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Arte autori
MAGRITTE - MIRO’ - DALI’
IL SURREALISMO
1924-1960
Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di
Púbol (Figueres 1904 – 1989)
SALVADOR DALI’
PERSISTENZA DELLA MEMORIA - 1931
Il tempo, inteso nella razionale successione di istanti
meccanicamente determinati, viene messo in crisi dalla
memoria umana, che del tempo ha una percezione che,
in fondo, non è tanto razionale. La dilatazione o la
contrazione del senso del tempo è una caratteristica
che dipende dalla singola individualità, ma è sensazione
certamente universale quella di avvertire lo scorrere
del tempo secondo metri assolutamente personali.
Il tempo, inteso nella razionale successione di
istanti meccanicamente determinati, viene messo
in crisi dalla memoria, che del tempo ha una
percezione, in fondo, non tanto razionale. La
dilatazione o la contrazione del senso del tempo è
una caratteristica che dipende dalla singola
individualità, ma è sensazione certamente
universale quella di avvertire lo scorrere del tempo
secondo metri assolutamente personali.
Apparizione di un volto e di una fruttiera su una spiaggia - 1938
Quattro sono le composizioni presenti nel dipinto: un cane, un volto, una
natura morta rappresentata da una fruttiera su un tavolo ed infine un
paesaggio nel quale sono riconoscibili altre storie.
Queste immagini erano uno dei prodotti del metodo
paranoico-critico.
METAFORFOSI VISIVA
L’immagine della donna
smontabile, che rivela il
suo interno a cassetti, la
donna stipo, priva di volto
e di identità esteriore, che
si scompone in
protuberanze sorrette da
stampelle, è un’idea nata
dalla riflessione sul valore
delle teorie psicanalitiche
di Freud
LA GIRAFFA INFUOCATA - 1937
Sogno causato dal volo di un’ape - 1944
Il momento del dolore avvenne
quindi in un istante di
incoscienza, e produsse quindi
una serie di sensazioni
ingigantite dalla mancanza
momentanea della coscienza di
quanto stava avvenendo.
L’immagine è una simultanea:
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sta per trafiggere il braccia
della donna nuda (la bellezza
indifesa), l’istante del dolore è
invece rappresentato
dall’irrompere di allucinazioni
quali le tigri inferocite che
fuoriescono dalla bocca di un
pesce che sorge da un
melograno (simbolo di fertilità).
L’elefante, con l’obelisco sulla
groppa, e con le gambe di
insetto, rappresenta la forza
dell’intelletto necessaria a
reggere una solida sapienza
(citazione dall’opera del Bernini
in piazza della Minerva).
Cristo di San Giovanni della Croce - 1951
In Europa scoppia la seconda guerra
mondiale e Dalí si trasferisce negli Stati
Uniti, dove vivrà per otto anni,
riavvicinandosi al Cattolicesimo.
È il periodo della riscoperta del
rinascimento italiano e di avvicinamento
al misticismo religioso. In questa tela,
l’effetto spettacolare è dato dalla insolita
prospettiva in cui situa il crocefisso, visto
con uno scorcio ardito dall’alto verso il
basso. Questa prospettiva, memore
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Mantegna, cambia improvvisamente
direzione nella parte inferiore, per dar
luogo ad una veduta paesaggistica
occupata da un lago con una barca e dei
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due livelli sovrapposti che rappresentano
lo spazio celeste e quello terreno, è
citazione di artisti rinascimentali quali
Pietro Perugino e Raffaello.
Disintegrazione della persistenza della memoria- 1952
A partire dal 1951 tornò a
vivere nella sua Catalogna.
La scelta di vivere in
Spagna, mentre questa era
ancora governata da
Franco, gli attirò critiche da
parte dei progressisti e da
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In questa parte della sua
carriera Dalí non si limita
ad esprimersi con la
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ed è tra i primi artisti a
servirsi di olografie. Molte
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comprendono illusioni
ottiche.
DESTINO
Collaborò anche alla
produzione di un cartone
animato della Disney,
intitolato Destino. Il film,
completato solo nel 2003
da Baker Bloodworth e
Roy Disney, contiene
immagini oniriche di strani,
che interagisce con scene
e figure tipiche
dell'opera di Dalí.
Gala Éluard Dalí 
nata Elena Dmitrievna D’jakonova 
(Kazan‘ 1894 – Portlligat 1982)
MUSEO DALI’
Nel 1960 Dalí inizia a
lavorare al Teatro-Museo
Dalí nella cittadina natale
di Figueres; si tratta del
suo progetto più grande e
richiede la maggior parte
delle sue energie fino al
1974. Continuerà poi a fare
altre occasionali aggiunte
fino alla metà degli anni
ottanta. In questo periodo
Dalì si occupa tra le altre
cose anche di Arte
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Museo Dalì - Figueres
La prima vera esposizione pubblica la tenne nel 1919 al Teatro Municipale di
Figueres, lo stesso luogo che oggi ospita la sua tomba e il secondo museo
più visitato della Spagna.
Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di
essere Salvador Dalí !
René MagritteIl rapporto tra linguaggio ed immagine,
ovvero tra rappresentazioni logiche ed analogiche
1898 –1967
Tra il 1925 e il 1936 Magritte porta alla
elabora quelle immagini che
saranno caratteristiche ed
emblematiche del suo pensiero e
dei suoi interrogativi davanti alla
realtà per lui assolutamente
enigmatica: il cavaliere, i sonagli,
l'uomo con la bombetta, il corpo
femminile.
Alla base del suo pensiero ci sono tre
relazioni logiche date per scontate
che lui mette in discussione: la
relazione tra oggetto reale e cosa
rappresentata, tra linguaggio
iconico e linguaggio verbale e tra
realtà e linguaggio.
Gli amanti
1928
“Il compito dell'artista, secondo Magritte, doveva essere quello di creare apparizioni che rivelino il
mistero assoluto. Senza mistero, nulla davvero esiste. Il mistero è ciò che deve esistere affinchè la
realtà sia possibile.”
Uno dei meccanismi utilizzati da Magritte, per giungere alla rappresentazione
surreale, è quello di coprire il volto dei personaggi ritratti per celarne l’identità.
Ai volti sovrappone delle colombe, a volte delle mele.
Magritte provoca continuamente lo spettatore con accostamenti spiazzanti,
sintesi tra immagini differenti, titoli insoliti che non sono spiegazione del quadro
ma che toccano corde interne della coscienza di ciascuno. Ci si trova quasi a
disagio, in bilico e nel dubbio davanti ad ogni immagine e ad ogni parola, spinti
ad interrogativi profondi sul rapporto tra noi uomini moderni e il mondo esterno
con la sua solitudine, sulla libertà del pensiero e sul confronto tra sogno e realtà.
Valori personali
L'amore dell'ignoto equivale all'amore
della banalità: conoscere e pervenire a
una conoscenza banale; agire è cercare
la banalità dei sentimenti e delle
sensazioni. Nessuna associazione di
cose rivela mai che cosa possa riunire
tali cose diverse: nessuna cosa rivela
mai che cosa può farla apparire allo
spirito. La banalità comune a tutte le
cose è il mistero." In quest'opera è
rappresenta una banale mela che rivela
la sua esistenza occupando tutta la
stanza, l'attenzione sul carattere
claustrofobico dell'immagine...La stanza
non ha lo spazio per nient'altro; non è
possibile entrarvi. La mela è un'
invasore, una forza militare
d'occupazione, un occupante a tutti i
costi. Abbiamo subito una perdita di
spazio. La mela...non solo occupa lo
spazio del quadro ma si spinge anche
nel nostro spazio, come se minacciasse
un assalto". Il titolo, però, allude al
tentativo di rendere visibile il suono, e
la sua capacità di propagarsi
riempiendo lo spazio.
La camera d'ascolto 1958
Nel quadro, dice lo stesso
Magritte, «sono
rappresentate le cose di
cui ho avuto l'idea ossia,
esattamente, un paesaggio
notturno e un cielo come
lo vediamo di giorno.
Questa evocazione della
notte e del giorno mi
sembra dotata del potere
di sorprenderci e di
incantarci. Questo potere
io lo chiamo poesia»
L’impero delle luci
Riproduzione vietata -1937
Un uomo, si guarda allo specchio.
Lo specchio però non riflette il
suo volto ma la sua nuca. In
pratica è come si vedesse la
sua nuca due volte: una
mentre si specchia e l'altra
riflessa nello specchio. C'è un
altro solo particolare che si
riflette ed è un libro. L'opera
riflessa nello specchio è
un romanzo di Edgar Allan
Poe: Le avventure di Gordon
Pym il cui protagonista si
spinge fino alla fine del mondo
e, in un finale senza
conclusione, ha una visione del
tutto enigmatica e ai confini tra
reale e immaginario. Il libro
però è riflesso, l'uomo no.
In quest'opera l'artista da vita alla sua
amata Georgette e non dipinge la
copia fedele al modello ma il modello
stesso. Un tentativo possibile solo in
pittura, dove Magritte stesso diventa
un'immagine di quello che dipinge.
Oltre alle capacità mimetiche della
pittura, che sono visibili in
quest'opera, si fa anche riferimento al
rapporto tra un mondo in cui
viviamo(la realtà), ed un mondo che
prende vita con la
pittura(l'immagine).
Qui è il modello che cerca di
somigliare all'immagine, la quale ha
una vita autonoma e nel «mondo
dell'immagine» un pittore può
realmente dipingere la donna che
ama. L’accostamento al mito di
Pigmalione e Galatea è d’obbligo:
Ovidio (Le metamorfosi, X, 243-297)
Tentativo impossibile 1928
Seguono alcune citazioni di
Magritte,
accompagnate
da una breve selezione
di pubblicità
ispirate alle sue opere.
«Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere
felici non è fortuna: è arte allo stato puro».
«Le immagini vanno viste quali sono,
amo le immagini il cui significato è
sconosciuto poiché il significato della
mente stessa è sconosciuto».
«La natura si è mostrata generosa creando per i deboli e gli impazienti il rifugio della
follia che li protegge dall’atmosfera soffocante di questo mondo plasmato da secoli dal
culto del denaro e degli dei».
Joan Miro’André Breton, lo descrisse come “il più
surrealista di noi tutti”.
1893 – 1983)
La chiesa e il paese di Montroig,
1919
“Sono le cose più semplici a darmi delle idee. Un piatto in cui il contadino mangia la
sua minestra, l’amo molto più dei piatti ridicolmente preziosi dei ricchi”
La fattoria-1922
Il rapporto tra gli elementi figurativi è scandito dalla presenza, al centro della tela, dell'albero di
eucalipto, che divide la stalla dall'aia. La prospettiva non viene rispettata matematicamente:
mentre l'interno del fienile è visto dal basso, l'aiuola è ripresa dall'alto. Tra i minuziosi
dettagli si possono notare una chiocciola nel terreno, la grezza copertura delle mura della
stalla, una donna in lontananza che lava i panni e vari attrezzi di lavoro ed animali.
Il campo coltivato
(Terra llaurada)
1923-24
1924 aderisce al movimento surrealista. In un'evoluzione dai primi paesaggi cosiddetti
'particolaristi', le opere di questo periodo si caratterizzano per un'atmosfera sospesa e
distaccata da ogni volontà rappresentativa, che si orienterà sempre più verso un'astrazione
lirica raggiunta attraverso segni grafici elementari.
Forme in completa
libertà, né astratte,
né figurative,
neanche
«simboliche» nel
senso comune del
termine, si muovono
su di una superficie
ove è scomparso ogni
effetto prospettico.
Dancer, 1925
La ricomposizione di
elementi reali acquista
un’autonomia che genera
metamorfosi, ambiguità, e
un gioco suggestivo di
metafore, dove la sinuosità
del corpo femminile è resa
in modo tale da ricordare la
figura di un pesce, dove i
seni sono due frutti, e il
pube assume l’identità di
una foglia verde dalle nere
nervature. La chiarezza degli
oggetti svanisce
nell’insieme compositivo,
mentre ciò che rimane è la
tensione erotica del corpo e
dei suoi attributi. Una nuova
dimensione di pittura-
metafora
Nudo, 1926
Nel dipinto, vediamo un gatto, un tavolo, un pesce ed una scala, una finestra da cui si
intravede un triangolo nero che emerge e che simboleggia la Tour Eiffel. Si notano anche
minuscole forme in un grande spazio vuoto, note musicali, oggetti fantastici, piccole figure
indecise tra l’essere umano e l’animale ed infine un cerchio verde trafitto da una freccia
sottile, posto su di un tavolo, che simboleggia probabilmente un mappamondo.
Il carnevale di arlecchino-1924
Mirò si propone di esprimere, con la sua pittura, il reale funzionamento del pensiero o
comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori
di ogni preoccupazione estetica e morale. Qui possiamo osservare criteri quali la
«prevalenza», di un insieme di punti irregolari, e il ritmo, rotto dalla linea rossa verticale
attraverso la scatola e il movimento, guidato dalla serie di punti.
Serie Blu
La sua creatività non si esprime solo attraverso
la tecnica del dipinto ma anche per mezzo di
collage, sculture, monumenti, litografie,
ceramiche, scenografie, arazzi ecc.
Dona i Ocell (Donna e uccello), 1983-Barcellona
Grande sperimentatore e artista eclettico, usa ogni tipo di materiale come base per i suoi
lavori: tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro… tutto ha dignità per divenire opera d’arte.
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Autori surrealismo

  • 1. Arte autori MAGRITTE - MIRO’ - DALI’ IL SURREALISMO 1924-1960
  • 2. Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol (Figueres 1904 – 1989)
  • 4. Il tempo, inteso nella razionale successione di istanti meccanicamente determinati, viene messo in crisi dalla memoria umana, che del tempo ha una percezione che, in fondo, non è tanto razionale. La dilatazione o la contrazione del senso del tempo è una caratteristica che dipende dalla singola individualità, ma è sensazione certamente universale quella di avvertire lo scorrere del tempo secondo metri assolutamente personali. Il tempo, inteso nella razionale successione di istanti meccanicamente determinati, viene messo in crisi dalla memoria, che del tempo ha una percezione, in fondo, non tanto razionale. La dilatazione o la contrazione del senso del tempo è una caratteristica che dipende dalla singola individualità, ma è sensazione certamente universale quella di avvertire lo scorrere del tempo secondo metri assolutamente personali.
  • 5. Apparizione di un volto e di una fruttiera su una spiaggia - 1938
  • 6. Quattro sono le composizioni presenti nel dipinto: un cane, un volto, una natura morta rappresentata da una fruttiera su un tavolo ed infine un paesaggio nel quale sono riconoscibili altre storie. Queste immagini erano uno dei prodotti del metodo paranoico-critico. METAFORFOSI VISIVA
  • 7. L’immagine della donna smontabile, che rivela il suo interno a cassetti, la donna stipo, priva di volto e di identità esteriore, che si scompone in protuberanze sorrette da stampelle, è un’idea nata dalla riflessione sul valore delle teorie psicanalitiche di Freud LA GIRAFFA INFUOCATA - 1937
  • 8. Sogno causato dal volo di un’ape - 1944 Il momento del dolore avvenne quindi in un istante di incoscienza, e produsse quindi una serie di sensazioni ingigantite dalla mancanza momentanea della coscienza di quanto stava avvenendo. L’immagine è una simultanea: l’istante della puntura è dato dalla punta della baionetta che sta per trafiggere il braccia della donna nuda (la bellezza indifesa), l’istante del dolore è invece rappresentato dall’irrompere di allucinazioni quali le tigri inferocite che fuoriescono dalla bocca di un pesce che sorge da un melograno (simbolo di fertilità). L’elefante, con l’obelisco sulla groppa, e con le gambe di insetto, rappresenta la forza dell’intelletto necessaria a reggere una solida sapienza (citazione dall’opera del Bernini in piazza della Minerva).
  • 9. Cristo di San Giovanni della Croce - 1951 In Europa scoppia la seconda guerra mondiale e Dalí si trasferisce negli Stati Uniti, dove vivrà per otto anni, riavvicinandosi al Cattolicesimo. È il periodo della riscoperta del rinascimento italiano e di avvicinamento al misticismo religioso. In questa tela, l’effetto spettacolare è dato dalla insolita prospettiva in cui situa il crocefisso, visto con uno scorcio ardito dall’alto verso il basso. Questa prospettiva, memore delle invenzioni analoghe di Andrea Mantegna, cambia improvvisamente direzione nella parte inferiore, per dar luogo ad una veduta paesaggistica occupata da un lago con una barca e dei pescatori. La composizione, ripartita su due livelli sovrapposti che rappresentano lo spazio celeste e quello terreno, è citazione di artisti rinascimentali quali Pietro Perugino e Raffaello.
  • 10. Disintegrazione della persistenza della memoria- 1952 A partire dal 1951 tornò a vivere nella sua Catalogna. La scelta di vivere in Spagna, mentre questa era ancora governata da Franco, gli attirò critiche da parte dei progressisti e da diversi artisti. In questa parte della sua carriera Dalí non si limita ad esprimersi con la pittura, ma sperimenta anche nuove tecniche artistiche e di comunicazione mediatica: realizza opere sviluppando macchie d'inchiostro casuali lanciate sulla tela ed è tra i primi artisti a servirsi di olografie. Molte delle sue opere comprendono illusioni ottiche.
  • 11. DESTINO Collaborò anche alla produzione di un cartone animato della Disney, intitolato Destino. Il film, completato solo nel 2003 da Baker Bloodworth e Roy Disney, contiene immagini oniriche di strani, che interagisce con scene e figure tipiche dell'opera di Dalí. Gala Éluard Dalí  nata Elena Dmitrievna D’jakonova  (Kazan‘ 1894 – Portlligat 1982)
  • 12. MUSEO DALI’ Nel 1960 Dalí inizia a lavorare al Teatro-Museo Dalí nella cittadina natale di Figueres; si tratta del suo progetto più grande e richiede la maggior parte delle sue energie fino al 1974. Continuerà poi a fare altre occasionali aggiunte fino alla metà degli anni ottanta. In questo periodo Dalì si occupa tra le altre cose anche di Arte Postale.
  • 13. Museo Dalì - Figueres La prima vera esposizione pubblica la tenne nel 1919 al Teatro Municipale di Figueres, lo stesso luogo che oggi ospita la sua tomba e il secondo museo più visitato della Spagna.
  • 14. Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di essere Salvador Dalí !
  • 15. René MagritteIl rapporto tra linguaggio ed immagine, ovvero tra rappresentazioni logiche ed analogiche 1898 –1967
  • 16. Tra il 1925 e il 1936 Magritte porta alla elabora quelle immagini che saranno caratteristiche ed emblematiche del suo pensiero e dei suoi interrogativi davanti alla realtà per lui assolutamente enigmatica: il cavaliere, i sonagli, l'uomo con la bombetta, il corpo femminile. Alla base del suo pensiero ci sono tre relazioni logiche date per scontate che lui mette in discussione: la relazione tra oggetto reale e cosa rappresentata, tra linguaggio iconico e linguaggio verbale e tra realtà e linguaggio.
  • 17. Gli amanti 1928 “Il compito dell'artista, secondo Magritte, doveva essere quello di creare apparizioni che rivelino il mistero assoluto. Senza mistero, nulla davvero esiste. Il mistero è ciò che deve esistere affinchè la realtà sia possibile.”
  • 18. Uno dei meccanismi utilizzati da Magritte, per giungere alla rappresentazione surreale, è quello di coprire il volto dei personaggi ritratti per celarne l’identità. Ai volti sovrappone delle colombe, a volte delle mele.
  • 19. Magritte provoca continuamente lo spettatore con accostamenti spiazzanti, sintesi tra immagini differenti, titoli insoliti che non sono spiegazione del quadro ma che toccano corde interne della coscienza di ciascuno. Ci si trova quasi a disagio, in bilico e nel dubbio davanti ad ogni immagine e ad ogni parola, spinti ad interrogativi profondi sul rapporto tra noi uomini moderni e il mondo esterno con la sua solitudine, sulla libertà del pensiero e sul confronto tra sogno e realtà. Valori personali
  • 20. L'amore dell'ignoto equivale all'amore della banalità: conoscere e pervenire a una conoscenza banale; agire è cercare la banalità dei sentimenti e delle sensazioni. Nessuna associazione di cose rivela mai che cosa possa riunire tali cose diverse: nessuna cosa rivela mai che cosa può farla apparire allo spirito. La banalità comune a tutte le cose è il mistero." In quest'opera è rappresenta una banale mela che rivela la sua esistenza occupando tutta la stanza, l'attenzione sul carattere claustrofobico dell'immagine...La stanza non ha lo spazio per nient'altro; non è possibile entrarvi. La mela è un' invasore, una forza militare d'occupazione, un occupante a tutti i costi. Abbiamo subito una perdita di spazio. La mela...non solo occupa lo spazio del quadro ma si spinge anche nel nostro spazio, come se minacciasse un assalto". Il titolo, però, allude al tentativo di rendere visibile il suono, e la sua capacità di propagarsi riempiendo lo spazio. La camera d'ascolto 1958
  • 21. Nel quadro, dice lo stesso Magritte, «sono rappresentate le cose di cui ho avuto l'idea ossia, esattamente, un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Questa evocazione della notte e del giorno mi sembra dotata del potere di sorprenderci e di incantarci. Questo potere io lo chiamo poesia» L’impero delle luci
  • 22. Riproduzione vietata -1937 Un uomo, si guarda allo specchio. Lo specchio però non riflette il suo volto ma la sua nuca. In pratica è come si vedesse la sua nuca due volte: una mentre si specchia e l'altra riflessa nello specchio. C'è un altro solo particolare che si riflette ed è un libro. L'opera riflessa nello specchio è un romanzo di Edgar Allan Poe: Le avventure di Gordon Pym il cui protagonista si spinge fino alla fine del mondo e, in un finale senza conclusione, ha una visione del tutto enigmatica e ai confini tra reale e immaginario. Il libro però è riflesso, l'uomo no.
  • 23. In quest'opera l'artista da vita alla sua amata Georgette e non dipinge la copia fedele al modello ma il modello stesso. Un tentativo possibile solo in pittura, dove Magritte stesso diventa un'immagine di quello che dipinge. Oltre alle capacità mimetiche della pittura, che sono visibili in quest'opera, si fa anche riferimento al rapporto tra un mondo in cui viviamo(la realtà), ed un mondo che prende vita con la pittura(l'immagine). Qui è il modello che cerca di somigliare all'immagine, la quale ha una vita autonoma e nel «mondo dell'immagine» un pittore può realmente dipingere la donna che ama. L’accostamento al mito di Pigmalione e Galatea è d’obbligo: Ovidio (Le metamorfosi, X, 243-297) Tentativo impossibile 1928
  • 24. Seguono alcune citazioni di Magritte, accompagnate da una breve selezione di pubblicità ispirate alle sue opere.
  • 25. «Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro».
  • 26. «Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto».
  • 27. «La natura si è mostrata generosa creando per i deboli e gli impazienti il rifugio della follia che li protegge dall’atmosfera soffocante di questo mondo plasmato da secoli dal culto del denaro e degli dei».
  • 28. Joan Miro’André Breton, lo descrisse come “il più surrealista di noi tutti”. 1893 – 1983)
  • 29. La chiesa e il paese di Montroig, 1919 “Sono le cose più semplici a darmi delle idee. Un piatto in cui il contadino mangia la sua minestra, l’amo molto più dei piatti ridicolmente preziosi dei ricchi”
  • 30. La fattoria-1922 Il rapporto tra gli elementi figurativi è scandito dalla presenza, al centro della tela, dell'albero di eucalipto, che divide la stalla dall'aia. La prospettiva non viene rispettata matematicamente: mentre l'interno del fienile è visto dal basso, l'aiuola è ripresa dall'alto. Tra i minuziosi dettagli si possono notare una chiocciola nel terreno, la grezza copertura delle mura della stalla, una donna in lontananza che lava i panni e vari attrezzi di lavoro ed animali.
  • 31. Il campo coltivato (Terra llaurada) 1923-24 1924 aderisce al movimento surrealista. In un'evoluzione dai primi paesaggi cosiddetti 'particolaristi', le opere di questo periodo si caratterizzano per un'atmosfera sospesa e distaccata da ogni volontà rappresentativa, che si orienterà sempre più verso un'astrazione lirica raggiunta attraverso segni grafici elementari.
  • 32. Forme in completa libertà, né astratte, né figurative, neanche «simboliche» nel senso comune del termine, si muovono su di una superficie ove è scomparso ogni effetto prospettico. Dancer, 1925
  • 33. La ricomposizione di elementi reali acquista un’autonomia che genera metamorfosi, ambiguità, e un gioco suggestivo di metafore, dove la sinuosità del corpo femminile è resa in modo tale da ricordare la figura di un pesce, dove i seni sono due frutti, e il pube assume l’identità di una foglia verde dalle nere nervature. La chiarezza degli oggetti svanisce nell’insieme compositivo, mentre ciò che rimane è la tensione erotica del corpo e dei suoi attributi. Una nuova dimensione di pittura- metafora Nudo, 1926
  • 34. Nel dipinto, vediamo un gatto, un tavolo, un pesce ed una scala, una finestra da cui si intravede un triangolo nero che emerge e che simboleggia la Tour Eiffel. Si notano anche minuscole forme in un grande spazio vuoto, note musicali, oggetti fantastici, piccole figure indecise tra l’essere umano e l’animale ed infine un cerchio verde trafitto da una freccia sottile, posto su di un tavolo, che simboleggia probabilmente un mappamondo. Il carnevale di arlecchino-1924
  • 35. Mirò si propone di esprimere, con la sua pittura, il reale funzionamento del pensiero o comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. Qui possiamo osservare criteri quali la «prevalenza», di un insieme di punti irregolari, e il ritmo, rotto dalla linea rossa verticale attraverso la scatola e il movimento, guidato dalla serie di punti. Serie Blu
  • 36. La sua creatività non si esprime solo attraverso la tecnica del dipinto ma anche per mezzo di collage, sculture, monumenti, litografie, ceramiche, scenografie, arazzi ecc. Dona i Ocell (Donna e uccello), 1983-Barcellona
  • 37. Grande sperimentatore e artista eclettico, usa ogni tipo di materiale come base per i suoi lavori: tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro… tutto ha dignità per divenire opera d’arte. La realtà per Miró è un punto di partenza, mai di arrivo. Muro del Sole e della Luna, 1958- Palazzo dell'Unesco, Parigi