Il ruolo dei bibliotecari dopo il Covid: appunti sparsi
1. IL RUOLO DEI
BIBLIOTECARI DOPO
IL COVID: APPUNTI
SPARSI
Anna Galluzzi
Biblioteche e lettura ai tempi del COVID, 3 ottobre 2020
2. Siamo mangrovie (cit. Luciano Floridi)
Mai come durante il
lockdown abbiamo
acquisito consapevolezza
della nostra natura
«ibrida»
Come le mangrovie, che
hanno bisogno sia della
terra che dell'acqua,
abbiamo trasferito una
parte più grande della
nostra vita sulla rete, ma
abbiamo e avremo ancora
profondamente bisogno
della nostra fisicità
3. Pandemia: un terremoto che sposta l’asse terrestre
Apparentemente
tutto ricomincerà
come prima -
quando
ricomincerà - ma
in realtà le cose
non saranno più
come prima
5. Un passo indietro: a che punto eravamo prima del lockdown
negli ultimi anni le
biblioteche - soprattutto le
pubbliche, ma non solo -
hanno coltivato moltissimo
l'idea della biblioteca come
spazio fisico di
aggregazione e di socialità
le risorse bibliografiche si
stanno progressivamente
smaterializzando e, nonostante
le biblioteche costituiscano il
principale hub per l'accesso a
alle risorse digitali non gratuite,
il loro ruolo in questo senso è
scarsamente riconosciuto
6. Biblioteche e pandemia
Durante la pandemia i
bibliotecari sono tornati
nel loro bozzolo, ovvero si
sono reinventati in nuovi
ruoli sulla rete?
E ora che non siamo più in
lockdown le biblioteche si
stanno dimostrando un
po' troppo timorose nella
riapertura, o stanno
semplicemente adottando
delle necessarie cautele
rispetto ai rischi del
contagio?
7. Faccio fatica a schierarmi e qualunque risposta sarebbe una generalizzazione.
Mi interessa piuttosto guardare al lockdown e a questo periodo di parziale
riapertura come un ESPERIMENTO FUORI VITRO
8. Cos’è successo alla riapertura?
Al momento possiamo solo basarci su dati esperienziali e scambi tra
colleghi, non essendo (ancora) disponibili ricerche che possa fornire
certezze a delle sensazioni
Chi di noi ha riaperto rapidamente cominciando dai servizi essenziali
per poi progressivamente ampliare le possibilità di utilizzo si aspettava
un assalto al treno, e invece ha dovuto constatare che i numeri sono
stati bassi, e non solo per effetto del contingentamento
È ancora molto presto per tirare le conclusioni, anche perché la
mobilità delle persone è ancora ridotta e l'attività universitaria non è
ancora ripresa a pieno regime
9. Qualche riflessione si può cominciare a fare
L'uso delle biblioteche è inteso
dagli utenti in modo integrato e la
possibilità di accesso solo ad
alcuni servizi non è ben accetta
(es. cinema)
La funzione aggregativa e sociale
si conferma una esigenza diffusa
tra gli utenti; tolta questa
funzione, gli utenti diminuiscono
drasticamente
Per le loro ricerche forse gli utenti
hanno imparato a contare ancora
di più di prima solo sulle risorse
online
10. Quale ruolo per i bibliotecari in questo scenario?
Generalizzando e semplificando
in un generico luogo di
socialità non c’è bisogno di
qualcuno con competenze
biblioteconomiche, bensì al
massimo con competenze
sociali e relazionali
per quanto riguarda le
risorse digitali il valore
aggiunto dato dai
bibliotecari in alcuni casi è
marginale, in altri casi è
poco riconoscibile
dall’esterno
11. NEGLI ULTIMI ANNI I BIBLIOTECARI
HANNO CONCENTRATO LE LORO ENERGIE
SU UN TEMA:
INFORMATION LITERACY
12. Riflettere «laicamente» sull’information literacy
sappiamo che è essenziale nella società contemporanea, e certamente le biblioteche
devono offrire tutte le occasioni possibili
però
nel caso di un servizio a uso libero e volontario come le biblioteche, sta sempre
all'utente scegliere se usufruire o meno di queste opportunità
il paternalismo, che è parte del DNA delle biblioteche, non è sempre il loro miglior
consigliere
non in tutte le circostanze l'information literacy è la risposta giusta alle esigenze
dell'utente, perché in alcuni casi - soprattutto quando la richiesta non è legata a
un'attività stabile di ricerca - lo sforzo necessario per acquisire la competenza per
poter fare da sé non vale il risultato
qualcosa di simile si potrebbe dire per la promozione della lettura
13. Una proposta schematica
Biblioteche pubbliche
la loro collocazione è sempre più
nettamente nel campo dell’edutainment (e
non della formazione/istruzione pure)
se così è, esse dovrebbero concentrarsi
sulle attività di animazione/formazione
attraverso le risorse documentarie (non
solo libri): «dare vita ai libri»
consapevolezza che questa funzione -
rispetto alla più generica funzione sociale -
riguarderà pur sempre una parte piccola
della comunità, quella già più sensibile
verso la cultura scritta e dintorni
Biblioteche speciali e specializzate
andare verso una nuova forma di
intermediazione, non come quella del
passato che è stata scardinata dalla rete,
ma una funzione che chiamerei di
partnership o consulenza
visto che la parte degli utenti che svolge
attività di ricerca «verticale» è una
percentuale piccola dell'utenza
complessiva, forse i bibliotecari
dovrebbero offrire una specie di servizio
chiavi in mano
questo tipo di "consulenza" ha un valore
aggiunto indipendentemente che il
materiale sia cartaceo, digitale,
gratuitamente disponibile su Internet
oppure su banche dati commerciali