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Ornella Castellano
Life design. Verso un nuovo esercizio di cittadinanza
13 aprile 2013
Pensiero al nuovo umanesimo
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Il bambino o inizia con un modello o si costruisce un modello per
affrontare gli eventi ai quali è esposto. All’inizio anomalie lievi
non vengono notate cosicchè il modello o schema si va articolando
attraverso successivi contatti. Quando lo schema è consolidato, si
rilevano con evidenza le anomalie. Si rompe allora il paradigma e
un altro più adeguato lo sostituisce. Questo processo costruttivo si
applica ad ogni tipo di conoscere o di cognizione, sia essa
percettiva o concettuale.
Olson 1970
L’intervento mira a far accorgere il soggetto delle anomalie del
modello utilizzato; mira a provocare il conflitto cognitivo, a far
cogliere l’incongruità concettuale, da cui nasce l’esigenza di
accomodare il proprio schema e quindi di cambiarlo.
L’esigenza di modificare i propri schemi di apprendimento
diventa motivazione intrinseca del soggetto.
Ciò che chiamiamo intelligenza è l’abilità in un medium
culturale. Ciò permette di dar conto di come i nuovi
media, richiedendo la selezione di nuova informazione,
favoriscono la padronanza di nuove abilità.
Olson
I media sono tutti quegli strumenti che hanno una
funzione comunicativa, sono tecnologie, non
necessariamente di tipo meccanico, per informare,
registrare, partecipare e distribuire simboli, di solito
consistenti in una utilizzazione sensoriale ristretta,
combinata con una certa strutturazione
dell’informazione.
Bruner - Olson
[dalle Indicazioni] In questa situazione di grande ricchezza formativa sono presenti, al
contempo, vecchie e nuove forme di emarginazione culturale e di analfabetismo. Queste si
intrecciano con analfabetismo di ritorno, che rischiano di impedire a molti l’esercizio di una
piena cittadinanza.
Bisognerebbe chiarire in partenza a quale “tipo” di analfabeta ci si
vuole riferire. Molti studiosi, pur mantenendo il termine, affermano
che esso risente del riferimento a condizioni storiche ormai mutate.
Per altri non si tratterebbe elusivamente di “eliminare” un termine
semanticamente obsoleto, ma di correggere una errata
impostazione del problema: non ci si ritroverebbe di fronte ad
individui che non posseggono codici (di lettura, scrittura…), ma
davanti a individui che sono incapaci di utilizzarli. Qualcuno ha
definito ciò analfabetismo di ritorno, altri preferiscono il termine
illetteratismo…
Per economia del discorso, stando solo all’uso che se ne fa nella
letteratura specializzata, potremmo riferirci a:
•analfabeti/analfabetismo - di fatto - (coloro che non posseggono
nessun titolo di studio e non sanno né leggere né scrivere);
•illetterati/illetteratismo (condizione di un individuo che pur
possedendo un minimo repertorio di lettura e scrittura, non è in
grado di utilizzare il linguaggio scritto per ricevere o per
formulare messaggi);
•analfabeti di ritorno (coloro che sono esposti a rischio alfabetico
verticale che comporta il regresso al titolo di studio inferiore
quando esso non sia stato esercitato convenientemente per
cinque anni);
•semianalfabeti (possessori della sola licenza elementare che
nella nostra società significa non avere la pur minima possibilità
di inclusione sociale, culturale).
•analfabeti funzionali (coloro che non sanno utilizzare le abilità
di base per poter esprimere il loro diritto di cittadinanza).
[dalle Indicazioni]
Dunque il “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la
complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con
un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media
e alla ricerca multidimensionale.
IL METODO MULTISENSORIALE In EDUCAZIONE PER UN NUOVO MONDO pag 65
L’insegnamento multisensoriale consiste nell’utilizzo simultaneo
della visione, dell’udito, e del tatto per migliorare la memoria e
l’apprendimento. Per l’apprendimento della lettura vengono
costantemente effettuati dei collegamenti tra visivo, uditivo e
cinestetico-tattile. quello che noi vediamo, quello che sentiamo e
quello che noi percepiamo attraverso la sensazione determinata dal
movimento muscolare durante l’attività motoria.
Il libro sparirà a causa della
comparsa di Internet?
Giriamo la domanda al semiologo Umberto Eco:
Con Internet siamo tornati all’era
alfabetica. Se mai avessimo pensato di
essere entrati nella civiltà delle
immagini, ecco che il computer ci ha
reintrodotti nella galassia Guthemberg
e tutti si trovano ormai costretti a
leggere. Per leggere, è necessario un
supporto. Questo supporto non può
essere il solo computer. Provate a
leggere un romanzo al computer e i
vostri occhi diventeranno delle palle da
tennis!
Delle due cose, l’una: o il libro resterà il supporto della
lettura o ci sarà qualcosa che rassomiglierà a ciò che il
libro non ha mai smesso di essere, anche prima
dell’invenzione della stampa.
Le variazioni intorno all’oggetto-
libro non ne hanno modificato la
funzione, né la sintassi, da più di
500 anni.
Jean-Claude CARRIERE NON SPERATE
Umberto ECO DI LIBERARVI
DEI LIBRI
[dalle Indicazioni]
… la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli
studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.
Autonomia QualitàPersonalizzazione…
Si tratta di leggere i bisogni di ciascuno e di
pensare ed operare per la crescita individuale.
Tutta l’architettura del sistema poggia su questo
concetto:
la Persona vs l’alunno indistinto; si pone enfasi
sull’essere umano piuttosto che sull’obiettivo da
raggiungere.
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impadronendosi della cultura della propria
specie e questo avviene in maniera
assolutamente originale.
Impadronirsi della cultura vuol dire imparare
ad essere uomini del proprio tempo, essere
attori che vivono la propria vita in relazione
produttiva con i propri simili.
L’intervento educativo deve tener conto
dell’unicità e dell’irripetibilità di ogni
individuo perdendo ogni possibile
tendenza all’omologazione e ricercando
sempre il “compito di sviluppo”
dell’allievo, cogliendolo tra i diversi
aspetti della Persona stessa.
?
Nei laboratori per favorire apprendimenti di tipo
significativo
Fondati sul learning by doing: imparare attraverso il
fare
In questo modo non si esclusivizza la competenza
gnoseologica
… Don Lorenzo Milani ci raccomanda di puntare ai saperi
essenziali e dar di più a chi ha avuto meno
A Marco Polo che sta
descrivendo un ponte, pietra per
pietra Kublai Khan chiede: “Ma
qual è la pietra che sostiene il
ponte?” “Il ponte” – risponde
Marco Polo, -“ non è sostenuto
da questa o quella pietra ma
dalla linea dell'arco che esse
formano“ (I. Calvino – Le città
invisibili) Perchè vogliamo un ponte…
Per andare oltre le stereotipie didattiche
Per cercare percorsi di apprendimento
significativi
Per favorire l’arricchimento di ogni alunno
Il cooperative learning può
rappresentare una risposta ai nuovi
bisogni educativi e di formazione,
aiutando a sviluppare le abilità
relazionali, a migliorare il clima di
classe/laboratorio e riconoscere il
gruppo come strumento di crescita.
Collaborare (labor-cum) vuol dire lavorare
insieme, il che implica una condivisione di
compiti, e una esplicita intenzione di
‘aggiungere valore', per creare qualcosa di
nuovo o differente attraverso un processo
collaborativo deliberato e strutturato, in
contrasto con un semplice scambio di
informazioni o esecuzione di istruzioni.
Una collaborazione di successo prevede un
qualche accordo su obiettivi e valori
comuni, il mettere insieme competenze
individuali a vantaggio del gruppo come
tutt'uno, l'autonomia di chi apprende e la
flessibilità nell'organizzazione di gruppo.
È fondamentale curare l’ambiente di
apprendimento.
• Il gruppo determina particolari situazioni
d’apprendimento grazie alla moltiplicazione degli
io che nell’interazione aumentano le esperienze
individuali e giungono alla liberazione catartica
della spontaneità il cui blocco, come intuì Jacob
Moreno, limita il potenziale creativo di ciascuno.
• Nel gruppo, però, ciascuno elabora le esperienze
comuni in maniera originale, con i personali mezzi
cognitivi e secondo le proprie esigenze e diventa
“terapeuta di sé stesso”.
Jacob Moreno
Jerom Bruner
• Un altro elemento che caratterizza il nostro
laboratorio ponte è il ricorso alla narrazione come
metodo per la costruzione del sé.
• Ciascuno, narrando i propri vissuti e alimentandosi
delle narrazioni altrui, costruisce la propria identità
Celestine Freinet
• Il laboratorio come luogo del rinforzo e della
memoria collettiva
• La documentazione dell’itinerario e la
predisposizione di materiale di sintesi murale,
accattivante e percettivamente stimolante, favorisce
l’apprendimento
“Quando gli adulti nella scuola si dedicano allo scopo
entusiasmante e arduo di promuovere il loro stesso
apprendimento e quello dei loro colleghi ... quando
prendono sul serio il loro apprendimento, lo
valorizzano e lo promuovono, gli studenti lo notano e
anch'essi vogliono apprendere. La sinergia che emerge
da gruppi di insegnanti che apprendono insieme e si
aiutano a vicenda costituisce una grande potenzialità
sia per migliorare i risultati degli studenti, sia per
creare un clima di cura e di attenzione nella comunità
scolastica. Il benessere della comunità è riflesso nel
modo in cui essa dà il benvenuto e alimenta le
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Life design. verso un nuovo esercizio di cittadinanza

  • 1. Ornella Castellano Life design. Verso un nuovo esercizio di cittadinanza 13 aprile 2013 Pensiero al nuovo umanesimo
  • 2. • Nuove Indicazioni • Key competences • Euoropa 2020 Vediamo cosa è cambiato [dalle Indicazioni] La diffusione della tecnologia della informazione e di comunicazione … •[dalle Indicazioni] In un tempo molto breve abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. Cosa ci deve interessare: Il compito Gli obiettivi Gli strumenti Le modalità
  • 3. il senso del nostro operare, la nostra mission: No child left behind poeticamente reso da Tullio De Mauro con Non uno di meno Creare percorsi di ricerca metodologico- didattici che permettano di migliorare il successo formativo di ogni alunno la sfida
  • 4. La cultura tradizionale italiana ha visto, dalla riforma gentiliana in poi, un predominio delle discipline umanistiche su quelle scientifiche; la concezione, storicamente consolidata, le considerava insostituibili e solo integrabili con saperi considerati tecnici, come se le menti, quelle delle classi dirigenti in particolare, potessero formarsi solo con lo studio del latino, del greco e della filosofia.
  • 5. Il retaggio gentiliano, diventato valore socialmente condiviso, ha aumentato il ritardo della scuola italiana rispetto all’evoluzione tecnologica, in quanto ha prodotto una sorta di stereotipo secondo il quale il vero sapere è quello dei nostri padri e dei nostri nonni. • Si avverte un nostalgico condizionamento che vorrebbe i nostri figli attori di una società di ieri Si vorrebbe che imparassero a leggere e a scrivere come noi e solo in seguito acquisissero la competenza informatica, come qualcosa di staccato, di extra. Da ciò si avverte la inadeguatezza di buona parte degli adulti rispetto ai nuovi saperi ed ai nuovi strumenti del sapere
  • 6. Ora …con un file di word… Caro amico ti scrivo… Poi…la biro!! Cunei e pietre Calamai e Penne d’oca
  • 7. La mente si costruisce con gli strumenti che manipola, ed ogni epoca è legata agli strumenti di cui dispone Con essi l’uomo si è via via liberato dal lavoro manuale per dedicarsi alla riflessione L’uomo di ogni tempo, adattandosi all’ambiente culturale in cui si trova, costruisce il proprio pensiero Oggi è necessario possedere la capacità di muoversi nell’ipertesto globale utilizzando i link e i collegamenti più veloci.
  • 8. Prendendo in considerazione i Processi cognitivi superiori si fa riferimento in primo luogo al concetto di Il bambino o inizia con un modello o si costruisce un modello per affrontare gli eventi ai quali è esposto. All’inizio anomalie lievi non vengono notate cosicchè il modello o schema si va articolando attraverso successivi contatti. Quando lo schema è consolidato, si rilevano con evidenza le anomalie. Si rompe allora il paradigma e un altro più adeguato lo sostituisce. Questo processo costruttivo si applica ad ogni tipo di conoscere o di cognizione, sia essa percettiva o concettuale. Olson 1970
  • 9. L’intervento mira a far accorgere il soggetto delle anomalie del modello utilizzato; mira a provocare il conflitto cognitivo, a far cogliere l’incongruità concettuale, da cui nasce l’esigenza di accomodare il proprio schema e quindi di cambiarlo. L’esigenza di modificare i propri schemi di apprendimento diventa motivazione intrinseca del soggetto.
  • 10. Ciò che chiamiamo intelligenza è l’abilità in un medium culturale. Ciò permette di dar conto di come i nuovi media, richiedendo la selezione di nuova informazione, favoriscono la padronanza di nuove abilità. Olson I media sono tutti quegli strumenti che hanno una funzione comunicativa, sono tecnologie, non necessariamente di tipo meccanico, per informare, registrare, partecipare e distribuire simboli, di solito consistenti in una utilizzazione sensoriale ristretta, combinata con una certa strutturazione dell’informazione. Bruner - Olson
  • 11. [dalle Indicazioni] In questa situazione di grande ricchezza formativa sono presenti, al contempo, vecchie e nuove forme di emarginazione culturale e di analfabetismo. Queste si intrecciano con analfabetismo di ritorno, che rischiano di impedire a molti l’esercizio di una piena cittadinanza. Bisognerebbe chiarire in partenza a quale “tipo” di analfabeta ci si vuole riferire. Molti studiosi, pur mantenendo il termine, affermano che esso risente del riferimento a condizioni storiche ormai mutate. Per altri non si tratterebbe elusivamente di “eliminare” un termine semanticamente obsoleto, ma di correggere una errata impostazione del problema: non ci si ritroverebbe di fronte ad individui che non posseggono codici (di lettura, scrittura…), ma davanti a individui che sono incapaci di utilizzarli. Qualcuno ha definito ciò analfabetismo di ritorno, altri preferiscono il termine illetteratismo…
  • 12. Per economia del discorso, stando solo all’uso che se ne fa nella letteratura specializzata, potremmo riferirci a: •analfabeti/analfabetismo - di fatto - (coloro che non posseggono nessun titolo di studio e non sanno né leggere né scrivere); •illetterati/illetteratismo (condizione di un individuo che pur possedendo un minimo repertorio di lettura e scrittura, non è in grado di utilizzare il linguaggio scritto per ricevere o per formulare messaggi); •analfabeti di ritorno (coloro che sono esposti a rischio alfabetico verticale che comporta il regresso al titolo di studio inferiore quando esso non sia stato esercitato convenientemente per cinque anni); •semianalfabeti (possessori della sola licenza elementare che nella nostra società significa non avere la pur minima possibilità di inclusione sociale, culturale). •analfabeti funzionali (coloro che non sanno utilizzare le abilità di base per poter esprimere il loro diritto di cittadinanza).
  • 13. [dalle Indicazioni] Dunque il “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multidimensionale. IL METODO MULTISENSORIALE In EDUCAZIONE PER UN NUOVO MONDO pag 65 L’insegnamento multisensoriale consiste nell’utilizzo simultaneo della visione, dell’udito, e del tatto per migliorare la memoria e l’apprendimento. Per l’apprendimento della lettura vengono costantemente effettuati dei collegamenti tra visivo, uditivo e cinestetico-tattile. quello che noi vediamo, quello che sentiamo e quello che noi percepiamo attraverso la sensazione determinata dal movimento muscolare durante l’attività motoria.
  • 14. Il libro sparirà a causa della comparsa di Internet? Giriamo la domanda al semiologo Umberto Eco: Con Internet siamo tornati all’era alfabetica. Se mai avessimo pensato di essere entrati nella civiltà delle immagini, ecco che il computer ci ha reintrodotti nella galassia Guthemberg e tutti si trovano ormai costretti a leggere. Per leggere, è necessario un supporto. Questo supporto non può essere il solo computer. Provate a leggere un romanzo al computer e i vostri occhi diventeranno delle palle da tennis!
  • 15. Delle due cose, l’una: o il libro resterà il supporto della lettura o ci sarà qualcosa che rassomiglierà a ciò che il libro non ha mai smesso di essere, anche prima dell’invenzione della stampa. Le variazioni intorno all’oggetto- libro non ne hanno modificato la funzione, né la sintassi, da più di 500 anni. Jean-Claude CARRIERE NON SPERATE Umberto ECO DI LIBERARVI DEI LIBRI
  • 16. [dalle Indicazioni] … la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno. Autonomia QualitàPersonalizzazione… Si tratta di leggere i bisogni di ciascuno e di pensare ed operare per la crescita individuale. Tutta l’architettura del sistema poggia su questo concetto: la Persona vs l’alunno indistinto; si pone enfasi sull’essere umano piuttosto che sull’obiettivo da raggiungere.
  • 17. L’essere umano cresce e si sviluppa impadronendosi della cultura della propria specie e questo avviene in maniera assolutamente originale. Impadronirsi della cultura vuol dire imparare ad essere uomini del proprio tempo, essere attori che vivono la propria vita in relazione produttiva con i propri simili.
  • 18. L’intervento educativo deve tener conto dell’unicità e dell’irripetibilità di ogni individuo perdendo ogni possibile tendenza all’omologazione e ricercando sempre il “compito di sviluppo” dell’allievo, cogliendolo tra i diversi aspetti della Persona stessa.
  • 19. ? Nei laboratori per favorire apprendimenti di tipo significativo Fondati sul learning by doing: imparare attraverso il fare In questo modo non si esclusivizza la competenza gnoseologica … Don Lorenzo Milani ci raccomanda di puntare ai saperi essenziali e dar di più a chi ha avuto meno
  • 20. A Marco Polo che sta descrivendo un ponte, pietra per pietra Kublai Khan chiede: “Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?” “Il ponte” – risponde Marco Polo, -“ non è sostenuto da questa o quella pietra ma dalla linea dell'arco che esse formano“ (I. Calvino – Le città invisibili) Perchè vogliamo un ponte… Per andare oltre le stereotipie didattiche Per cercare percorsi di apprendimento significativi Per favorire l’arricchimento di ogni alunno
  • 21. Il cooperative learning può rappresentare una risposta ai nuovi bisogni educativi e di formazione, aiutando a sviluppare le abilità relazionali, a migliorare il clima di classe/laboratorio e riconoscere il gruppo come strumento di crescita.
  • 22. Collaborare (labor-cum) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti, e una esplicita intenzione di ‘aggiungere valore', per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni.
  • 23. Una collaborazione di successo prevede un qualche accordo su obiettivi e valori comuni, il mettere insieme competenze individuali a vantaggio del gruppo come tutt'uno, l'autonomia di chi apprende e la flessibilità nell'organizzazione di gruppo. È fondamentale curare l’ambiente di apprendimento.
  • 24. • Il gruppo determina particolari situazioni d’apprendimento grazie alla moltiplicazione degli io che nell’interazione aumentano le esperienze individuali e giungono alla liberazione catartica della spontaneità il cui blocco, come intuì Jacob Moreno, limita il potenziale creativo di ciascuno. • Nel gruppo, però, ciascuno elabora le esperienze comuni in maniera originale, con i personali mezzi cognitivi e secondo le proprie esigenze e diventa “terapeuta di sé stesso”. Jacob Moreno
  • 25. Jerom Bruner • Un altro elemento che caratterizza il nostro laboratorio ponte è il ricorso alla narrazione come metodo per la costruzione del sé. • Ciascuno, narrando i propri vissuti e alimentandosi delle narrazioni altrui, costruisce la propria identità Celestine Freinet • Il laboratorio come luogo del rinforzo e della memoria collettiva • La documentazione dell’itinerario e la predisposizione di materiale di sintesi murale, accattivante e percettivamente stimolante, favorisce l’apprendimento
  • 26. “Quando gli adulti nella scuola si dedicano allo scopo entusiasmante e arduo di promuovere il loro stesso apprendimento e quello dei loro colleghi ... quando prendono sul serio il loro apprendimento, lo valorizzano e lo promuovono, gli studenti lo notano e anch'essi vogliono apprendere. La sinergia che emerge da gruppi di insegnanti che apprendono insieme e si aiutano a vicenda costituisce una grande potenzialità sia per migliorare i risultati degli studenti, sia per creare un clima di cura e di attenzione nella comunità scolastica. Il benessere della comunità è riflesso nel modo in cui essa dà il benvenuto e alimenta le espressioni delle sue diversità”. Tratto da: WALD P., CASTLEBERRY, Insegnanti che apprendono. Costruire una comunità professionale che apprende, LAS, 2010) Va pensiero!