1. Rapporto tra IA e libertà – Angelo Napoli
Oggigiornoviviamoinunmondoprevalentementeliberale:lasocietàmette lalibertàumanaal primoposto
nellascala dei valori sociali ed individuali. Si può sostenere, infatti, che le autorità statali si fondino sulla
libera volontà degli individui che ne appartengono. Anche nella sfera personale il liberalismo promuove
l’ascoltodi se stessi, la sincerità e l’azione coerente con il proprio sentire, nel rispetto della libertà altrui.
Tuttaviala rivoluzione tecnologicache si sta diffondendonegli ultimi decenni potrebbe veicolare la nostra
società verso un mondo dominato dall’IA, nel quale l’autorità degli algoritmi dei Big Data sopprimano l a
libertàindividuale,amenoche non si impongaunprotocolloeticoperl’implementazione dell’IA all’interno
della società.
Alcuni sostengono che questo scenario sia plausibile solo nel caso in cui l’intelligenza sia confusa con la
coscienza. L’intelligenza è la capacità di risolvere problemi, mentre la coscienza è la capacità di provare
emozioni o sentimenti come la paura, la gioia, l’amore e la rabbia e tendiamo a confonderle perché
nell’essere umanoesse sono strettamentelegate. È, infatti, da umani risolvere problemi in base a ciò che
sentono, mentre i computer agiscono in maniera del tutto diversa. Ciò nonostante, non è del tutto
impossibile che in futuro l’IA sviluppi sentimenti. Infatti si conosce ancora molto poco la coscienza per
esserne certi, anche se negli ultimi anni le neuroscienze stanno acquistando sempre più importanza
nell’ambito dello studio e la ricerca. Yuval Noah Harari, storico laureato all’Università di Oxford, nel suo
libro“21 lezioni peril XXIsecolo”,sostiene che bisogna considerare tre possibilità: la prima secondo cui la
coscienza sia una facoltà determinata esclusivamente dalla biochimica organica, per cui non sarà mai
possibile creare una coscienza in sistemi non organici; la seconda secondo cui la coscienza non è legata
dallabiochimicaumanabensìall’intelligenza,percui l’IA potrebbeeffettivamente sviluppare unacoscienza,
e la terza secondo cui non ci siano legami tra coscienza e biochimica organica o intelligenza per cui i
computer potrebbero sviluppare una coscienza ma non necessariamente. Una soluzione a questo
problema, sarebbe,adesempio,investire sullosviluppodellacoscienzaumanatantoquantol’IA per essere
certi che in un futuro questo scenario di dittatura digitale non avvenga. Questo approccio scientifico è in
lineacondiversi enti che sostengonoche l’IA dovrebbe essere sviluppatain modo da porre l’essere umano
al centroal fine di generare vantaggi per le persone e le società; come nella Conferenza di alto livello del
Consiglio d’Europa, tenutasi ad Helsinki dal 26 al 27 febbraio 2019, “Governing the Game Changer –
Impacts of artificial intelligence development on human rights, democracy and the rule of law”. In Italia,
possiamo ricordare l’Articolo 9 della Costituzione che affida alla Repubblica il compito di promuovere la
ricerca scientificae tecnica, sempre tenendo conto che la scienza deve procedere in un regime di libertà,
come enunciatonell’Articolo33.Da questi principi si dovrebbe costituire unaregolamentazione sull’IA che
la indirizzi versoil progressoscientifico,economicoe sociale rispettando l’uomoe lasuanatura. La ministro
perl’Innovazionetecnologicae ladigitalizzazione, Paola Pisano, sostiene che promuovere l’utilizzo di una
tecnologiaetica,trasparente,sicura,affidabile,responsabile, imparziale e inclusiva deve mirare a rendere
la nostravita migliore,adaffrontare problemi gravi sinorairrisolti percui si è siglato un protocollo d’intesa
sull’etica dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione di nome “Manifesto per l’etica
nell’Intelligenza artificiale” che impone un approccio etico all’utilizzo di dati e algoritmi di AI.
Si può concludere che nel breve periodo, è improbabile che l’IA possa svilupparsi a tal punto da poter
sfociare inunoscenarionel quale l’autoritàdegli algoritmi sopprimalalibertàdi ogni individuo. Tuttavia, è
compitodell’uomoimplementare legislazioni,nonsoloalivellostatale maanche a livelloglobale,mediante
le quali si possanoavere delle linee guidache permettanolosviluppo “cosciente” di una tecnologia che ha
effettivamente un potenziale così esteso come lo è l’IA.