Strategie Non Farmacologiche nel trattamento delle DemenzeGabriele Carbone
Given the current lack of therapies that can change the presumed pathogenesis
of Alzheimer’s disease (AD), the scientific community has been stimulated to explore the effectiveness of non pharmacological interventions for manage the manifestations of the demential syndromes in order to delay cognitive and functional decline, reduce mental and behavioral disorders, and thus improve the quality of life of a patient and his or her family. It seems clear that the goal of non pharmacological interventions for an Alzheimer’s patient (or the other demential forms) cannot be that of “fully recovered,” due to the progressive degenerative nature of the disease, but it is definitely to maximize the ability of maintaining the functional autonomy of the patient in one’s environment within the limits imposed by the disease, from the functional damage and resources available. The conceptual basis in support of rehabilitative interventions is supported by two peculiarities of the nervous tissue: neuroplasticity and cell redundancy (cognitive reserve).
Cardiopatie e problematiche psicogeriatricheangelo1958-bs
The paper discusses the most frequent clinical conditions characterized by cardiac problems and psychogeriatric diseases. In particular, it analyzes the impact of depressive disorders and dementia on treatment strategies and on patient's short- and long-term outcomes as well.
Il ruolo del criticismo percepito nelle strategie di regolazione emotiva e co...Elena Lo Sterzo
Relazione presentata al "VI Forum sulla Formazione in
Psicoterapia" tenutosi ad Assisi dal 16 al 18 Ottobre 2015. Abstract: Il criticismo viene definito come un ricorso pervasivo e ripetitivo al rimprovero. Molte
ricerche hanno dimostrato che il livello di criticismo familiare percepito dal paziente (CP)
predice peggiori esiti di malattia nella schizofrenia, nei disturbi d’ansia e dell’umore e nel
disturbo da uso di sostanze. Secondo il modello di M. Linehan, nel disturbo borderline di personalità
(DBP) la disregolazione emotiva(DE) è causata dalla combinazione di una vulnerabilità
emotiva biologica e un ambiente invalidante. In accordo con tale modello, il presente
studio ha l’obiettivo di verificare se: 1) nei pazienti con DBP il CP predice la disregolazione
emotiva e i comportamenti problematici peculiari del DBP, come la tendenza a mettere in
atto azioni aggressive e auto lesive; 2) la difficoltà di regolazione emotiva è un fattore di
mediazione tra il CP e i comportamenti problematici. Sono stati somministrati a 57 soggetti
adulti con diagnosi di DBP e 35 con altri disturbi di personalità, questionari per la valutazione
del Criticismo Percepito, della tendenza all’aggressività, dell’autolesionismo, e della
disregolazione emotiva. I risultati mostrano che il contenuto del CP predice la tendenza
all’aggressività e all’autolesionismo nei pazienti con DBP ma non nei controlli. La disregolazione
emotiva è un mediatore parziale tra il contenuto del CP e i comportamenti auto-lesivi
e tra il contenuto del CP e i comportamenti aggressivi. Il CP può essere uno dei fattori predisponenti
all’emergere dei comportamenti aggressivi e autolesivi nei pazienti DBP. La difficoltà
di regolazione emotiva tipica del DBP spiega tale relazione in maniera parziale.
Strategie Non Farmacologiche nel trattamento delle DemenzeGabriele Carbone
Given the current lack of therapies that can change the presumed pathogenesis
of Alzheimer’s disease (AD), the scientific community has been stimulated to explore the effectiveness of non pharmacological interventions for manage the manifestations of the demential syndromes in order to delay cognitive and functional decline, reduce mental and behavioral disorders, and thus improve the quality of life of a patient and his or her family. It seems clear that the goal of non pharmacological interventions for an Alzheimer’s patient (or the other demential forms) cannot be that of “fully recovered,” due to the progressive degenerative nature of the disease, but it is definitely to maximize the ability of maintaining the functional autonomy of the patient in one’s environment within the limits imposed by the disease, from the functional damage and resources available. The conceptual basis in support of rehabilitative interventions is supported by two peculiarities of the nervous tissue: neuroplasticity and cell redundancy (cognitive reserve).
Cardiopatie e problematiche psicogeriatricheangelo1958-bs
The paper discusses the most frequent clinical conditions characterized by cardiac problems and psychogeriatric diseases. In particular, it analyzes the impact of depressive disorders and dementia on treatment strategies and on patient's short- and long-term outcomes as well.
Il ruolo del criticismo percepito nelle strategie di regolazione emotiva e co...Elena Lo Sterzo
Relazione presentata al "VI Forum sulla Formazione in
Psicoterapia" tenutosi ad Assisi dal 16 al 18 Ottobre 2015. Abstract: Il criticismo viene definito come un ricorso pervasivo e ripetitivo al rimprovero. Molte
ricerche hanno dimostrato che il livello di criticismo familiare percepito dal paziente (CP)
predice peggiori esiti di malattia nella schizofrenia, nei disturbi d’ansia e dell’umore e nel
disturbo da uso di sostanze. Secondo il modello di M. Linehan, nel disturbo borderline di personalità
(DBP) la disregolazione emotiva(DE) è causata dalla combinazione di una vulnerabilità
emotiva biologica e un ambiente invalidante. In accordo con tale modello, il presente
studio ha l’obiettivo di verificare se: 1) nei pazienti con DBP il CP predice la disregolazione
emotiva e i comportamenti problematici peculiari del DBP, come la tendenza a mettere in
atto azioni aggressive e auto lesive; 2) la difficoltà di regolazione emotiva è un fattore di
mediazione tra il CP e i comportamenti problematici. Sono stati somministrati a 57 soggetti
adulti con diagnosi di DBP e 35 con altri disturbi di personalità, questionari per la valutazione
del Criticismo Percepito, della tendenza all’aggressività, dell’autolesionismo, e della
disregolazione emotiva. I risultati mostrano che il contenuto del CP predice la tendenza
all’aggressività e all’autolesionismo nei pazienti con DBP ma non nei controlli. La disregolazione
emotiva è un mediatore parziale tra il contenuto del CP e i comportamenti auto-lesivi
e tra il contenuto del CP e i comportamenti aggressivi. Il CP può essere uno dei fattori predisponenti
all’emergere dei comportamenti aggressivi e autolesivi nei pazienti DBP. La difficoltà
di regolazione emotiva tipica del DBP spiega tale relazione in maniera parziale.
Corso Psicoeducativo per pazienti con dolore cronicoElena Lo Sterzo
Presentazione nell'ambito del Convegno "Pain Surgery: the challenge. Aggiornamenti in Medicina del Dolore" tenutosi a Rimini dal 6 all'8 Ottobre 2016
La psicoeducazione di gruppo è un intervento di informazione, formazione e supporto per pazienti con dolore cronico, in un’ottica biopsicosociale. Utilizzando la cornice concettuale della “Pain Education” (Moseley & Butler, 2015), tale corso ha lo scopo di promuovere un ruolo attivo del paziente nella gestione del dolore attraverso la spiegazione, in maniera semplice ed intuitiva, della neurofisiologia del dolore cronico e della sensibilizzazione centrale, enfatizzando la distinzione tra nocicezione e dolore, e diminuendo la tendenza alla catastrofizzazione. Il gruppo viene accompagnato, anche con esercizi ed esempi pratici, a comprendere che il dolore è ampiamente modulato da fattori contestuali, cognitivi ed emotivi, sui quali si può esercitare un’influenza.
Sessualità e disabilità al femminile - Affettività e sessualità nella disabilità: una sfida per gli operatori - Udine, 19 novembre 2014 - Roberta Rescazzi
S.O.C. Ostetricia e Ginecologia
San Daniele del Friuli
Psicologo nelle cure primarie. Malattia cronica, Chronic care model, Sanità d...Marco G. Mellace
Il ruolo e il contributo dello psicologo che lavora nel team delle cure primarie, in riferimento alla malattia cronica. Cosa sono le Cure Primarie? Dalla Prevenzione alla Promozione della Salute. Determinanti non biologici: stili di vita. Costrutti psicologici nella malattia cronica. Costruzione dell'equipe: aspetti operativi, competenze e tipologie di intervento.
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaASMaD
Presentazione a cura della Dottoressa Anna Desiato - XII° Congresso Nazionale FIMeG 2018 - The Silver Tsunami: l'anziano fra appropriatezza e farmaeconomia
La miglior cura possibile – Cura integrata e psichiatria di precisione – Imparare, di nuovo, a stare bene – Video consulenza online è unascelta mirata – L’ADHD negli adulti, il coaching, intervento di cruciale importanza.
Corso Psicoeducativo per pazienti con dolore cronicoElena Lo Sterzo
Presentazione nell'ambito del Convegno "Pain Surgery: the challenge. Aggiornamenti in Medicina del Dolore" tenutosi a Rimini dal 6 all'8 Ottobre 2016
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Linee guida per la costruzione di percorsi clinici ed assistenziali per i dis...Raffaele Barone
I Disturbi del comportamento Alimentare ((Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione DSM 5 2014) “sono caratterizzati da persistente disturbo dell'alimentazione oppure da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo che compromette significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale” (DSM5).
Tali disturbi includono quadri clinici, di interesse psichiatrico ed internistico, adeguatamente codificati.
Vivere con una malattia cronica Navigare tra alti e bassi della vita quotidia...Pill Reminder
Vivere con una malattia cronica non è solo fisicamente esauriente, ma anche emotivamente sfidante. Può essere una montagna russa di emozioni che va dalla frustrazione, all'ansia, alla disperazione e alla determinazione. La malattia cronica spesso comporta dolore, limitazioni e imprevedibilità, che possono avere un impatto sulla salute mentale di una persona. In questo articolo, esploreremo il costo emotivo di vivere con una malattia cronica e forniremo strategie per gestire queste emozioni.
La frustrazione è un'emozione comune che le persone con malattia cronica sperimentano. Può essere frustrante avere limitazioni e non essere in grado di fare ciò che si faceva in passato. Può anche essere frustrante quando i medici non riescono a trovare una cura o a fornire un trattamento efficace. Questa frustrazione può spesso portare a rabbia, che può influire negativamente sulla salute mentale di una persona. Un modo per gestire la frustrazione è concentrarsi su ciò che si può fare invece di ciò che non si può fare. Impostare obiettivi realistici e celebrare piccole vittorie può anche aiutare.
Il Clinical Nurse Specialist e rete infermieristica nella gestione delle Lesi...serenella savini
In letteratura esistono diverse ricerche inerenti modelli gestiti dal CNSwc, protocolli e strumenti operativi atti a migliorare la gestione dei pazienti affetti da LDP, ma pochi sono gli studi che hanno avuto come obiettivo principale quello di verificare l’efficacia di un modello unico e multidimensionale, che preveda la sinergia di interventi messi in atto dallo specialista mediante la consulenza informatizzata, al fine di migliorare gli outcomes quali Wound Healing, qualità di vita e soddisfazione.
La bellezza delle parole: Scrivere la mente Milano 30 novembre 2019Nicoletta Cinotti
La bellezza delle parole è un convegno laboratorio, un format ideato da Nicoletta Cinotti per esplorare il viaggio interiore, il percorso professionale che si può costruire attorno alle parole
La formazione in Mindful parenting permette di andare al di là delle formazioni educative rivolte ai genitori, sostenendo il cambiamento e la guarigione del "trasmission gap" ossia delle esperienze di attaccamento irrisolte del passato
Tutti noi abbiamo una mente che può renderci felici o farci soffrire. Scrivere la mente è una esperienza che unisce meditazione e scrittura per coltivare la felicità nella nostra mente: perchè scrivere è un modo per lasciar andare
Jacopo Lorenzetti Secondo Convegno Nazionale di Mindful Education. Centro leo...Nicoletta Cinotti
Quali sono i possibili corsi di potenziamento dell'attenzione? Ne parla il dottor Jacopo Lorenzetti al Secondo Convegno Nazionale di Mindful Education in questa presentazione
Paola viterbori Chiavari 2017 Primo Convegno Nazionale di Mindful EducationNicoletta Cinotti
In questa relazione tenuta al Primo Convegno Nazionale di Mindful Education, Paola Viterbori, docente di psicologia dell'educazione fa una panoramica dei processi di regolazione cognitiva
Il cervello, in adolescenza, ha una crescita importante che può generare confusione, distrazione, dis-regolazione emotiva, difficoltà di pianificazione. La mindfulness offre una risposta semplice a ueste difficoltà abbassando il livello di conflitto personale e familiare
La mindfulness, così come viene presentata nei protocolli con istruttori qualificati, non è solo yoga e meditazione: è molto di più. È un insieme integrato che attiva il network esperenziale e cura ribaltando i principi tradizionali legati alla diagnosi e al trattamento
Tornare a casa ovvero le qualità della mente originariaNicoletta Cinotti
In questo ritiro, bioenergetica e mindfulness ci accompagneranno a ritrovare le qualità della nostra mente originaria. Perché - come dice il Sutra dello Splendore -
"Una volta imparata la strada,
la natura della tua attenzione
ti chiamerà di nuovo al ritorno, ancora e ancora
sarai saturo di questa conoscenza e dirai
“Appartengo a questo luogo, qui sono a casa.”
Come impariamo a parlare? E da dove nascono le parole? La risposta a queste due domande sarà contro-intuitiva: impariamo a parlare dal corpo e gli aspetti paraverbali rimangono centrali per la qualità della nostra comunicazione.
Per crescere e curarsi abbiamo varie possibilità: percorrere la strada della consapevolezza significa scegliere cioè che approfondisce la conoscenza di noi, per aprire ciò che abbiamo chiuso e sciogliere ciò che abbiamo legato.
Questo significa riappropriarsi delle proprie risorse e non considerare un errore le nostre difficoltà.
Il protocollo per la riduzione dello stress basato sulla mindfulness nasce nel 1979 dal lavoro di un'equipe coordinata da Jon Kabat Zinn. Deve il suo straordinario successo alla sua efficacia scientificamente dimostrata che, nel breve arco di otto settimane, offre una prospettiva radicalmente diversa rispetto a come affrontare le proprie difficoltà e come utilizzare le proprie risorse
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Cosa significa condividere su internet? E come possiamo condividere contenuti etici, che costruiscano una comunità di scambi nella quale riconoscersi e crescere, sia personalmente che professionalmente?
"Nel profondo di ciascuno di noi c'è il bambino che era innocente e libero e sapeva che il dono della vita era il dono della felicità"Alexander Lowen
La nostra esigenza di felicità è troppo universale e presente per essere qualcosa di meno che un diritto di nascita ma come coltivarla e realizzarla?
Le illusioni della mente corrispondono a 5 movimenti globali: tenersi insieme, aggrapparsi, tenere dentro, tenersi sopra e tenersi indietro. Sono risposte che agiamo in automatico per ragioni protettive e ci allontanano dalla percezione dell'esperienza.
Aggrapparsi: hangs up in mindfulness e bioenergeticaNicoletta Cinotti
La nostra tendenza ad aggrapparci a delle illusione ha un correlato corporeo nei blocchi e nelle tensioni muscolari che ci tengono appesi, privi di radicamento a terra e nella realtà.
Perdendo il grounding perdiamo la capacità di uscire dai conflitti che ci immobilizzano.
2. educazione alla salute
attualmente e’ riconosciuto il ruolo
positivo dei programmi di educazione alla
salute e degli interventi di stress
management nella riduzione delle recidive
da infarto e nella prevenzione delle cause
cardiologiche di mortalita’.
martedì 10 giugno 14
3. funzionano?
E’ chiaro, comunque, che non tutti i pazienti
mostrano miglioramenti nei loro stili di vita
o nelle capacita’ di controllo della
malattia in risposta a questi interventi.
la stessa cosa può essere affermata
rispetto all’impatto dei programmi di
informazione su larga scala sugli stili di
vita sani (processi informativi orientati al
problema).
martedì 10 giugno 14
4. il peso degli affetti
negativi
molte ricerche hanno cercato di individuare
quali tipi di programmi sono piu’ efficaci.
(Dusseldorp el al.. 1999; Linden. 2000; Mullen. Mains and Velez, 1992)
Alcune di queste ricerche propongono che
le differenze individuali di regolazione
emotiva rispetto alle minacce alla salute in
associazione alla presenza di tratti di
affettivita’ negativa(NA), possano avere un
ruolo importante nel ridurre l’efficacia di
questi programmi. (Leventhal, Brissette. and Leventhal. 2003; Leventhal.
Leventhal and Cameron 2001; Leventhal, Nerenz and Steele. 1984)
martedì 10 giugno 14
5. il senso delle cose
dal punto di vista della teoria
dell’autoregolazione, le persone hanno
obiettivi di vita per i quali si impegnano.
Possono riguardare il lavoro, la salute o le
relazioni, intime o sociali. l’insieme di
questi obiettivi e la sensazione di
padroneggiare i mezzi per raggiungerli
contribuisce al processo di identità
personale e all’attribuzione di significato
alla propria esistenza.
martedì 10 giugno 14
6. cambiare gli obiettivi
LA MALATTIA COMPORTA UNA RIDEFINIZIONE DI QUESTI
OBIETTIVI. QUESTA RIDEFINIZIONE PUò ACCOMPAGNARSI o
produrre SINTOMI DEPRESSIVI E AFFETTI NEGATIVI.
un infarto spesso comporta una ridefinizione di
questi obiettivi BRUSCA E RADICALE. IN OGNI CASO
RICHIEDE LA CAPACITà DI DISINVESTIRE RISPETTO AD ALCUNI
OBIETTIVI ED INVESTIRE SU ALTRI- FORSE NUOVI- STILI DI
VITA.
inoltre NEL CASO DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI - E
NON SOLO - GLI AFFETTI NEGATIVI POSSONO ESSERE
CONSIDERATI, oltre che una risposta, anche UNA
CONCAUSa ALL’EVENTO PATOLOGICO. (Sirois and Burg, 2003)
martedì 10 giugno 14
7. cerq e infarto
una ricerca condotta ad amsterdam
utilizzando il cerq (Cognitive emotional
regulation questionnaire) su un campione di
160 pazienti al primo MI suggerisce che la
regolazione delle emozioni, la presenza di
affetti negativi, e il cambiamento degli
obiettivi - in particolare l’investimento su
nuovi obiettivi più che il disinvestimento dai
vecchi obiettivi - sono significativamente
rilevanti per il mantenimento del benessere
nei 12 mesi successivi al primo MI.(N. Garnefski, MSc, PhD;
V. Kraaij, MSc, PhD; M. J. Schroevers, MSc, PhD; J. Aarnink, MSc;2006)
martedì 10 giugno 14
8. cosa sono gli affetti
negativi
L’affettivita’ negativa (NA) e’ la tendenza a
sperimentare ansia, depressione e le
emozioni negative ad esse correlate.
La depressione è caratterizzata da
ruminazione, pensieri catastrofici, scarsa
energia fisica, scarsa motivazione all’azione,
intendendo sia la resistenza ad intraprendere
un’attività fisica che la difficoltà ad iniziare
esperienze nuove.
la ruminazione e il pensiero catastrofico sono
strategie cognitive di regolazione emotiva,
connesse, appunta alla depressione.
martedì 10 giugno 14
9. affetti negativi:la
ruminazione
la ruminazione è una delle strategie di
regolazione cognitiva delle emozioni più
frequenti ed è caratterizzata dal ripetuto
tornare a sentimenti e pensieri negativi.
ci sono correlazioni specifiche tra
ruminazione e patologie cardiovascolari
(Kubzansky LD, Davidson KW, Rozansky A 2005).
martedì 10 giugno 14
10. affetti negativi: pensiero
catastrofico
Anche i pensieri catastrofici - che esagerano
la paura connessa all’esperienza della
malattia - sono significativamente associati
alla dis-regolazione emotiva in pazienti con
patologie cardiovascolari e oncologiche.
(Vlaeyen JWS, Timmermans C, Rodriguez L, et al.,2004)
martedì 10 giugno 14
11. Affetti negativi:l’ansia
La sensibilità all’ansia, definita come paura
delle sensazioni connesse all’ansia,che può
a ben diritto entrare nell’area degli
“affetti negativi” più diffusi, rappresenta la
specifica tendenza a pensare che certe
sensazioni siano pericolose.(McNally, 1990; Rapee &
Medoro, 1994).(ASI Scale- PANAS-NA)
martedì 10 giugno 14
12. affetti negativi e infarto
le strategie di regolazione emotiva possono
giocare un ruolo chiave nello sviluppo di
problematiche emotive dopo esperienze
stressanti connesse a patologie organiche.
le ricerche hanno mostrato che la
depressione- che abbiamo visto essere uno
delle principali costellazioni di affetti
negativi - dopo un MI aumenta il rischio di
complicazioni e di mortalità.
martedì 10 giugno 14
13. processi di risposta alla
malattia
Secondo Leventhal l’esperienza della
malattia produce due livelli di processi di
risposta solo parzialmente indipendenti.
Un livello e’ orientato al problema e un
altro livello e’ orientato alla regolazione
emotiva.
martedì 10 giugno 14
14. problema o stress?
I processi orientati al problema (Problem-
focused processes) riguardano la costruzione
di una rappresentazione cognitiva della
malattia e comportano l’identificazione e
l’inizio di strategie per la sua gestione,
includendo i processi di valutazione della
loro efficacia.
contemporaneamente vengono attivati dei
processi di regolazione emotiva (emotion
regulation processes) mirati a identificare
l’esperienza emotiva, selezionando strategie
efficaci per il controllo dello stress.
martedì 10 giugno 14
15. problema e stress
coesistono e interferiscono
Come dicevo prima questi due processi sono
collegati:un intenso stress emotivo puo’
sovrastare la capacità di attenzione ai
processi di coping, e compromettere gli
sforzi legati al processo di soluzione del
problema. viceversa una buona regolazione
emotiva permette di gestire con efficacia i
cambiamenti orientati allo stile di vita
(riduzione grassi, attività fisica,gestione
dell’ipertensione, gestione della dieta) (Smith. Kelly,
Lazarus and Pope, 1993; Leventhal et al.. 2001; Metcalfe and Mischel. 1999)
martedì 10 giugno 14
16. le credenze sulla
malattia
l’idea (belief) che una malattia sia gestibile e/
o controllabile è associata con un maggior
uso delle strategie problem-focused.
L’idea(belief) di una maggiore minaccia e
durata della malattia e di conseguenze più
severe è maggiormente associata a strategie
di regolazione emotiva.
le credenze sulla malattia si formano nei
primi giorni dopo l’infarto. queste idee sono
quelle più resistenti al cambiamento anche
a fronte di evidenze cliniche positive.(Cameron
et al.,2005)
martedì 10 giugno 14
17. Interventi rispetto alle
credenze sulla malattia
interventi focalizzati all’identificazione
delle idee (beliefs) che forniscano risposte
personalizzate risultano maggiormente
efficaci se iniziati nei giorni immediatamente
successivi all’evento, quando il paziente è
ancora ospedalizzato e non quando è in
riabilitazione.
questi interventi agiscono sul processo di
formazione delle credenze relative alla
malattia e sostengono la motivazione alla
successiva riabilitazione cardiologica. (Petrie et
al., 2002; Cameron et al. 2004). L’efficacia risulta confermata
anche nei follow-up a 3 mesi.
martedì 10 giugno 14
18. le diverse strategie e
l’impatto nella relazione
con i curanti
nella relazione con gli operatori sanitari, i
pazienti maggiormente coinvolti in processi
di regolazione emotiva vengono percepiti
come meno collaborativi e meno in grado di
comprendere l’importanza di un cambiamento
nello stile di vita.
questa considerazione - che è vera se si
esamina solo l’aspetto comportamentale -
rischia di innescare un circolo vizioso.
martedì 10 giugno 14
19. il paziente è maggiormente coinvolto
con processi di regolazione emotiva
e meno con processi orientati al
problema
i suoi processi di regolazione
emotiva - essendo
contraddistinti da NA sono
meno efficaci - e lo rendono
meno disponibile per i
processi orientati al
problema
questa sua modalità è giudicata meno
collaborativa dagli operatori sanitari...
(ed in effetti lo è)
riceve quindi un
aumento di
informazioni
(inutili e
pericolose) e un
disinvestimento
relazionale che
aumenta il livello
di NA
il circolo
vizioso
IL CIRCOLO VIZIOSO
martedì 10 giugno 14
20. due pesi e due misure
fino ad oggi il ruolo dei processi
informativi(problem focused) è stato prioritario
rispetto all’importanza data ai processi di
regolazione emotiva nella gestione della ripresa
dopo una patologia cardiaca sia acuta (MI) che
cronica.
in parte questo è dovuto all’idea che i processi di
regolazione emotiva siano ad esclusivo carico del
paziente e della famiglia.
e forse sarebbe interessante chiedersi come mai -
visto che siamo sempre più consapevoli di come gli
aspetti emotivi collaborano e interferiscono con il
trattamento - lasciamo così tanto “fuori” questi
aspetti....?
martedì 10 giugno 14
21. interdipendenza
nello stesso tempo la parziale
interdipendenza dei processi orientati al
problem solving e dei processi di
regolazione emotiva spinge a fare anche
altre considerazioni al riguardo.
processi orientati al problema
MALATTIA processi orientati alla
regolazione
martedì 10 giugno 14
22. il circolo vizioso
l’ ipotesi è che i processi orientati al
problema inducano un reazione simile alla
soppressione delle emozioni nelle persone
con alti tratti di NA innescando così il
circolo vizioso.(Cameron, 2003; Denollet, 2000; Weihs, Enright, Simmens
and Reiss, 2000).
Persone con alti e bassi livelli di NA
sembrano essere ugualmente capaci di
sostenere comportamenti orientati alla
soluzione del problema. Ma questi
programmi sembrano ostacolare o bloccare
le capacità di autoregolazione nei pazienti
con alti tratti di NA.
martedì 10 giugno 14
23. Le differenze su base NA
le persone con tratti rilevanti di NA
mostrano risultati particolarmente positivi
ai programmi di stress management. Il
risultato di questi programmi è
maggiormente positivo per le persone con
alti tratti di NA rispetto a quelle che
presentano scarsi elementi di NA (Cameron,
2000; Lane. Feinglos, McCaskill, Surwit and Ross,
1993) .
programmi di stress management riducono la
percentuale di mortalità post MI nei pazienti
con alti tratti di NA ma non nei pazienti con
bassi tratti di NA (Frasure-Smith, 1991).
martedì 10 giugno 14
24. Riassumendo...
I pazienti con processi di risposta alla malattia maggiormente
orientati alla regolazione emotiva non solo non beneficiano
degli interventi orientati al problema ma possono peggiorare
la loro situazione (a causa dell’ AS, dei processi ruminativi e
del pensiero catastrofico).
la loro capacità di seguire i programmi orientati al problema è
pari a quella dei pazienti con bassi tratti di na ma è limitata
dai loro processi disfunzionali di regolazione emotiva. in
questi casi la relazione con gli operatori sanitari è un
elemento di estrema rilevanza. sono pazienti che necessitano
di rassicurazione affettiva e fiducia, piu’ che di informazioni.
ma soprattutto necessitano di relazione.
il periodo critico per lo strutturarsi di credenze depressive
sulla malattia è nei primi giorni dopo l’mi.
martedì 10 giugno 14
25. ....riassumendo...
i pazienti con bassi tratti di na sono
maggiormente sensibili ai programmi di
educazione alla salute e rispondono meno
positivamente ai programmi di stress management
orientati all’apprendimento di strategie di
regolazione emotiva.
la valutazione delle credenze sulla malattia e la
somministrazione precoce dell’erq e del Kims
potrebbe permettere di avere un quadro sulla
tipologia di intervento adeguata.
i pazienti con bassi tratti di na hanno una
prospettiva di recupero e sopravvivenza
significativamente migliore dei pazienti con alti
tratti di na.
martedì 10 giugno 14
26. appendice: kims e erq
KIMS permette di distinguere tra 4 fattori:
(i) la capacita’ di osservare sensazioni
fisiche, emozioni, pensieri e fenomeni
esterni(Osservazione), (ii)la capacità di
nominare i fenomeni osservati(Fattore
descrittivo), (iii) la capacità di limitare
l’attenzione al presente (consapevolezza)
(iv)La capacità di sperimentare senza
giudicare (accettazione)
Domande che riguardano le strategie di
regolazione emotiva
martedì 10 giugno 14
27. programmi di stress
magagement
quali sono gli elementi considerati alla
base di efficaci programmi di stress
management?
Una breve citazione di Donald Bakal, ci aiuta
a comprendere l’importanza centrale della
consapevolezza corporea: << Somatic
awareness is at cutting edge...and represents a
way of truly empower individuals in their
efforts to mantain or restore good healt.
Somatic awareness constitutes an innate wisdom
that people have about their own
psychobiological health...somatic awareness
represents the next stage in the evolution of
holistic health care>>
martedì 10 giugno 14
28. la consapevolezza
corporea
in effetti cosa ci può essere di più ovvio se
non riportare l’attenzione al corpo
andando a regolare gli affetti negativi che
sono associati alla percezione corporea
dopo un evento morboso?
uno dei programmi attualmente più diffuso
negli stati uniti per la gestione dello
stress è il programma MBSR che vede
condividere l’esperienza di partecipazione
tra curante e pazienti
martedì 10 giugno 14
29. programma mbsr
è caratterizzato dal lavoro sui 4 elementi
identificati dal KIMS
attualmente lo sto sperimentando in
associazione con il lavoro corporeo
bioenergetico
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martedì 10 giugno 14