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Commozione	cerebrale	e	OMT:	presentazione	di	un	caso	di	un	
adolescente	
																				Iris Castillo, DO Kimberly Wolf, DO Alexander Rakowsky, MD
da J Am Osteopath Assoc. 2016;116(3):178-181
	
	
La	 commozione	 cerebrale	 capita	 con	 una	 certa	 frequenza	 negli	 adolescenti	 e	 le	
lesioni	 traumatiche	 cerebrali	 sono	 una	 delle	 cause	 che	 conducono	 a	 morte	 e	 a	
disabilità	nei	bambini,	adolescenti	e	giovani	adulti.	Le	raccomandazioni	attuali	per	il	
trattamento	 della	 commozione	 cerebrale	 prevedono	 il	 riposo	 e	 poi	 il	 graduale	
ritorno	all’attività	con	utilizzo	di	farmaci	per	gestire	i	sintomi.	
Comunque,	 la	 ricerca	 ha	 mostrato	 che	 il	 riposo	 rigoroso	 e	 prolungato	 può	 non	
migliorare	i	risultati.	Sebbene	l’80-90%	dei	pazienti	abbia	la	risoluzione	dei	sintomi	
entro	 7-10	 giorni	 dal	 trauma	 iniziale,	 altri	 pazienti,	 approssimativamente	 l’11%	
continua	 ad	 avere	 sintomi	 a	 3	 mesi	 e	 il	 2,3%	 ad	 un	 anno.	 Il	 meccanismo	
fisiopatologico	dei	sintomi	commotivi	prolungati	non	è	ben	chiaro,	e	le	linee	guida	
per	una	corretta	gestione	non	sono	ben	definite.	
Il	 ruolo	 dell’OMT	 nella	 gestione	 delle	 commozioni	 non	 è	 chiaro.	 Di	 certo	 la	
disfunzione	 somatica	 nel	 cranio	 e	 nelle	 altre	 regioni	 colpite	 del	 corpo	 potrebbe	
contribuire	 al	 prolungamento	 dei	 sintomi	 il	 che	 porta	 al	 possibile	 ruolo	 dell’OMT	
nell’aiutare	 i	 pazienti	 a	 riprendersi	 prima.	 Una	 recente	 revisione	 medica
retrospettiva	ne	supporta	l’efficacia	nella	riduzione	del	fardello	di	sintomi	correlati	
alla	commozione	.	
Nella	 nostra	 Clinica	 di	 Medicina	 Manipolativa	 Osteopatica	 (OMM),	 i	 pazienti	
adolescenti	 con	 sintomi	 prolungati	 di	 commozione	 hanno	 avuto	 notevoli	
miglioramenti	dopo	sessioni	regolari	di	OMT.	Noi	descriviamo	il	caso	di	una	paziente	
adolescente	con	sintomi	prolungati	post-commotivi	che	influenzavano	la	sua	qualità	
di	 vita.	 Attraverso	 l’utilizzo	 di	 OMT,	 si	 è	 verificata	 la	 risoluzione	 dei	 sintomi,	
permettendo	la	ripresa	di	tutte	le	attività.	
	
RELAZIONE	DEL	CASO	
Una	ragazza	di	16	anni	con	una	storia	di	trauma	cranico	si	è	presentata	alla	clinica	
OMM	di	un	ospedale	pediatrico	nazionale	inviata	da	un	medico	pediatra	dello	sport.	
Lamentava	mal	di	testa	insorto	dopo	un	recente	trauma	risultato	di	una	collisione	
testa	a	testa,	con	la	forza	di	impatto	diretta	alla	sua	tempia	destra:	il	trauma	risaliva	
a	 5	 settimane	 prima.	 	 Negava	 perdita	 di	 conoscenza	 ma	 riferiva	 un’amnesia	
transitoria	post-traumatica.	Consultava	quindi		un	medico	al	dipartimento	locale	di	
emergenza:	 non	 aveva	 nessun	 segno	 focale	 neurologico	 e	 non	 veniva	 richiesto	
nessun	 esame	 radiologico.	 Veniva	 mandata	 a	 casa	 con	 le	 precauzioni	 	 del	 caso	 e	
rimandata	alla	Clinica	Commotiva	di	Medicina	dello	Sport.	
Dopo	 il	 trauma	 i	 sintomi	 della	 paziente	 avevano	 limitato	 la	 sua	 partecipazione	 a	
scuola	e	nel	gruppo	musicale.	Alla	visita	iniziale	alla	Clinica	dello	Sport	(3	settimane	
dopo	 il	 trauma),	 mostrava	 sintomi	 di	 mal	 di	 testa,	 affaticamento	 e	 labilità	
dell’umore.	 Noi	 usiamo	 un	 CSS	 (punteggio	 sintomi	 da	 commozione)	 modificato	
come	strumento	di	valutazione:	il	suo	punteggio	era	di	53	su	una	scala	da	0	a	144,	
con	 144	 che	 sta	 per	 il	 più	 grave	 mentre	 un	 punteggio	 sopra	 	 10	 è	 clinicamente	
significativo.	
Abbiamo	 anche	 usato	 il	 BESS	 (Sistema	 di	 punteggio	 bilanciato	 di	 Errore)	 per	
determinare	 il	 grado	 di	 disfunzione	 vestibolare.	 Alla	 paziente	 è	 stato	 chiesto	 di	
eseguire	 tecniche	 di	 equilibrio	 mentre	 era	 su	 entrambi	 i	 piedi	 e	 su	 uno	 solo.	 La	
paziente	eseguiva	il	test	su	terreno	solido	e	schiumato,	con	gli	occhi	aperti	e	chiusi.	Il	
preparatore	 atletico	 ha	 rilevato	 che	 il	 punteggio	 della	 paziente	 era	 di	 22	 	 su	 una	
scala	da	0	a	30,	dove	30	è	molto	grave	e	un	punteggio	più	alto	di	12	è	clinicamente	
significativo.	 I	 sintomi	 addizionali	 riferiti	 dalla	 paziente	 includevano	 nausea,	
vertigini,	 sonnolenza,	 fotofobia	 e	 fonofobia,	 instabilità	 emozionale,	
annebbiamento	 mentale,	 problemi	 di	 memoria	 e	 di	 concentrazione,	 dolore	 al	
collo,	 insonnia,	 irritabilità,	 sensazione	 di	 rallentamento	 e	 cambiamenti	 nella
visione.	Le	erano	state	date	delle	restrizioni	nelle	attività,	che	includevano	tutte	le	
attività	extrascolastiche.	
Al	 follow-up	 dopo	 una	 settimana	 con	 la	 Clinica	 di	 Medicina	 Sportiva	 della	
Commozione,	il	suo	CSS	era	migliorato	da	53	a	49.	La	paziente	continuava	ad	avere	
mal	di	testa,	fotofobia	e	fonofobia	e	insonnia	e	le	fu	detto	pertanto	di	continuare	ad	
astenersi	dalla	partecipazione	ad	attività	scolastiche	e	parascolastiche.	Le	sono	state	
prescritte	 terapie	 fisiche,	 riabilitazione	 vestibolare	 e	 una	 valutazione	 	 alla	 clinica	
OMM.	
Durante	 la	 visita	 iniziale	 alla	 clinica	 OMM	 (5	 settimane	 dopo	 il	 trauma),	 lei	
lamentava	un	costante	mal	di	testa	a	tipo	pressione,	localizzato	vicino	al	vertex	e	
regione	temporale,	vertigini	e	capogiri	e	dolore	al	collo	e	alla	schiena.	I	mal	di	testa	
erano	 stati	 importanti	 molte	 volte,	 con	 necessità	 di	 un	 accesso	 al	 dipartimento	
d’emergenza	in	una	occasione.	I	risultati	di	una	tomografia	computerizzata	al	capo	
non	mostravano	problemi	patologici	intracranici.	A	questo	punto	lei	non	era	più	in	
grado	 di	 stare	 un	 giorno	 intero	 a	 scuola	 e	 continuava	 ad	 esserle	 proibito	 di	
partecipare	ad	attività	parascolastiche.	
	
VALUTAZIONE	ALLA	VISITA	OMT	INIZIALE	
L’esame	neurologico	non	rivelava	deficit	focali,	nistagmo	o	anomalie	del	cammino,	e	
l’esame	cranico	ha	evidenziato	un	impulso	ritmico	craniale	diminuito.	La	sincondrosi	
sfeno-basilare	 era	 compressa	 e	 ristretta	 in	 tutti	 i	 piani	 di	 movimento.	 L’osso	
temporale	 destro	 era	 ruotato	 internamente.	 Le	 suture	 temporo-parietale,	
temporo-zigomatica	e	temporo-occipitale	destre	erano	compresse	e	senza	nessun	
movimento	passivo.	La	disfunzione	dell’osso	temporale	probabilmente	contribuiva	
ai	 suoi	 sintomi	 di	 capogiri	 e	 vertigini	 secondarie	 al	 trauma	 che	 	 aveva	 alterato	
direttamente	 la	 posizione	 e	 l’orientamento	 dell’apparato	 vestibolare	 dentro	 la	
porzione	 petrosa	 dell’osso	 temporale.	 La	 muscolatura	 paraspinale	 cervicale	 era	
ipertonica	e	peggiore	sulla	destra.	L’articolazione	occipito-atlantoidea	era	flessa,	
ruotata	a	destra	e	inclinata	a	sinistra,	con	rigidità	a	destra.	A	livello	cervicale		la	
lesione	chiave	era	a	livello	di	C3.	I	trapezi	bilateralmente	erano	ipertonici	ma	più	
contratto	 il	 	 destro.	 E’	 stata	 riscontrata	 una	 restrizione	 dell’ingresso	 toracico	
superiore	in	tutti	i	piani	di	movimento.	Questa	disfunzione	somatica	probabilmente	
contribuiva	al	mal	di	testa	cronico	della	paziente	e	al	dolore	cronico	al	collo	e	alla	
schiena.
TRATTAMENTO	INIZIALE	
Sulla	 base	 dell’esame	 iniziale,	 l’OMT	 è	 stato	 inizialmente	 diretto	 alle	 disfunzioni	
cranica	 e	 cervicale.	 Si	 è	 eseguita	 una	 decompressione	 della	 SSB	 e	 un	 CV4,	 poi	 la	
decompressione	 delle	 suture	 in	 restrizione	 usando	 tecniche	 dirette.	 Nella	 regione	
cervicale	sono	state		eseguite	tecniche	articolatorie,	di	energia	muscolare,	sui	tessuti	
molli,	 BLT	 e	 rilasciamento	 fasciale:	 inibizioni	 sui	 trapezi	 bilateralmente	 insieme	 a	
rilasciamento	 miofasciale	 dell’ingresso	 toracico	 superiore	 hanno	 concluso	 il	
trattamento.	 Tutti	 le	 tecniche	 utilizzate	 sono	 dolci	 e	 fanno	 affidamento	 sul	
cambiamento	di	consistenza	tissutale	rilevato		dall’operatore		in	risposta	alla	forza	
applicata	 	 all’area	 di	 maggior	 restrizione	 (per	 esempio	 muscoli,	 fascia,	 legamenti,	
articolazioni).	
Le	 tecniche	 scelte	 avevano	 lo	 scopo	 di	 risolvere	 la	 	 disfunzione	 somatica	 della	
paziente,	 ristabilire	 il	 movimento	 nell’area	 della	 restrizione,	 ridurre	 il	 dolore	 e	
promuovere	l’abilità	naturale	del	corpo	a	guarire.	La	SSB	e	le	disfunzioni	specifiche	
delle	 suture	 	 sono	 state	 trattate	 per	 incoraggiare	 il	 miglioramento	 dell’MRP	 e	
diminuire	 la	 restrizione	 di	 tutte	 le	 ossa	 craniche.	 ll	 CV4	 aveva	 l’obiettivo	 di		
accrescere	la	fluttuazione	inerente	del	LCR,	promuovendo	così	lo	scambio	di	fluidi	
tra	il	cranio	e	il	corpo.	La	stimolazione	del	movimento	fluidico	può	ridurre	l’edema,	
pulire	 i	 prodotti	 neurotossici	 e	 migliorare	 le	 risposte	 immunitarie	 inerenti.	 La	
disfunzione	somatica	cervicale	è	stata	trattata	per	diminuire	l’ipertono	e	alleviare	la	
tensione	 di	 tipo	 muscolare	 e	 il	 mal	 di	 testa	 cervicogenico.	 Infine,	 il	 rilasciamento	
miofasciale	 dell’ingresso	 toracico	 superiore	 è	 stato	 eseguito	 per	 permettere	 il	
miglioramento	della	meccanica	fluidica.	
La	paziente	ha	tollerato	il	trattamento	senza	complicanze.	La	risoluzione	dei	mal	di	
testa	dopo	il	trattamento	è	stata	immediata.	Ha	continuato	il	follow-up	alla	Clinica	
della	Medicina	dello	Sport	delle	Commozioni,	ed	è	ritornata	alla	clinica	OMM	per	
trattamenti	 seriati.	 E’	 stato	 consigliato	 inoltre	 di	 mantenere	 un’adeguata	
idratazione.	
	
VISITE	DI	FOLLOW-UP	
La	 paziente	 aveva	 un	 appuntamento	 di	 follow-up	 alla	 medicina	 sportiva	 il	 giorno	
dopo	la	visita	iniziale	alla	clinica	OMM.	Riferiva	in	quella	occasione		che	il	mal	di	
testa	era	migliorato.	Continuava	ad	avere		vertigini,	capogiri,	problemi	di	memoria	e	
di	concentrazione,	foto-e	fonofobia,	ma	questi	sintomi	erano	tutti	soggettivamente	
migliorati.	Il	suo	CSS	era	diminuito	a	22	e	il	BESS	migliorato	a	17.
Le	visite	settimanali	della	paziente	alla	clinica	OMM	si	sono	concentrate	su	tecniche	
craniali	aggiuntive	con	un	focus	sull’osso	temporale	visti	i	problemi	di	equilibrio	e	le	
vertigini.	Sono	state	eseguite	tecniche	articolatorie	e	miofasciali	sul	sacro	e	bacino,	
indirizzate	 alle	 disfunzioni	 somatiche.	 La	 paziente	 ha	 tollerato	 l’OMT	 senza	
complicanze	e	il	dolore	è	migliorato	in	modo	sostanziale.	
Alla	 successiva	 visita	 di	 follow-up	 alla	 Medicina	 dello	 sport,	 che	 avvenne	 dopo	 3	
sessioni	settimanali	di	OMT,	il	suo	CSS	era	7.	Anche	se	la	paziente	continuava	ad	
avere	qualche	vertigine	e	problemi	di	concentrazione,	anche	questi	sintomi	erano	
migliorati.	Sua	madre	ha	notato	che	la	paziente	era	tornata	al	suo	livello	fisico	ed	
emozionale	di	prima	del	trauma.	
La	 paziente	 è	 stata	 vista	 per	 ulteriori	 2	 settimane	 alle	 quali	 è	 seguito	 un	
appuntamento	finale	alla	Clinica	Medica	dello	Sport	per	la	commozione.	A	questo	
controllo	il	suo	CSS	era	di	0	e	il	BESS	di	14.	Lei	stava	chiaramente	ritornando	alle	sue	
normali	attività.	
	
DISCUSSIONE	
Il	 meccanismo	 della	 commozione,	 particolarmente	 quando	 i	 sintomi	 durano	 più	 a	
lungo	 di	 1	 mese,	 non	 è	 pienamente	 compreso.	 Comunque	 sono	 stati	 ipotizzati	
cambiamenti	metabolici	indotti	dal	trauma	che	conducono	a	prodotti	neurotossici,	
alterazioni	del	flusso	sanguigno,	e	perturbazione	del	metabolismo	intraneuronale.	
Poche	ricerche	sono	state	condotte	per	determinare	come	il	trauma	fisico	alteri	le	
funzioni	anatomiche	delle	componenti	ossee	craniali.	
	
La	disfunzione	somatica	inflitta	dal	trauma	sulla	volta	cranica	è	sospettata	essere	in	
relazione	ai	sintomi	da	commozione	prolungati,	come	descritto	nel	caso	corrente.	La	
disfunzione	nell’osso	temporale	della	paziente	coincideva	con	le	sue	vertigini	e	con	i	
problemi	di	equilibrio,	così	come	la	sua	fonofobia	perché	l’osso	temporale	racchiude	
il	nervo	vestibolo-cocleare	e	alloggia	l’apparato	vestibolare.	Inoltre,	la	disfunzione	
delle	ossa	craniche	probabilmente	portava	a	meccanismi	compensatori	nelle	regioni	
cervicale,	toracica,	pelvica	e	sacrale,	causando	dolori	aggiuntivi	e	un	peggioramento	
dei	 sintomi.	 Questo	 pattern	 è	 in	 buona	 parte	 dovuto	 alla	 continuità	 della	 fascia	
attraverso	 il	 corpo.	 	 Quando	 queste	 aree	 sono	 state	 trattate	 in	 una	 prospettiva	
osteopatica	globale,	i	sintomi	della	paziente	si	sono		risolti,		ed	essa	è	stata		capace	
di	ritornare	alle	sue	normali	attività.
CONCLUSIONI	
Come	illustrato	da	questo	caso,	l’OMT	come	parte	di	un	approccio	multidisciplinare	
di	squadra	nei	casi	di	commozione	cerebrale	può	aiutare	una	ripresa	più	veloce	e	
migliorare	la	qualità	della	vita.	Ulteriori	ricerche	sono	necessarie,	e	noi	speriamo	di	
incrementare	 un	 largo	 studio	 controllato	 randomizzato	 per	 valutare	 il	 ruolo	
dell’OMT	in	pazienti	adolescenti	con	sintomi	commotivi	prolungati.

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  • 1. Commozione cerebrale e OMT: presentazione di un caso di un adolescente Iris Castillo, DO Kimberly Wolf, DO Alexander Rakowsky, MD da J Am Osteopath Assoc. 2016;116(3):178-181 La commozione cerebrale capita con una certa frequenza negli adolescenti e le lesioni traumatiche cerebrali sono una delle cause che conducono a morte e a disabilità nei bambini, adolescenti e giovani adulti. Le raccomandazioni attuali per il trattamento della commozione cerebrale prevedono il riposo e poi il graduale ritorno all’attività con utilizzo di farmaci per gestire i sintomi. Comunque, la ricerca ha mostrato che il riposo rigoroso e prolungato può non migliorare i risultati. Sebbene l’80-90% dei pazienti abbia la risoluzione dei sintomi entro 7-10 giorni dal trauma iniziale, altri pazienti, approssimativamente l’11% continua ad avere sintomi a 3 mesi e il 2,3% ad un anno. Il meccanismo fisiopatologico dei sintomi commotivi prolungati non è ben chiaro, e le linee guida per una corretta gestione non sono ben definite. Il ruolo dell’OMT nella gestione delle commozioni non è chiaro. Di certo la disfunzione somatica nel cranio e nelle altre regioni colpite del corpo potrebbe contribuire al prolungamento dei sintomi il che porta al possibile ruolo dell’OMT nell’aiutare i pazienti a riprendersi prima. Una recente revisione medica
  • 2. retrospettiva ne supporta l’efficacia nella riduzione del fardello di sintomi correlati alla commozione . Nella nostra Clinica di Medicina Manipolativa Osteopatica (OMM), i pazienti adolescenti con sintomi prolungati di commozione hanno avuto notevoli miglioramenti dopo sessioni regolari di OMT. Noi descriviamo il caso di una paziente adolescente con sintomi prolungati post-commotivi che influenzavano la sua qualità di vita. Attraverso l’utilizzo di OMT, si è verificata la risoluzione dei sintomi, permettendo la ripresa di tutte le attività. RELAZIONE DEL CASO Una ragazza di 16 anni con una storia di trauma cranico si è presentata alla clinica OMM di un ospedale pediatrico nazionale inviata da un medico pediatra dello sport. Lamentava mal di testa insorto dopo un recente trauma risultato di una collisione testa a testa, con la forza di impatto diretta alla sua tempia destra: il trauma risaliva a 5 settimane prima. Negava perdita di conoscenza ma riferiva un’amnesia transitoria post-traumatica. Consultava quindi un medico al dipartimento locale di emergenza: non aveva nessun segno focale neurologico e non veniva richiesto nessun esame radiologico. Veniva mandata a casa con le precauzioni del caso e rimandata alla Clinica Commotiva di Medicina dello Sport. Dopo il trauma i sintomi della paziente avevano limitato la sua partecipazione a scuola e nel gruppo musicale. Alla visita iniziale alla Clinica dello Sport (3 settimane dopo il trauma), mostrava sintomi di mal di testa, affaticamento e labilità dell’umore. Noi usiamo un CSS (punteggio sintomi da commozione) modificato come strumento di valutazione: il suo punteggio era di 53 su una scala da 0 a 144, con 144 che sta per il più grave mentre un punteggio sopra 10 è clinicamente significativo. Abbiamo anche usato il BESS (Sistema di punteggio bilanciato di Errore) per determinare il grado di disfunzione vestibolare. Alla paziente è stato chiesto di eseguire tecniche di equilibrio mentre era su entrambi i piedi e su uno solo. La paziente eseguiva il test su terreno solido e schiumato, con gli occhi aperti e chiusi. Il preparatore atletico ha rilevato che il punteggio della paziente era di 22 su una scala da 0 a 30, dove 30 è molto grave e un punteggio più alto di 12 è clinicamente significativo. I sintomi addizionali riferiti dalla paziente includevano nausea, vertigini, sonnolenza, fotofobia e fonofobia, instabilità emozionale, annebbiamento mentale, problemi di memoria e di concentrazione, dolore al collo, insonnia, irritabilità, sensazione di rallentamento e cambiamenti nella
  • 3. visione. Le erano state date delle restrizioni nelle attività, che includevano tutte le attività extrascolastiche. Al follow-up dopo una settimana con la Clinica di Medicina Sportiva della Commozione, il suo CSS era migliorato da 53 a 49. La paziente continuava ad avere mal di testa, fotofobia e fonofobia e insonnia e le fu detto pertanto di continuare ad astenersi dalla partecipazione ad attività scolastiche e parascolastiche. Le sono state prescritte terapie fisiche, riabilitazione vestibolare e una valutazione alla clinica OMM. Durante la visita iniziale alla clinica OMM (5 settimane dopo il trauma), lei lamentava un costante mal di testa a tipo pressione, localizzato vicino al vertex e regione temporale, vertigini e capogiri e dolore al collo e alla schiena. I mal di testa erano stati importanti molte volte, con necessità di un accesso al dipartimento d’emergenza in una occasione. I risultati di una tomografia computerizzata al capo non mostravano problemi patologici intracranici. A questo punto lei non era più in grado di stare un giorno intero a scuola e continuava ad esserle proibito di partecipare ad attività parascolastiche. VALUTAZIONE ALLA VISITA OMT INIZIALE L’esame neurologico non rivelava deficit focali, nistagmo o anomalie del cammino, e l’esame cranico ha evidenziato un impulso ritmico craniale diminuito. La sincondrosi sfeno-basilare era compressa e ristretta in tutti i piani di movimento. L’osso temporale destro era ruotato internamente. Le suture temporo-parietale, temporo-zigomatica e temporo-occipitale destre erano compresse e senza nessun movimento passivo. La disfunzione dell’osso temporale probabilmente contribuiva ai suoi sintomi di capogiri e vertigini secondarie al trauma che aveva alterato direttamente la posizione e l’orientamento dell’apparato vestibolare dentro la porzione petrosa dell’osso temporale. La muscolatura paraspinale cervicale era ipertonica e peggiore sulla destra. L’articolazione occipito-atlantoidea era flessa, ruotata a destra e inclinata a sinistra, con rigidità a destra. A livello cervicale la lesione chiave era a livello di C3. I trapezi bilateralmente erano ipertonici ma più contratto il destro. E’ stata riscontrata una restrizione dell’ingresso toracico superiore in tutti i piani di movimento. Questa disfunzione somatica probabilmente contribuiva al mal di testa cronico della paziente e al dolore cronico al collo e alla schiena.
  • 4. TRATTAMENTO INIZIALE Sulla base dell’esame iniziale, l’OMT è stato inizialmente diretto alle disfunzioni cranica e cervicale. Si è eseguita una decompressione della SSB e un CV4, poi la decompressione delle suture in restrizione usando tecniche dirette. Nella regione cervicale sono state eseguite tecniche articolatorie, di energia muscolare, sui tessuti molli, BLT e rilasciamento fasciale: inibizioni sui trapezi bilateralmente insieme a rilasciamento miofasciale dell’ingresso toracico superiore hanno concluso il trattamento. Tutti le tecniche utilizzate sono dolci e fanno affidamento sul cambiamento di consistenza tissutale rilevato dall’operatore in risposta alla forza applicata all’area di maggior restrizione (per esempio muscoli, fascia, legamenti, articolazioni). Le tecniche scelte avevano lo scopo di risolvere la disfunzione somatica della paziente, ristabilire il movimento nell’area della restrizione, ridurre il dolore e promuovere l’abilità naturale del corpo a guarire. La SSB e le disfunzioni specifiche delle suture sono state trattate per incoraggiare il miglioramento dell’MRP e diminuire la restrizione di tutte le ossa craniche. ll CV4 aveva l’obiettivo di accrescere la fluttuazione inerente del LCR, promuovendo così lo scambio di fluidi tra il cranio e il corpo. La stimolazione del movimento fluidico può ridurre l’edema, pulire i prodotti neurotossici e migliorare le risposte immunitarie inerenti. La disfunzione somatica cervicale è stata trattata per diminuire l’ipertono e alleviare la tensione di tipo muscolare e il mal di testa cervicogenico. Infine, il rilasciamento miofasciale dell’ingresso toracico superiore è stato eseguito per permettere il miglioramento della meccanica fluidica. La paziente ha tollerato il trattamento senza complicanze. La risoluzione dei mal di testa dopo il trattamento è stata immediata. Ha continuato il follow-up alla Clinica della Medicina dello Sport delle Commozioni, ed è ritornata alla clinica OMM per trattamenti seriati. E’ stato consigliato inoltre di mantenere un’adeguata idratazione. VISITE DI FOLLOW-UP La paziente aveva un appuntamento di follow-up alla medicina sportiva il giorno dopo la visita iniziale alla clinica OMM. Riferiva in quella occasione che il mal di testa era migliorato. Continuava ad avere vertigini, capogiri, problemi di memoria e di concentrazione, foto-e fonofobia, ma questi sintomi erano tutti soggettivamente migliorati. Il suo CSS era diminuito a 22 e il BESS migliorato a 17.
  • 5. Le visite settimanali della paziente alla clinica OMM si sono concentrate su tecniche craniali aggiuntive con un focus sull’osso temporale visti i problemi di equilibrio e le vertigini. Sono state eseguite tecniche articolatorie e miofasciali sul sacro e bacino, indirizzate alle disfunzioni somatiche. La paziente ha tollerato l’OMT senza complicanze e il dolore è migliorato in modo sostanziale. Alla successiva visita di follow-up alla Medicina dello sport, che avvenne dopo 3 sessioni settimanali di OMT, il suo CSS era 7. Anche se la paziente continuava ad avere qualche vertigine e problemi di concentrazione, anche questi sintomi erano migliorati. Sua madre ha notato che la paziente era tornata al suo livello fisico ed emozionale di prima del trauma. La paziente è stata vista per ulteriori 2 settimane alle quali è seguito un appuntamento finale alla Clinica Medica dello Sport per la commozione. A questo controllo il suo CSS era di 0 e il BESS di 14. Lei stava chiaramente ritornando alle sue normali attività. DISCUSSIONE Il meccanismo della commozione, particolarmente quando i sintomi durano più a lungo di 1 mese, non è pienamente compreso. Comunque sono stati ipotizzati cambiamenti metabolici indotti dal trauma che conducono a prodotti neurotossici, alterazioni del flusso sanguigno, e perturbazione del metabolismo intraneuronale. Poche ricerche sono state condotte per determinare come il trauma fisico alteri le funzioni anatomiche delle componenti ossee craniali. La disfunzione somatica inflitta dal trauma sulla volta cranica è sospettata essere in relazione ai sintomi da commozione prolungati, come descritto nel caso corrente. La disfunzione nell’osso temporale della paziente coincideva con le sue vertigini e con i problemi di equilibrio, così come la sua fonofobia perché l’osso temporale racchiude il nervo vestibolo-cocleare e alloggia l’apparato vestibolare. Inoltre, la disfunzione delle ossa craniche probabilmente portava a meccanismi compensatori nelle regioni cervicale, toracica, pelvica e sacrale, causando dolori aggiuntivi e un peggioramento dei sintomi. Questo pattern è in buona parte dovuto alla continuità della fascia attraverso il corpo. Quando queste aree sono state trattate in una prospettiva osteopatica globale, i sintomi della paziente si sono risolti, ed essa è stata capace di ritornare alle sue normali attività.