ConvegnoCKBG2014 - D'Aprile - L’apprendimento sostenibile organizzativo: Un m...CKBGShare
IV Convegno CKBG, Pavia 29-31 gennaio 2014
Gianvito D'Aprile
Grifo Multimedia SRL
L’apprendimento sostenibile organizzativo:
Un modello psicosociale
Simposio: Apprendimento sostenibile e tecnologie: come supportare lo sviluppo nei contesti educativi ed organizzativi
Discussant: Vittore Perrucci (Università della Valle d’Aosta)
E' un centro di Formazione e Consulenza che vuole promuovere il Benessere Psicosociale (individuale e relazionale) rivolgendosi a persone, aziende, gruppi, ed alla comunità.
ConvegnoCKBG2014 - D'Aprile - L’apprendimento sostenibile organizzativo: Un m...CKBGShare
IV Convegno CKBG, Pavia 29-31 gennaio 2014
Gianvito D'Aprile
Grifo Multimedia SRL
L’apprendimento sostenibile organizzativo:
Un modello psicosociale
Simposio: Apprendimento sostenibile e tecnologie: come supportare lo sviluppo nei contesti educativi ed organizzativi
Discussant: Vittore Perrucci (Università della Valle d’Aosta)
E' un centro di Formazione e Consulenza che vuole promuovere il Benessere Psicosociale (individuale e relazionale) rivolgendosi a persone, aziende, gruppi, ed alla comunità.
Nella società contemporanea la negoziazione è divenuta un processo ed uno strumento particolarmente diffuso in molti settori della vita relazionale, dagli eventi macrosociali come i negoziati di pace tra nazioni o etnie in conflitto a situazioni come la mediazione familiare per i genitori separati, che seppur non assumono rilevanza in termini mass-mediatici costituiscono eventi critici e di grandissima importanza per il futuro dei figli. La vita di ogni giorno è ricca di piccoli e grandi negoziati tra persone, organizzazioni, aziende, gruppi, tra genitori e figli, tra bambini che presto imparano l’arte del negoziato quando si trovano ad operare le prime scelte nell’interazione con i coetanei, a gestire i conflitti, a far fronte alle richieste altrui, alla possibilità di ottenere o perdere un vantaggio per sé. Ognuno di questi innumerevoli negoziati, in cui le persone hanno la possibilità di incontrarsi – oppure copionalmente non incontrarsi o scontrarsi – può essere letto, interpretato, valutato, con la griglia concettuale dell’Analisi Transazionale e facilitato con i suoi strumenti operativi. Il termine negoziazione indica, di per sé, un insieme di attività, di trattative, che portano ad un accordo, pertanto è l’espressione del reciproco vantaggio e del principio berniano del Doppio Okness, se condotte e gestite senza giochi e manipolazioni dall’Adulto decontaminato.
Dossier de Presse - 6èmes rencontres QUALIVAR Tourisme
Conférence plénière
COMMENT ENCHANTER SES CLIENTS EN GAGNANT LA CONFIANCE DE SES COLLABORATEURS ?
Le problematiche relative allo stress lavorativo e alla gestione delle risorse umane hanno acquisito negli ultimi anni una particolare rilevanza.
Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 riconosce come accanto alle patologie da rischi noti stiano acquisendo sempre maggiore rilievo le Patologie derivanti dai rischi psico-sociali connessi all’organizzazione del lavoro o da “costrittività organizzativa” come il disturbo dell’adattamento cronico (con ansia e depressione).
Alla fine del webinar lo studente sarà in grado di inserire le voci importanti all’interno di un progetto di riabilitazione personalizzato e avrà familiarità con le principali tecniche del Neurobehavioural Approach.
Come riescono a ingannarci somministrandoci cose dannose poco alla volta fino a ucciderci. Se cercassero di darci la stessa quantità di sostanza dannosa tutta in una volta noi ci opporremmo ma poca alla volta non ce ne rendiamo conto....
2. Una tassonomia dei comportamenti problematici
Livello 1.
Il ragazzo
iperattivo
- Ha difficoltà a tollerare ed accettare divieti o limiti
- Mostra segni fisiologici di rabbia
- Formula verbalizzazioni aggressive, spesso autodirette
Livello 2.
Il ragazzo
indisciplinato
- Rifiuta di seguire regole o prescrizioni
- Mostra aggressività verbale diretta verso altri
Livello 3.
Il ragazzo
oppositivo
- Mostra frequentemente segni di rabbia intensa
- Formula minacce verbale dirette verso altri
- Può danneggiare piccoli oggetti senza valore e, spesso,
involontariamente
Livello 4.
Il ragazzo
aggressivo
- Minaccia verbalmente gli altri
- Danneggia volontariamente e gravemente oggetti di valore
- Può provocare lievi danni fisici ad altri, in maniera non intenzionale
Livello 5.
Il ragazzo
violento
- Compie gravi atti aggressivi contro altri
7. I nuovi volti del bullismo
Abbassamento della soglia d’età
Fenomeno di gruppo stabile
Aumentata incidenza del sesso femminile
Bullismo contro soggetti deboli
Sovrapposizione tra problematiche diverse
Normalità
8. EVOLUZIONE DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
3 mesi Riconoscimento delle espressioni di rabbia.
12-18 mesi
Il 50% dei bambini è valutato conflittuale nei rapporti con
gli altri bambini.
30 mesi
I comportamenti aggressivi scendono al 20%.
Sono diretti verso coetanei, non verso l’adulto.
Sono di tipo strumentale, ossia riguardano il possesso di
oggetti o il raggiungimento di privilegi.
2-4 anni Aumenta l’aggressività verbale e diminuisce quella fisica.
6-7 anni
Diminuisce l’aggressività strumentale e aumenta
l’aggressività affettiva e quella vendicativa.
Adolecenza
Diminuisce globalmente l’aggressività.
Si mantiene più elevata l’aggressività nascosta.
Compare l’aggressività legata alla dominanza nel gruppo.
Unadeviazionedaquestitrendevolutivi
puòrappresentareunfattoredirischioper
losviluppodicomportamentidabulloodi
disturbidellacondotta.
9. Bassa
Alta Aggressività adattiva
Aggressività disadattiva
Criterio sociale:
utilità del
comportamento
Criterio fattuale:
integrità dei
meccanismi di base
Aggressività adattiva o disadattiva?
10. Integrità dei meccanismi di base
il comportamento compare in contesti inappropriati
non è giustificabile in base a stimoli ambientali
è sproporzionato nell’intensità o nella durata
non termina in maniera appropriata
Funzionalità dei meccanismi neurobiologici, cognitivi e
emotivi:
11. Bassa
Alta Aggressività adattiva
Aggressività disadattiva
Criterio sociale:
utilità del
comportamento
Criterio fattuale:
integrità dei
meccanismi di base
Aggressività adattiva o disadattiva?
Repertori di
abilità
deficitari
Disfunzioni
neuropsico-
logiche
Training di
abilità
Interventi
riabilitativi e
psicoterapeutici
12. 1. È finalizzato a provocare un danno
2. È intenzionale e volontario
3. Esiste una differenza di potere tra il bullo e la
vittima
4. È spesso organizzato e sistematico
5. Il bullo si avvale spesso dell’appoggio di
complici
6. La vittima teme e/o non è in grado di
difendersi, né di riferire ad altri l’accaduto,
per timore di ritorsioni
7. Eventuali spettatori temono di intervenire o
di riferire ad altri l’accaduto
8. La vittima viene deumanizzata, così da
eliminare qualsiasi senso di colpa nel bullo,
nei complici o negli spettatori
ELEMENTI FONDAMENTALI DEL BULLISMO
13. Tipologie di bullismo
1. Bullismo fisico
Atti aggressivi fisici diretti
Danneggiamento della proprietà altrui
Furto o sottrazione di oggetti con fronteggiamento
2. Bullismo verbale
Manifesto
Nascosto
3. Bullismo relazionale
Sociale
Manipolativo
4. Cyberbullismo
15. I bassi livelli di arousal dei soggetti aggressivi
avrebbero due conseguenze:
1. li indurrebbero ad assumere comportamenti
a rischio (“novelty seeking”)
2. li renderebbero poco sensibili a premi e
punizioni
QUALI LE CAUSE?
16. QUALI LE CAUSE?
Deficit nei lobi frontali e
compromissione dell’inibizione
di:
1. stimoli,
2. comportamenti,
3. pensieri,
4. emozioni.
17. Il modello informazionale di Crick e Dodge
Fase Deficit
1. Percezione Limitazioni percettive
2. Interpretazione Errori attributivi
3. Obiettivo Ricerca distorta dell’equità
4. Generazione Numero ridotto di alternative
5. Scelta ed azione
Valutazione positiva delle condotte
aggressive
Ridotta autoefficacia per i
comportamenti prosociali
19. Il modello isolamento-aggregazione deviante
Difficoltà temperamentali,
comportamento impulsivo, aggressività
Rifiuto da parte del gruppo dei coetanei
Isolamento sociale e mancato sviluppo di
abilità interpersonali
Inserimento in gruppi devianti e training
su condotte aggressive
Evoluzione dal modello
coercitivo di Patterson
Mancata supervisione da
parte dei genitori
Mancata supervisione da
parte degli insegnanti
20. Dati A.P.A. Un bambino in età scolare vede circa 23-28 ore
di TV a settimana
Negli anni della scuola, il bambino assiste in TV
mediamente a 8.000 omicidi e 100.000 atti di violenza
Il National Institute of Mental Health (1982) e l’American Psychological
Association (1992) riportano un elevato indice di correlazione tra visione di filmati
aggressivi e comportamenti aggressivi.
Meccanismo d’azione 1. Imitazione
2. Alterazione di atteggiamenti e valori
3. Desensibilizzazione nei confronti di atti aggressivi
4. Percezione del mondo come ambiente minaccioso
Il ruolo della televisione
21. Modello ad
insorgenza precoce
(3 anni)
Modello ad
insorgenza precoce
(3 anni)
Disfunzioni
neurobiologiche
Modello cumulativo
(preadolescenza)
Modello cumulativo
(preadolescenza)
Difficoltà
temperamentali
Esperienze
d’apprendimento
Stabilità cross-situazionale
Stabilità nel tempo
Gravità
Limitata incidenza (5%)
Accumulo di fattori di rischio
Ridotta stabilità nel tempo
Variabilità situazionale
Tipologia di bullismo: approccio evolutivo
22. Tipo di
bullo
Intervento riabilitativo
Reattivo
1. Training di abilità sociali e di problem-solving
2. Percorsi di alfabetizzazione emozionale
3. Trattamenti psicoterapeutici
4. Intervento farmacologico
Proattivo
1. Contratti educativi e gestione delle contingenze
2. Parent training
Intervento e tipologia di bullo
23. Tipo di
vittima
Intervento riabilitativo
Passiva
1. Training di abilità sociali
2. Trattamento per i disturbi d’ansia
Provocatrice
1. Training di autoregolazione comportamentale
2. Interventi sull’iperattività
Intervento e tipologia di vittima
25. Il bullo La vittima Lo spettatore
1. Osservare
2. Testare
3. Iniziare
4. Aggravare
5. Stabilizzare
Si guarda
intorno
Compie piccoli
atti aggressivi
Inizia il bullismo
di gruppo
Estende il bullismo
e deumanizza la
vittima
Sviluppa
condotte
antisociali
È ignara. Si mostra
non aggressiva e
isolata
Non sa gestire la
situazione e
mostra imbarazzo
Subisce
sperando che
finisca presto
Perde autostima
e si colpevolizza
Si isola e da vita a
vari
comportamenti
disfunzionali
Mostra segni di
non essere una
vittima facile
Ossserva in
modo passivo
Ha paura o
diviene complice
Considera il
bullismo
inevitabile.
Biasima la vittima
Diviene
sospettoso e
pauroso.
L’escalation del bullismo
26. I segnali critici
Da parte del genitore
mostra segni di ansia e sintomi fisici
presenta una regressione a fenomeni tipici di età precedenti
lamenta problemi nel sonno e nell’appetito
compie strani percorsi per arrivare alla propria scuola
torna a casa continuamente con oggetti rovinati o ferite
perde il denaro e ne chiede in continuazione
non partecipa mai ad alcuna situazione sociale
presenta degli improvvisi ed ingiustificati scoppi di rabbia
non riesce a concentrarsi sui compiti e
evita di rispondere o diviene aggressivo
compie atti per lui inconsueti
27. I segnali critici
Da parte dell’insegnante
viene di continuo schernito dai compagni
rimane solo, soprattutto in situazioni sociali
nessuno vuole con sé il soggetto
non interviene mai in discussioni in classe
peggiora il suo rendimento scolastico;
tende a rimanere vicino all’insegnante anche nei
momenti di gioco o a ricreazione.
28. I primi passi da compiere
1. Incoraggiare il ragazzo a parlare, senza
provare colpa o vergogna
2. Ascoltare senza interrogare
3. Rispettare i tempi del ragazzo
4. Coinvolgere il ragazzo nelle decisioni da
prendere
29. Gli errori da evitare
1. Arrabbiarsi o agitarsi
2. Provare vergogna o colpa
3. Far credere che si tratti di una cosa poco importante
4. Dare la colpa alla scuola/famiglia