1. Vita e Destino quasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche!
a cura di Riccardo Guidetti
“Misterio eterno
dell’esser nostro”
(Sopra il ritratto di una bella donna)
Una lettura insolita di
Giacomo Leopardi
“Cara beltà che amore
lunge m’ispiri”
(Alla sua donna)
2. Sproporzione
fra l’animo e le cose
Il non poter essere
soddisfatto da
alcuna cosa, né per
dir così, dalla terra
intera,
… trovare che tutto è
poco e piccino alla
capacità dell’animo
proprio.
Il viandante sul mare di nebbia 1818,
Caspar David Friedrich
Pensieri
LXVIII, tra 1831-1835
3. Sproporzione
fra l’esistenza e se stessi
… si confonde quasi
col nulla e perde quasi
se stesso nel pensiero
della immensità delle
cose e si trova come
smarrito nella vastità
incomparabile della
esistenza.
Zibaldone
12 agosto 1823
Monaco in riva al mare, 1810,
Caspar David Friedrich
5. Sproporzione
fra due immensità
… l’immensa
capacità della
mente, … può
abbracciare e
contenere col
pensiero questa
immensità
medesima
dell’esistenza e
delle cose..
Zibaldone
Paesaggio di pianura con arcobaleno, 1810,
Caspar David Friedrich
12 agosto 1823
6. Sproporzione
fra la vita e il destino
Quel dolce sguardo,
Che tremar fe’, se, come
or sembra, immoto
In altrui s’affisò; quel
labbro, ond’alto
Par, come d’urna piena,
Traboccare il piacer; quel
collo, cinto
Già di desio;
Sopra il ritratto di una bella donna
Ragazza con l’orecchino di perla,
1665-1666 Jan Vermeer
Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831
7. Sproporzione
fra l’oggi e il domani
Così riduce il fato
Qual sembianza fra noi
parve più viva Immagine
del ciel. Misterio eterno
Dell’esser nostro.
Oggi … Beltà grandeggia
… Diman … Sozzo a vedere
… Divien quel che fu dianzi
Quasi angelico aspetto
Sopra il ritratto di una bella donna
La vita e la morte, 1891-1893,
Paul Gauguin
Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831
8. Sproporzione
fra il desiderio e la realtà
Desiderii infiniti
E visioni altere
Crea nel vago pensiere,
Per natural virtù, dotto
concento;
Onde per mar delizioso,
arcano
Erra lo spirto umano,
Quasi come a diporto
Ardito notator per l’Oceano
Sul veliero,1818-1819,
Caspar David Friedrich
Sopra il ritratto di una bella donna
Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831
9. Sogno
il brillare di una esaltazione
Dolcissimo, possente
Dominator di mia
profonda mente;
Terribile, ma caro
Dono del ciel; consorte
Ai lùgubri miei giorni,
Pensier che innanzi a
me sì spesso torni.
Il pensiero dominante
Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831
Il bacio, 1907-1908, Gustav Klimt
10. Sogno
un’esaltazione dolce
Ahi finalmente un
sogno
In molta parte
onde s’abbella il
vero
Sei tu, dolce
pensiero;
Sogno e palese
error.
La colazione dei canottieri, 1881,
Pierre Auguste Renoir
Il pensiero dominante
Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831
11. Sogno
un’esaltazione desiderata
Bella qual sogno,
Angelica sembianza,
Nella terrena stanza,
Nell’alte vie dell’universo
intero,
Che chiedo io mai, che spero
Altro che gli occhi tuoi veder
più vago?
Altro più dolce aver che il tuo
pensiero?
Il pensiero dominante
Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831
Danza al Buvigal, 1883 Pierre Auguste Renoir
12. Dolore
un’esaltazione che non dura
Amore, amore, assai
lungi volasti
Dal petto mio, che fu
sì caldo un giorno,
Anzi rovente. Con
sua fredda mano
Lo strinse la sciaura,
e in ghiaccio è volto
Nel fior degli anni.
La vita solitaria
Ashes, 1894, Edvard Munch
Canti, XVI, 1821
13. Dolore
una nostalgia amara
Mi sovvien del tempo
Che mi scendesti in seno.
…
Al garzoncello il core
Di vergine speranza e di desio
Balza nel petto;
La vita solitaria
Canti, XVI, 1821
Danza in città, 1883,
Pierre Auguste Renoir
14. Dolore
il sogno è un’illusione
e già s’accinge
all’opra
Di questa vita come
a danza o gioco
Il misero mortal.
La vita solitaria
La danza della vita, 1899-1900
Edvard Munch
Canti, XVI, 1821
15. Dolore
il sogno delude
Gli occhi negli occhi, 1894,
Edvard Munch
… ed a questi occhi
Non altro convenia
che il pianger sempre
La vita solitaria
Canti, XVI, 1821
16. Segno
una beltà che rimanda oltre
Raggio divino al mio
pensiero apparve,
Donna, la tua beltà.
Aspasia
Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831
Nascita di Venere (particolare),
1483-1485, Sandro Botticelli
17. Segno
un’amorosa idea
Vagheggia …
l’amorosa idea,
Tutta al volto ai costumi
alla favella
Pari alla donna che il
rapito amante
Vagheggiare ed amar
confuso estima.
Aspasia
Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831
Donna tahitiana con mazzo di fiori,
1899, Paul Gauguin
18. Segno
l’invito a qualcosa d’altro
Or questa egli non già,
ma quella, ancora
Nei corporali amplessi,
inchina ed ama.
Aspasia
Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831
Due donne tahitiane, 1899,
Paul Gauguin
19. Segno
gli scambiati oggetti
Alfin l’errore e gli
scambiati oggetti
Conoscendo, s’adira;
e spesso incolpa
La donna a torto.
…
E ciò che inspira ai
generosi amanti
La sua stessa beltà,
donna non pensa
Aspasia
Danza in campagna,1883,
Pierre Auguste Renoir
Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831
20. Cara beltà
una soddisfazione possibile
Cara beltà che amore
Lunge m’inspiri;
…
Forse tu l’innocente
Secol beasti che
dall’oro ha nome,
Alla sua donna
Canti, XVIII, 1823
Arearea (giocosità), 1892
Paul Gauguin
21. Cara beltà
un incontro atteso
Già sul novello
Aprir di mia giornata
incerta e bruna,
Te viatrice in questo
arido suolo
Io mi pensai.
Alla sua donna
Canti, XVIII, 1823
Donna con parasole, 1886,
Claude Monet
22. Cara beltà
una nostalgia che fa palpitare
Ed io seggo e mi lagno
Del giovanile error che
m’abbandona;
E per li poggi, ov’io
rimembro e piagno
I perduti desiri, e la
perduta
Speme de’ giorni miei; di
te pensando,
A palpitar mi sveglio.
Alla sua donna
Ragazzo dal panciotto rosso,
1890, Paul Cézanne
Canti, XVIII, 1823
23. Cara beltà
una presenza reale da invocare
Se dell’eterne idee
L’una sei tu, cui di
sensibil forma
Sdegni l’eterno senno
esser vestita,
…
Di qua dove son gli
anni infausti e brevi,
Questo d’ignoto
amante inno ricevi
Alla sua donna
La caduta di Icaro,1943,
Henry Matisse
Canti, XVIII, 1823
24. Una lettura insolita di Giacomo Leopardi
Perciò dal senso realistico della sproporzione tra il
piccolo uomo e il mondo intero e l’universo,
sproporzione che indica nel piccolo uomo una capacità
infinita, cosicché - secondo - tutte le cose fanno sognare
l’uomo, e questo sognare diventa come il gusto del
vivere, val la pena vivere per questo: però è un sogno.
Ma allora tutto è triste e tutto è disperato eppure –
quarto - la realtà quanto più è bella tanto più rimanda
l’uomo a qualche cosa d’altro, quanto più una cosa è
bella, o una donna o una musica, ti richiama a qualcosa
d’altro. Allora vuol dire che la realtà è segno di un’altra
presenza. Si, Leopardi giunge fino a questo vertice e
grida la sua preghiera a questa presenza per lui
enigmatica, ignota, che non conosce.