Comunicazione Museale, 2020-2021, Dal Fatto-in-Italia al Made in Italy, Lezioni 3 e 4
1. Baldassarre degli Embriachi e le arti suntuarie a Venezia allo scadere del Medioevo
Prof. Paolo Coen
Comunicazione Museale
Titolo del Corso: Dal Fatto-in-Italia al Made in Italy
2020-2021
2. Baldassarre degli Ubriachi, oppure Embriachi, Obriachi (1335-1406)
• Membro di una famiglia di mercanti fiorentini risalente all’XI secolo
• Si forma come imprenditore e mercante di vini, lana e prodotti di lusso, come gioielli e carte
geografiche
• 1370-1380 mette in piedi a Firenze una bottega per produrre manufatti sacri e profani con anima in
legno e ornamenti in osso
• Pubblico: domanda di lusso e devozione proveniente dalla borghesia locale
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3. Perché Baldassarre sceglie Venezia?
• 1392 si trasferisce da Firenze a Venezia
• La città gli offre eccellenti condizioni per trasferire l’impresa
• Porta con sé intagliatori fiorentini, fra cui Giovanni di Jacopo «maestro de’ miei lavori dell’osso»
• La bottega, che rimarrà attiva fino al 1430, stabilisce uno standard imprenditoriale
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4. Domanda della bottega dopo il trasferimento a Venezia
• Pale d’altare per chiese prestigiose
• Lavori su committenza, cioè richiesti, ordinati direttamente e «su misura» da sovrani e principi
d’Europa
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5. Bottega degli Embriachi, Pala d’Altare (Trittico), 1396-1400, Pavia, Certosa
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6. Bottega degli Embriachi, Pala d’Altare (Trittico), 1396-1400, Pavia, Certosa
• Commissione: Galeazzo Visconti, duca di Milano
• Destinazione: altare maggiore Certosa
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7. Bottega degli Embriachi, Pala d’Altare (Trittico), c. 1400, Parigi, Museo del Louvre
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8. Bottega degli Embriachi, Pala d’Altare (Trittico), c. 1400, Parigi, Museo del Louvre
• Committente: Giovanni di Valois, duca di Berry
• Destinazione originaria: chiesa priorale di San Luigi a Poissy, vicino Parigi
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9. Ma perché Venezia?
• Dal 1250 Venezia è centro europeo dei prodotti di lusso, in particolare di oggetti d’oreficeria ornati
da filigrane, o «a filigrana»
• La tecnica «a filigrana» prevede il sottile intreccio di fili d’oro o d’argento. Dopo essere torti i fili
sono fissati su di un supporto, in genere prezioso
• Già in auge durante l’epoca etrusca
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12. Manifattura veneziana, Dittico di Andrea III d’Ungheria, 1290-1296, Berna, Museo Storico
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13. La gioielleria a Venezia nel XIV secolo: un cambiamento
• I gioiellieri e i cristallai veneziani introdussero un cambiamento sensibile: si aprirono a una
clientela più vasta
• Le miniature in cristallo di rocca presero il posto degli smalti – a prezzi di gran lunga inferiori,
soprattutto per la facilità della lavorazione
• Il fenomeno aprì la strada a un mercato «anonimo», ovvero estraneo al circuito committente-
bottega
• I documenti provano inoltre la presenza di intermediari
• Venezia iniziò allora a configurarsi come un centro di produzione di «beni di lusso ‘di
sostituzione’, che si posizionano in segmenti di mercato precedentemente occupati da beni
d’importazione» (Michele Tomasi)
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14. Manifattura veneziana, Croce, fine XIII secolo, Atri, Museo Capitolare
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15. Paolo Boninsegna, Pala d’oro, 1342-1345, Venezia, Tesoro di San Marco
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16. Paolo Boninsegna, Pala d’oro, 1342-1345, Venezia, Tesoro di San Marco
• La prima Pala d’oro risaliva alla fine del X secolo; altri rinnovamenti erano
seguiti
• Andrea Dandolo ordina di rimontare gli smalti antichi entro una nuova
cornice orafa, di linguaggio gotico
• La commissione fu un ulteriore volano
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17. Venezia, c. 1390
• Esistevano condizioni ideali per un imprenditore come Baldassarre degli Ubriachi
• Concentrazione e specializzazione in beni di lusso
• Prototipi ammirati a livello continentale
• Produzione di beni «di sostituzione»
• Esistenza di un pubblico europeo, destinati per lo più ad acquirenti anonimi
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18. Bottega degli Embriachi, Cofanetti nuziali, fine XIV secolo, Sotheby’s, 2020 [a,b]; Berlino,
Bodemuseum [c]
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19. Caratteristiche della produzione di Baldassarre
• Standardizzazione delle dimensioni, tipologie e le iconografie delle lamelle
• Organizzazione della bottega molto avanzata
• Sostituzione dell’avorio con osso equino, bovino o suino
• Presenza di tacche di assemblaggio sul retro dei rilievi
• Suddivisione del lavoro, che conferisce ai rilievi e anche ai prodotti finiti un carattere para-seriale
• Assemblaggio e rifinitura in base alla richiesta del cliente
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20. Un artista che produce un oggetto alla volta non avrebbe alcun bisogno di marche; un artista che
produce vari oggetti alla volta le troverebbe utili; molti artefici che fabbricano una quantità di pezzi
nello stesso tempo le troverebbero indispensabili
Frederick W. Stohlman, 1935
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21. Le manifatture della seta in Italia nel basso Medioevo:
produzioni seriali al servizio del lusso
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22. La seta: un materiale rimasto a lungo misterioso e segreto
• La seta è una fibra proteica: si ottiene da un bozzolo, prodotto appunto da bachi da seta
• La sericultura è la coltivazione di bachi da seta, al fine di produrre il filato di seta
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23. Il bozzolo di un baco da seta
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24. La seta: un materiale rimasto a lungo misterioso e segreto
• La sericultura ebbe origine in Cina diversi millenni prima di Cristo e per lungo tempo rimase entro
i confini della Cina
• Intorno alla seta, alle sue origini e alla sua produzione sorsero miti e leggende. Nella mitologia
cinese la seta assurse al rango di una dea
• Per molto tempo la seta rimase il principale dono diplomatico dell’imperatore ai propri vicini o
vassalli
• Con l’andare del tempo la Cina iniziò a esportare larghe quantità di tessuti in seta. Tuttavia badò a
mantenere segreti i bachi e la produzione, creando di fatto un monopolio
• Il monopolio era difeso da un decreto imperiale: chiunque tentasse di esportare i bachi oppure le
loro uova era condannato a morte
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25. Manifattura cinese, Tessuto in seta rituale, dettaglio Era Zhou, IV secolo a.C.
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26. Miti e misteri della seta
• Di conseguenza, le altre culture svilupparono a loro volta miti e leggende attorno al materiale
• I Romani pensavano che i tessuti in seta fossero il frutto delle foglie di alberi particolari: così si
legge nelle Georgiche di Virgilio o in Seneca
• Lo stesso Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia andò solo vicino alla verità
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27. Essi [i Cinesi] tessono delle tele come dei ragni, che diventano poi un materiale di lusso per abiti
femminili, che si chiama seta.
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XI, 26
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28. La via, o meglio le diverse vie della seta
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29. Le vie della seta
• Nel II secolo i Cinesi aprirono la cosiddetta Via della Seta, un collegamento fra Xi’an, l’antica
capitale e Antiochia, sulle coste del Mediterraneo: da Antiochia navi mercantili trasportavano i
tessuti a Bisanzio, poi Costantinopoli, e a Roma
• Si trattava di carovane di mercanti, che scambiavano la seta con altre merci di lusso
• Per arrivare da un capo all’altro del cammino le carovane impiegavano circa un anno
• Il percorso si diramava intorno al deserto del Taklaman, uno dei luoghi più aridi del pianeta
• Tratte secondarie collegavano la principale allo Yemen, alla Birmania e all’India
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30. La seta fra tardo Antico, alto e basso Medioevo
• Intorno alla metà del V secolo l’Impero bizantino e gli Arabi appresero il segreto dei bachi da seta
e iniziarono a lavorarne il prodotto: si trattò della prima crepa del monopolio cinese
• Nell’alto Medioevo i manufatti in seta continuarono ad essere per lo più importati dall’Oriente
(Medio Oriente, Asia Centrale, Cina). Come tali, erano appannaggio esclusivo di un sistema del
lusso che solo pochissimi fruitori potevano sostenere: essi rappresentavano un segno distintivo
presso la sfera più elevata della gerarchia sociale
• Una delle capitali altomedievali della produzione e del commercio della seta fu Catanzaro: fra IX e
XI secolo, attraverso il mercato e il porto di Reggio Calabria, le sete di Catanzaro furono vendute a
mercanti spagnoli, olandesi, veneziani, genovesi e fiorentini
• Una rimarchevole quantità di tessuti calabresi fu venduta al Vaticano: l’industria della seta di
Catanzaro avrebbe retto nei secoli seguenti, fino alla metà del XVII
• Verso il XII secolo, principalmente grazie alle Crociate, il segreto si estese al mondo occidentale:
fu allora che molte città italiane se ne impadronirono
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31. I tessuti di seta: l’origine di un boom economico
• Nel 1204 i Veneziani depredarono Costantinopoli. Il declino della città è alla base del trasferimento
in occidente di circa 2000 tessitori specializzati nella trasformazione della seta
• Tra il XIII secolo e il principio del XIV vari centri italiani si inserirono in questo circuito.
Le manifatture seriche della Penisola, grazie a a competenze artigiane molto specializzate,
scalfirono il monopolio orientale
• I tessitori italiani fecero della produzione di tessuti in seta il fulcro di un boom produttivo ed
economico, esportando tessuti al resto d’Europa
• I leader italiani di questo processo furono le città di Lucca e di Venezia
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32. Manifattura veneziana, Drappo in seta, 1250-1300, Londra, Victoria & Albert Museum
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33. Manifattura lucchese, Lampasso lanciato e broccato, seta e oro membranaceo, 1300-1350, Lione,
Musée des Tissus
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34. Il decollo dell’industria italiana della seta
• Dopo Catanzaro, Venezia e Lucca, s’inserirono nella produzione e nel mercato Genova e Firenze
• La domanda per tessuti e capi di seta si espanse, grazie agli ordini provenienti dalla forte borghesia
cittadina
• Solo a Firenze, nel 1472 l’industria della seta dava lavoro a 7.000 artigiani, ripartiti in 84 botteghe
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35. ‘Serialità’ e ‘mercato’: due parole chiave
• La competizione su vasta scala chiama in causa due parole, due concetti, che siamo soliti
ricondurre al mondo contemporaneo: serialità e mercato
• L’uno e l’altro caratterizzarono un’imprenditoria estremamente organizzata e agguerrita
• La domanda proveniva in parte da committenti specifici: ma era già viva adesso una domanda
‘anonima’
• Per competere i fabbricanti ricorsero anche all’organizzazione dei prodotti su base modulare, che si
basavano fra l’altro sulla possibilità di accostare le ‘pezze’ le une alle altre
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36. Lucca e Venezia: scambi e migrazioni continui
• Nel XIV secolo, come si è visto, Lucca e Venezia s’imposero come pedine essenziali nello
scacchiere europeo del commercio della seta
• Le corporazioni e i governi dell’una e dell’altra città adottarono misure a sostegno delle rispettive
produzioni seriche: di qui fra l’altro una serie di divieti per impedire alle maestranze o ai telai di
uscire dalle città
• D’altro canto, fra le due città si verificarono scambi e migrazioni su più livelli e in entrambe le
direzioni, a livello di prodotti e di maestranze
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37. Lucca e Venezia nella seta: un’imprenditoria ad alto sviluppo
• L’analisi della produzione e circolazione della seta a Venezia e a Lucca nel ‘200-’300 fanno
pensare a una dimensione proto-industriale molto evoluta e su vasta scala
• Su questa base affrontarono e vinsero la sfida con i tessuti orientali nel circuito della domanda
attivato dalle sfere religiose e civili più elevate
• La seta era e rimase un prodotto di lusso: d’altro canto, la diversificazione della gamma e
l’aumento del volume produttivo consentirono un ampliamento della domanda verso il ceto alto
borghese urbano
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38. Epilogo
• Le stoffe di seta italiane erano e rimasero molto costose
• Nel XV secolo gli artigiani italiani si dimostrarono incapaci di tenere il passo con le esigenze della
moda francese, che richiedeva continuamente materiali più leggeri e meno costosi
• Nella seconda metà del XV secolo la Francia iniziò a guardarsi intorno per procurarsi la materia
prima localmente. Lione assunse in tal senso un ruolo guida
• Nel 1466, il re Luigi XI decise di sviluppare un'industria della seta nazionale a Lione. Per farlo, il
re chiamò un gran numero di lavoratori italiani, principalmente da Catanzaro e dalla Calabria
• L’obiettivo principale era ridurre il deficit commerciale con gli stati italiani, che faceva perdere alla
Francia dai 400.000 ai 500.000 scudi d'oro all'anno
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39. Epilogo
• La fama dei maestri tessitori di Catanzaro si diffuse in tutta la Francia e furono invitati a Lione per
insegnare le tecniche di tessitura
• Dal XVI secolo Lione divenne la capitale europea del commercio della seta. Le sete prodotte in
città iniziarono ad abbandonare gli stili orientali a favore di un proprio linguaggio distintivo, che
poneva l’enfasi sui paesaggi (verdures)
• A metà del XVII secolo a Lione venivano utilizzati oltre 14.000 telai: l'industria della seta
alimentava un terzo della popolazione della città
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