La disfunzione somatica (SD) è considerata un ostacolo alle capacità di autoregolazione
intrinseche del corpo e diversi tessuti possono essere coinvolti in questo processo
disfunzionale, incluso l'osso. La cosiddetta disfunzione intraossea si riferisce alla
restrizione della flessibilità naturale delle componenti fibrose della matrice del
tessuto osseo o di quella cartilaginea o di altre aree membranose. Lo sviluppo del
tessuto osseo è un processo continuo che dura per tutta la vita e alcune ossa si fondono
solo anni o decenni dopo la nascita.
Efficacia terapeutica manuale per le difunzioni minzionali in pediatria
La disfunzione intraossea nella prospettiva osteopatica: meccanismi ossei
1. La disfunzione intraossea nella prospettiva
osteopatica: meccanismi ossei
di Eduardo Bicalho
Cureus. 2020 Jan; 12(1): e6760. Published online 2020 Jan 24. doi: 10.7759/cureus.6760
La disfunzione somatica (SD) è considerata un ostacolo alle capacità di autoregolazione
intrinseche del corpo e diversi tessuti possono essere coinvolti in questo processo
disfunzionale, incluso l'osso. La cosiddetta disfunzione intraossea si riferisce alla
restrizione della flessibilità naturale delle componenti fibrose della matrice del
tessuto osseo o di quella cartilaginea o di altre aree membranose. Lo sviluppo del
tessuto osseo è un processo continuo che dura per tutta la vita e alcune ossa si fondono
solo anni o decenni dopo la nascita. L'osso è un tessuto connettivo composto da
materiale inorganico e cellule specializzate organizzate in una matrice extracellulare
idratata che fornisce le qualità meccaniche al tessuto: ha continuità microanatomica
con altre strutture adiacenti e i suoi diversi compartimenti sono alimentati da fluidi e da
una innervazione somatica e autonomica. Diversi studi mostrano il fenomeno della
sensibilizzazione del tessuto osseo in condizioni traumatiche, patologiche e
anche di restrizione del movimento. Lo scopo dell'articolo è di comprendere meglio i
meccanismi coinvolti nelle disfunzioni intraossee e le loro ripercussioni locali e globali.
Disfunzione intraossea: possibili meccanismi e ripercussioni
La cosiddetta disfunzione intraossea è la restrizione della naturale flessibilità delle
componenti fibrose della matrice del tessuto osseo, o di regioni cartilaginee non ancora
ossificate o di aree membranose. Traumi o strains su articolazioni cartilaginee che non si
sono ancora saldate possono dare zone di tensione e asimmetrie durante lo sviluppo
osseo. Disfunzioni intraossee sono frequenti in campo osteopatico pediatrico, soprattutto
2. in casi di plagiocefalia cranica e recenti ricerche hanno dimostrato significative risposte
dell'approccio manuale in queste problematiche. Le disfunzioni intraossee possono
colpire qualsiasi osso del corpo ed è necessario l’approccio manuale non solo nei
neonati e nei bambini, ma anche negli adulti, a causa del costante rimodellamento
del tessuto osseo per tutta la vita.
Oltre alle asimmetrie ossee causate da disfunzioni intraossee che possono verificarsi
nelle prime fasi della vita, altri meccanismi potrebbero apparentemente essere coinvolti
sia nella genesi che nelle conseguenze delle disfunzioni intraossee. Da un punto di vista
neurologico, qualsiasi tessuto che ha una innervazione sensoriale può diventare
una fonte primaria di stimoli afferenti aberranti coinvolti nei fenomeni di
sensibilizzazione. Allodinia o iperalgesia primaria possono verificarsi localmente nel
tessuto osseo, ma il bombardamento afferente può promuovere conseguenze secondarie
(iperalgesia secondaria) in altri tessuti innervati dai livelli neurologici corrispondenti.
Inoltre, la persistenza dello sprouting nervoso nel sito di una lesione ossea può
mantenere l'iperstimolazione neurologica tissutale causando afferenze aberranti
al sistema nervoso. Le evidenze supportano che anche l'immobilizzazione del tessuto
osseo può svolgere un ruolo nella condizione di sensibilizzazione periferica e centrale.
In altre parole, la restrizione della mobilità genera conseguenze neurologiche non
solo meccaniche, ma anche nervose periferiche e centrali. Afferenze costanti
innescate principalmente da stress o perdita di mobilità nel tessuto osseo potrebbero
anche causare riflessi autonomici efferenti, che potrebbero, a loro volta, alterare
l'attività vasomotoria. Al contrario, si suppone che stimoli afferenti costanti sul tessuto
osseo provocati da un altro tessuto, possano promuovere cambiamenti vasomotori che
influenzano le componenti ossee.
La possibilità di considerare il tessuto osseo come parte o come espansione fasciale
suggerisce una riflessione sull'influenza delle disfunzioni intraossee e sulle
possibili ripercussioni sulla qualità meccanica dell'osso stesso e sul suo globale
adattamento biomeccanico ai movimenti. È anche possibile considerare l’impatto che
queste tensioni meccaniche iniziate nel tessuto osseo promuovono sulle fasce adiacenti
che coprono, permeano e collegano altre strutture, e anche le ripercussioni di queste
tensioni su tutto il corpo, tenendo presente il modello di biotensegrità.
Considerando gli aspetti legati alla genesi della SD proposti dal modello
neurofasciogenico, i cambiamenti nei meccanismi fisiologici delle fasce così come delle
loro capacità viscoelastiche e piezoelettriche e la fluidodinamica, è plausibile considerare
gli effetti di tali ripercussioni anche sul tessuto osseo con conseguente alterazione dei
meccanismi fisiologici.
Seguendo questo pensiero, le disfunzioni potrebbero influenzare negativamente la
fluidodinamica del tessuto osseo e di conseguenza le sue attività meccanosensoriali
direttamente collegate al metabolismo osseo e le qualità meccaniche delle componenti
3. organiche della matrice ossea.
Conclusioni
Sulla base delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche del tessuto osseo, si propone
di considerare alcune condizioni rilevanti e ripercussioni riguardanti le disfunzioni
intraossee. È possibile riflettere sull'impatto delle disfunzioni che colpiscono le
ossa dopo la nascita e sulle possibili conseguenze sullo sviluppo, la morfologia, la
fluidodinamica, e la qualità meccanica del tessuto osseo. Tuttavia, è anche
plausibile riflettere sul possibile coinvolgimento della disfunzione intraossea nei
meccanismi di sensibilizzazione periferica e centrale, nonché nelle ripercussioni di
questi processi sui meccanismi fisiologici del tessuto osseo stesso, e anche di tutti i
tessuti neurologicamente interconnessi. Infine, si propone di considerare le
disfunzioni intraossee da prospettive meccaniche, neurali e fluidiche, nella valutazione
corretta di un individuo qualsiasi momento della vita.