1. IL PROBLEMA DELLA
PERCEZIONE VISIVA
Catina Feresin
Dipartimento di Scienze dell'Educazione
Università di Pola
Croazia
2. Nonostante i risultati di numerose
indagini sperimentali indichino il
contrario, poche persone si rendono
conto che la percezione visiva
racchiude un problema complesso.
3. Secondo la maggioranza delle persone
"Il mondo appare così, perché è così
(Koffka)", e riguardo a ciò non esiste
alcun problema (realismo ingenuo).
4. La gente si rende conto che la
percezione racchiude un problema di
elaborazione, apprendimento e
“ricostruzione” del mondo percettivo,
solo nel momento in cui vede
un’illusione ottica o qualche effetto
percettivo particolare su qualche libro o
rivista.
5. Per fare alcuni esempi, vediamo ora
una galleria di illusioni ottiche molto
famose, descritte in molti manuali di
psicologia e di arte visiva.
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15. In realtà il problema è estremamente
complesso:
1-in primo luogo il cervello deve
“ricostruire” un’immagine retinica
bidimensionale e capovolta in
un’immagine diritta e tridimensionale,
passando attraverso varie strutture:
occhio, retina, nucleo genicolato,
laterale, aree visive (17, 18, 19 e altre);
16. 2-in secondo luogo la porzione di luce
che noi vediamo è limitata in confronto
allo spettro elettromagnetico;
3-in terzo luogo è importante notare
che la stimolazione retinica varia
continuamente, ma l’immagine
percepita è sempre costante.
18. Rispetto all’idea che la gente ha della
percezione visiva, il processo
percettivo è, invece, molto più
complicato. Dobbiamo infatti ricordare
che gli oggetti percepiti sono
principalmente luce riflessa da varie
superfici.
Il problema principale è quindi quello
della trasformazione dell’impulso
luminoso nel percetto cosciente.
19. Innanzitutto, la luce è una forma di
energia elettromagnetica che si propaga
come onda o come flusso di fotoni che
viaggiano in linea retta.
Gli esseri umani non vedono l’intero
spettro elettromagnetico, ma solo una
ristretta porzione di questo chiamata
finestra ottica o campo visibile.
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21. Il fatto di non essere in grado di
percepire visivamente i raggi
ultravioletti o quelli infrarossi, ci
permette di comprendere quanto la
nostra capacità di vedere il mondo sia
in realtà estremamente limitata.
22. Come apparirebbe la realtà se
potessimo vedere altre parti dello
spettro elettromagnetico? Ci
rendiamo conto che il realismo
ingenuo non spiega per quale ragione
il mondo ci appare in un certo modo.
Il realismo ingenuo non è, infatti,
una spiegazione convincente.
23. La luce interagisce con i mezzi che
attraversa in quattro modi
fondamentali:
24. 1-Diffusione: Ogni volta che attraversa
un mezzo trasparente, la luce viene
diffusa. I raggi vengono cioè rinviati in
tutte le direzioni quando colpisco
particelle di materia (esempio il cielo
color azzurro).
25. 2-Rifrazione: quando passano da un
mezzo di una certa densità ad uno di
diversa densità (esempio dall’aria
all’acqua), i raggi luminosi cambiano
direzione, a meno che non giungano
alla superficie in modo perpendicolare.
26. 3-Assorbimento: quando la luce
attraversa un mezzo viene assorbita. I
fotoni collidono con particelle di
materia, cedono la loro energia e
scompaiono. L’assorbimento è
maggiore nell’acqua che nell'aria e ciò
spiega come mai i fondali marini siano
bui.
27. 4-Riflessione: quando la luce colpisce
una superficie viene, oltre che
assorbita, anche riflessa. Superfici di
vario tipo riflettono la luce in maniera
diversa.
28. E’ molto vantaggioso essere sensibili
alla luce:
1-La luce viaggia molto rapidamente
(circa 300.000 Km/sec)
2-La luce tende a spostarsi in linea retta
3-La luce riflessa trasporta
informazioni su alcuni aspetti della
superficie degli oggetti.
29. 1-La luce viaggia rapidamente per cui
le informazioni provenienti da fonti
molto distanti vengono percepite in
tempo reale.
30. 2-La luce tende a spostarsi in linea
retta. In questo modo l’immagine creata
sul fondo dell’occhio dai raggi
luminosi conserva importanti proprietà
geometriche degli oggetti da cui i raggi
sono stati riflessi. Ad esempio la luce
proveniente da due punti adiacenti
nello spazio andrà a cadere su due punti
adiacenti sul fondo dell’occhio.
31. 3-Il modo in cui la luce viene riflessa
dipende dalla grana o tessitura della
superficie riflettente.
33. Oltre alla finestra ottica, noi
percepiamo la realtà in una data
maniera poiché il nostro sistema visivo
è strutturato fisiologicamente in modo
predeterminato. L’occhio, la retina, il
nucleo genicolato laterale, le aree
visive primarie, secondarie, terziarie e
associative ricostruiscono l’immagine
retinica bidimensionale e capovolta, in
una immagine tridimensionale e diritta.
34. Il mondo viene quindi “filtrato” tramite
le strutture di base del sistema visivo.
In ultima analisi, la percezione visiva è
un apprendimento ricostruttivo del
mondo che dipende dalle esperienze
visive che il bambino fa crescendo e
dalle caratteristiche strutturali del
sistema visivo.
35. Il processo percettivo è legato quindi
all’apprendimento.
Le vie nervose percettive si sviluppano
non solo perché sono geneticamente
programmate a svilupparsi, ma anche
perché il neonato, e poi il bambino,
vengono sottoposti ad esperienze visive
di ogni genere (forma degli oggetti,
colore, profondità, orientamento,
movimento).
37. L'occhio è quell'organo meraviglioso
che traduce le immagini provenienti dal
mondo esterno in impulsi elettrici, per
poi inviarle al cervello.
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39. La pupilla grazie ai muscoli dell’iride si
contrae e si dilata a seconda della
quantità di luce.
40. Le immagini degli oggetti attraversano
le strutture completamente trasparenti
dell'occhio: la cornea, l'umore acqueo,
il cristallino ed il corpo vitreo. La
cornea ed il cristallino sono come le
lenti di una macchina fotografica
perfetta.
43. Umore acqueo: liquido contenuto
nell’occhio, che serve a nutrire il
cristallino e la cornea, strutture
completamente trasparenti e pertanto
sprovviste di vasi.
44. Corpo vitreo:gelatina trasparente che
riempie l’occhio per dargli consistenza.
Può alterarsi con l’età e dar luogo alle
"mosche volanti".
45. Cristallino: la lente che si trova
all’interno dell’occhio e che, variando
il suo diametro, consente di mettere a
fuoco gli oggetti vicini. Si trova dietro
l’iride. Quando perde di elasticità
sopravviene la presbiopia, mentre se si
opacizza dà luogo alla cataratta.
46. Ma, soprattutto, l’occhio nel suo strato
più interno contiene la retina che è
sensibile alla luce e che trasforma la
luce in impulso elettrico.
48. La retina ha questo nome perché
assomiglia ad una sottilissima rete.
Essa è costituita da tre principali strati:
i fotorecettori, le cellule di connessione
(amacrine e orizzontali) e le cellule
gangliari, i cui assoni costituiscono il
nervo ottico che si sviluppa molto
presto.
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50. 1-Il primo strato è composto dai
fotorecettori (coni e bastoncelli),
cellule sensibili alla luce in grado di
trasformare gli stimoli luminosi in
segnali elettrici.
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52. I coni mediano la visione in condizioni
di elevata illuminazione e permettono
la visione dei colori e dei dettagli. Essi
sono concentrati in una particolare
regione della retina detta fòvea.
53. Quando la luce ambientale è scarsa i
coni rimangono inattivi e la visione è
mediata dai bastoncelli che sono
sensibili a livelli molto bassi di
intensità luminosa ma non permettono
la visione dei colori e dei dettagli.
54. In che modo i fotorecettori reagiscono
alla luce?
La risposta sta nel fatto che essi
contengono una sostanza chimica
speciale detta pigmento visivo. Quando
la luce colpisce una molecola di
pigmento visivo, la molecola cambia
forma. Il cambiamento di forma libera
energia ed innesca la generazione di un
segnale elettrico nel fotorecettore.
55. 2-Il secondo strato è costituito da varie
cellule di connessione (orizzontali,
bipolari, amacrine) che hanno il
compito di integrare i segnali
provenienti dai fotorecettori e di
trasmetterli alle cellule gangliari.
56. 3-Il terzo strato è costituito dalle cellule
gangliari i cui assoni costituiscono le
fibre del nervo ottico.
57. La regione dell’occhio da cui escono le
fibre del nervo ottico ed in cui entrano i
vasi sanguigni è completamente priva
di fotorecettori. Questa zona viene
normalmente chiamata disco ottico
oppure macchia cieca.
58. Gli assoni delle cellule gangliari
costituiscono il nervo ottico che
proietta al nucleo genicolato laterale e
quindi all’area visiva primaria (area 17)
e alle altre aree visive.
60. Le informazioni elettriche arrivano al
nucleo genicolato laterale, e, dopo una
prima elaborazione a questo livello,
giungono all’area visiva primaria (area
17) e alle aree visive secondarie e
terziarie della corteccia cerebrale (in
sede occipitale). E’ solo a questo livello
che l’immagine viene realmente
percepita dalla persona.
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63. Nell’area visiva primaria (area 17) il
segnale viene analizzato rispetto alle
caratteristiche di orientamento e
direzione dello stimolo.
64. Il colore e la profondità (neuroni
attivati da stimoli provenienti da
entrambi gli occhi) vengono elaborati
in altre aree visive chiamate area 18 e
19.