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News 19/SA/2014 
Lunedì,8 settembre 2014 
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi 
Salmonella in kebab dalla Germania, Norovirus in vongole vietnamite 
Durante la scorsa settimana il sistema di allerta rapido comunitario per alimenti e 
mangimi ha diffuso 64 segnalazioni, di cui 6 inviate dall’Italia. 
Le sei notifiche inviate dal Ministero della Salute comprendono una segnalazione di 
allarme, tre respingimenti alla frontiera una notifica di informazione e una notifica di 
follow-up. 
L’allerta riguarda la presenza di Salmonella in kebab surgelato proveniente dalla 
Germania. Da rilevare che dall’inizio dell’anno sono 515 le notifiche del sistema di 
allerta comunitario riguardanti microrganismi patogeni, e la Germania è proprio il 
Paese che ha subito più notifiche (69), seguono Brasile (58), Polonia (48), Paesi Bassi 
(47) e Francia (46). L’ Italia è al sesto posto con 31 notifiche subite tallonata dal 
Vietnam (30) e dall’India (29). 
I respingimenti alla frontiera effettuati dalle autorità italiane riguardano invece un 
lotto di vongole varietà Meretrix lyrata provenienti dal Vietnam nelle quali è stata 
rilevata la presenza di Norovirus, migrazione di formaldeide e melamina da tavole in 
melamina e rivestimento esterno difettoso per coltelli da cucina di provenienza 
cinese. 
La prima notifica di informazione (che non implica un intervento urgente ) riguarda 
la presenza di Salmonella spp. in farina di soia importata dall’Argentina destinata 
alla produzione di mangime per animali, mentre la seconda, una notifica di follow-up 
(notifica concernente informazioni supplementari rispetto ad una notifica 
originale) fa riferimento al rilevamento di Tossina di Shiga generata dal batterio
Escherichia coli in prodotto a base di carne di cervo surgelato proveniente dalla 
Germania. 
Fonte:sicurezzaalimentare.it 
India e Cina in testa alla classifica delle violazioni sulla sicurezza alimentare. I casi 
più frequenti riguardano pesticidi, agenti patogeni e igiene. 
Nel 2013 sono state 3.400 le violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare, 
riguardanti i prodotti esportati da 117 paesi. È quanto riporta una ricerca condotta 
dalla compagnia Food Sentry, sulla base di dati governativi e analisi di laboratorio. I 
dieci paesi in cui è stato accertato il maggior numero di violazioni sono, nell’ordine: 
India con 380, Cina con 340, Messico con 260, Francia con 190, Stati Uniti con 180, 
Vietnam, Brasile, Repubblica Dominicana, Turchia e Spagna. 
Tutti questi paesi sono grandi esportatori di prodotti alimentari e quindi i lotti spediti 
all’estero sono spesso oggetto di controlli da parte dei paesi importatori. I casi di 
violazioni più frequenti riguardano la presenza illegale o eccessiva da pesticidi; ne 
sono stati identificati più di 135 oltre a numerosi altri non specificati. 
Altri fattori ricorrenti sono la contaminazione da agenti patogeni (22%), scarsa 
igiene e condizioni insalubri (15,7%), eccessiva contaminazione da micotossine 
(10,2%), contaminazione oltre i limiti o illegale da additivi chimici (4,5%), eccessiva 
presenza di metalli tossici (3,4%) o di antibiotici (2,2%). 
Le violazioni più ricorrenti riguardano pesticidi, agenti patogeni e sporcizia 
Il 23,5% delle violazioni ha riguardato i frutti di mare, il 20% la verdura, il 13,8% la 
frutta, l’8,9% erbe e spezie, il 7,5% latticini, il 7,1% cereali, il 7% carne e il 6,5% noci e 
semi. 
Food Sentry sottolinea che nessun paese controlla più del 50% del cibo importato e 
la maggior parte ne ispeziona decisamente meno. La stragrande maggioranza dei 
prodotti importati non viene controllata. Gli Stati Uniti, ad esempio, effettuano 
verifiche su meno del due per cento degli alimenti . 
Fonte:ilfattoalimentare.it
L’Autorità Europea per la “Sicurezza Alimentare” dice sì al Mais Transgenico 
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha respinto la richiesta della 
Francia di vietare, con una misura d’urgenza, la coltivazione del mais 
geneticamente modificato in Europa. Gli esperti di Parma sostengono che le 
argomentazioni addotte dal paese transalpino e la documentazione fornita non 
contengono nuove informazioni sui rischi per la salute umana, animale o per 
l’ambiente. L’Efsa ritiene ancora valida la valutazione effettuata nel 2009, che 
aveva determinato parere favorevole 
Fonte:http://www.ilnord.it 
Sicurezza Alimentare: un nuovo metodo di tracciabilità dei prodotti 
Arriva un nuovo metodo di tracciabilità ai mosti ottenuti da vitigni di Glera di dieci 
aziende vitivinicole nell'area di produzione del Prosecco Doc del Veneto. In un 
periodo in cui la sicurezza alimentare e la tracciabilità del prodotto sono tra le 
priorità per la salute dei cittadini, alcuni esperti, coordinati dal il professore Riccardo 
Petrini del Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa, hanno studiato, 
per ben tre vendemmie consecutive, dal 2011 al 2013, innovativi metodi di 
tracciabilità. 
Il gruppo di ricerca delle aziende viticole coinvolte è stato il primo ad applicare sul 
campo la sistematica isotopica dello stronzio (Sr) al riconoscimento delle zone di 
produzione del Prosecco. L'elemento chimico Sr è affine al calcio nel sistema 
acqua-suolo-pianta, e l'analisi della distribuzione dei suoi isotopi, attraverso la misura 
delle loro abbondanze nei suoli, uva e prodotti della vinificazione, si è dimostrato un 
tracciante efficace ed innovativo per la definizione della zona di origine dei prodotti 
vitivinicoli in particolare ed agroalimentari in generale. 
Il progetto per la tutela e la valorizzazione del vino Prosecco nell'area Doc Veneto 
coordinato dall'Ateneo pisano è stato finanziato da Veneto Agricoltura in 
collaborazione con un consorzio di dieci aziende produttrici della zona del Prosecco 
Doc del Veneto. 
‘Nell'ambito della commercializzazione di prodotti enologici, la domanda di 
mercato per il Prosecco è in progressivo e costante aumento a livello internazionale, 
con un consumo superiore a un miliardo di bottiglie vendute negli ultimi dieci anni - 
ha concluso Riccardo Petrini - dunque la sua tracciabilità ha particolare rilevanza 
poiché la certificazione della zona geografica di provenienza è tra i principali 
parametri che ne determinano il valore’. 
Fonte:ecoseven.it

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  • 1. News 19/SA/2014 Lunedì,8 settembre 2014 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Salmonella in kebab dalla Germania, Norovirus in vongole vietnamite Durante la scorsa settimana il sistema di allerta rapido comunitario per alimenti e mangimi ha diffuso 64 segnalazioni, di cui 6 inviate dall’Italia. Le sei notifiche inviate dal Ministero della Salute comprendono una segnalazione di allarme, tre respingimenti alla frontiera una notifica di informazione e una notifica di follow-up. L’allerta riguarda la presenza di Salmonella in kebab surgelato proveniente dalla Germania. Da rilevare che dall’inizio dell’anno sono 515 le notifiche del sistema di allerta comunitario riguardanti microrganismi patogeni, e la Germania è proprio il Paese che ha subito più notifiche (69), seguono Brasile (58), Polonia (48), Paesi Bassi (47) e Francia (46). L’ Italia è al sesto posto con 31 notifiche subite tallonata dal Vietnam (30) e dall’India (29). I respingimenti alla frontiera effettuati dalle autorità italiane riguardano invece un lotto di vongole varietà Meretrix lyrata provenienti dal Vietnam nelle quali è stata rilevata la presenza di Norovirus, migrazione di formaldeide e melamina da tavole in melamina e rivestimento esterno difettoso per coltelli da cucina di provenienza cinese. La prima notifica di informazione (che non implica un intervento urgente ) riguarda la presenza di Salmonella spp. in farina di soia importata dall’Argentina destinata alla produzione di mangime per animali, mentre la seconda, una notifica di follow-up (notifica concernente informazioni supplementari rispetto ad una notifica originale) fa riferimento al rilevamento di Tossina di Shiga generata dal batterio
  • 2. Escherichia coli in prodotto a base di carne di cervo surgelato proveniente dalla Germania. Fonte:sicurezzaalimentare.it India e Cina in testa alla classifica delle violazioni sulla sicurezza alimentare. I casi più frequenti riguardano pesticidi, agenti patogeni e igiene. Nel 2013 sono state 3.400 le violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare, riguardanti i prodotti esportati da 117 paesi. È quanto riporta una ricerca condotta dalla compagnia Food Sentry, sulla base di dati governativi e analisi di laboratorio. I dieci paesi in cui è stato accertato il maggior numero di violazioni sono, nell’ordine: India con 380, Cina con 340, Messico con 260, Francia con 190, Stati Uniti con 180, Vietnam, Brasile, Repubblica Dominicana, Turchia e Spagna. Tutti questi paesi sono grandi esportatori di prodotti alimentari e quindi i lotti spediti all’estero sono spesso oggetto di controlli da parte dei paesi importatori. I casi di violazioni più frequenti riguardano la presenza illegale o eccessiva da pesticidi; ne sono stati identificati più di 135 oltre a numerosi altri non specificati. Altri fattori ricorrenti sono la contaminazione da agenti patogeni (22%), scarsa igiene e condizioni insalubri (15,7%), eccessiva contaminazione da micotossine (10,2%), contaminazione oltre i limiti o illegale da additivi chimici (4,5%), eccessiva presenza di metalli tossici (3,4%) o di antibiotici (2,2%). Le violazioni più ricorrenti riguardano pesticidi, agenti patogeni e sporcizia Il 23,5% delle violazioni ha riguardato i frutti di mare, il 20% la verdura, il 13,8% la frutta, l’8,9% erbe e spezie, il 7,5% latticini, il 7,1% cereali, il 7% carne e il 6,5% noci e semi. Food Sentry sottolinea che nessun paese controlla più del 50% del cibo importato e la maggior parte ne ispeziona decisamente meno. La stragrande maggioranza dei prodotti importati non viene controllata. Gli Stati Uniti, ad esempio, effettuano verifiche su meno del due per cento degli alimenti . Fonte:ilfattoalimentare.it
  • 3. L’Autorità Europea per la “Sicurezza Alimentare” dice sì al Mais Transgenico L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha respinto la richiesta della Francia di vietare, con una misura d’urgenza, la coltivazione del mais geneticamente modificato in Europa. Gli esperti di Parma sostengono che le argomentazioni addotte dal paese transalpino e la documentazione fornita non contengono nuove informazioni sui rischi per la salute umana, animale o per l’ambiente. L’Efsa ritiene ancora valida la valutazione effettuata nel 2009, che aveva determinato parere favorevole Fonte:http://www.ilnord.it Sicurezza Alimentare: un nuovo metodo di tracciabilità dei prodotti Arriva un nuovo metodo di tracciabilità ai mosti ottenuti da vitigni di Glera di dieci aziende vitivinicole nell'area di produzione del Prosecco Doc del Veneto. In un periodo in cui la sicurezza alimentare e la tracciabilità del prodotto sono tra le priorità per la salute dei cittadini, alcuni esperti, coordinati dal il professore Riccardo Petrini del Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa, hanno studiato, per ben tre vendemmie consecutive, dal 2011 al 2013, innovativi metodi di tracciabilità. Il gruppo di ricerca delle aziende viticole coinvolte è stato il primo ad applicare sul campo la sistematica isotopica dello stronzio (Sr) al riconoscimento delle zone di produzione del Prosecco. L'elemento chimico Sr è affine al calcio nel sistema acqua-suolo-pianta, e l'analisi della distribuzione dei suoi isotopi, attraverso la misura delle loro abbondanze nei suoli, uva e prodotti della vinificazione, si è dimostrato un tracciante efficace ed innovativo per la definizione della zona di origine dei prodotti vitivinicoli in particolare ed agroalimentari in generale. Il progetto per la tutela e la valorizzazione del vino Prosecco nell'area Doc Veneto coordinato dall'Ateneo pisano è stato finanziato da Veneto Agricoltura in collaborazione con un consorzio di dieci aziende produttrici della zona del Prosecco Doc del Veneto. ‘Nell'ambito della commercializzazione di prodotti enologici, la domanda di mercato per il Prosecco è in progressivo e costante aumento a livello internazionale, con un consumo superiore a un miliardo di bottiglie vendute negli ultimi dieci anni - ha concluso Riccardo Petrini - dunque la sua tracciabilità ha particolare rilevanza poiché la certificazione della zona geografica di provenienza è tra i principali parametri che ne determinano il valore’. Fonte:ecoseven.it