Settore auto: un andamento a più velocità
Il settore automotiv e a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52.
La filiera italiana dell’automotive torna a crescereLinkiesta
La filiera italiana dell’automotive ha visto crescere il fatturato nel 2014 del 3,6%, nonostante la sempre minore dipendenza dei produttori dal gruppo Fca.
Business Atlas è la Guida agli affari in 54 paesi del mondo. Le schede paese del Business Atlas forniscono un quadro sintetico e funzionale delle principali caratteristiche dei diversi mercati esteri, dati sull’interscambio e flusso degli investimenti, elementi normativi e legislativi, schede anagrafiche delle Camere di Commercio Italiane all’Estero e altre informazioni utili.
Tutte le schede sono presenti al link http://www.assocamerestero.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=informazioni&action=read&index=1&idcategoria=25206&idinformazione=101301
Il 2013 ha segnato un recupero dei flussi mondiali di investimenti diretti esteri: gli IDE in entrata a livello mondiale sono cresciuti del 9% a/a, di 1,45 trilioni di dollari, portando lo stock a 25,5 trilioni di dollari. L’aumento dei flussi in entrata ha riguardato tutte le principali aree del pianeta compresa l’Europa, grazie al recupero di Germania, Italia e soprattutto Spagna.
Un 2016 da record per l’interscambio economico tra Italia e GermaniaJoerg Buck
Il volume dell’interscambio commerciale tra Italia e Germania, dopo i risultati già positivi del 2015, ha registrato un ulteriore aumento nel 2016 raggiungendo il record storico di 112,1 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2015). Secondo i dati Istat, lo scorso anno le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 52,7 miliardi di euro (+3,9% rispetto al 2015) mentre il valore delle importazioni si è attestato a 59,4 miliardi di euro (+3,3% rispetto al 2015).
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di segnali.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi disponibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più significativi.
La filiera italiana dell’automotive torna a crescereLinkiesta
La filiera italiana dell’automotive ha visto crescere il fatturato nel 2014 del 3,6%, nonostante la sempre minore dipendenza dei produttori dal gruppo Fca.
Business Atlas è la Guida agli affari in 54 paesi del mondo. Le schede paese del Business Atlas forniscono un quadro sintetico e funzionale delle principali caratteristiche dei diversi mercati esteri, dati sull’interscambio e flusso degli investimenti, elementi normativi e legislativi, schede anagrafiche delle Camere di Commercio Italiane all’Estero e altre informazioni utili.
Tutte le schede sono presenti al link http://www.assocamerestero.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=informazioni&action=read&index=1&idcategoria=25206&idinformazione=101301
Il 2013 ha segnato un recupero dei flussi mondiali di investimenti diretti esteri: gli IDE in entrata a livello mondiale sono cresciuti del 9% a/a, di 1,45 trilioni di dollari, portando lo stock a 25,5 trilioni di dollari. L’aumento dei flussi in entrata ha riguardato tutte le principali aree del pianeta compresa l’Europa, grazie al recupero di Germania, Italia e soprattutto Spagna.
Un 2016 da record per l’interscambio economico tra Italia e GermaniaJoerg Buck
Il volume dell’interscambio commerciale tra Italia e Germania, dopo i risultati già positivi del 2015, ha registrato un ulteriore aumento nel 2016 raggiungendo il record storico di 112,1 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2015). Secondo i dati Istat, lo scorso anno le esportazioni italiane verso la Germania hanno toccato quota 52,7 miliardi di euro (+3,9% rispetto al 2015) mentre il valore delle importazioni si è attestato a 59,4 miliardi di euro (+3,3% rispetto al 2015).
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di segnali.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi disponibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più significativi.
Intervento di Giuseppe Schirone, Economista e manager di Prometeia, al 19° Meeting Nazionale ACEF - Sotto i cieli d'Europa. 8 - 15 - 22 - 29 novembre 2019, Bologna, Confindustria Emilia Area Centro
Mercato auto, il devastante impatto del Coronavirus
Il vero problema, ha scritto il New York Times in riferimento al settore auto europeo, non è se le case automobilistiche riusciranno a costruire auto ma se riusciranno a venderle
Communication is comprised of both verbal and non-verbal elements, with non-verbal communication accounting for up to 80% of the message conveyed. Non-verbal communication includes body language such as facial expressions, gestures, eye contact, posture, and other physical cues that supplement verbal messages. Proper interpretation of non-verbal signals is important for fully understanding communications with others.
Este documento describe las diferentes partes y herramientas que componen la interfaz de usuario de un programa de computadora, incluyendo pestañas, barras de herramientas, botones y opciones para formato, inserción de objetos, protección y edición de documentos.
WHO Healthy Cities - Games for Health – Innovative Ways to Promote HealthGames for Health Finland
Presentation of abstract Games for Health – Innovative Ways to Promote Health at WHO Internation Healthy Cities Conference, Athens, Greece 22/OCT/2014, Arto Holopainen, Tiina Arpola, Jyri Wuorisalo, Kuopio Innovation Ltd.
Etiquetas de los envases, empaques y embalajesjcms23
Las etiquetas proporcionan información clave sobre los productos y ayudan a identificarlos y distinguirlos. Deben incluir elementos como la marca, fabricante, contenido, fecha de vencimiento y código de barras. Existen diferentes tipos de etiquetas como las descriptivas, de promoción o seguridad. También hay etiquetas inteligentes con RFID que permiten un seguimiento más efectivo en la cadena de suministro.
Este documento resume la relación entre la nutrición y la salud mental y nutricional de las personas en Cochabamba. Explora conceptos clave como la importancia de una alimentación adecuada, las vías digestivas, los requerimientos nutricionales según la edad y estado fisiológico, y los problemas de desnutrición en Bolivia como la falta de producción y consumo de alimentos protectores. Finalmente, analiza cómo la nutrición influye en la salud dental.
Brown Bag: New Models of Scholarly Communication for Digital Scholarship, by ...Micah Altman
In his talk for the MIT Libraries Program on Information Science, Steve Griffin discusses how how research libraries can play a key and expanded role in enabling digital scholarship and creating the supporting activities that sustain it.
Este documento trata sobre la seguridad basada en el comportamiento (SBC), una herramienta de gestión que se enfoca en cambiar la actitud de los trabajadores hacia la seguridad, salud y medio ambiente. Explica que la SBC tiene el objetivo de reducir lesiones en el trabajo mediante el empoderamiento de gerentes y empleados. Además, presenta la teoría tricondicional de la SBC, la cual establece que se requiere que los trabajadores tengan el poder, conocimiento y motivación para trabajar de manera segura.
Nessuno mai ricorderà il 2019, come nessuno ci parla mai del 1913 oppure del 1946. Anni oscurati da quello importantissimo che l’ha preceduto o seguito. Nel nostro caso, l’anno del Covid. Eppure, sarebbe un errore.
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di se¬gnali. Tanti fenomeni che stanno alla base di ciò che adesso ci pare possibile, quando non addirittura obbligato.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi dispo¬nibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più si¬gnificativi. Ma vale la pena di elencarne alcuni su tutti.
Il noleggio è uscito dal decennio ormai definitivamente sdoganato: è un modo di avere la macchina valido per tutti, dalla grande azien¬da al giovane che ne ha bisogno per pochi mesi.
Oltre a rappresentare un quarto delle vendite, è anche il 7% del parco circolante, se ci fermiamo a vetture fino a 7 anni di anzianità. All’inizio del secolo era l’1%.
Sarà forse anche per questo che la quota di auto vendute a giovani sotto i 45 anni è sempre più bassa, il 35% del totale: era il 53% quindici anni fa.
Altro fatto rilevante è l’attaccamento degli italiani alle auto vecchie. Lo scorso anno è stato definitivamente acclarato che per milioni di persone una vettura di venti o trent’anni è ancora un mezzo suffi¬ciente per gli spostamenti di cui hanno bisogno.
Molto spesso la ragione sta nell’indisponibilità di risorse adeguate a passare a un’auto nuova o almeno più recente.
Per corollario, è stato accettato da parte di molti che aiuti alla rottamazione dovrebbero sempre includere l’acquisto di un’auto usata, senza limitarsi a quelle nuove, che sono fuori portata per milioni di cittadini.
Ultimo esempio della significatività del 2019, e certamente non il meno importante, è il fatto che le emissioni di CO2 delle macchine immatricolate abbia toccato i 119 gr/km, dai 112 di alcuni anni fa. Aver condotto una campagna contro i propulsori diesel, fondata su dati del passato e ignorando la compatibilità dei motori attuali, ha presentato il conto sul fronte delle emissioni clima-alteranti.
Questi e molti altri sono i messaggi che ci ha lasciato il 2019. Sarà bene non archiviarli, nel nome dell’anno del Covid.
Il 24 Ottobre 2014 si è svolta la Capitale Automobile CARS - #Cap2014Auto , il summit del settore automotive con la presenza dei Top Manager delle case automobilistiche e degli operatori del settore, con più di 300 partecipanti e importanti partner e sponsor.
AgitaLab 2022 - Osservatorio annuale 2021.pdfAgenzia Italia
'𝗤𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗲̀ 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝘁𝗼'
racchiude i principali indicatori del mercato, dalle immatricolazioni ai passaggi di proprietà, dal valore economico alla penetrazione del noleggio. Come sappiamo, il mercato auto è talmente cambiato che riportare i freddi numeri ormai non aiuta a capire cosa davvero accade e cosa aspettarci per i prossimi anni. Per questo, stiamo lavorando per realizzare iniziative diverse, che siano finalizzate al confronto con esperti e al dibattito interpersonale. Presto saremo in grado di presentarle e siamo sicuri che saranno ancora più utili e apprezzabili.
Intervento di Giuseppe Schirone, Economista e manager di Prometeia, al 19° Meeting Nazionale ACEF - Sotto i cieli d'Europa. 8 - 15 - 22 - 29 novembre 2019, Bologna, Confindustria Emilia Area Centro
Mercato auto, il devastante impatto del Coronavirus
Il vero problema, ha scritto il New York Times in riferimento al settore auto europeo, non è se le case automobilistiche riusciranno a costruire auto ma se riusciranno a venderle
Communication is comprised of both verbal and non-verbal elements, with non-verbal communication accounting for up to 80% of the message conveyed. Non-verbal communication includes body language such as facial expressions, gestures, eye contact, posture, and other physical cues that supplement verbal messages. Proper interpretation of non-verbal signals is important for fully understanding communications with others.
Este documento describe las diferentes partes y herramientas que componen la interfaz de usuario de un programa de computadora, incluyendo pestañas, barras de herramientas, botones y opciones para formato, inserción de objetos, protección y edición de documentos.
WHO Healthy Cities - Games for Health – Innovative Ways to Promote HealthGames for Health Finland
Presentation of abstract Games for Health – Innovative Ways to Promote Health at WHO Internation Healthy Cities Conference, Athens, Greece 22/OCT/2014, Arto Holopainen, Tiina Arpola, Jyri Wuorisalo, Kuopio Innovation Ltd.
Etiquetas de los envases, empaques y embalajesjcms23
Las etiquetas proporcionan información clave sobre los productos y ayudan a identificarlos y distinguirlos. Deben incluir elementos como la marca, fabricante, contenido, fecha de vencimiento y código de barras. Existen diferentes tipos de etiquetas como las descriptivas, de promoción o seguridad. También hay etiquetas inteligentes con RFID que permiten un seguimiento más efectivo en la cadena de suministro.
Este documento resume la relación entre la nutrición y la salud mental y nutricional de las personas en Cochabamba. Explora conceptos clave como la importancia de una alimentación adecuada, las vías digestivas, los requerimientos nutricionales según la edad y estado fisiológico, y los problemas de desnutrición en Bolivia como la falta de producción y consumo de alimentos protectores. Finalmente, analiza cómo la nutrición influye en la salud dental.
Brown Bag: New Models of Scholarly Communication for Digital Scholarship, by ...Micah Altman
In his talk for the MIT Libraries Program on Information Science, Steve Griffin discusses how how research libraries can play a key and expanded role in enabling digital scholarship and creating the supporting activities that sustain it.
Este documento trata sobre la seguridad basada en el comportamiento (SBC), una herramienta de gestión que se enfoca en cambiar la actitud de los trabajadores hacia la seguridad, salud y medio ambiente. Explica que la SBC tiene el objetivo de reducir lesiones en el trabajo mediante el empoderamiento de gerentes y empleados. Además, presenta la teoría tricondicional de la SBC, la cual establece que se requiere que los trabajadores tengan el poder, conocimiento y motivación para trabajar de manera segura.
Nessuno mai ricorderà il 2019, come nessuno ci parla mai del 1913 oppure del 1946. Anni oscurati da quello importantissimo che l’ha preceduto o seguito. Nel nostro caso, l’anno del Covid. Eppure, sarebbe un errore.
Il 2019 è stato un anno ricchissimo, se non di eventi storici, di se¬gnali. Tanti fenomeni che stanno alla base di ciò che adesso ci pare possibile, quando non addirittura obbligato.
Innanzitutto, un anno di profondo rimescolamento delle posizioni fino ad allora ritenute fisse. Tutti gli equilibri sono stati resi dispo¬nibili a una modifica.
Questo Osservatorio ne riporta molti, sicuramente quelli più si¬gnificativi. Ma vale la pena di elencarne alcuni su tutti.
Il noleggio è uscito dal decennio ormai definitivamente sdoganato: è un modo di avere la macchina valido per tutti, dalla grande azien¬da al giovane che ne ha bisogno per pochi mesi.
Oltre a rappresentare un quarto delle vendite, è anche il 7% del parco circolante, se ci fermiamo a vetture fino a 7 anni di anzianità. All’inizio del secolo era l’1%.
Sarà forse anche per questo che la quota di auto vendute a giovani sotto i 45 anni è sempre più bassa, il 35% del totale: era il 53% quindici anni fa.
Altro fatto rilevante è l’attaccamento degli italiani alle auto vecchie. Lo scorso anno è stato definitivamente acclarato che per milioni di persone una vettura di venti o trent’anni è ancora un mezzo suffi¬ciente per gli spostamenti di cui hanno bisogno.
Molto spesso la ragione sta nell’indisponibilità di risorse adeguate a passare a un’auto nuova o almeno più recente.
Per corollario, è stato accettato da parte di molti che aiuti alla rottamazione dovrebbero sempre includere l’acquisto di un’auto usata, senza limitarsi a quelle nuove, che sono fuori portata per milioni di cittadini.
Ultimo esempio della significatività del 2019, e certamente non il meno importante, è il fatto che le emissioni di CO2 delle macchine immatricolate abbia toccato i 119 gr/km, dai 112 di alcuni anni fa. Aver condotto una campagna contro i propulsori diesel, fondata su dati del passato e ignorando la compatibilità dei motori attuali, ha presentato il conto sul fronte delle emissioni clima-alteranti.
Questi e molti altri sono i messaggi che ci ha lasciato il 2019. Sarà bene non archiviarli, nel nome dell’anno del Covid.
Il 24 Ottobre 2014 si è svolta la Capitale Automobile CARS - #Cap2014Auto , il summit del settore automotive con la presenza dei Top Manager delle case automobilistiche e degli operatori del settore, con più di 300 partecipanti e importanti partner e sponsor.
AgitaLab 2022 - Osservatorio annuale 2021.pdfAgenzia Italia
'𝗤𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗲̀ 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝘁𝗼'
racchiude i principali indicatori del mercato, dalle immatricolazioni ai passaggi di proprietà, dal valore economico alla penetrazione del noleggio. Come sappiamo, il mercato auto è talmente cambiato che riportare i freddi numeri ormai non aiuta a capire cosa davvero accade e cosa aspettarci per i prossimi anni. Per questo, stiamo lavorando per realizzare iniziative diverse, che siano finalizzate al confronto con esperti e al dibattito interpersonale. Presto saremo in grado di presentarle e siamo sicuri che saranno ancora più utili e apprezzabili.
Intervento di Fabrizio Guelpa, Servizio Industry & Banking, Intesa Sanpaolo al Meeting ACEF 2015 - 23/10/2015
VEDI TUTTI GLI INTERVENTI SU http://www.economiaefinanza.org/atti
Lo sviluppo dell'usato rappresenta per le reti automobilistiche un'importante leva di incremento dei volumi, di miglioramento della marginalità e di diversificazione dell'offerta.
Tuttavia occorre confrontarsi con le rapide evoluzioni indotte dal web: clienti sempre più propensi all'utilizzo di internet e abituati ad avere una customer experience di livello; arena competitiva arricchita da nuovi operatori con modelli di business innovativi, provenienti dal settore digital e pertanto capaci di fornire un'efficace esperienza on-line.
In questo contesto per le reti automobilistiche essere presenti su internet non basta più, occorre adeguarsi e rinnovarsi focalizzandosi sul miglioramento della customer experience (fisica e on-line) del cliente usato e lavorando su processi di approvvigionamento, canali di vendita e organizzazione interna delle aziende.
Peugeot - Social Media Communication Strategy ProposalKrizia Silvestri
Project work realizzato per Rcs Academy Business School. Il progetto parte dell'analisi di un brief reale dove viene richiesta l’elaborazione di una strategia media best practice focalizzata sull’utilizzo dei social media quali Twitter, Facebook, Youtube, Instagram, Google e Tik Tok con la quale supportare le attività di amplification e CRM per il brand Peugeot, considerando lo scenario reale del mercato Italia.
Il progetto e' stato scelto come il migliore del corso per:
-aderenza all' obiettivo;
-fattibilita';
-rapporto costi/ benefici;
-originalita';
-presentazione materiali e chiarezza espositiva.
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
A dicembre ha prevalso l’incertezza sui mercati finanziari globali. Un’incertezza alimentata so- prattutto dalla caduta del prezzo del petrolio. La discesa dell’oro nero, iniziata a fine estate, si è intensificata dopo la riunione di novembre dell’Opec nella quale è stato deciso di mante- nere invariati gli attuali livelli di produzione. E così il greggio ha continuato a perdere terreno, salvo qualche breve sosta, fino a toccare i mini- mi a oltre cinque anni. Uno scenario appesantito dalle tensioni in Russia con il rublo che è crolla- to ai minimi storici. Mosca paga principalmente proprio la caduta dei prezzi del petrolio che ha acuito i timori di una recessione nel 2015. Nel frattempo in Europa si attende con rinnovato in- teresse la prossima riunione della Bce (22 gen- naio). Dal 2015 la Bce terrà, infatti, i suoi meeting ogni sei settimane e non più a inizio mese. A gen- naio potrebbero arrivare indicazioni più puntuali sulle nuove possibili misure non convenzionali da attuare per contrastare il rischio deflazione.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
Sono una minoranza (il 38%) gli Italiani disposti a sacrificarsi per sostenere il rilancio del Paese. I sacrifici più duri da accettare sarebbero quelli relativi al welfare, all’aumento dell’età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di contratto, che di salario. In generale, viene preferita una riduzione di tasse su imprese e lavoro a fronte di un aumento di quelle su consumi e ricchezza patrimoniale. E anche l’ipotesi dell’Iva al 25% risulta più digeribile, sempre a patto che l’imposizione fiscale sul lavoro e sulle attività produttive venga mitigata. Quanto al grado di fiducia, il suo livello resta stabile: a ottobre si è attestato a 3,45 punti, contro i 3,54 del mese precedente. Sul tema del risparmio, negli ultimi 30 giorni si registra un calo della propensione, con il 14,2% degli Italiani che si dice pronto ad aumentare la quota di risorse messe da parte, contro il 15,5 di settembre.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
E’ l’immigrazione la grande preoccupazione delle famiglie Italiane. Una su due, la ritiene la criticità più rilevante: le notizie che da mesi arrivano dal Canale di Sicilia angosciano in profondità il Paese, per i loro drammatici risvolti umanitari. Sul fronte interno, il 44% degli Italiani nei prossimi 12 mesi si aspetta che vengano approvate le riforme di cui tanto si è discusso: da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione; da quella della giustizia a quella della scuola. Per quanto riguarda il grado di fiducia, il dato resta stabile sui valori dei mesi precedenti: 3,54 punti, contro i 3,53 di agosto e i 3,55 di luglio.
Risale la propensione al risparmio: il 15,5 degli italiani lo aumenterà nei prossimi 12 mesi. A settembre, si era impegnato in questa direzione il 13,1.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Tempo di riforme
I nuovi dati innalzano intorno al 44 per cento il valore raggiunto in Italia dal tasso disoccupazione giovanile. Oltre al problema della disoccupazione, le difficoltà del mercato giovanile del lavor o sono riscontrabili nella consistente riduzione tra gli occupati di età inferiore ai 35 anni dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
I migranti e la crisi economica
Le tensioni geo-politiche ai confini dell’Europa e il protrarsi della debolezza del ciclo economico in molti paesi dell’area hanno contribuito a modificare i flussi migratori interni e internazionali sia in termini di numerosità sia nella scelta dei paesi di destinazione. L’allargamento a est dei paesi aderenti all’Unione e il perdurare di elevati tassi di disoccupazione in molte economie della zona euro hanno favorito la dinamica delle migrazioni interne, con una polarizzazione verso la Germania che nel 2013 è divenuto il primo paese di destinazione in Europa e il secondo tra le economie sviluppate dopo gli Stati Uniti.
Negli ultimi anni una serie di fenomeni economici e politici hanno portato molti a ritenere che l’ordine economico mondiale disegnato a partire da Bretton Woods sia ormai da rivedere. L’idea è che il concetto stesso di libero scambio, che del vecchio ordine rappresentava uno dei pilastri portanti, sia destinato nel prossimo futuro ad avere un ruolo progressivamente meno centrale nello stimolare la crescita mondiale.
Le famiglie italiane spenderanno in media 710 € per l’istruzione dei figli, circa 10 € in più rispetto allo scorso anno. E il 5% di queste dovrà ricorrere a un prestito per farvi fronte.
Il risparmio gestito nel corso del 2014 ha continuato ad evidenziare una dinamica di sviluppo molto positiva. Il patrimonio a luglio ha toccato un nuovo massimo pari a 1.480 mld di euro, un valore dell’11% superiore a quello di dicembre 2013. Nei primi sette mesi del 2014 la raccolta netta ha raggiunto i 75,7 miliardi, un valore superiore a quello relativo all'intero 2013 (62 mld di euro) che già costituiva il miglior risultato dal 1999. Nel 2014 sono stati i fondi comuni a trainare la raccolta del risparmio gestito.
In controtendenza rispetto al calo di oltre venti punti percentuali segnato dal totale della
manifattura, la produzione italiana di birra supera oggi di tre punti percentuali i
volumi ante-crisi. Allo stesso modo, le esportazioni italiane di birra sono oggi oltre il
doppio di quelle di sette anni fa. Pur avendo un peso assai limitato sull’economia
nazionale, la performance del comparto brassicolo italiano offre spunti interessanti di
riflessione sulle leve per svilupparsi anche in tempi di crisi: innovazione, investimenti,
domanda interna.
1. 34
23 ottobre
2014
Direttore responsabile:
Giovanni Ajassa
tel. 0647028414
giovanni.ajassa@bnlmail.com
Banca Nazionale del Lavoro
Gruppo BNP Paribas
Via Vittorio Veneto 119
00187 Roma
Autorizzazione del Tribunale
di Roma n. 159/2002
del 9/4/2002
Le opinioni espresse
non impegnano la
responsabilità
della banca.
Il settore automotive a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52.
La crisi del settore auto in Italia è in atto da sette anni ed è la più lunga e la più intensa sperimentata negli ultimi quarant’anni. Il fatturato del settore nel 2013 è stato pari a 24,6 mld di euro, il 35% in meno rispetto al 2009. Nel 2013 sono state immatricolate 1,3 mln. di vetture, il valore più basso dal 1979. Nei primi 9 mesi del 2014 in Italia si sono registrati i primi segnali di ripresa. Le immatricolazioni sono aumentate del 3,7%, ma il livello assoluto rimane comunque molto contenuto. La dinamica dei fatturati e degli ordini appare in miglioramento, soprattutto la componente estera, mentre rimane debole la domanda interna, specie quella dei privati.
l’Italia resta tra i primi paesi al mondo e al primo posto in Europa per diffusione di veicoli a motore. Il parco auto presenta tuttavia un età media molto elevata, circa 10 anni. A fine dicembre 2013 in Italia si contavano 35,2 mln. di vetture circolanti, di cui circa un terzo immatricolate prima dell’anno 2000.
Variazione delle nuove immatricolazioni di auto e veicoli commerciali leggeri tra il 2007 e il 2013
(var %)
-48% -42% -25% -17% -9% -8% 2% 26% 46% 72% 149% -100%-50%0%50%100%150%200% ItaliaFranciaSpagnaGiapponeRegno UnitoGermaniaStati UnitiBrasileMessicoIndiaCina
Fonte: Oica, Euler Hermes
2. 2
23 ottobre 2014
Settore auto: un andamento a più velocità
S. Ambrosetti 06-47028055 – stefano.ambrosetti@bnlmail.com
Il settore automotive a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. La produzione mondiale è attesa toccare i 100 milioni di vetture (auto e veicoli commerciali) l’anno a partire dal 2017. Circa il 75% delle vendite globali si concentrano in quattro regioni: Europa, Stati Uniti, Giappone e Russia.
Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52, registrando una flessione del 48%.
La crisi del settore auto in Italia è in atto da sette anni ed è la più lunga e la più intensa sperimentata negli ultimi quarant’anni. Il fatturato del settore nel 2013 è stato pari 24,6 mld di euro, il 35% in meno rispetto al 2009. Nel 2013 sono state immatricolate 1,3 mln. di vetture, il valore più basso dal 1979. Nei primi 9 mesi del 2014 in Italia si sono registrati i primi segnali di ripresa. Le immatricolazioni sono aumentate del 3,7%, ma il livello assoluto rimane comunque molto contenuto. La dinamica dei fatturati e degli ordini appare in miglioramento, soprattutto la componente estera, mentre rimane debole la domanda interna, specie quella dei privati. Su 100 veicoli venduti in Europa, 37 sono di produzione tedesca, 20 francese, 15 statunitense, 12 giapponese, 6 prodotti in Corea e 6 provenienti da case automobilistiche italiane.
Nonostante il difficile momento di mercato, l’Italia resta tra i primi paesi al mondo e al primo posto in Europa per diffusione di veicoli a motore. Con 690 vetture ogni 1.000 abitanti sopravanza Francia (597), Spagna (588), Germania (562) e Regno Unito (570). Il parco auto presenta tuttavia un età media molto elevata. A fine dicembre 2013 in Italia si contavano 35,2 mln. di vetture circolanti, di cui circa un terzo immatricolate prima dell’anno 2000.
La sfida per il settore auto nasce da un confronto con fattori di cambiamento sociali e culturali oltre che economici. I consumi tecnologici hanno preso il posto dell’auto o della moto in cima alle preferenze di spesa dei giovani. Si registra inoltre in molte famiglie la rinuncia ad una seconda vettura per effetto della diffusione di modalità alternative di trasporto (voli low cost e alta velocità) maggiormente utilizzate nei viaggi di lunga percorrenza.
Il mercato mondiale dell’auto
Nonostante la crescita economica presenti segni di rallentamento nelle economie più dinamiche e uno slancio limitato in diverse aree del mondo, il settore automotive a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita prossimi a quelli del 2009. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. L’industria automotive negli ultimi anni è stata trainata dalle vendite nei paesi BRIC e dalla solida ripresa post-crisi del mercato statunitense. Diverso il quadro in Europa dove una situazione economica più complessa e una ripresa incerta hanno portato a un calo nel numero di nuove immatricolazioni per sei anni consecutivi. A partire dalla fine 2013, tuttavia, sono
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emersi in Europa segnali di una possibile inversione del ciclo, la cui intensità e durata dipenderanno dalle prospettive di ripresa dell’area.
Dietro una crescita globale che potrebbe portare a una produzione di 100 milioni di vetture (auto e veicoli commerciali) l’anno a partire dal 2017, si celano dinamiche di mercato profondamente diverse. Circa il 75% delle vendite globali si concentrano in quattro regioni: Europa, Stati Uniti, Giappone e Russia.
Osservando il mercato a partire dal 2007, prima dell’avvento della crisi economica, è possibile verificare come l’impatto della crisi sul settore automotive risulti molto diversificato nelle diverse aree del mondo
Tra il 2007 e il 2013 la Cina ha registrato un incremento delle vendite pari al 149%, divenendo a partire dal 2009 il primo mercato mondiale con oltre 20 milioni di vetture, pari al 27% di quelle globali. Sul mercato cinese ogni 100 vetture immatricolate 38 provengono da case automobilistiche cinesi, 20 tedesche, 17 giapponesi, 12 statunitensi, 9 coreane e 4 francesi. Considerando il basso tasso di proprietà dei veicoli e la dinamica di sviluppo economico, si stima un potenziale di crescita del mercato nell’ordine dell’8-10% l’anno. Per mantenere questo dinamismo occorre tuttavia una diminuzione dei prezzi dal momento che il mercato segnala margini di profitto piuttosto elevati.
Nuove immatricolazioni di auto e veicoli commerciali leggeri
(migliaia)
ItaliaFranciaGermaniaSpagnaRegno Unito05001.0001.5002.0002.5003.0003.5004.000200520062007200820092010201120122013
Fonte: Oica
Negli Stati Uniti le immatricolazioni sono tornate su valori del 2% superiori a quelli del 2007, tuttavia, a fronte di un analogo livello di produzione, la forza lavoro è diminuita del 20% rispetto al 2007. Con 16,5 milioni di immatricolazioni il peso nel mercato globale degli Stati Uniti è pari al 23%.
In Giappone le immatricolazioni nel 2013 risultavano ancora 17 punti percentuali sotto il livello del 2007 e il nuovo rialzo dell’aliquota IVA dal 4,5 all’8% è atteso produrre un ulteriore rallentamento nel 2014 per il quale si prevede una flessione del 5% rispetto all’anno precedente. Il mercato giapponese si caratterizza per il fatto di essere piuttosto chiuso in entrata: il 94% delle auto immatricolate è di produzione giapponese. Nel contempo circa la metà della produzione viene esportata, specialmente negli Stati Uniti (33%), oltre che in Asia e Medio oriente (26%) e in Europa (18%).
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Il mercato europeo dell’auto rappresenta il 17% delle vendite mondiali: nel 2013 le immatricolazioni sono ammontate a 12,9 mln di unità. Con il mese di settembre 2014 si è arrivati al tredicesimo mese consecutivo di crescita. Nei primi nove mesi del 2014 le immatricolazioni di auto in Europa sono state pari a 9,6 milioni di veicoli, in rialzo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2013. Tutti i principali mercati hanno segnato valori positivi: In particolare Spagna (+17,2%) e Regno Unito (9,1%), mentre Italia (+3,6%), Germania (+2,9%) e Francia (+2,1%) sono cresciute a un ritmo più contenuto.
Il 2014 si sta caratterizzando dunque per un andamento congiunturale positivo che, seppure diverso per intensità, non è rappresentativo delle dinamiche in atto in Europa nel medio periodo. Se estendiamo l’orizzonte temporale a prima della crisi finanziaria del 2007, è possibile infatti verificare come: a) il ritmo di sviluppo tra i paesi si presenti molto eterogeneo; 2) il livello assoluto delle immatricolazioni sia ancora per tutti i paesi inferiore a quello pre-crisi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52, con una flessione quindi del 48% rispetto al 2007.
Variazione delle nuove immatricolazioni di auto e veicoli commerciali leggeri tra il 2007 e il 2013
(var %)
-48% -42% -25% -17% -9% -8% 2% 26% 46% 72% 149% -100%-50%0%50%100%150%200% ItaliaFranciaSpagnaGiapponeRegno UnitoGermaniaStati UnitiBrasileMessicoIndiaCina
Fonte: Oica, Euler Hermes
Il mercato europeo appare caratterizzato da elevati livelli produttivi e da una profittabilità piuttosto contenuta. La competizione sui prezzi ha eroso i margini di profitto innescando in molte case automobilistiche un processo di taglio dei costi. In particolare i produttori italiani hanno perso quote di mercato in Europa e ridotto la propria offerta. Su 100 veicoli venduti in Europa, 37 sono di produzione tedesca, 20 francese, 15 statunitense, 12 giapponese, 6 prodotti in Corea e 6 provenienti da case automobilistiche italiane.
Nel 2013 il fatturato del settore auto in Italia è stato pari a 24,6 mld di euro, il 35% in meno rispetto al 2009; una riduzione in cinque anni di 13 mld di euro di fatturato e un minor gettito IVA di 2 mld di euro. Nel 2014 il settore auto in Italia è tornato a crescere. Dopo la lunga e intensa contrazione che ha portato l’industria su livelli produttivi minimi, analoghi a quelli del 1979, si registrano segnali, seppure deboli, di inversione di tendenza. Nei primi 9 mesi del 2014 si è registrata una crescita delle immatricolazioni del 3,7% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. La dinamica dei fatturati e degli ordini appare in miglioramento, specie per la componente estera. Le vendite nella Ue hanno registrato una crescita con velocità diverse tra i vari mercati, più contenuta in
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Francia e Germania e più accentuata in Spagna (grazie anche agli incentivi pubblic) e nel Regno Unito.
La domanda interna, specie quella dei privati rimane debole, indice che la stabilità della ripresa è ancora da consolidare. Più sostenuto l’impulso proveniente dalla domanda di vetture destinate al noleggio sia di breve sia di lungo termine. Gli indici di fiducia del settore segnalano un miglioramento delle aspettative, specie nel segmento business. A fronte di questi segnali positivi, dopo sette anni di flessione, il livello assoluto della produzione (1,04 milioni nei primi nove mesi del 2014) rimane molto contenuto.
Nonostante il difficile momento di mercato, l’Italia resta tra i primi paesi al mondo per diffusione di veicoli a motore. Il tasso di motorizzazione, dato dal numero di veicoli per 1.000 abitanti, vede al primo posto tra le grandi aree del mondo gli Stati Uniti con 791 veicoli ogni mille abitanti, seguono il Canada a 624, il Giappone (599) e l’Unione Europea con una media pari a 563. L’Italia tra i grandi mercati europei è al primo posto. Con 690 vetture ogni 1.000 abitanti sopravanza Francia (597), Spagna (588), Germania (562) e Regno Unito (570). Nonostante le dinamiche di crescita sostenute tra i paesi BRIC la sola Russia presenta un valore elevato (317), mentre Cina (79), Brasile (187) e India (18) evidenziano valori ancora molto contenuti ma anche un potenziale di sviluppo di mercato molto elevato.
2013: quote di mercato in Europa per nazionalità del marchio
(val %)
Germania37% Francia20% Stati Uniti15% Giappone 12% Corea 6% Italia 6% altro 4%
Fonte: Euler Hermes
Il mercato italiano dell’auto: un’analisi di lungo periodo
Negli ultimi quarant’anni anni il mercato italiano dell’auto ha vissuto una fase di grande sviluppo ma si è dovuto confrontare in più occasioni con alcune crisi, accentuate talvolta da situazioni economiche e congiunturali particolarmente sfavorevoli. A partire dalla metà degli anni settanta è possibile identificare almeno tre fasi di particolare involuzione del mercato. La prima è iniziata nel 1983, anno in cui il mercato ha registrato una flessione superiore al 20% delle nuove immatricolazioni, passate in un anno da 1,8 milioni a 1,4 milioni di unità. In quella circostanza per tornare sui livelli pre crisi sono occorsi quattro anni. La seconda caduta ha avuto origine nel 1993, poco dopo la crisi dello Sme e la svalutazione della lira. In questo caso il calo è stato ancora più pronunciato, si è passati infatti dai quasi 2,4 milioni di veicoli immatricolati nel 1992 agli 1,7 milioni del 1993 (-29%). Anche in questa occasione sono stati necessari
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quattro anni per riportare il mercato sui livelli precedenti, nel 1997 le vetture immatricolate sono risultate infatti pari a 2,4 milioni.
E’ seguito poi un lungo periodo di relativa stabilità. Negli anni compresi tra il 1997 e il 2007 il numero di vetture immatricolate si è mantenuto oltre le 2,2 milioni di unità l’anno, un valore storicamente elevato. Ma l’inizio della prima crisi finanziaria ha avuto un impatto negativo sul mercato dando l’avvio, a partire dal 2008 alla più lunga flessione del mercato degli ultimi quarant’anni. Tra il 2007 e il 2013 le immatricolazioni sono diminuite infatti del 48% con una contrazione delle nuove immatricolazioni pari a 1,2 milioni.
Italia:crescita del Pil e immatricolazione di nuove auto
(var % a/a e mln.)
00,511,522,53-14-12-10-8-6-4-20246 1980198119821983198419851986198719881989199019911992199319941995199619971998199920002001200220032004200520062007200820092010201120122013 Auto (sc.ds., mln.)Crescita del Pil (sc. sin) 4anni4anni7 anni
Fonte: Istat, Unrae
La crisi in atto nel settore auto in Italia è la più lunga e la più intensa sperimentata negli ultimi quarant’anni. Il mercato ha registrato non solo una flessione nel numero assoluto di nuove vetture, ma anche una ricomposizione in termini di utilizzatori, tipologia di alimentazione e segmenti.
La crisi ha impattato in maniera più forte nel comparto dei privati che hanno risentito, specie nelle fasi più acute della recessione, del minor poter d’acquisto a disposizione, dell’aumento del carico fiscale e di maggiori difficoltà di accesso al credito. In particolare sono state le fasce più giovani a risentire maggiormente delle difficoltà. Nel 2007 su 100 auto immatricolate 49 erano intestate a persone sotto i 45 anni; nel 2013 tale quota è scesa a 40. I nove punti percentuali in meno sono ripartiti tra la fascia 19- 30 anni che passa dal 12,4 all’8,3% e quella 30-45 anni che scende dal 36,7 al 32,3%. L’incidenza della flessione è dunque molto maggiore per i giovani sotto i 30 anni, che hanno rinunciato in molti casi all’acquisto di un auto nuova dinanzi a prospettive incerte nel mercato del lavoro e a livelli salariali piutttosto contenuti.
L’aumento dei prezzi dei carburanti ha accentuato l’interesse verso combustibili e motorizzazioni alternative alla benzina, con un progressivo ridimensionamento di questo tipo di alimentazione. Nel 2007 il 40,5% delle vetture immatricolate in Italia era alimentato a benzina, il 55,6% a gasolio, solo l’1,2% a benzina e gpl e il 2,1% a benzina e metano. Nel 2013, a sei anni di distanza, il segmento a benzina risulta calato di circa 10 punti percentuali mentre quello a gasolio solo di 1,7 punti. A beneficiarne sono state le vetture che utilizzano gpl e metano. Le prime (benzina e gpl) detengono
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attualmente una quota pari all’8,9% delle immatricolazioni, sette volte superiore a quella del 2007, le seconde hanno raddoppiato il proprio peso arrivando al 4,3% del totale.
La dinamica positiva delle vetture alimentate da combustibili alternativi è legata anche a un progressivo ampliamento dell’offerta da parte delle case automobilistiche, presenti ormai in diversi segmenti con una vasta gamma di modelli in grado di coprire le esigenze di una platea di potenziali clienti imprese oltre che privati. Prova ne è la crescente penetrazione delle alimentazioni alternative sulle vetture intestate a persone giuridiche. A sostegno di questo segmento nel corso del 2013 sono stati introdotti dal Decreto Sviluppo degli incentivi alla mobilità sostenibile, rivolti principalmente alle imprese, la cui efficacia è risultata comunque limitata dal momento che prevedevano la sostituzione di un veicolo con più di dieci anni di anzianità, raramente presente in un parco auto aziendale.
Italia: vetture di nuove immatricolazione per tipologia di alimentazione
(quote %)
40,5% 30,8% 55,6% 53,9% 1,2% 8,9% 2,1%4,3% 0,6%2,1% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 20072013AltroBenz+metanoBenz+gplGasolioBenzina
Fonte: Unrae
Il parco circolante italiano mostra un livello di cancellazioni superiore alla somma di immatricolazioni ed import, dando corpo a un fenomeno di “demotorizzazione”. Il parco auto sta progressivamente invecchiando per il persistere di un elevato volume di vetture anziane e di una riduzione dell’immatricolato nuovo. L’età media ha raggiunto i 10 anni circa. Il tasso di sostituzione dell’usato rivela ancora una ricerca di mobilità a prezzi contenuti. Nel solo 2013 sono passate di proprietà quasi 2,4 mln di vetture, il 31% aveva oltre 10 anni, il 25% tra 7 e 10 anni.
A fine dicembre 2013 in Italia si contavano 35,2 mln di vetture circolanti, di cui circa un terzo immatricolate prima dell’anno 2000. In pratica circa una vettura su tre presenta livelli di sicurezza e rispetto ambientale molto distanti dagli standard attuali, ai quali si è pervenuti grazie all’utilizzo di nuove tecnologie in grado anche di garantire un rapporto tra contenuti e valore delle vetture molto più vantaggioso rispetto al passato. Oltre il 48% delle vetture attualmente circolanti presenta livelli di emissioni Euro 3 o inferiori. Il 28% (oltre 10 milioni) Euro 2 o inferiore. Il rinnovo del parco circolante potrebbe essere un elemento di rilancio della domanda interna nel momento in cui il miglioramento della congiuntura economica e/o eventuali incentivi pubblici dovessero creare condizioni di mercato più favorevoli per le famiglie.
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In Italia la quota di autovetture immatricolate dalle aziende tra il 2007 e il 2013 è aumentata di nove punti percentuali dal 27,2% al 36,2%, un valore, tuttavia, molto più contenuto rispetto a quello prevalente negli altri quattro maggiori mercati europei. In Germania il rapporto risulta invertito rispetto all’Italia: nel 2013 due vetture su tre sono state immatricolate a nome di una società. Parte della diversità è spiegabile con un trattamento fiscale che negli altri mercati europei appare più vantaggioso rispetto a quello italiano in termini di deducibilità, quote e costi ammortizzabili e detraibilità dell’IVA.
2013: immatricolazioni di nuove auto segmenti privati e auto aziendali
(quote %, mln.)
37,947,555,556,463,862,152,544,543,636,2020406080100GermaniaGranBretagnaFranciaSpagnaItaliaPrivatiSocietàImmatricolazioni 20131,3 mln2,9 mln2,3 mln1,8 mln0,7 mln
Fonte: Unrae
L’auto è una tipologia di bene durevole dal costo medio elevato di acquisto e con un’incidenza significativa sul bilancio familiare. La decisione di comprare l’auto, spesso coincide con la sostituzione di una vecchia vettura. Sul rinvio di questa scelta di acquisto hanno pesato molteplici fattori: la contrazione dei redditi, la riduzione del potere di acquisto oltre agli elevati costi di manutenzione. I costi di mantenimento della vettura hanno subito negli anni della recessione un incremento significativo che ha riguardato il prezzo del carburante, le tariffe assicurative e la fiscalità (come l’aumento del bollo auto o quello dell’IVA varato a ottobre del 2013, che ha portato l’imposta dal 21 al 22%).
Il settore auto si deve confrontare anche con fattori di cambiamento di carattere sociale e culturale oltre che economico. La flessione della spesa per veicoli sconta anche i cambiamenti delle abitudini di spesa dei consumatori, quelle dei giovani in particolare. L’auto o la moto hanno lasciato il posto ai consumi tecnologici in cima alle preferenze di spesa dei giovani. Si registra inoltre in molte famiglie la rinuncia ad una seconda vettura, per effetto della diffusione di modalità alternative di trasporto (voli low cost e alta velocità) maggiormente utilizzate nei viaggi di lunga percorrenza.
Un ulteriore fattore rilevante è dato dai cambiamenti in termini di mobilità urbana. Nelle grandi città per gli spostamenti urbani l’utilizzo dell’auto è reso più difficile dall’aumento delle barriere di accesso ai centri cittadini e dall’aumento dei costi di parcheggio. Anche sul fronte business la diffusione a costi limitati di strumenti tecnologici avanzati sta progressivamente contribuendo a ridurre gli spostamenti, attraverso un crescente utilizzo delle possibilità di operare in remoto offerte da e-commerce, e-banking, telelavoro e videoconferenze.
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Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori
Indice Itraxx Eu Financial
Indice Vix
050100150200250300350400 gen-11mar-11mag-11lug-11set-11nov-11gen-12mar-12mag-12lug-12set-12nov-12gen-13mar-13mag-13lug-13set-13nov-13gen-14mar-14mag-14lug-14set-14
10121416182022242628 gen-13feb-13mar-13apr-13mag-13giu-13lug-13ago-13set-13ott-13nov-13dic-13gen-14feb-14mar-14apr-14mag-14giu-14lug-14ago-14set-14ott-14
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: Thomson Reuters
I premi al rischio passano da 66 a 69.
L’indice Vix nell’ultima settimana passa da un picco di 26 a 18.
Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent
(Usd per barile)
Prezzo dell’oro
(Usd l’oncia)
1,251,271,291,311,331,351,371,3980859095100105110115120gen-13lug-13gen-14lug-14Brent scala sin.(in Usd)Cambio euro/dollaro sc.ds.
1.1001.2001.3001.4001.5001.6001.7001.8001.9002.000 gen-11mar-11mag-11lug-11set-11nov-11gen-12mar-12mag-12lug-12set-12nov-12gen-13mar-13mag-13lug-13set-13nov-13gen-14mar-14mag-14lug-14set-14
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: Thomson Reuters
Il tasso di cambio €/$ a 1,27. Il petrolio di qualità Brent quota $86 al barile.
Il prezzo dell’oro quota 1.244 dollari l’oncia.
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Borsa italiana: indice Ftse Mib
Tassi dei benchmark decennali: differenziale con la Germania
(punti base)
12.00014.00016.00018.00020.00022.00024.000gen-11lug-11gen-12lug-12gen-13lug-13gen-14lug-14
ItaliaSpagnaIrlandaPortogallo050100150200250300350400450gen-14mar-14mag-14lug-14set-14
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Thomson Reuters
Il Ftse Mib nell’ultima settimana sale da 18.305 a 19.266.
I differenziali con il Bund sono pari a 253 pb per il Portogallo, 99 pb per l’Irlanda, 137 pb per la Spagna e 167 pb per l’Italia.
Indice Baltic Dry
Euribor 3 mesi
(val. %)
02.0004.0006.0008.00010.00012.000 gen-08lug-08gen-09lug-09gen-10lug-10gen-11lug-11gen-12lug-12gen-13lug-13gen-14lug-14
0123456 set-06mar-07set-07mar-08set-08mar-09set-09mar-10set-10mar-11set-11mar-12set-12mar-13set-13mar-14set-14
Fonte: Thomson Reuters
Fonte: Thomson Reuters
L’indice Baltic Dry nell’ultima settimana torna sopra quota 1.100.
L’euribor 3m resta sotto lo 0,10%.
Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.