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LE COLICHE DEL NEONATO: CAUSE E TRATTAMENTO OSTEOPATICO
La richiesta di consulenza pediatrica e osteopatica per coliche neonatali è molto frequente.
Esiste una regola generalmente accettata ed è la regola del tre: se il bambino piange
inconsolabilmente per più di tre ore al giorno, più di tre giorni alla settimana e ha un'età compresa
tra tre settimane e tre mesi, potrebbe trattarsi di colica.
In genere, in caso di colica, il bambino flette le ginocchia, stringe i pugni, chiude gli occhi o li
spalanca, il pianto è inconsolabile e può trattenere il respiro per brevi periodi. Il dolore è causato
dall’accumulo di gas a livello del tratto intestinale inferiore che aumenta la distensione addominale
e dà al bambino il tipico dolore colico.
Quando un bambino si presenta con sintomi di tipo colica ed esclusi altri problemi digestivi, la
causa più probabile è un'immaturità o uno squilibrio intestinale.
Dato che la maggior parte dei batteri nell’intestino del neonato provengono dalla mamma, il tipo di
parto è importante. Un parto vaginale espone il bambino alla microflora vaginale della madre e
consente all'intestino del bambino di avere una buona popolazione batterica mentre un bambino
partorito con cesareo passa in un ambiente sterile che può influire negativamente sul livello di
batteri buoni nell'intestino. Si deve anche tenere conto della maturità intestinale: si considera a
termine una gravidanza compresa tra 38 e 41 settimane ma la differenza di tre settimane tra due
bambini a termine è una differenza di tre settimane nella maturità intestinale. I bambini prematuri
sembrano avere maggiori probabilità di avere un sistema gastrointestinale immaturo.
L’altra componente che influenza la salute dell'intestino è il tipo di nutrizione.
Nel primo anno di vita, il 30% dei batteri intestinali dei bambini allattati al seno proviene dal latte
materno e un ulteriore 10% dal seno della mamma e pertanto il supporto per le madri che allattano è
molto prezioso, in particolare dopo un taglio cesareo. Molte delle aziende produttrici di latte
artificiale hanno ora incluso prebiotici negli alimenti per lattanti per cercare di affrontare questo
squilibrio. Se un bambino ha necessità di fare terapia con antibiotici nei primi mesi di vita, questo
influenzerà negativamente la salute dell'intestino.
Esistono inoltre in commercio formule specifiche di latte per i bambini con coliche che contengono
proteine del latte parzialmente digerite e una quantità ridotta di lattosio e zucchero del latte.
Ciò rende queste formule più digeribili e allevia la distensione dell’intestino. Anche la
combinazione di probiotici e gocce di lattasi può avere successo: la lattasi è un enzima che viene
prodotto a un ritmo lento e costante nell’intestino tenue per digerire lo zucchero del latte.
Verso la fine della giornata, quando la richiesta di questo enzima è alta, può succedere che un po’ di
zucchero del latte non digerito passi nell'intestino e i batteri che agiscono su questo zucchero libero
danno come prodotto del gas che crea la distensione e quindi il dolore (ecco perché le coliche sono
più intense verso la fine della giornata).
Alcuni bambini allattati artificialmente possono ingoiare troppa aria durante le poppate o non hanno
una buona presa sulla tettarella del biberon: in questo caso si può cambiare il tipo di biberon e
tettarella. Alcuni biberon in commercio hanno la superficie della tettarella molto più grande e
questo aumenta il contatto della bocca del bambino, simulando il seno materno: migliore è il
contatto, minore è il rischio di aspirazione d'aria.
Un'altra teoria è che le coliche possano essere il risultato di un'eccessiva stimolazione del sistema
nervoso e ciò può essere dovuto al fatto che il sistema nervoso del bambino è troppo immaturo per
gestire i rumori: a questo proposito può essere consigliabile invitare i genitori a ridurre gli stimoli
esterni, tenere tra le braccia il bambino ed evitare di fare rumori o di guardarlo negli occhi, che è
una forma di stimolazione e di eccitazione o suggerire un piccolo sonnellino prima che inizi la fase
di maggior agitazione del bambino. Ancora una volta, tutti i bambini sono diversi e rispondono a
cose diverse, ma potrebbe valere la pena provare.
I bambini che soffrono di coliche, per qualche motivo, risentono anche della posizione in cui
vengono tenuti: hanno giovamento se posizionati proni sull’avambraccio del genitore e cullati.
Le fasce sono preziose quando il bambino piange inconsolabilmente: essere appoggiato contro il
petto caldo della mamma è confortante, così come sentire il suo battito cardiaco. Può essere utile
per calmare il bambino massaggiargli delicatamente la schiena sul lato sinistro con movimenti
circolari.
TRATTAMENTO OSTEOPATICO
Si possono proporre alcune chiavi di trattamento ma non esiste una tecnica codificata, dogmatica.
Ogni neonato ha una problematica che andrà trattata sulla base delle disfunzioni rilevate e quindi
quelli che seguono sono solo input di riflessione quando si prende in carico un bambino con
coliche.
Prima di tutto bisogna assicurarsi che il bambino sia in grado di “rispondere” al trattamento, che la
sua fisiologia possa esprimersi; si dovranno dunque cercare e correggere le disfunzioni
traumatiche della struttura (compressioni, scivolamenti, torsioni) soprattutto sull’asse cranio-
sacrale vista la stretta relazione con il SNA (sistema nervoso autonomo).
Approcciare il bambino in posizione Brazelton permette di valutare le eventuali compressioni delle
cerniere, le tensioni a livello delle sfere cranica, toracica e pelvica, i pilastri del diaframma e le
disfunzioni vertebrali e costali; in questo modo poi, l’osteopata entra in comunicazione e interagisce
con il bambino, è una fase importante di osservazione.
Si andrà poi a verificare il bacino e soprattutto il sacro con le sue problematiche inter e intraossee
(spesso questo lavoro stimola l’evacuazione): il sacro va poi considerato anche in quanto sede
dell’inserzione inferiore della dura madre. Si valuteranno le eventuali disfunzioni intraossee degli
iliaci, spesso trascurate, e l’influenza di queste disfunzioni sulle catene fasciali e sul contenuto
viscerale pelvico.
E’ nota a tutti la relazione tra il complesso cranio-cervicale (in particolare le tensioni a livello del
foro occipitale, delle regioni condilari e del forame giugulare) e il nervo vago: il trattamento di
queste zone, quando presentano alterazioni, è fondamentale in tutte le problematiche gastro-
intestinali del neonato. Ma si devono considerare anche le relazioni faccia-volta cranica e la
funzione di suzione-deglutizione e quindi si devono verificare l’osso ioide e i muscoli digastrici.
Anche la funzione respiratoria influenza quella digestiva ma prima di passare alla valutazione del
diaframma toracico conviene controllare C3, C4 e C5, le clavicole e lo sterno, spesso in disfunzione
intraossea.
Si passa quindi a liberare il diaframma e in particolare i pilastri, vista la loro stretta relazione con
la vena cava inferiore e l’aorta addominale per favorire una buona circolazione in entrata e in
uscita: a questo scopo ci si può mettere dietro al bambino che è rivolto verso un genitore e
controllare, da questa posizione, il diaframma e il peritoneo in relazione al diaframma, al bacino e
alla regione lombare. Sempre in questa posizione l’osteopata può contattare l’esofago e i nn.vaghi
aprendo la catena anteriore verso l’estensione e per fare ciò con una mano fa punto fisso sotto
l’apofisi xifoidea mentre l’altra mano, posta delicatamente sotto la mandibola, guida il bambino nel
raddrizzamento. Il torace dell’osteopata, a contatto con il dorso del bambino, accompagna verso
l’estensione le componenti tissutali sino alla liberazione spontanea delle tensioni anteriori.
Questo lavoro di apertura epigastrica permette di effettuare una liberazione fasciale dei plessi
addominali e ipogastrico: si potrà per ultimo effettuare anche un lavoro ritmico a lemniscata attorno
al tronco aortico e al fulcro diaframmatico tra torace e addome a scopo sia di riequilibrio
circolatorio che neuro-vegetativo.
E’ importante non seguire un protocollo fisso ma avanzare in base all’ascolto, alla percezione e alla
comprensione affinchè il trattamento sia ragionato e risponda alle esigenze del bambino.
Le informazioni che si raccolgono permettono di capire come si sono formate le disfunzioni in base
alle conoscenze di anatomia e fisiologia: solo così il lavoro di deprogrammazione fatto dalle forze
correttive a partire dal punto di appoggio offerto dalla nostra mano, potrà avverarsi.
L’armonia e la salute possono allora esprimersi come dice bene la frase di Antoine de Saint-
Exupéry: “il futuro non è mai altro che il presente da mettere in ordine. Non devi prevederlo, ma
devi permetterlo”
.

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LE COLICHE DEL NEONATO: CAUSE E TRATTAMENTO OSTEOPATICO

  • 1. LE COLICHE DEL NEONATO: CAUSE E TRATTAMENTO OSTEOPATICO La richiesta di consulenza pediatrica e osteopatica per coliche neonatali è molto frequente. Esiste una regola generalmente accettata ed è la regola del tre: se il bambino piange inconsolabilmente per più di tre ore al giorno, più di tre giorni alla settimana e ha un'età compresa tra tre settimane e tre mesi, potrebbe trattarsi di colica. In genere, in caso di colica, il bambino flette le ginocchia, stringe i pugni, chiude gli occhi o li spalanca, il pianto è inconsolabile e può trattenere il respiro per brevi periodi. Il dolore è causato dall’accumulo di gas a livello del tratto intestinale inferiore che aumenta la distensione addominale e dà al bambino il tipico dolore colico. Quando un bambino si presenta con sintomi di tipo colica ed esclusi altri problemi digestivi, la causa più probabile è un'immaturità o uno squilibrio intestinale. Dato che la maggior parte dei batteri nell’intestino del neonato provengono dalla mamma, il tipo di parto è importante. Un parto vaginale espone il bambino alla microflora vaginale della madre e consente all'intestino del bambino di avere una buona popolazione batterica mentre un bambino partorito con cesareo passa in un ambiente sterile che può influire negativamente sul livello di batteri buoni nell'intestino. Si deve anche tenere conto della maturità intestinale: si considera a termine una gravidanza compresa tra 38 e 41 settimane ma la differenza di tre settimane tra due bambini a termine è una differenza di tre settimane nella maturità intestinale. I bambini prematuri sembrano avere maggiori probabilità di avere un sistema gastrointestinale immaturo. L’altra componente che influenza la salute dell'intestino è il tipo di nutrizione. Nel primo anno di vita, il 30% dei batteri intestinali dei bambini allattati al seno proviene dal latte materno e un ulteriore 10% dal seno della mamma e pertanto il supporto per le madri che allattano è molto prezioso, in particolare dopo un taglio cesareo. Molte delle aziende produttrici di latte artificiale hanno ora incluso prebiotici negli alimenti per lattanti per cercare di affrontare questo squilibrio. Se un bambino ha necessità di fare terapia con antibiotici nei primi mesi di vita, questo influenzerà negativamente la salute dell'intestino. Esistono inoltre in commercio formule specifiche di latte per i bambini con coliche che contengono proteine del latte parzialmente digerite e una quantità ridotta di lattosio e zucchero del latte. Ciò rende queste formule più digeribili e allevia la distensione dell’intestino. Anche la combinazione di probiotici e gocce di lattasi può avere successo: la lattasi è un enzima che viene prodotto a un ritmo lento e costante nell’intestino tenue per digerire lo zucchero del latte. Verso la fine della giornata, quando la richiesta di questo enzima è alta, può succedere che un po’ di zucchero del latte non digerito passi nell'intestino e i batteri che agiscono su questo zucchero libero
  • 2. danno come prodotto del gas che crea la distensione e quindi il dolore (ecco perché le coliche sono più intense verso la fine della giornata). Alcuni bambini allattati artificialmente possono ingoiare troppa aria durante le poppate o non hanno una buona presa sulla tettarella del biberon: in questo caso si può cambiare il tipo di biberon e tettarella. Alcuni biberon in commercio hanno la superficie della tettarella molto più grande e questo aumenta il contatto della bocca del bambino, simulando il seno materno: migliore è il contatto, minore è il rischio di aspirazione d'aria. Un'altra teoria è che le coliche possano essere il risultato di un'eccessiva stimolazione del sistema nervoso e ciò può essere dovuto al fatto che il sistema nervoso del bambino è troppo immaturo per gestire i rumori: a questo proposito può essere consigliabile invitare i genitori a ridurre gli stimoli esterni, tenere tra le braccia il bambino ed evitare di fare rumori o di guardarlo negli occhi, che è una forma di stimolazione e di eccitazione o suggerire un piccolo sonnellino prima che inizi la fase di maggior agitazione del bambino. Ancora una volta, tutti i bambini sono diversi e rispondono a cose diverse, ma potrebbe valere la pena provare. I bambini che soffrono di coliche, per qualche motivo, risentono anche della posizione in cui vengono tenuti: hanno giovamento se posizionati proni sull’avambraccio del genitore e cullati. Le fasce sono preziose quando il bambino piange inconsolabilmente: essere appoggiato contro il petto caldo della mamma è confortante, così come sentire il suo battito cardiaco. Può essere utile per calmare il bambino massaggiargli delicatamente la schiena sul lato sinistro con movimenti circolari. TRATTAMENTO OSTEOPATICO Si possono proporre alcune chiavi di trattamento ma non esiste una tecnica codificata, dogmatica. Ogni neonato ha una problematica che andrà trattata sulla base delle disfunzioni rilevate e quindi quelli che seguono sono solo input di riflessione quando si prende in carico un bambino con coliche. Prima di tutto bisogna assicurarsi che il bambino sia in grado di “rispondere” al trattamento, che la sua fisiologia possa esprimersi; si dovranno dunque cercare e correggere le disfunzioni traumatiche della struttura (compressioni, scivolamenti, torsioni) soprattutto sull’asse cranio- sacrale vista la stretta relazione con il SNA (sistema nervoso autonomo). Approcciare il bambino in posizione Brazelton permette di valutare le eventuali compressioni delle cerniere, le tensioni a livello delle sfere cranica, toracica e pelvica, i pilastri del diaframma e le disfunzioni vertebrali e costali; in questo modo poi, l’osteopata entra in comunicazione e interagisce con il bambino, è una fase importante di osservazione.
  • 3. Si andrà poi a verificare il bacino e soprattutto il sacro con le sue problematiche inter e intraossee (spesso questo lavoro stimola l’evacuazione): il sacro va poi considerato anche in quanto sede dell’inserzione inferiore della dura madre. Si valuteranno le eventuali disfunzioni intraossee degli iliaci, spesso trascurate, e l’influenza di queste disfunzioni sulle catene fasciali e sul contenuto viscerale pelvico. E’ nota a tutti la relazione tra il complesso cranio-cervicale (in particolare le tensioni a livello del foro occipitale, delle regioni condilari e del forame giugulare) e il nervo vago: il trattamento di queste zone, quando presentano alterazioni, è fondamentale in tutte le problematiche gastro- intestinali del neonato. Ma si devono considerare anche le relazioni faccia-volta cranica e la funzione di suzione-deglutizione e quindi si devono verificare l’osso ioide e i muscoli digastrici. Anche la funzione respiratoria influenza quella digestiva ma prima di passare alla valutazione del diaframma toracico conviene controllare C3, C4 e C5, le clavicole e lo sterno, spesso in disfunzione intraossea. Si passa quindi a liberare il diaframma e in particolare i pilastri, vista la loro stretta relazione con la vena cava inferiore e l’aorta addominale per favorire una buona circolazione in entrata e in uscita: a questo scopo ci si può mettere dietro al bambino che è rivolto verso un genitore e controllare, da questa posizione, il diaframma e il peritoneo in relazione al diaframma, al bacino e alla regione lombare. Sempre in questa posizione l’osteopata può contattare l’esofago e i nn.vaghi aprendo la catena anteriore verso l’estensione e per fare ciò con una mano fa punto fisso sotto l’apofisi xifoidea mentre l’altra mano, posta delicatamente sotto la mandibola, guida il bambino nel raddrizzamento. Il torace dell’osteopata, a contatto con il dorso del bambino, accompagna verso l’estensione le componenti tissutali sino alla liberazione spontanea delle tensioni anteriori. Questo lavoro di apertura epigastrica permette di effettuare una liberazione fasciale dei plessi addominali e ipogastrico: si potrà per ultimo effettuare anche un lavoro ritmico a lemniscata attorno al tronco aortico e al fulcro diaframmatico tra torace e addome a scopo sia di riequilibrio circolatorio che neuro-vegetativo. E’ importante non seguire un protocollo fisso ma avanzare in base all’ascolto, alla percezione e alla comprensione affinchè il trattamento sia ragionato e risponda alle esigenze del bambino. Le informazioni che si raccolgono permettono di capire come si sono formate le disfunzioni in base alle conoscenze di anatomia e fisiologia: solo così il lavoro di deprogrammazione fatto dalle forze correttive a partire dal punto di appoggio offerto dalla nostra mano, potrà avverarsi. L’armonia e la salute possono allora esprimersi come dice bene la frase di Antoine de Saint- Exupéry: “il futuro non è mai altro che il presente da mettere in ordine. Non devi prevederlo, ma devi permetterlo” .