Una breve presentazione per un corso di formazione ai genitori i cui figli frequentavano le scuole del primo ciclo (elementari e medie) tenutosi a Monfalcone nel 2006.
3. La parola bullismo deriva dal termine
inglese “bully” e denota una persona
che usa la propria forza o potere per
intimorire o danneggiare un soggetto
più debole.
4. CARATTERISTICHE DEL
BULLISMO:
• Intenzionalità di voler recar danno
ad un’altra persona
• Esistenza di uno squilibrio nel
rapporto di forza tra due o più persone
(asimmetria della relazione)
• Persistenza nel tempo di tale tipo di
relazione
6. I PROTAGONISTI
DEGLI ATTI DI BULLISMO:
• Il bullo (dominante o gregario)
• La vittima (passiva o provocatrice)
• Gli spettatori (sostenitori del bullo,
difensori della vittima, outsider)
7. LUOGHI IN CUI AVVENGONO
LE PREPOTENZE
• Ambienti scolastici:
• aule
• corridoi
• cortili
• mense
• bagni
• tragitto casa/scuola
8. LE PREPOTENZE:
• In Italia avvengono principalmente
nelle aule scolastiche:
nelle scuole primarie 57,2 %
nelle scuole medie inferiori 51,9 %
• Nei Paesi europei avvengono in
cortile e mensa
9. LE FORME DEL BULLISMO:
FISICHE
Dare pugni, calci,
rovinare cose alt rui
VERBALI
Deridere,
insult are, offendere
FORME DIRETTE
Calunniare;
escludere qualcuno
dal gruppo dei pari;
FORME INDIRETTE
Meno evidenti,
pi diffi cili da individuareン
11. ETA’ DEI BULLI:
I soggetti implicati nel bullismo sono:
•41% bambini della scuola primaria
(7-8 anni)
•26% adolescenti della scuola media
(14-16 anni)
Il fenomeno diminuisce con l’età
12. IL BULLISMO E’ SIA:
• MASCHILE
I maschi agiscono con
prepotenze dirette, con
aggressioni sia fisiche
che verbali indirizzate
verso maschi e
femmine
• FEMMINILE
Le femmine hanno
modalità indirette e
rivolte verso altre
femmine; iniziano più
tardi (9-10 anni) e
manifestano maggior
capacità di empatia
13. MA NON TUTTO E’
BULLISMO…
• Atti particolarmente gravi
(comportamenti antisociali e devianti,
illegali)
• Comportamenti “quasi aggressivi”
(giochi turbolenti, “lotte” o prese in
giro per gioco)
14. PREGIUDIZI E LUOGHI
COMUNI DA SFATARE:
Non è vero che il bullismo è in
relazione con:
• un alto numero di studenti in classe
• le ampie dimensioni della scuola
• lo scarso rendimento scolastico
• lo svantaggio socio economico
16. IL BULLO E LA FAMIGLIA
D’APPARTENENZA
Il bullo proviene da una famiglia dove
spesso manca il calore affettivo ed
una disciplina coerente.
Sappiamo che il minore impara a
gestire i propri impulsi aggressivi
seguendo gli esempi che vede a casa.
17. Il genitore che esprime la propria
rabbia in modo costruttivo insegna al
bambino a comunicare in modo franco
e diretto.
Se il genitore non sa esprimere la
propria collera in modo costruttivo, non
sarà neppure in grado di educare il
proprio figlio al rispetto per i compagni
e per quello che provano.
18. I bulli, infatti, mancano spesso di
empatia, non riescono cioé pienamente
a capire quanto i loro comportamenti
violenti provochino effetti dolorosi
negli altri bambini più deboli.
19. BULLO E SPETTATORI
I bulli sfruttano spesso il sostegno del
gruppo. Le prepotenze attirano sul
bullo l’attenzione del gruppo dei pari,
arrecando un senso di potere, prestigio,
controllo, dominanza.
20. In genere il bullo trova difficile gestire
i propri sentimenti, perciò si
concentra su quelli altrui. Il bambino
debole gli ricorda la sua vulnerabilità
interiore; il bullo allora rovescia i
propri sentimenti negativi su un
individuo più debole, ricorrendo alla
violenza.
21. VITTIME/BULLI E DANNI
PSICOLOGICI
Il bullismo danneggia la vittima, la
colpisce fisicamente ed emotivamente e
ciò può ripercuotersi sull’autostima di
quest’ultima.
La vittima che non parla di ciò che gli
succede subisce uno stress aggiuntivo
nel non ricevere un sostegno
psicologico.
22. La vittima può cominciare a rifiutarsi di
andare a scuola, può mostrare i sintomi
di depressione.
Il bullo può cominciare ad attuare
comportamenti devianti e talvolta
delinquenziali.
23. EDUCARE ALLA LEGALITA’:
IL RUOLO DELLA SCUOLA
La scuola deve tutelare le vittime
contro la cultura della prepotenza e
della violenza. La riduzione del
bullismo crea un clima scolastico
favorevole all’apprendimento e
costituisce il terreno sociale per
l’educazione alla legalità.
24. EDUCARE ALLA LEGALITA’:
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA
Se siete venuti a conoscenza di atti di
bullismo contro vostro figlio dovete
essere estremamente cauti. Correre a
scuola per definire con rabbia la
situazione potrebbe essere
controproducente per il bambino che
teme vendette e derisione.
26. • Far parlare molto il bambino, con
delicatezza, lasciarlo sfogare e capire
bene come si sono svolti i fatti e se ci
sono dei testimoni.
• Attendere di ascoltare le altre parti
prima di trarre delle conclusioni.
27. • Rendere partecipe il bambino delle
scelte da adottare per farlo sentire
compreso dal genitore.
• Definita la situazione, prendere
contatto con la scuola ed esporre il
caso.
• Aiutare vostro figlio nella pratica a
difendersi dagli atti di bullismo.
28. • Il genitore può contribuire
attivamente a sviluppare l’autostima
nel bambino:
• Per esempio, per fronteggiare il bullo,
il bambino deve migliorare le sue
capacità di comunicazione verbali e
non verbali.
29. • Il bambino non deve reagire, né
vendicarsi. Deve imparare delle
risposte a tono che possano mettere a
disagio il bullo;
• Il genitore può aiutare il bambino a
crearsi un’ampia rete di amicizie
fuori e dentro l’ambiente scolastico
che lo aiutino a difendersi dal bullo e
a sentirsi più indipendente e forte.
31. • E’ importante che i genitori si
attivino per insegnare al figlio a far
fronte a comportamenti di tipo
vessatorio;
• E’ importante che i genitori
sviluppino una propria rete di
sostegno che coinvolga insegnanti e
altri genitori, collaborando
positivamente con la scuola alla
gestione del problema.