5. Quadro storico
-La dinastia giulio-claudia contro il Senato
-In politica estera tese a difendere i confini, senza mire espansionistiche. Unica eccezione fu
Claudio in Britannia dal 43 al 56.
- La cittadinanza ai provinciali
Quadro culturale
Tutta l’età sembra percorsa da un’ansia di ricerca del divino. Il Cristianesimo assume
importanza e tutto viene teso ad una continua ricerca di interiorizzazione alla scoperta del
divino che è dentro di noi.
La dinastia viene così chiamata dal nomen (il nome di famiglia) dei primi due imperatori: Caio
Giulio Cesare Ottaviano, adottato da Cesare e dunque membro della gens Iulia e Tiberio
Claudio Nerone figlio di Livia, moglie di Augusto, appartenente gens Claudia.
6. .
Aureo raffigurante
Antonio ed Ottaviano.
Concezione
dispotica:
monarchia assoluta
Difesa dei valori
tradizionali:
repubblica e potere
del senato
Dominio di
Ottaviano
sull’ Occidente
Dominio di
Marco Antonio
sull’Oriente
Pieno potere
di Ottaviano
che:
•Riforma l’ esercito;
•Riorganizza
l’amministrazione
finanziaria
•Crea dei prefetti;
Ottiene un vasto
consenso popolare
per la cessazione di
guerre civili
Scontro inevitabile:
Battaglia di Azio
(31 a.c.) vittoria di
Ottaviano
7. Alla morte di Antonio, Ottaviano divenne il
padrone assoluto di Roma. Il senato gli
conferì progressivamente onori e privilegi
(imperium, tribunicia potestas, Pontefice
massimo,Pater Patriae), il titolo più
importante però lo ricevette nel 27 a.C.
quando il Senato gli conferì il titolo di
Augustus cioè "degno di venerazione ". Nello
stesso anno riorganizzò le province dal
punto di vista amministrativo e creò inoltre
numerosi municipi e colonie.
Ritratto di Augusto come pontefice
massimo in tarda età.
8. La cosiddetta Gemma
augustea, la cui
complicata iconografia è
una celebrazione delle
gesta di Augusto.
Il problema della successione
Il controllo che ebbe sull'Impero fu talmente assoluto che gli
permise di nominare il successore, costume che a Roma era
stato abbandonato fin dalla fondazione della Repubblica. La
successione, fu una delle più grandi preoccupazioni della
vita di Augusto.
Per alcuni anni Augusto sperò di avere come erede Marcello
il quale morì prima di salire al trono, così Augusto pensò ad
Agrippa, ma morì anch’ lui e quindi la sua scelta dovette
cadere sul figlio adottivo Tiberio.
La morte
Augusto morì il 19 Agosto del 14 d.c. a Nola. Ricevette onori divini e la sua
salma fu trasportata dai soldati a Roma e collocata nel vestibolo della sua
casa.
9. Tiberio (42 a.C. – 37)
Tiberio nacque a Roma nel 42 a.c. da Tiberio
Claudio Nerone e da Livia Drusilla, di circa
trent'anni più giovane del marito. Tanto dal
ramo paterno che da quello materno,
apparteneva alla gens Claudia, un'antica famiglia
patrizia giunta a Roma nei primi anni dell’ età
repubblicana e distintasi nel corso dei secoli per
il raggiungimento di numerosi onori e alte
magistrature.
Fu adottato da Augusto così entrò a far parte
della gens Giulio Claudia e alla morte del padre
adottivo poté succedergli nel ruolo di principe.
Fu il secondo imperatore romano che governò
dal 14 al 37.
Moneta raffigurante Tiberio e
sul retro la madre Livia
Drusilla.
10. In gioventù Tiberio si distinse per il suo talento militare conducendo brillantemente numerose
campagne lungo i confini settentrionali dell'Impero e in Illirico. Infatti, dopo un periodo di volontario
esilio sull'isola di Rodi, rientrò a Roma condusse la spedizione in Germania e quella in Illirico:
Le campagne di Tiberio e del suo legato,
Saturnino in Germania nel 4-6.
La campagna di Tiberio in
Illirico nel9.
11. Successivamente operò alcune importanti riforme in ambito economico e politico, e pose fine
alla politica di espansione militare, limitandosi a mantenere sicuri i confini.
L’impero di Tiberio
12. Dopo la morte del nipote Germanico, Tiberio favorì sempre più l'ascesa del prefetto del
pretorio Seiano, allontanandosi da Roma per ritirarsi nell'isola di Capri. Quando il prefetto
mostrò di volersi impadronire del potere assoluto, Tiberio lo fece uccidere, ma evitò
ugualmente di rientrare nella capitale. Tiberio trascorse l'ultima parte del suo regno
sull'isola di Capri, lì fece costruire dodici ville, per poi risiedere in quella che preferiva. Si
dice che a Capri Tiberio non abbia trascurato i propri doveri continuando a lavorare nell’
interesse dello Stato. Veduta aerea dei resti dei bagni di
Tiberio a Capri.
Tiberio possedeva però varie dimore come la “Villa Iovis”a Capri, la
villa a Sperlonga ed una grotta sempre a Sperlonga:
Piantina del complesso della Villa Iovis
Resti della villa di Tiberio a
Sperlonga. Costruita in epoca
repubblicana.
L’ingresso alla grotta di Tiberio a
Sperlonga.
13. Poi Tiberio lasciò Capri, come aveva già fatto in precedenza, forse con l'idea di rientrare
finalmente in Roma per trascorrervi i suoi ultimi giorni; intimorito però dalle reazioni che il
popolo avrebbe avuto, si fermò a sole sette miglia dall'Urbe, e decise di tornare indietro verso
la Campania. Qui fu colto da malore e trasportato a Miseno dove cadde in uno stato di
delirio e fu creduto morto. Mentre molti già si apprestavano a festeggiare l'ascesa di Caligola,
Tiberio si riprese ancora una volta, suscitando scompiglio tra coloro che avevano già
acclamato il nuovo imperatore; il prefetto Macrone, tuttavia, mantenendo la lucidità, ordinò
che Tiberio fosse soffocato tra le coperte e così morì all'età di settantasette anni.
Morte di Tiberio,
Jean Paul Laurens.
14. La plebe romana reagì con grande gioia alla notizia della morte di Tiberio. Molti monumenti
che celebravano le imprese dell'imperatore furono distrutti, così come numerose statue che
lo raffiguravano. In molti tentarono di far cremare il corpo di Tiberio a Miseno, ma fu
comunque possibile trasportarlo a Roma, dove fu cremato nel Campo Marzio e sepolto nel
Mausoleo di Augusto.
Il mausoleo di Augusto che
raccolse le ceneri di tutti gli
imperatori e famigliari della
dinastia giulio-claudia.
Mentre l'imperatore defunto riceveva queste modeste onoranze funebri, Caligola era già stato
acclamato princeps dal senato.
15. CONCLUSIONE
"Eccellente condottiero ed ottimo amministratore, Tiberio cerca di consolidare l'impero piuttosto
che ampliarlo. E' senza dubbio un grande sovrano la cui cattiva fama, specie quella relativa alle
dissolutezze a cui si sarebbe abbandonato negli ultimi anni della sua vita, dipende in gran parte
dai cronisti dell'epoca"
Tiberio non si distinse mai per nessuna tendenza al rinnovamento. Durante il suo regno
dimostrò, anzi, un rigido rispetto per la tradizione augustea, cercando di osservare tutte le
istruzioni di Augusto. Suo scopo era quello di salvaguardare l'Impero, assicurandone la
tranquillità interna ed esterna, oltre a consolidare il nuovo ordinamento. Tiberio risultò
eccellente nella gestione finanziaria, tanto da lasciare alla sua morte un avanzo memorabile nelle
casse dello stato Riguardo alla politica estera Tiberio mantenne e consolidò la barriera contro i
Germani lungo il Reno. Tiberio fu duramente criticato dagli storici antichi, ma la sua figura è
stata rivalutata dalla storiografia moderna come quella di un politico abile e attento.
L’esame della sua opera, mettendo in luce virtù e difetti, meriti e colpe,
conduce ad un giudizio nettamente positivo per l’amministrazione
dell’Impero, parzialmente negativo per l’uomo, come capo della sua famiglia
e depositario dell’idea del Principato.
Nell'amministrazione delle provincie aveva fatto sentire la sua mano forte,
ma senza essere oppressivo.
In Tiberio si salva, in ogni caso, l’onestà che lo porta ad essere considerato
come uno dei migliori Imperatori.
Incoronazione di spine, opera di Tiziano(conservata
a Parigi, museo del Louvre). A destra, in alto, è
visibile il busto di Tiberio e l'iscrizione TIBERIVS
CAESAR, a memoria del fatto che l'arresto e la
crocifissione di Gesù avvennero sotto il regno
dell'imperatore.
16. La Curia Iulia era l'antica sede del senato, posta al
culmine del Foro Romano. Si tratta di un grande edificio in
mattoni posto all'angolo tra l‘Argileto(la strada che la
separa dalla basilica Emilia) e il Comizio.
Come Augusto, fu rispettoso delle prerogative del Senato. Proprio all'inizio del suo
Principato l'importanza del Senato fu accresciuta da un importante cambiamento,
cioè dal completo trasferimento delle funzioni elettive dal popolo al Senato, che
diventava corpo elettorale. Tiberio non fu l'autore di questo cambiamento, ma,
semplicemente, realizzò un progetto che Augusto aveva formulato e lasciato
scritto. Da allora in poi il Senato divenne l'unico organismo elettorale, mentre il
popolo chiaramente non aveva voce in capitolo. Questa fu una delle ragioni per cui,
fin dall'inizio, presso le classi umili, la figura dell'Imperatore apparve sotto una
cattiva luce. Durante tutto il suo Principato, Tiberio si comportò con il Senato con
gran deferenza e rispetto, consultandolo spesso, anche su questioni minori. Fu,
comunque, deluso dall’apatia e dall’incapacità di un Senato che non raccolse i suoi
stimoli.
17. Caligola
Gaio Giulio Cesare Germanico meglio conosciuto
come Caligola(da “caliga”, particolare tipo di calzari
che usava indossare), era figlio di Agrippina Maggiore
e di Germanico (adottato da Tiberio).
Fu il terzo imperatore romano, appartenente alla
dinastia giulio-claudia, e regnò dal 37 al 41. Le fonti
storiche pervenute lo hanno reso noto per la sua
stravaganza, eccentricità e depravazione. L'esiguità
delle fonti fa comunque di Caligola il meno
conosciuto di tutti gli imperatori della dinastia.
Si tratta di un personaggio discusso, molto popolare
fra la gente romana ma politicamente avverso alla
classe sociale e al ceto dal quale provenivano gli
storiografi.
Fronte
Retro
Asse di Caligola
in bronzo
18. Da ragazzo accompagnava i genitori nelle spedizioni militari in
Germania dove usava indossare la Caliga cioè una particolare calzatura
da cui il soprannome "Caligola", datogli dai soldati.
Piede in marmo
Caliga
19. Caligola salì al potere con l'appoggio di tutti: Senato, esercito e popolo. Le ragioni di questa approvazione
sono varie: la sua giovane età, la popolarità del padre, l'infanzia trascorsa negli accampamenti, la parentela
sia con Augusto che con Marco Antonio e la sua devozione verso i familiari.
Si pensava che Caligola avrebbe proseguito la politica del padre, Germanico, ma non fu così. Il breve impero
di Caligola fu caratterizzato da una serie di massacri nei confronti degli oppositori interni e da atti che
tendevano a una continua umiliazione della classe senatoria.
Si dice che aveva frequenti attacchi d'ira e veniva definito “pazzo”.
Caligola adottò una politica di assolutismo monarchico, voleva diventare un sovrano cui si rendevano onori
divini sul modello delle monarchie orientali, esasperando il noto processo di divinizzazione degli imperatori
defunti. Egli si rese popolarissimo e pretese che gli venisse eretto un tempio.
Stando alle fonti, Caligola, al culmine del suo regno, avrebbe voluto essere proclamato dio. Potrebbe trattarsi
dell'ennesima manifestazione della sua follia, oppure di una subdola politica per aumentare il suo potere
presso i popoli ellenici, abituati da tempo a considerare il loro sovrano una divinità. Insomma, il tentativo
religioso di un principe giovane di mantenere il potere con tutti i mezzi. Questo però provocò scontento a
molte popolazioni.
A differenza di altri imperatori che mantenevano legami con la parte occidentale dell’ impero, egli mirò
sensibilmente verso oriente, verso una forma di potere assoluto a quel tempo ancora sconosciuto in Italia.
Morte: Caligola morì assassinato in una congiura di Pretoriani nel 41. Insieme a lui persero la vita sua
moglie e la loro bambina, che fu schiacciata brutalmente contro un muro. A lui succedette lo zio Claudio.
Asse di Caligola
Quando il padre morì lasciò la Germania e tornò con la madre in Italia.
L'imperatore Tiberio volle Caligola con lui nel 31, anno in cui divenne Pontifex
(sacerdote). Alla morte di Tiberio il Senato ne annullò il testamento, che lasciava
la guida dell'impero a Caligola e a Tiberio Gemello, nipote del defunto
imperatore, sostenendo che al momento della stesura Tiberio fosse insano di
mente e proclamò Imperator Caligola nel37. Il nuovo imperatore, per evitare
problemi adottò Tiberio Gemello nominandolo suo erede. Ma successivamente,
per evitare comunque che Tiberio Gemello reclamasse la co-reggenza che gli
spettava, lo fece uccidere o lo indusse al suicidio.
20. Moneta di Claudio
raffigurante Nerone
Claudio(10 a.C. – 54)
Fu il quarto imperatore romano(41-54) della dinastia giulio-
claudia, ed il primo a nascere fuori dall’ Italia(Lugdunum, in
Francia). Figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era
considerato dai suoi contemporanei come un candidato
improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in
considerazione di una qualche infermità da cui era affetto.
Ma alla morte di Caligola, Claudio divenne imperatore in
quanto unico maschio adulto della dinastia.
Malgrado la mancanza di esperienza politica egli dimostrò
notevoli qualità: fu un abile amministratore, un grande
patrono dell'edilizia pubblica, espansionista in politica
estera e un instancabile legislatore, che presiedeva
personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti
editti in un giorno. Tuttavia, la sua posizione era resa poco
sicura dall'opposizione della nobiltà, cosa che condusse
Claudio a mettere a morte molti senatori.
21. La madre di Claudio,Antonia Minore, la quale non aveva una buona
opinione del figlio, che riteneva un mostro e uno stupido
Claudio era un giovane membro della più importante famiglia di Roma che fu tenuto lontano
dalla vista del popolo fino all’ età di 47 anni, quando tenne il consolato assieme al nipote
Caligola. La ragione di ciò risiede nel fatto che Claudio era nato con dei difetti fisici in una
società, come quella romana, che disprezzava la debolezza: i membri della sua famiglia
ritenevano che il suo essere costantemente ammalato, il suo sbavare e la sua balbuzie fossero
un sintomo di debolezza mentale. Inoltre, poiché la famiglia riteneva che la sua condizione
dipendesse da una mancanza di volontà, venne tenuto sotto la tutela di un precettore ben
oltre la maggiore età, come avveniva per le donne; Claudio stesso si lamentò del fatto che gli
gli fosse stato come precettore «un barbaro, un ex-ispettore delle stalle»,
il cui compito era di impartirgli una dura disciplina. Il giudizio dei suoi
parenti non era certo lusinghiero:
L’imperatore, al contrario, si disse sorpreso dalle capacità oratorie del nipote, ma comunque
non gli diede nessun incarico pubblico, né lo inserì tra gli eredi principali nel proprio
testamento, lasciandogli appena dei soldi alla propria morte. Se la sua famiglia non perdeva
occasione per dimostrare di non averne grande stima, il popolo romano, al contrario, pare lo
tenesse in una qualche considerazione.
Di fronte a tutte queste critiche, Claudio rinunciò a qualunque aspirazione di carriera
politica, dedicandosi ai suoi studi di storia.
22. Proclamazione di Claudio imperatore,
di Lawrence Alma-Tadema; Claudio fu
trovato nascosto dietro una tenda dai
pretoriani, che lo nominarono
imperatore.
Ascesa al potere (37-41)
Sotto Caligola, figlio di suo fratello Germanico, Claudio ottenne il
consolato per due mesi come collega del nipote.
Una volta compiuti i 50 anni, egli fu destinato a diventare il nuovo
imperatore di Roma.
23. Carattere del principato di Claudio (41-54)
Claudio si propose di essere un buon governante e, sotto molti aspetti, vi riuscì. Egli seppe, infatti,
scegliere validi collaboratori ed imporre le proprie linee politiche. Per prima cosa rafforzò la sua posizione
pacificando i vari partiti interni al senato, cancellando la memoria del regno di suo nipote Caligola e
richiamando gli esiliati con un'amnistia generale. Si dimostrò pronto a tornare al principato di Augusto .
Soppresse i processi per tradimento in senato e si guadagnò popolarità con l'abolizione delle nuove tasse
imposte da Caligola e con la concessione di gare e spettacoli. Il governo di Claudio dimostrò una certa
avvedutezza: egli condannò gli uccisori di Caligola solo perché servisse da esempio, ricompensò i
pretoriani che lo avevano eletto, ampliò il porto di Ostia, costruì un nuovo acquedotto, bonificò diverse
zone, sostituì i governatori delle province, che spesso diffidavano dalle sue direttive, con i suoi liberti e
conquistò la parte sud della Britannia. Fu però rovinato dalle donne che sposò.
Rapporto con il Senato
Si mostrò inoltre rispettoso del Senato e dei magistrati partecipando attivamente alle sue sedute. La
presenza alle riunioni era rigorosamente obbligatoria per i membri del senato e l'assenteismo punito.
Claudio infatti voleva accattivarsi le simpatie del Senato. Egli, infatti, tentò di stabilire una sincera
collaborazione con quest'organo istituzionale, secondo le linee della politica di Augusto, facendo un uso
frequente di Senatus consulta e difendendo la posizione sociale dei senatori, riservando
Cammeo
dell'imperatore Claudio
loro i posti migliori. Restituì, pertanto, al senato l'Acaia e la Macedonia. Spartì le
province acquisite durante il suo principato fra gli ordini equestre e senatorio.
Claudio rivide l'intera lista senatoria, eliminando quei membri inadatti ed
introducendo solo uomini che avessero maturato meriti anche in provincia,
poiché voleva che il senato fosse formato dalle migliori menti dell'impero.
25. Opere pubbliche
Ultimò la costruzione di due acquedotti e ne restaurò anche un terzo.
Diede un grande impulso alla costruzione di strade e canali in Italia e nelle
province. Poi costruì un canale navigabile sul Tevere . Infine bonificò la piana del
Fucino nell'Italia centrale attraverso lo scavo di un emissario che faceva defluire le
acque del lago nel fiume Liri però quest’ opera fu ridicolizzata, perché il progetto
fu sbagliato per ben due volte .
Porto di Claudio
26. Titolatura imperiale
I.Assunse al momento dell'ascesa al trono il pontificato
massimo;
II.La tribunicia potestas, che gli offriva la facoltà di opporsi alle
decisioni del Senato, controllandone la politica;
III.Poi gli venne conferito il titolo di Pater Patriae, "padre della
patria";
IV.Tenne il consolato per cinque volte;
V.Per i suoi successi militari ricevette il titolo Imperator per 27
volte, onore mai più ricevuto da nessun imperatore fino a
Costantino I
27. Morte (54)
Nonostante i suoi difetti dimostrò capacità e temperamento e coprì il ruolo meglio
di altri. Morì nel 54 improvvisamente, dopo aver mangiato un piatto di funghi.
Non è difficile pensare che sia stato avvelenato da Agrippina, anche se era ormai
sicura della successione di Nerone. Ella potrebbe aver desiderato vedere il figlio sul
trono mentre era ancora abbastanza giovane per seguire i suoi consigli e le sue
volontà.
Morto Claudio, Agrippina e Nerone si preoccuparono di far sparire anche
Britannico, figlio naturale di Claudio e aspirante al trono; questo evento testimonia
l'implicazione di Agrippina nella morte dell'imperatore. L'augusta, però, dedicò
sul Celio il tempio del Divo Claudio al defunto marito.
La fama di Claudio presso gli storici antichi non fu certo positiva, al contrario tra i
moderni molte delle sue opere furono rivalutate.
28. Asse di Nerone,
raffigurante
l‘ Ara pacis.
Nerone (37 – 68)
Fu il quinto ed ultimo imperatore della
dinastia giulio-claudia e governò dal 54
alla sua morte, avvenuta all'età di 30
anni. Nacque da Agrippina Minore
(sorella di Caligola)e Gneo Domizio
Enobarbo(appartenente a una stirpe
considerata di "nobiltà plebea" ovvero
recente).
29. Il principato….. primi anni
Quando la madre lo pose sul trono Nerone aveva 17 anni. Per i primi 5 anni
furono la madre Agrippina, Seneca e Burro ad avere la gestione dell’impero.
Nerone intorno al 60 prese in mano le redini del potere, ripudiò la moglie e
uccise la madre, e iniziò una serie di riforme che andavano incontro
all’esigenze delle province e dei ceti meno abbienti, ma che erano
completamente improvvisate. Dopo un inizio promettente, Nerone prese a
limitare il potere dei senatori e si avviò a un esercizio sempre più dispotico
della sua autorità. Il suo principato fu quello più ricco di scandali:
Il primo scandalo del regno di Nerone coincise col suo primo matrimonio,
considerato incestuoso, con la sorellastra Claudia Ottavia, figlia di Claudio;
Nerone uccise Britannico, figlio legittimo di Claudio poiché, essendo il
futuro erede, rappresentava una minaccia;
Nerone uccise anche la madre Agrippina perché stava organizzando una
congiura contro di lui;
30. Il principato….. primi anni
Impose a Seneca il suicidio e si fidò di Tigellino, condannando a morte tanti
senatori e patrizi di morte
Allo scoppio del grande incendio di Roma nel 64, l'imperatore si trovava ad
Anzio, ma raggiunse immediatamente l'Urbe per conoscere l'entità del pericolo e
decidere le contromisure. Sebbene avesse organizzato in modo efficiente i soccorsi,
venne accusato di aver provocato egli stesso l'incendio, di cui furono poi incolpati i
Cristiani di Roma, dando inizio ad una poderosa persecuzione, mettendo a morte
moltissimi cristiani.
31. Opere pubbliche
Nerone, oltre alla famosa ricostruzione di Roma a seguito dell'incendio, intraprese altre
opere pubbliche tra cui due imprese sovrumane iniziate, ma mai completate: il taglio
dell'istmo di Corinto e un canale lungo la costa dall'Averno a Roma.
La prima opera, già tentata in precedenza da molti sembrava non portare fortuna a chi la
intraprendeva, tutti morti in modo violento. Gli scavi si interruppero con la morte
dell'ideatore.
Il canale dall'Averno a Roma (lungo 250 km)non fu mai completato a causa degli infiniti
problemi tecnici.
32. Cammeo dell'Imperatore
Nerone in vesti apollinee
Morte e sepoltura
Quando Nerone fece ritorno a Roma, dovette subire le ribellioni di tutti… come
Gaio Giulio Vindice, governatore della Gallia Lugdunense, il generale governatore
nelle province ispaniche dichiarò la sua fedeltà al Senato ed al popolo romano,
non riconoscendo più l'autorità di Nerone, che gli aveva ordinato di suicidarsi. Si
ribellò anche il comandante della III legione Augusta in Africa, bloccando la
fornitura di grano per la città di Roma. Anche i pretoriani si ribellarono a Nerone.
Infine il Senato lo depose e Nerone si suicidò nel 68, si dice, aiutato da una
schiava. Venne sepolto in un'urna di porfido, sormontata da un altare di marmo,
collocata nel Sepolcro dei Domizi.Con la sua morte terminò la dinastia giulio-
claudia.
33. Tra le donne più discusse del periodo imperiale ci fu la seconda moglie di Nerone,
Sabina Poppea.
Fu potente e tramò per assecondare le manie del marito.
Sabina Poppea
34. .
Politica
estera
Mantenimento
dei confini
stabiliti da
Ottaviano
Politica
interventista e
aggressiva
Controllo
della spesa
pubblica
Provvedimenti
propagandistici
molto costosi
Monarchia
assolutistica di
stampo
ellenistico
Progetto di
monarchia
illuminata
Promozione di
opere
pubbliche
Nerone
Concezione del
potere e politica
interna
Politica
economica
Claudio
Tiberio
•Caligola
•Nerone
•Tiberio
•Claudio
Claudio
•Caligola
•Nerone