Le cause della dislessia sono complesse e multiple e varie teorie cercano di spiegarne le origini. Le più accreditate sono le teorie: - genetica - uditiva e fonologia - visiva - cerebellare - magnocellulare - sindrome da deficit posturale ( SDP) - teoria osteopatica craniale

1. L’osteopatia ha un posto nel trattamento della dislessia ?
sintesi di una tesi di Guirec Picq IDO/Parigi 2017
Le cause della dislessia sono complesse e multiple e varie teorie cercano di spiegarne le
origini. Le più accreditate sono le teorie:
- genetica
- uditiva e fonologia
- visiva
- cerebellare
- magnocellulare
- sindrome da deficit posturale ( SDP)
- teoria osteopatica craniale
Origine genetica
L’ipotesi genetica ha identificato a tutt’oggi quattro geni che potrebbero essere responsabili
della dislessia:
- il gene DYX1C1 della regione q21 del cromosoma 15
- i geni KIAA0319 e DCDC2
- il gene ROBO1
Però alcuni di questi geni non sono specifici della dislessia; si parla quindi di geni i cui alleli
aumentano il rischio di dislessia. Ciò che li lega alla dislessia è il fatto che rivestono un ruolo
importante in stadi particolari dello sviluppo cerebrale, come ad esempio nella formazione di
aree cerebrali che saranno poi deputate all’apprendimento e alla lettura.

2. Origine uditiva e fonologica
Negli ultimi 25 anni la teoria fonologica si è imposta come teoria “classica” della dislessia.
In base a questa ipotesi, la dislessia sarebbe dovuta ad una disfunzione della
rappresentazione dei suoni. La teoria uditiva secondo Tallal et coll. è un aspetto molto
importante della dislessia. Il danno temporale del sistema uditivo danneggia la percezione dei
suoni brevi così come i passaggi rapidi.
L’ipotesi è dunque che un deficit uditivo molto generalizzato sia alla base del deficit
fonologico.
Origine visiva
La teoria visiva è stata introdotta da Pringle Morgan e Orton e poi sarà ripresa da Lovergrove
e Stein. Questi ultimi suggeriscono che i dislessici soffrano di una leggera instabilità di
fissazione oculare che provocherebbe delle distorsioni e sovrapposizioni di lettere e parole.
Origine cerebellare
La teoria cerebellare di Nicolson e coll. insiste sul fatto che i dislessici sarebbero impacciati a
causa di problemi di equilibrio e coordinazione motoria. Di conseguenza questi sintomi li
hanno spinti a proporre l’ipotesi che la dislessia nascerebbe da un deficit del cervelletto.
Origine magnocellulare
La teoria magnocellulare è stata proposta da Stein e unisce le ipotesi uditiva, visiva e motoria.
La dislessia sarebbe dovuta a una anomalia neurologica unica all’origine dei problemi uditivi e
visivi, poi delle turbe fonologiche e infine dei problemi motori attraverso la corteccia parietale
e il cervelletto.
Sindrome da deficit posturale ( SDP)
E’ l’insieme dei segni funzionali principali ( muscolari, cognitivi, vertiginosi ) associati ad una
disfunzione del sistema propriocettivo caratterizzato da una asimmetria posturale ( Da Silva e
Da Cunha 1990).
Il sistema posturale è suddiviso in quattro parti: oculare, podalico, vestibolare e masticatorio.
Un trattamento esiste e consiste nella rieducazione della postura, nell’uso di solette e di lenti
prismatiche.
Il trattamento della SDP si basa su basi scientifiche e neurofisiologiche ben precise.
La sua esistenza e il suo ruolo nella dislessia si basa su scoperte recenti il che spiega l’utilizzo
ancora limitato dei relativi trattamenti.
Teoria osteopatica craniale
M.Ferreri, chiropratico, avrebbe una teoria secondo la quale la dislessia sarebbe causata da
una disfunzione del movimento dello sfenoide e dei temporali : queste disfunzioni potrebbero
anche provocare un “blocco oculare” che renderebbe difficile la lettura.
Inoltre vi sarebbe anche di un disequilibrio del bacino.

3. IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO
Basandosi sulle teorie citate sopra, questo lavoro propone un protocollo osteopatico allo
scopo di rispondere nel miglior modo possibile a questa problematica.
L’approccio iniziale è stato biomeccanico e posturale e quindi a partire dal piede e dalla
caviglia (recettori cutanei e tendinei, recettori e nocicettori articolari) dato che una
disfunzione del piede modifica la postura attraverso vari compensi.
Poi si è valutata la mobilità del bacino. Dal punto di vista biomeccanico e cranio-sacrale esiste
una rotazione opposta delle cinture pelvica e scapolare : la torsione iliaca si accompagna
all’inclinazione del tronco e alla risalita dell’arto inferiore, mentre la torsione opposta
scapolare può compiersi bene se c’è un buon equilibrio di tensioni a livello delle articolazioni
tra clavicola e sterno e tra prima costa e sterno. Per questo motivo si distinguono più punti
pivot di adattamento:
- T4 per la torsione del cingolo scapolare e arto superiore
- T9 come elemento di transizione tra le due rotazioni opposte del tronco
- L3 nella torsione lombo-pelvica
- cerniera C7-D1 per il suo rapporto con il ganglio stellato
La SSB è stata valutata assieme all’occipite, per la sua importanza nel MRP, per il suo rapporto
diretto con l’articolazione occipito-atlanto-odontoidea (AOA) e per i suoi rapporti con la
tenda e la falce del cervelletto, il cervelletto, il tronco cerebrale e il midollo spinale e, tramite il
ruolo dei muscoli sub-occipitali, con l’oculomotricità.
Poi è stato valutato lo sfenoide che attraverso i suoi forami dà passaggio ai nervi cranici II, III,
IV e VI in rapporto con la vista e l’oculomotricità.
Infine si è rivolta l’attenzione al parietale, per il suo rapporto con il lobo parietale e le aree
frontali e parietali che hanno un ruolo essenziale per l’emisfero sx nei comportamenti del
linguaggio, i calcoli e le prassie e, per l’emisfero dx, nella percezione dello schema corporeo.
L’ultimo bersaglio è stato il lavoro sulle membrane di tensione reciproca per il riequilibrio
della fisiologia del cranio e sui seni venosi per avere un’azione sulla vascolarizzazione e
permettere un buon svuotamento del cranio.
STUDIO
Lo studio si è basato su 6 pazienti di età tra i 10 e i 15 anni con diagnosi di dislessia e di
turbe dell’attenzione, in trattamento logopedico.
Lo scopo dello studio era di ridurre i problemi di attenzione e impulsività per migliorare i
benefici della logopedia: dal punto di vista osteopatico si è trattato di ridare mobilità al cranio
e al sacro e di lavorare sull’assetto posturale attraverso il trattamento delle cerniere e dei
piedi.
Si sono eseguite due sedute, la prima focalizzata sulla biomeccanica e sulla postura
(piede, bacino, rachide), la seconda sull’approccio craniale ( SSB, dura madre, sacro, etc).
E’ evidente che i trattamenti osteopatici sono stati eseguiti solo se si è individuata una
disfunzione e quindi il protocollo ha subito delle variazioni in rapporto alle disfunzioni
rilevate su ciascun ragazzo.

4. Prima delle sedute, i logopedisti hanno sottoposto i ragazzi a tre diversi test per valutare il
loro deficit di attenzione ( test di accoppiamento delle immagini, test di barrage, test di
Stroop): gli stessi test sono stati ripetuti dopo i due trattamenti osteopatici.
RISULTATI
Sono stati presi in considerazione i risultati soggettivi attraverso domande poste ai
logopedisti e i risultati oggettivi rilevati dai test proposti dai logopedisti.
VALUTAZIONE SOGGETTIVA
I criteri presi in considerazione sono stati :
- attenzione
- comprensione
- lettura
- scrittura
- ansia
Rispetto a questi criteri si è notato che i pazienti che avevano fatto più progressi erano quelli
che erano partiti con maggiori difficoltà ma anche quelli la cui presa in carico logopedica era
stata più precoce.
Nonostante le differenze esistenti rispetto alla gravità della dislessia e all’età dei partecipanti,
si può confermare un’evoluzione positiva per tutti i pazienti per quanto riguarda il
criterio della attenzione , unico criterio presente in tutti e 6 i ragazzi.
Per quanto riguarda la lettura, cinque dei sei ragazzi presentavano inizialmente importanti
difficoltà. I risultati post-trattamento hanno mostrato una evoluzione variabile tra un ragazzo
e l’altro perché due ragazzi non hanno presentato <alcun> cambiamento, per uno di loro il
cambiamento è stato considerato <debole> e per gli ultimi due da <medio> a <buono>.
Un risultato simile si è avuto nella scrittura, mentre per la comprensione e l’ansia si sono
osservate evoluzioni più favorevoli.
VALUTAZIONE OGGETTIVA
E’ stata fatta sulla base dei tre test effettuati dai logopedisti (accoppimento delle immagini,
test di barrage e test di Stroop) prima e dopo il trattamento osteopatico.
I risultati e la valutazione oggettiva rendono con più precisione l’efficacia del trattamento
osteopatico.
Il test di accoppiamento delle immagini mostra un significativo miglioramento ( 5 pz su 6 )
e il test di Stroop pure anche se più moderato ( 3 pz su 6 ).
Il test di Barrage invece resta del tutto invariato.
Si potrebbe trovare una spiegazione in questo non cambiamento, nel fatto che i sei pazienti
avevano fatto già più volte questo ultimo test mentre per la prima volta avevano davanti il test
di Stroop e quello dell’accoppiamento delle immagini.

5. CONCLUSIONI
Lo scopo di questo studio non era di dimostrare se il trattamento osteopatico potesse
migliorare la dislessia in quanto tale ma di valutare se ci fosse uno spazio nella presa in
carico di un paziente affetto da dislessia con associate turbe dell’attenzione come
complemento di un trattamento logopedico.
Si è visto che la maggior parte dei pazienti ha fatto dei progressi significativi su alcune
valutazioni, in particolare sull’attenzione: questo permette al paziente un migliore
apprendimento e può aiutare il logopedista nella presa in carico.
Sarebbe interessante ampliare il gruppo di studio per ottenere più omogeneità tra le varie
problematiche e l’inizio del trattamento osteopatico.