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Manuale formazione generale Regione Lombardia
Cap. 3. Il dovere di difesa della Patria
1. Gli obiettivi del modulo
In merito a questo modulo, le Linee Guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile
nazionale ci dicono che:
”A partire dal dettato costituzionale, se ne approfondirà la sua attualizzazione anche alla luce
della recente normativa e della giurisprudenza costituzionale.
In particolare, si illustreranno i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85,
228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata.
Possono inoltre essere qui inserite tematiche concernenti la pace e diritti umani alla luce della
Costituzione italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite”.
Ai formatori capiterà altre volte di fare un po’ fatica a capire cosa devono fare: le Linee Guida
parlano un linguaggio un po’ obsoleto, da vecchi addetti ai lavori dell’obiezione di coscienza e del
servizio civile.
Se anche voi che mi leggete lo foste, infatti, ricordereste che per anni tra obiettori e militari vi fu’
un contenzioso ideologico di notevole spessore su chi “difendeva la Patria davvero…”: i militari
sostenevano che loro erano gli unici depositari del sacro dovere determinato dall’art. 52 della
Costituzione Italiana, gli obiettori ritenevano che si potesse difender la Patria anche senza armi,
anzi, che la vera difesa della Patria fosse quella popolare non armata e nonviolenta.
La Corte Costituzionale, con le sentenze citate dalle Linee Guida, ha progressivamente dato ragione
agli obiettori, o meglio, ha detto che la difesa della Patria è realizzabile in diversi modi: i militari vi
svolgono compiti importanti, gli obiettori (e il nuovo servizio civile) ne svolgono altrettanti.
La sentenza della Corte Costituzionale del 2005 (la 431), rileggendo questi principi alla luce della
riforma del Titolo V° della Costituzione, chiarisce quali siano i ruoli e i compiti delle diverse
istituzioni (Stato, Regioni e Province autonome) coinvolte nell’organizzazione e gestione del
servizio, ribadendo che, pur essendo il servizio civile di pertinenza esclusiva statale i rapporti tra le
diverse istituzioni devono essere basati sul principio della leale collaborazione.
Quindi, l’obiettivo del modulo è sostanzialmente di spiegare come il concetto di difesa della Patria
si sia evoluto nel tempo fino ad arrivare a una concezione che permetta di annoverare anche il
servizio civile come parte integrante del sistema difesa italiano.
Nel capitolo precedente spiegavo che questo modulo era abbastanza indivisibile da quello relativo
alla storia del servizio civile: credo che, dopo questa premessa, le mie ragioni ne escano ancor più
rafforzate.
In altra parte delle Linee Guida ci viene dato qualche ulteriore elemento per capire che cosa
dobbiamo e possiamo fare in questo modulo:
“Occorre pertanto che il percorso formativo prenda le mosse dalla Carta costituzionale, sia perché
in essa è tratteggiata la fisionomia della “Patria” che chi sceglie il servizio civile si impegna a
difendere, sia perché in essa hanno fondamento lo stesso servizio civile, con l’eredità ricevuta
dall’obiezione di coscienza e gli obiettivi ad esso assegnati dal legislatore (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11 e
52 Carta Costituzionale).
Non sembrerà pertanto inutile insistere sul termine “Patria”, così come viene definito dalla
Costituzione e successivamente ampliato dalle sentenze della Corte Costituzionale, e che non
rinvia solo al concetto di “confine nazionale”, quanto piuttosto all’idea di una comunità di persone
che vivono all’interno di tali confini.
In questa accezione, pertanto, l’ambiente, il territorio, il patrimonio culturale, storico e artistico,
sono parti costitutive della “Patria” e come tali vanno difese.
La “Patria” è inoltre rappresentata dall’insieme delle istituzioni democratiche, dal loro
ordinamento, nonché dai valori e dai principi costituzionali di solidarietà sociale.”
Insomma, l’obiettivo del nostro lavoro è rendere visibili ai ragazzi che cominciano il servizio civile
il fitto intreccio di fili che collegano Costituzione, difesa, Patria, obiezione di coscienza, Corte
Costituzionale, storia repubblicana e solidarietà sociale alla loro esperienza in fase di avvio.
In particolare, per questo modulo, il nostro compito è spiegare che cosa è la Patria oggi e che cosa
la Patria intende oggi per Difesa.
Si tratta di un compito estremamente complesso che, come già detto per il precedente capitolo, nella
sua realizzazione presenta diversi rischi dovuti all’eterogeneità delle nostre classi, all’impossibilità
di essere oggettivi nell’affrontare temi di questo spessore, alla varietà di interpretazioni, sensi e
significati che si possono dare alle parole chiave che dovremo rendere leggibili e interpretabili nel
corso del modulo.
Personalmente, penso che il modo più efficace di svolgere questo compito, riducendo i rischi
enunciati, sia quello di darsi l’obiettivo di trovare in aula solo i minimi comuni denominatori di
ciascuna parola chiave.
Cercherò di spiegarmi meglio.
I minimi comuni denominatori possono essere trovati:
a) raccontando i fondamenti giuridici e i principi costitutivi che hanno definito il concetto di
difesa del nascente Stato italiano;
b) raccontando come si sono evoluti questi principi fino a poter comprendere anche il servizio
civile nell’idea di difesa;
c) confrontando queste definizioni di difesa e Patria con le definizioni che ne danno i ragazzi in
aula e verificando i possibili raccordi tra le loro idee e quelle espresse dalle istituzioni che
organizzano il servizio civile nazionale.
Devo dire che, con mia grande sorpresa, molto spesso sono tantissimi i raccordi che trovo in aula
tra le idee di Patria e di difesa della Patria espresse dai ragazzi e quelle che sottendono
all’istituzione del servizio civile.
Personalmente trovo che formare i ragazzi del servizio civile ha una ricaduta positiva anche sulle
speranze che, un cinquantenne un po’ depresso quale io sono oggi, può riporre nelle giovani
generazioni.
Considerata la complessità degli argomenti trattati, sarà utile attenersi a una narrazione semplice,
limitata ai grandi temi: la Costituzione, i fondamenti teorici della difesa italiana di ieri e di oggi, i
collegamenti tra servizio civile nazionale e difesa della Patria.
Sarà utile e stimolante avvalersi di testimoni che raccontino i diversi modi di difendere il paese:
militari, rappresentanti delle forze dell’ordine, cooperanti delle Organizzazioni Non Governative,
uomini e donne della Protezione Civile ecc.
Altrettanto utile sarà realizzare lavori di gruppo che permettano ai ragazzi di costruire il loro
vocabolario di significati e di senso sulle parole chiave Patria e Difesa.
2. Una possibile narrazione
Come detto nel paragrafo precedente, per trattare in maniera adeguata i temi del modulo, ma
soprattutto per raggiungere gli obiettivi che ci sono stati indicati, è necessario limitare i contenuti
trattati.
Questo perché ciascuno di loro potrebbe essere materia di un intero percorso di formazione.
 Cos’è la Patria? L’Italia, l’Europa, la Padania?
 Qual è il modello di difesa vigente oggi in Italia?
 La Costituzione è nel suo complesso ancora attuale o va’ più o meno profondamente
riformata?
Alcuni di questi temi sono di grande attualità e la tentazione, nostra e dei ragazzi, sarà di
trasformare l’aula nel set di un talk show tipo Anno Zero.
Ma non è il nostro compito.
Non possiamo però far finta di ignorare che i significati attribuibili a queste due parole chiave,
Patria e Difesa, sono in rapida evoluzione e che lo stesso servizio civile potrebbe presto essere
ricollocato in altra posizione rispetto al sistema di difesa italiano (per esempio se il Pdl
dell’Onorevole leghista Rivolta venisse approvato, l’assimilazione del servizio civile alla difesa
scomparirebbe).
Perciò, premessa importante al modulo, sarà quella di spiegare che il nostro obiettivo non è
convincere i ragazzi che quello che diciamo è verità assoluta, ma solo che il contesto in cui
realizzeranno la loro attività nei dodici mesi che seguiranno si è costituito a partire da questi
significati.
E diremo anche che la Patria che difendono è quella definita e identificata dall’atto normativo
fondativo della Repubblica Italiana: la Costituzione.
Che, certo, molte interpretazioni del termine Patria possono essere date, molto potrà cambiare nei
prossimi anni, ma che, per adesso, lo Stato in cui viviamo e il servizio civile da loro svolto si fonda
su quell’idea di Patria e su nessun’altra.
Dopodiché partiremo dalla Costituzione:
analizzeremo prima l’articolo 11 che definisce con chiarezza che cos’è per l’Italia la difesa.
“Art. 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Diremo che l’Italia ripudia la guerra e che perciò, in nessun modo, la nostra idea di difesa la
prevede.
Diremo che obiettivi della difesa italiana sono la pace e la giustizia fra le nazioni, che, in nome di
quei principi, siamo disposti a rinunciare alla nostra sovranità nazionale (vedi p.es. le basi militari a
comando straniero site sul territorio italiano).
Diremo che la nostra idea di difesa prevede la collaborazione con le altre nazioni e che per questo
partecipiamo a organizzazioni internazionali (e questo può essere un buono spunto per parlare di
alcune di loro come l’ONU, la Nato, la FAO, ecc..)
Poi racconteremo l’art. 52::
Art. 52.: La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non
pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici.
L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.
Diremo, che in tutta la costituzione non troveranno più la parola “sacro”, perche la Costituzione è
laica, di tutti gli italiani, qualunque fede o on fede professino.
Ciò nonostante i padri e le madri costituenti hanno ritenuto che questo dovere fosse così importante
da sottolineare con forza (assegnando a questo dovere una sacralità laica non riscontrabile altrove)
la necessità di rispettarlo.
Diremo che è la legge poi a stabilire come questo dovere si esplica e che la legge ha stabilito che
fossero i cittadini maschi e diciottenni ad adempiervi, perché le necessità della difesa di quei tempi
richiedevano un esercito di leva che difendesse i confini nazionali (era ancora il tempo del conflitto
capitalismo/comunismo e i rischi di un aggressione al nostro territorio erano concreti).
Diremo che le donne non sono state escluse da questo dovere, ma che i costituenti hanno ritenuto
che il loro dovere di difesa della Patria fosse già adempiuto nel loro essere madri e coloro che
accudiscono alla famiglia.
Principio per molti discutibile, ma che ci permette di indicare con chiarezza ai ragazzi come, già nel
1947, l’Italia pensasse a un’idea di difesa che non era esclusivamente difesa dei confini nazionali
ma anche difesa delle persone più fragili (i bambini, gli anziani…).
Fatto questo spiegheremo brevemente quali erano i compiti principali della difesa di quei tempi:
 protezione della popolazione;
 protezione della sovranità popolare;
 difesa dei confini nazionali;
 difesa dell’indipendenza nazionale;
e spiegheremo come questi compiti richiedessero l’organizzazione di una difesa tradizionale, basata
prevalentemente sulle forze armate, su compiti di intelligence ecc.
Successivamente, racconteremo che, con la caduta del muro di Berlino, i concetti di difesa si sono
evoluti, si è passati dal concetto di Difesa a quello di Sicurezza perché, se è vero che oggi i paesi
europei difficilmente possono vedere i loro confini nazionali violati da un paese terzo, è anche vero
che la sicurezza degli stessi, il benessere dei loro cittadini è garantito se si garantisce la libertà del
sistema economico, del modello di vita, e perciò va’ difeso, non solo il territorio nazionale, ma
anche l’accesso alle fonti energetiche e alle materie prime che ci permettono di mantenere i nostri
standard di vita; va’ garantito che in altri paesi del mondo non sorgano squilibri o antagonismi nei
nostri confronti che producano instabilità e terrorismo internazionale; va’ garantito che nei paesi più
poveri si creino condizioni di sviluppo e di benessere che riducano la fuga e l’emigrazione da quelle
nazioni in cerca di condizioni di vita migliori, con tutti i problemi che di integrazione e di sicurezza
che questo comporta nei paesi più ricchi.
Perciò anche nel nostro paese non si parla più in senso stretto di Difesa della patria, ma di Difesa
degli interessi nazionali.
Una difesa che si estende ben oltre i confini nazionali e che prevede anche la partecipazione di
realtà molto diverse dalle Forze Armate tradizionali, quali la cooperazione internazionale, la
protezione civile e che vede assumere un ruolo importante anche a funzioni tipicamente civili quali
il commercio, la formazione, gli scambi culturali ecc…
Racconteremo che i compiti attuali della difesa italiana sono:
Contro ogni possibile aggressione salvaguardare
 l’integrità del territorio nazionale
 la sicurezza e l’integrità delle vie di comunicazione
 la sicurezza delle aree di sovranità nazionale
 la sicurezza dei connazionali all’estero
Contrastare le più recenti forme di conflitto asimmetrico
 difesa dagli attacchi terroristici
 difesa dall’impiego di armi di distruzione di massa
Gestione delle crisi internazionali
 azioni congiunte in materia di disarmo
 missioni umanitarie e di soccorso
 missioni di consulenza ed assistenza in materia militare
 missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace
 missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi ivi comprese le missioni tese al
ristabilimento della pace e le operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti
Svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubbliche calamità ed in altri casi di
straordinaria necessità e urgenza
(P.s.: Le definizioni sopra riportate sono tratte da documenti ufficiali del Ministero della Difesa
associati alle proposte di bilancio presentate al Parlamento in fase di discussione delle
Finanziarie).
Concluderemo questa parte, dicendo che oggi in Italia esiste un vero e proprio Sistema Difesa a cui
contribuiscono ben undici corpi o organismi.
Che il Sistema Difesa si divide in tre aree:
 la Difesa Armata, a cui contribuiscono l’Esercito, la Marina, l’Aviazione e l’Arma dei
Carabinieri;
 l’Ordine Pubblico, a cui contribuiscono Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Agenti di
custodia;
 la Difesa Civile, a cui contribuiscono i Vigili del Fuoco, la Guardia Forestale, la Protezione
Civile e il Servizio Civile Nazionale.
Qualcuno, in aula, chiederà perché non abbiamo citato anche i Vigili Urbani (o Polizia locale):
risponderemo che è perché stiamo parlando di corpi e organismi costituiti dallo Stato per occuparsi
della difesa della Patria, mentre la polizia locale è un organismo costituito da Comuni e province i
cui compiti sono stabiliti a livello locale.
A questo punto, dovremmo spiegare come è stato possibile che il Servizio Civile Nazionale entrasse
a far parte del Sistema Difesa.
Se questo modulo è gestito insieme a quello della storia del servizio civile, semplicemente
passeremo a quello; se lo state realizzando prima o dopo di quello storico, rimanderete al modulo in
questione e passerete alla conclusione della lezione.
Conclusione che richiede di citare la sentenza della Corte Costituzionale 164/85, la legge 230/98, la
legge 64/01, le sentenze della corte costituzionale (perlomeno la 228/04) e, infine, alcuni passi della
normativa inerente il servizio civile.
Tutte citazioni che ci permetteranno di indicare con chiarezza i fondamenti giuridici del rapporto tra
Difesa della Patria e Servizio Civile Nazionale (troverete tutte le leggi e le sentenze citate nel cd
allegato a questa pubblicazione).
Corte Costituzionale – Sentenza n. 164/1985. Il Ministero della Difesa aveva fatto ricorso contro
la Legge 772/72 del 15 dicembre 1972 Norme in materia di obiezione di coscienza, contestando il
riconoscimento del servizio civile sostitutivo come modalità alternativa al servizio militare ai fini
dell’assolvimento del dovere costituzionale di difesa della Patria previsto dall’art. 52 della
Costituzione. La Corte Costituzionale respingeva tale ricorso, confermando che il servizio civile
rispondeva pienamente al dovere costituzionale di cui all’art. 52.
“Questa Corte (…omissis..) ha già avuto modo di precisare (sentenza n. 53 del 1967) che
"per tutti i cittadini, senza esclusioni, la difesa della Patria - che é condizione prima della
conservazione della comunità nazionale - rappresenta un dovere collocato al di sopra di
tutti gli altri", cosicché "esso trascende e supera lo stesso dovere del servizio militare".
Di conseguenza, questo servizio - "nel quale... non si esaurisce, per i cittadini, il dovere
"sacro" di difesa della Patria" ha una sua "autonomia concettuale e istituzionale rispetto
al dovere patriottico contemplato dal primo comma dell'art. 52 Cost.", il che impone di
tenere distinte le rispettive sfere di applicazione.
In particolare, mentre il dovere di difesa é inderogabile, nel senso che nessuna legge
potrebbe farlo venir meno, il servizio militare é obbligatorio "nei modi e nei limiti
stabiliti dalla legge", purché, ovviamente, "non siano violati altri precetti costituzionali".
La legge che, con il dare riconoscimento e, quindi, ingresso all'obiezione di coscienza, ha
previsto per gli obbligati alla leva la possibilità di venire ammessi a prestare, in luogo del
servizio militare armato, servizio militare non armato o servizio sostitutivo civile, non si
traduce assolutamente in una deroga al dovere di difesa della Patria, ben suscettibile di
adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non
armato.
Quanto ai rapporti con il servizio militare obbligatorio (…omissis…) il fatto che sia stata
demandata al legislatore ordinario la determinazione dei modi e dei limiti del relativo
obbligo, ovviamente nel rispetto degli altri precetti costituzionali, consente di affermare
che, a determinate condizioni, il servizio militare armato può essere sostituito con altre
prestazioni personali di portata equivalente, riconducibili anch'esse all'idea di difesa
della Patria.”
Legge 230 dell’8 luglio 1998: “Art. 1: I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio
del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici,
opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi
armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio
militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo
rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei "Principi
fondamentali" della Costituzione. “
Legge 64 del 6 marzo 2001: “Art. 1. (Princìpi e finalità). E' istituito il servizio civile nazionale
finalizzato a:
a) concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed
attività non militari;
b) favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale;
c) promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con
particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla
pace fra i popoli;
d) partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai
settori ambientale, anche sotto l'aspetto dell'agricoltura in zona di montagna, forestale, storico-
artistico, culturale e della protezione civile;
e) contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante
attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all'estero.”
Nel primo articolo della Legge 64, troviamo elementi che ci permettono di richiamare gli altri
articoli della Costituzione che le Linee Guida ci chiedono di affrontare in aula (troverete il testo
completo della Costituzione nel cd allegato a questa pubblicazione):
 Il dovere di solidarietà: “Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
 La tutela del patrimonio storico e artistico: “Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della
cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione”.
E sarà facile per i formatori sottolineare come il Servizio Civile Nazionale favorisce anche la
realizzazione degli articoli 3 e 4:
“Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese”.
“Art. 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività
o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Corte Costituzionale – Sentenza n. 228/2004. La Provincia Autonoma di Trento ricorse contro la
Legge 64/01, sostenendo che le finalità della legge riguardavano temi che, a seguito della riforma
del titolo V° della Costituzione, erano di pertinenza esclusiva delle Regioni e delle Province
autonome e che, di conseguenza, la legge era incostituzionale perché ne affidava gestione e
programmazione allo Stato.
La Corte Costituzionale respingeva il ricorso sostenendo che, essendo il servizio civile finalizzato
alla difesa della Patria era legittimo che fosse lo Stato a gestirlo e promuoverlo:
“La previsione contenuta nel primo comma dell'art. 52 della Costituzione, che configura la difesa
della Patria come sacro dovere del cittadino, …. ha una estensione più ampia dell'obbligo di
prestare servizio militare.
Come già affermato da questa Corte, infatti, il servizio militare ha una sua autonomia concettuale e
istituzionale rispetto al dovere ex art. 52, primo comma, della Costituzione, che può essere
adempiuto anche attraverso adeguate attività di impegno sociale non armato (sentenza n. 164 del
1985)....
D'altra parte il dovere di difendere la Patria deve essere letto alla luce del principio di solidarietà
espresso nell'art. 2 della Costituzione, le cui virtualità trascendono l'area degli “obblighi
normativamente imposti”, chiamando la persona ad agire non solo per imposizione di una autorità,
ma anche per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona
stessa. In questo contesto, il servizio civile tende a proporsi come forma spontanea di adempimento
del dovere costituzionale di difesa della Patria.
È proprio nel dovere di difesa della Patria, di cui il servizio militare e il servizio civile
costituiscono forme di adempimento volontario, che i due servizi trovano la loro matrice unitaria”.
Nella stessa sentenza è richiamata la possibilità, per le Regioni e le Province autonome di realizzare
servizi civili regionali differenti per finalità e obiettivi da quello nazionale.
Nelle altre due sentenze della Corte, si ribadiscono i possibili ruoli delle Regioni e delle Province
Autonome e il dovere dello Stato a stabilire con loro rapporti di leale collaborazione nella gestione
e organizzazione del Servizio Civile Nazionale, rispettandone i pareri e il ruolo così come previsto
dal Decreto Legislativo 77 del 5 aprile 2002 “Organizzazione del Servizio Civile Nazionale”.
Dopo tutte queste citazioni, concluderemo richiamando due atti della normativa secondaria del
servizio civile prodotti dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile nelle sole parti che illuminano il
collegamento tra servizio civile e difesa:
Carta di impegno etico – E’ la dichiarazione di intenti che ogni ente partecipante al Servizio
Civile Nazionale deve sottoscrivere per poter accedere al sistema. Contiene una serie di impegni
vincolanti coerenti con la filosofia del servizio.
“L'Ufficio nazionale per il servizio civile e gli enti che partecipano ai progetti di servizio civile
nazionale, sono consapevoli di partecipare all’attuazione di una legge che ha come finalità il
coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non
violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare i legami che
sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all’interno delle
comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale,
attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di coinvolgimento e partecipazione, che promuovono
a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di
cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle
istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale…”
“D.P.C.M. 4 febbraio 2009 “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e
volontari del servizio civile nazionale”. Gli enti di servizio civile partecipano all’attuazione di una
legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con
mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale”.
3. Metodologie adottabili per la realizzazione del modulo
Le Linee Guida ci dicono che questo modulo non può essere realizzato che in forma di lezione
frontale.
Pertanto il modo formalmente corretto di svolgere questa lezione, sarà quella di realizzare una
conferenza (con utilizzo di slide, filmati ecc. – nel cd allegato alla pubblicazione troverete un
esempio di slide che segue il percorso “narrativo” illustrato nel del paragrafo precedente).
Sarà utile anche l’utilizzo di testimoni dei diversi organismi preposti attualmente alla difesa dello
Stato Italiano (Esercito, Polizia, Protezione Civile..)
L’ideale sarebbe di portare in aula almeno un rappresentante di un corpo della difesa armata, uno di
un corpo che si occupa di ordine pubblico e uno di un corpo della difesa civile.
Anche le tecniche non formali sono estremamente utili, soprattutto se ci aiutano a identificare prima
della lezione frontale che significato hanno per i ragazzi che abbiamo in aula le parole Difesa e
Patria: tale conoscenza ci aiuterebbe a centrare meglio il nostro intervento, approfondendo le parti
che risultino meno conosciute alla classe.
Per poter utilizzare queste tecniche, senza violare la normativa, sarà sufficiente inserire il modulo
sulla difesa dentro a una giornata formativa che prevede altri moduli (storia del servizio civile,
protezione civile ecc..)
Il modulo sarà considerato formalmente concluso con la lezione frontale, le slide e le eventuali
testimonianze. La parte interattiva sarà registrata a carico degli altri moduli.
Come per il modulo sulla storia del servizio civile, la durata dipende da come i formatori
organizzeranno il piano formativo generale.
Basteranno due ore, se si limiteranno a una lezione frontale in cui riprendere la narrazione sulla
falsa riga di quanto indicato nel paragrafo precedente.
Quattro ore se vorranno effettuare con i ragazzi un lavoro di gruppo introduttivo.
Sei-sette ore se utilizzeranno più testimonianze e vorranno effettuare lavori di gruppo prima e dopo
la conferenze e le testimonianze.
E’ opportuno, per le ragioni indicate nel precedente capitolo, che anche questo modulo sia
realizzato nei primi quindici giorni successivi all’avvio del servizio
4. L’Agenda Formativa
Nell’agenda i tempi di conduzione indicati sono relativi a una durata di sei ore; se riducete la durata
tagliate i tempi di conseguenza
1. INTRODUZIONE (5’): “Il dovere di difesa della Patria”
Il conduttore introduce, molto brevemente, il tema del modulo ai partecipanti.
2. BREVE PRESENTAZIONE DEI PARTECIPANTI (15’): nome, età, città di provenienza,
cui si può aggiungere, per cercare di far conoscere meglio i partecipanti tra loro, un
‘hobby’, ‘un cantante preferito’, ‘la squadra del cuore’, ecc. cercando sempre di evitare che
la presentazione sia troppo dispersiva. Il conduttore potrà nuovamente riportare ciascun nome su
un post-it, su un cartellone, su dei foglietti di carta, ecc. per averli eventualmente a disposizione
per la creazione/la variazione dei gruppi di lavoro.
Se il conduttore è lo stesso dei moduli precedenti (quindi conosce già alcuni dei dati sopra
richiesti) la presentazione riguarderà aspetti non toccati in precedenza (musica preferita, ultimo
spettacolo teatrale, ultimo lavoro, hobby…)
N.B.: è fondamentale che il conduttore sappia concludere tutte le attività iniziali di ice-breaking
con una condivisione del senso e del valore dell’attività stessa e con una discussione in gruppo
delle reazioni provocate. Senza questa ripresa finale dei significati i giochi vengono vissuti come
attività ludiche prive di senso e, quindi, perdono efficacia nella creazione del gruppo.
3. LAVORO DI GRUPPO (1h20’).
I partecipanti vengono divisi in gruppi di 4 persone.
Il conduttore chiede a ciascun gruppo di realizzare delle brevi interviste a ciascuno dei suoi
componenti (A intervista B, B intervista C, C intervista D, D intervista A).
Gli intervistati devono rispondere alle seguenti domande:
1. Cosa è per te la Patria?
2. Cosa vuol dire Difendere la Patria?
3. Da che cosa ci dobbiamo difendere oggi?
Ogni intervistatore annota le risposte su un foglio.
Successivamente, il gruppo dovrà elaborare un testo unico dove, se possibile, riportare risposte
condivise.
Ogni gruppo nominerà un portavoce che illustrerà le risposte date; in mancanza di condivisione i
sostenitori delle diverse risposte le illustreranno singolarmente.
4. CONFERENZA (2h30’).
Al termine dei lavori di gruppo i risultati sono esposti in plenaria.
Il conduttore, attraverso l’utilizzo di slide illustra i fondamenti costituzionali della Difesa della
Patria, le finalità, l’organizzazione e gli obiettivi dell’attuale sistema Difesa, oltre ai richiami
presenti nella normativa sul Servizio Civile Nazionale al collegamento tra Difesa e Servizio Civile.
Dove sia possibile, illustrerà i collegamenti tra quanto emerso nel lavoro di gruppo e quanto da lui
raccontato.
Il conduttore potrà utilizzare alcune brevi testimonianze di rappresentanti di corpi di difesa armata e
non armata (per esempio: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito, ecc.) per concretizzare
l’analisi teorica appena conclusa.
In questo caso sarebbe opportuno che i testimoni individuati fossero presenti anche durante
l’esposizione del conduttore in modo che la testimonianza possa inserirsi più armoniosamente nella
trattazione appena conclusa.
5. LAVORO DI GRUPPO (1h20’)
Il conduttore propone un gioco: “Se fossi il Ministro della Difesa”.
I gruppi costituiti per l’attività iniziale devono decidere come ripartire le risorse a loro disposizione
(stabilite dal conduttore) per difendere il Paese specificando a quali organizzazioni di difesa
destinarle (scelte solo tra quelle citate nel corso della giornata), per quali obiettivi, quali risorse
umane e quali strumenti utilizzare ecc.
In plenaria saranno presentati i differenti bilanci e discusse le varie posizioni.
Il conduttore proverà a far mettere d’accordo i gruppi per la redazione di un bilancio condiviso.
6. VALUTAZIONI DELLA GIORNATA FORMATIVA (30’).
Gioco: il Gomitolo.
Dopo aver sistemato in circolo le sedie presenti nell’aula, il conduttore chiede ai partecipanti di
sedersi e offre a uno di essi un capo di un gomitolo.
La persona che è stata scelta dovrà, tenendo il capo del gomitolo, offrire lo spago a un altro
partecipante e contestualmente dire ad alta voce la cosa/situazione/attività della giornata che meno
gli è piaciuta.
Il compagno che riceverà lo spago, sempre tenendone un capo, dovrà offrirne un altro a un terzo
partecipante, sempre dicendo ad alta voce un elemento della giornata che non è piaciuto, e così via.
Il conduttore stabilirà che NON è possibile ripetere delle segnalazioni che già sono emerse,
costringendo tutti i partecipanti a individuare degli elementi nuovi.
Man mano che i partecipanti si passeranno lo spago emergeranno degli elementi della giornata che
non sono piaciuti.
Quando tutti avranno in mano lo spago e quindi saranno emersi tutti gli elementi negativi della
giornata, il conduttore chiederà all’ultimo partecipante che ha ricevuto lo spago di cominciare a fare
il percorso inverso, riavvolgendo il gomitolo.
Questa volta recuperando lo spago i partecipanti dovranno dire, in plenaria, un elemento positivo
della giornata senza ripetersi.
Il gioco termina quando tutto lo spago sarà riavvolto e tutti i partecipanti avranno espresso e
condiviso un elemento positivo e uno negativo della giornata senza influenzarsi tra loro.
Al termine di quest’ attività interattiva, viene chiesto ai partecipanti di riportare su una scheda di
valutazione tutte le considerazioni emerse: positive e negative.
Materiali necessari:
 Slides:
 Video, filmati, documenti;
 Cartelloni;
 Fogli di carta di vari formati;
 Gomitolo
 Cancelleria;
 Scotch.
Allegati relativi al capitolo 3:
Legge 772/72
Legge 230/98
Legge 64/01
DLgs 77/02
Sentenze della Corte Costituzionale .164/85, 228/04, 229/04 e 431/05,
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La difesa della Patria

  • 1. Manuale formazione generale Regione Lombardia Cap. 3. Il dovere di difesa della Patria 1. Gli obiettivi del modulo In merito a questo modulo, le Linee Guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale ci dicono che: ”A partire dal dettato costituzionale, se ne approfondirà la sua attualizzazione anche alla luce della recente normativa e della giurisprudenza costituzionale. In particolare, si illustreranno i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata. Possono inoltre essere qui inserite tematiche concernenti la pace e diritti umani alla luce della Costituzione italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite”. Ai formatori capiterà altre volte di fare un po’ fatica a capire cosa devono fare: le Linee Guida parlano un linguaggio un po’ obsoleto, da vecchi addetti ai lavori dell’obiezione di coscienza e del servizio civile. Se anche voi che mi leggete lo foste, infatti, ricordereste che per anni tra obiettori e militari vi fu’ un contenzioso ideologico di notevole spessore su chi “difendeva la Patria davvero…”: i militari sostenevano che loro erano gli unici depositari del sacro dovere determinato dall’art. 52 della Costituzione Italiana, gli obiettori ritenevano che si potesse difender la Patria anche senza armi, anzi, che la vera difesa della Patria fosse quella popolare non armata e nonviolenta. La Corte Costituzionale, con le sentenze citate dalle Linee Guida, ha progressivamente dato ragione agli obiettori, o meglio, ha detto che la difesa della Patria è realizzabile in diversi modi: i militari vi svolgono compiti importanti, gli obiettori (e il nuovo servizio civile) ne svolgono altrettanti. La sentenza della Corte Costituzionale del 2005 (la 431), rileggendo questi principi alla luce della riforma del Titolo V° della Costituzione, chiarisce quali siano i ruoli e i compiti delle diverse istituzioni (Stato, Regioni e Province autonome) coinvolte nell’organizzazione e gestione del servizio, ribadendo che, pur essendo il servizio civile di pertinenza esclusiva statale i rapporti tra le diverse istituzioni devono essere basati sul principio della leale collaborazione. Quindi, l’obiettivo del modulo è sostanzialmente di spiegare come il concetto di difesa della Patria si sia evoluto nel tempo fino ad arrivare a una concezione che permetta di annoverare anche il servizio civile come parte integrante del sistema difesa italiano. Nel capitolo precedente spiegavo che questo modulo era abbastanza indivisibile da quello relativo alla storia del servizio civile: credo che, dopo questa premessa, le mie ragioni ne escano ancor più rafforzate. In altra parte delle Linee Guida ci viene dato qualche ulteriore elemento per capire che cosa dobbiamo e possiamo fare in questo modulo: “Occorre pertanto che il percorso formativo prenda le mosse dalla Carta costituzionale, sia perché in essa è tratteggiata la fisionomia della “Patria” che chi sceglie il servizio civile si impegna a difendere, sia perché in essa hanno fondamento lo stesso servizio civile, con l’eredità ricevuta dall’obiezione di coscienza e gli obiettivi ad esso assegnati dal legislatore (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11 e 52 Carta Costituzionale). Non sembrerà pertanto inutile insistere sul termine “Patria”, così come viene definito dalla Costituzione e successivamente ampliato dalle sentenze della Corte Costituzionale, e che non rinvia solo al concetto di “confine nazionale”, quanto piuttosto all’idea di una comunità di persone che vivono all’interno di tali confini.
  • 2. In questa accezione, pertanto, l’ambiente, il territorio, il patrimonio culturale, storico e artistico, sono parti costitutive della “Patria” e come tali vanno difese. La “Patria” è inoltre rappresentata dall’insieme delle istituzioni democratiche, dal loro ordinamento, nonché dai valori e dai principi costituzionali di solidarietà sociale.” Insomma, l’obiettivo del nostro lavoro è rendere visibili ai ragazzi che cominciano il servizio civile il fitto intreccio di fili che collegano Costituzione, difesa, Patria, obiezione di coscienza, Corte Costituzionale, storia repubblicana e solidarietà sociale alla loro esperienza in fase di avvio. In particolare, per questo modulo, il nostro compito è spiegare che cosa è la Patria oggi e che cosa la Patria intende oggi per Difesa. Si tratta di un compito estremamente complesso che, come già detto per il precedente capitolo, nella sua realizzazione presenta diversi rischi dovuti all’eterogeneità delle nostre classi, all’impossibilità di essere oggettivi nell’affrontare temi di questo spessore, alla varietà di interpretazioni, sensi e significati che si possono dare alle parole chiave che dovremo rendere leggibili e interpretabili nel corso del modulo. Personalmente, penso che il modo più efficace di svolgere questo compito, riducendo i rischi enunciati, sia quello di darsi l’obiettivo di trovare in aula solo i minimi comuni denominatori di ciascuna parola chiave. Cercherò di spiegarmi meglio. I minimi comuni denominatori possono essere trovati: a) raccontando i fondamenti giuridici e i principi costitutivi che hanno definito il concetto di difesa del nascente Stato italiano; b) raccontando come si sono evoluti questi principi fino a poter comprendere anche il servizio civile nell’idea di difesa; c) confrontando queste definizioni di difesa e Patria con le definizioni che ne danno i ragazzi in aula e verificando i possibili raccordi tra le loro idee e quelle espresse dalle istituzioni che organizzano il servizio civile nazionale. Devo dire che, con mia grande sorpresa, molto spesso sono tantissimi i raccordi che trovo in aula tra le idee di Patria e di difesa della Patria espresse dai ragazzi e quelle che sottendono all’istituzione del servizio civile. Personalmente trovo che formare i ragazzi del servizio civile ha una ricaduta positiva anche sulle speranze che, un cinquantenne un po’ depresso quale io sono oggi, può riporre nelle giovani generazioni. Considerata la complessità degli argomenti trattati, sarà utile attenersi a una narrazione semplice, limitata ai grandi temi: la Costituzione, i fondamenti teorici della difesa italiana di ieri e di oggi, i collegamenti tra servizio civile nazionale e difesa della Patria. Sarà utile e stimolante avvalersi di testimoni che raccontino i diversi modi di difendere il paese: militari, rappresentanti delle forze dell’ordine, cooperanti delle Organizzazioni Non Governative, uomini e donne della Protezione Civile ecc. Altrettanto utile sarà realizzare lavori di gruppo che permettano ai ragazzi di costruire il loro vocabolario di significati e di senso sulle parole chiave Patria e Difesa. 2. Una possibile narrazione Come detto nel paragrafo precedente, per trattare in maniera adeguata i temi del modulo, ma soprattutto per raggiungere gli obiettivi che ci sono stati indicati, è necessario limitare i contenuti trattati. Questo perché ciascuno di loro potrebbe essere materia di un intero percorso di formazione.  Cos’è la Patria? L’Italia, l’Europa, la Padania?
  • 3.  Qual è il modello di difesa vigente oggi in Italia?  La Costituzione è nel suo complesso ancora attuale o va’ più o meno profondamente riformata? Alcuni di questi temi sono di grande attualità e la tentazione, nostra e dei ragazzi, sarà di trasformare l’aula nel set di un talk show tipo Anno Zero. Ma non è il nostro compito. Non possiamo però far finta di ignorare che i significati attribuibili a queste due parole chiave, Patria e Difesa, sono in rapida evoluzione e che lo stesso servizio civile potrebbe presto essere ricollocato in altra posizione rispetto al sistema di difesa italiano (per esempio se il Pdl dell’Onorevole leghista Rivolta venisse approvato, l’assimilazione del servizio civile alla difesa scomparirebbe). Perciò, premessa importante al modulo, sarà quella di spiegare che il nostro obiettivo non è convincere i ragazzi che quello che diciamo è verità assoluta, ma solo che il contesto in cui realizzeranno la loro attività nei dodici mesi che seguiranno si è costituito a partire da questi significati. E diremo anche che la Patria che difendono è quella definita e identificata dall’atto normativo fondativo della Repubblica Italiana: la Costituzione. Che, certo, molte interpretazioni del termine Patria possono essere date, molto potrà cambiare nei prossimi anni, ma che, per adesso, lo Stato in cui viviamo e il servizio civile da loro svolto si fonda su quell’idea di Patria e su nessun’altra. Dopodiché partiremo dalla Costituzione: analizzeremo prima l’articolo 11 che definisce con chiarezza che cos’è per l’Italia la difesa. “Art. 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Diremo che l’Italia ripudia la guerra e che perciò, in nessun modo, la nostra idea di difesa la prevede. Diremo che obiettivi della difesa italiana sono la pace e la giustizia fra le nazioni, che, in nome di quei principi, siamo disposti a rinunciare alla nostra sovranità nazionale (vedi p.es. le basi militari a comando straniero site sul territorio italiano). Diremo che la nostra idea di difesa prevede la collaborazione con le altre nazioni e che per questo partecipiamo a organizzazioni internazionali (e questo può essere un buono spunto per parlare di alcune di loro come l’ONU, la Nato, la FAO, ecc..) Poi racconteremo l’art. 52:: Art. 52.: La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici. L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica. Diremo, che in tutta la costituzione non troveranno più la parola “sacro”, perche la Costituzione è laica, di tutti gli italiani, qualunque fede o on fede professino. Ciò nonostante i padri e le madri costituenti hanno ritenuto che questo dovere fosse così importante da sottolineare con forza (assegnando a questo dovere una sacralità laica non riscontrabile altrove) la necessità di rispettarlo. Diremo che è la legge poi a stabilire come questo dovere si esplica e che la legge ha stabilito che fossero i cittadini maschi e diciottenni ad adempiervi, perché le necessità della difesa di quei tempi
  • 4. richiedevano un esercito di leva che difendesse i confini nazionali (era ancora il tempo del conflitto capitalismo/comunismo e i rischi di un aggressione al nostro territorio erano concreti). Diremo che le donne non sono state escluse da questo dovere, ma che i costituenti hanno ritenuto che il loro dovere di difesa della Patria fosse già adempiuto nel loro essere madri e coloro che accudiscono alla famiglia. Principio per molti discutibile, ma che ci permette di indicare con chiarezza ai ragazzi come, già nel 1947, l’Italia pensasse a un’idea di difesa che non era esclusivamente difesa dei confini nazionali ma anche difesa delle persone più fragili (i bambini, gli anziani…). Fatto questo spiegheremo brevemente quali erano i compiti principali della difesa di quei tempi:  protezione della popolazione;  protezione della sovranità popolare;  difesa dei confini nazionali;  difesa dell’indipendenza nazionale; e spiegheremo come questi compiti richiedessero l’organizzazione di una difesa tradizionale, basata prevalentemente sulle forze armate, su compiti di intelligence ecc. Successivamente, racconteremo che, con la caduta del muro di Berlino, i concetti di difesa si sono evoluti, si è passati dal concetto di Difesa a quello di Sicurezza perché, se è vero che oggi i paesi europei difficilmente possono vedere i loro confini nazionali violati da un paese terzo, è anche vero che la sicurezza degli stessi, il benessere dei loro cittadini è garantito se si garantisce la libertà del sistema economico, del modello di vita, e perciò va’ difeso, non solo il territorio nazionale, ma anche l’accesso alle fonti energetiche e alle materie prime che ci permettono di mantenere i nostri standard di vita; va’ garantito che in altri paesi del mondo non sorgano squilibri o antagonismi nei nostri confronti che producano instabilità e terrorismo internazionale; va’ garantito che nei paesi più poveri si creino condizioni di sviluppo e di benessere che riducano la fuga e l’emigrazione da quelle nazioni in cerca di condizioni di vita migliori, con tutti i problemi che di integrazione e di sicurezza che questo comporta nei paesi più ricchi. Perciò anche nel nostro paese non si parla più in senso stretto di Difesa della patria, ma di Difesa degli interessi nazionali. Una difesa che si estende ben oltre i confini nazionali e che prevede anche la partecipazione di realtà molto diverse dalle Forze Armate tradizionali, quali la cooperazione internazionale, la protezione civile e che vede assumere un ruolo importante anche a funzioni tipicamente civili quali il commercio, la formazione, gli scambi culturali ecc… Racconteremo che i compiti attuali della difesa italiana sono: Contro ogni possibile aggressione salvaguardare  l’integrità del territorio nazionale  la sicurezza e l’integrità delle vie di comunicazione  la sicurezza delle aree di sovranità nazionale  la sicurezza dei connazionali all’estero Contrastare le più recenti forme di conflitto asimmetrico  difesa dagli attacchi terroristici  difesa dall’impiego di armi di distruzione di massa Gestione delle crisi internazionali
  • 5.  azioni congiunte in materia di disarmo  missioni umanitarie e di soccorso  missioni di consulenza ed assistenza in materia militare  missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace  missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi ivi comprese le missioni tese al ristabilimento della pace e le operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti Svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubbliche calamità ed in altri casi di straordinaria necessità e urgenza (P.s.: Le definizioni sopra riportate sono tratte da documenti ufficiali del Ministero della Difesa associati alle proposte di bilancio presentate al Parlamento in fase di discussione delle Finanziarie). Concluderemo questa parte, dicendo che oggi in Italia esiste un vero e proprio Sistema Difesa a cui contribuiscono ben undici corpi o organismi. Che il Sistema Difesa si divide in tre aree:  la Difesa Armata, a cui contribuiscono l’Esercito, la Marina, l’Aviazione e l’Arma dei Carabinieri;  l’Ordine Pubblico, a cui contribuiscono Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Agenti di custodia;  la Difesa Civile, a cui contribuiscono i Vigili del Fuoco, la Guardia Forestale, la Protezione Civile e il Servizio Civile Nazionale. Qualcuno, in aula, chiederà perché non abbiamo citato anche i Vigili Urbani (o Polizia locale): risponderemo che è perché stiamo parlando di corpi e organismi costituiti dallo Stato per occuparsi della difesa della Patria, mentre la polizia locale è un organismo costituito da Comuni e province i cui compiti sono stabiliti a livello locale. A questo punto, dovremmo spiegare come è stato possibile che il Servizio Civile Nazionale entrasse a far parte del Sistema Difesa. Se questo modulo è gestito insieme a quello della storia del servizio civile, semplicemente passeremo a quello; se lo state realizzando prima o dopo di quello storico, rimanderete al modulo in questione e passerete alla conclusione della lezione. Conclusione che richiede di citare la sentenza della Corte Costituzionale 164/85, la legge 230/98, la legge 64/01, le sentenze della corte costituzionale (perlomeno la 228/04) e, infine, alcuni passi della normativa inerente il servizio civile. Tutte citazioni che ci permetteranno di indicare con chiarezza i fondamenti giuridici del rapporto tra Difesa della Patria e Servizio Civile Nazionale (troverete tutte le leggi e le sentenze citate nel cd allegato a questa pubblicazione). Corte Costituzionale – Sentenza n. 164/1985. Il Ministero della Difesa aveva fatto ricorso contro la Legge 772/72 del 15 dicembre 1972 Norme in materia di obiezione di coscienza, contestando il riconoscimento del servizio civile sostitutivo come modalità alternativa al servizio militare ai fini dell’assolvimento del dovere costituzionale di difesa della Patria previsto dall’art. 52 della Costituzione. La Corte Costituzionale respingeva tale ricorso, confermando che il servizio civile rispondeva pienamente al dovere costituzionale di cui all’art. 52. “Questa Corte (…omissis..) ha già avuto modo di precisare (sentenza n. 53 del 1967) che "per tutti i cittadini, senza esclusioni, la difesa della Patria - che é condizione prima della
  • 6. conservazione della comunità nazionale - rappresenta un dovere collocato al di sopra di tutti gli altri", cosicché "esso trascende e supera lo stesso dovere del servizio militare". Di conseguenza, questo servizio - "nel quale... non si esaurisce, per i cittadini, il dovere "sacro" di difesa della Patria" ha una sua "autonomia concettuale e istituzionale rispetto al dovere patriottico contemplato dal primo comma dell'art. 52 Cost.", il che impone di tenere distinte le rispettive sfere di applicazione. In particolare, mentre il dovere di difesa é inderogabile, nel senso che nessuna legge potrebbe farlo venir meno, il servizio militare é obbligatorio "nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge", purché, ovviamente, "non siano violati altri precetti costituzionali". La legge che, con il dare riconoscimento e, quindi, ingresso all'obiezione di coscienza, ha previsto per gli obbligati alla leva la possibilità di venire ammessi a prestare, in luogo del servizio militare armato, servizio militare non armato o servizio sostitutivo civile, non si traduce assolutamente in una deroga al dovere di difesa della Patria, ben suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato. Quanto ai rapporti con il servizio militare obbligatorio (…omissis…) il fatto che sia stata demandata al legislatore ordinario la determinazione dei modi e dei limiti del relativo obbligo, ovviamente nel rispetto degli altri precetti costituzionali, consente di affermare che, a determinate condizioni, il servizio militare armato può essere sostituito con altre prestazioni personali di portata equivalente, riconducibili anch'esse all'idea di difesa della Patria.” Legge 230 dell’8 luglio 1998: “Art. 1: I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei "Principi fondamentali" della Costituzione. “ Legge 64 del 6 marzo 2001: “Art. 1. (Princìpi e finalità). E' istituito il servizio civile nazionale finalizzato a: a) concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari; b) favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale; c) promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli; d) partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai settori ambientale, anche sotto l'aspetto dell'agricoltura in zona di montagna, forestale, storico- artistico, culturale e della protezione civile; e) contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all'estero.” Nel primo articolo della Legge 64, troviamo elementi che ci permettono di richiamare gli altri articoli della Costituzione che le Linee Guida ci chiedono di affrontare in aula (troverete il testo completo della Costituzione nel cd allegato a questa pubblicazione):  Il dovere di solidarietà: “Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
  • 7.  La tutela del patrimonio storico e artistico: “Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. E sarà facile per i formatori sottolineare come il Servizio Civile Nazionale favorisce anche la realizzazione degli articoli 3 e 4: “Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. “Art. 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Corte Costituzionale – Sentenza n. 228/2004. La Provincia Autonoma di Trento ricorse contro la Legge 64/01, sostenendo che le finalità della legge riguardavano temi che, a seguito della riforma del titolo V° della Costituzione, erano di pertinenza esclusiva delle Regioni e delle Province autonome e che, di conseguenza, la legge era incostituzionale perché ne affidava gestione e programmazione allo Stato. La Corte Costituzionale respingeva il ricorso sostenendo che, essendo il servizio civile finalizzato alla difesa della Patria era legittimo che fosse lo Stato a gestirlo e promuoverlo: “La previsione contenuta nel primo comma dell'art. 52 della Costituzione, che configura la difesa della Patria come sacro dovere del cittadino, …. ha una estensione più ampia dell'obbligo di prestare servizio militare. Come già affermato da questa Corte, infatti, il servizio militare ha una sua autonomia concettuale e istituzionale rispetto al dovere ex art. 52, primo comma, della Costituzione, che può essere adempiuto anche attraverso adeguate attività di impegno sociale non armato (sentenza n. 164 del 1985).... D'altra parte il dovere di difendere la Patria deve essere letto alla luce del principio di solidarietà espresso nell'art. 2 della Costituzione, le cui virtualità trascendono l'area degli “obblighi normativamente imposti”, chiamando la persona ad agire non solo per imposizione di una autorità, ma anche per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona stessa. In questo contesto, il servizio civile tende a proporsi come forma spontanea di adempimento del dovere costituzionale di difesa della Patria. È proprio nel dovere di difesa della Patria, di cui il servizio militare e il servizio civile costituiscono forme di adempimento volontario, che i due servizi trovano la loro matrice unitaria”. Nella stessa sentenza è richiamata la possibilità, per le Regioni e le Province autonome di realizzare servizi civili regionali differenti per finalità e obiettivi da quello nazionale. Nelle altre due sentenze della Corte, si ribadiscono i possibili ruoli delle Regioni e delle Province Autonome e il dovere dello Stato a stabilire con loro rapporti di leale collaborazione nella gestione e organizzazione del Servizio Civile Nazionale, rispettandone i pareri e il ruolo così come previsto dal Decreto Legislativo 77 del 5 aprile 2002 “Organizzazione del Servizio Civile Nazionale”. Dopo tutte queste citazioni, concluderemo richiamando due atti della normativa secondaria del
  • 8. servizio civile prodotti dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile nelle sole parti che illuminano il collegamento tra servizio civile e difesa: Carta di impegno etico – E’ la dichiarazione di intenti che ogni ente partecipante al Servizio Civile Nazionale deve sottoscrivere per poter accedere al sistema. Contiene una serie di impegni vincolanti coerenti con la filosofia del servizio. “L'Ufficio nazionale per il servizio civile e gli enti che partecipano ai progetti di servizio civile nazionale, sono consapevoli di partecipare all’attuazione di una legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare i legami che sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all’interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale, attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di coinvolgimento e partecipazione, che promuovono a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale…” “D.P.C.M. 4 febbraio 2009 “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale”. Gli enti di servizio civile partecipano all’attuazione di una legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale”. 3. Metodologie adottabili per la realizzazione del modulo Le Linee Guida ci dicono che questo modulo non può essere realizzato che in forma di lezione frontale. Pertanto il modo formalmente corretto di svolgere questa lezione, sarà quella di realizzare una conferenza (con utilizzo di slide, filmati ecc. – nel cd allegato alla pubblicazione troverete un esempio di slide che segue il percorso “narrativo” illustrato nel del paragrafo precedente). Sarà utile anche l’utilizzo di testimoni dei diversi organismi preposti attualmente alla difesa dello Stato Italiano (Esercito, Polizia, Protezione Civile..) L’ideale sarebbe di portare in aula almeno un rappresentante di un corpo della difesa armata, uno di un corpo che si occupa di ordine pubblico e uno di un corpo della difesa civile. Anche le tecniche non formali sono estremamente utili, soprattutto se ci aiutano a identificare prima della lezione frontale che significato hanno per i ragazzi che abbiamo in aula le parole Difesa e Patria: tale conoscenza ci aiuterebbe a centrare meglio il nostro intervento, approfondendo le parti che risultino meno conosciute alla classe. Per poter utilizzare queste tecniche, senza violare la normativa, sarà sufficiente inserire il modulo sulla difesa dentro a una giornata formativa che prevede altri moduli (storia del servizio civile, protezione civile ecc..) Il modulo sarà considerato formalmente concluso con la lezione frontale, le slide e le eventuali testimonianze. La parte interattiva sarà registrata a carico degli altri moduli. Come per il modulo sulla storia del servizio civile, la durata dipende da come i formatori organizzeranno il piano formativo generale. Basteranno due ore, se si limiteranno a una lezione frontale in cui riprendere la narrazione sulla falsa riga di quanto indicato nel paragrafo precedente. Quattro ore se vorranno effettuare con i ragazzi un lavoro di gruppo introduttivo. Sei-sette ore se utilizzeranno più testimonianze e vorranno effettuare lavori di gruppo prima e dopo la conferenze e le testimonianze.
  • 9. E’ opportuno, per le ragioni indicate nel precedente capitolo, che anche questo modulo sia realizzato nei primi quindici giorni successivi all’avvio del servizio 4. L’Agenda Formativa Nell’agenda i tempi di conduzione indicati sono relativi a una durata di sei ore; se riducete la durata tagliate i tempi di conseguenza 1. INTRODUZIONE (5’): “Il dovere di difesa della Patria” Il conduttore introduce, molto brevemente, il tema del modulo ai partecipanti. 2. BREVE PRESENTAZIONE DEI PARTECIPANTI (15’): nome, età, città di provenienza, cui si può aggiungere, per cercare di far conoscere meglio i partecipanti tra loro, un ‘hobby’, ‘un cantante preferito’, ‘la squadra del cuore’, ecc. cercando sempre di evitare che la presentazione sia troppo dispersiva. Il conduttore potrà nuovamente riportare ciascun nome su un post-it, su un cartellone, su dei foglietti di carta, ecc. per averli eventualmente a disposizione per la creazione/la variazione dei gruppi di lavoro. Se il conduttore è lo stesso dei moduli precedenti (quindi conosce già alcuni dei dati sopra richiesti) la presentazione riguarderà aspetti non toccati in precedenza (musica preferita, ultimo spettacolo teatrale, ultimo lavoro, hobby…) N.B.: è fondamentale che il conduttore sappia concludere tutte le attività iniziali di ice-breaking con una condivisione del senso e del valore dell’attività stessa e con una discussione in gruppo delle reazioni provocate. Senza questa ripresa finale dei significati i giochi vengono vissuti come attività ludiche prive di senso e, quindi, perdono efficacia nella creazione del gruppo. 3. LAVORO DI GRUPPO (1h20’). I partecipanti vengono divisi in gruppi di 4 persone. Il conduttore chiede a ciascun gruppo di realizzare delle brevi interviste a ciascuno dei suoi componenti (A intervista B, B intervista C, C intervista D, D intervista A). Gli intervistati devono rispondere alle seguenti domande: 1. Cosa è per te la Patria? 2. Cosa vuol dire Difendere la Patria? 3. Da che cosa ci dobbiamo difendere oggi? Ogni intervistatore annota le risposte su un foglio. Successivamente, il gruppo dovrà elaborare un testo unico dove, se possibile, riportare risposte condivise. Ogni gruppo nominerà un portavoce che illustrerà le risposte date; in mancanza di condivisione i sostenitori delle diverse risposte le illustreranno singolarmente. 4. CONFERENZA (2h30’). Al termine dei lavori di gruppo i risultati sono esposti in plenaria. Il conduttore, attraverso l’utilizzo di slide illustra i fondamenti costituzionali della Difesa della Patria, le finalità, l’organizzazione e gli obiettivi dell’attuale sistema Difesa, oltre ai richiami presenti nella normativa sul Servizio Civile Nazionale al collegamento tra Difesa e Servizio Civile. Dove sia possibile, illustrerà i collegamenti tra quanto emerso nel lavoro di gruppo e quanto da lui raccontato.
  • 10. Il conduttore potrà utilizzare alcune brevi testimonianze di rappresentanti di corpi di difesa armata e non armata (per esempio: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito, ecc.) per concretizzare l’analisi teorica appena conclusa. In questo caso sarebbe opportuno che i testimoni individuati fossero presenti anche durante l’esposizione del conduttore in modo che la testimonianza possa inserirsi più armoniosamente nella trattazione appena conclusa. 5. LAVORO DI GRUPPO (1h20’) Il conduttore propone un gioco: “Se fossi il Ministro della Difesa”. I gruppi costituiti per l’attività iniziale devono decidere come ripartire le risorse a loro disposizione (stabilite dal conduttore) per difendere il Paese specificando a quali organizzazioni di difesa destinarle (scelte solo tra quelle citate nel corso della giornata), per quali obiettivi, quali risorse umane e quali strumenti utilizzare ecc. In plenaria saranno presentati i differenti bilanci e discusse le varie posizioni. Il conduttore proverà a far mettere d’accordo i gruppi per la redazione di un bilancio condiviso. 6. VALUTAZIONI DELLA GIORNATA FORMATIVA (30’). Gioco: il Gomitolo. Dopo aver sistemato in circolo le sedie presenti nell’aula, il conduttore chiede ai partecipanti di sedersi e offre a uno di essi un capo di un gomitolo. La persona che è stata scelta dovrà, tenendo il capo del gomitolo, offrire lo spago a un altro partecipante e contestualmente dire ad alta voce la cosa/situazione/attività della giornata che meno gli è piaciuta. Il compagno che riceverà lo spago, sempre tenendone un capo, dovrà offrirne un altro a un terzo partecipante, sempre dicendo ad alta voce un elemento della giornata che non è piaciuto, e così via. Il conduttore stabilirà che NON è possibile ripetere delle segnalazioni che già sono emerse, costringendo tutti i partecipanti a individuare degli elementi nuovi. Man mano che i partecipanti si passeranno lo spago emergeranno degli elementi della giornata che non sono piaciuti. Quando tutti avranno in mano lo spago e quindi saranno emersi tutti gli elementi negativi della giornata, il conduttore chiederà all’ultimo partecipante che ha ricevuto lo spago di cominciare a fare il percorso inverso, riavvolgendo il gomitolo. Questa volta recuperando lo spago i partecipanti dovranno dire, in plenaria, un elemento positivo della giornata senza ripetersi. Il gioco termina quando tutto lo spago sarà riavvolto e tutti i partecipanti avranno espresso e condiviso un elemento positivo e uno negativo della giornata senza influenzarsi tra loro. Al termine di quest’ attività interattiva, viene chiesto ai partecipanti di riportare su una scheda di valutazione tutte le considerazioni emerse: positive e negative. Materiali necessari:  Slides:  Video, filmati, documenti;  Cartelloni;  Fogli di carta di vari formati;  Gomitolo  Cancelleria;  Scotch. Allegati relativi al capitolo 3: Legge 772/72 Legge 230/98
  • 11. Legge 64/01 DLgs 77/02 Sentenze della Corte Costituzionale .164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, Costituzione della repubblica italiana Slide “La Difesa della Patria”