1. Nel XIII e XIV secolo la produzione di
tessuti per l’ esportazione si era
concentrata nelle Fiandre e nell’ Italia
centro-settentrionale. Nel ‘400 si ebbero
dei primi cambiamenti strutturali. Il
sistema delle corporazioni, che limitava
la concorrenza e garantiva prodotti
qualificati, stava perdendo il monopolio
sul settore tessile.
Le manifatture comparirono presto nei
centri urbani minori e nei villaggi rurali.
Il controllo del sistema produttivo, dalla
materia prima al prodotto finito, fu
affidato ai mercanti-imprenditori.
In alcuni borghi delle Fiandre, nel XVI
secolo, si sviluppò il lavoro a domicilio,
basato sulla produzione tessile di lana,
lino, fustagni.
2. Il ‘500 fu, per molte contee
inglesi sud-orientali e per lo
Yorkshire, il secolo del grande
sviluppo dell’ industria tessile
basata sul domestic system e del
prodotto a buon mercato. La
lana inglese era ormai impiegata
quasi esclusivamente nell’
industria nazionale, le
esportazioni dei tessuti inglesi
sul continente europeo furono
in ascesa
3. Firenze, come diverse città toscane e lombarde – Milano, Como, Brescia – vantavano
una notevole esportazione globale, certamente superiore a quella inglese. Intorno al
1510, i centri tessili furono gravemente danneggiati dalle guerre combattute in Italia,
che sfociarono nello scontro diretto tra Spagna e Francia. Gli anni ‘20 furono disastrosi
per la Lombardia e tutta l’Italia centro-settentrionale. Tra gli anni ‘40 e ‘60 Toscana e
Lombardia avevano recuperato il loro prestigio sebbene in questo recupero vi fossero
dei punti di debolezza. Le manifatture italiane continuavano a restare fedeli al
prodotto di alta qualità e alto prezzo restringendo il campo dei clienti che potevano
accedere a prezzi così elevati.
4. Alta qualità e altro prezzo erano correlati
ad alti costi di produzione, motivo per cui
le manifatture italiane subirono la
concorrenza dei tessuti inglesi, più a
buon mercato. Alla metà del ‘500, il
valore globale della produzione tessile fu
accresciuto dallo sviluppo di un settore
più lussuoso, quello della seta, che più
tardi compenserà la caduta dell’ industria
della lana. A Milano, Venezia, Genova e
Bologna sorsero altre manifatture seriche
ricavare dalla produzione di una
gelsibachicoltura, in continua crescita in
molte regioni.
5. Crebbero velocemente le ‘industrie di
guerra’, ovvero legate agli eserciti e ai loro
armamenti. Nel XVI secolo le guerre furono
frequenti e mobilitarono migliaia di uomini
per anni, che dovevano essere
necessariamente forniti di armature,
artiglierie, archibugi e moschetti. Al
contempo anche le industrie di pace
conobbero una notevole espansione.
Si vide per la prima volta un mercato dei
beni di consumo durevoli con una maggiore
domanda per l’ arredamento degli interni.
Altre manifatture già esistenti assunsero poi
un importante ruolo, i libri stampati, la
carta, gli orologi, non più esclusiva delle
torri comunali ma divennero arredi per le
case dei più abbienti, orologi da mur, da
tavolo, a pendolo e da tasca.
6. L’ Europa del ‘500 vide una larga estensione dei
cantieri navali e quelli destinati all’ edilizia. L’
impiego della pietra come materiale da costruzione,
da tempo diffuso in Italia, crebbe anche in Europa,
per le residenze regie e signorili. Tuttavia l’ edilizia e
la cantieristica continuavano a dipendere dal legno.
Il ferro ebbe però una rapida crescita, prima utilizzati
esclusivamente per la realizzazione di attrezzi
agricoli, ora anche per telai e gli ingranaggi dei
mulini. Il ferro ebbe dominio assoluto per la
costruzione armi e armature e oggetti d’ uso comune
come i chiodi o i coltelli. Questo fu sufficiente ad
incrementare l’attività delle miniere ferrose in
Boemia, Ungheria e Germania. Nel XIV-XV secolo i
cannoni cominciarono ad essere costruiti per fusione
di metalli, tecnica afffiancata da quella dell’
altoforno, in grado di sviluppare temperature ben
più elevate. Questo incrementò ancor maggiormente
la produzione d’ oggetti in ferro.
7. Il legno aveva predominio come combustibile
per produrre calore ed energia.
Il commercio del legname aveva infatti
importanza vitale per molte aree come le
Fiandre e l’ Olanda.
Un sostituto del legno come combustibile fu il
carbone minerale trovato in superficie o
scavando nei pozzi non troppo profondi in
Inghilterra settentrionale e nel Principato
imperiale di Liegi. Due ostacoli però si
opponevano al suo utilizzo, i fattori inquinanti e
la facilità con cui danneggiava le produzioni
industriali con i gas emessi durante la
combustione. Fino al ‘600 si continuò a ricorrere
quindi al carbone di legno per alimentare gli
altiforni. Ma il carbone minerale costava molto
meno della legna, per cui gli inglesi si adattarono
ai suoi inconvenienti.