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Attilia Garlaschi
Appunti per la Tavola Rotonda “Digital Readers”
Cascina Grande di Rozzano, 17 giugno 2010
“DIGITAL READERS: ESPERIENZE SCOLASTICHE”
Al di là del supporto (cartaceo o elettronico) ci sono delle differenze e delle affinità
tra la biblioteca civica e la biblioteca della scuola.
Ma le domande sono le stesse
• Chi sono gli utenti?
Sono, per la fascia di età che ci interessa analizzare, dei nativi digitali e questo è un
dato di fatto: hanno le caratteristiche note E sono portati da altri fattori ad essere dei prosumer
(producer- consumer).
• che tipo di esigenze HANNO?
Non sono utenti passivi di contenuti in sola lettura come succedeva a noi della
generazione 1.0.
Sono dei 2.0, sono abituati alle comunità, sono utenti che si svincolano dal ruolo passivo e
partecipano. Ma COME partecipano?
Quale è il livello di partecipazione?
Non andranno a votare (come del resto fanno attualmente i loro fratelli maggiori) ma
votano i personaggi dei reality televisivi e hanno imparato che un voto si dà in base a
una preferenza affettiva (il più delle volte mediata da un look accattivante) e
non sulla base di progetti e impegno.
Inoltre hanno
• Capacità di gestire molti stimoli ma a livello superficiale, costruita
grazie una sorta di zapping culturale (per la televisione si parla della
cosiddetta “sideralizzazione”, si diventa orbite di un progetto
generale volto a creare consumatori e non liberi pensatori)
E danno Significati diversi alle parole
(Vedi il significato diverso /perverso dato alla parola voto).
Poi c’è il fatto di chiamare “amico” una persona che ti manda una email o è un
conoscente dell’amica di tuo cugino.
Ecco dunque necessario
un lavoro sul significato plurimo delle parole. Un continuo laboratorio sulle
funzioni del linguaggio.
Quale setting migliore di una biblioteca?
Una biblioteca in fase beta perenne (in un continuo ciclo evolutivo)
Da qui una serie di domande:
- Come posso far convergere la necessità impellente di utilizzare
la tecnologia come strumento ma non come UNICO strumento?
Ma soprattutto
- perché vorrei che tutti i miei alunni leggessero e si appassionassero
alla lettura?
La risposta me l’ha data Pavese: “la letteratura è una difesa contro le offese della vita” ma ne potrei
trovare mille altre, non ultima il luccichio negli occhi di un alunno che l’ultimo giorno di scuola mi
ha chiesto se dopo le vacanze estive troverà il n. 17 di Goal, la fortunata serie di Garlando. E’ un
tale piacere constatare che il “contagio della passione” è avvenuto. Ciò ripaga di tutte le fatiche
E ancora: Il vero problema non è “perché” ma “come”.
Come faccio a trasmettere loro la passione per la lettura (secondo me è una malattia
contagiosa)
o, più in generale, come faccio a far apprezzare un diverso
valore del tempo, perché è questo il
problema
Il tempo della lettura va ritagliato da altre attività e richiede uno sforzo che è mille volte superiore
alla fruizione passiva di storie o di reality televisivi dai format globalizzati.
UNA RIFLESSIONE SUL TEMPO Può ESSERE FATTA COMPARANDO GLI STRUMENTI
TECNOLOGICI E LAVORANDO PROPRIO SUL CONCETTO DI TEMPO .
ISTANTANEIZZAZIONE (tutto subito e velocemente)
Qui è fondamentale l’insegnamento della storia.
“La scuola contribuirà allo sviluppo della civiltà se riuscirà
a insegnare le conoscenze curriculari mostrando come
hanno contribuito a costruire le civiltà e riuscirà a
“fabbricare” la civiltà se saprà testimoniarla”
ALCUNi tentativi di RISPOSTa
La nostra scuola ha una lunga tradizione di biblioteca, esiste da molti anni e da
diversi anni abbiamo istituito il premio Baronetto della lettura per le classi che
leggono di più. Ebbene, il premio è stato vinto sempre dalle classi prime. E non può
essere un caso, superano i 100 libri… poi gli interessi e soprattutto l’uso del tempo
si differenzia. Infatti anche lo Sca, una sorta di doposcuola che viene attivato nella
nostra scuola in collaborazione con gli oratori, è fondamentalmente frequentato dagli
alunni di prima. Poi crescono, hanno più libertà di movimento e la lettura passa in
secondo piano o ha finalità più mirate (lavoro specifico per l’esame di terza, altre
fonti documentarie).
Ma non mi preoccupo del dato quantitativoo meglio tendo a non
preoccuparmene, perché esiste fondamentalmente una differenza tra la biblioteca di
una scuola e la biblioteca civica. La scuola è una Istituzione e la biblioteca è un
servizio.
“ se la qualità di un servizio si basa sulla soddisfazione degli utenti
la qualità di una istituzione si misura sulla sua capacità di
promuovere valori: non si può misurare la qualità della giustizia
sulla base della soddisfazione dei giudicabili. Perciò quando dico
che la scuola è una istituzione significa che la sua qualità si misura
sulla base della sua capacità di incarnare i valori dello Stato:
l’equità di accesso alle conoscenze, la libertà di pensiero, la
scoperta dell’alterità, il contenimento dell’impulsività, la
precisione, la correttezza e la ricerca della verità e non i rapporti di
forza e di violenza” Philippe Meirieu “Infanzia educazione e nuovi media”
pubblicato nel 2005 in Francia e da noi nel 2009
Ora proprio per questo la biblioteca è uno straordinario, versatile
strumento, per tutto quello che posso trovare leggendo, dalla narrativa alla
saggistica, dai fumetti a un approfondimento via internet.
“In educazione è necessario prendersi il tempo
necessario per plasmare i giovani, accettando di
non essere efficaci nell’immediato. In sostanza
è necessario non fissarsi su una logica di
redditività a breve termine” (stesso autore, stesso
libro)
IPOTESI DI LAVORO.
Da qui l’idea di Immergerli in un mondo di libri:
(concetto di immersione- o metafora
gravitazionale: la biblioteca come nucleo intorno
a cui progettare la didattica)
• PRIMA strategia: disponibilità
biblioteca aperta un paio d’ore al giorno con accesso libero, con permesso
dell’insegnante di classe.
Può succedere che qualcuno arrivi prenda il libro e non lo legga e che sia solo una
scusa per uscire dalla classe. Riteniamo che sia comunque positivo trovare un luogo
dove andare in un momento di stanchezza o di tensione e che questo luogo sia un
luogo accogliente, pieno di libri.
In futuro per rivivere questa sensazione positiva la stessa persona potrebbe recarsi in
biblioteca civica.
• Seconda strategia
Attività in biblioteca. Uso dei libri e dei materiali per fabbricarli per
capire come nascono, per conoscere la realtà editoriale, per conoscerne la
storia. Creare un mondo affettivo intorno al libro
• Terza strategia
La biblioteca come centro di documentazione per la ricerca. Il
collegamento in Internet non basta. Lezioni su come si fa ricerca e
sull’uso critico delle informazioni
• Quarta strategia:
coinvolgimento di tutti gli insegnanti (biblioteca peripatetica: un carrello pieno di
libri di narrativa e saggistica portato in collegio docenti e nelle riunioni collegiali) e
genitori (bibliografia fornita dalla biblioteca civica all’inizio dell’anno ai genitori
delle classi prime. Coinvolgimento di genitori in percorsi di lettura)
• Quinta strategia
Investimento sugli insegnanti
Perché QUESTA dimensione non può essere tralasciata nella scuola dove tutto si
basa su una forte esperienza relazionale. L’apprendimento passa attraverso la
relazione e a questa relazione non può essere delegata. Occorrono forti investimenti
(ma la scuola in questo momento va purtroppo in un’altra direzione) per la
formazione degli insegnanti: corsi di aggiornamento, incontri come questo,
organizzato dalle biblioteche, concorsi come quello di quest’anno organizzato dal
Provveditorato in relazione al progetto Amico LIbro e che abbiamo vinto come
scuola, sono una forte occasione per lo scambio di idee, per stimolare la creatività e la
voglia di mettersi in gioco.
Occorrono investimenti. In questa biblioteca ho seguito corsi con Munari, con Ersilia
Zamponi, c’è questo bisogno di essere al passo con i tempi e soprattutto di
confrontarsi con grandi cervelli (ma soprattutto con grandi persone)
Investimento sugli strumenti
Andiamo nella direzione di avere libri in formato elettronico, già
alcune edizioni hanno parti di approfondimento in rete.
Ma ci sono ancora a scuola, e ci saranno in misura sempre
maggiore, difficoltà oggettive a utilizzarle adeguatamente perché
la tecnologia costa: non tanto l’investimento iniziale quanto il
mantenimento in termini di macchine e personale
In conclusione credo che sia fondamentale
ribadire che bisogna lavorare in un’ottica sincretica, non si
tratta né di scegliere cosa è meglio (anche perché dobbiamo
lavorare con quello che abbiamo a disposizione) né di escludere
delle possibilità.
Quindi
Nuove tecnologie/strutture tradizionali che vanno a braccetto, ma
anche biblioteca civica e biblioteca scolastica che lavorano
progettando e programmando insieme percorsi e progetti
E’ necessaria la cementificazione dei rapporti tra la biblioteca
scolastica e la biblioteca civica in primo luogo perché di fatto
ciascuna nella propria specificità possa favorire e integrare gli
sforzi dell’altra, secondariamente perché la biblioteca civica ha la
possibilità (speriamo che continui ad avere) di stare sempre in
quella fase di continua innovazione (la famosa fase beta) che alla
scuola, per vincoli di natura istituzionale, non è consentita.
La scuola non può combattere da sola questa battaglia.

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DIGITAL READERS 1 intervento attilia garlaschi

  • 1. Attilia Garlaschi Appunti per la Tavola Rotonda “Digital Readers” Cascina Grande di Rozzano, 17 giugno 2010 “DIGITAL READERS: ESPERIENZE SCOLASTICHE” Al di là del supporto (cartaceo o elettronico) ci sono delle differenze e delle affinità tra la biblioteca civica e la biblioteca della scuola. Ma le domande sono le stesse • Chi sono gli utenti? Sono, per la fascia di età che ci interessa analizzare, dei nativi digitali e questo è un dato di fatto: hanno le caratteristiche note E sono portati da altri fattori ad essere dei prosumer (producer- consumer). • che tipo di esigenze HANNO? Non sono utenti passivi di contenuti in sola lettura come succedeva a noi della generazione 1.0. Sono dei 2.0, sono abituati alle comunità, sono utenti che si svincolano dal ruolo passivo e partecipano. Ma COME partecipano? Quale è il livello di partecipazione? Non andranno a votare (come del resto fanno attualmente i loro fratelli maggiori) ma votano i personaggi dei reality televisivi e hanno imparato che un voto si dà in base a una preferenza affettiva (il più delle volte mediata da un look accattivante) e non sulla base di progetti e impegno. Inoltre hanno • Capacità di gestire molti stimoli ma a livello superficiale, costruita grazie una sorta di zapping culturale (per la televisione si parla della cosiddetta “sideralizzazione”, si diventa orbite di un progetto generale volto a creare consumatori e non liberi pensatori) E danno Significati diversi alle parole (Vedi il significato diverso /perverso dato alla parola voto). Poi c’è il fatto di chiamare “amico” una persona che ti manda una email o è un conoscente dell’amica di tuo cugino. Ecco dunque necessario un lavoro sul significato plurimo delle parole. Un continuo laboratorio sulle funzioni del linguaggio. Quale setting migliore di una biblioteca?
  • 2. Una biblioteca in fase beta perenne (in un continuo ciclo evolutivo) Da qui una serie di domande: - Come posso far convergere la necessità impellente di utilizzare la tecnologia come strumento ma non come UNICO strumento? Ma soprattutto - perché vorrei che tutti i miei alunni leggessero e si appassionassero alla lettura? La risposta me l’ha data Pavese: “la letteratura è una difesa contro le offese della vita” ma ne potrei trovare mille altre, non ultima il luccichio negli occhi di un alunno che l’ultimo giorno di scuola mi ha chiesto se dopo le vacanze estive troverà il n. 17 di Goal, la fortunata serie di Garlando. E’ un tale piacere constatare che il “contagio della passione” è avvenuto. Ciò ripaga di tutte le fatiche E ancora: Il vero problema non è “perché” ma “come”. Come faccio a trasmettere loro la passione per la lettura (secondo me è una malattia contagiosa) o, più in generale, come faccio a far apprezzare un diverso valore del tempo, perché è questo il problema Il tempo della lettura va ritagliato da altre attività e richiede uno sforzo che è mille volte superiore alla fruizione passiva di storie o di reality televisivi dai format globalizzati. UNA RIFLESSIONE SUL TEMPO Può ESSERE FATTA COMPARANDO GLI STRUMENTI TECNOLOGICI E LAVORANDO PROPRIO SUL CONCETTO DI TEMPO . ISTANTANEIZZAZIONE (tutto subito e velocemente) Qui è fondamentale l’insegnamento della storia. “La scuola contribuirà allo sviluppo della civiltà se riuscirà a insegnare le conoscenze curriculari mostrando come hanno contribuito a costruire le civiltà e riuscirà a “fabbricare” la civiltà se saprà testimoniarla”
  • 3. ALCUNi tentativi di RISPOSTa La nostra scuola ha una lunga tradizione di biblioteca, esiste da molti anni e da diversi anni abbiamo istituito il premio Baronetto della lettura per le classi che leggono di più. Ebbene, il premio è stato vinto sempre dalle classi prime. E non può essere un caso, superano i 100 libri… poi gli interessi e soprattutto l’uso del tempo si differenzia. Infatti anche lo Sca, una sorta di doposcuola che viene attivato nella nostra scuola in collaborazione con gli oratori, è fondamentalmente frequentato dagli alunni di prima. Poi crescono, hanno più libertà di movimento e la lettura passa in secondo piano o ha finalità più mirate (lavoro specifico per l’esame di terza, altre fonti documentarie). Ma non mi preoccupo del dato quantitativoo meglio tendo a non preoccuparmene, perché esiste fondamentalmente una differenza tra la biblioteca di una scuola e la biblioteca civica. La scuola è una Istituzione e la biblioteca è un servizio. “ se la qualità di un servizio si basa sulla soddisfazione degli utenti la qualità di una istituzione si misura sulla sua capacità di promuovere valori: non si può misurare la qualità della giustizia sulla base della soddisfazione dei giudicabili. Perciò quando dico che la scuola è una istituzione significa che la sua qualità si misura sulla base della sua capacità di incarnare i valori dello Stato: l’equità di accesso alle conoscenze, la libertà di pensiero, la scoperta dell’alterità, il contenimento dell’impulsività, la precisione, la correttezza e la ricerca della verità e non i rapporti di forza e di violenza” Philippe Meirieu “Infanzia educazione e nuovi media” pubblicato nel 2005 in Francia e da noi nel 2009 Ora proprio per questo la biblioteca è uno straordinario, versatile strumento, per tutto quello che posso trovare leggendo, dalla narrativa alla saggistica, dai fumetti a un approfondimento via internet. “In educazione è necessario prendersi il tempo necessario per plasmare i giovani, accettando di non essere efficaci nell’immediato. In sostanza è necessario non fissarsi su una logica di
  • 4. redditività a breve termine” (stesso autore, stesso libro) IPOTESI DI LAVORO. Da qui l’idea di Immergerli in un mondo di libri: (concetto di immersione- o metafora gravitazionale: la biblioteca come nucleo intorno a cui progettare la didattica) • PRIMA strategia: disponibilità biblioteca aperta un paio d’ore al giorno con accesso libero, con permesso dell’insegnante di classe. Può succedere che qualcuno arrivi prenda il libro e non lo legga e che sia solo una scusa per uscire dalla classe. Riteniamo che sia comunque positivo trovare un luogo dove andare in un momento di stanchezza o di tensione e che questo luogo sia un luogo accogliente, pieno di libri. In futuro per rivivere questa sensazione positiva la stessa persona potrebbe recarsi in biblioteca civica. • Seconda strategia Attività in biblioteca. Uso dei libri e dei materiali per fabbricarli per capire come nascono, per conoscere la realtà editoriale, per conoscerne la storia. Creare un mondo affettivo intorno al libro • Terza strategia La biblioteca come centro di documentazione per la ricerca. Il collegamento in Internet non basta. Lezioni su come si fa ricerca e sull’uso critico delle informazioni • Quarta strategia: coinvolgimento di tutti gli insegnanti (biblioteca peripatetica: un carrello pieno di libri di narrativa e saggistica portato in collegio docenti e nelle riunioni collegiali) e
  • 5. genitori (bibliografia fornita dalla biblioteca civica all’inizio dell’anno ai genitori delle classi prime. Coinvolgimento di genitori in percorsi di lettura) • Quinta strategia Investimento sugli insegnanti Perché QUESTA dimensione non può essere tralasciata nella scuola dove tutto si basa su una forte esperienza relazionale. L’apprendimento passa attraverso la relazione e a questa relazione non può essere delegata. Occorrono forti investimenti (ma la scuola in questo momento va purtroppo in un’altra direzione) per la formazione degli insegnanti: corsi di aggiornamento, incontri come questo, organizzato dalle biblioteche, concorsi come quello di quest’anno organizzato dal Provveditorato in relazione al progetto Amico LIbro e che abbiamo vinto come scuola, sono una forte occasione per lo scambio di idee, per stimolare la creatività e la voglia di mettersi in gioco. Occorrono investimenti. In questa biblioteca ho seguito corsi con Munari, con Ersilia Zamponi, c’è questo bisogno di essere al passo con i tempi e soprattutto di confrontarsi con grandi cervelli (ma soprattutto con grandi persone) Investimento sugli strumenti Andiamo nella direzione di avere libri in formato elettronico, già alcune edizioni hanno parti di approfondimento in rete. Ma ci sono ancora a scuola, e ci saranno in misura sempre maggiore, difficoltà oggettive a utilizzarle adeguatamente perché la tecnologia costa: non tanto l’investimento iniziale quanto il mantenimento in termini di macchine e personale In conclusione credo che sia fondamentale ribadire che bisogna lavorare in un’ottica sincretica, non si tratta né di scegliere cosa è meglio (anche perché dobbiamo lavorare con quello che abbiamo a disposizione) né di escludere delle possibilità. Quindi Nuove tecnologie/strutture tradizionali che vanno a braccetto, ma anche biblioteca civica e biblioteca scolastica che lavorano progettando e programmando insieme percorsi e progetti E’ necessaria la cementificazione dei rapporti tra la biblioteca scolastica e la biblioteca civica in primo luogo perché di fatto
  • 6. ciascuna nella propria specificità possa favorire e integrare gli sforzi dell’altra, secondariamente perché la biblioteca civica ha la possibilità (speriamo che continui ad avere) di stare sempre in quella fase di continua innovazione (la famosa fase beta) che alla scuola, per vincoli di natura istituzionale, non è consentita. La scuola non può combattere da sola questa battaglia.