CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
Castel del piano istituto comprensivo vannini lazzaretti
1. Documentazione delle Unità di competenza
contenute nel progetto:
“Non ci sono più le stagioni di una volta”
Istituto Comprensivo “Vannini-Lazzaretti
Castel del Piano - GR
Destinatari:
Scuola primaria di Castel del Piano – classi 4°A / 4°B
Scuola primaria di Arcidosso – classi 5°A / 5°B
3. Il percorso didattico è stato costruito dalle insegnanti
dell’area scientifica delle 2 classi quarte, in modo
trasversale, coinvolgendo le discipline di scienze, geografia
e matematica. Nel progetto sono stati affrontati gli
argomenti inseriti nella programmazione didattica annuale
delle classi, offrendo l’occasione di ampi approfondimenti
delle varie tematiche sul clima.
4.
5.
6. Siamo partiti con l’osservazione del tempo nel nostro
paese, registrando quotidianamente temperatura e la
situazione meteorologica.
Alla fine del mese di maggio
abbiamo fatto le medie delle
temperature e i relativi grafici
8. Ma il clima dove sta di casa?
Qui è sorta l’esigenza di capire
alcuni concetti fondamentali,
quali l’atmosfera e i suoi strati e le
caratteristiche dell’aria.
12. L’aria era più
pulita
Il territorio
era rispettato
Tutti
sporcavano
meno
L’uomo era più
semplice e attento
Le stagioni erano più
vere
Si consumavano
cibi locali (pochi e
poveri)
L’Amiata era una realtà semplice, dove il tempo era scandito dal
passare delle stagioni (nei cibi, nel vestiario e nei lavori dell’uomo),
oggi abbiamo di tutto, ma il clima e il territorio sono cambiati anche
nella nostra piccola realtà amiatina!
Lavoro di gruppo svolto alla L.I.M., per
riassumere tutti i risultati delle interviste
individuali fatte ai nonni e ai bisnonni su:
“come erano le stagioni e come si viveva
nel nostro paese”. Ha previsto uso dello
scanner e inserimenti di caselle di testo
con didascalie riassuntive, naturalmente
affiancati da una docente.
13. Le insegnanti dell’area scientifica delle
classi 4^ A e B, hanno valutato il progetto
sui cambiamenti climatici utilizzando due
momenti particolari del percorso. Il primo è
stato la visita al centro funzionale LAMMA di
Pisa, 1° aprile 2015, che ha offerto spunti di
conversazione, elaborazione e riflessione e
ha consentito di valutare le conoscenze
acquisite da ogni alunno attraverso gli
interventi e la partecipazione dimostrata
durante la visita.
14. La valutazione e la verifica finali si sono
concretizzati il 29 maggio 2015 con la
drammatizzazione “Che aria tira?” che ha
avuto come tema i cambiamenti climatici e i
comportamenti dell’uomo che li influenzano.
Gli alunni hanno partecipato a tutte le fasi
del progetto con molto interesse ed
entusiasmo; tra i risultati finali i bambini
hanno realizzato un librino individuale che
raccoglie i vari argomenti trattati, di cui
abbiamo allegato alcune parti.
15. Documentazione dell'Unità di
competenza:
Istituto scolastico:
Vannini- Lazzaretti
Castel del piano
Plesso: Arcidosso
Destinatari:
Scuola Primaria- classi V A-B
Ore dedicate al percorso:100 h circa
Insegnante referente: Chiara Bianciardi
Insegnanti:Lucia Iazzetta- Rossana Lanti- Enrica Rosari
16. Descrizione della genesi del percorso didattico
Dopo avere seguito il corso sui cambiamenti climatici nello
scorso anno scolastico, con le mie colleghe abbiamo deciso
di trattare l’argomento in classe, legandolo alla conoscenza
del nostro territorio: il monte Amiata.
È nato così un progetto interdisciplinare di durata biennale
che ha coinvolto 28 bambini delle classi V A e V B della
scuola primaria di Arcidosso, dal titolo: “MONS AD MEATA”,
ossia “il monte delle sorgenti”, che, secondo alcuni,
sarebbe il significato etimologico dell’Amiata.
Ci siamo avvalsi dell’aiuto di uno storico locale che, con
competenza, ci ha fatto dono del suo tempo e ci ha guidato alla
scoperta delle ricchezze naturali del nostro territorio, in particolare
della risorsa acqua, evidenziando le criticità dovute all’aggressivo
impatto umano.
17. L’emergenza ambientale che viviamo spinge in primo luogo la
scuola a sensibilizzare e a responsabilizzare le giovani
generazioni ad un etico rapporto con l’ambiente. La
conoscenza di esso e delle istanze di salvaguardia hanno
didatticamente valenze formative e devono contribuire alla
formazione della persona, allo sviluppo intellettivo, al senso di
appartenenza, all’impegno sociale, quindi alla cittadinanza
attiva, alle scelte responsabili.
Fine ultimo del progetto è stato quello di avviare una
problematica che, partendo dal particolare, aprisse gli
occhi sull’universale problema ambientale che coinvolge
con urgenza tutto il genere umano, ancora troppo sordo e
indifferente.
18. Competenze trasversali attese:
Imparare a imparare
Imparare a fare
Imparare a lavorare insieme
Imparare a essere
Sviluppare una coscienza critica e positiva
Valutare l’ecosostenibilità dei propri comportamenti e
saperli cambiare alla luce di quanto appreso.
19. Descrizione del percorso didattico, dove siano
chiaramente individuabili lo sviluppo concettuale e
l’approccio metodologico
Monte Amiata: per gli antichi mons ad meata,ossia monte delle
sorgenti. Su questo si è incentrata principalmente la nostra
ricerca: perché questa emblematica denominazione? Un viaggio
alla scoperta della ricchezza idrica locale del passato, con
un’analisi della situazione attuale e uno sguardo sulle previsioni
per il futuro.
20. Con il nostro esperto abbiamo visitato la cascata d’acqua
d’alto e l’acquedotto del Fiora. Le spiegazioni venivano
sintetizzate in classe su mappe concettuali, i bambini hanno
lavorato sempre a classi aperte, divisi per piccoli gruppi.
Gli alunni stessi hanno proposto che, come lavoro finale,
venisse prodotto un libricino riassuntivo su quanto appreso.
Siamo passati quindi alla fase progettuale e i bambini hanno
deciso di dare una forma particolare al loro lavoro:
Il libro sarebbe stato a forma di montagna e sarebbe stato
narrato in prima persona dal monte stesso. Dopo aver fatto
la bozza, il lavoro ha preso la forma che i bambini si
aspettavano:
21.
22. Abbiamo deciso infine di fare una presentazione in
PowerPoint per il giornalino della scuola che ha
particolarmente divertito e coinvolto i bambini.
A coppie hanno curato la preparazione delle diapositive e
si sono divertiti a dare effetti alle immagini.
Il risultato finale:
24. Eccomi qua, mi presento:
sono il monte Amiata!
Una montagna isolata, situata nella
Toscana meridionale, tra le province di Siena
e Grosseto.
Non per vantarmi, ma sono alta 1734 m!
osservate la mia forma…
è abbastanza chiaro noo?
Nella mia vita precedente ero un…
1734m
25. VULCANO
Osservate come mi dovevo
presentare all’interno
tanto tempo fa:
Recenti studi
hanno ipotizzato
almeno 5 eruzioni
principali che
hanno provocato
una
stratificazione di
sedimenti
rocciosi
26. Beh, più o
meno
come tutti i
vulcani!
Camera
magmatica
Cratere
secondarioColata
lavica
Magma in
risalita
Camino vulcanico
Magma
27. Sotto la mia crosta
lavica si trovano
giacimenti di cinabro,
un minerale di colore rossiccio,
da cui si ricava il mercurio.
Nel passato l’estrazione
e la lavorazione di questo
minerale sono state
fondamentali
per l’economia di questa zona.
28. Con il tempo l’attività vulcanica
portò notevoli
modificazioni nella mia
struttura idrogeologica:
nacquero numerose sorgenti,
nuovi corsi d’acqua e bacini naturali.
29. E da questa
di sorgenti, forse, deriva il mio
bel nome: monte Amiata,
MONS AD MEATA, ossia monte
delle sorgenti. Non è un
bellissimo nome? Ne vado molto fiera!
Perché l’acqua è vita, non c’è niente
di più prezioso ed io ne sono una madre
GENEROSA.
30. Fra le mie tante sorgenti, spiccano quella
dell’Ermicciolo, al Vivo d’Orcia, che ci regala
un’acqua leggera e ottima da bere, e quella del
fiume Fiora che disseta buona parte della
nostra provincia
32. Nel fiume Fiora puoi trovare anche molti pesci:
barbi, cavedani e la trota fario
33. Dal bacino acquifero sotterraneo
emergono molte sorgenti termali:
Saturnia, San Filippo,
Bagno Vignoni
Terme di
Saturnia
34. Essendo io un vulcano,
al mio interno presento temperature elevate,
che danno vita al fenomeno dei soffioni
(emissioni di vapore endogeno), soprattutto
nelle zone di Santa Fiora e Piancastagnaio.
35. MA…
gli uomini, come spesso fanno,
mi hanno un po’ maltrattata e non mi
hanno tenuta con la cura che meritavo!
1734m
36. 1734m
Vuoi qualche dato?
Fino al 1970 dalle mie sorgenti
scaturivano
300 milioni di m. cubi di
acqua potabile all’anno!
Circa 1000 litri al secondo!
37. E poi?!
Cosa è successo?
Dopo il 1970 tutte le mie sorgenti
subiscono un impressionante
calo di portata!
Una lieve perdita può essere attribuita ad una
diminuzione delle nevicate e delle piogge e ad
un aumento delle temperature
38. Ma il resto?
Alcuni studi indicano
come primo responsabile lo sfruttamento
geotermico, altri lo negano…
Quindi, cari amiatini, ora tocca a voi! Se, come
credo e spero, saprete curarmi e rispettarmi, io
continuerò a regalarvi sorgenti d’acqua
limpida e pura!
FINE
39. Risultati ottenuti
Il progetto è risultato molto coinvolgente in quanto gli alunni
hanno pianificato il lavoro e realizzato esperienze
significative relativamente ai temi proposti. Il percorso è
stato articolato in modo tale da stimolare l’interesse ad
apprendere e a costruire concetti. Gli alunni si sono
organizzati a piccoli gruppi di lavoro,hanno pianificato le
conoscenze pregresse e nuove (con attività di
brainstorming e mappe concettuali) e hanno progettato la
realizzazione di un libricino “divulgativo”.
40. Durante le lezioni dell’esperto i bambini si sono impegnati a
prendere appunti che hanno ampliato cercando
approfondimenti su vari siti e, successivamente, hanno
rielaborato in mappe concettuali. In tal modo sono pervenuti
alla realizzazione del libricino che è risultato il lavoro di
sintesi del percorso effettuato. Oltre all’acquisizione di
nuove conoscenze relative all’ambiente locale, hanno
compreso che l’argomento acqua è una problematica che
abbraccia l’intera umanità. Hanno quindi raggiunto una
maggiore consapevolezza, cercando di modificare alcuni
loro comportamenti. Il lavoro a gruppi ha infine stimolato la
capacità di organizzare le proprie conoscenze per
contribuire attivamente alla realizzazione di un progetto.