"La Vigilanza BCE alle banche: accelerare la vendita di Npl" da Il Sole 24 Or...Roberta De Matteo
Intervista ad Ignazio Angeloni, membro dell'Executive Board della European Central Bank, keynote speaker del convegno organizzato da Adam Smith Society il 16 maggio 2017
"La Vigilanza BCE alle banche: accelerare la vendita di Npl" da Il Sole 24 Or...Roberta De Matteo
Intervista ad Ignazio Angeloni, membro dell'Executive Board della European Central Bank, keynote speaker del convegno organizzato da Adam Smith Society il 16 maggio 2017
Nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria, Bankitalia ha previsto che la ripresa del mercato immobiliare continuerà anche nei prossimi mesi grazie al rialzo dei prezzi delle case, un aumento delle compravendite e una diminuzione dei costi di acquisto di una casa.
Nel rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia si analizza anche la situazione attuale e le prospettive future del mercato immobiliare in Italia
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
In un momento in cui tante imprese italiane devono far fronte al problema dei ritardi di pagamento, ci sembra doveroso mettere a disposizione una guida in cui spieghiamo come determinare il tasso di interesse e come calcolare gli interessi di mora per mancato rispetto della scadenza dei termini di pagamento. La guida è accompagnata da un file Excel che inserendo poche semplici informazioni consente di calcolare l'ammontare degli interessi per il periodo e alle condizioni indicate.
Per scaricare il file di esempio copia il link seguente e incollalo sulla barra di ricerca: http://tinyurl.com/ooy5m88
Per essere sempre aggiornato sugli ultimi caricamenti seguici su twitter, pinterest e google+ @suiteufficio o visita il sito www.suiteufficio.it
Presentazione di Giorgia Giovannetti, Università di Firenze & EUI, in occasione dell'incontro con il min. Padoan "L’Italia e il governo dell’economia europea"
Roma, 17/03/2016
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
L’evoluzione Dei Processi Di Monitoraggio In Ambito “Loan, Origination And Mo...IPE Business School
Il presente lavoro svolto con Avantage Reply, sviluppa un’analisi basata sulle nuove linee guida dell’EBA, Loan, Origination and Monitoring. L’elaborato si articola in tre fasi. La prima coincide con la rassegna della normativa regolamentare al fine di identificare le principali leve di intervento ed il patrimonio informativo necessario. Nella seconda fase, si procede con l’individuazione dei principali KPI e metriche utili per valutare dei segnali di deterioramento del portafoglio creditizio. Nella fase finale sono illustrate le assumption e i risultati di un modello forward looking basato sull’individuazione e l’applicazione di scenari di stress anche alla luce del contesto post emergenza Covid-19. Ne emerge che sottoponendo a stress le metriche individuate su controparti “consumatori e PMI”, si assiste ad un peggioramento delle condizioni del merito creditizio delle stesse.
Nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria, Bankitalia ha previsto che la ripresa del mercato immobiliare continuerà anche nei prossimi mesi grazie al rialzo dei prezzi delle case, un aumento delle compravendite e una diminuzione dei costi di acquisto di una casa.
Nel rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia si analizza anche la situazione attuale e le prospettive future del mercato immobiliare in Italia
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
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In un momento in cui tante imprese italiane devono far fronte al problema dei ritardi di pagamento, ci sembra doveroso mettere a disposizione una guida in cui spieghiamo come determinare il tasso di interesse e come calcolare gli interessi di mora per mancato rispetto della scadenza dei termini di pagamento. La guida è accompagnata da un file Excel che inserendo poche semplici informazioni consente di calcolare l'ammontare degli interessi per il periodo e alle condizioni indicate.
Per scaricare il file di esempio copia il link seguente e incollalo sulla barra di ricerca: http://tinyurl.com/ooy5m88
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Presentazione di Giorgia Giovannetti, Università di Firenze & EUI, in occasione dell'incontro con il min. Padoan "L’Italia e il governo dell’economia europea"
Roma, 17/03/2016
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
L’evoluzione Dei Processi Di Monitoraggio In Ambito “Loan, Origination And Mo...IPE Business School
Il presente lavoro svolto con Avantage Reply, sviluppa un’analisi basata sulle nuove linee guida dell’EBA, Loan, Origination and Monitoring. L’elaborato si articola in tre fasi. La prima coincide con la rassegna della normativa regolamentare al fine di identificare le principali leve di intervento ed il patrimonio informativo necessario. Nella seconda fase, si procede con l’individuazione dei principali KPI e metriche utili per valutare dei segnali di deterioramento del portafoglio creditizio. Nella fase finale sono illustrate le assumption e i risultati di un modello forward looking basato sull’individuazione e l’applicazione di scenari di stress anche alla luce del contesto post emergenza Covid-19. Ne emerge che sottoponendo a stress le metriche individuate su controparti “consumatori e PMI”, si assiste ad un peggioramento delle condizioni del merito creditizio delle stesse.
Surroga del mutuo
Conviene cambiare banca e mutuo? Quanto costa la surroga del mutuo?
La surroga vale per i mutui prima casa, seconda casa e per quelli relativi a ristrutturazione.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
Mario Draghi ha annunciato giovedì scorso, l’ennesimo ed ormai ultimo taglio dei tassi ufficiali d’interesse, nonché un nuovo e consistente aumento delle dimensioni del bilancio della BCE, attraverso l’acquisto di strumenti finanziari emessi dal settore privato dell’economia. Non delude quindi le attese e conferma così ai mercati che davanti ai dati macro deludenti e preoccupanti si concretizzano provvedimenti monetari espansivi.
«Crisi bancarie, la grande incertezza: un bilancio della riforma europea».
Articolo per «Econopoly», blog de «Il Sole 24ORE», 3 maggio 2019 (con Giulia Scardozzi)
Link originale: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/05/03/crisi-bancarie-bilancio-riforma-europea/
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
A dicembre ha prevalso l’incertezza sui mercati finanziari globali. Un’incertezza alimentata so- prattutto dalla caduta del prezzo del petrolio. La discesa dell’oro nero, iniziata a fine estate, si è intensificata dopo la riunione di novembre dell’Opec nella quale è stato deciso di mante- nere invariati gli attuali livelli di produzione. E così il greggio ha continuato a perdere terreno, salvo qualche breve sosta, fino a toccare i mini- mi a oltre cinque anni. Uno scenario appesantito dalle tensioni in Russia con il rublo che è crolla- to ai minimi storici. Mosca paga principalmente proprio la caduta dei prezzi del petrolio che ha acuito i timori di una recessione nel 2015. Nel frattempo in Europa si attende con rinnovato in- teresse la prossima riunione della Bce (22 gen- naio). Dal 2015 la Bce terrà, infatti, i suoi meeting ogni sei settimane e non più a inizio mese. A gen- naio potrebbero arrivare indicazioni più puntuali sulle nuove possibili misure non convenzionali da attuare per contrastare il rischio deflazione.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
Sono una minoranza (il 38%) gli Italiani disposti a sacrificarsi per sostenere il rilancio del Paese. I sacrifici più duri da accettare sarebbero quelli relativi al welfare, all’aumento dell’età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di contratto, che di salario. In generale, viene preferita una riduzione di tasse su imprese e lavoro a fronte di un aumento di quelle su consumi e ricchezza patrimoniale. E anche l’ipotesi dell’Iva al 25% risulta più digeribile, sempre a patto che l’imposizione fiscale sul lavoro e sulle attività produttive venga mitigata. Quanto al grado di fiducia, il suo livello resta stabile: a ottobre si è attestato a 3,45 punti, contro i 3,54 del mese precedente. Sul tema del risparmio, negli ultimi 30 giorni si registra un calo della propensione, con il 14,2% degli Italiani che si dice pronto ad aumentare la quota di risorse messe da parte, contro il 15,5 di settembre.
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
Settore auto: un andamento a più velocità
Il settore automotiv e a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52.
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
E’ l’immigrazione la grande preoccupazione delle famiglie Italiane. Una su due, la ritiene la criticità più rilevante: le notizie che da mesi arrivano dal Canale di Sicilia angosciano in profondità il Paese, per i loro drammatici risvolti umanitari. Sul fronte interno, il 44% degli Italiani nei prossimi 12 mesi si aspetta che vengano approvate le riforme di cui tanto si è discusso: da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione; da quella della giustizia a quella della scuola. Per quanto riguarda il grado di fiducia, il dato resta stabile sui valori dei mesi precedenti: 3,54 punti, contro i 3,53 di agosto e i 3,55 di luglio.
Risale la propensione al risparmio: il 15,5 degli italiani lo aumenterà nei prossimi 12 mesi. A settembre, si era impegnato in questa direzione il 13,1.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Tempo di riforme
I nuovi dati innalzano intorno al 44 per cento il valore raggiunto in Italia dal tasso disoccupazione giovanile. Oltre al problema della disoccupazione, le difficoltà del mercato giovanile del lavor o sono riscontrabili nella consistente riduzione tra gli occupati di età inferiore ai 35 anni dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
I migranti e la crisi economica
Le tensioni geo-politiche ai confini dell’Europa e il protrarsi della debolezza del ciclo economico in molti paesi dell’area hanno contribuito a modificare i flussi migratori interni e internazionali sia in termini di numerosità sia nella scelta dei paesi di destinazione. L’allargamento a est dei paesi aderenti all’Unione e il perdurare di elevati tassi di disoccupazione in molte economie della zona euro hanno favorito la dinamica delle migrazioni interne, con una polarizzazione verso la Germania che nel 2013 è divenuto il primo paese di destinazione in Europa e il secondo tra le economie sviluppate dopo gli Stati Uniti.
Negli ultimi anni una serie di fenomeni economici e politici hanno portato molti a ritenere che l’ordine economico mondiale disegnato a partire da Bretton Woods sia ormai da rivedere. L’idea è che il concetto stesso di libero scambio, che del vecchio ordine rappresentava uno dei pilastri portanti, sia destinato nel prossimo futuro ad avere un ruolo progressivamente meno centrale nello stimolare la crescita mondiale.
Le famiglie italiane spenderanno in media 710 € per l’istruzione dei figli, circa 10 € in più rispetto allo scorso anno. E il 5% di queste dovrà ricorrere a un prestito per farvi fronte.
Il risparmio gestito nel corso del 2014 ha continuato ad evidenziare una dinamica di sviluppo molto positiva. Il patrimonio a luglio ha toccato un nuovo massimo pari a 1.480 mld di euro, un valore dell’11% superiore a quello di dicembre 2013. Nei primi sette mesi del 2014 la raccolta netta ha raggiunto i 75,7 miliardi, un valore superiore a quello relativo all'intero 2013 (62 mld di euro) che già costituiva il miglior risultato dal 1999. Nel 2014 sono stati i fondi comuni a trainare la raccolta del risparmio gestito.
In controtendenza rispetto al calo di oltre venti punti percentuali segnato dal totale della
manifattura, la produzione italiana di birra supera oggi di tre punti percentuali i
volumi ante-crisi. Allo stesso modo, le esportazioni italiane di birra sono oggi oltre il
doppio di quelle di sette anni fa. Pur avendo un peso assai limitato sull’economia
nazionale, la performance del comparto brassicolo italiano offre spunti interessanti di
riflessione sulle leve per svilupparsi anche in tempi di crisi: innovazione, investimenti,
domanda interna.
1. Banca Nazionale del Lavoro
Gruppo BNP Paribas
Via Vittorio Veneto 119
00187 Roma
Autorizzazione del Tribunale
di Roma n. 159/2002
del 9/4/2002
Le opinioni espresse
non impegnano la
responsabilità
della banca.
Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee
con operazioni Ltro
(mld di euro)
350
300
300
255
250
200
150
172
113
101
100
69 61
55
50
61
26
72
50
23
40
58
26
0
Spagna
Italia
Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio
Prestiti Ltro
Altri
Rimborsi Ltro
Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali.
03
28 gennaio
2014
Direttore responsabile:
Giovanni Ajassa
tel. 0647028414
giovanni.ajassa@bnlmail.com
Tra le misure straordinarie adottate dalla Bce durante la crisi finanziaria, le due
operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) di dicembre 2011 e
marzo 2012 sono quelle ad aver avuto maggiori effetti sulla liquidità. Il sistema
bancario europeo ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello
massimo di 850 mld di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla
dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine. A partire da inizio 2013 la
liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Molte
banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro
a tre anni. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte
dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%, in Spagna (38%),
Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.
Alcuni studi hanno stimato come dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle
misure messe in campo dalla Bce durante la crisi abbia fornito, principalmente
attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un
effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 20122013, evitando una riduzione dei finanziamenti e una flessione del Pil ancora più
accentuate.
2. 28 gennaio 2014
La Bce e gli interventi a sostegno della liquidità
S. Ambrosetti 06-47028055 – stefano.ambrosetti@bnlmail.com
L’avvio della prima crisi finanziaria e le tensioni sui debiti sovrani hanno
richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie per garantire al
sistema bancario liquidità sufficiente per il finanziamento dell’economia.
Nell’ultimo biennio i maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono
stati prodotti da due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine
(Ltro) entrambe con scadenza a tre anni. Dopo tali operazioni la liquidità del
sistema bancario europeo è divenuta particolarmente abbondante. Il sistema ha
registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850
miliardi di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei
tassi del mercato monetario a breve termine.
A partire da inizio 2013 molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso
anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni e la liquidità in eccesso del
sistema bancario è andata progressivamente calando. Tra dicembre 2012 e
novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, in
calo di oltre 450 mld di euro.
La distribuzione geografica delle banche che a fine 2013 hanno restituito
anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità. In Germania,
Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e
Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%; in Spagna (38%), Italia (22%) e
Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.
Secondo alcuni studi l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali
sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle
singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né
verso l’economia reale. Una recente analisi evidenzia come questo fenomeno
non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Nel periodo 2007-2011 le banche
italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale
sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato
interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie.
Alcuni studi hanno stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme
delle misure messe in campo dalla Bce abbia fornito, principalmente attraverso il
canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto
cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013,
evitando una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
La politica monetaria in condizioni neutrali di liquidità
I meccanismi di funzionamento della politica monetaria prima della crisi finanziaria del
2008 erano fondati sulla determinazione da parte dell’Eurosistema (costituito dalla
Banca centrale europea e dalle Banche centrali nazionali) di un’offerta complessiva di
liquidità determinata dal fabbisogno aggregato di liquidità del settore bancario. Il
fabbisogno di liquidità era determinato dalla necessità delle banche di assolvere
all’obbligo di riserva presso la Banca centrale e dai cosiddetti fattori autonomi, quali ad
esempio il fabbisogno di circolante da parte del pubblico e quello derivante dalle
movimentazioni dei conti delle Pubbliche amministrazioni. Grazie alle previsioni che le
banche centrali nazionali (Bcn) elaborano quotidianamente su tali fattori, la Bce può
commisurare l’entità del finanziamento all’effettivo fabbisogno del sistema.
2
3. 28 gennaio 2014
L’aggregato di riferimento era relativo al fabbisogno complessivo di liquidità del
mercato e non a quello relativo alle singole banche. L’importo fissato veniva poi
aggiudicato settimanalmente mediante le c.d. “operazioni di rifinanziamento principale”,
ossia mediante un’asta a tasso variabile con un tasso minimo di offerta determinato dal
Consiglio direttivo della Bce.
Attraverso questo meccanismo la Bce è stata in grado di manovrare i tassi del mercato
monetario a breve termine grazie a una redistribuzione dei fondi tra le banche con
liquidità in eccesso verso quelle con carenza di liquidità. La possibilità di accedere
facillmente al credito privato non incentivava le banche a mantenere riserve in eccesso
dal momento che il tasso di remunerazione risultava inferiore a quello di mercato.
Questo meccanismo consentiva, a livello di sistema, di mantenere la liquidità in
eccesso su livelli molto contenuti.
La Bce e la gestione della liquidità durante la crisi
L’avvio della prima crisi finanziaria del 2008 e le tensioni sui debiti sovrani hanno
richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie. Nel 2008 all’indomani
del fallimento di Lehman Brothers, la Bce, oltre ad intervenire sul tasso di riferimento
con una serie di tagli (per complessivi 325 pb tra ottobre 2008 e maggio 2009), ha
messo in atto una politica di supporto al credito attraverso l’utilizzo di un mix di
strumenti non convenzionali.
Una delle misure adottata ad ottobre del 2008 riguardò l’erogazione di liquidità a tasso
fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti e durata variabile da una
settimana a un anno. Il meccanismo ha riguardato quindi anche le cosiddette
operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Ltro). Di fatto, con questo
provvedimento, la Bce ha reso disponibile alle banche una liquidità illimitata, vincolata
solo alla disponibilità di un collaterale per accedere al finanziamento. L’obiettivo era
quello di mantenere sufficiente liquidità nel sistema bancario per supportare il credito a
imprese e famiglie a fronte delle difficoltà registrate sul mercato interbancario. Inoltre,
considerando che le banche potevano avere accesso ai finanziamenti della Bce solo
se in possesso di un collaterale adeguato la Bce ha lanciato un programma di
ampliamento della lista di strumenti da poter fornire a garanzia.
A livello di sistema il nuovo meccanismo d’asta ha generato liquidità in eccesso poiché
la domanda di rifinanziamento da parte delle banche è stata superiore al fabbisogno
aggregato di fondi derivante dagli obblighi di riserva e dai fattori autonomi di liquidità.
Le banche, nel timore di non poter accedere al mercato monetario a costi sostenibili,
hanno pertanto aumentato la domanda di liquidità anche a scopo precauzionale.
Le operazioni Ltro con opzione di rimborso e gli effetti sulla liquidità e sui tassi
I maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due Ltro
addizionali, entrambe con scadenza a tre anni che la Bce ha regolato il 22 dicembre
del 2011 e l’1 marzo del 2012. Per rendere più attrattive tali operazioni, è stata data
alle controparti l’opzione di rimborsare su base settimanale, in tutto o in parte, gli
importi ottenuti dall’Eurosistema a partire da un anno circa dalla data dell’operazione.
Le difficili condizioni di raccolta prevalenti sul mercato in quel momento, il tasso di
interesse vantaggioso rispetto ai tassi di mercato e l’opzione di rimborso anticipato
hanno generato una domanda significativa per entrambe le Ltro. La prima operazione
ha visto la partecipazione di 523 controparti, per un ammontare di circa 490 miliardi di
euro. La seconda operazione è stata ancora più ingente, con 800 controparti e un
volume di circa 530 miliardi di euro. Nel complesso, le aggiudicazioni nelle due
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4. 28 gennaio 2014
operazioni hanno dato luogo a un incremento netto dell’offerta di liquidità da parte
dell’Eurosistema di circa 480 miliardi di euro.
Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è diventata
particolarmente abbondante. A inizio marzo 2012 la liquidità in eccesso (definita come
le giacenze dei depositi overnight presso l’Eurosistema, più le giacenze del conto di
riserva eccedenti l’obbligo di riserva) ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di
euro.
Area dell’euro: requisito di riserva bancaria
obbligatoria e riserva effettiva
(miliardi di euro)
600
500
400
300
200
100
Riserva effettiva
set-13
gen-14
mag-13
set-12
gen-13
mag-12
set-11
gen-12
set-10
mag-11
Riserva obbligatoria
gen-11
mag-10
set-09
gen-10
mag-09
set-08
gen-09
gen-08
mag-08
0
Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Bce
La maggiore o minore liquidità produce effetti sui tassi di interesse del mercato
monetario. In presenza di liquidità in eccesso aumenta la probabilità che una singola
banca a fine giornata debba ricorrere ai depositi presso la banca centrale, inducendo
un calo dei tassi del mercato monetario a breve termine. Di fatto la liquidità in eccesso
ha spinto i tassi di interesse medi del mercato monetario a breve termine su un livello
di poco superiore al tasso sui depositi presso la banca centrale e quindi al di sotto del
tasso di interesse applicato sulle operazioni di rifinanziamento principale.
A partire da inizio 2013, tuttavia, la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata
progressivamente calando. Molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso
anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni. Tra dicembre 2012 e novembre
2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, registrando un calo
di oltre 450 mld di euro di cui circa 380 provenienti dai rimborsi delle Ltro a tre anni e
oltre 50 mld di euro dalla dinamica dei fattori autonomi di liquidità.
A gennaio 2014 la liquidità detenuta dalle banche presso l’Eurosistema in eccesso
rispetto all’obbligo di riserva si è ulteriormente ridotta, pur mantenendosi ancora
abbondante (155 miliardi). Alla fine di dicembre 2013 il totale dei rimborsi ammontava a
446 miliardi, pari a circa il 44 per cento dei finanziamenti forniti mediante queste due
operazioni.
La distribuzione geografica delle banche che hanno restituito anticipatamente i prestiti
Ltro denota una certa disomogeneità: le banche tedesche hanno rimborsato 61 dei 69
mld presi in prestito (88% del totale) e anche in Olanda e Austria le banche hanno
rimborsato la gran parte dei fondi; in altri paesi come Francia e Belgio i rimborsi
superano il 50%, mentre nei paesi cosiddetti periferici le quote rimborsate sono state
molto inferiori. A fine 2013 le banche italiane hanno rimborsato poco più del 20% (55
4
5. 28 gennaio 2014
dei 255 mld di euro) dei fondi ottenuti nelle due Ltro, quelle spagnole circa il 38% dei
300 mld presi in prestito, quelle portoghesi meno del 15%. Nel complesso Italia,
Spagna, Portogallo e Irlanda detengono oltre l’80% dei fondi ancora da restituire.
Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee
con operazioni Ltro
(mld di euro)
350
300
300
255
250
200
150
172
113
101
100
69 61
55
50
61
26
72
50
23
40
58
26
0
Spagna
Italia
Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio
Prestiti Ltro
Altri
Rimborsi Ltro
Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali.
Un’analisi condotta dalla Bce sui bilanci di 393 banche ha evidenziato come la
maggioranza delle banche che avevano rimborsato (in tutto o in parte) i fondi ricevuti
ha indicato come principali motivi di rimborso la disponibilità di finanziamenti di mercato
a condizioni concorrenziali e la minore necessità di riserve di liquidità.
In media, dalla conduzione della seconda Ltro a tre anni nel febbraio 2012, le banche
che hanno effettuato rimborsi hanno beneficiato di un afflusso molto maggiore di
depositi rispetto a quelle che non ne hanno effettuati, e che invece hanno subito, in
media, un deflusso di depositi da parte del settore non finanziario.
La migliorata raccolta di depositi, di conseguenza, sembra essere stata un importante
fattore all’origine delle decisioni di rimborso. L’afflusso di depositi registrato dal marzo
2012 dalle banche che hanno effettuato rimborsi è stato di circa 150 miliardi di euro, un
ammontare considerevole rispetto al rimborso aggregato di 380 miliardi di euro.
Le banche che non hanno rimborsato fondi hanno dichiarato invece che la loro
decisione era motivata dall’accesso ai finanziamenti presso l’Eurosistema a condizioni
convenienti in termini di prezzo o dalla volontà di mantenere riserve di liquidità.
I rimborsi, quindi, riflettono in ampia misura il miglioramento delle condizioni del
mercato finanziario. La raccolta di depositi a condizioni più favorevoli rispetto a prima e
un più agevole accesso al mercato obbligazionario hanno rappresentato un’importante
determinante delle decisioni di rimborso anticipato da parte delle banche nell’area
dell’euro. Resta comunque aperto l’accesso delle banche a quantitativi illimitati di
liquidità per effetto del mantenimento della procedura d’asta a tasso fisso e piena
aggiudicazione degli importi richiesti. Il presidente della Bce Mario Draghi ha
sottolineato che questo meccanismo rimarrà in essere “fino a quando sarà necessario”
e quantomeno fino al luglio 2015, come stabilito dalla decisione presa dalla Bce il 7
novembre 2013.
5
6. 28 gennaio 2014
La recente dinamica dei tassi monetari
La Bce regola l’offerta di liquidità bancaria mediante le operazioni di mercato aperto
con l’obiettivo di stabilizzare i tassi di mercato a breve termine. Prima della crisi
finanziaria, in condizioni bilanciate di liquidità, l’indice Eonia (euro overnight index
average) 1 risultava stabilmente in linea con il tasso di riferimento deciso dal Consiglio
direttivo della Bce. Gli effetti delle manovre non convenzionali e la liquidità sul mercato
hanno portato l’Eonia stabilmente al di sotto del tasso di riferimento.
A fine 2013 si è registrato nell’Area euro un aumento della volatilità e dei livelli dei tassi
di interesse del mercato monetario in un contesto caratterizzato da una maggiore
domanda di riserve di liquidità a scopo precauzionale dovuto all’avvicinarsi della fine
dell’anno. I valori registrati dall’Eonia e la volatilità delle quotazioni, a fine 2013 sono
aumentati per effetto della domanda precauzionale di riserve di liquidità per far fronte
alle scadenze di fine anno. I valori nel mese di dicembre sono stati compresi tra lo 0,14
e lo 0,22 per cento a fronte di una media relativa all’intero 2013 pari a 0,9. Il 31
dicembre 2013 l’Eonia ha segnato un brusco rialzo, raggiungendo lo 0,45 per cento,
per poi tornare su livelli compresi tra lo 0,10 e lo 0,15 per cento agli inizi di gennaio
2014.
Eurozona: tassi del mercato monetario
(val%)
6
5
4
3
2
1
Eonia
Euribor 3m
set-13
gen-14
mag-13
set-12
gen-13
mag-12
set-11
gen-12
mag-11
set-10
gen-11
mag-10
set-09
gen-10
mag-09
set-08
gen-09
mag-08
set-07
gen-08
gen-07
mag-07
0
Tasso di riferimento
Fonte: Thomson Reuters
Parallelamente, lo scorso dicembre anche i tassi di interesse del mercato monetario sui
depositi privi di garanzia sono aumentati per poi ridiscendere dopo la fine dell’anno.
Con l’inizio del nuovo anno, tuttavia, le pressioni sui tassi del mercato monetario si
sono attenuate, con la riduzione della domanda di liquidità. A inizio gennaio 2014 i
tassi Euribor nelle scadenze comprese tra uno e dodici mesi quotavano tra 0,20 e
0,55%, mantenendosi alcuni punti base sopra il livello registrato un mese prima.
A metà gennaio 2014 l’Eonia e l’Euribor (il tasso sui prestiti interbancari a tre mesi
senza garanzia) erano pari a 0,15 e a 0,28 per cento rispettivamente, da 0,08 e 0,22
alla fine di settembre.
1
L’indice Eonia è pari alla media ponderata dei tassi di interesse sui depositi interbancari a un giorno
praticati dai principali operatori dell’area.
6
7. 28 gennaio 2014
Liquidità e credito durante la crisi in Italia
Alcuni studi 2 sugli effetti degli interventi della Bce a favore della liquidità hanno
ipotizzato in periodi di crisi un effetto di accaparramento della liquidità da parte delle
banche. Secondo questa ipotesi, l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali
sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle singole
banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia
reale. Una recente analisi 3 evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato
riscontro nel sistema italiano. Il lavoro indaga congiuntamente i due principali mercati
all’ingrosso della liquidità, le operazioni di rifinanziamento della banca centrale
(mercato primario) e il mercato interbancario (mercato secondario della liquidità) dove
la liquidità ottenuta nel mercato primario viene ridistribuita tra le banche. I dati
evidenziano come la liquidità immessa dalla banca centrale non sia rimasta
improduttiva, ma sia stata canalizzata all’economia attraverso il sistema bancario.
L’analisi empirica evidenzia come nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno
fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più
hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più
credito a imprese e famiglie. I risultati sembrano dunque contraddire l'ipotesi di
accaparramento della liquidità dimostrando l’efficacia delle misure di politica monetaria
adottate durante la crisi.
L’effetto delle misure non convenzionali della Bce sull’economia italiana
Un recente studio delle Banca d’Italia 4 ha stimato l'impatto sull'economia italiana delle
principali misure di politica monetaria non convenzionali adottate dalla Bce nel biennio
2011-2012. L’analisi prende in esame gli effetti delle misure non convenzionali adottate
dalla Bce a seguito dell’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani, in particolare: a) la
riattivazione del Securities Market Programme (Smp), esteso ai titoli governativi italiani
e spagnoli; b) l’offerta di prestiti a tre anni alle banche attraverso le due operazioni di
rifinanziamento a lungo termine (Ltro) operate a dicembre 2011 e febbraio 2012; c)
l’annuncio a settembre 2013 delle Outright Monetary Transactions (Omt).
L’Smp è stato introdotto dalla Bce con l’intento di ridurre la volatilità dei rendimenti
assicurando liquidità e spessore ai segmenti del mercato dei titoli sovrani caratterizzati
da disfunzioni rispetto alle condizioni di normalità. Le Ltro, come evidenziato in
precedenza, miravano invece a migliorare le condizioni di liquidità delle banche in
modo da ridurre il rischio di una restrizione del credito all’economia. La finalità delle
Omt è invece quella di impedire che forti tensioni sui mercati del debito sovrano
possano portare a innalzamenti eccessivi dei tassi di interesse, che porterebbero ad un
inasprimento delle condizioni di finanziamento di banche e imprese e di conseguenza a
un’accentuazione della fase recessiva del ciclo economico di un paese.
Le Omt consistono nell’acquisto diretto da parte della Bce di titoli di stato a breve
termine (con scadenza compresa tra uno e tre anni) senza limiti ex ante all’ammontare
complessivo degli interventi ed emessi da paesi in difficoltà macroeconomica grave. Il
presupposto è che il paese abbia avviato un programma di aiuto finanziario o un
2
Cfr . Edlin A.S., Jaffee D.M.(2009): “Show me the money”, The Economist Voice, Berkeley Electronic
Press 6(4). Brunetti C., Di Filippo, M, Harris JH (2011): “Effects of Central Bank Intervention on the
Interbank Market During the Subprime Crisis”, Review of Financial Studies, 24-6.
3
Affinito M. (2013): “Central bank refinancing, interbank markets and the hypothesis of liquidity hoarding:
evidence from a euro-area banking system”, Banca d’Italia, Temi di discussione, n. 928.
4
Casiraghi M., Gaiotti E., Rodano L. Secchi A. (2013): “The impact of unconventional monetary policy on
the Italian economy during the sovereign debt crisis”. Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza.
7
8. 28 gennaio 2014
programma precauzionale con il Meccanismo Europeo di Stabilità o con la Struttura
Europea per la Stabilità Finanziaria.
Con riferimento all’Italia le misure non convenzionali introdotte dalla Bce hanno avuto
come effetti: a) l’acquisto da parte della Bce di un ammontare pari a circa 100 mld di
euro di titoli pubblici nell’ambito del programma Smp; b) un ammontare totale di 255
mld di euro presi a prestito dalle banche italiane con le operazioni Ltro.
Nessun paese dell’eurozona ha invece fatto ricorso alle Omt. I mercati, tuttavia, hanno
reagito positivamente registrando il segnale di policy che la Bce ha voluto inviare
predisponendo questo strumento nel caso i cui uno dei paesi membri si dovesse
trovare a fronteggiare un andamento economico particolarmente avverso.
Le stime effettuate dallo studio della Banca d’Italia consentono di verificare il grado di
coerenza tra gli obiettivi delle azioni e gli effetti conseguiti. In particolare i dati hanno
evidenziato come l’Smp abbia avuto successo nel contrastare l’incremento dei
rendimenti dei titoli, portando a una riduzione di due punti base per ogni miliardo di
euro di acquisti effettuati dalla Bce.
Le Ltro hanno avuto un impatto positivo sull'offerta di credito e sui mercati monetari,
contribuendo a ridurre gli spread del mercato monetario e a rivitalizzare il canale di
finanziamento interbancario. Nonostante la flessione nella dinamica dei prestiti, le
evidenze empiriche segnalano che le operazioni Ltro hanno contribuito a rendere tale
flessione meno accentuata.
L’annuncio delle Omt effettuato dal Presidente della Bce Mario Draghi i 26 luglio 2013
è stato seguito da una immediata flessione dello spread dei titoli decennali rispetto al
Bund tedesco, flessione che si è consolidata nei mesi di agosto e settembre in
concomitanza con gli annunci del Consiglio direttivo della Bce in merito a questa
tipologia di interventi.
Nel complesso è stato stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle
misure messe in campo dalla Bce ha fornito principalmente attraverso il canale del
credito, un forte sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita
del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013. Le misure, pur non avendo
evitato all'economia italiana di entrare in recessione, hanno tuttavia evitato una
riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
8
9. 28 gennaio 2014
Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori
Indice Itraxx Eu Financial
Indice Vix
400
60
350
300
50
250
40
200
30
150
100
20
Index Itraxx EU Financial Sector
50
gen-14
set-13
nov-13
lug-13
mag-13
gen-13
mar-13
set-12
nov-12
lug-12
mag-12
gen-12
mar-12
set-11
nov-11
lug-11
mag-11
gen-11
0
mar-11
gen-14
set-13
nov-13
lug-13
mag-13
gen-13
mar-13
set-12
nov-12
lug-12
mag-12
gen-12
mar-12
set-11
nov-11
lug-11
mag-11
gen-11
10
mar-11
0
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: Thomson Reuters
I premi al rischio passano da 84 a 101 pb.
L’indice Vix nell’ultima settimana sale a
quota 18.
Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent
Prezzo dell’oro
(Usd per barile)
(Usd l’oncia)
2.000
130
1,5
1.900
125
1,45
1.800
1,4
1.700
nov-13
gen-14
set-13
lug-13
mar-13
mag-13
dic-13
nov-12
lug-13
gen-13
feb-13
set-12
set-12
lug-12
apr-12
1.200
mar-12
nov-11
1,15
1.300
mag-12
giu-11
1,2
Cambio euro/dollaro sc.ds.
nov-11
90
gen-11
Brent scala sin.(in Usd)
gen-12
95
1.400
set-11
1,25
100
1.500
lug-11
1,3
105
1.600
mar-11
1,35
110
mag-11
115
gen-11
120
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: Thomson Reuters
Il tasso di cambio €/$ a 1,37. Il petrolio di qualità
Brent quota $108 al barile.
Il prezzo dell’oro rimane sotto i 1.300 dollari
l’oncia.
9
10. 28 gennaio 2014
Borsa italiana: indice Ftse Mib
Tassi dei benchmark decennali:
differenziale con la Germania
(punti base)
24.000
1.400
22.000
1.200
1.000
20.000
800
18.000
600
400
16.000
14.000
12.000
gen-11
0
giu-11
nov-11
apr-12
set-12
feb-13
lug-13
gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
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ago-11
set-11
ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
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ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
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mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
200
Italia
dic-13
Spagna
Irlanda
Portogallo
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati
Thomson Reuters
Il Ftse Mib sale oltre quota 19.000.
I differenziali con il Bund sono pari a 362 pb
per il Portogallo, 139 pb per l’Irlanda, 213 pb
per la Spagna e 224 pb per l’Italia.
Indice Baltic Dry
Euribor 3 mesi
(val. %)
12.000
6
10.000
5
8.000
4
Fonte: Thomson Reuters
set-13
Fonte: Thomson Reuters
L’indice Baltic Dry nell’ultima settimana
continua a scendere sotto quota 2.000.
gen-14
set-12
gen-13
mag-13
set-11
gen-12
mag-12
set-10
gen-11
mag-11
set-09
gen-10
mag-10
set-08
gen-09
mag-09
0
set-07
0
gen-08
mag-08
1
set-06
2
2.000
gen-07
mag-07
3
4.000
gen-08
apr-08
lug-08
ott-08
gen-09
apr-09
lug-09
ott-09
gen-10
apr-10
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ott-10
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lug-11
ott-11
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lug-12
ott-12
gen-13
apr-13
lug-13
ott-13
gen-14
6.000
L’euribor 3m resta costante a 0,30%.
Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNLGruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP
Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in
questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato
divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere
considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come
un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.
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