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Il paesaggio nell’arte e nella letteratura
tra Ottocento e Novecento
A cura della prof.ssa Giovanna Cancian
Da sempre il paesaggio e i suoi
elementi sono stati fonte d’interesse e
d’ispirazione per artisti e poeti; tante e
diverse dunque, sono le
interpretazioni: descrittive e
realistiche, poetiche ed espressive
La pittura di paesaggio come genere
autonomo nasce nel Cinquecento per
affermarsi poi nel Seicento, ma già nel
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il paesaggio, urbano e naturalistico,
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Lorenzetti.
Compianto su Cristo morto
La scena si svolge
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del paesaggio, con
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rocce e gli alberi:
anche il paesaggio
stesso partecipa al
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personaggi, la
montagna è brulla,
l’albero spoglio.
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paesaggio assume
un significato
simbolico.
Effetti del buon Governo nella città e nella campagna,
1338/1340, Ambrogio Lorenzetti
Lorenzetti illustra come in
una favola la città di Siena
ed il territorio circostante.
Per la prima volta il
paesaggio non fa solo da
sfondo, ma è riprodotta la
città con le sue vie, le
botteghe, il popolo
indaffarato.
A destra è rappresentata
la
campagna,
dove i
contadini sono intenti nel
lavoro dei campi.
Non viene raffigurata una
stagione
precisa,
ma
l’attività
dell’uomo
in
campagna durante tutto
l’anno.
Il corteo dei Magi di Benozzo Gozzo,1459/1462

Il corteo si snoda lungo un paesaggio florido e vario,
tra piante, fiori e animali anche esotici
La Vergine delle rocce, Leonardo da Vinci, 1483/1486

Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio fantastico che crea attorno alle figure una vasta
penombra, sfumata verso una luminosità lontana.
Leonardo riesce a dare l’illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle sue
osservazioni sull’atmosfera e definendo lo spazio con l’uso della prospettiva aerea: maggiore è
la distanza, minore deve essere la nitidezza dell’oggetto da rappresentare.
Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato, il paesaggio in lontananza si
perde invece nella foschia.
La tempesta, Giorgione, 1505/1508 ca

Gli elementi del paesaggio sono semplificati, non sono riprodotti in modo realistico;
il bagliore del lampo, riflesso sulle nuvole, sugli alberi e sulle mura, testimonia
l’interesse del pittore per gli effetti della luce.
Il ritorno del Bucintoro al molo, nel giorno
dell’Ascensione, Canaletto, 1729

Nel Settecento si sviluppò l’interesse per la rappresentazione di paesaggi e
“vedute” di angoli di città di particolare bellezza. Emerge la precisione prospettica,
gli aspetti caratteristici dell’ambiente sono ritratti con un’analisi della luce, delle
condizioni atmosferiche e con una resa dei particolari da far pensare alla esattezza
fotografica.
Capriccio con rovine classiche, Canaletto,
1723

Nella pittura di paesaggio il capriccio e' la combinazione di elementi architettonici o
naturali che non si trovano nella realtà, ma che vengono abbinati in modo
immaginario dal pittore.
Albero con corvi,1822, G. Friedrich

Stormi d'uccelli
neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero
migrar.
Da San Martino del
Carducci

Il paesaggio è considerato uno sfondo su cui rappresentare emozioni, passioni,
sogni. Un crepuscolo, un albero secco, uno stormo di uccelli sono elementi naturali
che nel contesto comunicano tristezza e invogliano alla meditazione
Paesaggio invernale con chiesa
G. Friedrich, 1811
La pittura nel
Romanticismo vuole
esprimere i
sentimenti e le
inquietudini
dell’animo umano.
La natura selvaggia e
misteriosa, in cui
avventurarsi e forse
perdersi, diviene uno
dei temi più
rappresentativi
perché evoca il
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di piccolezza
dell’uomo, la
malinconia e il
bisogno di elevare
l’animo verso
l’infinito

In quest’opera di Friedrich, viene rappresentato un viandante che, nel mezzo del
suo pellegrinaggio, si ferma dinnanzi ad una crocifisso per pregare. Viene dunque
trattato il tema religioso e della grandezza della natura, in pieno stile romantico
Monaco in riva al mare, G. Friedrich, 1808/1810

L’opera mostra un paesaggio simbolico in cui la rappresentazione della natura non è più fine a
stessa, ma si carica di significati complessi; l’artista, in questo quadro, immerge la figura del
monaco in un paesaggio dominato dal blu del cielo e del mare. L’uomo immerso nella natura,
solo e sospeso tra desiderio e angoscia di fronte all’infinito: è proprio questo che il filosofo
tedesco Immanuel Kant definisce nella Critica del giudizio come il sentimento del sublime.
Tempesta di neve, W. Turner, 1812

La forza terribile e oscura della natura sembra rendere tutto più instabile e
transitorio, come, appunto, il destino dell'uomo. Con questa suggestione, restituita
attraverso una sorta di polverizzazione dell'immagine per mezzo di effetti luminosi,
Turner anticipa la maniera degli Impressionisti.
Il mulino di Flatford, Constable, 1817

Fra i maggiori pittori inglesi di paesaggio, Constable rappresenta spesso la
campagna; la natura incontaminata è resa nei dettagli della vegetazione e dominata
dalla vastità del cielo, l’elemento che maggiormente affascina il pittore
Soleil levant, C. Monet,1873

La rappresentazione di paesaggio è uno dei temi prediletti dagli Impressionisti,
attenti ai cambiamenti di luce e colore; il soggetto non è più importante, la bellezza
del dipinto non dipende da che cosa si rappresenta, ma da come lo si realizza.
Pennellate veloci colgono così vibranti atmosfere.
Papaveri, C. Monet, 1873

Monet in questo dipinto diluisce i contorni e costruisce una ritmica colorata a
partire dall'evocazione dei papaveri, attraverso pennellate il cui enorme formato, in
primo piano, mostra la rilevanza che l'artista concede all'impressione visiva.
La montagne di Saint Victorie, Cézanne, 1904-1906

Questa montagna, che domina il paesaggio, viene rappresentata moltissime volte
dall’artista; essa diviene via via sempre meno definita nei contorni e la campagna
coltivata con gli alberi e le case viene progressivamente ricostruita solo con ampie
pennellate di colore in forme essenziali, quasi geometriche.
Saint Tropez, P. Signac, 1905

Con l’avvento del puntinismo e la costruzione meticolosa dei dipinti punto per
punto, decade la pratica della pittura en plein air, tipica degli Impressionisti. Il
paesaggio diventa il pretesto per usare scientificamente il colore.
Donne e cavallo bianco, P. Gauguin, 1903

I paesaggi indigeni di Gauguin ritraggono la purezza dell’ambiente incontaminato
e la semplicità della vita a contatto con la natura. La sua pittura bidimensionale e i
colori usati puri esprimono la felicitò di vivere in armonia con la natura
Campo di grano, V. Gogh, 1890

La pittura di V. Gogh è strettamente legata alle sue sofferte vicissitudini umane.
L’artista ricrea il paesaggio provenzale attraverso un’interpretazione naturalistica
che esprime il suo amore per la natura e manifesta il suo desiderio di conoscere la
realtà e di immedesimarsi con essa in intima armonia, rivelando il suo stato
d’animo spesso tormentato
Notte stellata, 1889

In questo dipinto, l’artista esprime in tutta la sua virulenza la sua personalità
disturbata. Gli alberi assumono le stesse fattezze delle fiamme mentre il cielo e le
stelle volteggiano in una visione cosmica
Campo di grano con volo di corvi,1890

E’ un paesaggio interiore. Un paesaggio fatto di solitudine e disperazione. In questa tela vi è
racchiusa non solo la tragica esistenza del pittore ma tutta la sua vibrante tecnica esecutiva. Il
quadro è realizzato con pochi colori fondamentali. Su una preparazione rossa, traccia dei segni
gialli per indicare il grano, altri segni verdi e rossi per indicare le strade che attraversano i campi. Il
cielo è di un blu cobalto cupo ed innaturale. Un cielo pesante ed oppressivo. Pochi tratteggi neri
raffigurano un volo di corvi. La loro è una presenza inquietante. Il tutto è realizzato con una mirabile
sintesi di colore, materia, gesto, segno, portati ad un livello massimo di esplosione drammatica.
«Il campo di grano con volo di corvi» è la più grande sinfonia coloristica mai realizzata sul dolore di
vivere.
Il ponte di Charing Cross a Londra, A. Derain, 1906

L’artista dipinge questo paesaggio urbano con colori di pura fantasia. Derain voleva
sentirsi libero di “urlare con il colore” come in una giungla…..il risultato è un
paesaggio reinventato dall’artista, eseguito con larghe pennellate pastose e libere.
Quattro Alberi, E. Schiele, 1917

Il paesaggio è rappresentato attraverso linee dure e nervose con pennellate
“liquide”; prevale la deformazione della realtà, in questo modo l’artista accentua i
valori emozionali ed espressivi.
Fabbrica a Horta de Ebro, 1909, P. Picasso

Nascono i primi paesaggi cubisti. Sono ancora evidenti i volumi e la prospettiva, non nel
senso tradizionale della convergenza illusoria verso il punto di fuga, ma come visualizzazione
della conoscenza mentale della realtà.
Picasso rende una realtà solida e ordinata, che egli cerca di “capire” attraverso la “forma”,
perché è questa che distingue il significato di un oggetto da quello di un altro. In questa fase
il colore ha poca importanza, si limita a pochi toni, per lo più bruni.
Paesaggio più volo di uccelli, 1925, G.Balla

Gli artisti futuristi hanno voluto esaltare il progresso tecnico, rifiutando il culto del passato e la
tradizione accademica. In questo dipinto Balla realizza un paesaggio caratterizzato da un
complesso incastro di profili curvilinei e dal predominio di tonalità fredde e anti-naturalistiche.
L’andamento ritmico della composizione è rafforzato dal rispetto del principio per cui ad ogni
interferenza di forma corrisponde una differenziazione di colore.
Paesaggio, 1913, G. Balla
La pioggia, 1911, M. Chagall

Immagini poetiche che ricordano l’infanzia in Russia dell’artista e la tradizione della
sua origine ebraica: il passato è reinventato nel sogno e il ricordo è illuminato dalla
fantasia. Nelle opere di Chagall tutto è possibile: uomini e animali che volano e
figure che riempiono di magia i suoi dipinti.
Paesaggio estivo, 1909, Kandinsky

Kandinsky in questo paesaggio rappresenta un pendio montano, lungo il quale
scorre una fila di case, mentre sullo sfondo vediamo i rilievi e il cielo. I colori sono
accesi, quasi violenti e le forme semplificate. Al pittore non interessa riprodurre in
modo realistico la case, ma l’emozione che prova guardandole, cercando poi di
trasmetterla all’osservatore.
Paesaggio con macchie rosse n.2, 1913, Kandinsky

Dal 1908 Kandinsky soggiorna spesso nella cittadina di Murnau nell’alta Baviera.
Pochi sono ancora i connotati reali che compaiono nel paesaggio (il campanile è
trasformato in una misteriosa forma allungata che sembra spingersi oltre il margine
della tela), questo è trasformato in una visione emotiva e spirituale. Il colore,
liberato dalla sua funzione descrittiva, esprime una particolare forza evocativa, una
“risonanza interiore”
Paesaggio di Tunisi, P. Klee

In questo paesaggio, le forme della realtà sono semplificate, l’elemento
predominante è il colore; l’artista rimane affascinato dalla luce dei paesaggi tunisini,
che egli compone su griglie geometriche o fasce, in cui inserisce scacchiere di
colori luminosi, densi e opachi o, come in questo caso, in velature trasparenti.
Un giardino per Orpheus 1 P. Klee
Il mattino nel villaggio dopo una nevicata, 1912,
K. Malevic

L’artista rappresenta l’atmosfera suggestiva di un paesaggio con neve. Tutto è
stato stilizzato in forme geometriche, i volumi delle case, i cumuli di neve e le
persone sono rappresentate con forme cilindriche, sferiche o coniche. Questa
atmosfera irreale è resa anche dalla presenza di alcuni colori insoliti: i rossi, i
bianchi e le sfumature metalliche.
Gli alberi di Mondrian: il processo verso l’astrazione

L’albero rosso, realizzato intorno al 1909 , mostra come il pittore realizza il tema in modo
descrittivo: della pianta si riconoscono perfettamente il tronco e i rami. Nell’albero argentato del
1911 semplifica le forme e rende l’albero schematico, ai limiti della riconoscibilità. Con il melo
in fiore, dipinto intorno al 1912, l’albero è rappresentato in forme essenziali. Ormai il soggetto è
irriconoscibile, perché ogni elemento naturalistico è stato eliminato, sostituito da linee e colori
astratti. Osservando il processo che ha portato l’artista a questo risultato, si comprende come
le forme astratte siano nate da una ricerca progressiva e sistematica. Una ricerca che ha
come obiettivo il distacco dall’immagine descrittiva.
Torre rossa, 1913 G. De Chirico

L’opera fa parte di quella serie di dipinti metafisici di De Chirico che hanno per
soggetto piazze trasformate in scenari vuoti e silenziosi, paesaggi estranianti che
mostrano, come scrive lo stesso pittore, l’altro aspetto del reale, quello “spettrale o
metafisico che non possono vedere che rari individui in momenti di chiaroveggenza
e di astrazione metafisica”.
La persistenza della memoria, 1913, Salvador Dalì

In questo dipinto l’artista dispone immagini tratte dal mondo reale, ma disposte e
realizzate in modo paradossale e inconsueto. E’ il mondo del Surrealismo,
inquietante e ambiguo e ci comunica un senso di assurdo. L’artista non ci dà la
chiave per interpretare il suo enigma, il significato dell’opera può essere celato nel
titolo, in un’immagine nascosta o nella relazione tra le figure rappresentate. In molti
casi rimarrà misterioso e incomprensibile.
L’Europa dopo la pioggia II, 1940/42, Max Ernst

L’opera fu realizzata da Ernst poco tempo dopo la sua liberazione da un campo per
disertori, durante il secondo conflitto mondiale. Ernst crea un mondo inanimato, una
foresta pietrificata, paradossale perché ci appare sotto un’atmosfera cristallina e
trasparente. La pioggia può essere letta da un lato come una metafora dei
bombardamenti, da un altro come un evento purificatore; e ormai, dopo la pioggia,
si è annullata la separazione tra i regni animale, vegetale e minerale. Siamo in
presenza di un’opera Surrealista
Foresta incantata, 1947, J. Pollock

J. Pollock, uno degli artisti più originali e
importanti d’America, definì la sua pittura “action
painting” pittura d’azione). Egli metteva le tele per
terra e con una tecnica particolare, il dripping,
dall’alto vi lasciava sgocciolare sopra il colore.
“Quel che ne nasce è un caotico labirinto di segni
e colore all'interno del quale è lecito che ciascuno
immagini ciò che più desidera o, al contrario, che
più teme”.
Il paesaggio tra arte e letteratura

Gli alberi ormai spogli non nascondevano più la vista del
terreno; era tutto un uniforme susseguirsi di tronchi nudi e
di campi brulli. Anche i colori dei colli erano spenti:
violaceo dei castagni, marrone delle siepi e dei filari,
bruno della terra arata.
C. Cassola
Immagini per comunicare
poesie per immaginare
L’infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo
mare.
G.Leopardi
Parole e immagini, natura in movimento

La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar….

Da San Martino di G. Carducci

Gli scogli di Belle-Ile, c. Monet 1886
Immagini e parole
Impressioni ed espressioni
Che fai tu, luna, in
ciel?Dimmi, che fai,
silenziosa luna?
G. Leopardi

Da "Canto notturno di un pastore errante
dell'Asia"
(1829-1830)
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Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
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Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
E. Montale
Dalle parole alle immagini
Il bosco in autunno
Il bosco in autunno è il trionfo dei colori. Nel tetto verde degli alberi, si sono
Infiltrati il giallo, il rosso, l’arancione, il violetto. I pioppi, che circondano lo
stagno, seminano una moltitudine di foglie gialle, simili a monete d’oro
abbandonate sul muschio di velluto scuro. E’ il momento in cui compaiono i
funghi; essi spuntano tutti insieme. Ecco il porcino con il cappello color tonaca
di cappuccino con il grosso piede color avorio; ecco il gallinaccio con il
collaretto color arancione tutto piegoline, come le cuffie delle contadine antiche;
Ecco l’ovolaccio con il suo ombrello da fiera, vermiglio, punteggiato di lacrime
bianche; e ancora il prataiolo con il parasole chiaro di vecchia signora.
M. Roland
Proposta operativa:
1.
rappresenta il bosco in modo realistico ( forme e colori)
2.
rappresenta il bosco in modo astratto (andamenti e colori)
3.
Rappresenta il bosco in modo surreale (idea di spaesamento)
Dalle parole alle immagini
Inverno pittore

E’ straordinario pensare a quale varietà di colori ben distinti possa offrirci l’inverno,
potendo usare di così poche tinte…….. La limpidezza e la purezza
particolarissima dei colori rappresentano probabilmente il fascino maggiore di
una bella passeggiata invernale. C’è il rosso del cielo al tramonto…….. C’è
l’azzurro del cielo, e dei riflessi dell’acqua, e del ghiaccio e delle ombre sulla neve
fresca……. Il verde dei sempreverdi e delle acque quando scende la sera.
L’arancione del cielo al tramonto.
H. D. Thoreau

1.

2.

Proposta operativa:
rappresenta il bosco in modo realistico ( forme e colori)
rappresenta il bosco in modo astratto (andamenti e colori)
Dalle immagini alle parole: “L’inverno”
di Pietro Bruegel il Vecchio ( 1520 – 1569)

Proposta operativa:
1.
Componi un testo che racconti le immagini
2.
Crea una composizione astratta usando i colori dell’inverno

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Il paesaggio

  • 1. Il paesaggio nell’arte e nella letteratura tra Ottocento e Novecento A cura della prof.ssa Giovanna Cancian
  • 2. Da sempre il paesaggio e i suoi elementi sono stati fonte d’interesse e d’ispirazione per artisti e poeti; tante e diverse dunque, sono le interpretazioni: descrittive e realistiche, poetiche ed espressive
  • 3. La pittura di paesaggio come genere autonomo nasce nel Cinquecento per affermarsi poi nel Seicento, ma già nel Trecento con Giotto troviamo la presenza del paesaggio; ne è un esempio significativo la scena del “Compianto sul Cristo Morto”. Sempre nello stesso periodo, troviamo il paesaggio, urbano e naturalistico, nell’opera: “ Effetti del Buon e Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti.
  • 4. Compianto su Cristo morto La scena si svolge nello spazio reale del paesaggio, con il cielo azzurro, le rocce e gli alberi: anche il paesaggio stesso partecipa al dolore dei personaggi, la montagna è brulla, l’albero spoglio. In questo caso il paesaggio assume un significato simbolico.
  • 5. Effetti del buon Governo nella città e nella campagna, 1338/1340, Ambrogio Lorenzetti Lorenzetti illustra come in una favola la città di Siena ed il territorio circostante. Per la prima volta il paesaggio non fa solo da sfondo, ma è riprodotta la città con le sue vie, le botteghe, il popolo indaffarato. A destra è rappresentata la campagna, dove i contadini sono intenti nel lavoro dei campi. Non viene raffigurata una stagione precisa, ma l’attività dell’uomo in campagna durante tutto l’anno.
  • 6. Il corteo dei Magi di Benozzo Gozzo,1459/1462 Il corteo si snoda lungo un paesaggio florido e vario, tra piante, fiori e animali anche esotici
  • 7. La Vergine delle rocce, Leonardo da Vinci, 1483/1486 Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio fantastico che crea attorno alle figure una vasta penombra, sfumata verso una luminosità lontana. Leonardo riesce a dare l’illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle sue osservazioni sull’atmosfera e definendo lo spazio con l’uso della prospettiva aerea: maggiore è la distanza, minore deve essere la nitidezza dell’oggetto da rappresentare. Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato, il paesaggio in lontananza si perde invece nella foschia.
  • 8. La tempesta, Giorgione, 1505/1508 ca Gli elementi del paesaggio sono semplificati, non sono riprodotti in modo realistico; il bagliore del lampo, riflesso sulle nuvole, sugli alberi e sulle mura, testimonia l’interesse del pittore per gli effetti della luce.
  • 9. Il ritorno del Bucintoro al molo, nel giorno dell’Ascensione, Canaletto, 1729 Nel Settecento si sviluppò l’interesse per la rappresentazione di paesaggi e “vedute” di angoli di città di particolare bellezza. Emerge la precisione prospettica, gli aspetti caratteristici dell’ambiente sono ritratti con un’analisi della luce, delle condizioni atmosferiche e con una resa dei particolari da far pensare alla esattezza fotografica.
  • 10. Capriccio con rovine classiche, Canaletto, 1723 Nella pittura di paesaggio il capriccio e' la combinazione di elementi architettonici o naturali che non si trovano nella realtà, ma che vengono abbinati in modo immaginario dal pittore.
  • 11. Albero con corvi,1822, G. Friedrich Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar. Da San Martino del Carducci Il paesaggio è considerato uno sfondo su cui rappresentare emozioni, passioni, sogni. Un crepuscolo, un albero secco, uno stormo di uccelli sono elementi naturali che nel contesto comunicano tristezza e invogliano alla meditazione
  • 12. Paesaggio invernale con chiesa G. Friedrich, 1811 La pittura nel Romanticismo vuole esprimere i sentimenti e le inquietudini dell’animo umano. La natura selvaggia e misteriosa, in cui avventurarsi e forse perdersi, diviene uno dei temi più rappresentativi perché evoca il senso di solitudine e di piccolezza dell’uomo, la malinconia e il bisogno di elevare l’animo verso l’infinito In quest’opera di Friedrich, viene rappresentato un viandante che, nel mezzo del suo pellegrinaggio, si ferma dinnanzi ad una crocifisso per pregare. Viene dunque trattato il tema religioso e della grandezza della natura, in pieno stile romantico
  • 13. Monaco in riva al mare, G. Friedrich, 1808/1810 L’opera mostra un paesaggio simbolico in cui la rappresentazione della natura non è più fine a stessa, ma si carica di significati complessi; l’artista, in questo quadro, immerge la figura del monaco in un paesaggio dominato dal blu del cielo e del mare. L’uomo immerso nella natura, solo e sospeso tra desiderio e angoscia di fronte all’infinito: è proprio questo che il filosofo tedesco Immanuel Kant definisce nella Critica del giudizio come il sentimento del sublime.
  • 14. Tempesta di neve, W. Turner, 1812 La forza terribile e oscura della natura sembra rendere tutto più instabile e transitorio, come, appunto, il destino dell'uomo. Con questa suggestione, restituita attraverso una sorta di polverizzazione dell'immagine per mezzo di effetti luminosi, Turner anticipa la maniera degli Impressionisti.
  • 15. Il mulino di Flatford, Constable, 1817 Fra i maggiori pittori inglesi di paesaggio, Constable rappresenta spesso la campagna; la natura incontaminata è resa nei dettagli della vegetazione e dominata dalla vastità del cielo, l’elemento che maggiormente affascina il pittore
  • 16. Soleil levant, C. Monet,1873 La rappresentazione di paesaggio è uno dei temi prediletti dagli Impressionisti, attenti ai cambiamenti di luce e colore; il soggetto non è più importante, la bellezza del dipinto non dipende da che cosa si rappresenta, ma da come lo si realizza. Pennellate veloci colgono così vibranti atmosfere.
  • 17. Papaveri, C. Monet, 1873 Monet in questo dipinto diluisce i contorni e costruisce una ritmica colorata a partire dall'evocazione dei papaveri, attraverso pennellate il cui enorme formato, in primo piano, mostra la rilevanza che l'artista concede all'impressione visiva.
  • 18. La montagne di Saint Victorie, Cézanne, 1904-1906 Questa montagna, che domina il paesaggio, viene rappresentata moltissime volte dall’artista; essa diviene via via sempre meno definita nei contorni e la campagna coltivata con gli alberi e le case viene progressivamente ricostruita solo con ampie pennellate di colore in forme essenziali, quasi geometriche.
  • 19. Saint Tropez, P. Signac, 1905 Con l’avvento del puntinismo e la costruzione meticolosa dei dipinti punto per punto, decade la pratica della pittura en plein air, tipica degli Impressionisti. Il paesaggio diventa il pretesto per usare scientificamente il colore.
  • 20. Donne e cavallo bianco, P. Gauguin, 1903 I paesaggi indigeni di Gauguin ritraggono la purezza dell’ambiente incontaminato e la semplicità della vita a contatto con la natura. La sua pittura bidimensionale e i colori usati puri esprimono la felicitò di vivere in armonia con la natura
  • 21. Campo di grano, V. Gogh, 1890 La pittura di V. Gogh è strettamente legata alle sue sofferte vicissitudini umane. L’artista ricrea il paesaggio provenzale attraverso un’interpretazione naturalistica che esprime il suo amore per la natura e manifesta il suo desiderio di conoscere la realtà e di immedesimarsi con essa in intima armonia, rivelando il suo stato d’animo spesso tormentato
  • 22. Notte stellata, 1889 In questo dipinto, l’artista esprime in tutta la sua virulenza la sua personalità disturbata. Gli alberi assumono le stesse fattezze delle fiamme mentre il cielo e le stelle volteggiano in una visione cosmica
  • 23. Campo di grano con volo di corvi,1890 E’ un paesaggio interiore. Un paesaggio fatto di solitudine e disperazione. In questa tela vi è racchiusa non solo la tragica esistenza del pittore ma tutta la sua vibrante tecnica esecutiva. Il quadro è realizzato con pochi colori fondamentali. Su una preparazione rossa, traccia dei segni gialli per indicare il grano, altri segni verdi e rossi per indicare le strade che attraversano i campi. Il cielo è di un blu cobalto cupo ed innaturale. Un cielo pesante ed oppressivo. Pochi tratteggi neri raffigurano un volo di corvi. La loro è una presenza inquietante. Il tutto è realizzato con una mirabile sintesi di colore, materia, gesto, segno, portati ad un livello massimo di esplosione drammatica. «Il campo di grano con volo di corvi» è la più grande sinfonia coloristica mai realizzata sul dolore di vivere.
  • 24. Il ponte di Charing Cross a Londra, A. Derain, 1906 L’artista dipinge questo paesaggio urbano con colori di pura fantasia. Derain voleva sentirsi libero di “urlare con il colore” come in una giungla…..il risultato è un paesaggio reinventato dall’artista, eseguito con larghe pennellate pastose e libere.
  • 25. Quattro Alberi, E. Schiele, 1917 Il paesaggio è rappresentato attraverso linee dure e nervose con pennellate “liquide”; prevale la deformazione della realtà, in questo modo l’artista accentua i valori emozionali ed espressivi.
  • 26. Fabbrica a Horta de Ebro, 1909, P. Picasso Nascono i primi paesaggi cubisti. Sono ancora evidenti i volumi e la prospettiva, non nel senso tradizionale della convergenza illusoria verso il punto di fuga, ma come visualizzazione della conoscenza mentale della realtà. Picasso rende una realtà solida e ordinata, che egli cerca di “capire” attraverso la “forma”, perché è questa che distingue il significato di un oggetto da quello di un altro. In questa fase il colore ha poca importanza, si limita a pochi toni, per lo più bruni.
  • 27. Paesaggio più volo di uccelli, 1925, G.Balla Gli artisti futuristi hanno voluto esaltare il progresso tecnico, rifiutando il culto del passato e la tradizione accademica. In questo dipinto Balla realizza un paesaggio caratterizzato da un complesso incastro di profili curvilinei e dal predominio di tonalità fredde e anti-naturalistiche. L’andamento ritmico della composizione è rafforzato dal rispetto del principio per cui ad ogni interferenza di forma corrisponde una differenziazione di colore.
  • 29. La pioggia, 1911, M. Chagall Immagini poetiche che ricordano l’infanzia in Russia dell’artista e la tradizione della sua origine ebraica: il passato è reinventato nel sogno e il ricordo è illuminato dalla fantasia. Nelle opere di Chagall tutto è possibile: uomini e animali che volano e figure che riempiono di magia i suoi dipinti.
  • 30. Paesaggio estivo, 1909, Kandinsky Kandinsky in questo paesaggio rappresenta un pendio montano, lungo il quale scorre una fila di case, mentre sullo sfondo vediamo i rilievi e il cielo. I colori sono accesi, quasi violenti e le forme semplificate. Al pittore non interessa riprodurre in modo realistico la case, ma l’emozione che prova guardandole, cercando poi di trasmetterla all’osservatore.
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  • 33. Paesaggio con macchie rosse n.2, 1913, Kandinsky Dal 1908 Kandinsky soggiorna spesso nella cittadina di Murnau nell’alta Baviera. Pochi sono ancora i connotati reali che compaiono nel paesaggio (il campanile è trasformato in una misteriosa forma allungata che sembra spingersi oltre il margine della tela), questo è trasformato in una visione emotiva e spirituale. Il colore, liberato dalla sua funzione descrittiva, esprime una particolare forza evocativa, una “risonanza interiore”
  • 34. Paesaggio di Tunisi, P. Klee In questo paesaggio, le forme della realtà sono semplificate, l’elemento predominante è il colore; l’artista rimane affascinato dalla luce dei paesaggi tunisini, che egli compone su griglie geometriche o fasce, in cui inserisce scacchiere di colori luminosi, densi e opachi o, come in questo caso, in velature trasparenti.
  • 35. Un giardino per Orpheus 1 P. Klee
  • 36. Il mattino nel villaggio dopo una nevicata, 1912, K. Malevic L’artista rappresenta l’atmosfera suggestiva di un paesaggio con neve. Tutto è stato stilizzato in forme geometriche, i volumi delle case, i cumuli di neve e le persone sono rappresentate con forme cilindriche, sferiche o coniche. Questa atmosfera irreale è resa anche dalla presenza di alcuni colori insoliti: i rossi, i bianchi e le sfumature metalliche.
  • 37. Gli alberi di Mondrian: il processo verso l’astrazione L’albero rosso, realizzato intorno al 1909 , mostra come il pittore realizza il tema in modo descrittivo: della pianta si riconoscono perfettamente il tronco e i rami. Nell’albero argentato del 1911 semplifica le forme e rende l’albero schematico, ai limiti della riconoscibilità. Con il melo in fiore, dipinto intorno al 1912, l’albero è rappresentato in forme essenziali. Ormai il soggetto è irriconoscibile, perché ogni elemento naturalistico è stato eliminato, sostituito da linee e colori astratti. Osservando il processo che ha portato l’artista a questo risultato, si comprende come le forme astratte siano nate da una ricerca progressiva e sistematica. Una ricerca che ha come obiettivo il distacco dall’immagine descrittiva.
  • 38. Torre rossa, 1913 G. De Chirico L’opera fa parte di quella serie di dipinti metafisici di De Chirico che hanno per soggetto piazze trasformate in scenari vuoti e silenziosi, paesaggi estranianti che mostrano, come scrive lo stesso pittore, l’altro aspetto del reale, quello “spettrale o metafisico che non possono vedere che rari individui in momenti di chiaroveggenza e di astrazione metafisica”.
  • 39. La persistenza della memoria, 1913, Salvador Dalì In questo dipinto l’artista dispone immagini tratte dal mondo reale, ma disposte e realizzate in modo paradossale e inconsueto. E’ il mondo del Surrealismo, inquietante e ambiguo e ci comunica un senso di assurdo. L’artista non ci dà la chiave per interpretare il suo enigma, il significato dell’opera può essere celato nel titolo, in un’immagine nascosta o nella relazione tra le figure rappresentate. In molti casi rimarrà misterioso e incomprensibile.
  • 40. L’Europa dopo la pioggia II, 1940/42, Max Ernst L’opera fu realizzata da Ernst poco tempo dopo la sua liberazione da un campo per disertori, durante il secondo conflitto mondiale. Ernst crea un mondo inanimato, una foresta pietrificata, paradossale perché ci appare sotto un’atmosfera cristallina e trasparente. La pioggia può essere letta da un lato come una metafora dei bombardamenti, da un altro come un evento purificatore; e ormai, dopo la pioggia, si è annullata la separazione tra i regni animale, vegetale e minerale. Siamo in presenza di un’opera Surrealista
  • 41. Foresta incantata, 1947, J. Pollock J. Pollock, uno degli artisti più originali e importanti d’America, definì la sua pittura “action painting” pittura d’azione). Egli metteva le tele per terra e con una tecnica particolare, il dripping, dall’alto vi lasciava sgocciolare sopra il colore. “Quel che ne nasce è un caotico labirinto di segni e colore all'interno del quale è lecito che ciascuno immagini ciò che più desidera o, al contrario, che più teme”.
  • 42. Il paesaggio tra arte e letteratura Gli alberi ormai spogli non nascondevano più la vista del terreno; era tutto un uniforme susseguirsi di tronchi nudi e di campi brulli. Anche i colori dei colli erano spenti: violaceo dei castagni, marrone delle siepi e dei filari, bruno della terra arata. C. Cassola
  • 43. Immagini per comunicare poesie per immaginare L’infinito Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. G.Leopardi
  • 44. Parole e immagini, natura in movimento La nebbia agli irti colli Piovigginando sale E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar…. Da San Martino di G. Carducci Gli scogli di Belle-Ile, c. Monet 1886
  • 45. Immagini e parole Impressioni ed espressioni Che fai tu, luna, in ciel?Dimmi, che fai, silenziosa luna? G. Leopardi Da "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" (1829-1830)
  • 46. Immagini e parole, immagini solari Meriggiare pallido e assorto Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. E. Montale
  • 47. Dalle parole alle immagini Il bosco in autunno Il bosco in autunno è il trionfo dei colori. Nel tetto verde degli alberi, si sono Infiltrati il giallo, il rosso, l’arancione, il violetto. I pioppi, che circondano lo stagno, seminano una moltitudine di foglie gialle, simili a monete d’oro abbandonate sul muschio di velluto scuro. E’ il momento in cui compaiono i funghi; essi spuntano tutti insieme. Ecco il porcino con il cappello color tonaca di cappuccino con il grosso piede color avorio; ecco il gallinaccio con il collaretto color arancione tutto piegoline, come le cuffie delle contadine antiche; Ecco l’ovolaccio con il suo ombrello da fiera, vermiglio, punteggiato di lacrime bianche; e ancora il prataiolo con il parasole chiaro di vecchia signora. M. Roland Proposta operativa: 1. rappresenta il bosco in modo realistico ( forme e colori) 2. rappresenta il bosco in modo astratto (andamenti e colori) 3. Rappresenta il bosco in modo surreale (idea di spaesamento)
  • 48. Dalle parole alle immagini Inverno pittore E’ straordinario pensare a quale varietà di colori ben distinti possa offrirci l’inverno, potendo usare di così poche tinte…….. La limpidezza e la purezza particolarissima dei colori rappresentano probabilmente il fascino maggiore di una bella passeggiata invernale. C’è il rosso del cielo al tramonto…….. C’è l’azzurro del cielo, e dei riflessi dell’acqua, e del ghiaccio e delle ombre sulla neve fresca……. Il verde dei sempreverdi e delle acque quando scende la sera. L’arancione del cielo al tramonto. H. D. Thoreau 1. 2. Proposta operativa: rappresenta il bosco in modo realistico ( forme e colori) rappresenta il bosco in modo astratto (andamenti e colori)
  • 49. Dalle immagini alle parole: “L’inverno” di Pietro Bruegel il Vecchio ( 1520 – 1569) Proposta operativa: 1. Componi un testo che racconti le immagini 2. Crea una composizione astratta usando i colori dell’inverno