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PALERMO 17 NOVEMBRE 2010 NUMERO 1
IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO
EDITORIALE ATTUALITA’ E CULTURA
RITORNA
ObiettivaMente!
GIULIA CATALISANO IV B
IN “MASS MEDIA”
STATUS VIRTUS?
LORENZO PASSALACQUA IV M
Non so, non so se vi
è mai capitato di
sentire una noti-
zia, magari accennata da un
amico o un parente, magari
sbirciata dal giornale di chi
vi siede accanto nell’autobus,
magari letta per caso su In-
ternet… Magari di quella no-
tizia ne volete sapere di più,
e guarda caso pretendete ad-
dirittura di volerne conosce-
re i particolari! A me capita.
Continuaapagina10
ATTUALITA’ E CULTURA
RIFIUTI: BUSINESS
DEL FUTURO
DOMENICO MANNOIA IV H
Nella società odierna i rifiuti
e le problematiche derivan-
ti dalla mancanza di un loro
corretto smaltimento rappresentano
un serio pericolo per il futuro dell’e-
cosistema e della saluta umana. Fino
ad oggi il nostro paese non è riuscito
ad organizzare in modo concreto e
razionale lo smaltimento, motivazio-
ne questa che obbliga le amministra-
zioni locali a dover adottare soluzioni
provvisorie e non sempre adeguate.
		
		Continua a pagina 17
VITA SCOLASTICA
ANGELI PER UN
GIORNO
CAROLINA PALIZZOLO IV H
Siamo giovani donne e gio-
vani uomini e non ci viene
difficile ricordare la nostra
infanzia. Spesso mi sembra ieri
quando giocavo con i miei mi-
gliori amici al mare, a soli 6 anni
il mondo mi sembrava fantastico.
Era bello sentire la sensazione di
protezione in un abbraccio, pote-
va essere un abbraccio di tua ma-
dre o di tuo padre o un piccolo
gesto dei tuoi nonni, ma in quell’i-
stante potevi sentirti immortale.
	 		
Continua a pagina 6
Dopo oltre un mese dall’ini-
zio della scuola, fra manife-
stazioni, assemblee ed ele-
zioni, finalmente viene pubblicato il
primo numero di ObbiettivaMente.
Un ringraziamento speciale va ai nume-
rosissimi ragazzi del primo anno che
stanno collaborando con la redazione del
giornale muniti di un enorme entusiasmo.
Nelle ultime assemblee la partecipazio-
ne dei più giovani ha animato le discus-
sioni con domande e considerazioni,
ed anche la presenza di questi neolice-
ali alla prima manifestazione studente-
sca tenutasi l’8 ottobre ha nutrito un
corteo che purtroppo, da quasi un
anno, non contava tanti partecipanti.
Ma nelle ultime manifestazioni l’adesio-
ne degli studenti è scemata drammatica-
mente , forse a causa del clima di rasse-
gnazione generale che, talvolta, incombe
sul nostro istituto e, ampliando lo sguar-
do, su tutto il panorama accademico.
Focalizzando l’attenzione sul no-
stro giornale cercheremo di risve-
gliare una coscienza critica nei no-
stri lettori, che ormai da un po’ di
tempo giace sopita in molti studenti.
Inoltre in questo numero inauguriamo
una nuova rubrica incentrata sulla musica
e sul cinema, che riteniamo essere argo-
menti di interesse comune nella popola-
zione studentesca, cercando di proporvi
ideeoriginalidaicuipossiatetrarrespunto.
In più tengo a ricordare che la redazione
di ObbiettavaMente è aperta a chiunque
voglia partecipare e che ci attiveremo
per diffondere tramite circolari o calen-
dari affissi alle bacheche i giorni e gli
orari in cui si terranno i nostri incontri.
VITA SCOLASTICA32 VITA SCOLASTICA
P
erché ti sei candi-
dato come rappre-
sentante d’Istituto?
Beh, sonosemprestatoimpegnato
nel sociale e ho sempre partecipato
alla vita politica della scuola, per
esempio l’anno scorso sono stato
eletto rappresentante di consulta.
Come pensate di realizzare
quel che avete illustrato nel vo-
stro programma? Per esempio,
avete parlato di far chiudere il
transito delle auto-
mobili davanti scuo-
la dalle 8 alle 13.30...
A dire il vero la strada
è già chiusa dalle 8 alle
13.30, ma i residen-
ti, le ambulanze, ecc...
passano comunque.
Alla fine non la puoi
transennare, per que-
sto si pensa di chie-
dere una volante che
controlli che il divieto
di transito in quelle
ore venga rispettato.
Come ripristinerete
l’aula autogestita?
Per ripristinare l’au-
la autogestita
basterà chie-
dere un’au-
la al Preside.
Durante l’as-
semblea di
presentazio-
ne delle li-
ste parlavate
del fatto che
q u e s t ’ a u l a
è stata tol-
ta per col-
pa del catti-
vo uso che si faceva di essa,
come pensate di gestire la
situazione questa volta?
Innanzi tutto con una buona
dose di senso critico, poi stile-
remo una serie di regole da ri-
spettare, faremo in modo che
non venga lasciata incustodita, la
chiuderemo a chiave e ne terre-
mo noi rappresentanti le chiavi.
Quali sono i vostri limiti?
Fin dove potete spingervi? E
che mezzi avete nelle mani?
Nel nostro piccolo possiamo fare
tutto,nonabbiamodeilimiti.Tutte
le nostre proposte vengono espo-
ste al Consiglio d’Istituto, sono
loroilnostrotramiteconlasocietà.
Condividi il rapporto di colla-
borazione studenti-insegnanti?
Certo, è molto utile. L’impor-
tante è che ci sia disponibili-
tà da parte dei professori, cosa
che, personalmente, ho ap-
purato non essere sempre tale.
Quali nuove forme di pro-
testa vorresti far adot-
tare agli studenti?
L’unità degli studenti in una
protesta. La proposta potrà
partire da una scuola, ma de-
vono partecipare tutte le scuo-
le. Difatti l’unione fa la forza.
INTERVISTA A FRANCESCO LANZINO INTERVISTA A LORENZO PASSALACQUA
GIORGIA PULEO I L
C
he cosa ti ha spinto a farti
elggere come rappresen-
tante?
Sono in questa scuola da diversi anni,
e ho sempre notato che, eccezioni a
parte, c’è molta disinformazione ri-
guardo il ruolo che deve avere un
rappresentante. Alcuni credono che
questo compito sia divertente, che dia
“fama”, che renda migliori le perso-
ne. Io credo sia un impegno, una re-
sponsabilità che ho voluto assumermi
in un momento in cui la scuola è con
le spalle al muro e tutti aspettano che
“qualcuno” faccia qualcosa. 
Come pensate di realizzare quello
che avete illustrato nel programma
elettorale?
Personalmente, tutto ciò che è stato
garantito (e non uso il termine “pro-
messo” appositamente) nella mia lista
è facilmente realizzabile. Alcune ini-
ziative si basano semplicemente sul
dialogo, altre in passato per esempio
le ho già realizzate (Contest musicali),
altre ancora sono già in atto (la col-
laborazione attiva con altri licei). Le
rimanenti, grazie a un collegio docenti
e un preside che ci stanno vicini, sono
veramente facili da organizzare e ge-
stire, basta un pizzico di volontà.
Come ripristinerete l’aula autoge-
stita?
L’aula autogestita è facilmente ripristi-
nabile: ogni settimana vengono conse-
gnate nuove aule, soprattutto nel se-
minterrato sono presenti molte stanze
idonee a questa iniziativa.
Che mezzi avete nelle mani?
Nelle nostre mani probabilmente nul-
la. A nostra disposizione, e parlo per
tutti e quattro i rappresentanti, c’è una
gran voglia di fare, di cambiare le carte
in tavola. Nel concreto, come già det-
to, abbiamo un preside che ci sosterrà
anche economicamente, nei limiti dei
fondi che questa scuola possiede.
Quali sono i vostri limiti? Fin dove
potete spingervi?
I nostri veri limiti sono pro-
babilmente le persone che
non ci credono più. Molti si
sono lamentati della scarsa
partecipazione degli studen-
ti alle assemblee, collettivi
e manifestazioni dell’anno
scorso. Sinceramente credo
che se chi comunica le mo-
dalità e organizza una deter-
minata iniziativa faccia una
buona parte del lavoro, la
parte più grande del lavoro
la fanno le persone. Nulla fun-
ziona, se si è in pochi. E non sempre il
disinteresse altrui è imputabile ai rap-
presentanti. Noi faremo tutto il possi-
bile per rendere piacevole ogni nostra
iniziativa, in modo tale da non dover
nemmeno pensare all’eventualità che
qualcuno si disinteressi.
Sei d’accordo con la collaborazio-
ne studenti-insegnanti?
Assolutamente. Quando si è una bar-
ca che affonda, affondano tutti: capi-
tano, marinai e passeggeri. I profes-
sori sono comunque persone, dotate
di coscienza critica. Al Cannizzaro
abbiamo la fortuna di avere grandi
personalità, pronte ad ascoltare quelle
che per molti professori reazionari ed
egoisti sono solo “assurdità da adole-
scenti fanatici”.
Quali nuove forme di protesta vor-
resti fare adottare agli studenti?
Questo è un punto a cui potrei rispon-
dere con un enorme lista. Ma a che
servirebbe? Le idee ci sono, le abbia-
mo noi, le abbiamo nei collettivi, le
abbiamo in testa e vogliamo attuarle.
Ogni cosa va però contestualizzata e
usata al momento giusto. Anche se,
ormai, il tempo stringe. 
FRANCESCA DENISE MARTORANA I E
4 VITA SCOLASTICA
INTERVISTA A FRANCESCA TUMMINELLO
GIADA CAPIZZI I F
VITA SCOLASTICA5
INTERVISTA A SERENA SANSONE
GASPARE IPPOLITO I B
INTERVISTA A FRANCESCA TUMMINELLO
C
osa ti ha spinto a can-
didarti come rappre-
sentante d’istituto?
Beh, mi sono candidata, per-
ché fin dal primo anno sono sta-
ta attiva all’interno della scuo-
la, e volevo concludere questo
mio percorso da liceale diven-
tando rappresentante d’istituto.
Cosa hai intenzione di fare
in quanto rappresentante?
Voglio impegnarmi per la realiz-
zazione di ciò che c’era scritto sul
mio programma. Dovrò riuscire
ad integrarlo con quello degli al-
tri rappresentanti e vedere ciò che
sarà possibile operare per dare
un impulso alla nostra scuola.
Come hai vissuto il pe-
riodo delle elezioni?
A dir la verità ho vissuto il pe-
riodo delle elezioni un po’ fre-
neticamente perché la decisione
di candidarsi è stata presa all’ul-
timo minuto, in quanto mi sono
iscritta in una lista, poi sono usci-
ta da questa, e alla fine, il gior-
no prima, mi sono riproposta.
Secondo te, per-
ché ti hanno eletta?
Secondo il mio parere, mi han-
no eletta perché si fidano di me,
ma soprattutto delle proposte che
abbiamo fatto, le quali eviden-
temente rispondono alle esigen-
ze e alla volontà degli studenti.
Sei a favore della collabora-
zione studenti-insegnanti per
affrontare questo difficile pe-
riodo che coinvolge la scuola?
Sono assolutamente favorevole,
perché credo che sia importan-
te non solo dare un’immagine
positiva della scuola sotto que-
sto punto di vista, ma anche per-
ché so che l’unione fa la forza.
Secondote,lariformadeiliceiche
effetti sta avendo sulla scuola?
Beh, l’effetto principale è la totale
disorganizzazione, che porta i ge-
nitori a spostare i propri figli dalla
scuola pubblica a quella privata,
provocando un danno inequivo-
cabile all’istruzione in generale e
mettendo a disagio molte famiglie
che non possono permettere ai
proprifiglidistudiareapagamento.
Come vedi la decisio-
ne del Consiglio d’Istitu-
to di tagliare i progetti?
E’ un buon metodo di protesta, in
quanto rinunciamo ad una parte di
fondi che sono importanti per la
scuola. Inoltre gli stage formativi
saranno lasciati, quindi, in fondo,
non è un grosso problema. Certo
è un po’ disagevole per i ragazzi,
perché comunque molte altre at-
tività saranno tagliate: il viaggio
d’istruzione, ad esempio, che è
un momento per stare insieme e
divertirsi. Può dispiacere quin-
di per questo, ma resta comun-
que una proposta più che valida.
Che mezzi avete intenzio-
ne di utilizzare per far fronte
a questa difficile situazione?
Tengo molto alla petizione e alle
manifestazioni contro la Gel-
mini, perché penso che siano i
mezzi migliori per protestare e
per farci valere come studenti.
Sabato 30 ottobre ho intervi-
stato Serena Sansone, nuova
rappresentante d'istituto.
Le ho posto delle domande per
introdurre ciò che vuole fare e le
sue opinioni.
Perché ti sei candidata?
Grazie innanzitutto
all'esperienza matura-
ta dalla rappresentan-
za all’istituto dell'an-
no scorso, durante
il quale abbiamo la-
vorato molto, credo
che anche quest'an-
no possa dare una
mano ai nuovi rap-
presentanti d'istituto.
Che idea hai per
cambiare e mi-
gliorare l'istituto?
Le idee sono molte:
innanzitutto far sì che
incrementi la parte-
cipazione degli stu-
denti, che negli anni
passati è stata piutto-
sto esigua e, oltretutto,
vorremmo organizzare (per am-
pliare l'interesse) contest e inizia-
tive di protesta contro la riforma.
Sei d’accordo con la collabo-
razione studenti-insegnanti?
Si,certoperchécomunquesiaipro-
fessori sono un valido aiuto, sono
molto più maturi di noi e possono
darcidelledrittesulcomportamen-
to da avere all'esterno della scuola.
Cosa pensi della forma di
protesta adottata dai pro-
fessori, cioè la rinuncia ai
progetti extrascolastici?
I progetti sono stati tutti riatti-
vati, e comunque penso che non
sia sbagliato il mezzo ma l'at-
to di eroismo, perché comun-
que sia il Cannizzaro ha sempre
avuto una buona reputazione.
Quali nuove forme di protesta
vuoi far adottare agli studenti?
Le forme di protesta sono, fon-
damentalmente, sempre le stes-
se comunque sia vorremmo ac-
cettare le proposte dagli studenti
stessi. Vogliamo sensibilizzare gli
studenti a manifestare e allarga-
re il più possibile le informazioni
che abbiamo noi rappresentanti.
Se tu non fossi stata rieletta,
e al posto tuo qualcun altro,
te la saresti presa oppure no?
Dipende. Siccome ho visto che
sono diventati rappresentanti d'i-
stituto persone valide, se al po-
sto mio fosse salita un’altra per-
sona valida sarei stata contenta
ugualmente. Io mi reputo una
persona che lavora, che ha delle
idee e che si fa sentire (mi han-
no definito anche ''carismatica''),
se fosse stata elettao un'altra
persona valida, ripeto, sarei sta-
ta contenta lo stesso. Comunque
ormai il problema non si pone.
6 VITA SCOLASTICA VITA SCOLASTICA7
Lo scopo principale di queste
domenicheèdifarvivereaibim-
bi un giorno diverso dal solito ,
in cui potranno essere amati per
quel che sono. Barbara Torrente
Improvvisamente ti senti im-
portante per qualcuno, c’è
qualcuno che ti aspetta, che
non vede l’ora di conoscerti e
di affidarsi a te per passare una
giornata divertente, diventare
il loro angelo per un giorno.
E alla sera quando stremato
tornerai a casa sarai una perso-
na diversa…. Chiara Brugarino
Ragazzi, mi sembra sia giun-
to il momento di parlare
dell’aspetto pratico di que-
sto meraviglioso evento…
Ci incontrere-
mo il 12 Dicembre nell’atrio del Don
Orione, dove incontreremo ovviamente
anche i nostri bambini. Giocheremo insieme tut-
ta la mattina divisi in squadre, successivamen-
te giunti ad ora di pranzo faremo mangiare i no-
stri bambini per poi cominciare una seconda
fase di gioco, questa volta cercando di accon-
tentare il più possibile i desideri dei nostri bimbi.
Questesonopiùomenoletappedellanostragiornata.
Per realizzare al meglio questa giorna-
ta, però, abbiamo bisogno proprio di TE!
Le vedi le tue ali che cominciano a spuntare?
Non vuoi essere anche TU quella persona spe-
ciale che ha donato un sorriso a un bambino?
Allora… Che stai aspettando?!
Non esitare, non occorre avere esperien-
za, basta solo munirsi di amore e di gioia!
Se ancora non sei un angelo, e lo vuoi di-
ventare, non esitare a contattarci.
Vogliamo anche TE tra di noi…
Fare l’angelo per un giorno e stare in contatto con i
bimbi sarà qualcosa di straordinario.. I bambini la-
sceranno qualcosa di loro in noi proprio come
noi faremo con loro. É sempre bello aiutare qual-
cuno specialmente quando questo qualcuno è un
bambino.. Lui saprà ringraziare.. Sarà sufficien-
te un sorriso per trarmetterti la sua gratitudine.
L’angelo per un giorno non è una sempli-
ce attività di volontariato ma è un modo an-
che per mettersi in gioco e capire fino a che pun-
to sia grande il proprio cuore.. Caterina Agalbato
Per maggiori informazioni e adesioni contatta-
te Carolina Palizzolo 4H e Cristina Buccheri 5L .
ANGELI PER UN GIORNO
CAROLINA PALIZZOLO IV H
Siamo giovani donne e giovani uomini e non ci
viene difficile ricordare la nostra infanzia. Spes-
so mi sembra ieri quando giocavo con i miei mi-
gliori amici al mare, a soli 6 anni il mondo mi sembrava
fantastico. Era bello sentire la sensazione di prote-
zione in un abbraccio, poteva essere un abbraccio di
tua madre o di tuo padre o un piccolo gesto dei tuoi
nonni, ma in quell’istante potevi sentirti immortale.
Io ricordo tutto ciò come fosse ieri e ancora sorrido
quando queste immagini tornano alla memoria. Tutti
dovrebbero
poter avere
certi ricordi,
ognuno di
noi merite-
rebbe di sen-
tirti amato e
protetto, di
riuscire a ri-
dere e giocare
come se tut-
to il mondo
non esistesse
e sentirsi dei
piccoli super-
eroi. Pur-
troppo non è
ciò che ricevono tutti nella propria infanzia.
Esistono bambini che non hanno avuto
il tempo di costrursi il proprio incredibi-
le mondo con la fantasia che l’hanno vi-
sto già nella più profonda distruzione. La
loro infanzia è stata basata sulla Mancanza:
mancanza di un semplice gioco tanto desi-
derato e non ottenuto a causa del caren-
te stipendio dei genitori o ancora peggio
mancanza d’affetto causata dalla morte pre-
matura dei genitori stessi. Ma non solo…..
Questi sono i bambini che non sanno cosa
sia ricevere affetto . Questi sono i bambini
che iniziano a costruirsi giorno per gior-
no una muro per non soffrire più, per non
far sì che altri sentimenti entrando possano
causare dolore. Questi sono i bambini che
sarebbero destinati a un’infanzia spezzata.
“Angelo per un giorno” fa sì che ogni bambino in
quelle 6 ore possa avere tutto ciò che gli manca e la
cosa stupefacente e che siamo noi a poterglielo dare,
noi che ancora abbiamo i nostri bei ricordi impres-
si nella mente, noi che ancora riusciamo a diventa-
re principesse e guerrieri senza un castello nè armi.
E’ importante vedere l’altra faccia della medaglia, ve-
dere che il mondo non è così crudele, è importante ri-
cordarsi che i sogni sono gratuiti e ognuno di noi do-
vrebbe potere sognare. Sognare un mondo migliore,
immaginare poi che quel sogno possa diventare realtà.
Ritengo che non ci sia cosa più bella e soddi-
sfacente di vedere un bambino sorridere e sa-
pere che quel piccolo attimo di vita e di felicità
glielo stai donando proprio TU. Giovanna Italiano
Ogni angelo si renderà conto che sarà stato lui
ad avere appreso i veri valori della fratellan-
za e a sua volta li avrà insegnati al bimbo che gli
sarà affidato. Sarà una giornata indimenticabi-
le per tutti perchè si verrà in contatto con bam-
bini di ogni età,sesso e cultura. Cristina Buccheri
PENSIERI E PAROLE
I COLORI DELLA GIUSTIZIA
CATERINA CURATOLO IV H
8 VITA SCOLASTICA
SCONTRI ALL’UMBERTO
CARLO INCARDONA IV H
Sabato 9 Ottobre, una mattina come tante, ecco che
intorno alle 11 e 30 davanti ai cancelli del liceo clas-
sico Umberto I di Palermo, più precisamente sul
marciapiede di fronte, un gruppo formato da una venti-
na di ragazzi tra cui universitari e studenti medi si piaz-
za con bandiere, un megafono ed uno striscione con su
scritto: “Fuori i fascisti da scuole e facoltà”. Proprio ac-
canto il cancello principale componenti di questo me-
desimo gruppo distribuivano volantini denunciando
l’accaduto del sabato precedente, dove, sempre davan-
ti alla scuola suddetta, dei militanti della destra radicale
aggredivano ragazzi appartenenti alla fazione opposta.
Durante lo svolgimento del presidio pacifico che non
intaccava né il traffico pedonale né il traffico stradale, si
avvicinano verso una ragazza munita di megafono dei si-
gnori vestiti in borghese (dopo qualche minuto dichiaratisi
agenti della DIGOS, i quali in seguito si scoprirà essere
stati chiamati dal preside per paura di eventuali scontri
tra le due fazioni, presentimento infondato poiché non vi
era nessun rappresentante delle destre giovanili) intiman-
dole di smembrare l’ assemblea, strappando megafono e
bandiere a coloro che erano situati in prima linea. Dopo
pochi minuti arrivano varie volanti della squadra mobile
di Palermo (di cui una in controsenso) in via Filippo Par-
latore, luogo del misfatto, vari agenti in divisa si precipi-
tano nel cuore della discussione; gli ufficiali sostengono
che il presidio era privo di autorizzazione quindi “illega-
le” e sostenuti da ciò domandano di fornire le proprie
generalità ad un piccolo gruppo di dimostranti, i quali
indispettiti dal sopruso recato loro non esibiscono alcun
documento. Successivamente, dopo minuti di controver-
sie, i poliziotti spingono i presidianti che proprio in questo
momento si smembrano e due di essi vengono aggrediti
con violenza, fatti cadere a terra, malmenati e purtroppo
minacciati da certi rappresentanti delle autorità; in seguito
vengono fer-
mati altri tre
universitari,
oltre i prece-
denti, ed uno
studente mino-
renne, i quali
saranno portati
in questura per
deciderne le sorti.
Durante la giorna-
ta, verso le 15:00,
viene rilasciato il
ragazzo minoren-
ne (intanto proprio
davanti la questura
si crea un blocco di
compagni e amici in
apprensione per i catturati) e verso le 7 e 30 due dei cin-
que maggiorenni; in tarda sera si scopre che agli altri tre,
tra cui l’ex rappresentante d’istituto del liceo Cannizzaro,
è stato confermato il fermo per due giorni con la notizia
che il lunedì successivo vi sarà il processo per direttissima.
La mattina del processo più di cinquecento studen-
ti di varie scuole si recano davanti al tribunale per so-
stenere i tre, e dopo ore ed ore di attesa escono con il
volto stravolto ma con l’ annuncio della non convali-
da dell’arresto. Ora i sei fermati sono imputati di mani-
festazione non autorizzata, resistenza a pubblico uf-
ficiale e per alcuni lesioni a pubblico ufficiale, accuse
infondate che saranno ampiamente discusse in futuro.
Questo fatto è una terribile macchia che incombe sullo
stato italiano e soprattutto sull’integrità della polizia di Pa-
lermo che attua un abuso di potere e stronca la libertà di
espressione citata espressamente dall’ articolo n. 13 della
costituzione Italiana , che dice: “La libertà personale è in-
violabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di
ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra re-
strizione della libertà personale, se non per atto motivato
dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla
legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati
tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza
può adottare provvedimenti provvisori, che devono esse-
re comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria
e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto
ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone co-
munque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge sta-
bilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.”
Il nostro è uno stato democratico fondato sul lavoro o
sulla Polizia? Dobbiamo augurarci che in futuro atti del
genere saranno evitati e che la giustizia prenda provvedi-
menti scagionando gli innocenti e punendo i veri colpevoli.
Insieme nella lotta,
insieme nel pensiero,
mi dipingo di ciò in cui credo.
Un raggio colorato nella not-
te:
bianca è la pace
verde la speranza
rossa come l’amore
la forza della legge.
Io come te,
SILENZIO
CATERINA CURATOLO IV H
E mi voltai ad apprezzare
quel piccolo angolo di verde,
speranza che risplendeva
nella grigia tristezza della guerra.
L’incapacità di potere reagire
La voglia di cambiare
Alimentano silenzio intriso di
vano rimorso.
TEATRO COME VITA
CATERINA CURATOLO IV H
Buio sul palcoscenico
angoscia di non riuscire.
Luci si accendono:
nasce voglia di ballare.
Un salto ben riuscito
irrefrenabile desiderio
di continuare:
armonia travolgente
dei movimenti
la musica ti porta via.
Si spengono le luci
finiscono gli applausi
soccombo: amara la realtà.
NOI COME IL TEMPO
CATERINA CURATOLO IV H
Piange il cielo
la lontananza
Sorride il sole
mare spiaggia poche parole
Grida il vento
flussi di convulsi pensieri.
Noi come lui...
Mutevoli instabili
Incontrollabili.
Il pretesto per un arresto
9
ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA10
IN “MASS MEDIAS” STAT VIRTUS?
LORENZO PASSALACQUA IV M
Non so, non so se vi è mai capitato di sentire
una notizia, magari accennata da un amico
o un parente, magari sbirciata dal giornale
di chi vi siede accanto nell’autobus, magari letta per
caso su Internet… Magari di quella notizia ne volete
sapere di più, e guarda caso pretendete addirittura di
volerne conoscere i particolari! A me capita. E mi
capita che voglia saperne di più sul precario che ha
tentato di buttarsi giù dal provveditorato perché da
anni senza lavoro, di cui ho letto su un piccolo blog
di un giornalista amatore che è riuscito ad avere ad-
dirittura una foto sgranata del disperato lavoratore.
Perfetto, è un tentato suicidio, un suicidio che urla
disperazione, che manifesta la difficoltà di una classe
sociale che pretende di lavorare. Ci sarà scritto su tut-
ti i giornali, ne parleranno a tutti i Tg e interverranno
sulla questione diversi parlamentari, esponenti di de-
stra e di sinistra, senatori, ministri e presidenti vari!
To’! Ai telegiornali non è ancora arrivata la notizia,
però in compenso sull’ultimo scandalo del nostro
cavaliere intervengono un po’ tutti e… to’ guarda,
la Yespica ha fatto un nuovo calendario, interes-
sante! Pazienza, andrò su internet, rete di comuni-
cazione sempre pronta a fornire dettagli inimma-
ginabili di ogni vicenda: to’, anche qui nulla, zero
tagliato, l’articoletto del blog è stato messo in di-
sparte e non ha modo di essere diffuso. Vabbeh,
magari se ne stanno occupando i migliori, domani
le maggiori testate saranno piene di interviste, ap-
profondimenti, la questione verrà portata avanti, è
grave! Nulla. Ah, guarda, l’appartamento di Fini…
ALT! Che succede? Dov’è la gente disperata? Dov’è il
dissenso della gente stanca di questo governo, di que-
sto modo di vivere, di queste assurde vessazioni che
da anni i colpevoli fanno pagare ai più deboli? Dov’è
la gente che per colpa di questa crisi, causata da un
sistema che non è mai stato quello giusto, deve paga-
re di tasca propria gli errori e gli egoismi degli avidi
“signori” del mondo? Non c’è. Eppure nessuno cen-
sura. Non si censura mica. La costituzione lo vieta, al
massimo si “censura la censura”. Come? Semplicissi-
mo. Basta aggirare le leggi ed evitare di usare le brutte
parole! Non si può mica evitare di dire che Berlusconi
è di nuovo indagato dalla Procura di Roma insieme al
figlio per frode fiscale. Quindi come fare per fare in
modo che la gente non si spaventi? Usiamo altre paro-
le! “Scontro con i giudici”, “duello istituzionale”, ma
ancora “scaramuccia”, “bisticcio” e chi più ne ha più
ne metta, tanto oramai ogni inchiesta nei confronti
di… è diventata “Lite”, ogni censura attiva nei con-
fronti di personaggi scomodi ha sempre un ottimo
pretesto per essere messa in atto e mascherata a do-
vere e ogni notizia è tutto e niente allo stesso tempo.
Ma facciamo marcia indietro, prima di giungere a
personaggi scomodi, che spesso addirittura usano la
propria testa per pensare e cercano di narrare avveni-
menti tragici e attuali (qualcuno ha detto Saviano?) e
che quindi per conseguenza logica, visti i tempi, non
hanno assolutamente diritto di esprimersi (!), tornia-
modachifailpropriolavorodaanniinunatelevisione
che diventa sempre più stretta. Parliamo e facciamo il
puntosullaquestionedellatentatasospensionediSan-
toro, con il suo scomodissimo programma Annozero
che mette a confronto giornalisti, politici e attivisti
(non necessariamente esponenti di determinati par-
titi, anzi) sui temi scottanti di quest’Italia traballante.
Santoro, il 23 settembre scorso, nella sua prima pun-
tata stagionale di Annozero, dopo mille peripezie e
tentati impedimenti da parte dell’amministrazione
Rai (che ricordiamo è la nostra televisione pubblica e
non dovrebbe appartenere o essere condizionata da
nessuno schieramento politico) e dopo i contratti ne-
gati a Vauro e Travaglio, si è permesso, dopo un’accu-
rata spiegazione del motivo per il quale era piuttosto
contrariato per il modo in cui era stato trattato dai
suoi stessi dirigenti, un simpatico e liberatorio “vaffa”
(senza aggiunte) nei confronti del suo direttore Masi.
Masi, senza troppi complimenti, ha subito disposto
la sospensione per 10 giorni nei confronti del gior-
nalista dichiarando “La sospensione di Santoro non
c’entra niente con Annozero”. Già, se non per il fatto
che, senza Santoro, Annozero non va in onda. Piccoli
dettagli, insomma, che addolciscono pillole amare a
chi alla fine non le deve per forza ingoiare, già, perché
del resto, noi, seduti sui nostri divani, se non c’è An-
nozero possiamo sempre cambiare e seguire la partita.
11
VIETATO CRITICARE
DAVIDE GIOCONDO IV I
Nuovo ‘codice disciplinare’ per i dirigenti scolastici: leale collaborazione tra dirigenti e
amministrazione o bavaglio?
Si può ancora criticare la Gelmini?
Secondo il nuovo codice disci-
plinare: “il dipendente non può
rilasciare dichiarazioni pubbliche che
possano denigrare l’immagine della
pubblica amministrazione e deve te-
nere informato il superiore dei propri
rapporti con gli organi di stampa”.
Tradotto: meglio non esprimere il
proprio libero pensiero se questo non
è in linea con il ‘va tutto bene’ che
sentiamo dire troppo spesso in TV.
L’antefatto risale al maggio di
quest’anno quando il direttore mi-
nisteriale dell’Emilia Romagna Li-
mina aveva avvertito presidi, pro-
fessori e personale ATA esortandoli
a “non esprimere dichiarazioni cri-
tiche alla stampa”. Questo Ottobre
con il ‘codice Brunetta’ l’avverti-
mento è divenuto ‘minaccia’: si par-
te dalle sanzioni (da 150 a 350 euro) per arriva-
re alla sospensione della retribuzione per tre mesi.
Quindi se un giornalista volesse intervistare il
nostro preside, quest’ultimo potrebbe dire li-
beramente ciò che pensa? Probabilmente no.
Oggi la scuola, il cui principale dovere (a mio pa-
rere) dovrebbe essere quello di formare una co-
scienza critica, è a favore della manifestazione del
libero pensiero? E poiché, come canta Giorgio Ga-
ber “la libertà è partecipazione”, quest’ultima non
indica forse l’essere attivi, esprimendo la propria
opinione (anche quando questa risulta scomoda)?
Bisogna premettere che i professori e il preside rap-
presentano l’ISTITUZIONE scolastica, pertanto de-
vonomantenereuncomportamentoconsonoalruolo
che esercitano, inoltre la scuola va sempre tenuta fuo-
ri dalle diatribe partitiche, ma ciò non dovrebbe mai
impedire la libera espressione del dirigente scolastico!
Il dubbio è se l’esprimere un’opinione (favorevole
o contraria) rappresenti un danno o piuttosto una
risorsa. Una buona riforma, infatti, dovrebbe parti-
re dal basso, dai bisogni e dalle necessità di chi la
scuola la vive ogni giorno: alunni, personale, profes-
sori e presidi; non dovrebbe essere imposta dall’al-
to da una classe dirigente che sacrifica generazioni
di studenti in virtù del compromesso economico.
In conclusione, abbandonando i giri di parole, l’u-
nico scopo del ‘codice disciplinare’ è rendere i
presidi più prudenti e diminuire le contestazioni?
L’abbiamo chiesto a un ex dirigente scolastico che
ci ha illustrato come in questo provvedimento non
ci sia nulla di nuovo in quanto si rifà al Codice di
comportamento dei dipendenti pubblici: “il di-
pendente si astiene da dichiarazioni che vadano
a detrimento dell’immagine dell’amministrazio-
ne”; l’unica novità è l’inasprimento delle sanzioni.
Ma allora perché protestare?
Secondo il sindacato CGIL la norma riguar-
dante i presidi s’incastra nel mosaico della li-
nea intrapresa dal ministero, il cui unico scopo è
proteggere dalle legittime proteste la manovra conte-
nente pesanti tagli all’occupazione e alle retribuzioni.
ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA12 13
L’1 gennaio 2005, le Forze armate inizia-
no ad adottare il nuovo modello di reclu-
tamento su base volontaria. Il 31 Agosto
2004 la Gazzetta Ufficiale n. 204 ha pubblicato la
nuova legge che stabilisce l’abolizione della prece-
dente nata agli inizi del Regno d‘Italia. Dopo 144
anni non sarà più obbligatorio il servizio di leva
al raggiungimento della maggiore età. In questo
modo soltanto chi vuole può entrare nell’esercito.
Qualche mese fa però il Ministro della Dife-
sa Ignazio La Russa e il Ministro dell’Istru-
zione Mariastella Gelmini hanno avanzato
una proposta chiamata: “Allenati per la vita”.
Questa proposta prevede la presenza di ufficiali
in pensione nelle scuole lombarde che istruiranno
i ragazzi all’utilizzo delle armi, alle tecniche di ar-
rampicata, primo soccorso e alla sopravvivenze
in ambienti ostili, come in guerra. Un vero e pro-
prio corso militare quindi. I due Ministri hanno
giustificato questa scelta dicendo che questi cor-
si serviranno a combattere il bullismo e ad unire
i ragazzi così come lo sport e i giochi di squadra.
Ovviamente sono stati molti i dissensi e le proteste da
parte di ragazzi, genitori, insegnanti, giornali e oppo-
sizione locale, ma la posizione sembra irremovibile.
I militari volontari che hanno aderito all’iniziati-
va affermano di voler insegnare come prima cosa
il rispetto nell’utilizzo delle armi, per evitare spia-
cevoli incidenti. Ma gli insegnanti replicano chie-
dendo se degli adolescenti siano davvero abba-
stanza maturi per imparare ad utilizzare un’ arma.
L’opposizione locale dichiara di volersi battere af-
finché la proposta resti tale e non diventi legge.
Un’altra obbiezione viene da parte dei genitori, per-
plessi riguardo l’utilizzo dei corsi militari per combat-
tereilbullismo,moltisidomandano,infatti,seinsegna-
re a dei ragazzi ad utilizzare le armi non sia piuttosto
un’incitazione alla violenza. Bisogna aggiungere che
l’insegnamento dell’utilizzo delle armi verrà imparti-
to a tutti i ragazzi, bulli e non. In che modo combat-
tiamolaviolenzanellescuoleseragazzichenefaceva-
no già uso impareranno anche ad adoperare le armi?
Molti sostengono che bisogna incentivare lo sport
nelle scuole invece di incentivare la violenza ma-
scherando l’iniziativa come mezzo per unire i ra-
gazzi. Secondo alcuni genitori sarebbe meglio fare
dei corsi di difesa personale, con dei docenti che
insegnino ad utilizzare le tecniche solo quando è
necessario, in modo da poter combattere realmen-
te il bullismo ed aiutare i ragazzi a socializzare.
Alcuni giornali hanno rinominato il progetto
come “progetto di fascistizzazione” , spiegan-
do che a loro parere l’iniziativa serve solo per far
confondere i ragazzi e spingerli alla vita militare:
si ritornerà forse al servizio di leva obbligatoria?
Forse bisognerebbe ripensare a quante criti-
che sono state fatte, da parte di Paesi civilizza-
ti come il nostro, a quei Paesi come la Nigeria e il
Rwanda che arruolano bambini di qualsiasi età
e chiederci: siamo davvero tanto diversi da loro?
Oltreleprotestefattedalpuntodivistamoralecisono
anchequelleriguardantil’aspettoorganizzativo.Molti
insegnanti, infatti, non ritengono giusto che in questa
“politica dei tagli” molte materie siano scomparse del
tutto o quasi e invece progetti come questo vengano
portati avanti. I ministri replicano che i militari sono
dei volontari che insegneranno gratuitamente, ma
bisogna comunque considerare i costi dei materiali.
In ogni caso nono-
stante tutti i dissensi
la proposta non è de-
stinata ad essere revo-
cata. Ancora una volta
in Italia il parere della
gente comune conta
davvero poco. Questa
è quella che noi chia-
miamo democrazia.
ALLENATI PER LA VITA
MARZIA CAMPIONE IV F
L’IMMINENTE IMMINENZA DEL FUTURO
NADIA DI FRANCO V I
Buongiorno miei cari letto-
ri! In queste poche righe
vorrei parlarvi di un argo-
mento, come dire, IMMINENTE:
il futuro. Tutti almeno una volta
nella vita ci avremmo pensato. Chi
parlandone con timore al proprio
padre, chi con determinazione al
professore di turno, e chi ancora
non parlandone ad altri che a se
stesso. Ognuno di noi sicuramente
da piccolo aveva mille idee lavora-
tive, mille mestieri che cambiavano
e si trasformavano giorno dopo
giorno, con la dovuta noncuran-
za, consapevoli che ancora “ave-
vamo una vita davanti” per pren-
dere l’importante decisione. Tutti
avremo pensato utopicamente di
diventare veterinari, commessi, o
affermati avvocati. C’è chi attivo
e ambizioso ha pensato di orga-
nizzare un proprio studio odon-
toiatrico e chi si accontenterebbe
anche di fingere di lavorare dietro
una scrivania in nome del dolce
far nulla. A Molti di voi mille idee
frulleranno in testa, e al contrario
molti altri non avranno nessuna
aspettativa futura. E come bia-
simarli? Prima d’altronde era
molto più facile scegliere. La
maggior parte erano contadini
e operai, e il restante cinque per
cento si specializzava come me-
dico o avvocato, infatti uno spe-
cialista lo si doveva cercare con
il binocolo, mentre ora è il po-
sto di lavoro a essere sottoscrit-
to con il cartello WANTED.
E così io sono arrivata al mio
ultimo anno di liceo, con un
grosso bagaglio culturale alle
spalle, una grande voglia di fare
e un nascente bisogno di risposte,
trascinandomi dietro una valigia
di dubbi, incertezze e perplessità.
E’ la disinformazione che regna
sovrana, e che ci fa disconoscere
la moltitudine di facoltà e di op-
portunità presenti nel mondo del
lavoro, o sono le opportunità stes-
se a essere venute meno? Cioè noi
studiamo, studiamo, studiamo. Ma
perché? Se siamo in una realtà che
sfocia nell’incertezza, nell’assenza
dipossibilità,nellaraccomandazio-
ne, mi chiedo a cosa ci servirà tut-
to questo romperci la testa sui libri
se alla fine non è la meritocrazia
ad essere premiata. Se l’eccellente
viene superato dal simpatico, e il
simpatico dal bello, e il bello a sua
volta dal raccomandato, che nono-
stante tutto, indiscusso, conquista
sempre in un modo o nell’altro
le vette, mi chiedo se abbia senso
continuare la nostra formazione.
Inoltre, meritocrazia a parte, a
sentire mio padre se “hai un obiet-
tivo preciso la determinazione
presente in ognuno di noi porta
a conquistarlo”. Parole fatte. E
se quest’obiettivo non esistesse?
La verità è che l’incombenza del
futuro pesa, perché se da una par-
te vorremmo avere la certezza del-
la correttezza della nostra scelta,
dall’altra sappiamo che al giorno
d’oggi non vi sono molto le con-
dizioni per assicurarla corretta,
questa scelta. Il futuro è un punto
interrogativo, perché non lo pos-
siamo scegliere solo in base a ciò
che ci piace di più o ciò per cui
siamo più portati. Anche se a me,
ipotizzando, piacesse disegnare,
quali possibilità avrei di diventare
un pittore o un insegnante di dise-
gno? A quale fine percorrere que-
sta via? Per ritrovarmi in mezzo
alla strada o in cassa integrazione?
Vorrei avere una sfera di vetro che
potesse illuminarmi riguardo al
futuro o una cartomante che riu-
scisse a garantirmi la correttezza
delle mie decisioni. Ma in assen-
za della Strega Nera di turno che
riesca a farmi luce sugli sbocchi
lavorativi futuri, forse è davvero
il caso di investire su un degno
lapino e fare la sfincionara a vita.
ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA14 15
L’OMOLOGAZIONE DEI GIOVANI
CATERINA CURATOLO IV H
IL CINEMA DEI SOVVERSIVI
EUGENIO CANNATA III C
U
no dei temi più
discussi in asso-
luto è il tema
dell’adolescenza: quan-
to dura, come deve es-
sere affrontata, aspetti
positivi, aspetti negati-
vi.. etc.. Però fin quando
non ci sei dentro nessu-
no può darti la capacità
di entrare nella men-
talità dell’adolescente.
Molto spesso infatti
sentiamo e leggiamo
varie opinioni per
quanto riguarda questo
periodo della crescita
ma nessuna, se sei ado-
lescente te ne sarai reso/a
conto, rispecchia la realtà.
I luoghi comuni che fan-
no parte della mentalità
puerile sono molti e tutti
diversi tra di loro. La loro
varietà però porta ad una
cattiva interpretazione del
loro significato e all’attri-
buzione ad essi di un’ec-
cessiva importanza. Si, ce
ne saranno di stupidi, esa-
gerati, immotivati come
avviene in qualsiasi gene-
razione, l’importante però
riuscire a starne alla larga
e non essere plasmati da
questi. A volte ci si sente
costretti ad un modello,
ad uno schema giusto per
evitare di essere esclusi o
emarginati dal gruppo.
Per evitare che ciò avven-
ga bisognerebbe trovare
un giusto gruppo di amici
nel quale riuscire ad esse-
re se stessi senza bisogno
di essere costretti a vestirsi
in un certo modo, a par-
lare utilizzando gli stessi
vocaboli che utilizzano gli
altri, a frequentare perso-
ne che non siano tutte del-
lo stesso tipo. Trovare un
gruppo di amici ed entrar-
vi senza queste condizio-
ni, risulta, al giorno d’oggi
molto difficile. Innanzi-
tutto alcuni non hanno il
coraggio di staccarsi dagli
schemi per seguire ciò che
dice la propria testa. Ri-
sulta difficile perché mol-
to spesso il ‘modello da
seguire’ finisce col confon-
dersi con l’essere se stesso.
Questo è un aspetto molto
negativo dell’omologazio-
ne: l’annullamento dell’io.
Costantemente abbiamo
a che fare con persone
che da sole hanno una
mentalità, nel gruppo ne
hanno un’altra. Ed è im-
possibile ignorare questo
cambio di atteggiamen-
to perché spesso porta a
litigi, discussioni, oppu-
re (dal lato opposto) ad
amicizie destinate a du-
rare solamente nel ‘grup-
po’ e non singolarmente.
Ma l’omologazione, non
riguarda tutti coloro che
vogliono entrare in un
gruppo o fare amicizia
con qualcuno, riguar-
da anche tutti coloro che
sono già dentro il gruppo.
Il risultato estetico sarà un
insieme di ragazzi e ragaz-
ze molto uniti e quasi in-
vidiabili da chi non ne fa
parte; mentre all’interno,
si creeranno meccanismi
di potere e legami che sa-
ranno tutto l’opposto di
ciò che può sembrare a
tutti coloro che guardano
da fuori. Quindi è tutto un
problema di mentalità, di
sapersi staccare dal grup-
po e riconoscere quelli
che sono gli amici e quelli
che non lo sono o, peggio
ancora, fanno finta di es-
serlo. Ma come farlo? Non
è facile. Bisognerebbe im-
parare a ragionare da e
su se stessi, imparare
a conoscersi e a saper-
si confrontare con gli
altri, ignorando quel-
le che sono le mode e
i costumi obbligatori
imposti dalla socie-
tà. Quante ne nasco-
no al giorno? Quante
ne abbiamo sentite?
Il ciuffo di lato, i je-
ans a vita bassa, capi
d’abbigliamento leo-
pardati, gli occhiali da
sole grandi… Una più
stupida dell’altra che
accettate dal singolo,
diventano del gruppo nel
quale l’io sentendo la ne-
cessità di unirsi agli altri
per essere qualcuno, di
fatto finisce per annul-
larsi ed essere nessuno.
Ha ragione la stampa filogovernativa a defi-
nire “faziosa” l’iniziativa dei Centoautori e
di tutte le altre associazioni delle donne e
uomini di cinema e di televisione coinvolte nella cla-
morosa protesta che in questi giorni va in scena al
Festival del Cinema di Roma ("Solo tagli alla cultura,
questa la vostra dittatura" grida il corteo riunitosi al
Palazzetto dello sport). Quella è gente faziosa. Gente
che sta con la fazione della cultura, della bellezza, del
sogno e della fantasia contro l’altra fazione, quella del
centro commerciale nel quale si spacciano (lo dico
metaforicamente: meglio precisarlo di questi tempi)
Pil, Viagra e grigiore. E stanno anche (particolare di
non trascurabile rilievo) con la fazione di un’industria
attiva, popolata di grandi professionisti (dall’artigia-
no/attrezzista alla diva che sfila in passerella: l’uno
senza l’altra non si possono semplicemente pensare)
e produttiva non solo di reddito e occupazione, ma
anche di quel bene immateriale, ma oggi più che mai
strategico, che è l’immagine di un Paese. Perciò, la so-
lidarietà del cast americano, ripresa dai media di tut-
to il mondo, lungi dallo “sputtanare” l’Italia (è stato
scritto anche questo) ne ha mostrato un volto sensibi-
le, felicemente indignato, mosso, pacificamente con-
sapevole. Il tutto mentre un cordone di polizia che
avrebbe meglio figurato in Italia-Serbia presidiava il
Red Carpet nell’evidente intento di “evitare disordi-
ni”. Ma davvero! L’ostilità verso il dissenso si sta tra-
sformando in paranoia, qui da noi. Sul serio, Signore
Autorità: temevate colpi di testa da parte del sovver-
sivo Stefano Rulli (Presidente del movimento "Cen-
toautori")? È finita che i ragazzi in divisa si sono “ri-
fatti gli occhi” con la Mendes: c’è di peggio nella vita!
MIND GLOBALIZATION!
COSTANZA DILIBERTO V F
GIUSEPPE RUSSO V C
GIULIA CATALISANO IV B
Mind globalization! La versione modificata
del celeberrimo “Mind the gap” si addi-
ce perfettamente all’esperienza vissuta
dai 10 ragazzi che, dopo un corso di analisi e critica
dell’attualissimo problema socio-economico-politico
della globalizzazione, hanno avuto l’occasione di po-
ter avere un faccia a faccia con la realtà multietnica
e variegata che contraddistingue la società inglese
contemporanea. Prima di recarci in Gran Bretagna,
abbiamo avuto l’occasione di interagire sia fra di noi
che con un esperto di economia, per analizzare con-
cretamente il fenomeno della globalizzazione, che –
benché sia entrato diffusamente nella vita di tutti i
giorni e, di conseguenza, tende quasi ad essere “nor-
malizzato” – presenta sì diversi aspetti positivi, ma
altrettanti negativi: abbiamo quindi cercato di trova-
re una “soluzione” al problema della globalizzazio-
ne, non con l’obiettivo di tornare indietro e lasciar
svanire i progressi che questo fenomeno è riuscito
a comportare, ma cercando – invece – di trovare un
compromesso fra progressi e regressi. Oltre all’ana-
lisi teorica, attraverso ricerche di tipo sociologico è
stato possibile riscontrare come la diversificazione
della popolazione sia una realtà che prepotentemen-
te si impone ai nostri occhi. È stato semplice quindi
trovare degli esempi: già durante le camminate ver-
so i vari musei era all’ordine del giorno incrociare
qualche ristorando italiano, negozietto etnico o com-
messo che non fosse inglese. Sia ad Edimburgo che
a Londra è stato possibile organizzare degli incon-
tri e delle visite a centri multietnici nevralgici come
Camden Town, università attive nel sociale che accol-
gono studenti stranieri e la sede che ha reso possibile
con il suo operato la perfetta integrazione dei non
nativi: il parlamento. A momenti intensamente istrut-
tivi e interessanti si sono alternati occasioni di svago
inaspettato, agevolato dalla libera fruizione nella me-
tro: ed anche in questi momenti meno impegnativi è
stato facilissimo riscontrare come il fenomeno della
globalizzazione sia attualmente diffusissimo e riscon-
trabile nelle minime cose del quotidiano. Chiudiamo
il nostro invito a vivere quest’esperienza così come
l’abbiamo iniziato: remember, mind the globalization!
ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA16
L’ECONOMIA DEI RIFIUTI
CATERINA CURATOLO IV H
Ètipico della natura umana
produrre rifiuti. Pertanto
è normale che si vengano
a formare discariche e accumuli
di rifiuti vicino alle zone abitate.
Il problema dei rifiuti nasce però
dalla cattiva organizzazione dello
smaltimento di questi, con la con-
seguente contaminazione dell’am-
biente circostante. Esistono vari
modi per evitare che questo av-
venga: la raccolta differenziata,
l’abolizione di discariche a cielo
aperto, la formazione di nuovi
impianti di incenerimento, la cre-
azione e la salvaguardia di nuo-
vi parchi naturali e aree protette,
tramite campagne di sensibilizza-
zione. Realizzare tutto ciò però in
molti casi non viene reso possi-
bile dalla noncuranza dei cittadi-
ni e dal menefreghismo di alcuni
politici responsabili. Questi infat-
ti a volte ignorano i pericoli che
si possono correre aprendo una
nuova discarica e non bloccando
l’operato di alcune fabbriche che
con le loro emissioni rendono im-
possibile la vita della popolazione
che abita nelle zone circostanti.
A Terzigno (NA), per esempio,
in seguito all’emergenza rifiuti
di Napoli, è stato deciso di apri-
re una nuova discarica nel parco
naturale del Vesuvio (Cava Vi-
tiello). La violentissima reazione
della popolazione ha portato a
numerosi scontri con la poli-
zia. <<Le regole? Perché qui
lo stato le ha rispettate.>> Così
hanno risposto alcuni rivoltosi a
Conchita Sannino che li ha inter-
vistati (La Repubblica,221010).
Questa affermazione descrive
appieno il vero problema: il non
rispetto delle regole da parte dei
politici. Questi a volte vedono la
questione rifiuti come un argo-
mento esclusivamente economi-
co e politico, trascurando l’im-
patto ambientale che può avere.
Ma i politici non sono gli uni-
ci che tendono a speculare sul
problema, infatti le organizza-
zioni criminali tendono ad oc-
cuparsi dello smaltimento illegale
dei rifiuti tossici per arricchirsi.
Su questi si basa un’intera econo-
mia di traspor-
to e deposito,
utile a tutte
quelle fabbri-
che che per
paura di chiu-
dere o di es-
sere sottopo-
ste a controlli
più frequenti,
preferisco-
no finanziare
economica-
mente la ma-
lavita. È evi-
dente in questo caso l’egoismo del
singolo che calpesta la salute della
popolazione pur di arricchirsi, eva-
dendo l’applicazione delle leggi .
Di questo argomento ha voluto
trattare Matteo Garrone nel suo
film tratto dal libro ‘Gomorra’ di
Saviano. Il protagonista, un im-
prenditore del settore dei rifiuti
afferma: <<Quelli che parlano
di moralità, che dicono che l’eco-
nomia deve avere dei limiti, delle
regole, sono quelli che non sono
riusciti a prenderne il potere, che
sono stati vinti dal mercato. L’e-
tica è la scusa dei perdenti.>>
Garrone, dunque, ritrae l’im-
prenditore come un camorrista
senza cuore, il cui unico interesse
è quello di arricchirsi, senza pre-
occuparsi del rispetto delle rego-
le e dei limiti offerti dalla legge.
Ma è proprio vero che la legge
economica è una legge di natura e
caratterizza da sempre l’agire uma-
no, è proprio vero che non possia-
mo far nulla contro il darwinismo
sociale che premia sempre il più
forte? E’ difficile dare una rispo-
sta e tanto più intorno al proble-
ma rifiuti poichè la collusione tra
politica ed ecomafia pare realmen-
te incarnare lo spirito di tale teoria
RIFIUTI: BUSINESS DEL FUTURO
DOMENICO MANNOIA IV H
Nella società odierna i rifiuti e le problematiche
derivanti dalla mancanza di un loro corretto
smaltimento rappresentano un serio pericolo
per il futuro dell’ecosistema e della saluta umana. Fino
ad oggi il nostro paese non è riuscito ad organizzare
in modo concreto e razionale lo smaltimento, moti-
vazione questa che obbliga le amministrazioni locali
a dover adottare soluzioni provvisorie e non sempre
adeguate. Negli ultimi anni, nonostante si siano avver-
titi dei lievi progressi a livello nazionale, l’Italia rimane
uno dei pochi paesi industrializzati in cui la gestione
dei rifiuti dipende ancora troppo dallo smaltimento in
discarica. Una sostanziale differenza si evidenzia quan-
do si pone a confronto il Nord e il Centro-Sud. Infat-
ti vediamo che al Nord già da tempo viene utilizzata
la raccolta differenziata, mentre al Centro-Sud, non
sussistendo controlli, i rifiuti vengono portati in di-
scariche, tra l’altro provvisorie e insufficienti. Come
afferma Detwiler in “Underworld”: << Consuma o
muori; noi creiamo quantità stupefacenti di spazza-
tura, poi reagiamo a questa creazione. […] Lasciamo
che ci plasmi. […] Prima creiamo la spazzatura e dopo
costruiamo un sistema per riuscire a fronteggiarla.>>
Per far fronte all’emergenza, alcune regioni del Centro-
Sud Italia sono state costrette ad inviare gran parte dei ri-
fiuti in Germania, sostenendo esorbitanti spese. La cru-
cialità del problema è anche culturale, poiché manca la
corretta informazione sui pro e i contro e sulle soluzioni
tecniche. La scarsa informazione e le poche competenze
sono unite a sicuri e perversi interessi economici e poli-
tici che hanno fatto sì che la gestione dello smaltimento
rifiuti finisse nelle mani di organizzazioni criminali, qua-
li la mafia, o in questo caso “ecomafia”. Ciò non fa altro
che accrescere l’emergenza mentre la capacità residua
delle discariche del nostro paese rappresenta un motivo
di allarme che non si deve ignorare, ma che necessita
di immediate soluzioni operative e tecnologiche. “Nelle
città italiane ogni anno vengono prodotte circa trenta
milioni di tonnellate di rifiuti. Una direttiva comunitaria
ha imposto anche all’Italia la raccolta differenziata di
alcuni materiali. […] Il resto dovrebbe essere collocato
in discariche e impianti autorizzati, ma in realtà una par-
te viene smaltita in modo illegale o incontrollato.” (“Il
nuovo dizionario del cittadino europeo” 2008). Dietro
a tutto ciò bisogna anche aggiungere il problema dei
rifiuti generati dalle fabbriche, industrie, ospedali, etc ,
i quali, contenendo sostanze altamente inquinanti, han-
no bisogno di più tempo per essere smaltite. In questo
contesto si inserisce perfettamente la criminalità orga-
nizzata che permette alle aziende di disfarsi dei rifiuti
a bassi costi. A volte finiscono in centri di stoccaggio
con documenti falsi, a volte sono nascosti sotto le fon-
damenta, etc. In questo drammatico quadro si assiste
all’aumento del tasso di mortalità causato da diverse
forme di cancro. I boss mafiosi ragionano come ma-
nager di grandi aziende e gestiscono un vero e proprio
mercato del crimine, in cui il settore dei rifiuti rappre-
senta uno dei più importanti e redditizi. Anche Manin,
nel “Corriere della Sera”, afferma: “ Da oltre trent’anni
molte imprese del Nord e del Centro Italia hanno tra-
sportato tramite intermediari, legati a cosche malavito-
se, le scorie al Sud, avvelenando inoltre i terreni agricoli
e favorendo l’aumento esponenziale di casi di cancro. “
La situazione Campana è un esempio evidente della
gravità e della vastità di un problema che non può più
essere trascurato, ma necessita di un immediato provve-
dimento risolutivo, altrimenti l’emergenza non può che
continuare ad aggravarsi provocando danni sociali ed
ambientali che ricadranno inesorabilmente anche sulle
generazioni future. A Terzigno, in provincia di Napoli,
e nelle località vicine, il 20 ottobre 2010 sono scoppiate
delle rivolte da parte dei cittadini a causa della costruzio-
ne di un ulteriore discarica. In strada sono scese migliaia
di persone tra cui giovani, vecchi, studenti, contadini,
etc, con la consapevolezza di non avere nulla da perdere
oltre la salute. Ci sono state oltre diciassette ore di scon-
tri: strade e negozi devastati, camion di rifiuti incendiati.
I guerriglieri hanno accerchiato degli auto compattatori,
altri, tra cui quelli che hanno versato i rifiuti nella di-
scarica, sono stati incendiati. Altra gente, sostenendo il
non-rispetto delle regole da parte dello stato, ha brucia-
to la bandiera Italiana e ha maledetto tutti i voti che ha
dato a Berlusconi e agli altri pagliacci. Nel bilancio finale
abbiamo circa trenta feriti e sedici mezzi danneggiati.
I cittadini si sono ormai abituati a convivere con il pro-
blema dei rifiuti. E’ giunto il momento che essi si pon-
gano di fronte alle autorità e alle amministrazioni locali
affinché adottino soluzioni che risolvano i problemi.
17
SCIENZA E TECNOLOGIA
LA MINACCIA DEGLI ASTEROIDI: COME AGIRE?
CHI DOVRA’ PRENDERE LE DECISIONI?
SALVATORE CHILLEMI IV I
Come bisogna prepararsi al rischio di collisio-
ne di un asteroide con la terra? Prescindendo
dalle tecnologie per deviare la sua traiettoria,
chi prenderà la decisione di agire? Questa scelta po-
trebbe infatti risultare letale per milioni di persone
- come ha sottolineato un gruppo di esperti nazio-
nali – in quanto un asteroide malamente deviato po-
trebbe modificare la propria traiettoria e colpire altre
parti della Terra provocando stragi a livello mondiale.
I migliori scienziati dell’ Agenzia Spaziale Europea
(ESA) hanno studiato delle possibili operazioni per
evitare collisioni future con asteroidi che si dirigeran-
noversolaTerra:unadiqueste-comeaffermal’ormai
anziano astronauta d'Apollo 9 Russell Schweickart –
è quella di modificare la velocità dell’oggetto in rotta
di collisione. Questa tecnica consiste nell’inviare una
sonda spaziale verso l’asteroide, scegliendo le oppor-
tune velocità e il momento adatto, in modo da farla
precipitare su di esso: la sonda, tramite notevolissime
tecnologie, si occuperà di regolare la velocità dell’a-
steroide. Un’altra soluzione, se si ha abbastanza tem-
po per agire, consiste nel far avvicinare all’asteroide
una sonda spaziale che resti in prossimità di essa. Con
la gravità, l’asteroide sarà gradualmente attirato verso
la navicella. “Si utilizza la gravità come un fortissi-
mo cavo di rimorchio” - ha aggiunto M. Schweickart.
Se queste tecniche possono essere sufficienti per un
asteroide di circa 300 metri di diametro, per quel-
li di maggiore estensione si dovrà fare ricorso ad
un’esplosione nucleare nello spazio. Ma il rischio
che simili corpi celesti possano entrare in collisio-
ne con la Terra risulta essere limitato (collisioni di
questo genere sono previste ogni 100.000 anni).
Più numerosi sono invece gli asteroidi di minori di-
mensioni che incrociano l’orbita terrestre: circa 6.000
oggetti sono stati individuati attorno alla Terra - ha av-
vertito nel 2008, l'Associazione degli Esploratori Spa-
ziali (ASE), fondata dal Sig. Schweickart. Un gruppo
di astronauti, scienziati, rappresentanti delle maggio-
ri agenzie spaziali è stato istituito dall'ESA per questo
problema: essi si occupano infatti di salvaguardare e
monitorare periodicamente il numero di oggetti nelle
vicinanze della Terra e la loro pericolosità. Inoltre, i
suoi membri sono sicuri che di fronte ad una minaccia
mondiale, sarà necessaria una reazione globale: “Sarà
importante prendere le decisioni collettivamente ed
assicurarsi di avere risposte univoche” – ha sottoline-
ato ancora Schweickart. Ma come è possibile mettere
in collaborazione i governi con le numerose agenzie
spaziali? Potrebbe essere necessario in futuro evacua-
re alcune zone della Terra, in quanto saranno ritenute
aree potenzialmente a rischio. E’ infatti molto proba-
bile che nel tentare di influenzare la traiettoria di un
asteroide, esso rischi di spostare il proprio punto teo-
rico di impatto nelle aree adiacenti al target originale.
Nel 2029, l'asteroide Apophis dovrebbe passare a
40.000 km di terra, ossia un decimo della distanza
Terra-Luna. Se
questo passag-
gio nelle no-
stre vicinanze,
tramite la for-
za di gravità,
modificherà
la sua traietto-
ria, l'oggetto
di 300 me-
tri di diame-
tro, potrebbe
entrare in collisione con la Terra nel corso di una
nuova traversata nel 2036. Secondo gli esperti, ciò
che è veramente importante è la prevenzione di
questi eventi, di cui non bisogna assolutamente sot-
tovalutarne la pericolosità: “Bisogna essere pronti
ben prima" - insiste il signor Bobrinsky, scienziato
dell’ESA. Subito dopo il suo passaggio nel 2029,
Apophis dovrebbe essere dotato di sensori per
identificare la sua traiettoria nel tempo, in modo
da prevenire un eventuale collisione con la Ter-
ra attraverso i mezzi che l’uomo ha a disposizione.
Minacce dall’Universo ci attendono…l’uo-
mo sarà in grado di arginare queste calami-
tà “natural-universali”? Sicuramente fino
al 2036 potremo dormire sogni tranquilli!
SCIENZA E TECNOLOGIA 1918
UN CAFFE’ IN PARADISO
SARA MINISTERO IV H
Si parla di inquinamen-
to con il Creatore e la
biologa Rachel Carson.
Data la recente eruzione del vul-
cano islandese Eyjafjallajokull,
non è stato facile raggiungere il
nostro punto d’incontro, ma ades-
so mi ritrovo qui in presenza del
Creatore e la cara Rachel Carson.
Comincio il discorso partendo
proprio dagli ultimi fatti, il vulca-
no Eyjafjallajokull aveva eruttato
per l’ultima volta nel 1821 e que-
sta eruzione era durata due anni.
Buon pomeriggio e grazie
per essere qui. Dati gli ulti-
mi eventi, quali sono secondo
voi le conseguenze sull’inqui-
namento di quest’eruzione?
C.: Si tratta di certo di una cala-
mità naturale, influenzata però
dall’intervento dell’uomo che in-
volontariamente attraverso i suoi
gesti ha portato ad un’alterazione
dei climi che hanno scatenato l’e-
ruzione improvvisa, quest’ultima a
sua volta attraverso le ceneri può
portare a un’ulteriore alterazione
del clima e all’inquinamento dell’a-
ria che viene respirata dai viventi.
R.: L’eruzione è avvenuta, poi-
ché è aumentata la pressione dei
gas contenuti nel magma presente
nella camera magmatica del vulca-
no; per quanto riguarda l’inquina-
mento che può causare una simile
eruzione, a secondo della consi-
stenza e del tipo, la nube forma
uno strato di polveri che può ar-
rivare a rivestire tutta l’atmosfera
terrestre. Questo strato funziona
da schermo e da specchio per la
radiazione solare provocando un
importante riscaldamento della
stratosfera (sopra la nube) e un
raffreddamento dei bassi stra-
ti dell’atmosfera (sotto la nube).
Quindi peggiorerebbero ulte-
riormente le condizioni dell’at-
mosfera terrestre già parecchio
inquinata dato infatti il buco
nell’ozono, quali sono secon-
do voi le cause di quest’ultimo?
C.: Il buco nell’ozono è un fe-
nomeno che consiste nell’assot-
tigliamento dello strato di ozono,
la causa di ciò è sicuramente l’in-
tervento dell’uomo che inquina
l’atmosfera strumentalizzando
la natura e cercando di velociz-
zare i suoi ritmi in base al pro-
dotto che deve essere creato.
R.: Io concordo nel dire che gran
parte della colpa è dell’uomo, ma
non solo. Le
sostanze inqui-
nanti implica-
te come cause
dell’assottiglia-
mento dell’o-
zono sono i
Clorofluoro-
carburi (CFC)
in genere uti-
lizzati come
refrigeranti,
solventi o pro-
pellenti. Altre
sostanze inqui-
nanti sono gli
Idroclorofluorocarburi (HCFC)
utilizzati per rimpiazzare i CFC.
Entrambe le sostanze contengo-
no il cloro e tramite questo sono
in grado di deteriorare la fascia di
ozono nella stratosfera. L’impatto
sull’ozono dei HCFC è comunque
minore rispetto a quello dei CFC.
Quali sono secondo voi i piani
daattuareperevitarelosviluppo
dell’inquinamentoatmosferico?
C.: Sicuramente un atteggiamen-
to più rispettoso nei confronti
della natura da parte dell’uomo
che dovrebbe evitare di abusare
della natura e provare a rispet-
tare i suoi tempi di evoluzione.
R.: Il contributo deve sicuramen-
te partire dall’uomo che dovrebbe
evitare di utilizzare spray e bom-
bolette che contengono quei gas
nocivi che causano questo assot-
tigliamento dello strato di ozono.
Questo sicuramente porterebbe
ad un passo avanti per evitare un
ulteriore ampliamento del buco.
 Speriamo che gli argomenti trat-
tati in questa breve intervista com-
piuta dal Paradiso
aiutino i nostri
cari lettori a sensi-
bilizzarsi riguardo
la problematica
dell’inquinamen-
to atmosferico,
magari una visio-
ne dall’alto come
quella data dai
nostri intervista-
ti può sembra-
re più veritiera.
Dal Paradiso è
tutto, da qui ho
visto il Mon-
do anche lui sembra un Paradiso
peccato che l’uomo faccia di tut-
to per trasformarlo in un Inferno.
MUSICA E CINEMAMUSICA E CINEMA20
MUSICA&CINEMA
EUGENIO CANNATA III C
CLARA LA LICATA III E
21
In questa prima edizione della nostra Rubrica abbiamo deciso di proporvi una lista di dieci dischi e film italia-
ni che potrebbero piacervi e invogliarvi a rivalutare l’arte nostrana, spesso vittima di pregiudizi infondati.
Ci auguriamo che con questa Rubrica possiate scoprire orizzonti dai più sottovalutati.
MUSICA
Abbiamo scelto “Andate tutti affanculo” degli Zen Circus come primo
disco, poiché siamo convinti che, date le caratteristiche irriverenti e pro-
vocatorie, potrebbe piacere a gran parte degli studenti del nostro Liceo.
Gli Zen Circus sono una rock band italiana formatasi a Pisa nel
1994 dal chitarrista-cantante Andrea Appino e il batterista “Te-
schio”, a cui qualche anno dopo si aggiunge il bassista “Ufo”.
Quest’ultimo disco è formato da dieci pezzi carichi di risentimento e ironia.
In questo disco i tre pisani spaziano tra Folk, Punk e Indie-Rock, prenden-
do spunto dal cantautorato italiano. Alle canzoni “Vecchi Senza Esperien-
za”, “Ragazza Eroina”, “It’s Paradise”, “Amico mio” e “Vuoti a Perdere”
hanno partecipato artisti del calibro di Giorgio Canali (Chitarrista dei CSI),
Nada, Davide Toffolo (voce dei Tre Allegri Ragazzi Morti) e Brian Ritchie.
TOP TEN
1.	 Andate tutti
affanculo – The Zen
Circus (2009)
2.	 1964-1985 Af-
finità - divergenze fra
il compagno Togliatti e
noi del conseguimento
della maggiore età –
CCCP Fedeli alla Linea
(1985)
3.	 Metallo non me-
tallo – Bluvertigo (1997)
4.	 Hai paura del
buio? – Afterhours
(1997)
5.	 La Voce del Pa-
drone – Franco Battiato
(1981)
6.	 Amen – Baustel-
le (2005)
7.	 A Sangue Fred-
do – Il Teatro degli
Orrori (2009)
8.	 Quindi? – Max
Gazzè (2010)
9.	 L’amore non è
bello – Dente (2009)
10.	 Socialismo Ta-
scabile (Prove Tecniche
di Trasmissione) – Of-
flaga Disco Pax (2005)
TRACKLIST
1. L’Egoista		 6. Andate tutti Affanculo
2. Vecchi Senza Esperienza 7. Amico mio
3. It’s Paradise		 8. Ragazza Eroina
4. We Just Wanna Live 9. Gente di Merda
5. Vuoti a Perdere 10. Canzone di Natale
CINEMA
Trama:
Il film é diviso in tre episodi distinti. Nel primo (In Vespa) il protago-
nista gira in vespa per le vie di una Roma estiva. Nel secondo (Isole)
decide di raggiungere un amico a Lipari. Nell'ultimo (Medici), ricostrui-
sce le tappe della lotta contro la malattia di cui ha sofferto per un anno.
Il protagonista è Nanni Moretti (interpretato da se stes-
so), un uomo abbastanza eccentrico e particolare. Nel film
si alternano scene esilaranti a scene di tipo drammatico.
La pellicola fu accolta molto positivamente dal-
la critica del Festival del Cinema di Cannes, tanto che vin-
se la Palma d’Oro (il premio più prestigioso) per il miglior film.
È il primo film in cui Nanni Moretti si sveste del-
le vesti di Michele Apicella per raccontare alcuni episodi del-
la sua vita quotidiana, visti con l’ironia solita del suo cinema.
Nonostante le sue vene drammatiche, è un film abba-
stanza leggero che vi consigliamo pienamente di vedere.
TOP TEN
1.	 Caro Diario –
Nanni Moretti (1993)
2.	 Basilicata Coast
to Coast – Rocco Papa-
leo (2010)
3.	 Il Buono, il Brut-
to e il Cattivo – Sergio
Leone (1966)
4.	Mediterraneo
– Gabriele Salvatores
(1989)
5.	 I Soliti Ignoti –
Mario Monicelli (1958)
6.	 Le Notti di Ca-
biria – Federico Fellini
(1957)
7.	 Nuovo Cinema
Paradiso – Giuseppe
Tornatore (1988)
8.	 Suspiria – Dario
Argento (1977)
9.	 Ieri, Oggi, Do-
mani – Vittorio De Sica
(1963)
10.	 Mery per Sem-
pre – Marco Risi (1989)
Titolo originale:
Nazione:
Anno:
Genere:
Durata:
Regia:
Cast:
Caro diario
Italia
1993
Commedia/Drammatico
100’
Nanni Moretti
Nanni Moretti, Giulio Base, Carlo Mazzacurati, Re-
nato Carpentieri, Raffaella Lebboroni, Marco Paolini,
Antonio Neiwiller, Valerio Magrelli, Sergio Lambiese
RECENSIONIRECENSIONI22
IL PRINCIPE DELLA NEBBIA
ROSALINA COSTANZA V G
BENVENUTI AL SUD
ANTONIO TRANCHITA II E
23
Benvenuti al Sud è un film di
Luca Miniero. è il remake
di “Giù al Nord”, comme-
dia comica francese. La versione
italiana è diversa perché racconta
gli stereotipi italiani, soprattutto
quello della criminalità del Sud. Il
protagonista, Alberto Colombo,
interpretato da Claudio Bisio, è
un direttore di un ufficio postale
che, suo malgrado, viene trasferi-
to in un paese vicino Napoli, Ca-
stellabate, in provincia di Salerno.
Alberto avrebbe preferito Milano
arrivando addirittura a fingersi di-
sabile per realizzare questo sogno
che è condiviso dalla moglie. Ma il
suo inganno viene scoperto e, fra
la costernazione della sua famiglia
e dei suoi amici, viene punito con
un trasferimento di due anni al sud.
Emergono in modo divertente i
pregiudizi dell’ambiente del Nord
( vive in Brianza ) nei confronti del
Sud: pensano che la criminalità re-
gni sovrana, che la gente viva uno
stato di arretratezza morale e cul-
turale e che ci sia una pessima qua-
lità della vita
e dei servizi.
Per Alber-
to l’impatto
con una real-
tà così diver-
sa è terribile:
fraintende
l’affettuosi-
tà e la gene-
rosità della
gente del
Sud pensan-
do che fosse
una aggres-
sione. Ma a
poco a poco
comincia ad
apprezzare il
calore e l’in-
vadenza del-
la gente del
Sud istauran-
do rapporti
di amicizia
con i colleghi.
L’atmosfera è spassosa e diverten-
te, basata su equivoci e pregiudizi
chiariti. Alla fine Alberto si riap-
pacifica con la moglie a cui in un
primo momento aveva mentito
spudoratamente per non turbare
la sua nuova dimensione di vita
al Sud.”Al Sud si piange due vol-
te, quando si arriva e quando si
parte”. Infatti i due anni di tra-
sferimento per punizione passa-
no rapidamente e Alberto e la sua
famiglia perfettamente integrati e
felici devono ripartire per l’ago-
gnata meta (Milano). Sono tutti
molto tristi perché conoscendosi e
vivendo assieme avevano superato
luoghi comuni e pregiudizi e istau-
rato affettuose amicizie. Il film è
molto divertente ed è un invito
all’integrazione e all’unità d’Italia.
Conoscete tutti Carlos Ruiz
Zafòn? Quell’uomo di
grande abilità letterarie,
conosciuto per aver scritto il ce-
leberrimo “L’ombra del vento”..?
Ebbene, forse non tutti sanno
che in realtà, il suo romanzo d’e-
sordio è un piccolo libricino inti-
tolato “Il principe della nebbia”,
romanzo breve decisamente av-
vincente, condito d'atmosfere noir
ed esoteriche, piacevole da legge-
re in quanto scritto con maestria.
L’attesa cresce pagina dopo pagina
in un libro le cui parole sembrano
quasi bagnarsi in una nuvola, in una
nebbia fatta di mistero, impalbabi-
le ed enigmatico, arcano quasi…
Protagonista in primissima perso-
na è un tredicenne, Max Carver,
figlio di un orologiaio che nel pie-
no della Seconda Guerra Mondia-
le decide di trasferirsi con tutta la
famiglia da una grande città della
Spagna ad un paesino in riva al
mare. Il minuscolo villaggio che
accoglie la famiglia Carver è sug-
gestivo, infatti lascia subito in Max
una sensazione di angoscia mista a
curiosità… Per esempio il grande
orologio della stazione va all'in-
dietro, quasi stesse misurando un
conto alla rovescia, men-
tre un gatto dallo sguardo
inquietante ed indagatore
passeggia nei dintorni del-
la casa… Già…poi c'è la
casa...quella in cui andran-
no ad abitare i Carver, una
villa sulla spiaggia con una
storia oscura, ambigua e tri-
ste: tanti anni prima il Dot-
tor Fleischmann, un medico
inglese, la fece costruire e vi
andò a vivere con la moglie,
fino a quando nacque Jacob,
il figlio, che tanto avevano
desiderato. Il bambino por-
tò in loro la gioia, il sorriso
tornò ad illuminare i loro
volti, ma, un giorno, pro-
prio all'ottavo compleanno
del figlio, tutto crollò come
un castello di sabbia. Jacob per-
se la vita, annegando nelle acque
che ne avevano allietato l'infanzia:
fu la fine della famiglia Fleisch-
mann, che abbandonò a se stessa
la villa ed il passato che essa rap-
presentava sparendo nel nulla...
E quello strano giardino vicino alla
villa? È pieno di statue inquietanti,
che impercettibilmente cambiano
espressione e posizione. Ognuna
di essa rappresenta un
personaggio circense,
e al centro dello stesso
giardino un pagliaccio,
un pagliaccio dal sor-
riso demoniaco. Cosa
rappresentano quelle
statue? Cosa si nascon-
de dietro la storia del-
la villa Fleischmann??
Con l'aiuto del nuovo
amico Roland, nipote
dell'anziano guardiano del faro, e
della sorella maggiore Alicia, Max
scioglierà nodi passati, vecchi ri-
cordi radicati anni addietro che
sembrano essere sepolti sotto il
mare, che hanno lasciato dietro di
sè una lunga scia di sangue, dolore
e sofferenza ma, che diventano re-
ali e sempre più vicini man mano
che il tempo inesorabilmente scor-
re… E scoprirà che dietro tutto
questo c’è il demoniaco Dottor
Cain, il Principe della Nebbia, per-
sonaggio a metà strada tra un ciar-
latano da baraccone, un pagliaccio
e Lucifero in persona... Scoprirà
che personaggi morti possono,
forse, tornare in vita… Una lotta
contro il tempo in cui sottile è il
filo che separa realtà e fantasia, na-
turale e soprannaturale. Silenzio..!
Cresce l’attesa, le luci si abbassano,
si apre il sipario di questa storia…
SPORT
IL TROFEO SICILIA, L’OLIMPIADE DEI GIOVANI
Dalla nostra esperienza
di studenti, abbiamo
dedotto che il governo
italiano ha sempre considerato lo
sport (a scuola o fuori) un’attività
marginale o inutile per lo svilup-
po dei giovani, a cui non dedica-
re risorse e su cui non investire.
Infatti, le scuole sono prive di
palestre per l’atletica e spazi
idonei a sport collettivi, for-
mativi per lo spirito di gruppo.
Inoltre il fare o non fare ginna-
stica, alle elementari e alle medie
viene usato come premio o ca-
stigo, e non come una materia
di pari rango rispetto alle altre.
Come ha raccontato Shao, uno
studente cinese che frequen-
ta la III B, nella sua ex scuola
quotidianamente ci sono ore
di ginnastica, Tai-Chi ed eser-
cizi di stretching tra le materie.
Ed ancora, mentre in Cina le
nazionali giovanili di ping pong
sono seguite, o perlomeno co-
nosciute da buona parte del
popolo, qui 95 persone su 100
non sanno neanche della loro
esistenza. Ma almeno una volta
l’anno in Sicilia, regione spesso
criticata (ingiustamente?) per le
poche attività socioculturali, vie-
ne organizzata una mini-olim-
piade per tutti i ragazzi di età
compresa fra i 14 e i 19 anni, ed
anche per i diversamente abili,
comprendente tutte le discipli-
ne dal tennis al tiro con l’arco.
L’ iniziativa, quest’anno, si è
svolta a partire da venerdì 8 Ot-
tobre ed è iniziata con la cerimo-
nia di apertura, che si è celebrata
nel capoluogo siciliano al CUS
P A L E R M O .
La manifestazione è iniziata con
la sfilata di tutti i partecipanti,
capeggiati da grandi campioni
come Simona La Mantia e Mar-
low Brown (che passavano un’i-
deale staffetta alle giovani leve),
seguita da balletti e strepitosi
giochi pirotecnici. Alla fine della
cerimonia gli atleti sono tornati
al villaggio turistico “Città del
Mare”, dove sono stati, a spese
del CONI regionale, tutti ospitati
in camere da quattro posti letto.
L’hotel Città del Mare è situato
a soli 30 minuti di strada da Pa-
lermo in direzione di Trapani,
vicino Terrasini, ed è rinoma-
to non solo per la maestosità e
per il servizio, ma anche per il
bellissimo giardino, le nume-
rose piscine e gli stupefacenti
scivoli acquatici dove i ragazzi
–tra un impegno sportivo e l’al-
tro- si sono rilassati e divertiti.
La sera dell’8, dopo il rientro
all’Hotel Città del Mare, i ra-
gazzi hanno dormito e si sono
riposati fino alle 7 del mattino
seguente quando -dopo la cola-
zione- sono andati in pullman
nelle varie sedi predisposte,
a disputare le rispettive gare.
Il programma del torneo preve-
deva diverse gare, suddivise fra
sabato mattina e domenica mat-
tina, in vari campi sportivi, pale-
stre e piscine, durante le quali i
rappresentati di ogni provincia
si sarebbero sfidati per ottene-
re la vittoria e far guadagna-
re punti alla propria provincia.
I punti venivano attribuiti secon-
do il risultato (al primo 10 punti,
al secondo 7 e al terzo 5). Come
in ognuno dei suoi 41 anni il
Trofeo Sicilia, inventato da Pino
Orlandi e appoggiato dal Coni
(Comitato Olimpico Nazionale
Italiano), si è svolto nel massi-
mo della legalità con 183 diver-
si tecnici. Alle ore 12.00 del 10
si sono concluse le gare e dopo
aver premiato in loco le singole
squadre o i singoli partecipanti
ci si è recati a Terrasini per la
cerimonia di chiusura e per la
premiazione delle provincie. Le
squadre palermitane si sono di-
stinte bene nel tennis da tavolo,
nel nuoto e nell’atletica special-
mente la squadra delle ragazze
che oltre ad aver vinto ha conclu-
so con un vantaggio pari al pun-
teggio totale dei terzi classificati
della loro disciplina nonostante
buona parte degli atleti maschili
e femminili fossero solo riserve
dato che la squadra di prima li-
nea era quasi tutta o alle naziona-
li o infortunata, dopo un allegra
e festosa cerimonia di chiusura
dove hanno parlato e cantato:
dei rappresentanti del Coni, un
preside e l’assessore di Terrasi-
ni, le provincie hanno ricevuto le
coppe secondo la seguente clas-
sifica : 1°Catania, 2° Palermo, 3°
Messina, 4° Agrigento, 5° Trapa-
ni, 6° Caltanissetta, 7° Ragusa e
8° a pari merito Enna e Siracusa.
Così si è concluso il Trofeo Si-
cilia evento che speriamo si ri-
peta anche negli anni a seguire.
ALFREDO FIORENTINO I B
SPORT24 25
CALCIO E DOPING
HELLAS FUCHSOVA I G
ARIANNA AMATO IF
GIUILA PASSARO I G
Ogni giorno tantissimi
sportivi in tutto il mon-
do fanno uso di sostanze
stupefacenti per migliorare le pre-
stazioni fisiche e superare così più
facilmente le competizioni. Un
esempio valido può essere Diego
Armando Maradona che pur es-
sendo un giocatore molto cono-
sciuto e stimato, si è fatto traspor-
tare dagli effetti di dipendenza;
altri hanno seguito le sue tracce
come Josep Guardiola (attuale al-
lenatore del Barça), Marco Borriel-
lo e recentemente Adrian Mutu.
Mutu nacque l'8 gennaio 1979 a
Calinesti, è un calciatore rumeno
e attaccante della fiorentina. Rien-
trato il campo il 31 ottobre 2010
contro il Catania, dopo essere sta-
to precedentemente squalificato.
Ma andiamo indietro di un po' di
mesi … Tutto comincia nel 2008
quando Mutu riceve una multa
di 17,17 milioni di euro (la più
alta mai raggiunta!!!!) per essere
risultato positivo alla cocaina. Il
calciatore rumeno è costretto a
ricominciare la propria carriera
da Firenze, ma anche lì viene 'sor-
preso' per ben due volte positivo
al test antidoping del C.O.N.I.
(Comitato Olimpico Nazionale
Italiano) a causa di una sostanza
che annulla gli effetti della fame.
La conseguenza è stata la squali-
fica di 9 mesi, anche se la procura
aveva richiesto che lo stop dall'at-
tività agonistica fosse di 1 anno!!
Ma lui non è l'unico... Mar-
co Borriello, nato a Napoli il
18 giugno 1982, è un calciato-
re italiano e gioca in attacco.
Il centravanti, dopo essere arrivato
al Milan, è riuscito a esordire nel-
la partita ufficiale di Coppa Italia
segnando il suo primo gol, e par-
tecipando alla champions league.
Il 21 dicembre 2006 dopo la
partita contro la Roma, Mar-
co Borriello in seguito al test
antidoping, è risultato positivo
a dei metaboliti del cortisone.
Però il calciatore non ha mai
ammesso di aver fatto uso di
tale sostanza consapevolmente
(in tal caso la squalifica sareb-
be stata di 1 mese), ma dopo la
contro analisi è stato sospeso
per tre mesi… Al termine del-
la squalifica Borriello non ha
più trovato un posto in squadra
ed è stato ceduto in comproprie-
tà al Genoa per 2 milioni di euro.
Al termine della stagione
2007 -2008 il calciatore Bor-
riello ritorna al Milan ed at-
tualmente milita nella Roma.
Tornando al doping... Il doping è
l'uso, o per meglio dire l'abuso, di
sostanze o medicinali che hanno lo
scopo di aumentare il rendimento
fisico dell'atleta artificialmente. I
regolamenti sportivi vietano il do-
ping, e sottopongono ogni atleta
a controlli antidoping prima delle
gare. Negli ultimi anni in molti pa-
esi del mondo, compresa l'Italia, il
doping è diventato un reato pena-
le. Questa pratica, del tutto sleale
in quanto lo sport si basa sulla leal-
tà dei partecipanti, provoca inoltre
danni all’organismo causando cer-
te volte persino la morte. Nono-
stante ciò il doping viene lo stesso
praticato per la “smania” (direm-
mo noi palermitani) di vincere!
Questo ragionamento però è to-
talmente sbagliato! Le sfide sono
fatte per partecipare e divertir-
si. Non per vincere a tutti i costi!
Il calcio non è l'unico sport dove
alcuni atleti vengono squalifica-
ti per uso di droghe o stupefa-
centi. Esistono anche altri casi
clamorosi, tra cui quello di Ben
Johnson squalificato ai giochi
olimpici,dopo aver vinto la corsa
dei 100 metri, dove aveva stabi-
lito il nuovo record del mondo.
Purtroppo nonostante i controlli
l'uso di sostanze dopanti è diffuso
non solo nello sport professioni-
stico, ma anche in quello dilettan-
tistico. Si è scoperto che attorno
al fenomeno del doping c'è un
giro d'affari che in Italia è stima-
to in circa 600 milioni di Euro!!!!
Quindi lanciamo un messag-
gi ai 'veri' sportivi: non fate
mai uso di sostanze dopanti!!!
GIOCHI
CRUCIVERBA
27
1 2 3 4 5 6 7 8 9
10 11 12
13 14
15 16 17 18
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1. Cavaliere in breve - 4. Le conseguenze di una
sbronza - 10. Native di Asmara - 11. Parte po-
steriore del capo - 13. Talvolta è confesso - 14.
Formano lo scheletro - 15. Strappata, straccia-
ta - 19. Condizione di eguale - 22. Ridire in suc-
cinto - 23. Scrupoloso, pignolo - 24. Contenitore
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Non abbondante, né cospicuo - 31. Un’importan-
te compagnia d’assicurazioni - 32. Quello Grande
... scorre - 33. Lo segue la pratica burocratica - 34.
E ... nel telegramma - 35. Associazione Sportiva
36. Sono spiccate dal creditore - 38. Gelosie, ranco-
ri - 39. Importante città olandese sede del governo
VERTICALI:
1. Si accende in chiesa - 2. Altari pagani - 3. Color turchino cupo - 4. Affrettarsi, accorrere con rapidità -
5. Due estremi della bussola - 6. Per alcuni è difficile tenerlo per sé - 7. Articolo indeterminativo - 8. E’ stata
soppiantata dal cd-rom - 9. Il segno della parità - 12. Fiume della Svizzera - 16. Strumenti agricoli per rovesciare
il terreno - 17. Parte della filosofia che si occupa del bene - 18. Isolotti - 19. Briosi, vispi - 20. Figlio di Troo
- 21. C’è quello nero - 24. Gabbie per polli - 25. In Asia c’è quella del nord e quella del sud - 28. Movimenti,
spostamenti - 29. Segue talvolta così - 30. Le usano i pescatori - 35. Avellino - 37. Dopo il do, prima del mi
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SCUSA SABATO, QUANDO VIENI?
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SABATO SERA
SCUSA SABATO, QUANDO VIENI?
GIACOMO FERRANTELLI II E
26
S
abato sera, non una nuvola,
temperatura 21°C circa, stan-
chi di una settimana che sem-
bra non finire mai, e la sensazione
di spossatezza e noia, una noia paz-
zesca che ci riesce a buttare sul let-
to con la voglia di dormire fino alla
nausea. Noi, sfaticati adolescenti del
Cannizzaro riusciamo al massimo
a buttarci sul DIVANONE di casa
aspettando la pizza che ordinata
ormai da troppo tempo ci sarà con-
segnata fredda, ancora una volta.
Che ritratto di tipico sfigato da Sa-
bato sera. Signori, diciamoci la ve-
rità, abbiamo mai visto un adole-
scente così? Domanda ancora più
interessante: voi, vi siete mai sentiti
così? Beh, a giudicare dalla movida
palermitana si direbbe di no. È bene
adesso chiarire una cosa: il mio
compito qui non è giudicarvi, sia
chiaro, al massimo ho il diritto o che
dir si voglia la competenza di pren-
dervi un po’ in giro; né posso quindi
pretendere di conoscere le abitudini
di ciascuno di voi, perciò mi limi-
terò a consigliarvi, a domandarvi,
come se fossimo degli sconosciuti
che si incontrano per la prima volta,
magari in una discoteca , in un ci-
nema, in un pub vicino casa, in una
pizzeria, o se è il caso in un ristoran-
te di alta cucina, perché no? Ed è di
questo che vi voglio parlare, voglio
sapere che “tipi da sabato sera” siete.
Noi tutti cerchiamo il più possibile
di sforzarci per cercare di sfruttare
quanto più possiamo questo Sabato
irraggiungibile, che dopo un’ipoteti-
ca settimana di studio, e sottolineo
ipotetica, ci sembra la “vita”, come
ci piace chiamarla (mi uccideran-
no per questo in redazione, vabbè).
Eppure, come sfruttare un Sabato
sera a Palermo è quello che cerco di
fare da tutta una vita. Sappiamo tutti
quanto la nostra città ci offra centi-
naia di possibilità di svago, quasi di
ogni genere, e allo stesso modo sap-
piamo come riusciamo a farci scap-
pare tutte queste possibilità dalle
dita. Per quanto ci sforziamo di non
essere abitudinari nelle cose che fac-
ciamo, non
riusciremo
mai a far-
lo con le
uscite con
gli amici
del Saba-
to. Questo
perché le
consideria-
mo come
una cosa
sacra!! Ci
vogliono i
giusti ami-
ci, i giusti
posti alla
giusta ora,
attenzione
tutte cose
accomuna-
te… dallo stesso meraviglioso gior-
no: il Sabato. Fatto quindi questo
rapido calcolo che in media per un
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mo riusciti finalmente a organizzare
la nostra serata. “Allora a stasera alle
20.00 alla taverna di John”- ti dice
come ultima cosa “l’organizzatore”
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loro che sono indesiderati e che no-
nostante ciò si ostinano a chiedere
di unirsi al gruppo di uscenti). Da
quel momento in poi sei occupato
per tutto ciò che riguarda un attivi-
tà che superi i dieci minuti anche se
sono solo le 18.00 e hai ancora a di-
sposizione due ore per divertirti. È
assurdo, ma vero, e non è finita qui
adolescente, studente del Cannizza-
ro, tu sei quello che dopo aver fatto
tutto questo casino riesci a lamen-
tarti della bella serata che hai appena
passato in compagnia e torni a casa
dicendo a tua madre che ovviamen-
te ti chiede come è andata :”Bellissi-
mo mà, per fortuna che c’è il Sabato”.
Questo è un piccolo ritratto del “ra-
gazzo da pizzeria con gli amici”, che
ci troviamo più volte davanti, ma ci
sono tantissime altre cose da fare.
Tante quante sono i diversi carat-
teri e gusti di noi ragazzi. Vi piace
ballare? Andate in discoteca... e se
non potete organizzate una festa
privata con l’intera popolazione del
Cannizzaro, e non solo, i locali sono
tanti e per il pagamento niente pau-
ra si divide con piacere quando si è
in tanti. Siete stufi di stare seduti?
Non vi buttate in pizzeria, non fa
per voi, meglio un pub o semplice-
mente una passeggiata con gli amici.
Dunque ragazzi ricordate su dal
divano e fuori di casa: è Sabato.
REDAZIONE:
Caporedattore:
Giulia Catalisano IV B
Viceredattore:
Eugenio Cannata III C
Impaginazione e Grafica:
Giuseppe Russo V C
Docente Coordinatore:
Prof.ssa Elena Santomarco
Hanno Collaborato:
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Domenico Mannoia IV H
Carolina Palizzolo IV H
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Obbiettivamente (primo numero 2010 2011)

  • 1. PALERMO 17 NOVEMBRE 2010 NUMERO 1 IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO EDITORIALE ATTUALITA’ E CULTURA RITORNA ObiettivaMente! GIULIA CATALISANO IV B IN “MASS MEDIA” STATUS VIRTUS? LORENZO PASSALACQUA IV M Non so, non so se vi è mai capitato di sentire una noti- zia, magari accennata da un amico o un parente, magari sbirciata dal giornale di chi vi siede accanto nell’autobus, magari letta per caso su In- ternet… Magari di quella no- tizia ne volete sapere di più, e guarda caso pretendete ad- dirittura di volerne conosce- re i particolari! A me capita. Continuaapagina10 ATTUALITA’ E CULTURA RIFIUTI: BUSINESS DEL FUTURO DOMENICO MANNOIA IV H Nella società odierna i rifiuti e le problematiche derivan- ti dalla mancanza di un loro corretto smaltimento rappresentano un serio pericolo per il futuro dell’e- cosistema e della saluta umana. Fino ad oggi il nostro paese non è riuscito ad organizzare in modo concreto e razionale lo smaltimento, motivazio- ne questa che obbliga le amministra- zioni locali a dover adottare soluzioni provvisorie e non sempre adeguate. Continua a pagina 17 VITA SCOLASTICA ANGELI PER UN GIORNO CAROLINA PALIZZOLO IV H Siamo giovani donne e gio- vani uomini e non ci viene difficile ricordare la nostra infanzia. Spesso mi sembra ieri quando giocavo con i miei mi- gliori amici al mare, a soli 6 anni il mondo mi sembrava fantastico. Era bello sentire la sensazione di protezione in un abbraccio, pote- va essere un abbraccio di tua ma- dre o di tuo padre o un piccolo gesto dei tuoi nonni, ma in quell’i- stante potevi sentirti immortale. Continua a pagina 6 Dopo oltre un mese dall’ini- zio della scuola, fra manife- stazioni, assemblee ed ele- zioni, finalmente viene pubblicato il primo numero di ObbiettivaMente. Un ringraziamento speciale va ai nume- rosissimi ragazzi del primo anno che stanno collaborando con la redazione del giornale muniti di un enorme entusiasmo. Nelle ultime assemblee la partecipazio- ne dei più giovani ha animato le discus- sioni con domande e considerazioni, ed anche la presenza di questi neolice- ali alla prima manifestazione studente- sca tenutasi l’8 ottobre ha nutrito un corteo che purtroppo, da quasi un anno, non contava tanti partecipanti. Ma nelle ultime manifestazioni l’adesio- ne degli studenti è scemata drammatica- mente , forse a causa del clima di rasse- gnazione generale che, talvolta, incombe sul nostro istituto e, ampliando lo sguar- do, su tutto il panorama accademico. Focalizzando l’attenzione sul no- stro giornale cercheremo di risve- gliare una coscienza critica nei no- stri lettori, che ormai da un po’ di tempo giace sopita in molti studenti. Inoltre in questo numero inauguriamo una nuova rubrica incentrata sulla musica e sul cinema, che riteniamo essere argo- menti di interesse comune nella popola- zione studentesca, cercando di proporvi ideeoriginalidaicuipossiatetrarrespunto. In più tengo a ricordare che la redazione di ObbiettavaMente è aperta a chiunque voglia partecipare e che ci attiveremo per diffondere tramite circolari o calen- dari affissi alle bacheche i giorni e gli orari in cui si terranno i nostri incontri.
  • 2. VITA SCOLASTICA32 VITA SCOLASTICA P erché ti sei candi- dato come rappre- sentante d’Istituto? Beh, sonosemprestatoimpegnato nel sociale e ho sempre partecipato alla vita politica della scuola, per esempio l’anno scorso sono stato eletto rappresentante di consulta. Come pensate di realizzare quel che avete illustrato nel vo- stro programma? Per esempio, avete parlato di far chiudere il transito delle auto- mobili davanti scuo- la dalle 8 alle 13.30... A dire il vero la strada è già chiusa dalle 8 alle 13.30, ma i residen- ti, le ambulanze, ecc... passano comunque. Alla fine non la puoi transennare, per que- sto si pensa di chie- dere una volante che controlli che il divieto di transito in quelle ore venga rispettato. Come ripristinerete l’aula autogestita? Per ripristinare l’au- la autogestita basterà chie- dere un’au- la al Preside. Durante l’as- semblea di presentazio- ne delle li- ste parlavate del fatto che q u e s t ’ a u l a è stata tol- ta per col- pa del catti- vo uso che si faceva di essa, come pensate di gestire la situazione questa volta? Innanzi tutto con una buona dose di senso critico, poi stile- remo una serie di regole da ri- spettare, faremo in modo che non venga lasciata incustodita, la chiuderemo a chiave e ne terre- mo noi rappresentanti le chiavi. Quali sono i vostri limiti? Fin dove potete spingervi? E che mezzi avete nelle mani? Nel nostro piccolo possiamo fare tutto,nonabbiamodeilimiti.Tutte le nostre proposte vengono espo- ste al Consiglio d’Istituto, sono loroilnostrotramiteconlasocietà. Condividi il rapporto di colla- borazione studenti-insegnanti? Certo, è molto utile. L’impor- tante è che ci sia disponibili- tà da parte dei professori, cosa che, personalmente, ho ap- purato non essere sempre tale. Quali nuove forme di pro- testa vorresti far adot- tare agli studenti? L’unità degli studenti in una protesta. La proposta potrà partire da una scuola, ma de- vono partecipare tutte le scuo- le. Difatti l’unione fa la forza. INTERVISTA A FRANCESCO LANZINO INTERVISTA A LORENZO PASSALACQUA GIORGIA PULEO I L C he cosa ti ha spinto a farti elggere come rappresen- tante? Sono in questa scuola da diversi anni, e ho sempre notato che, eccezioni a parte, c’è molta disinformazione ri- guardo il ruolo che deve avere un rappresentante. Alcuni credono che questo compito sia divertente, che dia “fama”, che renda migliori le perso- ne. Io credo sia un impegno, una re- sponsabilità che ho voluto assumermi in un momento in cui la scuola è con le spalle al muro e tutti aspettano che “qualcuno” faccia qualcosa.  Come pensate di realizzare quello che avete illustrato nel programma elettorale? Personalmente, tutto ciò che è stato garantito (e non uso il termine “pro- messo” appositamente) nella mia lista è facilmente realizzabile. Alcune ini- ziative si basano semplicemente sul dialogo, altre in passato per esempio le ho già realizzate (Contest musicali), altre ancora sono già in atto (la col- laborazione attiva con altri licei). Le rimanenti, grazie a un collegio docenti e un preside che ci stanno vicini, sono veramente facili da organizzare e ge- stire, basta un pizzico di volontà. Come ripristinerete l’aula autoge- stita? L’aula autogestita è facilmente ripristi- nabile: ogni settimana vengono conse- gnate nuove aule, soprattutto nel se- minterrato sono presenti molte stanze idonee a questa iniziativa. Che mezzi avete nelle mani? Nelle nostre mani probabilmente nul- la. A nostra disposizione, e parlo per tutti e quattro i rappresentanti, c’è una gran voglia di fare, di cambiare le carte in tavola. Nel concreto, come già det- to, abbiamo un preside che ci sosterrà anche economicamente, nei limiti dei fondi che questa scuola possiede. Quali sono i vostri limiti? Fin dove potete spingervi? I nostri veri limiti sono pro- babilmente le persone che non ci credono più. Molti si sono lamentati della scarsa partecipazione degli studen- ti alle assemblee, collettivi e manifestazioni dell’anno scorso. Sinceramente credo che se chi comunica le mo- dalità e organizza una deter- minata iniziativa faccia una buona parte del lavoro, la parte più grande del lavoro la fanno le persone. Nulla fun- ziona, se si è in pochi. E non sempre il disinteresse altrui è imputabile ai rap- presentanti. Noi faremo tutto il possi- bile per rendere piacevole ogni nostra iniziativa, in modo tale da non dover nemmeno pensare all’eventualità che qualcuno si disinteressi. Sei d’accordo con la collaborazio- ne studenti-insegnanti? Assolutamente. Quando si è una bar- ca che affonda, affondano tutti: capi- tano, marinai e passeggeri. I profes- sori sono comunque persone, dotate di coscienza critica. Al Cannizzaro abbiamo la fortuna di avere grandi personalità, pronte ad ascoltare quelle che per molti professori reazionari ed egoisti sono solo “assurdità da adole- scenti fanatici”. Quali nuove forme di protesta vor- resti fare adottare agli studenti? Questo è un punto a cui potrei rispon- dere con un enorme lista. Ma a che servirebbe? Le idee ci sono, le abbia- mo noi, le abbiamo nei collettivi, le abbiamo in testa e vogliamo attuarle. Ogni cosa va però contestualizzata e usata al momento giusto. Anche se, ormai, il tempo stringe.  FRANCESCA DENISE MARTORANA I E
  • 3. 4 VITA SCOLASTICA INTERVISTA A FRANCESCA TUMMINELLO GIADA CAPIZZI I F VITA SCOLASTICA5 INTERVISTA A SERENA SANSONE GASPARE IPPOLITO I B INTERVISTA A FRANCESCA TUMMINELLO C osa ti ha spinto a can- didarti come rappre- sentante d’istituto? Beh, mi sono candidata, per- ché fin dal primo anno sono sta- ta attiva all’interno della scuo- la, e volevo concludere questo mio percorso da liceale diven- tando rappresentante d’istituto. Cosa hai intenzione di fare in quanto rappresentante? Voglio impegnarmi per la realiz- zazione di ciò che c’era scritto sul mio programma. Dovrò riuscire ad integrarlo con quello degli al- tri rappresentanti e vedere ciò che sarà possibile operare per dare un impulso alla nostra scuola. Come hai vissuto il pe- riodo delle elezioni? A dir la verità ho vissuto il pe- riodo delle elezioni un po’ fre- neticamente perché la decisione di candidarsi è stata presa all’ul- timo minuto, in quanto mi sono iscritta in una lista, poi sono usci- ta da questa, e alla fine, il gior- no prima, mi sono riproposta. Secondo te, per- ché ti hanno eletta? Secondo il mio parere, mi han- no eletta perché si fidano di me, ma soprattutto delle proposte che abbiamo fatto, le quali eviden- temente rispondono alle esigen- ze e alla volontà degli studenti. Sei a favore della collabora- zione studenti-insegnanti per affrontare questo difficile pe- riodo che coinvolge la scuola? Sono assolutamente favorevole, perché credo che sia importan- te non solo dare un’immagine positiva della scuola sotto que- sto punto di vista, ma anche per- ché so che l’unione fa la forza. Secondote,lariformadeiliceiche effetti sta avendo sulla scuola? Beh, l’effetto principale è la totale disorganizzazione, che porta i ge- nitori a spostare i propri figli dalla scuola pubblica a quella privata, provocando un danno inequivo- cabile all’istruzione in generale e mettendo a disagio molte famiglie che non possono permettere ai proprifiglidistudiareapagamento. Come vedi la decisio- ne del Consiglio d’Istitu- to di tagliare i progetti? E’ un buon metodo di protesta, in quanto rinunciamo ad una parte di fondi che sono importanti per la scuola. Inoltre gli stage formativi saranno lasciati, quindi, in fondo, non è un grosso problema. Certo è un po’ disagevole per i ragazzi, perché comunque molte altre at- tività saranno tagliate: il viaggio d’istruzione, ad esempio, che è un momento per stare insieme e divertirsi. Può dispiacere quin- di per questo, ma resta comun- que una proposta più che valida. Che mezzi avete intenzio- ne di utilizzare per far fronte a questa difficile situazione? Tengo molto alla petizione e alle manifestazioni contro la Gel- mini, perché penso che siano i mezzi migliori per protestare e per farci valere come studenti. Sabato 30 ottobre ho intervi- stato Serena Sansone, nuova rappresentante d'istituto. Le ho posto delle domande per introdurre ciò che vuole fare e le sue opinioni. Perché ti sei candidata? Grazie innanzitutto all'esperienza matura- ta dalla rappresentan- za all’istituto dell'an- no scorso, durante il quale abbiamo la- vorato molto, credo che anche quest'an- no possa dare una mano ai nuovi rap- presentanti d'istituto. Che idea hai per cambiare e mi- gliorare l'istituto? Le idee sono molte: innanzitutto far sì che incrementi la parte- cipazione degli stu- denti, che negli anni passati è stata piutto- sto esigua e, oltretutto, vorremmo organizzare (per am- pliare l'interesse) contest e inizia- tive di protesta contro la riforma. Sei d’accordo con la collabo- razione studenti-insegnanti? Si,certoperchécomunquesiaipro- fessori sono un valido aiuto, sono molto più maturi di noi e possono darcidelledrittesulcomportamen- to da avere all'esterno della scuola. Cosa pensi della forma di protesta adottata dai pro- fessori, cioè la rinuncia ai progetti extrascolastici? I progetti sono stati tutti riatti- vati, e comunque penso che non sia sbagliato il mezzo ma l'at- to di eroismo, perché comun- que sia il Cannizzaro ha sempre avuto una buona reputazione. Quali nuove forme di protesta vuoi far adottare agli studenti? Le forme di protesta sono, fon- damentalmente, sempre le stes- se comunque sia vorremmo ac- cettare le proposte dagli studenti stessi. Vogliamo sensibilizzare gli studenti a manifestare e allarga- re il più possibile le informazioni che abbiamo noi rappresentanti. Se tu non fossi stata rieletta, e al posto tuo qualcun altro, te la saresti presa oppure no? Dipende. Siccome ho visto che sono diventati rappresentanti d'i- stituto persone valide, se al po- sto mio fosse salita un’altra per- sona valida sarei stata contenta ugualmente. Io mi reputo una persona che lavora, che ha delle idee e che si fa sentire (mi han- no definito anche ''carismatica''), se fosse stata elettao un'altra persona valida, ripeto, sarei sta- ta contenta lo stesso. Comunque ormai il problema non si pone.
  • 4. 6 VITA SCOLASTICA VITA SCOLASTICA7 Lo scopo principale di queste domenicheèdifarvivereaibim- bi un giorno diverso dal solito , in cui potranno essere amati per quel che sono. Barbara Torrente Improvvisamente ti senti im- portante per qualcuno, c’è qualcuno che ti aspetta, che non vede l’ora di conoscerti e di affidarsi a te per passare una giornata divertente, diventare il loro angelo per un giorno. E alla sera quando stremato tornerai a casa sarai una perso- na diversa…. Chiara Brugarino Ragazzi, mi sembra sia giun- to il momento di parlare dell’aspetto pratico di que- sto meraviglioso evento… Ci incontrere- mo il 12 Dicembre nell’atrio del Don Orione, dove incontreremo ovviamente anche i nostri bambini. Giocheremo insieme tut- ta la mattina divisi in squadre, successivamen- te giunti ad ora di pranzo faremo mangiare i no- stri bambini per poi cominciare una seconda fase di gioco, questa volta cercando di accon- tentare il più possibile i desideri dei nostri bimbi. Questesonopiùomenoletappedellanostragiornata. Per realizzare al meglio questa giorna- ta, però, abbiamo bisogno proprio di TE! Le vedi le tue ali che cominciano a spuntare? Non vuoi essere anche TU quella persona spe- ciale che ha donato un sorriso a un bambino? Allora… Che stai aspettando?! Non esitare, non occorre avere esperien- za, basta solo munirsi di amore e di gioia! Se ancora non sei un angelo, e lo vuoi di- ventare, non esitare a contattarci. Vogliamo anche TE tra di noi… Fare l’angelo per un giorno e stare in contatto con i bimbi sarà qualcosa di straordinario.. I bambini la- sceranno qualcosa di loro in noi proprio come noi faremo con loro. É sempre bello aiutare qual- cuno specialmente quando questo qualcuno è un bambino.. Lui saprà ringraziare.. Sarà sufficien- te un sorriso per trarmetterti la sua gratitudine. L’angelo per un giorno non è una sempli- ce attività di volontariato ma è un modo an- che per mettersi in gioco e capire fino a che pun- to sia grande il proprio cuore.. Caterina Agalbato Per maggiori informazioni e adesioni contatta- te Carolina Palizzolo 4H e Cristina Buccheri 5L . ANGELI PER UN GIORNO CAROLINA PALIZZOLO IV H Siamo giovani donne e giovani uomini e non ci viene difficile ricordare la nostra infanzia. Spes- so mi sembra ieri quando giocavo con i miei mi- gliori amici al mare, a soli 6 anni il mondo mi sembrava fantastico. Era bello sentire la sensazione di prote- zione in un abbraccio, poteva essere un abbraccio di tua madre o di tuo padre o un piccolo gesto dei tuoi nonni, ma in quell’istante potevi sentirti immortale. Io ricordo tutto ciò come fosse ieri e ancora sorrido quando queste immagini tornano alla memoria. Tutti dovrebbero poter avere certi ricordi, ognuno di noi merite- rebbe di sen- tirti amato e protetto, di riuscire a ri- dere e giocare come se tut- to il mondo non esistesse e sentirsi dei piccoli super- eroi. Pur- troppo non è ciò che ricevono tutti nella propria infanzia. Esistono bambini che non hanno avuto il tempo di costrursi il proprio incredibi- le mondo con la fantasia che l’hanno vi- sto già nella più profonda distruzione. La loro infanzia è stata basata sulla Mancanza: mancanza di un semplice gioco tanto desi- derato e non ottenuto a causa del caren- te stipendio dei genitori o ancora peggio mancanza d’affetto causata dalla morte pre- matura dei genitori stessi. Ma non solo….. Questi sono i bambini che non sanno cosa sia ricevere affetto . Questi sono i bambini che iniziano a costruirsi giorno per gior- no una muro per non soffrire più, per non far sì che altri sentimenti entrando possano causare dolore. Questi sono i bambini che sarebbero destinati a un’infanzia spezzata. “Angelo per un giorno” fa sì che ogni bambino in quelle 6 ore possa avere tutto ciò che gli manca e la cosa stupefacente e che siamo noi a poterglielo dare, noi che ancora abbiamo i nostri bei ricordi impres- si nella mente, noi che ancora riusciamo a diventa- re principesse e guerrieri senza un castello nè armi. E’ importante vedere l’altra faccia della medaglia, ve- dere che il mondo non è così crudele, è importante ri- cordarsi che i sogni sono gratuiti e ognuno di noi do- vrebbe potere sognare. Sognare un mondo migliore, immaginare poi che quel sogno possa diventare realtà. Ritengo che non ci sia cosa più bella e soddi- sfacente di vedere un bambino sorridere e sa- pere che quel piccolo attimo di vita e di felicità glielo stai donando proprio TU. Giovanna Italiano Ogni angelo si renderà conto che sarà stato lui ad avere appreso i veri valori della fratellan- za e a sua volta li avrà insegnati al bimbo che gli sarà affidato. Sarà una giornata indimenticabi- le per tutti perchè si verrà in contatto con bam- bini di ogni età,sesso e cultura. Cristina Buccheri
  • 5. PENSIERI E PAROLE I COLORI DELLA GIUSTIZIA CATERINA CURATOLO IV H 8 VITA SCOLASTICA SCONTRI ALL’UMBERTO CARLO INCARDONA IV H Sabato 9 Ottobre, una mattina come tante, ecco che intorno alle 11 e 30 davanti ai cancelli del liceo clas- sico Umberto I di Palermo, più precisamente sul marciapiede di fronte, un gruppo formato da una venti- na di ragazzi tra cui universitari e studenti medi si piaz- za con bandiere, un megafono ed uno striscione con su scritto: “Fuori i fascisti da scuole e facoltà”. Proprio ac- canto il cancello principale componenti di questo me- desimo gruppo distribuivano volantini denunciando l’accaduto del sabato precedente, dove, sempre davan- ti alla scuola suddetta, dei militanti della destra radicale aggredivano ragazzi appartenenti alla fazione opposta. Durante lo svolgimento del presidio pacifico che non intaccava né il traffico pedonale né il traffico stradale, si avvicinano verso una ragazza munita di megafono dei si- gnori vestiti in borghese (dopo qualche minuto dichiaratisi agenti della DIGOS, i quali in seguito si scoprirà essere stati chiamati dal preside per paura di eventuali scontri tra le due fazioni, presentimento infondato poiché non vi era nessun rappresentante delle destre giovanili) intiman- dole di smembrare l’ assemblea, strappando megafono e bandiere a coloro che erano situati in prima linea. Dopo pochi minuti arrivano varie volanti della squadra mobile di Palermo (di cui una in controsenso) in via Filippo Par- latore, luogo del misfatto, vari agenti in divisa si precipi- tano nel cuore della discussione; gli ufficiali sostengono che il presidio era privo di autorizzazione quindi “illega- le” e sostenuti da ciò domandano di fornire le proprie generalità ad un piccolo gruppo di dimostranti, i quali indispettiti dal sopruso recato loro non esibiscono alcun documento. Successivamente, dopo minuti di controver- sie, i poliziotti spingono i presidianti che proprio in questo momento si smembrano e due di essi vengono aggrediti con violenza, fatti cadere a terra, malmenati e purtroppo minacciati da certi rappresentanti delle autorità; in seguito vengono fer- mati altri tre universitari, oltre i prece- denti, ed uno studente mino- renne, i quali saranno portati in questura per deciderne le sorti. Durante la giorna- ta, verso le 15:00, viene rilasciato il ragazzo minoren- ne (intanto proprio davanti la questura si crea un blocco di compagni e amici in apprensione per i catturati) e verso le 7 e 30 due dei cin- que maggiorenni; in tarda sera si scopre che agli altri tre, tra cui l’ex rappresentante d’istituto del liceo Cannizzaro, è stato confermato il fermo per due giorni con la notizia che il lunedì successivo vi sarà il processo per direttissima. La mattina del processo più di cinquecento studen- ti di varie scuole si recano davanti al tribunale per so- stenere i tre, e dopo ore ed ore di attesa escono con il volto stravolto ma con l’ annuncio della non convali- da dell’arresto. Ora i sei fermati sono imputati di mani- festazione non autorizzata, resistenza a pubblico uf- ficiale e per alcuni lesioni a pubblico ufficiale, accuse infondate che saranno ampiamente discusse in futuro. Questo fatto è una terribile macchia che incombe sullo stato italiano e soprattutto sull’integrità della polizia di Pa- lermo che attua un abuso di potere e stronca la libertà di espressione citata espressamente dall’ articolo n. 13 della costituzione Italiana , che dice: “La libertà personale è in- violabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra re- strizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono esse- re comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone co- munque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge sta- bilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.” Il nostro è uno stato democratico fondato sul lavoro o sulla Polizia? Dobbiamo augurarci che in futuro atti del genere saranno evitati e che la giustizia prenda provvedi- menti scagionando gli innocenti e punendo i veri colpevoli. Insieme nella lotta, insieme nel pensiero, mi dipingo di ciò in cui credo. Un raggio colorato nella not- te: bianca è la pace verde la speranza rossa come l’amore la forza della legge. Io come te, SILENZIO CATERINA CURATOLO IV H E mi voltai ad apprezzare quel piccolo angolo di verde, speranza che risplendeva nella grigia tristezza della guerra. L’incapacità di potere reagire La voglia di cambiare Alimentano silenzio intriso di vano rimorso. TEATRO COME VITA CATERINA CURATOLO IV H Buio sul palcoscenico angoscia di non riuscire. Luci si accendono: nasce voglia di ballare. Un salto ben riuscito irrefrenabile desiderio di continuare: armonia travolgente dei movimenti la musica ti porta via. Si spengono le luci finiscono gli applausi soccombo: amara la realtà. NOI COME IL TEMPO CATERINA CURATOLO IV H Piange il cielo la lontananza Sorride il sole mare spiaggia poche parole Grida il vento flussi di convulsi pensieri. Noi come lui... Mutevoli instabili Incontrollabili. Il pretesto per un arresto 9
  • 6. ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA10 IN “MASS MEDIAS” STAT VIRTUS? LORENZO PASSALACQUA IV M Non so, non so se vi è mai capitato di sentire una notizia, magari accennata da un amico o un parente, magari sbirciata dal giornale di chi vi siede accanto nell’autobus, magari letta per caso su Internet… Magari di quella notizia ne volete sapere di più, e guarda caso pretendete addirittura di volerne conoscere i particolari! A me capita. E mi capita che voglia saperne di più sul precario che ha tentato di buttarsi giù dal provveditorato perché da anni senza lavoro, di cui ho letto su un piccolo blog di un giornalista amatore che è riuscito ad avere ad- dirittura una foto sgranata del disperato lavoratore. Perfetto, è un tentato suicidio, un suicidio che urla disperazione, che manifesta la difficoltà di una classe sociale che pretende di lavorare. Ci sarà scritto su tut- ti i giornali, ne parleranno a tutti i Tg e interverranno sulla questione diversi parlamentari, esponenti di de- stra e di sinistra, senatori, ministri e presidenti vari! To’! Ai telegiornali non è ancora arrivata la notizia, però in compenso sull’ultimo scandalo del nostro cavaliere intervengono un po’ tutti e… to’ guarda, la Yespica ha fatto un nuovo calendario, interes- sante! Pazienza, andrò su internet, rete di comuni- cazione sempre pronta a fornire dettagli inimma- ginabili di ogni vicenda: to’, anche qui nulla, zero tagliato, l’articoletto del blog è stato messo in di- sparte e non ha modo di essere diffuso. Vabbeh, magari se ne stanno occupando i migliori, domani le maggiori testate saranno piene di interviste, ap- profondimenti, la questione verrà portata avanti, è grave! Nulla. Ah, guarda, l’appartamento di Fini… ALT! Che succede? Dov’è la gente disperata? Dov’è il dissenso della gente stanca di questo governo, di que- sto modo di vivere, di queste assurde vessazioni che da anni i colpevoli fanno pagare ai più deboli? Dov’è la gente che per colpa di questa crisi, causata da un sistema che non è mai stato quello giusto, deve paga- re di tasca propria gli errori e gli egoismi degli avidi “signori” del mondo? Non c’è. Eppure nessuno cen- sura. Non si censura mica. La costituzione lo vieta, al massimo si “censura la censura”. Come? Semplicissi- mo. Basta aggirare le leggi ed evitare di usare le brutte parole! Non si può mica evitare di dire che Berlusconi è di nuovo indagato dalla Procura di Roma insieme al figlio per frode fiscale. Quindi come fare per fare in modo che la gente non si spaventi? Usiamo altre paro- le! “Scontro con i giudici”, “duello istituzionale”, ma ancora “scaramuccia”, “bisticcio” e chi più ne ha più ne metta, tanto oramai ogni inchiesta nei confronti di… è diventata “Lite”, ogni censura attiva nei con- fronti di personaggi scomodi ha sempre un ottimo pretesto per essere messa in atto e mascherata a do- vere e ogni notizia è tutto e niente allo stesso tempo. Ma facciamo marcia indietro, prima di giungere a personaggi scomodi, che spesso addirittura usano la propria testa per pensare e cercano di narrare avveni- menti tragici e attuali (qualcuno ha detto Saviano?) e che quindi per conseguenza logica, visti i tempi, non hanno assolutamente diritto di esprimersi (!), tornia- modachifailpropriolavorodaanniinunatelevisione che diventa sempre più stretta. Parliamo e facciamo il puntosullaquestionedellatentatasospensionediSan- toro, con il suo scomodissimo programma Annozero che mette a confronto giornalisti, politici e attivisti (non necessariamente esponenti di determinati par- titi, anzi) sui temi scottanti di quest’Italia traballante. Santoro, il 23 settembre scorso, nella sua prima pun- tata stagionale di Annozero, dopo mille peripezie e tentati impedimenti da parte dell’amministrazione Rai (che ricordiamo è la nostra televisione pubblica e non dovrebbe appartenere o essere condizionata da nessuno schieramento politico) e dopo i contratti ne- gati a Vauro e Travaglio, si è permesso, dopo un’accu- rata spiegazione del motivo per il quale era piuttosto contrariato per il modo in cui era stato trattato dai suoi stessi dirigenti, un simpatico e liberatorio “vaffa” (senza aggiunte) nei confronti del suo direttore Masi. Masi, senza troppi complimenti, ha subito disposto la sospensione per 10 giorni nei confronti del gior- nalista dichiarando “La sospensione di Santoro non c’entra niente con Annozero”. Già, se non per il fatto che, senza Santoro, Annozero non va in onda. Piccoli dettagli, insomma, che addolciscono pillole amare a chi alla fine non le deve per forza ingoiare, già, perché del resto, noi, seduti sui nostri divani, se non c’è An- nozero possiamo sempre cambiare e seguire la partita. 11 VIETATO CRITICARE DAVIDE GIOCONDO IV I Nuovo ‘codice disciplinare’ per i dirigenti scolastici: leale collaborazione tra dirigenti e amministrazione o bavaglio? Si può ancora criticare la Gelmini? Secondo il nuovo codice disci- plinare: “il dipendente non può rilasciare dichiarazioni pubbliche che possano denigrare l’immagine della pubblica amministrazione e deve te- nere informato il superiore dei propri rapporti con gli organi di stampa”. Tradotto: meglio non esprimere il proprio libero pensiero se questo non è in linea con il ‘va tutto bene’ che sentiamo dire troppo spesso in TV. L’antefatto risale al maggio di quest’anno quando il direttore mi- nisteriale dell’Emilia Romagna Li- mina aveva avvertito presidi, pro- fessori e personale ATA esortandoli a “non esprimere dichiarazioni cri- tiche alla stampa”. Questo Ottobre con il ‘codice Brunetta’ l’avverti- mento è divenuto ‘minaccia’: si par- te dalle sanzioni (da 150 a 350 euro) per arriva- re alla sospensione della retribuzione per tre mesi. Quindi se un giornalista volesse intervistare il nostro preside, quest’ultimo potrebbe dire li- beramente ciò che pensa? Probabilmente no. Oggi la scuola, il cui principale dovere (a mio pa- rere) dovrebbe essere quello di formare una co- scienza critica, è a favore della manifestazione del libero pensiero? E poiché, come canta Giorgio Ga- ber “la libertà è partecipazione”, quest’ultima non indica forse l’essere attivi, esprimendo la propria opinione (anche quando questa risulta scomoda)? Bisogna premettere che i professori e il preside rap- presentano l’ISTITUZIONE scolastica, pertanto de- vonomantenereuncomportamentoconsonoalruolo che esercitano, inoltre la scuola va sempre tenuta fuo- ri dalle diatribe partitiche, ma ciò non dovrebbe mai impedire la libera espressione del dirigente scolastico! Il dubbio è se l’esprimere un’opinione (favorevole o contraria) rappresenti un danno o piuttosto una risorsa. Una buona riforma, infatti, dovrebbe parti- re dal basso, dai bisogni e dalle necessità di chi la scuola la vive ogni giorno: alunni, personale, profes- sori e presidi; non dovrebbe essere imposta dall’al- to da una classe dirigente che sacrifica generazioni di studenti in virtù del compromesso economico. In conclusione, abbandonando i giri di parole, l’u- nico scopo del ‘codice disciplinare’ è rendere i presidi più prudenti e diminuire le contestazioni? L’abbiamo chiesto a un ex dirigente scolastico che ci ha illustrato come in questo provvedimento non ci sia nulla di nuovo in quanto si rifà al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici: “il di- pendente si astiene da dichiarazioni che vadano a detrimento dell’immagine dell’amministrazio- ne”; l’unica novità è l’inasprimento delle sanzioni. Ma allora perché protestare? Secondo il sindacato CGIL la norma riguar- dante i presidi s’incastra nel mosaico della li- nea intrapresa dal ministero, il cui unico scopo è proteggere dalle legittime proteste la manovra conte- nente pesanti tagli all’occupazione e alle retribuzioni.
  • 7. ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA12 13 L’1 gennaio 2005, le Forze armate inizia- no ad adottare il nuovo modello di reclu- tamento su base volontaria. Il 31 Agosto 2004 la Gazzetta Ufficiale n. 204 ha pubblicato la nuova legge che stabilisce l’abolizione della prece- dente nata agli inizi del Regno d‘Italia. Dopo 144 anni non sarà più obbligatorio il servizio di leva al raggiungimento della maggiore età. In questo modo soltanto chi vuole può entrare nell’esercito. Qualche mese fa però il Ministro della Dife- sa Ignazio La Russa e il Ministro dell’Istru- zione Mariastella Gelmini hanno avanzato una proposta chiamata: “Allenati per la vita”. Questa proposta prevede la presenza di ufficiali in pensione nelle scuole lombarde che istruiranno i ragazzi all’utilizzo delle armi, alle tecniche di ar- rampicata, primo soccorso e alla sopravvivenze in ambienti ostili, come in guerra. Un vero e pro- prio corso militare quindi. I due Ministri hanno giustificato questa scelta dicendo che questi cor- si serviranno a combattere il bullismo e ad unire i ragazzi così come lo sport e i giochi di squadra. Ovviamente sono stati molti i dissensi e le proteste da parte di ragazzi, genitori, insegnanti, giornali e oppo- sizione locale, ma la posizione sembra irremovibile. I militari volontari che hanno aderito all’iniziati- va affermano di voler insegnare come prima cosa il rispetto nell’utilizzo delle armi, per evitare spia- cevoli incidenti. Ma gli insegnanti replicano chie- dendo se degli adolescenti siano davvero abba- stanza maturi per imparare ad utilizzare un’ arma. L’opposizione locale dichiara di volersi battere af- finché la proposta resti tale e non diventi legge. Un’altra obbiezione viene da parte dei genitori, per- plessi riguardo l’utilizzo dei corsi militari per combat- tereilbullismo,moltisidomandano,infatti,seinsegna- re a dei ragazzi ad utilizzare le armi non sia piuttosto un’incitazione alla violenza. Bisogna aggiungere che l’insegnamento dell’utilizzo delle armi verrà imparti- to a tutti i ragazzi, bulli e non. In che modo combat- tiamolaviolenzanellescuoleseragazzichenefaceva- no già uso impareranno anche ad adoperare le armi? Molti sostengono che bisogna incentivare lo sport nelle scuole invece di incentivare la violenza ma- scherando l’iniziativa come mezzo per unire i ra- gazzi. Secondo alcuni genitori sarebbe meglio fare dei corsi di difesa personale, con dei docenti che insegnino ad utilizzare le tecniche solo quando è necessario, in modo da poter combattere realmen- te il bullismo ed aiutare i ragazzi a socializzare. Alcuni giornali hanno rinominato il progetto come “progetto di fascistizzazione” , spiegan- do che a loro parere l’iniziativa serve solo per far confondere i ragazzi e spingerli alla vita militare: si ritornerà forse al servizio di leva obbligatoria? Forse bisognerebbe ripensare a quante criti- che sono state fatte, da parte di Paesi civilizza- ti come il nostro, a quei Paesi come la Nigeria e il Rwanda che arruolano bambini di qualsiasi età e chiederci: siamo davvero tanto diversi da loro? Oltreleprotestefattedalpuntodivistamoralecisono anchequelleriguardantil’aspettoorganizzativo.Molti insegnanti, infatti, non ritengono giusto che in questa “politica dei tagli” molte materie siano scomparse del tutto o quasi e invece progetti come questo vengano portati avanti. I ministri replicano che i militari sono dei volontari che insegneranno gratuitamente, ma bisogna comunque considerare i costi dei materiali. In ogni caso nono- stante tutti i dissensi la proposta non è de- stinata ad essere revo- cata. Ancora una volta in Italia il parere della gente comune conta davvero poco. Questa è quella che noi chia- miamo democrazia. ALLENATI PER LA VITA MARZIA CAMPIONE IV F L’IMMINENTE IMMINENZA DEL FUTURO NADIA DI FRANCO V I Buongiorno miei cari letto- ri! In queste poche righe vorrei parlarvi di un argo- mento, come dire, IMMINENTE: il futuro. Tutti almeno una volta nella vita ci avremmo pensato. Chi parlandone con timore al proprio padre, chi con determinazione al professore di turno, e chi ancora non parlandone ad altri che a se stesso. Ognuno di noi sicuramente da piccolo aveva mille idee lavora- tive, mille mestieri che cambiavano e si trasformavano giorno dopo giorno, con la dovuta noncuran- za, consapevoli che ancora “ave- vamo una vita davanti” per pren- dere l’importante decisione. Tutti avremo pensato utopicamente di diventare veterinari, commessi, o affermati avvocati. C’è chi attivo e ambizioso ha pensato di orga- nizzare un proprio studio odon- toiatrico e chi si accontenterebbe anche di fingere di lavorare dietro una scrivania in nome del dolce far nulla. A Molti di voi mille idee frulleranno in testa, e al contrario molti altri non avranno nessuna aspettativa futura. E come bia- simarli? Prima d’altronde era molto più facile scegliere. La maggior parte erano contadini e operai, e il restante cinque per cento si specializzava come me- dico o avvocato, infatti uno spe- cialista lo si doveva cercare con il binocolo, mentre ora è il po- sto di lavoro a essere sottoscrit- to con il cartello WANTED. E così io sono arrivata al mio ultimo anno di liceo, con un grosso bagaglio culturale alle spalle, una grande voglia di fare e un nascente bisogno di risposte, trascinandomi dietro una valigia di dubbi, incertezze e perplessità. E’ la disinformazione che regna sovrana, e che ci fa disconoscere la moltitudine di facoltà e di op- portunità presenti nel mondo del lavoro, o sono le opportunità stes- se a essere venute meno? Cioè noi studiamo, studiamo, studiamo. Ma perché? Se siamo in una realtà che sfocia nell’incertezza, nell’assenza dipossibilità,nellaraccomandazio- ne, mi chiedo a cosa ci servirà tut- to questo romperci la testa sui libri se alla fine non è la meritocrazia ad essere premiata. Se l’eccellente viene superato dal simpatico, e il simpatico dal bello, e il bello a sua volta dal raccomandato, che nono- stante tutto, indiscusso, conquista sempre in un modo o nell’altro le vette, mi chiedo se abbia senso continuare la nostra formazione. Inoltre, meritocrazia a parte, a sentire mio padre se “hai un obiet- tivo preciso la determinazione presente in ognuno di noi porta a conquistarlo”. Parole fatte. E se quest’obiettivo non esistesse? La verità è che l’incombenza del futuro pesa, perché se da una par- te vorremmo avere la certezza del- la correttezza della nostra scelta, dall’altra sappiamo che al giorno d’oggi non vi sono molto le con- dizioni per assicurarla corretta, questa scelta. Il futuro è un punto interrogativo, perché non lo pos- siamo scegliere solo in base a ciò che ci piace di più o ciò per cui siamo più portati. Anche se a me, ipotizzando, piacesse disegnare, quali possibilità avrei di diventare un pittore o un insegnante di dise- gno? A quale fine percorrere que- sta via? Per ritrovarmi in mezzo alla strada o in cassa integrazione? Vorrei avere una sfera di vetro che potesse illuminarmi riguardo al futuro o una cartomante che riu- scisse a garantirmi la correttezza delle mie decisioni. Ma in assen- za della Strega Nera di turno che riesca a farmi luce sugli sbocchi lavorativi futuri, forse è davvero il caso di investire su un degno lapino e fare la sfincionara a vita.
  • 8. ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA14 15 L’OMOLOGAZIONE DEI GIOVANI CATERINA CURATOLO IV H IL CINEMA DEI SOVVERSIVI EUGENIO CANNATA III C U no dei temi più discussi in asso- luto è il tema dell’adolescenza: quan- to dura, come deve es- sere affrontata, aspetti positivi, aspetti negati- vi.. etc.. Però fin quando non ci sei dentro nessu- no può darti la capacità di entrare nella men- talità dell’adolescente. Molto spesso infatti sentiamo e leggiamo varie opinioni per quanto riguarda questo periodo della crescita ma nessuna, se sei ado- lescente te ne sarai reso/a conto, rispecchia la realtà. I luoghi comuni che fan- no parte della mentalità puerile sono molti e tutti diversi tra di loro. La loro varietà però porta ad una cattiva interpretazione del loro significato e all’attri- buzione ad essi di un’ec- cessiva importanza. Si, ce ne saranno di stupidi, esa- gerati, immotivati come avviene in qualsiasi gene- razione, l’importante però riuscire a starne alla larga e non essere plasmati da questi. A volte ci si sente costretti ad un modello, ad uno schema giusto per evitare di essere esclusi o emarginati dal gruppo. Per evitare che ciò avven- ga bisognerebbe trovare un giusto gruppo di amici nel quale riuscire ad esse- re se stessi senza bisogno di essere costretti a vestirsi in un certo modo, a par- lare utilizzando gli stessi vocaboli che utilizzano gli altri, a frequentare perso- ne che non siano tutte del- lo stesso tipo. Trovare un gruppo di amici ed entrar- vi senza queste condizio- ni, risulta, al giorno d’oggi molto difficile. Innanzi- tutto alcuni non hanno il coraggio di staccarsi dagli schemi per seguire ciò che dice la propria testa. Ri- sulta difficile perché mol- to spesso il ‘modello da seguire’ finisce col confon- dersi con l’essere se stesso. Questo è un aspetto molto negativo dell’omologazio- ne: l’annullamento dell’io. Costantemente abbiamo a che fare con persone che da sole hanno una mentalità, nel gruppo ne hanno un’altra. Ed è im- possibile ignorare questo cambio di atteggiamen- to perché spesso porta a litigi, discussioni, oppu- re (dal lato opposto) ad amicizie destinate a du- rare solamente nel ‘grup- po’ e non singolarmente. Ma l’omologazione, non riguarda tutti coloro che vogliono entrare in un gruppo o fare amicizia con qualcuno, riguar- da anche tutti coloro che sono già dentro il gruppo. Il risultato estetico sarà un insieme di ragazzi e ragaz- ze molto uniti e quasi in- vidiabili da chi non ne fa parte; mentre all’interno, si creeranno meccanismi di potere e legami che sa- ranno tutto l’opposto di ciò che può sembrare a tutti coloro che guardano da fuori. Quindi è tutto un problema di mentalità, di sapersi staccare dal grup- po e riconoscere quelli che sono gli amici e quelli che non lo sono o, peggio ancora, fanno finta di es- serlo. Ma come farlo? Non è facile. Bisognerebbe im- parare a ragionare da e su se stessi, imparare a conoscersi e a saper- si confrontare con gli altri, ignorando quel- le che sono le mode e i costumi obbligatori imposti dalla socie- tà. Quante ne nasco- no al giorno? Quante ne abbiamo sentite? Il ciuffo di lato, i je- ans a vita bassa, capi d’abbigliamento leo- pardati, gli occhiali da sole grandi… Una più stupida dell’altra che accettate dal singolo, diventano del gruppo nel quale l’io sentendo la ne- cessità di unirsi agli altri per essere qualcuno, di fatto finisce per annul- larsi ed essere nessuno. Ha ragione la stampa filogovernativa a defi- nire “faziosa” l’iniziativa dei Centoautori e di tutte le altre associazioni delle donne e uomini di cinema e di televisione coinvolte nella cla- morosa protesta che in questi giorni va in scena al Festival del Cinema di Roma ("Solo tagli alla cultura, questa la vostra dittatura" grida il corteo riunitosi al Palazzetto dello sport). Quella è gente faziosa. Gente che sta con la fazione della cultura, della bellezza, del sogno e della fantasia contro l’altra fazione, quella del centro commerciale nel quale si spacciano (lo dico metaforicamente: meglio precisarlo di questi tempi) Pil, Viagra e grigiore. E stanno anche (particolare di non trascurabile rilievo) con la fazione di un’industria attiva, popolata di grandi professionisti (dall’artigia- no/attrezzista alla diva che sfila in passerella: l’uno senza l’altra non si possono semplicemente pensare) e produttiva non solo di reddito e occupazione, ma anche di quel bene immateriale, ma oggi più che mai strategico, che è l’immagine di un Paese. Perciò, la so- lidarietà del cast americano, ripresa dai media di tut- to il mondo, lungi dallo “sputtanare” l’Italia (è stato scritto anche questo) ne ha mostrato un volto sensibi- le, felicemente indignato, mosso, pacificamente con- sapevole. Il tutto mentre un cordone di polizia che avrebbe meglio figurato in Italia-Serbia presidiava il Red Carpet nell’evidente intento di “evitare disordi- ni”. Ma davvero! L’ostilità verso il dissenso si sta tra- sformando in paranoia, qui da noi. Sul serio, Signore Autorità: temevate colpi di testa da parte del sovver- sivo Stefano Rulli (Presidente del movimento "Cen- toautori")? È finita che i ragazzi in divisa si sono “ri- fatti gli occhi” con la Mendes: c’è di peggio nella vita! MIND GLOBALIZATION! COSTANZA DILIBERTO V F GIUSEPPE RUSSO V C GIULIA CATALISANO IV B Mind globalization! La versione modificata del celeberrimo “Mind the gap” si addi- ce perfettamente all’esperienza vissuta dai 10 ragazzi che, dopo un corso di analisi e critica dell’attualissimo problema socio-economico-politico della globalizzazione, hanno avuto l’occasione di po- ter avere un faccia a faccia con la realtà multietnica e variegata che contraddistingue la società inglese contemporanea. Prima di recarci in Gran Bretagna, abbiamo avuto l’occasione di interagire sia fra di noi che con un esperto di economia, per analizzare con- cretamente il fenomeno della globalizzazione, che – benché sia entrato diffusamente nella vita di tutti i giorni e, di conseguenza, tende quasi ad essere “nor- malizzato” – presenta sì diversi aspetti positivi, ma altrettanti negativi: abbiamo quindi cercato di trova- re una “soluzione” al problema della globalizzazio- ne, non con l’obiettivo di tornare indietro e lasciar svanire i progressi che questo fenomeno è riuscito a comportare, ma cercando – invece – di trovare un compromesso fra progressi e regressi. Oltre all’ana- lisi teorica, attraverso ricerche di tipo sociologico è stato possibile riscontrare come la diversificazione della popolazione sia una realtà che prepotentemen- te si impone ai nostri occhi. È stato semplice quindi trovare degli esempi: già durante le camminate ver- so i vari musei era all’ordine del giorno incrociare qualche ristorando italiano, negozietto etnico o com- messo che non fosse inglese. Sia ad Edimburgo che a Londra è stato possibile organizzare degli incon- tri e delle visite a centri multietnici nevralgici come Camden Town, università attive nel sociale che accol- gono studenti stranieri e la sede che ha reso possibile con il suo operato la perfetta integrazione dei non nativi: il parlamento. A momenti intensamente istrut- tivi e interessanti si sono alternati occasioni di svago inaspettato, agevolato dalla libera fruizione nella me- tro: ed anche in questi momenti meno impegnativi è stato facilissimo riscontrare come il fenomeno della globalizzazione sia attualmente diffusissimo e riscon- trabile nelle minime cose del quotidiano. Chiudiamo il nostro invito a vivere quest’esperienza così come l’abbiamo iniziato: remember, mind the globalization!
  • 9. ATTUALITA’E CULTURAATTUALITA’ E CULTURA16 L’ECONOMIA DEI RIFIUTI CATERINA CURATOLO IV H Ètipico della natura umana produrre rifiuti. Pertanto è normale che si vengano a formare discariche e accumuli di rifiuti vicino alle zone abitate. Il problema dei rifiuti nasce però dalla cattiva organizzazione dello smaltimento di questi, con la con- seguente contaminazione dell’am- biente circostante. Esistono vari modi per evitare che questo av- venga: la raccolta differenziata, l’abolizione di discariche a cielo aperto, la formazione di nuovi impianti di incenerimento, la cre- azione e la salvaguardia di nuo- vi parchi naturali e aree protette, tramite campagne di sensibilizza- zione. Realizzare tutto ciò però in molti casi non viene reso possi- bile dalla noncuranza dei cittadi- ni e dal menefreghismo di alcuni politici responsabili. Questi infat- ti a volte ignorano i pericoli che si possono correre aprendo una nuova discarica e non bloccando l’operato di alcune fabbriche che con le loro emissioni rendono im- possibile la vita della popolazione che abita nelle zone circostanti. A Terzigno (NA), per esempio, in seguito all’emergenza rifiuti di Napoli, è stato deciso di apri- re una nuova discarica nel parco naturale del Vesuvio (Cava Vi- tiello). La violentissima reazione della popolazione ha portato a numerosi scontri con la poli- zia. <<Le regole? Perché qui lo stato le ha rispettate.>> Così hanno risposto alcuni rivoltosi a Conchita Sannino che li ha inter- vistati (La Repubblica,221010). Questa affermazione descrive appieno il vero problema: il non rispetto delle regole da parte dei politici. Questi a volte vedono la questione rifiuti come un argo- mento esclusivamente economi- co e politico, trascurando l’im- patto ambientale che può avere. Ma i politici non sono gli uni- ci che tendono a speculare sul problema, infatti le organizza- zioni criminali tendono ad oc- cuparsi dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici per arricchirsi. Su questi si basa un’intera econo- mia di traspor- to e deposito, utile a tutte quelle fabbri- che che per paura di chiu- dere o di es- sere sottopo- ste a controlli più frequenti, preferisco- no finanziare economica- mente la ma- lavita. È evi- dente in questo caso l’egoismo del singolo che calpesta la salute della popolazione pur di arricchirsi, eva- dendo l’applicazione delle leggi . Di questo argomento ha voluto trattare Matteo Garrone nel suo film tratto dal libro ‘Gomorra’ di Saviano. Il protagonista, un im- prenditore del settore dei rifiuti afferma: <<Quelli che parlano di moralità, che dicono che l’eco- nomia deve avere dei limiti, delle regole, sono quelli che non sono riusciti a prenderne il potere, che sono stati vinti dal mercato. L’e- tica è la scusa dei perdenti.>> Garrone, dunque, ritrae l’im- prenditore come un camorrista senza cuore, il cui unico interesse è quello di arricchirsi, senza pre- occuparsi del rispetto delle rego- le e dei limiti offerti dalla legge. Ma è proprio vero che la legge economica è una legge di natura e caratterizza da sempre l’agire uma- no, è proprio vero che non possia- mo far nulla contro il darwinismo sociale che premia sempre il più forte? E’ difficile dare una rispo- sta e tanto più intorno al proble- ma rifiuti poichè la collusione tra politica ed ecomafia pare realmen- te incarnare lo spirito di tale teoria RIFIUTI: BUSINESS DEL FUTURO DOMENICO MANNOIA IV H Nella società odierna i rifiuti e le problematiche derivanti dalla mancanza di un loro corretto smaltimento rappresentano un serio pericolo per il futuro dell’ecosistema e della saluta umana. Fino ad oggi il nostro paese non è riuscito ad organizzare in modo concreto e razionale lo smaltimento, moti- vazione questa che obbliga le amministrazioni locali a dover adottare soluzioni provvisorie e non sempre adeguate. Negli ultimi anni, nonostante si siano avver- titi dei lievi progressi a livello nazionale, l’Italia rimane uno dei pochi paesi industrializzati in cui la gestione dei rifiuti dipende ancora troppo dallo smaltimento in discarica. Una sostanziale differenza si evidenzia quan- do si pone a confronto il Nord e il Centro-Sud. Infat- ti vediamo che al Nord già da tempo viene utilizzata la raccolta differenziata, mentre al Centro-Sud, non sussistendo controlli, i rifiuti vengono portati in di- scariche, tra l’altro provvisorie e insufficienti. Come afferma Detwiler in “Underworld”: << Consuma o muori; noi creiamo quantità stupefacenti di spazza- tura, poi reagiamo a questa creazione. […] Lasciamo che ci plasmi. […] Prima creiamo la spazzatura e dopo costruiamo un sistema per riuscire a fronteggiarla.>> Per far fronte all’emergenza, alcune regioni del Centro- Sud Italia sono state costrette ad inviare gran parte dei ri- fiuti in Germania, sostenendo esorbitanti spese. La cru- cialità del problema è anche culturale, poiché manca la corretta informazione sui pro e i contro e sulle soluzioni tecniche. La scarsa informazione e le poche competenze sono unite a sicuri e perversi interessi economici e poli- tici che hanno fatto sì che la gestione dello smaltimento rifiuti finisse nelle mani di organizzazioni criminali, qua- li la mafia, o in questo caso “ecomafia”. Ciò non fa altro che accrescere l’emergenza mentre la capacità residua delle discariche del nostro paese rappresenta un motivo di allarme che non si deve ignorare, ma che necessita di immediate soluzioni operative e tecnologiche. “Nelle città italiane ogni anno vengono prodotte circa trenta milioni di tonnellate di rifiuti. Una direttiva comunitaria ha imposto anche all’Italia la raccolta differenziata di alcuni materiali. […] Il resto dovrebbe essere collocato in discariche e impianti autorizzati, ma in realtà una par- te viene smaltita in modo illegale o incontrollato.” (“Il nuovo dizionario del cittadino europeo” 2008). Dietro a tutto ciò bisogna anche aggiungere il problema dei rifiuti generati dalle fabbriche, industrie, ospedali, etc , i quali, contenendo sostanze altamente inquinanti, han- no bisogno di più tempo per essere smaltite. In questo contesto si inserisce perfettamente la criminalità orga- nizzata che permette alle aziende di disfarsi dei rifiuti a bassi costi. A volte finiscono in centri di stoccaggio con documenti falsi, a volte sono nascosti sotto le fon- damenta, etc. In questo drammatico quadro si assiste all’aumento del tasso di mortalità causato da diverse forme di cancro. I boss mafiosi ragionano come ma- nager di grandi aziende e gestiscono un vero e proprio mercato del crimine, in cui il settore dei rifiuti rappre- senta uno dei più importanti e redditizi. Anche Manin, nel “Corriere della Sera”, afferma: “ Da oltre trent’anni molte imprese del Nord e del Centro Italia hanno tra- sportato tramite intermediari, legati a cosche malavito- se, le scorie al Sud, avvelenando inoltre i terreni agricoli e favorendo l’aumento esponenziale di casi di cancro. “ La situazione Campana è un esempio evidente della gravità e della vastità di un problema che non può più essere trascurato, ma necessita di un immediato provve- dimento risolutivo, altrimenti l’emergenza non può che continuare ad aggravarsi provocando danni sociali ed ambientali che ricadranno inesorabilmente anche sulle generazioni future. A Terzigno, in provincia di Napoli, e nelle località vicine, il 20 ottobre 2010 sono scoppiate delle rivolte da parte dei cittadini a causa della costruzio- ne di un ulteriore discarica. In strada sono scese migliaia di persone tra cui giovani, vecchi, studenti, contadini, etc, con la consapevolezza di non avere nulla da perdere oltre la salute. Ci sono state oltre diciassette ore di scon- tri: strade e negozi devastati, camion di rifiuti incendiati. I guerriglieri hanno accerchiato degli auto compattatori, altri, tra cui quelli che hanno versato i rifiuti nella di- scarica, sono stati incendiati. Altra gente, sostenendo il non-rispetto delle regole da parte dello stato, ha brucia- to la bandiera Italiana e ha maledetto tutti i voti che ha dato a Berlusconi e agli altri pagliacci. Nel bilancio finale abbiamo circa trenta feriti e sedici mezzi danneggiati. I cittadini si sono ormai abituati a convivere con il pro- blema dei rifiuti. E’ giunto il momento che essi si pon- gano di fronte alle autorità e alle amministrazioni locali affinché adottino soluzioni che risolvano i problemi. 17
  • 10. SCIENZA E TECNOLOGIA LA MINACCIA DEGLI ASTEROIDI: COME AGIRE? CHI DOVRA’ PRENDERE LE DECISIONI? SALVATORE CHILLEMI IV I Come bisogna prepararsi al rischio di collisio- ne di un asteroide con la terra? Prescindendo dalle tecnologie per deviare la sua traiettoria, chi prenderà la decisione di agire? Questa scelta po- trebbe infatti risultare letale per milioni di persone - come ha sottolineato un gruppo di esperti nazio- nali – in quanto un asteroide malamente deviato po- trebbe modificare la propria traiettoria e colpire altre parti della Terra provocando stragi a livello mondiale. I migliori scienziati dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno studiato delle possibili operazioni per evitare collisioni future con asteroidi che si dirigeran- noversolaTerra:unadiqueste-comeaffermal’ormai anziano astronauta d'Apollo 9 Russell Schweickart – è quella di modificare la velocità dell’oggetto in rotta di collisione. Questa tecnica consiste nell’inviare una sonda spaziale verso l’asteroide, scegliendo le oppor- tune velocità e il momento adatto, in modo da farla precipitare su di esso: la sonda, tramite notevolissime tecnologie, si occuperà di regolare la velocità dell’a- steroide. Un’altra soluzione, se si ha abbastanza tem- po per agire, consiste nel far avvicinare all’asteroide una sonda spaziale che resti in prossimità di essa. Con la gravità, l’asteroide sarà gradualmente attirato verso la navicella. “Si utilizza la gravità come un fortissi- mo cavo di rimorchio” - ha aggiunto M. Schweickart. Se queste tecniche possono essere sufficienti per un asteroide di circa 300 metri di diametro, per quel- li di maggiore estensione si dovrà fare ricorso ad un’esplosione nucleare nello spazio. Ma il rischio che simili corpi celesti possano entrare in collisio- ne con la Terra risulta essere limitato (collisioni di questo genere sono previste ogni 100.000 anni). Più numerosi sono invece gli asteroidi di minori di- mensioni che incrociano l’orbita terrestre: circa 6.000 oggetti sono stati individuati attorno alla Terra - ha av- vertito nel 2008, l'Associazione degli Esploratori Spa- ziali (ASE), fondata dal Sig. Schweickart. Un gruppo di astronauti, scienziati, rappresentanti delle maggio- ri agenzie spaziali è stato istituito dall'ESA per questo problema: essi si occupano infatti di salvaguardare e monitorare periodicamente il numero di oggetti nelle vicinanze della Terra e la loro pericolosità. Inoltre, i suoi membri sono sicuri che di fronte ad una minaccia mondiale, sarà necessaria una reazione globale: “Sarà importante prendere le decisioni collettivamente ed assicurarsi di avere risposte univoche” – ha sottoline- ato ancora Schweickart. Ma come è possibile mettere in collaborazione i governi con le numerose agenzie spaziali? Potrebbe essere necessario in futuro evacua- re alcune zone della Terra, in quanto saranno ritenute aree potenzialmente a rischio. E’ infatti molto proba- bile che nel tentare di influenzare la traiettoria di un asteroide, esso rischi di spostare il proprio punto teo- rico di impatto nelle aree adiacenti al target originale. Nel 2029, l'asteroide Apophis dovrebbe passare a 40.000 km di terra, ossia un decimo della distanza Terra-Luna. Se questo passag- gio nelle no- stre vicinanze, tramite la for- za di gravità, modificherà la sua traietto- ria, l'oggetto di 300 me- tri di diame- tro, potrebbe entrare in collisione con la Terra nel corso di una nuova traversata nel 2036. Secondo gli esperti, ciò che è veramente importante è la prevenzione di questi eventi, di cui non bisogna assolutamente sot- tovalutarne la pericolosità: “Bisogna essere pronti ben prima" - insiste il signor Bobrinsky, scienziato dell’ESA. Subito dopo il suo passaggio nel 2029, Apophis dovrebbe essere dotato di sensori per identificare la sua traiettoria nel tempo, in modo da prevenire un eventuale collisione con la Ter- ra attraverso i mezzi che l’uomo ha a disposizione. Minacce dall’Universo ci attendono…l’uo- mo sarà in grado di arginare queste calami- tà “natural-universali”? Sicuramente fino al 2036 potremo dormire sogni tranquilli! SCIENZA E TECNOLOGIA 1918 UN CAFFE’ IN PARADISO SARA MINISTERO IV H Si parla di inquinamen- to con il Creatore e la biologa Rachel Carson. Data la recente eruzione del vul- cano islandese Eyjafjallajokull, non è stato facile raggiungere il nostro punto d’incontro, ma ades- so mi ritrovo qui in presenza del Creatore e la cara Rachel Carson. Comincio il discorso partendo proprio dagli ultimi fatti, il vulca- no Eyjafjallajokull aveva eruttato per l’ultima volta nel 1821 e que- sta eruzione era durata due anni. Buon pomeriggio e grazie per essere qui. Dati gli ulti- mi eventi, quali sono secondo voi le conseguenze sull’inqui- namento di quest’eruzione? C.: Si tratta di certo di una cala- mità naturale, influenzata però dall’intervento dell’uomo che in- volontariamente attraverso i suoi gesti ha portato ad un’alterazione dei climi che hanno scatenato l’e- ruzione improvvisa, quest’ultima a sua volta attraverso le ceneri può portare a un’ulteriore alterazione del clima e all’inquinamento dell’a- ria che viene respirata dai viventi. R.: L’eruzione è avvenuta, poi- ché è aumentata la pressione dei gas contenuti nel magma presente nella camera magmatica del vulca- no; per quanto riguarda l’inquina- mento che può causare una simile eruzione, a secondo della consi- stenza e del tipo, la nube forma uno strato di polveri che può ar- rivare a rivestire tutta l’atmosfera terrestre. Questo strato funziona da schermo e da specchio per la radiazione solare provocando un importante riscaldamento della stratosfera (sopra la nube) e un raffreddamento dei bassi stra- ti dell’atmosfera (sotto la nube). Quindi peggiorerebbero ulte- riormente le condizioni dell’at- mosfera terrestre già parecchio inquinata dato infatti il buco nell’ozono, quali sono secon- do voi le cause di quest’ultimo? C.: Il buco nell’ozono è un fe- nomeno che consiste nell’assot- tigliamento dello strato di ozono, la causa di ciò è sicuramente l’in- tervento dell’uomo che inquina l’atmosfera strumentalizzando la natura e cercando di velociz- zare i suoi ritmi in base al pro- dotto che deve essere creato. R.: Io concordo nel dire che gran parte della colpa è dell’uomo, ma non solo. Le sostanze inqui- nanti implica- te come cause dell’assottiglia- mento dell’o- zono sono i Clorofluoro- carburi (CFC) in genere uti- lizzati come refrigeranti, solventi o pro- pellenti. Altre sostanze inqui- nanti sono gli Idroclorofluorocarburi (HCFC) utilizzati per rimpiazzare i CFC. Entrambe le sostanze contengo- no il cloro e tramite questo sono in grado di deteriorare la fascia di ozono nella stratosfera. L’impatto sull’ozono dei HCFC è comunque minore rispetto a quello dei CFC. Quali sono secondo voi i piani daattuareperevitarelosviluppo dell’inquinamentoatmosferico? C.: Sicuramente un atteggiamen- to più rispettoso nei confronti della natura da parte dell’uomo che dovrebbe evitare di abusare della natura e provare a rispet- tare i suoi tempi di evoluzione. R.: Il contributo deve sicuramen- te partire dall’uomo che dovrebbe evitare di utilizzare spray e bom- bolette che contengono quei gas nocivi che causano questo assot- tigliamento dello strato di ozono. Questo sicuramente porterebbe ad un passo avanti per evitare un ulteriore ampliamento del buco.  Speriamo che gli argomenti trat- tati in questa breve intervista com- piuta dal Paradiso aiutino i nostri cari lettori a sensi- bilizzarsi riguardo la problematica dell’inquinamen- to atmosferico, magari una visio- ne dall’alto come quella data dai nostri intervista- ti può sembra- re più veritiera. Dal Paradiso è tutto, da qui ho visto il Mon- do anche lui sembra un Paradiso peccato che l’uomo faccia di tut- to per trasformarlo in un Inferno.
  • 11. MUSICA E CINEMAMUSICA E CINEMA20 MUSICA&CINEMA EUGENIO CANNATA III C CLARA LA LICATA III E 21 In questa prima edizione della nostra Rubrica abbiamo deciso di proporvi una lista di dieci dischi e film italia- ni che potrebbero piacervi e invogliarvi a rivalutare l’arte nostrana, spesso vittima di pregiudizi infondati. Ci auguriamo che con questa Rubrica possiate scoprire orizzonti dai più sottovalutati. MUSICA Abbiamo scelto “Andate tutti affanculo” degli Zen Circus come primo disco, poiché siamo convinti che, date le caratteristiche irriverenti e pro- vocatorie, potrebbe piacere a gran parte degli studenti del nostro Liceo. Gli Zen Circus sono una rock band italiana formatasi a Pisa nel 1994 dal chitarrista-cantante Andrea Appino e il batterista “Te- schio”, a cui qualche anno dopo si aggiunge il bassista “Ufo”. Quest’ultimo disco è formato da dieci pezzi carichi di risentimento e ironia. In questo disco i tre pisani spaziano tra Folk, Punk e Indie-Rock, prenden- do spunto dal cantautorato italiano. Alle canzoni “Vecchi Senza Esperien- za”, “Ragazza Eroina”, “It’s Paradise”, “Amico mio” e “Vuoti a Perdere” hanno partecipato artisti del calibro di Giorgio Canali (Chitarrista dei CSI), Nada, Davide Toffolo (voce dei Tre Allegri Ragazzi Morti) e Brian Ritchie. TOP TEN 1. Andate tutti affanculo – The Zen Circus (2009) 2. 1964-1985 Af- finità - divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età – CCCP Fedeli alla Linea (1985) 3. Metallo non me- tallo – Bluvertigo (1997) 4. Hai paura del buio? – Afterhours (1997) 5. La Voce del Pa- drone – Franco Battiato (1981) 6. Amen – Baustel- le (2005) 7. A Sangue Fred- do – Il Teatro degli Orrori (2009) 8. Quindi? – Max Gazzè (2010) 9. L’amore non è bello – Dente (2009) 10. Socialismo Ta- scabile (Prove Tecniche di Trasmissione) – Of- flaga Disco Pax (2005) TRACKLIST 1. L’Egoista 6. Andate tutti Affanculo 2. Vecchi Senza Esperienza 7. Amico mio 3. It’s Paradise 8. Ragazza Eroina 4. We Just Wanna Live 9. Gente di Merda 5. Vuoti a Perdere 10. Canzone di Natale CINEMA Trama: Il film é diviso in tre episodi distinti. Nel primo (In Vespa) il protago- nista gira in vespa per le vie di una Roma estiva. Nel secondo (Isole) decide di raggiungere un amico a Lipari. Nell'ultimo (Medici), ricostrui- sce le tappe della lotta contro la malattia di cui ha sofferto per un anno. Il protagonista è Nanni Moretti (interpretato da se stes- so), un uomo abbastanza eccentrico e particolare. Nel film si alternano scene esilaranti a scene di tipo drammatico. La pellicola fu accolta molto positivamente dal- la critica del Festival del Cinema di Cannes, tanto che vin- se la Palma d’Oro (il premio più prestigioso) per il miglior film. È il primo film in cui Nanni Moretti si sveste del- le vesti di Michele Apicella per raccontare alcuni episodi del- la sua vita quotidiana, visti con l’ironia solita del suo cinema. Nonostante le sue vene drammatiche, è un film abba- stanza leggero che vi consigliamo pienamente di vedere. TOP TEN 1. Caro Diario – Nanni Moretti (1993) 2. Basilicata Coast to Coast – Rocco Papa- leo (2010) 3. Il Buono, il Brut- to e il Cattivo – Sergio Leone (1966) 4. Mediterraneo – Gabriele Salvatores (1989) 5. I Soliti Ignoti – Mario Monicelli (1958) 6. Le Notti di Ca- biria – Federico Fellini (1957) 7. Nuovo Cinema Paradiso – Giuseppe Tornatore (1988) 8. Suspiria – Dario Argento (1977) 9. Ieri, Oggi, Do- mani – Vittorio De Sica (1963) 10. Mery per Sem- pre – Marco Risi (1989) Titolo originale: Nazione: Anno: Genere: Durata: Regia: Cast: Caro diario Italia 1993 Commedia/Drammatico 100’ Nanni Moretti Nanni Moretti, Giulio Base, Carlo Mazzacurati, Re- nato Carpentieri, Raffaella Lebboroni, Marco Paolini, Antonio Neiwiller, Valerio Magrelli, Sergio Lambiese
  • 12. RECENSIONIRECENSIONI22 IL PRINCIPE DELLA NEBBIA ROSALINA COSTANZA V G BENVENUTI AL SUD ANTONIO TRANCHITA II E 23 Benvenuti al Sud è un film di Luca Miniero. è il remake di “Giù al Nord”, comme- dia comica francese. La versione italiana è diversa perché racconta gli stereotipi italiani, soprattutto quello della criminalità del Sud. Il protagonista, Alberto Colombo, interpretato da Claudio Bisio, è un direttore di un ufficio postale che, suo malgrado, viene trasferi- to in un paese vicino Napoli, Ca- stellabate, in provincia di Salerno. Alberto avrebbe preferito Milano arrivando addirittura a fingersi di- sabile per realizzare questo sogno che è condiviso dalla moglie. Ma il suo inganno viene scoperto e, fra la costernazione della sua famiglia e dei suoi amici, viene punito con un trasferimento di due anni al sud. Emergono in modo divertente i pregiudizi dell’ambiente del Nord ( vive in Brianza ) nei confronti del Sud: pensano che la criminalità re- gni sovrana, che la gente viva uno stato di arretratezza morale e cul- turale e che ci sia una pessima qua- lità della vita e dei servizi. Per Alber- to l’impatto con una real- tà così diver- sa è terribile: fraintende l’affettuosi- tà e la gene- rosità della gente del Sud pensan- do che fosse una aggres- sione. Ma a poco a poco comincia ad apprezzare il calore e l’in- vadenza del- la gente del Sud istauran- do rapporti di amicizia con i colleghi. L’atmosfera è spassosa e diverten- te, basata su equivoci e pregiudizi chiariti. Alla fine Alberto si riap- pacifica con la moglie a cui in un primo momento aveva mentito spudoratamente per non turbare la sua nuova dimensione di vita al Sud.”Al Sud si piange due vol- te, quando si arriva e quando si parte”. Infatti i due anni di tra- sferimento per punizione passa- no rapidamente e Alberto e la sua famiglia perfettamente integrati e felici devono ripartire per l’ago- gnata meta (Milano). Sono tutti molto tristi perché conoscendosi e vivendo assieme avevano superato luoghi comuni e pregiudizi e istau- rato affettuose amicizie. Il film è molto divertente ed è un invito all’integrazione e all’unità d’Italia. Conoscete tutti Carlos Ruiz Zafòn? Quell’uomo di grande abilità letterarie, conosciuto per aver scritto il ce- leberrimo “L’ombra del vento”..? Ebbene, forse non tutti sanno che in realtà, il suo romanzo d’e- sordio è un piccolo libricino inti- tolato “Il principe della nebbia”, romanzo breve decisamente av- vincente, condito d'atmosfere noir ed esoteriche, piacevole da legge- re in quanto scritto con maestria. L’attesa cresce pagina dopo pagina in un libro le cui parole sembrano quasi bagnarsi in una nuvola, in una nebbia fatta di mistero, impalbabi- le ed enigmatico, arcano quasi… Protagonista in primissima perso- na è un tredicenne, Max Carver, figlio di un orologiaio che nel pie- no della Seconda Guerra Mondia- le decide di trasferirsi con tutta la famiglia da una grande città della Spagna ad un paesino in riva al mare. Il minuscolo villaggio che accoglie la famiglia Carver è sug- gestivo, infatti lascia subito in Max una sensazione di angoscia mista a curiosità… Per esempio il grande orologio della stazione va all'in- dietro, quasi stesse misurando un conto alla rovescia, men- tre un gatto dallo sguardo inquietante ed indagatore passeggia nei dintorni del- la casa… Già…poi c'è la casa...quella in cui andran- no ad abitare i Carver, una villa sulla spiaggia con una storia oscura, ambigua e tri- ste: tanti anni prima il Dot- tor Fleischmann, un medico inglese, la fece costruire e vi andò a vivere con la moglie, fino a quando nacque Jacob, il figlio, che tanto avevano desiderato. Il bambino por- tò in loro la gioia, il sorriso tornò ad illuminare i loro volti, ma, un giorno, pro- prio all'ottavo compleanno del figlio, tutto crollò come un castello di sabbia. Jacob per- se la vita, annegando nelle acque che ne avevano allietato l'infanzia: fu la fine della famiglia Fleisch- mann, che abbandonò a se stessa la villa ed il passato che essa rap- presentava sparendo nel nulla... E quello strano giardino vicino alla villa? È pieno di statue inquietanti, che impercettibilmente cambiano espressione e posizione. Ognuna di essa rappresenta un personaggio circense, e al centro dello stesso giardino un pagliaccio, un pagliaccio dal sor- riso demoniaco. Cosa rappresentano quelle statue? Cosa si nascon- de dietro la storia del- la villa Fleischmann?? Con l'aiuto del nuovo amico Roland, nipote dell'anziano guardiano del faro, e della sorella maggiore Alicia, Max scioglierà nodi passati, vecchi ri- cordi radicati anni addietro che sembrano essere sepolti sotto il mare, che hanno lasciato dietro di sè una lunga scia di sangue, dolore e sofferenza ma, che diventano re- ali e sempre più vicini man mano che il tempo inesorabilmente scor- re… E scoprirà che dietro tutto questo c’è il demoniaco Dottor Cain, il Principe della Nebbia, per- sonaggio a metà strada tra un ciar- latano da baraccone, un pagliaccio e Lucifero in persona... Scoprirà che personaggi morti possono, forse, tornare in vita… Una lotta contro il tempo in cui sottile è il filo che separa realtà e fantasia, na- turale e soprannaturale. Silenzio..! Cresce l’attesa, le luci si abbassano, si apre il sipario di questa storia…
  • 13. SPORT IL TROFEO SICILIA, L’OLIMPIADE DEI GIOVANI Dalla nostra esperienza di studenti, abbiamo dedotto che il governo italiano ha sempre considerato lo sport (a scuola o fuori) un’attività marginale o inutile per lo svilup- po dei giovani, a cui non dedica- re risorse e su cui non investire. Infatti, le scuole sono prive di palestre per l’atletica e spazi idonei a sport collettivi, for- mativi per lo spirito di gruppo. Inoltre il fare o non fare ginna- stica, alle elementari e alle medie viene usato come premio o ca- stigo, e non come una materia di pari rango rispetto alle altre. Come ha raccontato Shao, uno studente cinese che frequen- ta la III B, nella sua ex scuola quotidianamente ci sono ore di ginnastica, Tai-Chi ed eser- cizi di stretching tra le materie. Ed ancora, mentre in Cina le nazionali giovanili di ping pong sono seguite, o perlomeno co- nosciute da buona parte del popolo, qui 95 persone su 100 non sanno neanche della loro esistenza. Ma almeno una volta l’anno in Sicilia, regione spesso criticata (ingiustamente?) per le poche attività socioculturali, vie- ne organizzata una mini-olim- piade per tutti i ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni, ed anche per i diversamente abili, comprendente tutte le discipli- ne dal tennis al tiro con l’arco. L’ iniziativa, quest’anno, si è svolta a partire da venerdì 8 Ot- tobre ed è iniziata con la cerimo- nia di apertura, che si è celebrata nel capoluogo siciliano al CUS P A L E R M O . La manifestazione è iniziata con la sfilata di tutti i partecipanti, capeggiati da grandi campioni come Simona La Mantia e Mar- low Brown (che passavano un’i- deale staffetta alle giovani leve), seguita da balletti e strepitosi giochi pirotecnici. Alla fine della cerimonia gli atleti sono tornati al villaggio turistico “Città del Mare”, dove sono stati, a spese del CONI regionale, tutti ospitati in camere da quattro posti letto. L’hotel Città del Mare è situato a soli 30 minuti di strada da Pa- lermo in direzione di Trapani, vicino Terrasini, ed è rinoma- to non solo per la maestosità e per il servizio, ma anche per il bellissimo giardino, le nume- rose piscine e gli stupefacenti scivoli acquatici dove i ragazzi –tra un impegno sportivo e l’al- tro- si sono rilassati e divertiti. La sera dell’8, dopo il rientro all’Hotel Città del Mare, i ra- gazzi hanno dormito e si sono riposati fino alle 7 del mattino seguente quando -dopo la cola- zione- sono andati in pullman nelle varie sedi predisposte, a disputare le rispettive gare. Il programma del torneo preve- deva diverse gare, suddivise fra sabato mattina e domenica mat- tina, in vari campi sportivi, pale- stre e piscine, durante le quali i rappresentati di ogni provincia si sarebbero sfidati per ottene- re la vittoria e far guadagna- re punti alla propria provincia. I punti venivano attribuiti secon- do il risultato (al primo 10 punti, al secondo 7 e al terzo 5). Come in ognuno dei suoi 41 anni il Trofeo Sicilia, inventato da Pino Orlandi e appoggiato dal Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), si è svolto nel massi- mo della legalità con 183 diver- si tecnici. Alle ore 12.00 del 10 si sono concluse le gare e dopo aver premiato in loco le singole squadre o i singoli partecipanti ci si è recati a Terrasini per la cerimonia di chiusura e per la premiazione delle provincie. Le squadre palermitane si sono di- stinte bene nel tennis da tavolo, nel nuoto e nell’atletica special- mente la squadra delle ragazze che oltre ad aver vinto ha conclu- so con un vantaggio pari al pun- teggio totale dei terzi classificati della loro disciplina nonostante buona parte degli atleti maschili e femminili fossero solo riserve dato che la squadra di prima li- nea era quasi tutta o alle naziona- li o infortunata, dopo un allegra e festosa cerimonia di chiusura dove hanno parlato e cantato: dei rappresentanti del Coni, un preside e l’assessore di Terrasi- ni, le provincie hanno ricevuto le coppe secondo la seguente clas- sifica : 1°Catania, 2° Palermo, 3° Messina, 4° Agrigento, 5° Trapa- ni, 6° Caltanissetta, 7° Ragusa e 8° a pari merito Enna e Siracusa. Così si è concluso il Trofeo Si- cilia evento che speriamo si ri- peta anche negli anni a seguire. ALFREDO FIORENTINO I B SPORT24 25 CALCIO E DOPING HELLAS FUCHSOVA I G ARIANNA AMATO IF GIUILA PASSARO I G Ogni giorno tantissimi sportivi in tutto il mon- do fanno uso di sostanze stupefacenti per migliorare le pre- stazioni fisiche e superare così più facilmente le competizioni. Un esempio valido può essere Diego Armando Maradona che pur es- sendo un giocatore molto cono- sciuto e stimato, si è fatto traspor- tare dagli effetti di dipendenza; altri hanno seguito le sue tracce come Josep Guardiola (attuale al- lenatore del Barça), Marco Borriel- lo e recentemente Adrian Mutu. Mutu nacque l'8 gennaio 1979 a Calinesti, è un calciatore rumeno e attaccante della fiorentina. Rien- trato il campo il 31 ottobre 2010 contro il Catania, dopo essere sta- to precedentemente squalificato. Ma andiamo indietro di un po' di mesi … Tutto comincia nel 2008 quando Mutu riceve una multa di 17,17 milioni di euro (la più alta mai raggiunta!!!!) per essere risultato positivo alla cocaina. Il calciatore rumeno è costretto a ricominciare la propria carriera da Firenze, ma anche lì viene 'sor- preso' per ben due volte positivo al test antidoping del C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) a causa di una sostanza che annulla gli effetti della fame. La conseguenza è stata la squali- fica di 9 mesi, anche se la procura aveva richiesto che lo stop dall'at- tività agonistica fosse di 1 anno!! Ma lui non è l'unico... Mar- co Borriello, nato a Napoli il 18 giugno 1982, è un calciato- re italiano e gioca in attacco. Il centravanti, dopo essere arrivato al Milan, è riuscito a esordire nel- la partita ufficiale di Coppa Italia segnando il suo primo gol, e par- tecipando alla champions league. Il 21 dicembre 2006 dopo la partita contro la Roma, Mar- co Borriello in seguito al test antidoping, è risultato positivo a dei metaboliti del cortisone. Però il calciatore non ha mai ammesso di aver fatto uso di tale sostanza consapevolmente (in tal caso la squalifica sareb- be stata di 1 mese), ma dopo la contro analisi è stato sospeso per tre mesi… Al termine del- la squalifica Borriello non ha più trovato un posto in squadra ed è stato ceduto in comproprie- tà al Genoa per 2 milioni di euro. Al termine della stagione 2007 -2008 il calciatore Bor- riello ritorna al Milan ed at- tualmente milita nella Roma. Tornando al doping... Il doping è l'uso, o per meglio dire l'abuso, di sostanze o medicinali che hanno lo scopo di aumentare il rendimento fisico dell'atleta artificialmente. I regolamenti sportivi vietano il do- ping, e sottopongono ogni atleta a controlli antidoping prima delle gare. Negli ultimi anni in molti pa- esi del mondo, compresa l'Italia, il doping è diventato un reato pena- le. Questa pratica, del tutto sleale in quanto lo sport si basa sulla leal- tà dei partecipanti, provoca inoltre danni all’organismo causando cer- te volte persino la morte. Nono- stante ciò il doping viene lo stesso praticato per la “smania” (direm- mo noi palermitani) di vincere! Questo ragionamento però è to- talmente sbagliato! Le sfide sono fatte per partecipare e divertir- si. Non per vincere a tutti i costi! Il calcio non è l'unico sport dove alcuni atleti vengono squalifica- ti per uso di droghe o stupefa- centi. Esistono anche altri casi clamorosi, tra cui quello di Ben Johnson squalificato ai giochi olimpici,dopo aver vinto la corsa dei 100 metri, dove aveva stabi- lito il nuovo record del mondo. Purtroppo nonostante i controlli l'uso di sostanze dopanti è diffuso non solo nello sport professioni- stico, ma anche in quello dilettan- tistico. Si è scoperto che attorno al fenomeno del doping c'è un giro d'affari che in Italia è stima- to in circa 600 milioni di Euro!!!! Quindi lanciamo un messag- gi ai 'veri' sportivi: non fate mai uso di sostanze dopanti!!!
  • 14. GIOCHI CRUCIVERBA 27 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 26 31 34 38 39 35 36 37 3332 30292827 25 ORIZZONTALI: 1. Cavaliere in breve - 4. Le conseguenze di una sbronza - 10. Native di Asmara - 11. Parte po- steriore del capo - 13. Talvolta è confesso - 14. Formano lo scheletro - 15. Strappata, straccia- ta - 19. Condizione di eguale - 22. Ridire in suc- cinto - 23. Scrupoloso, pignolo - 24. Contenitore per la spesa - 26. Taranto - 27. Sì a Berlino - 28. Non abbondante, né cospicuo - 31. Un’importan- te compagnia d’assicurazioni - 32. Quello Grande ... scorre - 33. Lo segue la pratica burocratica - 34. E ... nel telegramma - 35. Associazione Sportiva 36. Sono spiccate dal creditore - 38. Gelosie, ranco- ri - 39. Importante città olandese sede del governo VERTICALI: 1. Si accende in chiesa - 2. Altari pagani - 3. Color turchino cupo - 4. Affrettarsi, accorrere con rapidità - 5. Due estremi della bussola - 6. Per alcuni è difficile tenerlo per sé - 7. Articolo indeterminativo - 8. E’ stata soppiantata dal cd-rom - 9. Il segno della parità - 12. Fiume della Svizzera - 16. Strumenti agricoli per rovesciare il terreno - 17. Parte della filosofia che si occupa del bene - 18. Isolotti - 19. Briosi, vispi - 20. Figlio di Troo - 21. C’è quello nero - 24. Gabbie per polli - 25. In Asia c’è quella del nord e quella del sud - 28. Movimenti, spostamenti - 29. Segue talvolta così - 30. Le usano i pescatori - 35. Avellino - 37. Dopo il do, prima del mi SUDOKU SOLUZIONI 2 2 2 5 5 5 6 6 6 6 1 1 8 8 3 3 4 4 4 4 9 9 9 3 7 7 9 8 8 8 2 2 2 4 4 4 45 5 5 5 9 9 1 1 6 6 6 7 7 7 3 3 7 SABATO SERA SCUSA SABATO, QUANDO VIENI? GIACOMO FERRANTELLI II E 26 GIOCHI CRUCIVERBA 27 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 26 31 34 38 39 35 36 37 3332 30292827 25 ORIZZONTALI: VERTICALI: SUDOKU SOLUZIONI 2 2 2 5 5 5 6 6 6 6 1 1 8 8 3 3 4 4 4 4 9 9 9 3 7 7 9 8 8 8 2 2 2 4 4 4 45 5 5 5 9 9 1 1 6 6 6 7 7 7 3 3 7 SABATO SERA SCUSA SABATO, QUANDO VIENI? GIACOMO FERRANTELLI II E 26 S abato sera, non una nuvola, temperatura 21°C circa, stan- chi di una settimana che sem- bra non finire mai, e la sensazione di spossatezza e noia, una noia paz- zesca che ci riesce a buttare sul let- to con la voglia di dormire fino alla nausea. Noi, sfaticati adolescenti del Cannizzaro riusciamo al massimo a buttarci sul DIVANONE di casa aspettando la pizza che ordinata ormai da troppo tempo ci sarà con- segnata fredda, ancora una volta. Che ritratto di tipico sfigato da Sa- bato sera. Signori, diciamoci la ve- rità, abbiamo mai visto un adole- scente così? Domanda ancora più interessante: voi, vi siete mai sentiti così? Beh, a giudicare dalla movida palermitana si direbbe di no. È bene adesso chiarire una cosa: il mio compito qui non è giudicarvi, sia chiaro, al massimo ho il diritto o che dir si voglia la competenza di pren- dervi un po’ in giro; né posso quindi pretendere di conoscere le abitudini di ciascuno di voi, perciò mi limi- terò a consigliarvi, a domandarvi, come se fossimo degli sconosciuti che si incontrano per la prima volta, magari in una discoteca , in un ci- nema, in un pub vicino casa, in una pizzeria, o se è il caso in un ristoran- te di alta cucina, perché no? Ed è di questo che vi voglio parlare, voglio sapere che “tipi da sabato sera” siete. Noi tutti cerchiamo il più possibile di sforzarci per cercare di sfruttare quanto più possiamo questo Sabato irraggiungibile, che dopo un’ipoteti- ca settimana di studio, e sottolineo ipotetica, ci sembra la “vita”, come ci piace chiamarla (mi uccideran- no per questo in redazione, vabbè). Eppure, come sfruttare un Sabato sera a Palermo è quello che cerco di fare da tutta una vita. Sappiamo tutti quanto la nostra città ci offra centi- naia di possibilità di svago, quasi di ogni genere, e allo stesso modo sap- piamo come riusciamo a farci scap- pare tutte queste possibilità dalle dita. Per quanto ci sforziamo di non essere abitudinari nelle cose che fac- ciamo, non riusciremo mai a far- lo con le uscite con gli amici del Saba- to. Questo perché le consideria- mo come una cosa sacra!! Ci vogliono i giusti ami- ci, i giusti posti alla giusta ora, attenzione tutte cose accomuna- te… dallo stesso meraviglioso gior- no: il Sabato. Fatto quindi questo rapido calcolo che in media per un palermitano occupa il 75% del po- meriggio ci rendiamo conto che sia- mo riusciti finalmente a organizzare la nostra serata. “Allora a stasera alle 20.00 alla taverna di John”- ti dice come ultima cosa “l’organizzatore” (ruolo che di solito si concede a co- loro che sono indesiderati e che no- nostante ciò si ostinano a chiedere di unirsi al gruppo di uscenti). Da quel momento in poi sei occupato per tutto ciò che riguarda un attivi- tà che superi i dieci minuti anche se sono solo le 18.00 e hai ancora a di- sposizione due ore per divertirti. È assurdo, ma vero, e non è finita qui adolescente, studente del Cannizza- ro, tu sei quello che dopo aver fatto tutto questo casino riesci a lamen- tarti della bella serata che hai appena passato in compagnia e torni a casa dicendo a tua madre che ovviamen- te ti chiede come è andata :”Bellissi- mo mà, per fortuna che c’è il Sabato”. Questo è un piccolo ritratto del “ra- gazzo da pizzeria con gli amici”, che ci troviamo più volte davanti, ma ci sono tantissime altre cose da fare. Tante quante sono i diversi carat- teri e gusti di noi ragazzi. Vi piace ballare? Andate in discoteca... e se non potete organizzate una festa privata con l’intera popolazione del Cannizzaro, e non solo, i locali sono tanti e per il pagamento niente pau- ra si divide con piacere quando si è in tanti. Siete stufi di stare seduti? Non vi buttate in pizzeria, non fa per voi, meglio un pub o semplice- mente una passeggiata con gli amici. Dunque ragazzi ricordate su dal divano e fuori di casa: è Sabato.
  • 15. REDAZIONE: Caporedattore: Giulia Catalisano IV B Viceredattore: Eugenio Cannata III C Impaginazione e Grafica: Giuseppe Russo V C Docente Coordinatore: Prof.ssa Elena Santomarco Hanno Collaborato: Lorenzo Passalacqua IV M Domenico Mannoia IV H Carolina Palizzolo IV H Francesca Denise Martorana I E Giorgia Puleo I L Giada Capizzi I F Gaspare Ippolito I B Carlo Incardona III H Caterina Curatolo IV H Davide Giocondo IV I Marzia Campione IV F Nadia Di Franco V I Costanza Diliberto V F Sara Ministero IV H Salvatore Chillemi IV I Clara La Licata III E Rosalina Costanza V G Antonio Tranchita II E Alfredo Fiorentino I B Hellas Fuchsova I G Giulia Passaro I G Arianna Amato I F Giacomo Ferrantelli II E Riccardo Caldarera IV F Luigi Parello I B Alice Calandra I H Adriano Urso V N