma perché confrontata con quella di altri alunni o con un modello ideale di prestazione individuato dall’insegnante Quindi l’insegnante è portato a sovrastimare o sottostimare una risposta data a causa della messa in opera di processi di comparazione
  • 9. Effetto di stereotipiaEffetto di stereotipia Rimanda alla facilità di costruzione di “stereotipi” da parte dell’insegnante, ovvero dalla scarsa alterabilità dell’opinione che l’insegnante si è andato man mano facendo dell’allievo. Questa propensione verso la costituzione di stereotipi può riguardare sia la sfera cognitiva che quella socio-relazionale
  • 10. Effetto della distribuzioneEffetto della distribuzione forzata dei risultatiforzata dei risultati 0 10 20 30 40 50 60L’andamento dei risultati di apprendimento deve “forzatamente” riprodurre la distribuzione riportata nel grafico. Anche se tutto ciò non corrisponde a realtà l’insegnante è comunque portato a riprodurre detti rapporti L’insegnamento è percepito come azione conformatrice e non come processo personalizzato volto alla valorizzazione delle differenze e delle potenzialità individuali
  • 11. Effetto PigmalioneEffetto Pigmalione (la profezia che si autodetermina)(la profezia che si autodetermina) Le previsioni sul successo o insuccesso scolastico degli alunni avanzate dall’insegnante sulla sorta di pregiudizi e preconcetti personali, vengono successivamente manifestandosi (conferma) nel comportamento degli alunni in quanto indotte dall’atteggiamento (spesso inconsapevole) dell’insegnante
  • 12. Superamento dei limiti delle prove tradizionali e nascita della Docimologia settore della pedagogia sperimentale che ha per oggetto lo studio sistematico degli esami, in particolare dei sistemi di votazione e del comportamento degli esaminatori e degli esaminandi
  • 13. Limiti delle prove tradizionali messi in luceLimiti delle prove tradizionali messi in luce dalle ricerche di H. Piéron (1922)dalle ricerche di H. Piéron (1922)  Disaccordo tra i correttori che esaminano lo stesso compito (persino nei compiti di matematica)  Le gamme dei voti impiegati dai diversi correttori sono molto diverse tra loro  La concordanza sul grado di accettabilità di una determinata prova è assai bassa (differente concetto di sufficienza)  Diversa valutazione attribuita, a distanza di tempo, alla stessa prova dallo stesso correttore  Non dipendenza della soggettività delle correzioni dalle competenze dei correttori
  • 14. Caratteristiche delleCaratteristiche delle prove di verificaprove di verifica Validità Attendibilità
  • 15. Validità delle prove di verificaValidità delle prove di verifica Capacità di una prova di misurare proprio quegli aspetti che si vogliono misurare e non altri Una prova di verifica sarà valida quando gli esiti della rilevazione che con essa si registrano risultano congruenti con gli scopi che con il suo impiego si vogliono perseguire
  • 16. Attendibilità delleAttendibilità delle prove di verificaprove di verifica Indica la capacità di misura della prova e la sua esattezza, al di là di ciò che viene misurato e indipendentemente da chi somministra la prova Le rilevazioni condotte risultano costanti, ovvero il risultato viene sempre confermato
  • 17. Elementi costitutivi delleElementi costitutivi delle prove di verificaprove di verifica Stimolo Risposta
  • 18. Classificazione delle prove di verificaClassificazione delle prove di verifica rispetto allo stimolo e alla rispostarispetto allo stimolo e alla risposta Prove a stimolo aperto e risposta aperta Prove a stimolo aperto e risposta chiusa Prove a stimolo chiuso e risposta aperta Prove a stimolo chiuso e risposta chiusa
  • 19. Prove a stimolo aperto e risposta apertaProve a stimolo aperto e risposta aperta Esempi: - interrogazioni/colloqui orali - temi scritti Lo stimolo consiste nel fornire una certa area di problemi o tematiche entro cui orientarsi La risposta richiede che si utilizzi la capacità di argomentare in modo personale, di raccogliere e organizzare le conoscenze/informazioni possedute L’apertura dello stimolo e della risposta impediscono a posteriori di leggere le prestazioni fornite in maniera univoca
  • 20. Prove a stimolo aperto e risposta chiusaProve a stimolo aperto e risposta chiusa Esempio: interrogazione/colloquio orale Si tratta di una pseudo-prova in cui il docente sollecita l’alunno ad esprimere consenso verso ciò che egli afferma. E’ come dire che chi pone le domande, si dà anche le risposte e cerca solo una conferma sul piano emotivo da parte dell’alunno Lo stimolo è generalmente ampio e generico La risposta deve essere però specifica e riferirsi sia nei contenuti che nella articolazione a quello che l’insegnante ha in mente
  • 21. Prove a stimolo chiuso e risposta apertaProve a stimolo chiuso e risposta aperta Esempio: - saggi brevi - esercizi su comando Lo stimolo si presenta accuratamente predisposto in funzione del tipo di prestazione che si intende sollecitare La risposta tuttavia può essere fornita in modo adeguato solo se l’allievo, facendo ricorso alle sue abilità e conoscenze, riesce ad organizzare una propria linea di comportamento che lo conduca a fornire la prestazione richiesta
  • 22. Prove a stimolo chiuso e risposta chiusaProve a stimolo chiuso e risposta chiusa Esempio: - le prove oggettive o strutturate - esecuzione di semplici calcoli numerici/riconoscimenti di quantità - percorsi motori obbligati Lo stimolo è ben individuato e contiene un modello completamente definito di risposta La risposta è unica e non prevede altre alternative giuste
  • 23. Obiettivi di apprendimento e tipi di proveObiettivi di apprendimento e tipi di prove 1. Obiettivi di conoscenza: richiamare alla memoria termini, fatti, regole, ecc. 2. Obiettivi di comprensione: comprendere un messaggio utilizzando in modo funzionale parole conosciute 3. Obiettivi di applicazione: utilizzare in determinati contesti operativi regole, procedure, concetti precedentemente acquisiti 4. Obiettivi di analisi: cogliere in una situazione comunicativa o problematica gli elementi costitutivi, le relazioni, i principi organizzatori
  • 24. 5. Obiettivi si sintesi: saper identificare, combinare, integrare le parti segmentate della struttura di un significato/comportamento, fino alla determinazione di un modello unitario di aggregazione 6. Obiettivi di valutazione: cogliere gli elementi necessari per la formulazione di un giudizio pertinente e circostanziato.
  • 25. Criteri per la definizioneCriteri per la definizione degli obiettivi didatticidegli obiettivi didattici 1. precisazione delle condizioni, ovvero del contesto all’interno del quale avviene la performance. Per «condizioni» in questo caso si intende sia il setting, più o meno strutturato, più o meno familiare, sia le caratteristiche della consegna riferita alla prestazione da eseguire (come i tempi di svolgimento, quali strumenti è possibile utilizzare, se sono previste forme di aiuto o possibilità di ricevere chiarimenti, ecc.); 2. indicazione della performance, del compito (task), cui viene sottoposto l’alunno; quella che scolasticamente viene chiamata «la consegna»; 3. definizione dei parametri minimi che permettono di valutare la performance come raggiunta o meno. (Cfr. R.F. Mager, 1989)