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GENTE DELLA SUNNAH,
SIATE GENTILI GLI UNI
CON GLI ALTRI
Shaykh Abd-ul-Muhsin Al-‘Abbād
Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq
1
Introduzione
Tutta la lode è per Allāh, che ha unito insieme i cuori dei
credenti nell’amore, e ha creato in loro un desiderio di
unirsi insieme in unità e armonia, e che ha messo in guardia
i credenti contro la discordia e il conflitto. Testimonio che
non c’è divinità degna di adorazione all’infuori di Allāh, Che
è il solo senza associati, Che ha creato ogni cosa e poi l’ha
proporzionata, e Che ha legiferato (la religione dell’Islām) e
ha poi reso il sentiero facile per noi, ed è stato
misericordioso verso i credenti. (Ulteriormente) testimonio
che Muhammad è il Suo servo e Messaggero, che ordinò
(chiamando la gente all’Islām come quelli nelle posizioni di
autorità) di rendere le cose facili alle persone e dare loro la
buona novella, dicendo:
“Facilitate le cose alla gente (trattando le persone in modo
più disponibile), e non rendete loro le cose difficili, e date
loro buone novelle, e non allontanate la gente (facendo sì
che le persone odino le buone azioni).”1
1 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 92). Sahīh Muslim (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 944).
2
O Allāh, invia la pace e le benedizioni su (Muhammad),
sulla sua buona e pura famiglia e su tutti i suoi nobili
compagni - che sono stati descritti da Allāh come essere
duri verso i miscredenti eppure misericordiosi tra di loro, e
su tutti quelli che li seguono con sincerità fino al Giorno del
Giudizio.
O Allāh! Guida me e guida gli altri attraverso di me. O Allāh!
Purifica il mio cuore da ogni odio (per i credenti), e guida la
mia lingua a dire sempre la verità. O Allāh! Mi rifugio in te
per paura che io mi smarrisca o sia sviato, o che sbagli o sia
fatto sbagliare, o che opprima o sia oppresso dagli altri, o
che faccia del male o mi sia fatto a me.
Seguitando:
Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah sono quelle persone che
seguono ciò su cui erano il Messaggero di Allāh (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) e i suoi compagni, ed essi si riferiscono a
se stessi come “Gente della Sunnah” in riferimento alla
Sunnah del Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa
sallam). Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) incoraggiò
la stretta aderenza alla sua Sunnah dicendo:
3
“...Aggrappatevi alla mia Sunnah e alla Sunnah dei Califfi
ben guidati dopo di me. Attenetevi a essa e mordere su di
essa con i denti molari.”2
Allo stesso modo, egli mise in guardia dal contraddire la
Sunnah, dicendo:
“State in guardia dalle cose nuovamente inventate
(estranee ai veri insegnamenti dell’Islām), poiché ogni cosa
nuovamente inventata è una bid‘ah, e ogni bid‘ah è uno
sviamento”3
Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) inoltre
disse:
“...Chi non vuole la mia Sunnah allora non è dei miei.”4
La Gente della Sunnah è in diretto contrasto con quelli della
gente dei desideri e dell’innovazione che hanno seguito vie
diverse da quella su cui il Messaggero di Allāh (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) e i suoi Compagni (radiAllāhu ‘anhumā)
erano. La ‘Aqidāh (credo) della Gente della Sunnah emerse
con l’emergere della profezia di Muhammad (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam), mentre la ‘Aqidāh della gente dei
desideri e dell’innovazione emerse dopo la morte del
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). Alcune
2 Narrato da Abū Dāwūd (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 1294). Narrato anche da Ibn Abī ‘Āsim e At-
Tirmidhī il quale disse che l’hadīth è hasan sahīh. L’hadīth è stato anche autenticato da Shaykh
Al-Albānī in Sahīh Sunan Abū Dāwūd (Vol. 3, Pag. 871, # 3851).
3 Vedere nota precedente.
4 Vedere nota precedente.
4
di queste innovazioni apparvero durante l’ultima parte
dell’epoca dei Compagni (radiAllāhu ‘anhumā), mentre altre
innovazioni apparvero più tardi.
Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha
informato che quelli dei suoi Compagni (radiAllāhu
‘anhumā) che continuarono a vivere dopo la sua morte
avrebbero visto discordia e conflitto. Egli (sallAllāhu ‘alayhi
wa sallam) disse:
“...Quelli di voi che vivranno dopo di me vedranno molto
disaccordo...”5
Poi il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci
ha indicato di seguire la Retta Via, che è l’adesione alla sua
Sunnah e alla Sunnah dei Califfi ben guidati. E poi egli
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha messo in guardia contro
le cose nuovamente inventate che sono estranee ai veri
insegnamenti dell’Islām e ci ha detto che esse sono uno
smarrimento.
E’ incomprensibile e inaccettabile (pensare) che una parte
di verità e retta guida sia stata nascosta dai Compagni
(radiAllāhu ‘anhumā) e conservata da alcune persone che
sono venute dopo di loro! Certamente, tutte queste cose
nuovamente inventate che sono estranee ai veri
insegnamenti dell’Islām sono malvagie, perché se ci fosse
5 Vedere nota precedente.
5
stato qualcosa di buono in esse, i Compagni (radiAllāhu
‘anhumā) avrebbero preceduti (i loro ideatori) nel
compierle. Piuttosto, esse (ossia le cose nuovamente
inventate) sono un male con il quale molte persone che
hanno vissuto dopo di loro sono state testate quando hanno
deviato da ciò su cui erano i Compagni (radiAllāhu
‘anhumā).
Imām Mālik disse: “Gli affari della parte successiva di
questa Ummah non potranno mai essere fatti in modo
corretto se non con quello che rese corretti gli affari delle
prime generazioni di questa Ummah.” E’ per questo
(importante) motivo che Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah si
riferiscono a se stessi come “Gente della Sunnah”
riferendosi alla Sunnah del Messaggero di Allāh (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam), mentre altre (sette devianti) sono
indicate con i nomi dati alle loro particolari innovazioni.
Come ad esempio: la Jabariyyah, la Qadariyyah6, la
6 La Qadariyyah non crede nel Qadr di Allāh, ciò in cui crede la gente di Ahlus-Sunnah wal-
Jamā’ah. La Qadariyyah è a sua volta divisa in due gruppi: (1) Coloro che negano tutto il Qadr di
Allāh e dicono che Allāh non conosce quali azioni uno compia fino a quando egli non le fa. (2) La
Jabariyyah che dice che tutti noi siamo costretti a compiere le nostre azioni e che non abbiamo
affatto alcuna volontà o scelta, perché tutto ciò che comprende le nostre azioni è stato
preordinato. Tuttavia la gente di Ahlus-Sunnah wal Jamā’ah attesta il Qadr di Allāh e dice che il
credo nel Qadr di Allāh richiede fede in quattro cose: (1) La Sua Conoscenza: Noi affermiamo e
crediamo che Allāh conosca tutte le cose, tutto ciò che è stato e tutto ciò che sarà, e che Lui
conosce tutto quello che accadrà prima che accada, e che Egli conosce cosa sarebbe successo se
ciò non fosse successo! (2) La Scrittura: Noi attestiamo e crediamo che Allāh abbia scritto tutto
ciò che sarebbe accaduto in Al-Lawh Al-Mahfūdh cinquantamila anni prima che Egli creasse i
cieli e la terra! E crediamo, nonostante la Sua precedente conoscenza e la Sua scrittura di tutto
ciò che sarebbe accaduto, che noi conseguiamo le nostre azioni, scegliamo di compiere le nostre
azioni, e abbiamo una nostra volontà, ma che la nostra volontà e la nostra scelta è subordinata
alla volontà e alla scelta di Allāh, poiché nulla accade senza che Allāh lo voglia o lo permetta! (3)
La Sua Volontà: Noi attestiamo e crediamo che ogni cosa esiste perché Allāh lo ha voluto, e che
tutto ciò che Allāh non ha voluto non esiste. (4) La Creazione: Noi crediamo ed attestiamo che
Allāh ha creato tutto ciò che esiste e che tutta la creazione è in accordo ed è un risultato del Suo
decreto.
6
Murjiah7, la Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah8. Altre (sette
devianti) sono indicate dai nomi dei fondatori delle loro
particolari sette come: la Jahmiyyah9, la Zaydiyyah10, la
‘Ash’ariyyah11, e la Ibādiyyah12.
7 La Murjiah è una setta delle sette dell’Islām che crede erroneamente che le azioni peccaminose
non alterino la fede, allo stesso modo crede che gli atti di obbedienza non siano di alcun
beneficio se sono accompagnati dalla miscredenza. La Murjiah stessa è divisa in tre gruppi: (1) I
precursori della Murjiah furono quelli che cercarono di collocarsi tra la Rāfidhah e i Khawārij
non alleandosi con ‘Alī ibn Abī Tālib e ‘Uthmān (radiAllāhu ‘anhumā), e nemmeno dissociandosi
completamente da loro. Come risultato, essi finirono per opporsi sia a coloro che fecero il takfīr
di ‘Alī ibn Abī Tālib e di ‘Uthmān, così come a coloro che avevano ecceduto nel loro amore per
entrambi o per uno dei due. Così essi non furono Murjiah in materia di miscredenza e di fede, e
nel rapporto tra la fede e le azioni. Piuttosto, essi furono Murjiah solo nella posizione che
presero riguardo alla differenza di opinione tra i Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) relativa alla
fitna che avvenne dopo l’assassinio di ‘Uthmān. Così, soltanto la definizione linguistica di Irjā si
applica a loro e non la definizione tecnica. (2) Al-Murjia-tul-Fuqahā: Sono coloro che dicono che
la fede è composta da due sole cose, credo del cuore e dichiarazione della lingua. Dicono anche
che la Īmān non aumenta né diminuisce, e che è miscredenza dire: “Sono un credente in shā
Allāh.” Tuttavia la Murjia-tul-Fuqahā normalmente aderisce alla ‘Aqīdah dei Salaf in materie
diverse da queste, come Abu Ja’far Al-Tahāwiyy – l’autore di ‘Aqīdah At-Tahāwiyyah. (3) Al-
Murjia-tul-Mutakallimūn Al-Ghulāt nota anche come Murjia-tul-Jahmiyyah. Essi dicono che la
Īmān è soltanto fede nel cuore. E Jahm (ibn Safwān) disse: che la Īmān è semplicemente
riconoscimento o accettazione del cuore. Tuttavia, Ahl-us-Sunnah credono che la Īmān consiste
nella dichiarazione della lingua e del cuore insieme con le azioni del cuore e del corpo, e che la
fede aumenta e diminuisce.
8 Al-Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah è la Shī’ah che afferma che ‘Alī ibn Abī Tālib ebbe più
diritto di Abū Bakr e di ‘Umar (radiAllāhu ‘anhumā) di diventare Califfo dopo la morte del
Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). La chiamano Al-Imāmiyyah perché sostengono che il
Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) specificò che ‘Alī ibn Abī Tālib e la sua progenie sarebbero
stati i leader della Ummah, o perché sono in attesa di un qualche Imām (leader) che essi
sostengono arriverà vicino alla fine dei tempi. Altre loro credenze rilevanti sono: (1) La loro
affermazione che Allāh si sia manifestato in ‘Alī e in undici dei suoi discendenti maschi, e che
essi sono le manifestazioni esteriori di Allāh che possiedono caratteristiche divine. (2)
L’esistenza della creazione e tutto ciò che è in essa dipende dall’esistenza della tesi degli
“A’imma” (leader), e che, se non fosse per loro, Allāh non avrebbe creato nulla.
9 Gli appartenenti alla Jahmiyyah sono i seguaci di Jahm ibn Safwān. Si tratta di un gruppo
estremamente pericoloso le cui credenze includono: (1) Negazione di tutti i Nomi (Asmā) e
Caratteristiche (Sifāt) di Allāh. (2) Essi dicono che tutti noi siamo costretti a compiere le nostre
azioni e che non abbiamo affatto alcuna volontà o scelta, perché tutto ciò che comprende le
nostre azioni è stato preordinato. (3) Dicono che la Īmān è semplicemente il riconoscimento o
l’attestazione del cuore. (4) Inoltre essi negano molte cose relative alla fede nell’Ultimo Giorno,
come l’esistenza del Ponte sull’Inferno e la Scala, e che i credenti vedranno Allāh l’Altissimo nel
Giorno del Giudizio. Allo stesso modo, essi negano la punizione nella tomba, e dicono che il
Qur’ān è stato creato. Qui ho solo citato alcune delle loro credenze, ma quello che ho detto è
talmente grave che molti sapienti hanno stabilito la sentenza generale che i seguaci della
Jahmiyyah sono miscredenti e che questa setta non è fra le sette dell’Islām.
10 La Zaydiyyah è uno dei sotto-gruppi della Shī’ah che è stata chiamata Zaydiyyah perché essi
dissero che Zaid ibn ‘Alī ibn Hussain ibn ‘Alī ibn Abī Tālib fu il quinto Imām invece di
Muhammad ibn ‘Alī ibn Hussain ibn ‘Alī ibn Abī Tālib. Anche il sistema di credenze della
Zaydiyyah differì dal sistema di credenze della Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah soprattutto
7
Peraltro, non è corretto usare il termine “Wahhābiyyah”
(cioè Wahhābiti) per riferirsi alla da’wah di Shaykh
Muhammad ibn Abd-ul-Wahhāb (rahīmahullāh). La Gente
della Sunnah durante la vita di Shaykh Muhammad
(rahīmahullāh) non si riferì a se stessa in questo modo, né
lo fece dopo la sua morte. Questo perché egli non inventò
nulla di nuovo nella religione dell’Islām così da giustificare
la denominazione di qualsiasi invenzione dopo di lui!
Piuttosto, egli seguì semplicemente la via dei Pii
Predecessori, proclamando apertamente la Sunnah,
diffondendola, e chiamando a essa. Inoltre, soltanto quelli
all’inizio, ed è stato detto che di tutti i gruppi della Shī’ah, la Zaydiyyah era la più vicina ad Ahl-
us-Sunnah, tuttavia alcuni dei sotto-gruppi della Zaydiyyah ora credono in molte delle stesse
cose in cui crede la Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah.
11 La ‘Ash’ariyyah sono i seguaci di Abu-l-Hasan ‘Ali ibn Ismā’īl Al-Ash‘arī durante la seconda
fase della sua vita religiosa. Nella terza e ultima parte della sua vita, egli si pentì e cominciò a
seguire la via di Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah. Tuttavia, nonostante il suo pentimento, alcuni
hanno continuato a seguire le sue vecchie abitudini. Dopo la morte di Abu-l-Hasan Al-Ash‘arī i
leader del suo vecchio madhhab furono colpiti da alcune delle opinioni e credenze della
Jahmiyyah e della Mu’tazilah. Essi furono anche colpiti dalla traduzione di libri di filosofia in
lingua araba. Come risultato, essi credono che l’intelletto debba essere seguito prima della
rivelazione, se vi è un conflitto tra i due! Piuttosto la gente di Ahl-us-Sunnah crede che la
rivelazione non contraddica l’intelletto. La ‘Ash’ariyyah non accetta neanche gli ahādīth che non
sono stati narrati estesamente (mutawātir) come una prova in questioni relative alla ‘aqīdah,
tranne che nel caso in cui l’hadīth non contraddice il loro intelletto! E se un hadīth (mutawātir)
relativo a questioni di ‘aqīdah contraddice il loro intelletto, esso deve essere re-interpretato in
modo che sia conforme al loro intelletto! Alcuni della ‘Ash’ariyyah sono anche sufi, così essi
credono che alcune persone ricevano la rivelazione (kashf) nel loro cuore che li aiuta a capire e
interpretare le cose, e credono che questo debba essere seguito prima della rivelazione, se vi è un
conflitto tra i due! La ‘Ash’ariyyah è come la Murjiah in termini di come essi definiscono la
Īmān. E il loro credo riguardo i Nomi e gli Attributi di Allāh è diverso da quello di Ahl-us-
Sunnah wal-Jamā’ah sotto molti aspetti, non ultimo dei quali è la loro negazione di alcuni tra i
Nomi e Caratteristiche di Allāh, tuttavia qui non è il luogo per discutere di questo.
12 La Ibādiyyah è uno dei sottogruppi della setta del Khawārij. Essi sono i seguaci di Abd-Allāh
ibn Ibād che fu uno dei loro shuyūkh e uno degli autori dei loro libri. Egli fu il leader di questo
particolare sottogruppo e sono quindi indicati con il suo nome. Essi erroneamente dicono che
chi commette un peccato maggiore o un peccato minore è un miscredente in base alla loro errata
interpretazione del versetto (traduzione del significato), “Non li hai visti, coloro che
scambiano il favore di Allāh con la miscredenza (negando il Profeta Muhammad e il
Messaggio dell’Islām) e trascinano il loro popolo nella dimora della perdizione…”
[Sūrat ‘Ibrāhīm, 28]. Peraltro questo versetto si riferisce agli Arabi pagani di Makkah, com’è
stato confermato in un hadīth autentico narrato da ‘Ibn Abbās (radiAllāhu ‘anhumā) in Sahīh
Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 6, Pag. 186).
8
che odiano la da’wah revivalista di Shaykh Muhammad ibn
Abd-ul-Wahhāb (rahīmahullāh) vi fanno riferimento in
quella maniera (dispregiativa), sperando di confondere la
gente e allontanarla dal seguire la verità e la corretta guida
in modo che essi possano continuare a praticare le
innovazioni che contraddicono la via di Ahl-us-Sunnah wal-
Jamā’ah.
Imām Ash-Shātibī disse nel suo libro intitolato Al-I’tsām13:
“Abd-ur-Rahmān ibn Mahdī disse: A Mālik ibn Anas fu
chiesto a proposito della Sunnah ed egli rispose: “Non ha
altro nome che la Sunnah.” Poi recitò il versetto:
ُ‫ه‬‫و‬ُ‫ع‬ِ‫ب‬َّ‫ت‬‫ٱ‬َ‫ف‬ ‫ا‬ ً۬‫ِيم‬‫ق‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬ُ‫م‬ ‫ى‬ِ‫ٲط‬َ‫ر‬ ِ‫ص‬ ‫ا‬َ‫ذ‬ٰ‫َـ‬‫ه‬ َّ‫ن‬َ‫أ‬ َ‫و‬ۖ‫ي‬ِ‫ب‬َ‫س‬ ‫ن‬ََ ُُِۡۡ‫ب‬ َََّ‫ر‬َََ‫ت‬َ‫ف‬ ََُ‫ب‬‫ب‬‫س‬‫لس‬ ‫وا‬ُ‫ع‬ِ‫ب‬َّ‫ت‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ِ‫ه‬ِ‫ل‬
“In verità questa è la Mia retta via: seguitela e non
seguite i sentieri che vi allontanerebbero dal Suo
sentiero.” [Sūrat Al-‘An`ām, 153]
Ibn al-Qayyim disse nel suo libro intitolato Madārij As-
Sālikīn: “Ad alcuni dei sapienti fu chiesto a proposito della
Sunnah ed essi risposero: “Non ha altro nome che la
Sunnah.” Significa che la Gente della Sunnah non si
riferisce a se stessa con nessun altro nome.”14
13 Al-I’tsām (179).
14 Madārij As-Sālikīn (3179).
9
E Ibn Abd-ul-Barr disse in Kitāb-ul-Intiqā: Un uomo chiese
a Mālik (ibn Anas): “Chi è la Gente della Sunnah?” Egli
rispose: “La Gente della Sunnah sono coloro che non hanno
altro nome che quello per cui sono noti. Essi non sono della
Jahmiyyah, né sono della Qadariyyah, né sono della
Rāfidah.”15
Non ci può essere alcun dubbio che l’affetto e la
compassione reciproca, e lo aiutarsi l’un l’altro nella
giustizia e nella taqwā è obbligatorio per tutta la Gente della
Sunnah in ogni tempo e luogo.
Il conflitto e l’ostilità che stanno diffondendo alcune delle
persone della Gente della Sunnah è molto deplorevole. E’ il
risultato diretto di alcuni di loro che sono preoccupati di
discutere, mettere in guardia gli uni contro gli altri e
boicottare, mentre è obbligatorio per tutti loro incanalare
queste energie non gli uni contro gli altri, ma contro i
miscredenti e la gente dell’innovazione che sono ostili alla
Gente della Sunnah. Così come (è obbligatorio) essere tra
loro affettuosi e compassionevoli e trattarsi reciprocamente
con gentilezza e delicatezza.
Ho pensato che fosse opportuno scrivere alcune parole di
consiglio a tutti loro e chiedo ad Allāh, il Potente e il
Maestoso di rendere queste parole benefiche, poiché tutto
ciò che voglio fare è regolare correttamente questi affari, per
15 Kitāb-ul-Intiqā (Pag.35).
10
quanto possibile. Posso avere successo soltanto con l’aiuto
di Allāh, su di Lui ho fatto affidamento, e verso di Lui mi
sono voltato.
Ho intitolato questo consiglio “Gente della Sunnah, siate
gentili gli uni con gli altri”. Chiedo ad Allāh di dare successo
e guida a tutti, e di regolare correttamente quello che è
accaduto tra loro, e di legare i loro cuori con l’amore. Allo
stesso modo, chiedo ad Allāh di guidarli alle vie della pace, e
di trarli dalle tenebre alla luce. In verità Allāh è Colui che
tutto ascolta, Colui che risponde alla Du‘ā’.
11
La benedizione della parola e
dell’espressione
Le benedizioni che Allāh ha concesso ai Suoi servi non
possono essere enumerate. Una delle più grandi fra queste
benedizioni è la capacità dell’uomo di parlare e di
esprimersi in modo chiaro; (dandoci la capacità) di dire ciò
che è giusto, e (la capacità) di comandare il bene e proibire
il male. Chi non ha la capacità di parlare è in tal modo
incapace di fare queste cose e non può esprimersi con gli
altri se non attraverso il linguaggio dei segni o attraverso la
scrittura, se è in grado di farlo. Allāh, l’Eccelso e il
Maestoso, dice:
َ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫أ‬ ُ‫ه‬ ٰ‫ٮ‬َ‫س‬ ۡ‫و‬َ‫م‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ ٌََّ‫ڪ‬ َ‫ُو‬‫ه‬ َ‫و‬ ً۬‫ء‬ ۡ‫ى‬َ‫ش‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ ُ‫ِر‬‫د‬ۡ‫ق‬َ‫ي‬ ََ َُۡ‫ڪ‬ ۡ‫ب‬َ‫أ‬ ٓ‫ا‬َ‫م‬ُ‫ه‬ُ‫د‬َ‫ح‬َ‫أ‬ ِ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ُ‫ج‬َّ‫ر‬ ً۬‫ل‬َ‫ث‬َ‫م‬ ُ َّ‫لَّلل‬ َ‫ب‬َ‫ر‬َ‫ض‬ َ‫و‬‫ا‬َ‫م‬
‫ر‬ ۡ‫ي‬َ‫خ‬ِ‫ب‬ ِ‫ت‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ََ ‫ب‬‫ه‬‫ه‬ِّ‫ج‬ َ‫و‬ُ‫ي‬َۖ‫ُو‬‫ه‬ ِ‫و‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬َ‫ي‬ ََۡ‫ه‬َِ ۡ‫د‬َ‫ع‬ۡ‫ٱس‬ِ‫ب‬ ُ‫ر‬ُ‫م‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ‫ن‬َ‫م‬ َ‫و‬ۙۡ‫ِي‬‫ق‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬‫ب‬‫م‬ ً۬‫ٲط‬َ‫ر‬ ِ‫ص‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ َ‫ُو‬‫ه‬ َ‫و‬
“E Allāh vi propone la metafora di due uomini: uno
di loro è muto, buono a nulla, a carico del suo
padrone e ovunque lo si invii non combina niente
di buono. E’ forse uguale a chi comanda con
giustizia [e cammina] sulla retta via?” [Sūrat An-Naĥl,
76]
12
E’ stato detto che questo versetto è un esempio che Allāh ha
proposto al fine di fare una comparazione tra Egli Stesso e
gli idoli (cioè, chi non è in grado di parlare e che non ha
nessun potere su alcuna cosa rappresenta l’idolo, mentre
Colui che comanda con giustizia è Allāh l’Altissimo).
Imām Al-Qurtubī disse che è stato narrato sull’autorità di
Ibn ‘Abbās (radiAllāhu ‘anhumā) con una buona catena di
narratori, che il significato di questo versetto è un esempio
che Allāh ha proposto al fine di fare una comparazione tra
un miscredente e un credente (cioè, quello incapace di
parlare rappresenta il miscredente, mentre colui che
comanda giustizia è il credente). (In ogni caso), questo
versetto è una chiara prova della limitatezza dello schiavo
che è incapace di parlare e di esprimersi e quindi, egli non è
di alcun vantaggio per il suo padrone, non importa in che
modo egli lo diriga. Allāh, l’Eccelso e il Maestoso dice
inoltre:
َ‫ون‬ُ‫ق‬ ِ‫ط‬‫ن‬َ‫ت‬ َُُّۡ‫ن‬َ‫أ‬ ‫ا‬َ‫م‬ ََ‫ث‬ِّ‫م‬ ٌََّ‫ح‬َ‫س‬ ُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِ‫ض‬‫ر‬َ‫واأل‬ ِ‫اء‬َ‫م‬َّ‫س‬‫اس‬ ِّ‫ب‬َ‫ر‬ َ‫و‬َ‫ف‬
“Per il Signore del cielo e della terra: tutto questo è
vero (vale a dire, ciò che vi è stato promesso della
Resurrezione nell’Aldilà e del ricevere la ricompensa o la
punizione per le azioni buone o cattive) com’è vero che
parlate.” [Sūrat Adh-Dhāriyāt, 23]
13
In questo versetto Allāh ha giurato su Se Stesso che la
Resurrezione nell’Aldilà e il ricevere la ricompensa o la
punizione per le azioni buone o cattive è una realtà, così
come la capacità di parlare è una realtà per coloro cui è
indirizzato questo versetto. E in questo versetto c’è un
riferimento lodevole alla capacità di parlare. Allāh, Sia Egli
Glorificato ha anche detto:
َََ‫ل‬َ‫خ‬َ‫ان‬َ‫ي‬َ‫ب‬‫اس‬ ُ‫ه‬َ‫م‬َّ‫ل‬ََ َ‫ان‬َ‫س‬‫ن‬ِ‫إل‬‫ا‬
“Egli ha creato l’uomo e gli ha insegnato a
esprimersi.” [Sūrat Ar-Raĥmān, 3-4]
Al-Hasan (Al-Basri) spiegò che il termine al-bayān ( َ‫ان‬َ‫ي‬َ‫ب‬‫)اس‬
significa: parola. E in questo versetto vi è (un altro)
riferimento lodevole alla capacità di parlare con la quale
l’uomo è in grado di esprimersi. Allāh l’Altissimo dice
inoltre:
ِ‫ين‬َ‫ت‬َََ‫ش‬ َ‫و‬ ‫ا‬‫ان‬َ‫ِس‬‫س‬ َ‫و‬ َ‫ين‬َ‫ن‬‫ي‬ََ ُ‫ه‬َ‫س‬ ََ‫ع‬‫ج‬َ‫ن‬ َۡ‫س‬َ‫أ‬
“Non gli abbiamo dato due occhi, una lingua e due
labbra?” [Sūrat Al-Balad, 8-9]
Imām Ibn Kathīr (rahīmahullāh) disse nella sua spiegazione
di questo versetto: “Non gli abbiamo dato due occhi”:
in modo che egli potesse vedere con essi; “una lingua”: in
14
modo che egli potesse usarla per parlare ed esprimere ciò
che è dentro di sé; “e due labbra”: per aiutarlo a parlare, e
per aiutarlo a mangiare, e come abbellimento per il suo viso
e per la bocca.”
Ed è noto che questa benedizione può essere considerata
una vera benedizione soltanto se la capacità di parlare è
usata per dire ciò che è buono! Tuttavia, se è usata
(soltanto) per il male, allora contiene solo brutte
conseguenze per il suo possessore, e per lui sarebbe meglio
non avere la benedizione della capacità di parlare!
15
Fare attenzione alla lingua
e parlare solo bene
Allāh, l’Eccelso e il Maestoso, dice:
‫ا‬ ً۬‫ِيد‬‫د‬َ‫س‬ ًَ۬ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫وا‬ُ‫س‬‫و‬ُ‫ق‬ َ‫و‬ َ َّ‫لَّلل‬ ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ل‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬-َُُۡۡ‫س‬ ۡ‫ِر‬َ ۡ‫غ‬َ‫ي‬ َ‫و‬ َُُۡۡ‫ل‬ٰ‫ـ‬َ‫م‬ ََۡ‫أ‬ َُُۡۡ‫س‬ ۡ‫ِح‬‫ل‬ ۡ‫ص‬ُ‫ي‬
‫ن‬َ‫م‬ َ‫و‬ َُُۡۗۡۡ‫ب‬‫و‬ُ‫ن‬ُ‫ذ‬‫ا‬‫يم‬ ِ‫ظ‬ََ ‫ا‬‫ز‬ ۡ‫و‬َ‫ف‬ َ‫از‬َ‫ف‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫ف‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫س‬‫و‬ُ‫س‬َ‫ر‬ َ‫و‬ َ َّ‫لَّلل‬ ِ‫ع‬ ِ‫ط‬ُ‫ي‬
“O credenti, temete Allāh e parlate (sempre)
onestamente, sì che Egli corregga il vostro
comportamento e perdoni i vostri peccati. Chi
obbedisce ad Allāh e al Suo Inviato otterrà il più
grande successo (vale a dire, sarà salvato dal Fuoco
dell’Inferno e ammesso in Paradiso).” [Sūrat Al-‘Aĥzāb, 70-
71]
Allāh, l’Eccelso e il Maestoso dice inoltre:
ً۬ۡ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫ظ‬‫لس‬ َ‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫لسظ‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫ِير‬‫ث‬َُ ‫وا‬ُ‫ب‬ِ‫ن‬َ‫ت‬ ۡ‫لج‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬ۖ‫ب‬َ‫ت‬ ۡ‫غ‬َ‫ي‬ ََ َ‫و‬ ‫وا‬ُ‫س‬َّ‫س‬َ‫ج‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬
‫ا‬‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ ُُُۡ‫ض‬ ۡ‫ع‬َّ‫ب‬ُۚ‫ه‬‫و‬ُ‫م‬ُ‫ت‬ ۡ‫ه‬ ِ‫ر‬ََُ‫ف‬ ‫ا‬ ً۬‫ت‬ ۡ‫ي‬َ‫م‬ ِ‫ه‬‫ِي‬‫خ‬َ‫أ‬ َۡ ۡ‫ح‬َ‫س‬ ََُ‫ڪ‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ‫ن‬َ‫أ‬ ُۡۡ‫ڪ‬ُ‫د‬َ‫ح‬َ‫أ‬ ‫ب‬‫ِب‬‫ح‬ُ‫ي‬َ‫أ‬َۚ َّ‫لَّلل‬ ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ل‬ َ‫و‬َۚ َّ‫لَّلل‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬
ۡ‫ِي‬‫ح‬َّ‫ر‬ ً۬‫اب‬ َّ‫و‬َ‫ت‬۬
“O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una
parte dell'illazione è peccato. Non vi spiate e non
sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi
16
mangerebbe la carne del suo fratello morto? Ne
avreste anzi orrore (da odiare la maldicenza)! Temete
Allāh! Allāh sempre accetta il pentimento, è
misericordioso.” [Sūrat Al-Ĥujurāt, 12]
Allāh l’Altissimo dice anche:
‫ۥ‬ ُ‫ه‬ُ‫س‬ ََۡ‫ن‬ ‫ِۦ‬‫ه‬ِ‫ب‬ ُ‫س‬ِ‫و‬ ۡ‫س‬ َ‫و‬ُ‫ت‬ ‫ا‬َ‫م‬ َُۡ‫ل‬ ۡ‫ع‬َ‫ن‬ َ‫و‬ َ‫ن‬ٰ‫ـ‬َ‫نس‬ِ ۡ‫لإل‬ ‫ا‬َ‫ن‬ ۡ‫ق‬َ‫ل‬َ‫خ‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫س‬ َ‫و‬ِۖ‫د‬‫ي‬ ِ‫ر‬ َ‫و‬ۡ‫لس‬ َِ ۡ‫ب‬َ‫ح‬ ۡ‫ِن‬‫م‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫س‬ِ‫إ‬ ُ‫ب‬َ‫ر‬ ۡ‫ق‬َ‫أ‬ ُ‫ن‬ ۡ‫ح‬َ‫ن‬ َ‫و‬
-ً۬‫ِيد‬‫ع‬َ‫ق‬ َِ‫ا‬َ‫م‬ِّ‫ش‬‫لس‬ ِ‫ن‬ََ َ‫و‬ ِ‫ِين‬‫م‬َ‫ي‬ۡ‫لس‬ ِ‫ن‬ََ ِ‫ان‬َ‫ي‬ِّ‫ق‬َ‫ل‬َ‫ت‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ ‫ى‬َّ‫ق‬َ‫ل‬َ‫ت‬َ‫ي‬ ۡ‫ذ‬ِ‫إ‬-‫ا‬َّ‫م‬‫ِيب‬‫ق‬َ‫ر‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫د‬َ‫س‬ ََِّ‫إ‬ َ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫ِن‬‫م‬ ُ‫ظ‬َِۡ‫ل‬َ‫ي‬
ً۬‫ِيد‬‫ت‬ََ
“In verità siamo stati Noi ad aver creato l’uomo e
conosciamo ciò che gli sussurra l’animo suo. Noi
siamo a lui più vicini della sua vena giugulare.
Quando i due (angeli) che registrano seduti alla sua
destra e alla sua sinistra, raccoglieranno [il suo dire],
[l’uomo] non pronuncerà nessuna parola senza che
presso di lui ci sia un osservatore solerte (a
registrarla).” [Sūrat Qāf, 16-18]
Allāh l’Altissimo dice anche:
َ‫ِين‬‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ َ‫ون‬ُ‫ذ‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫ي‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ َ‫و‬‫ا‬ ً۬‫ين‬ِ‫ب‬‫ب‬‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫م‬ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ َ‫و‬ ‫ا‬ ً۬‫ن‬ٰ‫ـ‬َ‫ت‬ ۡ‫ه‬ُ‫ب‬ ‫وا‬ُ‫ل‬َ‫م‬َ‫ت‬ ۡ‫لح‬ ِ‫د‬َ‫ق‬َ‫ف‬ ‫وا‬ُ‫ب‬َ‫س‬َ‫ت‬ ۡ‫لڪ‬ ‫ا‬َ‫م‬ ِ‫ر‬ ۡ‫ي‬َ‫غ‬ِ‫ب‬ ِ‫ت‬ٰ‫ـ‬َ‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬
“E quelli che ingiustamente offendono
(danneggiando) i credenti e le credenti, si fan carico
17
(su se stessi) di calunnia e di evidente peccato.” [Sūrat
Al-'Aĥzāb, 58]
E Imām Muslim narrò sull’autorità di Abū Hurayrah
(radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) disse:
“Sapete cos’è la maldicenza?”. I Compagni dissero: “Allāh e
il Suo Profeta lo sanno meglio.” Egli disse: “Consiste nel
parlare di tuo fratello in un modo che non gli piacerebbe.”
Alcuni chiesero: “Che ne pensi, se ciò che dico di mio
fratello è vero?” Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
rispose: “Se ciò che dici su di lui è vero, ti sarai reso
colpevole di maldicenza. Ma se ciò che dici di lui è falso,
allora l’avrai calunniato.”16
Allāh, l’Eccelso e il Maestoso, dice:
ۡۡ‫ل‬َِ ‫ِۦ‬‫ه‬ِ‫ب‬ َ‫ك‬َ‫س‬ َ‫س‬ ۡ‫ي‬َ‫س‬ ‫ا‬َ‫م‬ ُ‫ف‬ ۡ‫ق‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ًَۚ۬‫ُو‬‫و‬‫ـ‬ ۡ‫س‬َ‫م‬ ُ‫ه‬ ۡ‫ن‬ََ َ‫ان‬َُ َ‫ك‬ِ‫ك‬‫ٮ‬ٰٓ‫ـ‬َ‫س‬‫و‬ُ‫أ‬ ‫ب‬َُُ َ‫اد‬ َ‫ؤ‬َُۡ‫لس‬ َ‫و‬ َ‫ر‬َ‫ص‬َ‫ب‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬ َ‫ع‬ ۡ‫م‬َّ‫لسس‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬
“Non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna
(cioè, non dire niente, o non fare alcuna cosa, o non
testimoniare per tutto ciò di cui non hai conoscenza). Di
tutto sarà chiesto conto (da Allāh): dell’udito, della
vista e del cuore.” [Sūrat Al-‘Isrā’, 36]
16 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4  # 6265).
18
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità
di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“In verità Allāh si compiace di voi per tre cose, e Si
corruccia con voi per tre cose. Egli si compiace che voi che
Lo adoriate, e che non Gli associate nulla (nel culto), e che
tutti voi vi aggrappiate insieme alla corda di Allāh e non vi
dividiate in gruppi. Ed Egli disapprova che voi che parliate
di ciò che è stato detto (qīla wa qāla) e di quello che
qualcuno ha detto, che interroghiate persistentemente, e
che sperperiate di denaro.”17
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim e Imām Al-
Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu),
che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
disse:
“Al figlio di Adamo è ascritta la sua parte di fornicazione,
che egli raggiungerà indefettibilmente: il fornicare degli
occhi è lo sguardo, quello degli orecchi è lo stare ad
ascoltare, e il discorso quello della lingua; ghermire quello
delle mani, e muovere il passo quello dei piedi; il cuore
17 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 929, # 4255). E sia Al-Bukhārī che Muslim
narrarono un altro hadīth che menziona soltanto le tre cose detestate, Sahīh Al-Bukhārī (Trad.
Inglese Vol. 8, Pag. 319, # 480). Sahīh Muslim (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 929, # 4259).
19
prova attrazione e desiderio, e i genitali confermano la
cosa o la smentiscono.”18
E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī
sull’autorità di ‘Abd-Allāh ibn ‘Amr (radiAllāhu ‘anhu), il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“Il vero Musulmano è colui dal quale gli altri musulmani
non devono temere né (violenza verbale proferita con) la
lingua, né (violenza fisica causata dalla) mano.”19
E in un’altra narrazione dello stesso hadīth narrato da
Imām Muslim:
“Un uomo chiese al Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi
wa sallam): “Chi tra i Musulmani è il migliore?” Egli (il
Messaggero di Allāh sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) rispose:
“Colui dalla cui mano e lingua i Musulmani sono al
sicuro.”20
Al-Hāfidh (Ibn Hajar Al-Asqalāni) disse nella sua
spiegazione di questo hadīth: “Questo hadīth è generale
riguardo alla lingua ma meno generale riguardo alla mano.
Questo perché è possibile che la lingua parli di ciò che è
successo alla gente nel passato, ciò che sta accadendo loro
18 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 397-398, # 609). Sahīh Muslim (Trad. Inglese
Vol. 4, Pag. 1398, # 6422).
19 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 18, # 10).
20 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 29, # 64). Anche Imām Muslim narrò un hadīth
sull’autorità di Jābir (ibn Abd-Allāh, radiAllāhu ‘anhu) con la stessa formulazione dell’hadīth
narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Abd-Allāh ibn ‘Umar.
20
nel presente, e ciò che potrebbe accadergli in futuro. Ma la
mano non può fare questo. Tuttavia, è possibile che la mano
cooperi con la lingua in questo attraverso la scrittura, le cui
conseguenze possono essere grandi.” Questo è ciò che il
poeta intendeva quando disse:
Il giorno che ho scritto ero certo,
Che la mia mano sarebbe venuta a mancare,
Ma che i suoi scritti sarebbero rimasti,
Ricompensato se le sue azioni fossero state buone,
Ma chiamato a rispondere se le sue azioni fossero state cattive.
E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī
sull’autorità di Sahl ibn Sa’d (radiAllāhu ‘anhu), il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“A chi mi da garanzia a proposito di quello che ha tra la
mascella (cioè la lingua) e quello che si trova tra le gambe
(cioè il sesso), dò garanzia del Paradiso.”21
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim e Imām Al-
Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu),
che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
disse:
21 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 320, # 481).
21
“Che colui che crede in Allāh e nell’Ultimo Giorno dica del
bene oppure taccia.”22
Imām An-Nawawī disse, riferendosi a questo hadīth, nella
sua spiegazione dei Quaranta Ahādīth: Ash-Shāfi’ī disse: “Il
significato di questo hadīth è: che ogni volta che qualcuno
vuole parlare allora dovrebbe prima pensare. Se per lui
diventa evidente che non c’era nulla di male in quello che
stava per dire, allora dovrebbe parlare. Tuttavia, se per lui
diventa evidente che c’era del male in quello che stava per
dire, o anche se non era certo che ci fosse di male in quello
che stava per dire, allora non dovrebbe parlare.” E’ stato
riportato anche che egli disse: “Se tutti voi doveste
acquistare un foglio di carta per registrare (tutto quello che
avete detto), allora ci sarebbero molte cose che non avreste
detto.”
Al-Imām Abū Hātim ibn Hibbān Al-Bustī disse nel suo libro
intitolato Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā: “E’
obbligatorio per ogni persona intelligente restare sempre
tranquillo fino a quando diventa necessario per lui parlare.
Perché come spesso accade, uno si pente di ciò che ha detto
dopo averlo detto, ma come raramente accade, uno si pente
di ciò che ha detto se fosse rimasto tranquillo. E le persone
che restano più a lungo infelici e che soffrono le prove più
22 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321, # 482). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1,
Pag. 32, # 75).
22
grandi sono quelle afflitte dalla lingua lunga e da un cuore
duro.”23
Ibn Hibbān disse anche: “E’ obbligatorio per la persona
intelligente usare le proprie orecchie, il doppio di quanto
usa la sua bocca, e rendersi conto che gli sono state date due
orecchie e una sola bocca, in modo tale che egli possa
ascoltare più che parlare. Questo perché se egli parla,
potrebbe rimpiangere quello che ha detto, ma se rimane
tranquillo, allora non (non avrebbe nulla) di cui pentirsi.
Dopo tutto, è più facile ritirare ciò che non hai mai
pronunciato, peraltro una volta che una parola è stata detta
dal suo oratore nel suo intimo, ma non è mai stata
pronunciata, essa rimane di proprietà di colui che non l’ha
mai pronunciata.”24
Ibn Hibbān disse: “La lingua della persona intelligente è
dietro il suo cuore, così quando egli vuole dire qualcosa,
consulta il suo cuore. Se pensa che dovrebbe parlare lo fa,
altrimenti rimane in silenzio. D’altra parte, il cuore della
persona ignorante è sulla punta della sua lingua, così egli
parla senza pensare. E chi non fa attenzione alla sua lingua,
non comprende la sua religione.”25
23 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 45).
24 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 47).
25 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 49).
23
E in un altro hadīth è narrato da Imām Al-Bukhārī e Imām
Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu)
che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
disse:
“In verità, un servo può dire una parola, senza pensare se
sia giusta o sbagliata (non capendo le sue ripercussioni), e
a causa di essa cadere nel Fuoco dell’Inferno a una
profondità maggiore della distanza tra l’oriente e
l’occidente.”26
E verso la fine di un hadīth narrato da Imām At-Tirmidhī
contenente un consiglio per Mu’ādh ibn Jabal (radiAllāhu
‘anhu), il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“...Sono persone gettate nel Fuoco dell’Inferno sui loro volti
o sui loro nasi, per nient’altro che quello che le loro lingue
hanno seminato!”27
Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse ciò come
risposta alla domanda di Mu’ādh ibn Jabal (radiAllāhu
‘anhu):
“O Profeta di Allāh, siamo ritenuti responsabili per ciò che
diciamo con essa (la nostra lingua)?”
26 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321-322, # 484). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese
Vol. 4, Pag. 1539, # 7121).
27 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī
(Vol. 3, Pag. 42, # 2616).
24
Al-Hāfidh Ibn Rajab disse nel suo libro intitolato Jāmi’ Al-
‘Ulūm wal-Hikam: “Il significato di “ciò che le loro lingue
hanno seminato” è: la ricompensa e la punizione per la
parola proibita. In verità l’uomo semina con le sue parole e
azioni, sia buone che cattive, e poi, nel Giorno del Giudizio,
raccoglie quello che ha seminato. Chi ha seminato la buona
parola e le buone azioni, raccoglierà un buono e generoso
raccolto, ma chi ha seminato la parola malvagia e le cattive
azioni, raccoglierà soltanto rimpianti!”28
Al-Hāfidh Ibn Rajab disse anche: “Questo hadīth è la prova
che frenare la lingua e tenerla sotto preciso controllo è il
fondamento di ogni bene! E chi controlla la sua lingua, ha
acquisito il controllo del suo affare.”29
Ed è stato narrato che Yūnus ibn ‘Ubayd disse: “Non ho mai
visto nessuno che sia stato consapevole della sua lingua,
senza che ciò abbia avuto un buon effetto sul resto delle sue
opere e azioni.”
Allo stesso modo, è stato narrato che Yahya ibn Abī Kathīr
disse: “Non ho mai visto il discorso di alcun uomo essere
buono, senza aver trovato anche il resto delle sue opere e
delle sue azioni essere buone. E non ho mai visto il discorso
di un uomo essere cattivo, senza aver trovato anche il resto
delle sue opere e delle sue azioni essere cattive.”
28 Jāmi’ Al-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 2, Pag. 146).
29 Jāmi’ Al-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 2, Pag. 149).
25
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità
di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“Sapete chi è la persona in rovina?” I Compagni risposero:
“È quello, tra noi, che non abbia più né denaro né beni.” Il
Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “La persona in
rovina è quella che si presenterà (nel Giorno del Giudizio)
con delle preghiere, delle elemosine e dei giorni di digiuno,
ma che avrà insultato un Tale, accusato a torto un Tale,
usurpato i beni di un Tale, fatto colare il sangue di un Tale,
e picchiato un Tale. Verranno date dunque a ciascuna delle
vittime delle buone azioni della persona in questione. Se
quest’ultima non avrà più buone azioni, prima che
ciascuno abbia avuto ciò che gli spetti, saranno tolti (alle
vittime) dei peccati, che saranno poi gettati su di lui. Poi
egli stesso sarà gettato nell’Inferno.”30
E alla fine di un lungo hadīth è narrato da Imām Muslim
sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“...È un male sufficiente per l’uomo il fatto di disprezzare
suo fratello (guardandolo dall’alto in basso). Tutte le cose di
30 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1366, # 6251).
26
un Musulmano sono inviolabili per un altro Musulmano: il
suo sangue, la sua ricchezza e il suo onore.”31
E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī e Imām
Muslim sull’autorità di Ibn ‘Abbās (radiAllāhu ‘anhumā)
che disse:
“Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) si
rivolse alla gente nel Giorno del Nahr (il dieci di Dhul
Hijjah) dicendo: “O gente! Che giorno è oggi?” Dissero: “E’
un giorno sacro.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) allora
chiese: “Che città è questa?” Dissero: “E’ una città sacra.”
Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) allora chiese: “Che mese è
questo?” Dissero: “E’ un mese sacro.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi
wa sallam) allora disse: “Senza dubbio il vostro sangue, e i
vostri beni e il vostro onore sono sacri gli uni per gli altri,
come la santità di questo giorno dei vostri, in questa città
delle vostre, in questo mese dei vostri.” E il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) lo ripeté più e più volte.
Dopo di che alzò la testa e disse: “O Allāh! Ho trasmesso (il
Tuo Messaggio a loro)? O Allāh! Ho trasmesso?” ‘Ibn Abbās
aggiunse: “Per Colui nella Cui mano è la mia anima, questa
fu la wasiyyah (testamento, eredità) del Profeta, che egli
lasciò per la sua nazione - Spetta a coloro che sono presenti
trasmettere queste informazioni a quelli che sono assenti.
31 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1361, # 6219).
27
Non tornate a essere negatori dopo di me, e a percuotervi
il collo l’un l’altro.”32
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità
di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“Chi chiama (la gente) alla retta guida, ci sarà ricompensa
(assicurata) per lui pari a quella di coloro che vi hanno
aderito, senza che dalle loro ricompense sia sottratto in
alcun modo. E chi ha chiamato (la gente) allo sviamento
(errore), avrà su di sé i peccati di coloro che vi hanno
aderito, senza che dai loro peccati sia sottratto in alcun
modo.”33
Nel libro intitolato Al-Targhīb wa Al-Tarhīb, Al-Hāfidh Al-
Mundhirī disse nel suo commento a questo hadīth:
“Quando il figlio di Adamo muore, le sue opere hanno un
termine, tranne tre: un’elemosina di cui si continui a
beneficiare, una scienza da cui la gente tragga profitto, e
un figlio pio che invochi Allāh in suo favore.”34
“Questo hadīth e altri ahādīth simili dimostrano che chi
annota conoscenza benefica ottiene la ricompensa per
32 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 2, Pag. 460-461, # 795). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese
Vol. 1, Pag. 43, # 124).
33 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1406, # 6470).
34 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī
(Vol. 2, Pag. 93, # 1376).
28
averlo fatto, così come una ricompensa per tutti coloro che
leggono (il suo scritto), o lo copiano (o citano da esso), o
agiscono in accordo con esso dopo la sua morte fino a
quando il suo scritto rimane e le persone continuano ad
agire in accordo con esso. Allo stesso modo, chi annota
qualcosa di peccaminoso e non benefico, avrà su di sé i
peccati di coloro che leggono (il suo scritto), o lo copiano (o
citano da esso), o agiscono in conformità con esso dopo la
sua morte fino a quando il suo scritto rimane e le persone
continuano ad agire in accordo con esso. Questo è provato
(anche) dall’hadīth menzionato in precedenza a proposito di
chi stabilisce una buona sunnah e di chi stabilisce un cattiva
sunnah, e Allāh ne sa di più.”35
E in un altro hadīth (qudsī) è narrato da Imām Al-Bukhārī
sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse che
Allāh ha detto:
“Io dichiarerò guerra contro chi mostra ostilità
verso un Mio pio adoratore.”36
35 At-Targhīb wa At-Tarhīb (Vol. 1, Pag. 65).
36 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 336-337, # 509).
29
Sospetto e spionaggio
Allāh l’Altissimo ha detto:
ً۬ۡ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫ظ‬‫لس‬ َ‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫لسظ‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫ِير‬‫ث‬َُ ‫وا‬ُ‫ب‬ِ‫ن‬َ‫ت‬ ۡ‫لج‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬ۖ‫وا‬ُ‫س‬َّ‫س‬َ‫ج‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬
“O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una
parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate...” [Sūrat
Al-Ĥujurāt, 12]
Questo nobile versetto contiene il comando di evitare il
molto sospetto, e ci informa che alcuni sospetti sono
peccati. Questo versetto proibisce anche lo spiare che è:
cercare i difetti degli altri, il che avviene solo dopo aver
prima sospettato qualcuno di qualcosa di brutto. Il Profeta
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“Guardatevi dalla supposizione, perché la supposizione è la
relazione più menzognera, e non cercate di venire a sapere
e non spiate, non rivaleggiate e non invidiatevi l’un l’altro,
e non mettetevi su posizioni inconciliabili, e siate servi di
Allāh, fraternamente, come Egli vi ha ordinato.”37
37 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 58, # 90). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4,
Pag. 1361, # 6214).
30
Il comandante dei Credenti, ‘Umar ibn al-Khattāb
(radiAllāhu ‘anhu) disse: “Non supponete niente se non il
buono su qualcosa che il vostro fratello nella fede ha detto, e
cercate di trovare una buona interpretazione di ciò che ha
detto.”38
E Bakr ibn ‘Abd-Allāh Al-Muzanī disse: “Guardatevi dal dire
qualcosa che, anche se aveste ragione al proposito, potreste
non essere ricompensati per averla detta. E se aveste
sbagliato al proposito, potreste essere puniti per averla
detta. Questo è (pronunciare un) cattivo sospetto sul vostro
fratello nella fede.”39
Abū Nu’aym citò Abū Qulābah ‘Abd-Allāh ibn Zaid Al-Jurmī
per aver detto: “Se senti qualcosa che non ti piace di tuo
fratello, allora prova quanto difficile sia per te trovare una
scusa per lui. Se non riesci a trovare una scusa per lui, allora
dì a te stesso: forse mio fratello ha una scusa alla quale non
riesco a pensare.”40
Sufyān ibn Husayn disse: “Menzionai qualcosa di male su
un uomo alla presenza di Iyās ibn Mu’āwiyah il quale mi
guardò e disse: “Hai combattuto contro i Romani?” Dissi:
“No.” Egli disse: “E contro Sind, India e Turchia?” Dissi:
“No.” Egli disse: “Roma, Sind, India e Turchia sono tutte al
38 Questa citazione fu menzionata da Ibn Khatīr nella sua spiegazione di Sūrat Al-Ĥujurāt.
39 Riferirsi alla biografia di Bakr ibn ‘Abd-Allāh Al-Muzanī in Tahdhīb-ut-Tahdhīb.
40 Al-Hilya (Vol. 2, Pag. 285).
31
riparo da te, ma tuo fratello Musulmano non è al riparo da
te.” Sufyān ibn Husayn disse: “Non lo feci più.”41
Io dissi: “Che grande risposta da Iyās ibn Mu’āwiyah che era
ben noto per la sua intelligenza. Questa risposta è un
esempio della sua intelligenza.”
Al-Imām Abū Hātim ibn Hibbān Al-Bustī disse nel suo libro
intitolato Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā: “E’
obbligatorio per la persona intelligente non cercare i difetti
degli altri, e darsi da fare cercando di correggere i propri.
Invero, chi si tiene occupato con i propri difetti piuttosto
che con quelli degli altri, avrà la pace del corpo e della
mente. Ogni volta che egli si rende conto di uno dei suoi
difetti, quelli simili di suo fratello hanno meno importanza
per lui. Peraltro, chi si tiene occupato con i difetti degli altri
invece che con i propri si sfinisce, e il suo cuore diventa
cieco (per i propri difetti), e comincia a trovare delle scuse
per non correggere i propri difetti.”42
Al-Imām Ibn Hibbān disse anche: “Spiare è uno dei rami
dell’ipocrisia, e pensare il meglio (degli altri) è uno dei rami
della fede. La persona intelligente pensa il meglio dei suoi
fratelli, ed è personalmente preoccupato per le sofferenze e
le pene di suo fratello. Nondimeno la persona ignorante
41 Al-Bidāyah wan-Nihāyah (Vol. 13, Pag. 121).
42 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 131).
32
suppone il peggio a proposito dei suoi fratelli ed è incurante
delle sofferenze e delle pene di suo fratello.”43
43 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 133).
33
Gentilezza e delicatezza
Allāh ha descritto il Suo Profeta Muhammad (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) come avere un livello molto alto di
carattere, dicendo:
َُ‫ل‬ُ‫خ‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬َ‫ع‬َ‫س‬ َ‫ك‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ َ‫و‬ً۬ۡ‫ي‬ ِ‫ظ‬ََ
“E in verità (O Muhammad) di un’immensa
grandezza è il tuo carattere.” [Sūrat Al-Qalam, 4]
Allāh ha inoltre descritto il Profeta Muhammad (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) come buono e gentile, dicendo:
َ‫ِنت‬‫س‬ ِ َّ‫لَّلل‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ً۬‫ة‬َ‫م‬ ۡ‫ح‬َ‫ر‬ ‫ا‬َ‫م‬ِ‫ب‬َ‫ف‬ُۡۡ‫ه‬َ‫س‬َۖ‫ك‬ِ‫س‬ ۡ‫و‬َ‫ح‬ ۡ‫ِن‬‫م‬ ‫وا‬‫ب‬‫ض‬ََ‫َن‬َ ِ‫ب‬ۡ‫ل‬َ‫ق‬ۡ‫لس‬ َ‫ِيظ‬‫ل‬ََ ‫ا‬‫ا‬‫ظ‬َ‫ف‬ َ‫نت‬ُُ ۡ‫و‬َ‫س‬ َ‫و‬
“E’ per misericordia di Allāh che sei dolce nei loro
confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero
allontanati da te.” [Sūrat ‘Āli `Imrān, 159]
E Allāh ha anche descritto il Profeta Muhammad (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) come misericordioso e compassionevole
con i credenti, dicendo:
34
َ‫ِين‬‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫ٱس‬ِ‫ب‬ ُۡ‫ڪ‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ََ ‫يص‬ ِ‫ر‬َ‫ح‬ ۡۡ‫ب‬‫ت‬ِ‫ن‬ََ ‫ا‬َ‫م‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ََ ‫يز‬ ِ‫ز‬ََ ُۡۡ‫ڪ‬ِ‫س‬َُ‫ن‬َ‫أ‬ ۡ‫ن‬ِّ‫م‬ ًَ۬‫و‬ُ‫س‬َ‫ر‬ ُۡۡ‫ڪ‬َ‫ٓء‬‫ا‬َ‫ج‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫س‬
ً۬ۡ‫ِي‬‫ح‬َّ‫ر‬ ً۬‫وف‬ُ‫ء‬َ‫ر‬
“Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è
gravosa la pena che soffrite, brama il vostro bene, è
dolce e misericordioso verso i credenti.” [Sūrat At-
Tawbah, 128]
Allo stesso modo il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi
wa sallam) ci ha ordinato di essere gentili e ci ha
incoraggiato a farlo, dicendo:
“Facilitatele cose alla gente (trattando le persone in modo
più gradevole), e non rendetegli le cose difficili, e date loro
buone novelle, e fate sì che non abbiano avversione (cioè
non fate odiare alla gente le buone azioni)...”44
E in un’altra versione dello stesso hadīth il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“Date buone novelle (alla gente); non create (nelle loro
menti) avversione (verso la religione); mostrare loro
clemenza e non siate duri con loro.”45
E in un altro hadīth è narrato da Imām Al-Bukhārī
sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse ai
44 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 92). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag.
944) dall’hadīth di Anas.
45 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 944).
35
suoi Compagni nella storia dell’arabo del deserto che urinò
nella Masjīd:
“Chiamatelo e versate sulla sua urina un secchio o un otre
d’acqua. Siete stati mandati per facilitare le cose, e non per
renderle difficili.”46
E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī
sull’autorità di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di
Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“...O ‘Ā’isha! Certo Allāh è dolce e ama la dolcezza in ogni
circostanza.”47
E in un altro hadīth narrato da Imām Muslim sull’autorità
di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di Allāh
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
“ ‘Ā’isha, certo Allāh è dolce e ama la dolcezza e concede a
questa quel che non concede alla durezza, né concede a
qualsiasi altra cosa.”48
E in un altro hadīth narrato da Imām Muslim sull’autorità
di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di Allāh
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse:
46 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 143).
47 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 33).
48 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370).
36
“La gentilezza non è trovata in nessuna cosa, senza che ciò
aggiunga alla sua bellezza, e non è ritirata da nessun’altra
cosa, senza che ciò la renda difettosa.”49
E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità
di Jarīr (radiAllāhu ‘anhu), che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi
wa sallam) disse:
“Chi è privato della gentilezza (teneri sentimenti) è nei fatti
privato di ogni bene.”50
E Allāh ordinò ai due nobili Profeti, Mūsā (Mosè) e Hārūn
(Aronne), di parlare a Fir‘awn (Faraone) con gentilezza e
delicatezza:
ٰ‫ى‬َ‫غ‬َ‫ط‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ َ‫ن‬ ۡ‫و‬ََ ۡ‫ِر‬‫ف‬ ٰ‫ى‬َ‫س‬ِ‫إ‬ ٓ‫ا‬َ‫ب‬َ‫ه‬ ۡ‫لذ‬-ٰ‫ى‬َ‫ش‬ ۡ‫خ‬َ‫ي‬ ۡ‫و‬َ‫أ‬ ُ‫ر‬ََُّ‫ذ‬َ‫ت‬َ‫ي‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َّ‫ل‬َ‫ع‬َّ‫س‬ ‫ا‬ ً۬‫ن‬ِّ‫ي‬َّ‫س‬ ًَ۬ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫س‬ ََ‫و‬ُ‫ق‬َ‫ف‬
“Andate da Fir‘awn: in verità si è ribellato (andando
oltre ogni limite di miscredenza e disobbedienza)!
Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà
[Allāh].” [Sūrat Ţā-hā, 43-44]
E Allāh ha descritto i nobili Compagni essere
compassionevoli e misericordiosi l’un l’altro, dicendo:
49 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370)
50 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370)
37
ِ َّ‫لَّلل‬ َُ‫و‬ُ‫س‬َّ‫ر‬ ً۬‫د‬َّ‫م‬َ‫ح‬‫ب‬‫م‬ُۚۡ‫ہ‬َ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ب‬ ُ‫ء‬ٓ‫ا‬َ‫م‬َ‫ح‬ُ‫ر‬ ِ‫ار‬ََُُّۡ‫لس‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ُ‫ء‬ٓ‫ا‬َّ‫د‬ِ‫ش‬َ‫أ‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫ع‬َ‫م‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ َ‫و‬
“Muhammad è il Messaggero di Allāh e quanti sono
con lui sono duri con i miscredenti e
compassionevoli fra loro.” [Sūrat Al-Fatĥ, 29]
38
La posizione di Ahl-us-Sunnah
riguardo al sapiente che fa un errore: egli è
scusato, e non è chiamato una persona
della bid’ah, né è boicottato
Dopo il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam),
nessuno è esente da errori. Pertanto, nessun sapiente è
esente da errori. E se un sapiente dovesse fare un errore,
allora egli non deve essere esaminato per questo, né l’errore
deve essere preso come pretesto per disonorare lo shaykh o
mettere in guardia contro di lui. Piuttosto, le rare volte che
lo shaykh ha sbagliato su qualcosa sono perdonate a causa
delle molte, molte volte che egli ha avuto ragione.
E se il sapiente facesse parte dei sapienti del passato, allora
dovremmo beneficiare della sua conoscenza pur facendo
attenzione a non seguirlo nei suoi errori. E dovremmo
supplicare Allāh per suo conto e chiedere ad Allāh di avere
misericordia di lui. Tuttavia, se il sapiente o lo studente di
conoscenza è ancora in vita, allora il suo errore deve essere
corretto, usando la gentilezza e la delicatezza, e con un forte
desiderio di vederlo liberato dall’errore e tornare a ciò che è
corretto.
39
Alcuni dei sapienti del passato commisero degli errori in
questioni relative alla ‘aqīdah, ma nonostante questi errori,
i sapienti e gli studenti della conoscenza non sono in grado
di fare a meno della loro conoscenza. Piuttosto, i loro libri
sono alcuni dei più importanti riferimenti utilizzati da
coloro che sono impegnati nella ricerca della conoscenza,
come i libri di Imām Al-Bayhaqī, e Imām An-Nawawī, e Al-
Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni.
Imām Al-Bayhaqī
Per quanto riguarda Al-Imām Ahmed ibn Husayn, Abū Bakr
Al-Bayhaqī, Imām Adh-Dhahabī disse: “E’ Al-Hāfidh, Al-
‘Allāmah, Ath-Thabt, Al-Faqīh, Shaykh-ul-Islām.”
Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Egli fu benedetto nella
sua conoscenza e scrisse molti libri benefici.”
Imām Adh-Dhahabī disse inoltre: “(Dopo il suo viaggiare
alla ricerca della conoscenza) egli rimase nel suo villaggio, al
fine di compilare e pubblicare libri. (Uno dei quali) fu un
libro di dieci volumi dal titolo As-Sunan Al-Kubrā51. Nessun
altro ha scritto un libro simile...” Poi citò molti altri libri
scritti da Imām Al-Bayhaqī.
Poi, Imām Adh-Dhahabī citò Al-Hāfidh ‘Abd-ul-Ghāfir ibn
Ismā’īl: “Egli scrisse quasi mille volumi che sono diversi da
51 As-Sunan Al-Kubrā è stata pubblicata in tre grandi volumi.
40
qualsiasi cosa scritta in precedenza da chiunque. Egli nei
suoi scritti combinò la conoscenza degli ahādīth, il fiqh, i
difetti degli ahādīth, e la concordanza tra due ahādīth
apparentemente in contrasto.”
Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Gli scritti di Imām Al-
Bayhaqī sono ottimi e contengono molti benefici. E’ raro
che qualcuno abbia scritto così come Al-Imām Abū Bakr.
Ogni sapiente dovrebbe interessarsi attentamente ai suoi
libri, in particolare As-Sunan Al-Kubrā.”52
Imām An-Nawawī
Per quanto riguarda Al-Imām Yahya ibn Sharaf An-Nawawī,
Imām Adh-Dhahabī disse nel suo libro intitolato Tadhkirat-
ul-Huffādh: “Al-Imām Al-Hāfidh, Al-Awhad, Al-Qudwah,
Shaykh-ul-Islām, ‘Alam-ul-Awliyā... Egli è stato l’autore di
molti libri benefici.”
Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Nonostante si sforzi
molto duramente nell’esaminare i desideri e le tendenze
dell’anima, e di purificarsi da tutti i vizi e difetti, e di essere
pio e timorato di Dio, egli riesce comunque a essere un forte
memorizzatore di ahādīth, e molto ben informato riguardo
alle scienze degli Ahādīth e i loro narratori, (il che gli
52 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 18, Pag. 173).
41
consente di distinguere tra) tra l’autentico e il non
autentico, ed è uno dei maggiori sapienti del madhhab
(Shāfi’īta).”53
Ibn Kathīr disse nel suo libro intitolato Al-Bidāyah wan-
Nihāyah: “(Dopo la ricerca della conoscenza) egli si
concentrò sulla scrittura e pubblicò numerosi libri, alcuni
dei quali li completò e alcuni altri no. Non fu in grado di
completare la sua spiegazione del Sahīh Muslim, e scrisse
Ar-Rowdah e Al-Minhaj, e Ar-Riyādh, e Al-Adhkār, e Al-
Tibyān e Tahrīr-ut-Tanbīh wa Tas’hīhihi, e Tah’dhīb-ul-
Asmā wal-Lughāt e Tabaqāt-ul-Fuqahā, così come altri. Uno
dei libri che non completò fu Al-Majmū’ Sharh-ul-
Muhadhdhab. Arrivò fino al Libro della Ribā, e se avesse
completato il libro nella sua interezza, non ci sarebbe stato
nessun altro libro simile. Il libro fu innovativo, ben scritto, e
molto utile. Egli fu critico al momento opportuno, e chiarì le
opinioni fiqh del madhhab (Shāfi’īta), così come altre. Allo
stesso modo, narrò ahādīth con l’attenzione del caso (per la
loro autenticità), la grammatica, e la definizione delle parole
strane, così come altre cose che non si trovano se non in
questo libro... Non sono a conoscenza di alcun libro fiqh che
sia migliore di questo, anche se molte cose hanno bisogno di
essere aggiunte a esso.”54
53 Tadhkirat-ul-Huffādh (Vol. 4, Pag. 259).
54 Al-Bidāyah wan-Nihāyah (Vol. 17, Pag. 540).
42
Pur essendo stato un grande e prolifico scrittore, egli non
visse per lungo tempo. Nacque nell’anno 631H e morì nel
676H, vivendo soltanto quarantacinque anni.
Al-Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni
Per quanto riguarda Al-Hāfidh Ahmed ibn ‘Alī ibn Hajar Al-
‘Asqalāni, egli è ben noto per i suoi numerosi libri, il più
importante dei quali è Fat-hul-Bārī - la spiegazione del
Sahīh Al-Bukhārī - che è un libro di riferimento veramente
importante per i sapienti. Altri importanti libri scritti da lui
sono: Al-Isābah, e Tah’dhīb-ut-Tah’dhīb, e Taqrīb-ut-
Tah’dhīb, e Lisān-ul-Mīzān, e Ta’jīl-ul-Manfa’ah, e Bulūgh-
ul-Marām, così come altri.
Shaykh Muhammad Nāsir-ud-Dīn Al-Albānī
Fra i sapienti del nostro tempo vi è Ash-Shaykh Al-
‘Allāmah, Al-Muhaddith Muhammad Nāsir-ud-Dīn Al-
Albānī. Io non conosco nessuno come lui nel nostro tempo
che abbia avuto un tale scrupoloso e meticoloso (interesse e
controllo degli) ahādīth. Né conosco nessun altro che abbia
posseduto una così vasta conoscenza degli ahādīth.
Tuttavia, egli non è stato esente da alcune (opinioni in
43
materia di fiqh) che sono considerate da molti come errori.
Come ad esempio:
1. Il suo vivo interesse per la questione dell’hijāb, e la sua
opinione che non fosse wājib per la donna coprire il suo
viso, ma piuttosto soltanto mustahabb. Anche se ciò che egli
disse fosse vero, allora sarebbe meglio che fosse una verità
celata, perché alcune donne potrebbero usarla come
pretesto per scoprirsi.
2. Allo stesso modo, l’opinione dello Shaykh menzionata in
Sifatu Salāt An-Nabiyy (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam):
“Posizionare le mani sul petto dopo il rukū’ è un bid‘ah e
uno smarrimento.” Tuttavia questa è una masalah
ikhtilāfiyyah (cioè, vi è differenza di opinione tra i sapienti
su tale questione e prendere l’altra opinione non costituisce
una bid‘ah e uno smarrimento).
3. Inoltre, ciò che lo Shaykh menzionò in Silsilat-ul-Ahādīth
ad-Da’īfah, che non tagliare dalla barba in ciò che supera la
lunghezza del vostro pugno è una bid‘ah idāfiyyah (cioè
qualcosa che ha un fondamento nella Sunnah, ma è distorta
in modo tale che è diventata una bid‘ah).
4. Inoltre, lo Shaykh disse che è harām per le donne
indossare l’oro se l’oggetto di gioielleria forma un cerchio
completo (vale a dire, come un anello o un braccialetto).
44
Nonostante che io non sia d’accordo con le opinioni dello
Shaykh in tali questioni, non posso fare a meno dei suoi
libri e dei benefici che essi contengono, né può chiunque
altro (cioè, gli studenti della conoscenza o i sapienti).55
Imām Mālik fece una dichiarazione meravigliosa quando
disse: “L’opinione di chiunque può essere accettata o
rifiutata, tranne (le dichiarazioni) quello sepolto laggiù.” - e
quindi indicò la tomba del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa
sallam).
Menzionerò ora delle dichiarazioni di alcuni dei sapienti che
confermano e chiariscono che gli errori di un sapiente sono
perdonati a causa delle molte, molte volte che lo Shaykh ha
avuto ragione.
Sa’īd ibn-ul-Musayyib (morto nel 93H)
Sa’īd ibn-ul-Musayyib: “Non c’è sapiente, o nobiluomo, o
persona rispettabile che non abbia qualche difetto. Tuttavia,
chiunque le cui virtù sono più numerose dei suoi difetti,
allora i suoi difetti sono spazzati via dalle sue virtù. Allo
stesso modo, una persona i cui difetti superano le sue virtù,
allora le sue virtù sono spazzate via dai suoi difetti. Qualcun
altro ha detto: Nessuno sapiente è esente da errori. Se egli
55 Lasciate che quest’affermazione, così come molte, molte altre affermazioni fatte dall’illustre
autore servano come prova che Shaykh ‘Abd-ul-Muhsin (hafidhullāh) non sta facendo ta‘n
(parlando male) su Shaykh Al-Albānī (rahīmahullāh).
45
commette qualche errore e il più delle volte è nel giusto,
allora è un sapiente. Ma se raramente egli è nel giusto e il
più delle volte commette errori, allora è un ignorante.”56
‘Abd-Allāh ibn-ul-Mubārak (morto nel 181H)
‘Abd-Allāh ibn-ul-Mubārak disse: “Se le buone azioni di un
uomo sono superiori alle sue cattive azioni, allora le sue
cattive azioni non vengono ricordate. Ma se le sue cattive
azioni sono superiori alle sue buone azioni, allora le sue
buone azioni non vengono ricordate.”57
Al-Imām Ahmed (morto nel 241H)
Al-Imām Ahmed disse: “Non c’è nessuno come Is’hāq (ibn
Rāhawayhi) del Khurasān, anche se egli ha dissentito con
noi su alcune cose. Le persone divergeranno sempre l’una
con l’altra.”58
Abū Hātim ibn Hibbān (morto nel 354H)
Abū Hātim ibn Hibbān disse: “Abd-ul-Mālik (ibn Abī
Sulaymān) fu una delle persone migliori di Kūfa (Iraq), e fu
uno dei loro più forti memorizzatori (hāfidh). Tuttavia,
56 Jāmi’u Bayān-il-‘Ilm wa Fadlihi (Vol. 2, Pag. 48).
57 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 8, Pag. 352).
58 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 11, Pag. 371).
46
coloro che memorizzano ahādīth e li raccontano a memoria
solitamente fanno alcuni errori. E non è corretto (equo o
giusto) smettere di prendere gli ahādīth di uno shaykh
affidabile il cui buon carattere è stato confermato,
semplicemente perché ha fatto alcuni errori nelle sue
narrazioni. Se dovessimo fare questo, allora avremmo
lasciato gli ahādīth di Az-Zuhrī, e di Ibn Juraij e di Ath-
Thawrī e di Shu’bah perché essi furono tutti forti
memorizzatori (huffādh) e tutti narrarono ahādīth a
memoria. Tuttavia, essi non furono perfetti al punto da non
commettere mai errori. Piuttosto, è meglio e più sicuro in
una situazione come questa accettare la narrazione di una
persona affidabile e lasciare (solo) ciò che è stato
confermato essere un errore. Fintanto che egli non fa così
tanti errori che sono più numerosi delle volte in cui è stato
corretto. Se questo fosse il caso, allora il suo hadīth deve
essere lasciato.”59
Shaykh-ul-Islām ibn Taymiyyah (morto nel 728H)
Shaykh-ul-Islām ibn Taymiyyah disse: “Si dovrebbe anche
sapere che, i gruppi che si fregiano e seguono le opinioni di
alcuni leader e (ciò che dicono sui) principi del Dīn, sono di
vari livelli (o tipi). Alcuni di essi hanno contraddetto la
59 Kitāb-uth-Thiqāt (Vol. 7, Pag. 97-98).
47
Sunnah riguardo (a molto importanti) principi
fondamentali del Dīn. Mentre altri hanno contraddetto la
Sunnah riguardo a (meno importanti e) sottili principi del
Dīn.”
“E chiunque (di questi gruppi) ha confutato un altro gruppo
che era più lontano dalla Sunnah, allora è lodato per aver
confutato la falsità, e per ciò che ha detto di verità. Tuttavia
egli può aver esagerato nella sua confutazione
argomentando contro qualcosa che era vero e dicendo
qualcosa che era falso. Forse confutando una bid‘ah
maggiore con un’altra bid‘ah che è minore, e confutando la
falsità con un’altra falsità che è minore nell’importanza.
Questo è lo stato della maggioranza di Ahl-ul-Kalām che
sono associati con la Sunnah e la Jamā’ah. Tuttavia, se essi
non hanno fatto della loro bid‘ah un’opinione che hanno
usato per spezzare l’unità dei Musulmani - alleandosi (con
chi è d’accordo con loro) e opponendosi come nemici (a
quelli che non la fanno) - allora (la loro erronea
confutazione) è stata un tipo di errore che Allāh, glorificato
è Lui l’Altissimo, perdonerà ai credenti.”
“Molti dei primi Musulmani e dei loro sapienti caddero in
qualcosa di simile a questo (quando) alcuni di essi ebbero
opinioni che scaturivano dall’ijtihād che contraddiceva
qualcosa di fermamente stabilito nel Qur’ān e nella Sunnah.
Tuttavia, (i primi Musulmani e i loro sapienti) differirono
48
da quelli che si alleavano con chiunque fosse d’accordo con
loro nelle questioni di opinione e di ijtihād, opponendosi
come nemici a tutti coloro che non lo facevano, e rompendo
così l’unità dei Musulmani. Ed (essi differirono anche da
coloro che) consideravano come miscredenti e peccatori
quelli che non erano d’accordo con loro, pur non facendo lo
stesso con chi era d’accordo con loro. (Ed essi differirono da
quelli che) rendevano lecito combattere contro chi non era
d’accordo con loro, pur non facendo lo stesso con chi era
d’accordo con loro. Quelli (che fanno ciò) sono della gente
della divisione e del conflitto.”60
Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Molti dei
sapienti dei primi Musulmani, e quelli che vennero dopo di
loro, che erano Mujtahidīn (cioè in grado di dedurre
sentenze giuridiche dai testi del Qur’ān e della Sunna dopo
approfondita ricerca) dissero e fecero cose che erano delle
bidāt! Ma essi non sapevano che si trattava di una bid‘ah
(per una serie di motivi, quali):
1. Ahādīth non autentici che essi pensavano fossero
autentici.
2. O perché comprendevano qualcosa da un versetto del
Qur’ān che non intendeva il significato del versetto.
60 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 348-349).
49
3. Oppure a causa di un’opinione che tenevano su una certa
questione, e i testi (della Sunnah) su tale questione non li
avevano raggiunti.
Tuttavia, se qualcuno teme il suo Signore, per quanto può,
allora questo versetto si applica a lui:
‫ا‬َ‫ن‬ۡ‫أ‬َ‫ط‬ ۡ‫خ‬َ‫أ‬ ۡ‫و‬َ‫أ‬ ٓ‫ا‬َ‫ن‬‫ي‬ِ‫س‬َّ‫ن‬ ‫ن‬ِ‫إ‬ ٓ‫ا‬َ‫ن‬ ۡ‫ِذ‬‫خ‬‫ا‬ َ‫ؤ‬ُ‫ت‬ ََ ‫ا‬َ‫ن‬َّ‫ب‬َ‫ر‬
“Signore, non ci punire per le nostre dimenticanze
e i nostri sbagli.” [Sūrat Al-Baqarah, 286]
E in (un hadīth autentico narrato da Imām Muslim nel suo)
Sahīh: Allāh ha detto: “L’ho fatto.”61
Al-Imām Adh-Dhahabī (morto nel 748H)
Al-Imām Adh-Dhahabī disse: “Se l’importante sapiente è
corretto per la maggior parte del tempo, e la sua meticolosa
attenzione per la verità, la vastità del suo sapere e la sua
intelligenza sono tutte cose ben note, come lo è la sua
giustizia e pietà, e la sua adesione (alla Sunnah), allora i
suoi errori sono perdonati. E non diciamo che lui è sviato e
lo buttiamo via, dimenticando tutto il bene che ha fatto!
61 Majmū’ Fatāwa (Vol. 19, Pag. 191-192).
50
Proprio così! Tuttavia, (allo stesso tempo) non lo seguiamo
nella sua bid‘ah o nel suo errore, e speriamo che egli si
pentirà.”62
Al-Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Se rappresentiamo i
sapienti come gente della bid’ah e li boicottiamo ogni volta
che fanno un errore mentre deducono una sentenza legale
su una certa questione dopo una ricerca approfondita (cioè
ogni volta che fanno ijtihād), allora quelli come Ibn Nasr e
Ibn Mandah non sarebbero al sicuro da noi, né lo sarebbe
alcun sapiente - perfino quelli più grandi di loro. Allāh è
Colui che guida la Sua creazione alla verità, ed Egli è il Più
Misericordioso dei misericordiosi. E cerchiamo rifugio in
Allāh (dal seguire i nostri desideri) e dall’essere duri di
cuore e maleducati.”63
Al-Imām adh-Dhahabī disse inoltre: “Se ogni (sapiente) che
commette un errore mentre deduce una sentenza legale
dopo una ricerca approfondita (ijtihād) fosse da noi
distrutto (rendendo tutti i suoi sforzi vani) e fosse
rappresentato come facente parte della gente della bid‘ah -
nonostante la solidità della sua fede e la sua intenzione di
seguire la verità, allora solo alcuni dei sapienti sarebbero al
62 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 5, Pag. 271).
63 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 14, Pag. 39-40).
51
sicuro da noi. Che Allāh abbia misericordia di tutti loro, con
la Sua Benevolenza e Generosità.”64
Al-Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Noi amiamo la
Sunnah e la gente della Sunnah. E amiamo il sapiente a
causa della sua adesione (alla Sunnah), e per le sue virtù e
caratteristiche lodevoli. D’altra parte, noi non amiamo
nessuna bid‘ah che è venuta come conseguenza di un’errata
interpretazione (di un testo dal Qur’ān o della Sunnah). E la
cosa più importante da tenere in considerazione è il gran
numero delle (sue) buone azioni.”65
Al-Imām Ibn-ul-Qayyim (morto nel 751H)
Al-Imām Ibn-ul-Qayyim disse: “(E’ importante) conoscere
le virtù dei sapienti dell’Islām e i loro diversi livelli e
capacità e i diritti loro dovuti. (E’ anche importante sapere)
che la loro conoscenza e virtù, e la loro sincerità per Allāh e
il Suo Messaggero non ci obbligano ad accettare tutto quello
che dicono, o ad accettare errori nella loro fatāwā in
questioni sulle quali i testi (dal Qur’ān e della Sunnah) in
materia non li hanno raggiunti, così essi hanno detto quello
che pensavano fosse corretto in base a ciò che sapevano, ma
la verità era qualcosa di diverso. (Se ciò dovesse accadere),
64 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 14, Pag. 376).
65 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 20, Pag. 46).
52
non è obbligatorio buttare via tutto quello che essi hanno
sempre detto, e non è obbligatorio diffamarli o
rimpicciolirli. Ci sono due estremi ingiusti (cioè, accettare
tutto ciò che lo Shaykh dice o rifiutare tutto ciò che egli
abbia mai detto a causa del suo cadere nell’errore), e il
corretto sentiero è tra di essi. Non lo rigettiamo (a causa del
suo errore) e non lo considerano come infallibile...
Chiunque abbia una certa conoscenza della religione e degli
affari terreni sa con certezza che un onorabile e rispettabile
uomo (cioè un sapiente mujtahid che è in grado di dedurre
sentenze giuridiche dai testi del Qur’ān e della Sunna, dopo
approfondita ricerca) che ha fatto cose buone per l’Islām è
probabile che abbia commesso degli errori. Tuttavia, tali
errori sono non solo giustificati per lui, ma anzi egli è
premiato per la sua ricerca approfondita (ijtihād)! Quindi
non è lecito esaminarlo per questo, né è lecito distruggere il
rispetto e l’alta posizione che egli aveva nel cuore della
gente.”66
Ibn Rajab Al-Hanbali (morto nel 795H)
Ibn Rajab Al-Hanbali disse: “Allāh si è rifiutato di rendere
qualsiasi libro perfetto tranne il Suo Libro (cioè il Qur’ān)!
E l’uomo giusto e retto è colui che perdona i pochi errori che
66 I’lām-ul-Muwaqqi’īn (Vol. 3, Pag. 295).
53
qualcuno può fare a causa delle molte, molte volte che
questi aveva ragione.”67
67 Al-Qawāid (Pag. 3).
54
La soluzione per la corrente fitna del
diffamare (tajrīh) la gente e del boicottarla
(hajr) che è venuta da alcuni della Gente di
Ahl-us-Sunnah del nostro tempo
Alcuni della gente di Ahl-us-Sunnah del nostro tempo si
sono occupati col diffamarsi l’un l’altro (Tajrīh o com’è più
comunemente noto in occidente, Jarh wa Ta’dīl) e col
mettere in guardia l’uno contro l’altro (Tahdhīr). Come
risultato, si è verificata divisione, conflitto e taglio dei
rapporti tra di loro, nonostante che essi dovrebbero essere
amorevoli, misericordiosi e compassionevoli gli uni con gli
altri; uniti contro la gente della bid‘ah che si oppone ad Ahl-
us-Sunnah wal-Jamā’ah. Ci sono due cause per questo
problema:
1. Ci sono alcuni tra la gente di Ahl-us-Sunnah che sono
indaffarati nel cercare e seguire gli errori degli altri, sia nei
loro nastri audio o nei loro libri e scritti. Poi mettono in
guardia nei confronti di chi si trova a compiere certi errori.
Alcuni degli errori per i quali essi diffamano una persona e
mettono in guardia contro di lui includono:
• Dare discorsi o lezioni per un’organizzazione di da’wah, o
partecipare a convegni (organizzati da tale organizzazione
55
di da’wah). Nonostante che, sia Shaykh Abd-ul-‘Azīz ibn Bāz
che Shaykh Muhammad ibn ‘Uthaymīn (rahmatullāh
‘alayhum) diedero lezioni per telefono a queste
organizzazioni. Allo stesso modo, l’organizzazione può
essere criticata per aver fatto qualcosa per la quale ha
ottenuto il permesso in una fatwā data da entrambi questi
sapienti di tutto rispetto. Tuttavia, è più appropriato
biasimare una persona per la propria opinione che
biasimarla un’opinione di qualcun altro. Soprattutto se si
tratta di un’opinione espressa in una fatwā di uno dei più
importanti sapienti. Oltretutto, alcuni dei Compagni del
Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dissero, dopo quello
che era accaduto il giorno del Trattato di Al-Hudaybiyyah:
“O gente! Biasimate le vostre opinioni personali nella vostra
religione!”68
68 Qui l’illustre autore si riferisce a un hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Al-
A’mash il quale chiese ad Abū Wā-il: “Hai preso parte alla battaglia di Siffīn (cioè la battaglia che
ha avuto luogo tra i seguaci di ‘Alī e quelli di Mu’āwiya sulle rive del fiume Eufrate in Iraq)? Egli
disse: “Sì. E ho sentito Sahl ibn Hunaif dire (quando fu accusato di mancanza di zelo per il
combattimento): “È meglio che biasimate le vostre opinioni sbagliate! Vorrei che voi mi aveste
visto nel Giorno di Abū Jandal (cioè il giorno del trattato di Hudaybiyyah. Abu Jandal abbracciò
l’Islām al tempo in cui i Musulmani avevano stipulato un trattato con i pagani di Makkah, in
virtù del quale il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dovette restituire loro Abū Jandal,
nonostante la sua conversione). Se avessi avuto il coraggio di disobbedire agli ordini del Profeta
lo avrei fatto...” [Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 271).]
E in un’altra narrazione sull’autorità di Abu Wā-il che disse: “Eravamo a Siffīn e Sehl ibn Hunaif
si alzò e disse: “O gente! Biasimate voi stessi! Eravamo con il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa
sallam) nel Giorno di Hudaybiyyah, e se fossimo stati chiamati avremmo combattuto. ‘Umar ibn
al-Khattāb venne e disse: “O Messaggero di Allāh! Non siamo sulla verità e non sulla falsità?” Il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sì.” ‘Umar disse: “Non sono in
Paradiso quelli che vengono uccisi tra i nostri noi e i loro all'Inferno?” Egli (il Messaggero di
Allāh, sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Si.” ‘Umar disse: “Allora perché dovremmo accettare
duri termini in questioni riguardanti la nostra religione? Torniamo indietro (a Madīnah) prima
che Allāh giudichi tra noi e loro?” Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “O
Ibn al-Khattāb! Io sono il Messaggero di Allāh e Allāh non mi abbandona né mi distrugge!” Poi
‘Umar andò da Abū Bakr e gli disse ciò che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) aveva detto.
Al che Abū Bakr disse (a ‘Umar): “Lui è il Messaggero di Allāh e Allāh non lo abbandonerà mai
né lo distruggerà.” Allora fu rivelata Sūrat Al-Fath (cioè il Capitolo della Vittoria) e il
56
• Anche fra quelli che essi hanno diffamato ci sono coloro
che sono di grande beneficio (per i Musulmani), per via
delle loro lezioni, o dei loro libri, o dei loro sermoni.
Tuttavia, essi hanno messo in guardia contro un certo
sapiente (o un altro) perché la sua opinione su qualcuno o
qualche organizzazione da’wah è sconosciuta.69
Anche alcune fra le persone religiose in certi paesi Arabi
sono state diffamate e si è messo in guardia contro di loro, i
cui enormi sforzi nell’insegnamento della Sunnah e nella
sua diffusione, e il chiamare a essa, è di beneficio per
chiunque. E non ci può essere alcun dubbio che mettere in
guardia contro persone come loro le taglia semplicemente
fuori dal sentiero degli studenti della conoscenza e di coloro
(tra i sapienti) che potrebbero trarre beneficio dalla loro
conoscenza e dal loro buon carattere.
2. Ci sono alcuni tra la gente di Ahl-us-Sunnah che, se
vedono un errore da parte di qualcuno di Ahl-us-Sunnah,
scrivono una confutazione contro di lui. Poi chi è stato
confutato scrive una confutazione della confutazione. Poi
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) la recitò fino alla fine di fronte a ‘Umar. Al
che ‘Umar chiese: “O Messaggero di Allāh! E’ stato (il trattato di Hudaybiyyah) una vittoria?” Il
Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sì.” [Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese
Vol. 4, Pag. 271-272).]
Va notato che Al-Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni spiegò che Sahl ibn Hunaif disse: “Vi conviene
biasimare le vostre opinioni sbagliate!” a quelli presenti a Siffīn quando divenne evidente che i
Compagni erano riluttanti ad accettare di risolvere il loro controversie attraverso l’arbitrato.
Così ricordò loro ciò che avvenne nel Giorno della Hudaybiyyah e quanto la maggior parte delle
persone non volevano il trattato di pace, anche se alla fine, si rivelò essere qualcosa di molto
buono, e divenne chiaro che l’opinione del Profeta era stata corretta. [Fat-hul-Bārī (Vol. 7, 325).]
69 Questo è spaventosamente simile a quelli che vanno in giro a dire “Tal de tali non è chiaro”
perché egli non ha “chiarito la sua posizione” su questo e quello o su questa o quella questione.
57
entrambi s’impegnano a leggere tutto ciò che l’altro ha
scritto di recente o nel passato, e ascoltano tutti i nastri
audio dell’altro nella speranza di trovare un errore e
coglierlo in fallo! Alcuni di questi errori potrebbero essere
stati semplicemente un lapsus, i simili dei quali egli o
qualcun altro potrebbero (facilmente) aver fatto. Poi
ognuno di essi si sforza anche di ottenere quanti più
sostenitori possano stare contro l’altro. Poi ogni gruppo di
sostenitori alza la voce con le dichiarazioni di chi li sostiene,
e critica l’altra parte. Cercano anche di costringere tutti
quelli che incontrano a “prendere una posizione contro”
coloro che non li sostengono. E se uno non (prende
posizione contro l’altro), allora viene detto che è una
persona della bid‘ah, basandosi unicamente sul fatto che
essi hanno dichiarato l’altra (persona o) gruppo come gente
della bid‘a. Poi boicottano (colui che non ha preso “la
posizione corretta”).70 Le azioni dei due gruppi come queste
sono alcune delle cause più gravi della fitna e uno dei più
seri motivi per cui si è così tanto diffusa ed estesa. La
questione diventa ancora peggiore quando ciascuno dei due
partiti diffonde le proprie critiche dell’altra parte su
Internet! A quel punto, i giovani di Ahl-us-Sunnah dei vari
paesi e anche dei vari continenti, si occupano nel
mantenersi aggiornati con ciò che è stato pubblicato sul sito
70 Questo è spaventosamente simile a quelli che affrontano gli altri con la domanda “qual è la
vostra posizione (mawqif) su questo e quello?” Al-Hamdulillāh, lo Shaykh spiegherà l’errore di
questo tipo di comportamento nelle pagine in arrivo inshā Allāhu ta‘ālā.
58
web sul qīla wa qīla (parlare di quello che ha detto questo e
quello), che è un’attività che non porta a nulla di buono, ma
solo a danno e disunione.71 Infatti, queste attività li
inducono ad assomigliare a quelli che guardano i notiziari,
al fine di scoprire qual è la migliore notizia da pubblicare.
Assomigliano anche agli appassionati di sport che tifano per
una squadra o per un altra, e come risultato entrano in
discussioni e litigi!
Il modo per porre fine a questa fitna è il seguente:
In primo luogo: Per quanto riguarda (i problemi) relativi al
diffamarsi (Tajrāh) l’un l’altro e al mettere in guardia
(Tahdhīr) l’uno contro l’un l’altro, devono essere osservati i
seguenti punti:
1. Chiunque si è impegnato nel diffamare i sapienti e gli
studenti della conoscenza e nel mettere in guardia contro di
essi dovrebbe temere Allāh. E, piuttosto, dovrebbe darsi da
fare nel ricercare le proprie colpe in modo che possa
liberarsene, invece di occuparsi dei difetti altrui. E dovrebbe
sforzarsi nelle sue buone azioni rivolgendole a coloro che
egli ha afflitto diffamando e calunniando il loro carattere.
Dopo tutto, egli sarà più nel bisogno delle sue buone azioni
di chiunque altro nel Giorno in cui né la ricchezza né i figli
71 E Allāh disapprova che voi parliate (qīla wa qāla) di ciò che è stato detto e quello che qualcuno
ha detto.
59
gli saranno di vantaggio, eccetto colui che porta ad Allāh un
cuore pulito.72
2. Invece di impegnarsi nel diffamare gli altri e nel mettere
in guardia contro di essi, dovrebbe darsi da fare cercando
duramente di ottenere la conoscenza benefica che sarà di
beneficio a lui così come agli altri. Una delle cose migliori
che una persona può fare - se ne è capace - è quella di
impegnarsi con la conoscenza, apprenderla, e insegnarla, e
chiamare ad essa, e scrivere su di essa, in modo che egli
possa essere tra le persone che costruiscono le cose. Ed egli
non dovrebbe impegnarsi nel diffamare i sapienti e gli
studenti della conoscenza di Ahl-us-Sunnah, recidendo il
sentiero così da non beneficiarne, e diventando quindi una
delle persone che demoliscono le cose! La persona che
s’impegna nel diffamare gli altri in questo modo non lascia
alcuna conoscenza utile quando muore. E quando muore, la
gente non perde una persona esperta che è stata di beneficio
per loro, piuttosto come risultato della sua morte essi
semplicemente si salvano dal suo male!
3. Gli studenti di Ahl-us-Sunnah di ogni luogo devono stare
lontani (da questa fitna) e tenersi occupati con la
conoscenza, la lettura di libri utili, e l’ascolto di nastri audio
dei sapienti di Ahl-us-Sunnah, come Shaykh Ibn Bāz e
Shaykh ibn ‘Uthaymīn, invece di tenersi occupati
72 Riferirsi a Sūrat Ash-Shu`arā’, 88-89.
60
chiamando una tale o tal altra persona per chiedere: “Qual è
la tua opinione su questa o quella persona o su tale e tal
altra?” oppure “Qual è la sua opinione sulla dichiarazione di
questa o quella persona o di tale e tal altra persona?”…
4. Quando gli studenti della conoscenza vogliono chiedere
sulla condizione degli altri (studenti della conoscenza o
sapienti), allora dovrebbero indirizzare la loro domanda alla
sede della Commissione Permanente per la Ricerca Islamica
e le Fatāwā a Riyadh, chiedendo informazioni su di loro.
Dopo tutto, queste sono le persone cui riferirsi per le fatāwā
e la conoscenza o no? E chi non ha alcuna informazione
sulla condizione di persone specifiche, allora è possibile per
lui scrivere una lettera alla sede della Commissione
Permanente per la Ricerca Islamica e le Fatāwā, spiegando
quello che sa su di loro, in modo che essi potrebbero
esaminare il problema. In questo modo, se c’è (Tajrīh) o
messa in guardia contro qualcuno, allora viene da coloro cui
si sono rivolti e dai quali dipendono per le fatāwā, e da
quelli da cui è presa la conoscenza. E non ci può essere
alcun dubbio che il posto giusto cui rivolgersi per le fatāwā
su queste cose è lo stesso luogo cui si dovrebbe ritornare al
fine di scoprire da chi dovrebbero essere cercate le fatāwā. E
da chi dobbiamo cercare la conoscenza? Inoltre, nessuno
dovrebbe cercare di stabilire se stesso come colui che è
incaricato di queste importanti questioni! Perché, fa parte
61
del buon Islām di una persona non occuparsi di ciò che non
lo riguarda!73
In secondo luogo: Per quanto riguarda (i problemi) relativi
alla scrittura di confutazioni contro coloro che hanno fatto
un errore, devono essere osservati i seguenti punti:
1. Una confutazione deve essere fatta solo per gli errori
evidenti e poi dovrebbe essere fatta usando la gentilezza e la
delicatezza, e con un forte desiderio che la cui è diretta sia
liberata dall’errore. Ci si dovrebbe riferire alle confutazioni
fatte da Shaykh Ibn Bāz (rahīmahullāh), al fine di imparare
il modo corretto di fare una confutazione.
2. Tuttavia, se l’errore non è chiaro, o è un errore in cui
colui che ha fatto la confutazione potrebbe egli stesso essere
caduto, allora è meglio rinviare la questione alla sede della
Commissione Permanente per la Ricerca Islamica e le
Fatāwā per la decisione. Nondimeno, se l’errore è chiaro,
allora spetta a colui che è stato confutato lasciare l’errore,
perché tornare alla verità (Haqq) è meglio che continuare
sulla falsità.
3. Se qualcuno ha già fatto una confutazione su qualcun
altro, allora ha già fatto quello che era obbligatorio per lui
fare, e non dovrebbe impegnarsi ancora in ciò che ha
73 Qui l’illustre autore si riferisce a un hadīth narrato sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu
‘anhu), il quale disse che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Fa parte
del buon Islām di una persona lasciar stare ciò che non lo riguarda.” [Narrato da Imām At-
Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī (Vol. 2, Pag. 530-531, #
2317 e 2318).]
62
confutato. Invece, dovrebbe occuparsi della (ricerca della)
conoscenza che sarà di grande beneficio per se stesso e per
gli altri. Questo era il metodo di Shaykh Ibn Bāz
(rahīmahullāh).
4. Non è lecito testare qualsiasi studente della conoscenza o
chiunque altro per tale questione, interrogarlo sulla sua
posizione (mawqif) sulla persona tal de tali che è stata
confutata, o sulla sua posizione sulla persona che ha fatto la
confutazione. E se poi egli dovesse essere d’accordo (con la
vostra opinione) allora è al sicuro, ma se non fosse
d’accordo, allora sarebbe etichettato come una persona
della bid‘ah e quindi messo al bando... Allo stesso modo,
nessuno può ascrivere questo tipo di caos e di confusione
(nel metodo di) diffamare la gente e di boicottarla alla gente
di Ahl-us-Sunnah. Né qualcuno che non segue questo
sentiero di caos deve essere descritto come uno che non è
fermo sulla metodologia dei Salaf. Il tipo di boicottaggio
(Hajr) che è benefico, a parere di Ahl-us-Sunnah, è il tipo
che è di vero beneficio per colui che è boicottato. Come ad
esempio un padre (che punisce) il figlio non parlando con
lui, o un insegnante (che punisce) il suo allievo. Allo stesso
modo, (l’hajr) dovrebbe provenire da qualcuno che ha una
posizione di status e autorità, perché questo tipo di hajr è
benefico per chi viene boicottato. Tuttavia, se l’hajr è
praticato da alcuni studenti della conoscenza contro altri -
63
soprattutto se è stato fatto per qualcosa per cui non è lecito
boicottare qualcuno - allora questo non giova per niente a
chi viene boicottato. Piuttosto, porta semplicemente ai litigi
e al taglio delle relazioni.
Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse, menzionando Yazīd
ibn Mu’āwiyah: “La corretta posizione (riguardo Yazīd ibn
Mu’āwiyah) è la posizione dei sapienti. Egli non è prescelto
per alcun particolare tipo di amore, né deve essere
maledetto. Allo stesso modo, se egli fu un fāsiq (peccatore) o
un dhālim (oppressore), allora Allāh perdona i peccatori e
gli oppressori, specialmente se hanno compiuto molte
grandi opere di bontà. Imām al-Bukhārī narrò un hadīth nel
suo Sahīh sull’autorità di Ibn ‘Umar (radiAllāhu ‘anhumā),
il quale disse che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
disse:
“Al primo esercito che invade Costantinopoli saranno
perdonato i peccati.”74
E il primo esercito a invadere Costantinopoli fu guidato da
Yazīd ibn Mu’āwiyah! E anche Abū Ayyūb Al-Ansāri
(radiAllāhu ‘anhu) era presente... Pertanto è obbligatorio
parlare il meno possibile di questo ed evitare di menzionare
74 Non sono riuscito a trovare alcun hadīth con questa formulazione, però ho trovato un hadīth
narrato sull’autorità di Umm Harām, la quale disse che sentì il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa
sallam) dire: “Il Paradiso sarà accordato al primo esercito dalla mia nazione che combatterà
una battaglia navale.” Umm Harām chiese: “O Messaggero di Allāh! Sarò tra loro?” Egli
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sarai tra loro.” Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam)
disse: “Al primo esercito dalla mia nazione che invaderà la città di Cesare (cioè Costantinopoli)
saranno perdonati i loro peccati.” Domandai: “Sarò una di loro, O Messaggero di Allāh?” Egli
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “No.” [Sahīh Al-Bukhārī(Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 109)].
64
Yazīd ibn Mu’āwiyah, ed evitare di testare i Musulmani sulla
(loro opinione) su di lui, perché questa è una bid‘ah che
contraddice (il metodo di) Ahl-us-Sunnah wal Jamā’ah!”75
Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Inoltre
(bisogna evitare di) dividere la Ummah e testare la gente
con criteri con i quali Allāh e il Suo Messaggero (sallAllāhu
‘alayhi wa sallam) non ci hanno comandato di testare la
gente.”76
Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse inoltre: “Nessuno
deve innalzare qualche persona, e chiamare la Ummah a
seguire il suo sentiero, trattando tutti coloro che lo seguono
come alleati, e tutti coloro che non lo fanno come nemici, se
quella persona è altra che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa
sallam). Allo stesso modo, nessuno deve innalzare (nella
Ummah) qualche opinione o citazione dalle parole di una
certa persona, e trattare tutti coloro che sono d’accordo con
essa come alleati, e tutti coloro che non sono d’accordo
come nemici, se quelle parole non vengono dalla Parola di
Allāh, o dalla parola del Suo Messaggero, oppure da quelle
questioni sulle quali l’intera Ummah ha convenuto.
Piuttosto, questo fa parte del comportamento della gente
della bid‘ah che hanno elevato qualche persona o qualche
75 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 413-414).
76 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 415).
65
opinione, con essa dividono la Ummah. Essi si alleano con
chi è d’accordo, trattando come nemici chi non lo è.”77
Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Se un
professore o un insegnante ordina che qualcuno debba
essere boicottato, o screditato, o espulso eccetera, allora tale
questione deve essere indagata. Se infatti (lo studente) ha
commesso un peccato da un punto di vista legale, allora egli
dovrebbe essere punito secondo la gravità del peccato che
ha commesso e non di più. Se però egli non ha commesso
un peccato da un punto di vista legale, allora non è per nulla
lecito punirlo semplicemente a causa degli obiettivi
personali dell’insegnante o di chiunque altro per quella
faccenda. Allo stesso modo, gli insegnanti non devono far
nulla che possa dividere la gente in gruppi e seminare
inimicizia e odio tra di loro. Piuttosto, essi dovrebbero
essere come fratelli, cooperando tra loro nella giustizia e
nella taqwā. Allāh l’Altissimo dice:
ٰ َ‫و‬ۡ‫ق‬َّ‫ت‬‫لس‬ َ‫و‬ ِّ‫ر‬ِ‫ب‬ۡ‫لس‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ‫وا‬ُ‫ن‬ َ‫او‬َ‫ع‬َ‫ت‬ َ‫و‬ِۖ‫ٲن‬ َ‫و‬ ۡ‫د‬ُ‫ع‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬ ِۡ ۡ‫ث‬ِ ۡ‫لإل‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ‫وا‬ُ‫ن‬ َ‫او‬َ‫ع‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬
“Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non
sostenetevi nel peccato e nella trasgressione.” [Sūrat
Al-Mā’idah, 2]”78
77 Majmū’ Fatāwa (Vol. 20, Pag. 164).
78 Majmū’ Fatāwa (Vol. 28, Pag. 15-16).
66
Al-Hāfidh Ibn Rajab disse nella sua spiegazione dell’hadīth:
“Fa parte del buon Islām di una persona non occuparsi di
ciò che non lo riguarda”: Questo hadīth è un principio
molto importante del buon comportamento. Al-Imām Abū
‘Amr ibn Salāh riportò che Abū Muhammad ibn Abī Zaid - il
più importante sapiente di fiqh Māliki del suo tempo -
disse: “La somma delle buone maniere e la loro importanza
può essere ricavata da quattro ahādīth:
 “Chi crede in Allāh e nell’Ultimo Giorno parli di ciò
che è buono oppure taccia.”79
 “Fa parte del buon Islām di una persona non
occuparsi di ciò che non lo riguarda.”80
E il consiglio del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) per
qualcuno - che egli sintetizzò in poche parole, dicendo:
 “Non ti adirare.”81
 “Il credente desidera per suo fratello ciò che desidera
per se stesso.”82”83
79 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321, # 482). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1,
Pag. 32, # 75).
80 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī
(Vol. 2, Pag. 530-531, # 2317 e 2318).
81 Sahīh Al-Bukhārī. L’hadīth è stato interamente narrato da Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu)
che disse: “Un uomo disse al Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Consigliami.” Egli
(sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Non adirarti.” Poi (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) lo ripeté
più volte.”
82 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 19). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 31).
83 Jāmi’-ul-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 1, Pag. 288).
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GENTE DELLA SUNNAH, SIATE GENTILI GLI UNI CON GLI ALTRI

  • 1. GENTE DELLA SUNNAH, SIATE GENTILI GLI UNI CON GLI ALTRI Shaykh Abd-ul-Muhsin Al-‘Abbād Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq
  • 2. 1 Introduzione Tutta la lode è per Allāh, che ha unito insieme i cuori dei credenti nell’amore, e ha creato in loro un desiderio di unirsi insieme in unità e armonia, e che ha messo in guardia i credenti contro la discordia e il conflitto. Testimonio che non c’è divinità degna di adorazione all’infuori di Allāh, Che è il solo senza associati, Che ha creato ogni cosa e poi l’ha proporzionata, e Che ha legiferato (la religione dell’Islām) e ha poi reso il sentiero facile per noi, ed è stato misericordioso verso i credenti. (Ulteriormente) testimonio che Muhammad è il Suo servo e Messaggero, che ordinò (chiamando la gente all’Islām come quelli nelle posizioni di autorità) di rendere le cose facili alle persone e dare loro la buona novella, dicendo: “Facilitate le cose alla gente (trattando le persone in modo più disponibile), e non rendete loro le cose difficili, e date loro buone novelle, e non allontanate la gente (facendo sì che le persone odino le buone azioni).”1 1 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 92). Sahīh Muslim (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 944).
  • 3. 2 O Allāh, invia la pace e le benedizioni su (Muhammad), sulla sua buona e pura famiglia e su tutti i suoi nobili compagni - che sono stati descritti da Allāh come essere duri verso i miscredenti eppure misericordiosi tra di loro, e su tutti quelli che li seguono con sincerità fino al Giorno del Giudizio. O Allāh! Guida me e guida gli altri attraverso di me. O Allāh! Purifica il mio cuore da ogni odio (per i credenti), e guida la mia lingua a dire sempre la verità. O Allāh! Mi rifugio in te per paura che io mi smarrisca o sia sviato, o che sbagli o sia fatto sbagliare, o che opprima o sia oppresso dagli altri, o che faccia del male o mi sia fatto a me. Seguitando: Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah sono quelle persone che seguono ciò su cui erano il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) e i suoi compagni, ed essi si riferiscono a se stessi come “Gente della Sunnah” in riferimento alla Sunnah del Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) incoraggiò la stretta aderenza alla sua Sunnah dicendo:
  • 4. 3 “...Aggrappatevi alla mia Sunnah e alla Sunnah dei Califfi ben guidati dopo di me. Attenetevi a essa e mordere su di essa con i denti molari.”2 Allo stesso modo, egli mise in guardia dal contraddire la Sunnah, dicendo: “State in guardia dalle cose nuovamente inventate (estranee ai veri insegnamenti dell’Islām), poiché ogni cosa nuovamente inventata è una bid‘ah, e ogni bid‘ah è uno sviamento”3 Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) inoltre disse: “...Chi non vuole la mia Sunnah allora non è dei miei.”4 La Gente della Sunnah è in diretto contrasto con quelli della gente dei desideri e dell’innovazione che hanno seguito vie diverse da quella su cui il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) e i suoi Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) erano. La ‘Aqidāh (credo) della Gente della Sunnah emerse con l’emergere della profezia di Muhammad (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam), mentre la ‘Aqidāh della gente dei desideri e dell’innovazione emerse dopo la morte del Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). Alcune 2 Narrato da Abū Dāwūd (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 1294). Narrato anche da Ibn Abī ‘Āsim e At- Tirmidhī il quale disse che l’hadīth è hasan sahīh. L’hadīth è stato anche autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan Abū Dāwūd (Vol. 3, Pag. 871, # 3851). 3 Vedere nota precedente. 4 Vedere nota precedente.
  • 5. 4 di queste innovazioni apparvero durante l’ultima parte dell’epoca dei Compagni (radiAllāhu ‘anhumā), mentre altre innovazioni apparvero più tardi. Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha informato che quelli dei suoi Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) che continuarono a vivere dopo la sua morte avrebbero visto discordia e conflitto. Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “...Quelli di voi che vivranno dopo di me vedranno molto disaccordo...”5 Poi il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha indicato di seguire la Retta Via, che è l’adesione alla sua Sunnah e alla Sunnah dei Califfi ben guidati. E poi egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha messo in guardia contro le cose nuovamente inventate che sono estranee ai veri insegnamenti dell’Islām e ci ha detto che esse sono uno smarrimento. E’ incomprensibile e inaccettabile (pensare) che una parte di verità e retta guida sia stata nascosta dai Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) e conservata da alcune persone che sono venute dopo di loro! Certamente, tutte queste cose nuovamente inventate che sono estranee ai veri insegnamenti dell’Islām sono malvagie, perché se ci fosse 5 Vedere nota precedente.
  • 6. 5 stato qualcosa di buono in esse, i Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) avrebbero preceduti (i loro ideatori) nel compierle. Piuttosto, esse (ossia le cose nuovamente inventate) sono un male con il quale molte persone che hanno vissuto dopo di loro sono state testate quando hanno deviato da ciò su cui erano i Compagni (radiAllāhu ‘anhumā). Imām Mālik disse: “Gli affari della parte successiva di questa Ummah non potranno mai essere fatti in modo corretto se non con quello che rese corretti gli affari delle prime generazioni di questa Ummah.” E’ per questo (importante) motivo che Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah si riferiscono a se stessi come “Gente della Sunnah” riferendosi alla Sunnah del Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam), mentre altre (sette devianti) sono indicate con i nomi dati alle loro particolari innovazioni. Come ad esempio: la Jabariyyah, la Qadariyyah6, la 6 La Qadariyyah non crede nel Qadr di Allāh, ciò in cui crede la gente di Ahlus-Sunnah wal- Jamā’ah. La Qadariyyah è a sua volta divisa in due gruppi: (1) Coloro che negano tutto il Qadr di Allāh e dicono che Allāh non conosce quali azioni uno compia fino a quando egli non le fa. (2) La Jabariyyah che dice che tutti noi siamo costretti a compiere le nostre azioni e che non abbiamo affatto alcuna volontà o scelta, perché tutto ciò che comprende le nostre azioni è stato preordinato. Tuttavia la gente di Ahlus-Sunnah wal Jamā’ah attesta il Qadr di Allāh e dice che il credo nel Qadr di Allāh richiede fede in quattro cose: (1) La Sua Conoscenza: Noi affermiamo e crediamo che Allāh conosca tutte le cose, tutto ciò che è stato e tutto ciò che sarà, e che Lui conosce tutto quello che accadrà prima che accada, e che Egli conosce cosa sarebbe successo se ciò non fosse successo! (2) La Scrittura: Noi attestiamo e crediamo che Allāh abbia scritto tutto ciò che sarebbe accaduto in Al-Lawh Al-Mahfūdh cinquantamila anni prima che Egli creasse i cieli e la terra! E crediamo, nonostante la Sua precedente conoscenza e la Sua scrittura di tutto ciò che sarebbe accaduto, che noi conseguiamo le nostre azioni, scegliamo di compiere le nostre azioni, e abbiamo una nostra volontà, ma che la nostra volontà e la nostra scelta è subordinata alla volontà e alla scelta di Allāh, poiché nulla accade senza che Allāh lo voglia o lo permetta! (3) La Sua Volontà: Noi attestiamo e crediamo che ogni cosa esiste perché Allāh lo ha voluto, e che tutto ciò che Allāh non ha voluto non esiste. (4) La Creazione: Noi crediamo ed attestiamo che Allāh ha creato tutto ciò che esiste e che tutta la creazione è in accordo ed è un risultato del Suo decreto.
  • 7. 6 Murjiah7, la Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah8. Altre (sette devianti) sono indicate dai nomi dei fondatori delle loro particolari sette come: la Jahmiyyah9, la Zaydiyyah10, la ‘Ash’ariyyah11, e la Ibādiyyah12. 7 La Murjiah è una setta delle sette dell’Islām che crede erroneamente che le azioni peccaminose non alterino la fede, allo stesso modo crede che gli atti di obbedienza non siano di alcun beneficio se sono accompagnati dalla miscredenza. La Murjiah stessa è divisa in tre gruppi: (1) I precursori della Murjiah furono quelli che cercarono di collocarsi tra la Rāfidhah e i Khawārij non alleandosi con ‘Alī ibn Abī Tālib e ‘Uthmān (radiAllāhu ‘anhumā), e nemmeno dissociandosi completamente da loro. Come risultato, essi finirono per opporsi sia a coloro che fecero il takfīr di ‘Alī ibn Abī Tālib e di ‘Uthmān, così come a coloro che avevano ecceduto nel loro amore per entrambi o per uno dei due. Così essi non furono Murjiah in materia di miscredenza e di fede, e nel rapporto tra la fede e le azioni. Piuttosto, essi furono Murjiah solo nella posizione che presero riguardo alla differenza di opinione tra i Compagni (radiAllāhu ‘anhumā) relativa alla fitna che avvenne dopo l’assassinio di ‘Uthmān. Così, soltanto la definizione linguistica di Irjā si applica a loro e non la definizione tecnica. (2) Al-Murjia-tul-Fuqahā: Sono coloro che dicono che la fede è composta da due sole cose, credo del cuore e dichiarazione della lingua. Dicono anche che la Īmān non aumenta né diminuisce, e che è miscredenza dire: “Sono un credente in shā Allāh.” Tuttavia la Murjia-tul-Fuqahā normalmente aderisce alla ‘Aqīdah dei Salaf in materie diverse da queste, come Abu Ja’far Al-Tahāwiyy – l’autore di ‘Aqīdah At-Tahāwiyyah. (3) Al- Murjia-tul-Mutakallimūn Al-Ghulāt nota anche come Murjia-tul-Jahmiyyah. Essi dicono che la Īmān è soltanto fede nel cuore. E Jahm (ibn Safwān) disse: che la Īmān è semplicemente riconoscimento o accettazione del cuore. Tuttavia, Ahl-us-Sunnah credono che la Īmān consiste nella dichiarazione della lingua e del cuore insieme con le azioni del cuore e del corpo, e che la fede aumenta e diminuisce. 8 Al-Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah è la Shī’ah che afferma che ‘Alī ibn Abī Tālib ebbe più diritto di Abū Bakr e di ‘Umar (radiAllāhu ‘anhumā) di diventare Califfo dopo la morte del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). La chiamano Al-Imāmiyyah perché sostengono che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) specificò che ‘Alī ibn Abī Tālib e la sua progenie sarebbero stati i leader della Ummah, o perché sono in attesa di un qualche Imām (leader) che essi sostengono arriverà vicino alla fine dei tempi. Altre loro credenze rilevanti sono: (1) La loro affermazione che Allāh si sia manifestato in ‘Alī e in undici dei suoi discendenti maschi, e che essi sono le manifestazioni esteriori di Allāh che possiedono caratteristiche divine. (2) L’esistenza della creazione e tutto ciò che è in essa dipende dall’esistenza della tesi degli “A’imma” (leader), e che, se non fosse per loro, Allāh non avrebbe creato nulla. 9 Gli appartenenti alla Jahmiyyah sono i seguaci di Jahm ibn Safwān. Si tratta di un gruppo estremamente pericoloso le cui credenze includono: (1) Negazione di tutti i Nomi (Asmā) e Caratteristiche (Sifāt) di Allāh. (2) Essi dicono che tutti noi siamo costretti a compiere le nostre azioni e che non abbiamo affatto alcuna volontà o scelta, perché tutto ciò che comprende le nostre azioni è stato preordinato. (3) Dicono che la Īmān è semplicemente il riconoscimento o l’attestazione del cuore. (4) Inoltre essi negano molte cose relative alla fede nell’Ultimo Giorno, come l’esistenza del Ponte sull’Inferno e la Scala, e che i credenti vedranno Allāh l’Altissimo nel Giorno del Giudizio. Allo stesso modo, essi negano la punizione nella tomba, e dicono che il Qur’ān è stato creato. Qui ho solo citato alcune delle loro credenze, ma quello che ho detto è talmente grave che molti sapienti hanno stabilito la sentenza generale che i seguaci della Jahmiyyah sono miscredenti e che questa setta non è fra le sette dell’Islām. 10 La Zaydiyyah è uno dei sotto-gruppi della Shī’ah che è stata chiamata Zaydiyyah perché essi dissero che Zaid ibn ‘Alī ibn Hussain ibn ‘Alī ibn Abī Tālib fu il quinto Imām invece di Muhammad ibn ‘Alī ibn Hussain ibn ‘Alī ibn Abī Tālib. Anche il sistema di credenze della Zaydiyyah differì dal sistema di credenze della Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah soprattutto
  • 8. 7 Peraltro, non è corretto usare il termine “Wahhābiyyah” (cioè Wahhābiti) per riferirsi alla da’wah di Shaykh Muhammad ibn Abd-ul-Wahhāb (rahīmahullāh). La Gente della Sunnah durante la vita di Shaykh Muhammad (rahīmahullāh) non si riferì a se stessa in questo modo, né lo fece dopo la sua morte. Questo perché egli non inventò nulla di nuovo nella religione dell’Islām così da giustificare la denominazione di qualsiasi invenzione dopo di lui! Piuttosto, egli seguì semplicemente la via dei Pii Predecessori, proclamando apertamente la Sunnah, diffondendola, e chiamando a essa. Inoltre, soltanto quelli all’inizio, ed è stato detto che di tutti i gruppi della Shī’ah, la Zaydiyyah era la più vicina ad Ahl- us-Sunnah, tuttavia alcuni dei sotto-gruppi della Zaydiyyah ora credono in molte delle stesse cose in cui crede la Imāmiyyah Al-Ithnay ‘Ashariyyah. 11 La ‘Ash’ariyyah sono i seguaci di Abu-l-Hasan ‘Ali ibn Ismā’īl Al-Ash‘arī durante la seconda fase della sua vita religiosa. Nella terza e ultima parte della sua vita, egli si pentì e cominciò a seguire la via di Ahl-us-Sunnah wal-Jamā’ah. Tuttavia, nonostante il suo pentimento, alcuni hanno continuato a seguire le sue vecchie abitudini. Dopo la morte di Abu-l-Hasan Al-Ash‘arī i leader del suo vecchio madhhab furono colpiti da alcune delle opinioni e credenze della Jahmiyyah e della Mu’tazilah. Essi furono anche colpiti dalla traduzione di libri di filosofia in lingua araba. Come risultato, essi credono che l’intelletto debba essere seguito prima della rivelazione, se vi è un conflitto tra i due! Piuttosto la gente di Ahl-us-Sunnah crede che la rivelazione non contraddica l’intelletto. La ‘Ash’ariyyah non accetta neanche gli ahādīth che non sono stati narrati estesamente (mutawātir) come una prova in questioni relative alla ‘aqīdah, tranne che nel caso in cui l’hadīth non contraddice il loro intelletto! E se un hadīth (mutawātir) relativo a questioni di ‘aqīdah contraddice il loro intelletto, esso deve essere re-interpretato in modo che sia conforme al loro intelletto! Alcuni della ‘Ash’ariyyah sono anche sufi, così essi credono che alcune persone ricevano la rivelazione (kashf) nel loro cuore che li aiuta a capire e interpretare le cose, e credono che questo debba essere seguito prima della rivelazione, se vi è un conflitto tra i due! La ‘Ash’ariyyah è come la Murjiah in termini di come essi definiscono la Īmān. E il loro credo riguardo i Nomi e gli Attributi di Allāh è diverso da quello di Ahl-us- Sunnah wal-Jamā’ah sotto molti aspetti, non ultimo dei quali è la loro negazione di alcuni tra i Nomi e Caratteristiche di Allāh, tuttavia qui non è il luogo per discutere di questo. 12 La Ibādiyyah è uno dei sottogruppi della setta del Khawārij. Essi sono i seguaci di Abd-Allāh ibn Ibād che fu uno dei loro shuyūkh e uno degli autori dei loro libri. Egli fu il leader di questo particolare sottogruppo e sono quindi indicati con il suo nome. Essi erroneamente dicono che chi commette un peccato maggiore o un peccato minore è un miscredente in base alla loro errata interpretazione del versetto (traduzione del significato), “Non li hai visti, coloro che scambiano il favore di Allāh con la miscredenza (negando il Profeta Muhammad e il Messaggio dell’Islām) e trascinano il loro popolo nella dimora della perdizione…” [Sūrat ‘Ibrāhīm, 28]. Peraltro questo versetto si riferisce agli Arabi pagani di Makkah, com’è stato confermato in un hadīth autentico narrato da ‘Ibn Abbās (radiAllāhu ‘anhumā) in Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 6, Pag. 186).
  • 9. 8 che odiano la da’wah revivalista di Shaykh Muhammad ibn Abd-ul-Wahhāb (rahīmahullāh) vi fanno riferimento in quella maniera (dispregiativa), sperando di confondere la gente e allontanarla dal seguire la verità e la corretta guida in modo che essi possano continuare a praticare le innovazioni che contraddicono la via di Ahl-us-Sunnah wal- Jamā’ah. Imām Ash-Shātibī disse nel suo libro intitolato Al-I’tsām13: “Abd-ur-Rahmān ibn Mahdī disse: A Mālik ibn Anas fu chiesto a proposito della Sunnah ed egli rispose: “Non ha altro nome che la Sunnah.” Poi recitò il versetto: ُ‫ه‬‫و‬ُ‫ع‬ِ‫ب‬َّ‫ت‬‫ٱ‬َ‫ف‬ ‫ا‬ ً۬‫ِيم‬‫ق‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬ُ‫م‬ ‫ى‬ِ‫ٲط‬َ‫ر‬ ِ‫ص‬ ‫ا‬َ‫ذ‬ٰ‫َـ‬‫ه‬ َّ‫ن‬َ‫أ‬ َ‫و‬ۖ‫ي‬ِ‫ب‬َ‫س‬ ‫ن‬ََ ُُِۡۡ‫ب‬ َََّ‫ر‬َََ‫ت‬َ‫ف‬ ََُ‫ب‬‫ب‬‫س‬‫لس‬ ‫وا‬ُ‫ع‬ِ‫ب‬َّ‫ت‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ِ‫ه‬ِ‫ل‬ “In verità questa è la Mia retta via: seguitela e non seguite i sentieri che vi allontanerebbero dal Suo sentiero.” [Sūrat Al-‘An`ām, 153] Ibn al-Qayyim disse nel suo libro intitolato Madārij As- Sālikīn: “Ad alcuni dei sapienti fu chiesto a proposito della Sunnah ed essi risposero: “Non ha altro nome che la Sunnah.” Significa che la Gente della Sunnah non si riferisce a se stessa con nessun altro nome.”14 13 Al-I’tsām (179). 14 Madārij As-Sālikīn (3179).
  • 10. 9 E Ibn Abd-ul-Barr disse in Kitāb-ul-Intiqā: Un uomo chiese a Mālik (ibn Anas): “Chi è la Gente della Sunnah?” Egli rispose: “La Gente della Sunnah sono coloro che non hanno altro nome che quello per cui sono noti. Essi non sono della Jahmiyyah, né sono della Qadariyyah, né sono della Rāfidah.”15 Non ci può essere alcun dubbio che l’affetto e la compassione reciproca, e lo aiutarsi l’un l’altro nella giustizia e nella taqwā è obbligatorio per tutta la Gente della Sunnah in ogni tempo e luogo. Il conflitto e l’ostilità che stanno diffondendo alcune delle persone della Gente della Sunnah è molto deplorevole. E’ il risultato diretto di alcuni di loro che sono preoccupati di discutere, mettere in guardia gli uni contro gli altri e boicottare, mentre è obbligatorio per tutti loro incanalare queste energie non gli uni contro gli altri, ma contro i miscredenti e la gente dell’innovazione che sono ostili alla Gente della Sunnah. Così come (è obbligatorio) essere tra loro affettuosi e compassionevoli e trattarsi reciprocamente con gentilezza e delicatezza. Ho pensato che fosse opportuno scrivere alcune parole di consiglio a tutti loro e chiedo ad Allāh, il Potente e il Maestoso di rendere queste parole benefiche, poiché tutto ciò che voglio fare è regolare correttamente questi affari, per 15 Kitāb-ul-Intiqā (Pag.35).
  • 11. 10 quanto possibile. Posso avere successo soltanto con l’aiuto di Allāh, su di Lui ho fatto affidamento, e verso di Lui mi sono voltato. Ho intitolato questo consiglio “Gente della Sunnah, siate gentili gli uni con gli altri”. Chiedo ad Allāh di dare successo e guida a tutti, e di regolare correttamente quello che è accaduto tra loro, e di legare i loro cuori con l’amore. Allo stesso modo, chiedo ad Allāh di guidarli alle vie della pace, e di trarli dalle tenebre alla luce. In verità Allāh è Colui che tutto ascolta, Colui che risponde alla Du‘ā’.
  • 12. 11 La benedizione della parola e dell’espressione Le benedizioni che Allāh ha concesso ai Suoi servi non possono essere enumerate. Una delle più grandi fra queste benedizioni è la capacità dell’uomo di parlare e di esprimersi in modo chiaro; (dandoci la capacità) di dire ciò che è giusto, e (la capacità) di comandare il bene e proibire il male. Chi non ha la capacità di parlare è in tal modo incapace di fare queste cose e non può esprimersi con gli altri se non attraverso il linguaggio dei segni o attraverso la scrittura, se è in grado di farlo. Allāh, l’Eccelso e il Maestoso, dice: َ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫أ‬ ُ‫ه‬ ٰ‫ٮ‬َ‫س‬ ۡ‫و‬َ‫م‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ ٌََّ‫ڪ‬ َ‫ُو‬‫ه‬ َ‫و‬ ً۬‫ء‬ ۡ‫ى‬َ‫ش‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ ُ‫ِر‬‫د‬ۡ‫ق‬َ‫ي‬ ََ َُۡ‫ڪ‬ ۡ‫ب‬َ‫أ‬ ٓ‫ا‬َ‫م‬ُ‫ه‬ُ‫د‬َ‫ح‬َ‫أ‬ ِ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ُ‫ج‬َّ‫ر‬ ً۬‫ل‬َ‫ث‬َ‫م‬ ُ َّ‫لَّلل‬ َ‫ب‬َ‫ر‬َ‫ض‬ َ‫و‬‫ا‬َ‫م‬ ‫ر‬ ۡ‫ي‬َ‫خ‬ِ‫ب‬ ِ‫ت‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ََ ‫ب‬‫ه‬‫ه‬ِّ‫ج‬ َ‫و‬ُ‫ي‬َۖ‫ُو‬‫ه‬ ِ‫و‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬َ‫ي‬ ََۡ‫ه‬َِ ۡ‫د‬َ‫ع‬ۡ‫ٱس‬ِ‫ب‬ ُ‫ر‬ُ‫م‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ‫ن‬َ‫م‬ َ‫و‬ۙۡ‫ِي‬‫ق‬َ‫ت‬ ۡ‫س‬‫ب‬‫م‬ ً۬‫ٲط‬َ‫ر‬ ِ‫ص‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬ََ َ‫ُو‬‫ه‬ َ‫و‬ “E Allāh vi propone la metafora di due uomini: uno di loro è muto, buono a nulla, a carico del suo padrone e ovunque lo si invii non combina niente di buono. E’ forse uguale a chi comanda con giustizia [e cammina] sulla retta via?” [Sūrat An-Naĥl, 76]
  • 13. 12 E’ stato detto che questo versetto è un esempio che Allāh ha proposto al fine di fare una comparazione tra Egli Stesso e gli idoli (cioè, chi non è in grado di parlare e che non ha nessun potere su alcuna cosa rappresenta l’idolo, mentre Colui che comanda con giustizia è Allāh l’Altissimo). Imām Al-Qurtubī disse che è stato narrato sull’autorità di Ibn ‘Abbās (radiAllāhu ‘anhumā) con una buona catena di narratori, che il significato di questo versetto è un esempio che Allāh ha proposto al fine di fare una comparazione tra un miscredente e un credente (cioè, quello incapace di parlare rappresenta il miscredente, mentre colui che comanda giustizia è il credente). (In ogni caso), questo versetto è una chiara prova della limitatezza dello schiavo che è incapace di parlare e di esprimersi e quindi, egli non è di alcun vantaggio per il suo padrone, non importa in che modo egli lo diriga. Allāh, l’Eccelso e il Maestoso dice inoltre: َ‫ون‬ُ‫ق‬ ِ‫ط‬‫ن‬َ‫ت‬ َُُّۡ‫ن‬َ‫أ‬ ‫ا‬َ‫م‬ ََ‫ث‬ِّ‫م‬ ٌََّ‫ح‬َ‫س‬ ُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِ‫ض‬‫ر‬َ‫واأل‬ ِ‫اء‬َ‫م‬َّ‫س‬‫اس‬ ِّ‫ب‬َ‫ر‬ َ‫و‬َ‫ف‬ “Per il Signore del cielo e della terra: tutto questo è vero (vale a dire, ciò che vi è stato promesso della Resurrezione nell’Aldilà e del ricevere la ricompensa o la punizione per le azioni buone o cattive) com’è vero che parlate.” [Sūrat Adh-Dhāriyāt, 23]
  • 14. 13 In questo versetto Allāh ha giurato su Se Stesso che la Resurrezione nell’Aldilà e il ricevere la ricompensa o la punizione per le azioni buone o cattive è una realtà, così come la capacità di parlare è una realtà per coloro cui è indirizzato questo versetto. E in questo versetto c’è un riferimento lodevole alla capacità di parlare. Allāh, Sia Egli Glorificato ha anche detto: َََ‫ل‬َ‫خ‬َ‫ان‬َ‫ي‬َ‫ب‬‫اس‬ ُ‫ه‬َ‫م‬َّ‫ل‬ََ َ‫ان‬َ‫س‬‫ن‬ِ‫إل‬‫ا‬ “Egli ha creato l’uomo e gli ha insegnato a esprimersi.” [Sūrat Ar-Raĥmān, 3-4] Al-Hasan (Al-Basri) spiegò che il termine al-bayān ( َ‫ان‬َ‫ي‬َ‫ب‬‫)اس‬ significa: parola. E in questo versetto vi è (un altro) riferimento lodevole alla capacità di parlare con la quale l’uomo è in grado di esprimersi. Allāh l’Altissimo dice inoltre: ِ‫ين‬َ‫ت‬َََ‫ش‬ َ‫و‬ ‫ا‬‫ان‬َ‫ِس‬‫س‬ َ‫و‬ َ‫ين‬َ‫ن‬‫ي‬ََ ُ‫ه‬َ‫س‬ ََ‫ع‬‫ج‬َ‫ن‬ َۡ‫س‬َ‫أ‬ “Non gli abbiamo dato due occhi, una lingua e due labbra?” [Sūrat Al-Balad, 8-9] Imām Ibn Kathīr (rahīmahullāh) disse nella sua spiegazione di questo versetto: “Non gli abbiamo dato due occhi”: in modo che egli potesse vedere con essi; “una lingua”: in
  • 15. 14 modo che egli potesse usarla per parlare ed esprimere ciò che è dentro di sé; “e due labbra”: per aiutarlo a parlare, e per aiutarlo a mangiare, e come abbellimento per il suo viso e per la bocca.” Ed è noto che questa benedizione può essere considerata una vera benedizione soltanto se la capacità di parlare è usata per dire ciò che è buono! Tuttavia, se è usata (soltanto) per il male, allora contiene solo brutte conseguenze per il suo possessore, e per lui sarebbe meglio non avere la benedizione della capacità di parlare!
  • 16. 15 Fare attenzione alla lingua e parlare solo bene Allāh, l’Eccelso e il Maestoso, dice: ‫ا‬ ً۬‫ِيد‬‫د‬َ‫س‬ ًَ۬ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫وا‬ُ‫س‬‫و‬ُ‫ق‬ َ‫و‬ َ َّ‫لَّلل‬ ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ل‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬-َُُۡۡ‫س‬ ۡ‫ِر‬َ ۡ‫غ‬َ‫ي‬ َ‫و‬ َُُۡۡ‫ل‬ٰ‫ـ‬َ‫م‬ ََۡ‫أ‬ َُُۡۡ‫س‬ ۡ‫ِح‬‫ل‬ ۡ‫ص‬ُ‫ي‬ ‫ن‬َ‫م‬ َ‫و‬ َُُۡۗۡۡ‫ب‬‫و‬ُ‫ن‬ُ‫ذ‬‫ا‬‫يم‬ ِ‫ظ‬ََ ‫ا‬‫ز‬ ۡ‫و‬َ‫ف‬ َ‫از‬َ‫ف‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫ف‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫س‬‫و‬ُ‫س‬َ‫ر‬ َ‫و‬ َ َّ‫لَّلل‬ ِ‫ع‬ ِ‫ط‬ُ‫ي‬ “O credenti, temete Allāh e parlate (sempre) onestamente, sì che Egli corregga il vostro comportamento e perdoni i vostri peccati. Chi obbedisce ad Allāh e al Suo Inviato otterrà il più grande successo (vale a dire, sarà salvato dal Fuoco dell’Inferno e ammesso in Paradiso).” [Sūrat Al-‘Aĥzāb, 70- 71] Allāh, l’Eccelso e il Maestoso dice inoltre: ً۬ۡ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫ظ‬‫لس‬ َ‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫لسظ‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫ِير‬‫ث‬َُ ‫وا‬ُ‫ب‬ِ‫ن‬َ‫ت‬ ۡ‫لج‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬ۖ‫ب‬َ‫ت‬ ۡ‫غ‬َ‫ي‬ ََ َ‫و‬ ‫وا‬ُ‫س‬َّ‫س‬َ‫ج‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ ‫ا‬‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ ُُُۡ‫ض‬ ۡ‫ع‬َّ‫ب‬ُۚ‫ه‬‫و‬ُ‫م‬ُ‫ت‬ ۡ‫ه‬ ِ‫ر‬ََُ‫ف‬ ‫ا‬ ً۬‫ت‬ ۡ‫ي‬َ‫م‬ ِ‫ه‬‫ِي‬‫خ‬َ‫أ‬ َۡ ۡ‫ح‬َ‫س‬ ََُ‫ڪ‬ۡ‫أ‬َ‫ي‬ ‫ن‬َ‫أ‬ ُۡۡ‫ڪ‬ُ‫د‬َ‫ح‬َ‫أ‬ ‫ب‬‫ِب‬‫ح‬ُ‫ي‬َ‫أ‬َۚ َّ‫لَّلل‬ ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ل‬ َ‫و‬َۚ َّ‫لَّلل‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ۡ‫ِي‬‫ح‬َّ‫ر‬ ً۬‫اب‬ َّ‫و‬َ‫ت‬۬ “O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una parte dell'illazione è peccato. Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi
  • 17. 16 mangerebbe la carne del suo fratello morto? Ne avreste anzi orrore (da odiare la maldicenza)! Temete Allāh! Allāh sempre accetta il pentimento, è misericordioso.” [Sūrat Al-Ĥujurāt, 12] Allāh l’Altissimo dice anche: ‫ۥ‬ ُ‫ه‬ُ‫س‬ ََۡ‫ن‬ ‫ِۦ‬‫ه‬ِ‫ب‬ ُ‫س‬ِ‫و‬ ۡ‫س‬ َ‫و‬ُ‫ت‬ ‫ا‬َ‫م‬ َُۡ‫ل‬ ۡ‫ع‬َ‫ن‬ َ‫و‬ َ‫ن‬ٰ‫ـ‬َ‫نس‬ِ ۡ‫لإل‬ ‫ا‬َ‫ن‬ ۡ‫ق‬َ‫ل‬َ‫خ‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫س‬ َ‫و‬ِۖ‫د‬‫ي‬ ِ‫ر‬ َ‫و‬ۡ‫لس‬ َِ ۡ‫ب‬َ‫ح‬ ۡ‫ِن‬‫م‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫س‬ِ‫إ‬ ُ‫ب‬َ‫ر‬ ۡ‫ق‬َ‫أ‬ ُ‫ن‬ ۡ‫ح‬َ‫ن‬ َ‫و‬ -ً۬‫ِيد‬‫ع‬َ‫ق‬ َِ‫ا‬َ‫م‬ِّ‫ش‬‫لس‬ ِ‫ن‬ََ َ‫و‬ ِ‫ِين‬‫م‬َ‫ي‬ۡ‫لس‬ ِ‫ن‬ََ ِ‫ان‬َ‫ي‬ِّ‫ق‬َ‫ل‬َ‫ت‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ ‫ى‬َّ‫ق‬َ‫ل‬َ‫ت‬َ‫ي‬ ۡ‫ذ‬ِ‫إ‬-‫ا‬َّ‫م‬‫ِيب‬‫ق‬َ‫ر‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫د‬َ‫س‬ ََِّ‫إ‬ َ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫ِن‬‫م‬ ُ‫ظ‬َِۡ‫ل‬َ‫ي‬ ً۬‫ِيد‬‫ت‬ََ “In verità siamo stati Noi ad aver creato l’uomo e conosciamo ciò che gli sussurra l’animo suo. Noi siamo a lui più vicini della sua vena giugulare. Quando i due (angeli) che registrano seduti alla sua destra e alla sua sinistra, raccoglieranno [il suo dire], [l’uomo] non pronuncerà nessuna parola senza che presso di lui ci sia un osservatore solerte (a registrarla).” [Sūrat Qāf, 16-18] Allāh l’Altissimo dice anche: َ‫ِين‬‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ َ‫ون‬ُ‫ذ‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫ي‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ َ‫و‬‫ا‬ ً۬‫ين‬ِ‫ب‬‫ب‬‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫م‬ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ َ‫و‬ ‫ا‬ ً۬‫ن‬ٰ‫ـ‬َ‫ت‬ ۡ‫ه‬ُ‫ب‬ ‫وا‬ُ‫ل‬َ‫م‬َ‫ت‬ ۡ‫لح‬ ِ‫د‬َ‫ق‬َ‫ف‬ ‫وا‬ُ‫ب‬َ‫س‬َ‫ت‬ ۡ‫لڪ‬ ‫ا‬َ‫م‬ ِ‫ر‬ ۡ‫ي‬َ‫غ‬ِ‫ب‬ ِ‫ت‬ٰ‫ـ‬َ‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬ “E quelli che ingiustamente offendono (danneggiando) i credenti e le credenti, si fan carico
  • 18. 17 (su se stessi) di calunnia e di evidente peccato.” [Sūrat Al-'Aĥzāb, 58] E Imām Muslim narrò sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sapete cos’è la maldicenza?”. I Compagni dissero: “Allāh e il Suo Profeta lo sanno meglio.” Egli disse: “Consiste nel parlare di tuo fratello in un modo che non gli piacerebbe.” Alcuni chiesero: “Che ne pensi, se ciò che dico di mio fratello è vero?” Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) rispose: “Se ciò che dici su di lui è vero, ti sarai reso colpevole di maldicenza. Ma se ciò che dici di lui è falso, allora l’avrai calunniato.”16 Allāh, l’Eccelso e il Maestoso, dice: ۡۡ‫ل‬َِ ‫ِۦ‬‫ه‬ِ‫ب‬ َ‫ك‬َ‫س‬ َ‫س‬ ۡ‫ي‬َ‫س‬ ‫ا‬َ‫م‬ ُ‫ف‬ ۡ‫ق‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ًَۚ۬‫ُو‬‫و‬‫ـ‬ ۡ‫س‬َ‫م‬ ُ‫ه‬ ۡ‫ن‬ََ َ‫ان‬َُ َ‫ك‬ِ‫ك‬‫ٮ‬ٰٓ‫ـ‬َ‫س‬‫و‬ُ‫أ‬ ‫ب‬َُُ َ‫اد‬ َ‫ؤ‬َُۡ‫لس‬ َ‫و‬ َ‫ر‬َ‫ص‬َ‫ب‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬ َ‫ع‬ ۡ‫م‬َّ‫لسس‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ “Non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna (cioè, non dire niente, o non fare alcuna cosa, o non testimoniare per tutto ciò di cui non hai conoscenza). Di tutto sarà chiesto conto (da Allāh): dell’udito, della vista e del cuore.” [Sūrat Al-‘Isrā’, 36] 16 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4 # 6265).
  • 19. 18 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “In verità Allāh si compiace di voi per tre cose, e Si corruccia con voi per tre cose. Egli si compiace che voi che Lo adoriate, e che non Gli associate nulla (nel culto), e che tutti voi vi aggrappiate insieme alla corda di Allāh e non vi dividiate in gruppi. Ed Egli disapprova che voi che parliate di ciò che è stato detto (qīla wa qāla) e di quello che qualcuno ha detto, che interroghiate persistentemente, e che sperperiate di denaro.”17 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim e Imām Al- Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Al figlio di Adamo è ascritta la sua parte di fornicazione, che egli raggiungerà indefettibilmente: il fornicare degli occhi è lo sguardo, quello degli orecchi è lo stare ad ascoltare, e il discorso quello della lingua; ghermire quello delle mani, e muovere il passo quello dei piedi; il cuore 17 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 929, # 4255). E sia Al-Bukhārī che Muslim narrarono un altro hadīth che menziona soltanto le tre cose detestate, Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 319, # 480). Sahīh Muslim (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 929, # 4259).
  • 20. 19 prova attrazione e desiderio, e i genitali confermano la cosa o la smentiscono.”18 E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di ‘Abd-Allāh ibn ‘Amr (radiAllāhu ‘anhu), il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Il vero Musulmano è colui dal quale gli altri musulmani non devono temere né (violenza verbale proferita con) la lingua, né (violenza fisica causata dalla) mano.”19 E in un’altra narrazione dello stesso hadīth narrato da Imām Muslim: “Un uomo chiese al Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Chi tra i Musulmani è il migliore?” Egli (il Messaggero di Allāh sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) rispose: “Colui dalla cui mano e lingua i Musulmani sono al sicuro.”20 Al-Hāfidh (Ibn Hajar Al-Asqalāni) disse nella sua spiegazione di questo hadīth: “Questo hadīth è generale riguardo alla lingua ma meno generale riguardo alla mano. Questo perché è possibile che la lingua parli di ciò che è successo alla gente nel passato, ciò che sta accadendo loro 18 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 397-398, # 609). Sahīh Muslim (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1398, # 6422). 19 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 18, # 10). 20 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 29, # 64). Anche Imām Muslim narrò un hadīth sull’autorità di Jābir (ibn Abd-Allāh, radiAllāhu ‘anhu) con la stessa formulazione dell’hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Abd-Allāh ibn ‘Umar.
  • 21. 20 nel presente, e ciò che potrebbe accadergli in futuro. Ma la mano non può fare questo. Tuttavia, è possibile che la mano cooperi con la lingua in questo attraverso la scrittura, le cui conseguenze possono essere grandi.” Questo è ciò che il poeta intendeva quando disse: Il giorno che ho scritto ero certo, Che la mia mano sarebbe venuta a mancare, Ma che i suoi scritti sarebbero rimasti, Ricompensato se le sue azioni fossero state buone, Ma chiamato a rispondere se le sue azioni fossero state cattive. E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Sahl ibn Sa’d (radiAllāhu ‘anhu), il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “A chi mi da garanzia a proposito di quello che ha tra la mascella (cioè la lingua) e quello che si trova tra le gambe (cioè il sesso), dò garanzia del Paradiso.”21 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim e Imām Al- Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: 21 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 320, # 481).
  • 22. 21 “Che colui che crede in Allāh e nell’Ultimo Giorno dica del bene oppure taccia.”22 Imām An-Nawawī disse, riferendosi a questo hadīth, nella sua spiegazione dei Quaranta Ahādīth: Ash-Shāfi’ī disse: “Il significato di questo hadīth è: che ogni volta che qualcuno vuole parlare allora dovrebbe prima pensare. Se per lui diventa evidente che non c’era nulla di male in quello che stava per dire, allora dovrebbe parlare. Tuttavia, se per lui diventa evidente che c’era del male in quello che stava per dire, o anche se non era certo che ci fosse di male in quello che stava per dire, allora non dovrebbe parlare.” E’ stato riportato anche che egli disse: “Se tutti voi doveste acquistare un foglio di carta per registrare (tutto quello che avete detto), allora ci sarebbero molte cose che non avreste detto.” Al-Imām Abū Hātim ibn Hibbān Al-Bustī disse nel suo libro intitolato Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā: “E’ obbligatorio per ogni persona intelligente restare sempre tranquillo fino a quando diventa necessario per lui parlare. Perché come spesso accade, uno si pente di ciò che ha detto dopo averlo detto, ma come raramente accade, uno si pente di ciò che ha detto se fosse rimasto tranquillo. E le persone che restano più a lungo infelici e che soffrono le prove più 22 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321, # 482). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 32, # 75).
  • 23. 22 grandi sono quelle afflitte dalla lingua lunga e da un cuore duro.”23 Ibn Hibbān disse anche: “E’ obbligatorio per la persona intelligente usare le proprie orecchie, il doppio di quanto usa la sua bocca, e rendersi conto che gli sono state date due orecchie e una sola bocca, in modo tale che egli possa ascoltare più che parlare. Questo perché se egli parla, potrebbe rimpiangere quello che ha detto, ma se rimane tranquillo, allora non (non avrebbe nulla) di cui pentirsi. Dopo tutto, è più facile ritirare ciò che non hai mai pronunciato, peraltro una volta che una parola è stata detta dal suo oratore nel suo intimo, ma non è mai stata pronunciata, essa rimane di proprietà di colui che non l’ha mai pronunciata.”24 Ibn Hibbān disse: “La lingua della persona intelligente è dietro il suo cuore, così quando egli vuole dire qualcosa, consulta il suo cuore. Se pensa che dovrebbe parlare lo fa, altrimenti rimane in silenzio. D’altra parte, il cuore della persona ignorante è sulla punta della sua lingua, così egli parla senza pensare. E chi non fa attenzione alla sua lingua, non comprende la sua religione.”25 23 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 45). 24 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 47). 25 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 49).
  • 24. 23 E in un altro hadīth è narrato da Imām Al-Bukhārī e Imām Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu) che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “In verità, un servo può dire una parola, senza pensare se sia giusta o sbagliata (non capendo le sue ripercussioni), e a causa di essa cadere nel Fuoco dell’Inferno a una profondità maggiore della distanza tra l’oriente e l’occidente.”26 E verso la fine di un hadīth narrato da Imām At-Tirmidhī contenente un consiglio per Mu’ādh ibn Jabal (radiAllāhu ‘anhu), il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “...Sono persone gettate nel Fuoco dell’Inferno sui loro volti o sui loro nasi, per nient’altro che quello che le loro lingue hanno seminato!”27 Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse ciò come risposta alla domanda di Mu’ādh ibn Jabal (radiAllāhu ‘anhu): “O Profeta di Allāh, siamo ritenuti responsabili per ciò che diciamo con essa (la nostra lingua)?” 26 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321-322, # 484). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1539, # 7121). 27 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī (Vol. 3, Pag. 42, # 2616).
  • 25. 24 Al-Hāfidh Ibn Rajab disse nel suo libro intitolato Jāmi’ Al- ‘Ulūm wal-Hikam: “Il significato di “ciò che le loro lingue hanno seminato” è: la ricompensa e la punizione per la parola proibita. In verità l’uomo semina con le sue parole e azioni, sia buone che cattive, e poi, nel Giorno del Giudizio, raccoglie quello che ha seminato. Chi ha seminato la buona parola e le buone azioni, raccoglierà un buono e generoso raccolto, ma chi ha seminato la parola malvagia e le cattive azioni, raccoglierà soltanto rimpianti!”28 Al-Hāfidh Ibn Rajab disse anche: “Questo hadīth è la prova che frenare la lingua e tenerla sotto preciso controllo è il fondamento di ogni bene! E chi controlla la sua lingua, ha acquisito il controllo del suo affare.”29 Ed è stato narrato che Yūnus ibn ‘Ubayd disse: “Non ho mai visto nessuno che sia stato consapevole della sua lingua, senza che ciò abbia avuto un buon effetto sul resto delle sue opere e azioni.” Allo stesso modo, è stato narrato che Yahya ibn Abī Kathīr disse: “Non ho mai visto il discorso di alcun uomo essere buono, senza aver trovato anche il resto delle sue opere e delle sue azioni essere buone. E non ho mai visto il discorso di un uomo essere cattivo, senza aver trovato anche il resto delle sue opere e delle sue azioni essere cattive.” 28 Jāmi’ Al-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 2, Pag. 146). 29 Jāmi’ Al-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 2, Pag. 149).
  • 26. 25 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sapete chi è la persona in rovina?” I Compagni risposero: “È quello, tra noi, che non abbia più né denaro né beni.” Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “La persona in rovina è quella che si presenterà (nel Giorno del Giudizio) con delle preghiere, delle elemosine e dei giorni di digiuno, ma che avrà insultato un Tale, accusato a torto un Tale, usurpato i beni di un Tale, fatto colare il sangue di un Tale, e picchiato un Tale. Verranno date dunque a ciascuna delle vittime delle buone azioni della persona in questione. Se quest’ultima non avrà più buone azioni, prima che ciascuno abbia avuto ciò che gli spetti, saranno tolti (alle vittime) dei peccati, che saranno poi gettati su di lui. Poi egli stesso sarà gettato nell’Inferno.”30 E alla fine di un lungo hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “...È un male sufficiente per l’uomo il fatto di disprezzare suo fratello (guardandolo dall’alto in basso). Tutte le cose di 30 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1366, # 6251).
  • 27. 26 un Musulmano sono inviolabili per un altro Musulmano: il suo sangue, la sua ricchezza e il suo onore.”31 E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī e Imām Muslim sull’autorità di Ibn ‘Abbās (radiAllāhu ‘anhumā) che disse: “Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) si rivolse alla gente nel Giorno del Nahr (il dieci di Dhul Hijjah) dicendo: “O gente! Che giorno è oggi?” Dissero: “E’ un giorno sacro.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) allora chiese: “Che città è questa?” Dissero: “E’ una città sacra.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) allora chiese: “Che mese è questo?” Dissero: “E’ un mese sacro.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) allora disse: “Senza dubbio il vostro sangue, e i vostri beni e il vostro onore sono sacri gli uni per gli altri, come la santità di questo giorno dei vostri, in questa città delle vostre, in questo mese dei vostri.” E il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) lo ripeté più e più volte. Dopo di che alzò la testa e disse: “O Allāh! Ho trasmesso (il Tuo Messaggio a loro)? O Allāh! Ho trasmesso?” ‘Ibn Abbās aggiunse: “Per Colui nella Cui mano è la mia anima, questa fu la wasiyyah (testamento, eredità) del Profeta, che egli lasciò per la sua nazione - Spetta a coloro che sono presenti trasmettere queste informazioni a quelli che sono assenti. 31 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1361, # 6219).
  • 28. 27 Non tornate a essere negatori dopo di me, e a percuotervi il collo l’un l’altro.”32 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Chi chiama (la gente) alla retta guida, ci sarà ricompensa (assicurata) per lui pari a quella di coloro che vi hanno aderito, senza che dalle loro ricompense sia sottratto in alcun modo. E chi ha chiamato (la gente) allo sviamento (errore), avrà su di sé i peccati di coloro che vi hanno aderito, senza che dai loro peccati sia sottratto in alcun modo.”33 Nel libro intitolato Al-Targhīb wa Al-Tarhīb, Al-Hāfidh Al- Mundhirī disse nel suo commento a questo hadīth: “Quando il figlio di Adamo muore, le sue opere hanno un termine, tranne tre: un’elemosina di cui si continui a beneficiare, una scienza da cui la gente tragga profitto, e un figlio pio che invochi Allāh in suo favore.”34 “Questo hadīth e altri ahādīth simili dimostrano che chi annota conoscenza benefica ottiene la ricompensa per 32 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 2, Pag. 460-461, # 795). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 43, # 124). 33 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1406, # 6470). 34 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī (Vol. 2, Pag. 93, # 1376).
  • 29. 28 averlo fatto, così come una ricompensa per tutti coloro che leggono (il suo scritto), o lo copiano (o citano da esso), o agiscono in accordo con esso dopo la sua morte fino a quando il suo scritto rimane e le persone continuano ad agire in accordo con esso. Allo stesso modo, chi annota qualcosa di peccaminoso e non benefico, avrà su di sé i peccati di coloro che leggono (il suo scritto), o lo copiano (o citano da esso), o agiscono in conformità con esso dopo la sua morte fino a quando il suo scritto rimane e le persone continuano ad agire in accordo con esso. Questo è provato (anche) dall’hadīth menzionato in precedenza a proposito di chi stabilisce una buona sunnah e di chi stabilisce un cattiva sunnah, e Allāh ne sa di più.”35 E in un altro hadīth (qudsī) è narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse che Allāh ha detto: “Io dichiarerò guerra contro chi mostra ostilità verso un Mio pio adoratore.”36 35 At-Targhīb wa At-Tarhīb (Vol. 1, Pag. 65). 36 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 336-337, # 509).
  • 30. 29 Sospetto e spionaggio Allāh l’Altissimo ha detto: ً۬ۡ ۡ‫ث‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫ظ‬‫لس‬ َ‫ض‬ ۡ‫ع‬َ‫ب‬ َّ‫ن‬ِ‫إ‬ ِّ‫ن‬َّ‫لسظ‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ‫ا‬ ً۬‫ِير‬‫ث‬َُ ‫وا‬ُ‫ب‬ِ‫ن‬َ‫ت‬ ۡ‫لج‬ ‫وا‬ُ‫ن‬َ‫م‬‫ا‬َ‫ء‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ ‫ا‬َ‫ہ‬‫ب‬‫ي‬َ‫ٓأ‬ٰ‫ـ‬َ‫ي‬ۖ‫وا‬ُ‫س‬َّ‫س‬َ‫ج‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ “O credenti, evitate di far troppe illazioni, ché una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate...” [Sūrat Al-Ĥujurāt, 12] Questo nobile versetto contiene il comando di evitare il molto sospetto, e ci informa che alcuni sospetti sono peccati. Questo versetto proibisce anche lo spiare che è: cercare i difetti degli altri, il che avviene solo dopo aver prima sospettato qualcuno di qualcosa di brutto. Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Guardatevi dalla supposizione, perché la supposizione è la relazione più menzognera, e non cercate di venire a sapere e non spiate, non rivaleggiate e non invidiatevi l’un l’altro, e non mettetevi su posizioni inconciliabili, e siate servi di Allāh, fraternamente, come Egli vi ha ordinato.”37 37 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 58, # 90). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1361, # 6214).
  • 31. 30 Il comandante dei Credenti, ‘Umar ibn al-Khattāb (radiAllāhu ‘anhu) disse: “Non supponete niente se non il buono su qualcosa che il vostro fratello nella fede ha detto, e cercate di trovare una buona interpretazione di ciò che ha detto.”38 E Bakr ibn ‘Abd-Allāh Al-Muzanī disse: “Guardatevi dal dire qualcosa che, anche se aveste ragione al proposito, potreste non essere ricompensati per averla detta. E se aveste sbagliato al proposito, potreste essere puniti per averla detta. Questo è (pronunciare un) cattivo sospetto sul vostro fratello nella fede.”39 Abū Nu’aym citò Abū Qulābah ‘Abd-Allāh ibn Zaid Al-Jurmī per aver detto: “Se senti qualcosa che non ti piace di tuo fratello, allora prova quanto difficile sia per te trovare una scusa per lui. Se non riesci a trovare una scusa per lui, allora dì a te stesso: forse mio fratello ha una scusa alla quale non riesco a pensare.”40 Sufyān ibn Husayn disse: “Menzionai qualcosa di male su un uomo alla presenza di Iyās ibn Mu’āwiyah il quale mi guardò e disse: “Hai combattuto contro i Romani?” Dissi: “No.” Egli disse: “E contro Sind, India e Turchia?” Dissi: “No.” Egli disse: “Roma, Sind, India e Turchia sono tutte al 38 Questa citazione fu menzionata da Ibn Khatīr nella sua spiegazione di Sūrat Al-Ĥujurāt. 39 Riferirsi alla biografia di Bakr ibn ‘Abd-Allāh Al-Muzanī in Tahdhīb-ut-Tahdhīb. 40 Al-Hilya (Vol. 2, Pag. 285).
  • 32. 31 riparo da te, ma tuo fratello Musulmano non è al riparo da te.” Sufyān ibn Husayn disse: “Non lo feci più.”41 Io dissi: “Che grande risposta da Iyās ibn Mu’āwiyah che era ben noto per la sua intelligenza. Questa risposta è un esempio della sua intelligenza.” Al-Imām Abū Hātim ibn Hibbān Al-Bustī disse nel suo libro intitolato Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā: “E’ obbligatorio per la persona intelligente non cercare i difetti degli altri, e darsi da fare cercando di correggere i propri. Invero, chi si tiene occupato con i propri difetti piuttosto che con quelli degli altri, avrà la pace del corpo e della mente. Ogni volta che egli si rende conto di uno dei suoi difetti, quelli simili di suo fratello hanno meno importanza per lui. Peraltro, chi si tiene occupato con i difetti degli altri invece che con i propri si sfinisce, e il suo cuore diventa cieco (per i propri difetti), e comincia a trovare delle scuse per non correggere i propri difetti.”42 Al-Imām Ibn Hibbān disse anche: “Spiare è uno dei rami dell’ipocrisia, e pensare il meglio (degli altri) è uno dei rami della fede. La persona intelligente pensa il meglio dei suoi fratelli, ed è personalmente preoccupato per le sofferenze e le pene di suo fratello. Nondimeno la persona ignorante 41 Al-Bidāyah wan-Nihāyah (Vol. 13, Pag. 121). 42 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 131).
  • 33. 32 suppone il peggio a proposito dei suoi fratelli ed è incurante delle sofferenze e delle pene di suo fratello.”43 43 Rawdat-ul-‘Uqalā wa Nuzhat-ul-Fudalā (Pag. 133).
  • 34. 33 Gentilezza e delicatezza Allāh ha descritto il Suo Profeta Muhammad (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) come avere un livello molto alto di carattere, dicendo: َُ‫ل‬ُ‫خ‬ ٰ‫ى‬َ‫ل‬َ‫ع‬َ‫س‬ َ‫ك‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ َ‫و‬ً۬ۡ‫ي‬ ِ‫ظ‬ََ “E in verità (O Muhammad) di un’immensa grandezza è il tuo carattere.” [Sūrat Al-Qalam, 4] Allāh ha inoltre descritto il Profeta Muhammad (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) come buono e gentile, dicendo: َ‫ِنت‬‫س‬ ِ َّ‫لَّلل‬ َ‫ن‬ِّ‫م‬ ً۬‫ة‬َ‫م‬ ۡ‫ح‬َ‫ر‬ ‫ا‬َ‫م‬ِ‫ب‬َ‫ف‬ُۡۡ‫ه‬َ‫س‬َۖ‫ك‬ِ‫س‬ ۡ‫و‬َ‫ح‬ ۡ‫ِن‬‫م‬ ‫وا‬‫ب‬‫ض‬ََ‫َن‬َ ِ‫ب‬ۡ‫ل‬َ‫ق‬ۡ‫لس‬ َ‫ِيظ‬‫ل‬ََ ‫ا‬‫ا‬‫ظ‬َ‫ف‬ َ‫نت‬ُُ ۡ‫و‬َ‫س‬ َ‫و‬ “E’ per misericordia di Allāh che sei dolce nei loro confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero allontanati da te.” [Sūrat ‘Āli `Imrān, 159] E Allāh ha anche descritto il Profeta Muhammad (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) come misericordioso e compassionevole con i credenti, dicendo:
  • 35. 34 َ‫ِين‬‫ن‬ِ‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫م‬ۡ‫ٱس‬ِ‫ب‬ ُۡ‫ڪ‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ََ ‫يص‬ ِ‫ر‬َ‫ح‬ ۡۡ‫ب‬‫ت‬ِ‫ن‬ََ ‫ا‬َ‫م‬ ِ‫ه‬ ۡ‫ي‬َ‫ل‬ََ ‫يز‬ ِ‫ز‬ََ ُۡۡ‫ڪ‬ِ‫س‬َُ‫ن‬َ‫أ‬ ۡ‫ن‬ِّ‫م‬ ًَ۬‫و‬ُ‫س‬َ‫ر‬ ُۡۡ‫ڪ‬َ‫ٓء‬‫ا‬َ‫ج‬ ۡ‫د‬َ‫ق‬َ‫س‬ ً۬ۡ‫ِي‬‫ح‬َّ‫ر‬ ً۬‫وف‬ُ‫ء‬َ‫ر‬ “Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è gravosa la pena che soffrite, brama il vostro bene, è dolce e misericordioso verso i credenti.” [Sūrat At- Tawbah, 128] Allo stesso modo il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) ci ha ordinato di essere gentili e ci ha incoraggiato a farlo, dicendo: “Facilitatele cose alla gente (trattando le persone in modo più gradevole), e non rendetegli le cose difficili, e date loro buone novelle, e fate sì che non abbiano avversione (cioè non fate odiare alla gente le buone azioni)...”44 E in un’altra versione dello stesso hadīth il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Date buone novelle (alla gente); non create (nelle loro menti) avversione (verso la religione); mostrare loro clemenza e non siate duri con loro.”45 E in un altro hadīth è narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse ai 44 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 92). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 944) dall’hadīth di Anas. 45 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 3, Pag. 944).
  • 36. 35 suoi Compagni nella storia dell’arabo del deserto che urinò nella Masjīd: “Chiamatelo e versate sulla sua urina un secchio o un otre d’acqua. Siete stati mandati per facilitare le cose, e non per renderle difficili.”46 E in un altro hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “...O ‘Ā’isha! Certo Allāh è dolce e ama la dolcezza in ogni circostanza.”47 E in un altro hadīth narrato da Imām Muslim sull’autorità di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “ ‘Ā’isha, certo Allāh è dolce e ama la dolcezza e concede a questa quel che non concede alla durezza, né concede a qualsiasi altra cosa.”48 E in un altro hadīth narrato da Imām Muslim sull’autorità di ‘Ā’isha (radiAllāhu ‘anha), il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: 46 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 143). 47 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 33). 48 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370).
  • 37. 36 “La gentilezza non è trovata in nessuna cosa, senza che ciò aggiunga alla sua bellezza, e non è ritirata da nessun’altra cosa, senza che ciò la renda difettosa.”49 E in un altro hadīth è narrato da Imām Muslim sull’autorità di Jarīr (radiAllāhu ‘anhu), che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Chi è privato della gentilezza (teneri sentimenti) è nei fatti privato di ogni bene.”50 E Allāh ordinò ai due nobili Profeti, Mūsā (Mosè) e Hārūn (Aronne), di parlare a Fir‘awn (Faraone) con gentilezza e delicatezza: ٰ‫ى‬َ‫غ‬َ‫ط‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬ َ‫ن‬ ۡ‫و‬ََ ۡ‫ِر‬‫ف‬ ٰ‫ى‬َ‫س‬ِ‫إ‬ ٓ‫ا‬َ‫ب‬َ‫ه‬ ۡ‫لذ‬-ٰ‫ى‬َ‫ش‬ ۡ‫خ‬َ‫ي‬ ۡ‫و‬َ‫أ‬ ُ‫ر‬ََُّ‫ذ‬َ‫ت‬َ‫ي‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َّ‫ل‬َ‫ع‬َّ‫س‬ ‫ا‬ ً۬‫ن‬ِّ‫ي‬َّ‫س‬ ًَ۬ ۡ‫و‬َ‫ق‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫س‬ ََ‫و‬ُ‫ق‬َ‫ف‬ “Andate da Fir‘awn: in verità si è ribellato (andando oltre ogni limite di miscredenza e disobbedienza)! Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà [Allāh].” [Sūrat Ţā-hā, 43-44] E Allāh ha descritto i nobili Compagni essere compassionevoli e misericordiosi l’un l’altro, dicendo: 49 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370) 50 Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 1370)
  • 38. 37 ِ َّ‫لَّلل‬ َُ‫و‬ُ‫س‬َّ‫ر‬ ً۬‫د‬َّ‫م‬َ‫ح‬‫ب‬‫م‬ُۚۡ‫ہ‬َ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ب‬ ُ‫ء‬ٓ‫ا‬َ‫م‬َ‫ح‬ُ‫ر‬ ِ‫ار‬ََُُّۡ‫لس‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ُ‫ء‬ٓ‫ا‬َّ‫د‬ِ‫ش‬َ‫أ‬ ‫ۥ‬ ُ‫ه‬َ‫ع‬َ‫م‬ َ‫ِين‬‫ذ‬َّ‫س‬‫ل‬ َ‫و‬ “Muhammad è il Messaggero di Allāh e quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro.” [Sūrat Al-Fatĥ, 29]
  • 39. 38 La posizione di Ahl-us-Sunnah riguardo al sapiente che fa un errore: egli è scusato, e non è chiamato una persona della bid’ah, né è boicottato Dopo il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam), nessuno è esente da errori. Pertanto, nessun sapiente è esente da errori. E se un sapiente dovesse fare un errore, allora egli non deve essere esaminato per questo, né l’errore deve essere preso come pretesto per disonorare lo shaykh o mettere in guardia contro di lui. Piuttosto, le rare volte che lo shaykh ha sbagliato su qualcosa sono perdonate a causa delle molte, molte volte che egli ha avuto ragione. E se il sapiente facesse parte dei sapienti del passato, allora dovremmo beneficiare della sua conoscenza pur facendo attenzione a non seguirlo nei suoi errori. E dovremmo supplicare Allāh per suo conto e chiedere ad Allāh di avere misericordia di lui. Tuttavia, se il sapiente o lo studente di conoscenza è ancora in vita, allora il suo errore deve essere corretto, usando la gentilezza e la delicatezza, e con un forte desiderio di vederlo liberato dall’errore e tornare a ciò che è corretto.
  • 40. 39 Alcuni dei sapienti del passato commisero degli errori in questioni relative alla ‘aqīdah, ma nonostante questi errori, i sapienti e gli studenti della conoscenza non sono in grado di fare a meno della loro conoscenza. Piuttosto, i loro libri sono alcuni dei più importanti riferimenti utilizzati da coloro che sono impegnati nella ricerca della conoscenza, come i libri di Imām Al-Bayhaqī, e Imām An-Nawawī, e Al- Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni. Imām Al-Bayhaqī Per quanto riguarda Al-Imām Ahmed ibn Husayn, Abū Bakr Al-Bayhaqī, Imām Adh-Dhahabī disse: “E’ Al-Hāfidh, Al- ‘Allāmah, Ath-Thabt, Al-Faqīh, Shaykh-ul-Islām.” Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Egli fu benedetto nella sua conoscenza e scrisse molti libri benefici.” Imām Adh-Dhahabī disse inoltre: “(Dopo il suo viaggiare alla ricerca della conoscenza) egli rimase nel suo villaggio, al fine di compilare e pubblicare libri. (Uno dei quali) fu un libro di dieci volumi dal titolo As-Sunan Al-Kubrā51. Nessun altro ha scritto un libro simile...” Poi citò molti altri libri scritti da Imām Al-Bayhaqī. Poi, Imām Adh-Dhahabī citò Al-Hāfidh ‘Abd-ul-Ghāfir ibn Ismā’īl: “Egli scrisse quasi mille volumi che sono diversi da 51 As-Sunan Al-Kubrā è stata pubblicata in tre grandi volumi.
  • 41. 40 qualsiasi cosa scritta in precedenza da chiunque. Egli nei suoi scritti combinò la conoscenza degli ahādīth, il fiqh, i difetti degli ahādīth, e la concordanza tra due ahādīth apparentemente in contrasto.” Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Gli scritti di Imām Al- Bayhaqī sono ottimi e contengono molti benefici. E’ raro che qualcuno abbia scritto così come Al-Imām Abū Bakr. Ogni sapiente dovrebbe interessarsi attentamente ai suoi libri, in particolare As-Sunan Al-Kubrā.”52 Imām An-Nawawī Per quanto riguarda Al-Imām Yahya ibn Sharaf An-Nawawī, Imām Adh-Dhahabī disse nel suo libro intitolato Tadhkirat- ul-Huffādh: “Al-Imām Al-Hāfidh, Al-Awhad, Al-Qudwah, Shaykh-ul-Islām, ‘Alam-ul-Awliyā... Egli è stato l’autore di molti libri benefici.” Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Nonostante si sforzi molto duramente nell’esaminare i desideri e le tendenze dell’anima, e di purificarsi da tutti i vizi e difetti, e di essere pio e timorato di Dio, egli riesce comunque a essere un forte memorizzatore di ahādīth, e molto ben informato riguardo alle scienze degli Ahādīth e i loro narratori, (il che gli 52 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 18, Pag. 173).
  • 42. 41 consente di distinguere tra) tra l’autentico e il non autentico, ed è uno dei maggiori sapienti del madhhab (Shāfi’īta).”53 Ibn Kathīr disse nel suo libro intitolato Al-Bidāyah wan- Nihāyah: “(Dopo la ricerca della conoscenza) egli si concentrò sulla scrittura e pubblicò numerosi libri, alcuni dei quali li completò e alcuni altri no. Non fu in grado di completare la sua spiegazione del Sahīh Muslim, e scrisse Ar-Rowdah e Al-Minhaj, e Ar-Riyādh, e Al-Adhkār, e Al- Tibyān e Tahrīr-ut-Tanbīh wa Tas’hīhihi, e Tah’dhīb-ul- Asmā wal-Lughāt e Tabaqāt-ul-Fuqahā, così come altri. Uno dei libri che non completò fu Al-Majmū’ Sharh-ul- Muhadhdhab. Arrivò fino al Libro della Ribā, e se avesse completato il libro nella sua interezza, non ci sarebbe stato nessun altro libro simile. Il libro fu innovativo, ben scritto, e molto utile. Egli fu critico al momento opportuno, e chiarì le opinioni fiqh del madhhab (Shāfi’īta), così come altre. Allo stesso modo, narrò ahādīth con l’attenzione del caso (per la loro autenticità), la grammatica, e la definizione delle parole strane, così come altre cose che non si trovano se non in questo libro... Non sono a conoscenza di alcun libro fiqh che sia migliore di questo, anche se molte cose hanno bisogno di essere aggiunte a esso.”54 53 Tadhkirat-ul-Huffādh (Vol. 4, Pag. 259). 54 Al-Bidāyah wan-Nihāyah (Vol. 17, Pag. 540).
  • 43. 42 Pur essendo stato un grande e prolifico scrittore, egli non visse per lungo tempo. Nacque nell’anno 631H e morì nel 676H, vivendo soltanto quarantacinque anni. Al-Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni Per quanto riguarda Al-Hāfidh Ahmed ibn ‘Alī ibn Hajar Al- ‘Asqalāni, egli è ben noto per i suoi numerosi libri, il più importante dei quali è Fat-hul-Bārī - la spiegazione del Sahīh Al-Bukhārī - che è un libro di riferimento veramente importante per i sapienti. Altri importanti libri scritti da lui sono: Al-Isābah, e Tah’dhīb-ut-Tah’dhīb, e Taqrīb-ut- Tah’dhīb, e Lisān-ul-Mīzān, e Ta’jīl-ul-Manfa’ah, e Bulūgh- ul-Marām, così come altri. Shaykh Muhammad Nāsir-ud-Dīn Al-Albānī Fra i sapienti del nostro tempo vi è Ash-Shaykh Al- ‘Allāmah, Al-Muhaddith Muhammad Nāsir-ud-Dīn Al- Albānī. Io non conosco nessuno come lui nel nostro tempo che abbia avuto un tale scrupoloso e meticoloso (interesse e controllo degli) ahādīth. Né conosco nessun altro che abbia posseduto una così vasta conoscenza degli ahādīth. Tuttavia, egli non è stato esente da alcune (opinioni in
  • 44. 43 materia di fiqh) che sono considerate da molti come errori. Come ad esempio: 1. Il suo vivo interesse per la questione dell’hijāb, e la sua opinione che non fosse wājib per la donna coprire il suo viso, ma piuttosto soltanto mustahabb. Anche se ciò che egli disse fosse vero, allora sarebbe meglio che fosse una verità celata, perché alcune donne potrebbero usarla come pretesto per scoprirsi. 2. Allo stesso modo, l’opinione dello Shaykh menzionata in Sifatu Salāt An-Nabiyy (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Posizionare le mani sul petto dopo il rukū’ è un bid‘ah e uno smarrimento.” Tuttavia questa è una masalah ikhtilāfiyyah (cioè, vi è differenza di opinione tra i sapienti su tale questione e prendere l’altra opinione non costituisce una bid‘ah e uno smarrimento). 3. Inoltre, ciò che lo Shaykh menzionò in Silsilat-ul-Ahādīth ad-Da’īfah, che non tagliare dalla barba in ciò che supera la lunghezza del vostro pugno è una bid‘ah idāfiyyah (cioè qualcosa che ha un fondamento nella Sunnah, ma è distorta in modo tale che è diventata una bid‘ah). 4. Inoltre, lo Shaykh disse che è harām per le donne indossare l’oro se l’oggetto di gioielleria forma un cerchio completo (vale a dire, come un anello o un braccialetto).
  • 45. 44 Nonostante che io non sia d’accordo con le opinioni dello Shaykh in tali questioni, non posso fare a meno dei suoi libri e dei benefici che essi contengono, né può chiunque altro (cioè, gli studenti della conoscenza o i sapienti).55 Imām Mālik fece una dichiarazione meravigliosa quando disse: “L’opinione di chiunque può essere accettata o rifiutata, tranne (le dichiarazioni) quello sepolto laggiù.” - e quindi indicò la tomba del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). Menzionerò ora delle dichiarazioni di alcuni dei sapienti che confermano e chiariscono che gli errori di un sapiente sono perdonati a causa delle molte, molte volte che lo Shaykh ha avuto ragione. Sa’īd ibn-ul-Musayyib (morto nel 93H) Sa’īd ibn-ul-Musayyib: “Non c’è sapiente, o nobiluomo, o persona rispettabile che non abbia qualche difetto. Tuttavia, chiunque le cui virtù sono più numerose dei suoi difetti, allora i suoi difetti sono spazzati via dalle sue virtù. Allo stesso modo, una persona i cui difetti superano le sue virtù, allora le sue virtù sono spazzate via dai suoi difetti. Qualcun altro ha detto: Nessuno sapiente è esente da errori. Se egli 55 Lasciate che quest’affermazione, così come molte, molte altre affermazioni fatte dall’illustre autore servano come prova che Shaykh ‘Abd-ul-Muhsin (hafidhullāh) non sta facendo ta‘n (parlando male) su Shaykh Al-Albānī (rahīmahullāh).
  • 46. 45 commette qualche errore e il più delle volte è nel giusto, allora è un sapiente. Ma se raramente egli è nel giusto e il più delle volte commette errori, allora è un ignorante.”56 ‘Abd-Allāh ibn-ul-Mubārak (morto nel 181H) ‘Abd-Allāh ibn-ul-Mubārak disse: “Se le buone azioni di un uomo sono superiori alle sue cattive azioni, allora le sue cattive azioni non vengono ricordate. Ma se le sue cattive azioni sono superiori alle sue buone azioni, allora le sue buone azioni non vengono ricordate.”57 Al-Imām Ahmed (morto nel 241H) Al-Imām Ahmed disse: “Non c’è nessuno come Is’hāq (ibn Rāhawayhi) del Khurasān, anche se egli ha dissentito con noi su alcune cose. Le persone divergeranno sempre l’una con l’altra.”58 Abū Hātim ibn Hibbān (morto nel 354H) Abū Hātim ibn Hibbān disse: “Abd-ul-Mālik (ibn Abī Sulaymān) fu una delle persone migliori di Kūfa (Iraq), e fu uno dei loro più forti memorizzatori (hāfidh). Tuttavia, 56 Jāmi’u Bayān-il-‘Ilm wa Fadlihi (Vol. 2, Pag. 48). 57 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 8, Pag. 352). 58 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 11, Pag. 371).
  • 47. 46 coloro che memorizzano ahādīth e li raccontano a memoria solitamente fanno alcuni errori. E non è corretto (equo o giusto) smettere di prendere gli ahādīth di uno shaykh affidabile il cui buon carattere è stato confermato, semplicemente perché ha fatto alcuni errori nelle sue narrazioni. Se dovessimo fare questo, allora avremmo lasciato gli ahādīth di Az-Zuhrī, e di Ibn Juraij e di Ath- Thawrī e di Shu’bah perché essi furono tutti forti memorizzatori (huffādh) e tutti narrarono ahādīth a memoria. Tuttavia, essi non furono perfetti al punto da non commettere mai errori. Piuttosto, è meglio e più sicuro in una situazione come questa accettare la narrazione di una persona affidabile e lasciare (solo) ciò che è stato confermato essere un errore. Fintanto che egli non fa così tanti errori che sono più numerosi delle volte in cui è stato corretto. Se questo fosse il caso, allora il suo hadīth deve essere lasciato.”59 Shaykh-ul-Islām ibn Taymiyyah (morto nel 728H) Shaykh-ul-Islām ibn Taymiyyah disse: “Si dovrebbe anche sapere che, i gruppi che si fregiano e seguono le opinioni di alcuni leader e (ciò che dicono sui) principi del Dīn, sono di vari livelli (o tipi). Alcuni di essi hanno contraddetto la 59 Kitāb-uth-Thiqāt (Vol. 7, Pag. 97-98).
  • 48. 47 Sunnah riguardo (a molto importanti) principi fondamentali del Dīn. Mentre altri hanno contraddetto la Sunnah riguardo a (meno importanti e) sottili principi del Dīn.” “E chiunque (di questi gruppi) ha confutato un altro gruppo che era più lontano dalla Sunnah, allora è lodato per aver confutato la falsità, e per ciò che ha detto di verità. Tuttavia egli può aver esagerato nella sua confutazione argomentando contro qualcosa che era vero e dicendo qualcosa che era falso. Forse confutando una bid‘ah maggiore con un’altra bid‘ah che è minore, e confutando la falsità con un’altra falsità che è minore nell’importanza. Questo è lo stato della maggioranza di Ahl-ul-Kalām che sono associati con la Sunnah e la Jamā’ah. Tuttavia, se essi non hanno fatto della loro bid‘ah un’opinione che hanno usato per spezzare l’unità dei Musulmani - alleandosi (con chi è d’accordo con loro) e opponendosi come nemici (a quelli che non la fanno) - allora (la loro erronea confutazione) è stata un tipo di errore che Allāh, glorificato è Lui l’Altissimo, perdonerà ai credenti.” “Molti dei primi Musulmani e dei loro sapienti caddero in qualcosa di simile a questo (quando) alcuni di essi ebbero opinioni che scaturivano dall’ijtihād che contraddiceva qualcosa di fermamente stabilito nel Qur’ān e nella Sunnah. Tuttavia, (i primi Musulmani e i loro sapienti) differirono
  • 49. 48 da quelli che si alleavano con chiunque fosse d’accordo con loro nelle questioni di opinione e di ijtihād, opponendosi come nemici a tutti coloro che non lo facevano, e rompendo così l’unità dei Musulmani. Ed (essi differirono anche da coloro che) consideravano come miscredenti e peccatori quelli che non erano d’accordo con loro, pur non facendo lo stesso con chi era d’accordo con loro. (Ed essi differirono da quelli che) rendevano lecito combattere contro chi non era d’accordo con loro, pur non facendo lo stesso con chi era d’accordo con loro. Quelli (che fanno ciò) sono della gente della divisione e del conflitto.”60 Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Molti dei sapienti dei primi Musulmani, e quelli che vennero dopo di loro, che erano Mujtahidīn (cioè in grado di dedurre sentenze giuridiche dai testi del Qur’ān e della Sunna dopo approfondita ricerca) dissero e fecero cose che erano delle bidāt! Ma essi non sapevano che si trattava di una bid‘ah (per una serie di motivi, quali): 1. Ahādīth non autentici che essi pensavano fossero autentici. 2. O perché comprendevano qualcosa da un versetto del Qur’ān che non intendeva il significato del versetto. 60 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 348-349).
  • 50. 49 3. Oppure a causa di un’opinione che tenevano su una certa questione, e i testi (della Sunnah) su tale questione non li avevano raggiunti. Tuttavia, se qualcuno teme il suo Signore, per quanto può, allora questo versetto si applica a lui: ‫ا‬َ‫ن‬ۡ‫أ‬َ‫ط‬ ۡ‫خ‬َ‫أ‬ ۡ‫و‬َ‫أ‬ ٓ‫ا‬َ‫ن‬‫ي‬ِ‫س‬َّ‫ن‬ ‫ن‬ِ‫إ‬ ٓ‫ا‬َ‫ن‬ ۡ‫ِذ‬‫خ‬‫ا‬ َ‫ؤ‬ُ‫ت‬ ََ ‫ا‬َ‫ن‬َّ‫ب‬َ‫ر‬ “Signore, non ci punire per le nostre dimenticanze e i nostri sbagli.” [Sūrat Al-Baqarah, 286] E in (un hadīth autentico narrato da Imām Muslim nel suo) Sahīh: Allāh ha detto: “L’ho fatto.”61 Al-Imām Adh-Dhahabī (morto nel 748H) Al-Imām Adh-Dhahabī disse: “Se l’importante sapiente è corretto per la maggior parte del tempo, e la sua meticolosa attenzione per la verità, la vastità del suo sapere e la sua intelligenza sono tutte cose ben note, come lo è la sua giustizia e pietà, e la sua adesione (alla Sunnah), allora i suoi errori sono perdonati. E non diciamo che lui è sviato e lo buttiamo via, dimenticando tutto il bene che ha fatto! 61 Majmū’ Fatāwa (Vol. 19, Pag. 191-192).
  • 51. 50 Proprio così! Tuttavia, (allo stesso tempo) non lo seguiamo nella sua bid‘ah o nel suo errore, e speriamo che egli si pentirà.”62 Al-Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Se rappresentiamo i sapienti come gente della bid’ah e li boicottiamo ogni volta che fanno un errore mentre deducono una sentenza legale su una certa questione dopo una ricerca approfondita (cioè ogni volta che fanno ijtihād), allora quelli come Ibn Nasr e Ibn Mandah non sarebbero al sicuro da noi, né lo sarebbe alcun sapiente - perfino quelli più grandi di loro. Allāh è Colui che guida la Sua creazione alla verità, ed Egli è il Più Misericordioso dei misericordiosi. E cerchiamo rifugio in Allāh (dal seguire i nostri desideri) e dall’essere duri di cuore e maleducati.”63 Al-Imām adh-Dhahabī disse inoltre: “Se ogni (sapiente) che commette un errore mentre deduce una sentenza legale dopo una ricerca approfondita (ijtihād) fosse da noi distrutto (rendendo tutti i suoi sforzi vani) e fosse rappresentato come facente parte della gente della bid‘ah - nonostante la solidità della sua fede e la sua intenzione di seguire la verità, allora solo alcuni dei sapienti sarebbero al 62 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 5, Pag. 271). 63 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 14, Pag. 39-40).
  • 52. 51 sicuro da noi. Che Allāh abbia misericordia di tutti loro, con la Sua Benevolenza e Generosità.”64 Al-Imām Adh-Dhahabī disse anche: “Noi amiamo la Sunnah e la gente della Sunnah. E amiamo il sapiente a causa della sua adesione (alla Sunnah), e per le sue virtù e caratteristiche lodevoli. D’altra parte, noi non amiamo nessuna bid‘ah che è venuta come conseguenza di un’errata interpretazione (di un testo dal Qur’ān o della Sunnah). E la cosa più importante da tenere in considerazione è il gran numero delle (sue) buone azioni.”65 Al-Imām Ibn-ul-Qayyim (morto nel 751H) Al-Imām Ibn-ul-Qayyim disse: “(E’ importante) conoscere le virtù dei sapienti dell’Islām e i loro diversi livelli e capacità e i diritti loro dovuti. (E’ anche importante sapere) che la loro conoscenza e virtù, e la loro sincerità per Allāh e il Suo Messaggero non ci obbligano ad accettare tutto quello che dicono, o ad accettare errori nella loro fatāwā in questioni sulle quali i testi (dal Qur’ān e della Sunnah) in materia non li hanno raggiunti, così essi hanno detto quello che pensavano fosse corretto in base a ciò che sapevano, ma la verità era qualcosa di diverso. (Se ciò dovesse accadere), 64 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 14, Pag. 376). 65 Sayr-ul-A’lām An-Nubalā (Vol. 20, Pag. 46).
  • 53. 52 non è obbligatorio buttare via tutto quello che essi hanno sempre detto, e non è obbligatorio diffamarli o rimpicciolirli. Ci sono due estremi ingiusti (cioè, accettare tutto ciò che lo Shaykh dice o rifiutare tutto ciò che egli abbia mai detto a causa del suo cadere nell’errore), e il corretto sentiero è tra di essi. Non lo rigettiamo (a causa del suo errore) e non lo considerano come infallibile... Chiunque abbia una certa conoscenza della religione e degli affari terreni sa con certezza che un onorabile e rispettabile uomo (cioè un sapiente mujtahid che è in grado di dedurre sentenze giuridiche dai testi del Qur’ān e della Sunna, dopo approfondita ricerca) che ha fatto cose buone per l’Islām è probabile che abbia commesso degli errori. Tuttavia, tali errori sono non solo giustificati per lui, ma anzi egli è premiato per la sua ricerca approfondita (ijtihād)! Quindi non è lecito esaminarlo per questo, né è lecito distruggere il rispetto e l’alta posizione che egli aveva nel cuore della gente.”66 Ibn Rajab Al-Hanbali (morto nel 795H) Ibn Rajab Al-Hanbali disse: “Allāh si è rifiutato di rendere qualsiasi libro perfetto tranne il Suo Libro (cioè il Qur’ān)! E l’uomo giusto e retto è colui che perdona i pochi errori che 66 I’lām-ul-Muwaqqi’īn (Vol. 3, Pag. 295).
  • 54. 53 qualcuno può fare a causa delle molte, molte volte che questi aveva ragione.”67 67 Al-Qawāid (Pag. 3).
  • 55. 54 La soluzione per la corrente fitna del diffamare (tajrīh) la gente e del boicottarla (hajr) che è venuta da alcuni della Gente di Ahl-us-Sunnah del nostro tempo Alcuni della gente di Ahl-us-Sunnah del nostro tempo si sono occupati col diffamarsi l’un l’altro (Tajrīh o com’è più comunemente noto in occidente, Jarh wa Ta’dīl) e col mettere in guardia l’uno contro l’altro (Tahdhīr). Come risultato, si è verificata divisione, conflitto e taglio dei rapporti tra di loro, nonostante che essi dovrebbero essere amorevoli, misericordiosi e compassionevoli gli uni con gli altri; uniti contro la gente della bid‘ah che si oppone ad Ahl- us-Sunnah wal-Jamā’ah. Ci sono due cause per questo problema: 1. Ci sono alcuni tra la gente di Ahl-us-Sunnah che sono indaffarati nel cercare e seguire gli errori degli altri, sia nei loro nastri audio o nei loro libri e scritti. Poi mettono in guardia nei confronti di chi si trova a compiere certi errori. Alcuni degli errori per i quali essi diffamano una persona e mettono in guardia contro di lui includono: • Dare discorsi o lezioni per un’organizzazione di da’wah, o partecipare a convegni (organizzati da tale organizzazione
  • 56. 55 di da’wah). Nonostante che, sia Shaykh Abd-ul-‘Azīz ibn Bāz che Shaykh Muhammad ibn ‘Uthaymīn (rahmatullāh ‘alayhum) diedero lezioni per telefono a queste organizzazioni. Allo stesso modo, l’organizzazione può essere criticata per aver fatto qualcosa per la quale ha ottenuto il permesso in una fatwā data da entrambi questi sapienti di tutto rispetto. Tuttavia, è più appropriato biasimare una persona per la propria opinione che biasimarla un’opinione di qualcun altro. Soprattutto se si tratta di un’opinione espressa in una fatwā di uno dei più importanti sapienti. Oltretutto, alcuni dei Compagni del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dissero, dopo quello che era accaduto il giorno del Trattato di Al-Hudaybiyyah: “O gente! Biasimate le vostre opinioni personali nella vostra religione!”68 68 Qui l’illustre autore si riferisce a un hadīth narrato da Imām Al-Bukhārī sull’autorità di Al- A’mash il quale chiese ad Abū Wā-il: “Hai preso parte alla battaglia di Siffīn (cioè la battaglia che ha avuto luogo tra i seguaci di ‘Alī e quelli di Mu’āwiya sulle rive del fiume Eufrate in Iraq)? Egli disse: “Sì. E ho sentito Sahl ibn Hunaif dire (quando fu accusato di mancanza di zelo per il combattimento): “È meglio che biasimate le vostre opinioni sbagliate! Vorrei che voi mi aveste visto nel Giorno di Abū Jandal (cioè il giorno del trattato di Hudaybiyyah. Abu Jandal abbracciò l’Islām al tempo in cui i Musulmani avevano stipulato un trattato con i pagani di Makkah, in virtù del quale il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dovette restituire loro Abū Jandal, nonostante la sua conversione). Se avessi avuto il coraggio di disobbedire agli ordini del Profeta lo avrei fatto...” [Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 271).] E in un’altra narrazione sull’autorità di Abu Wā-il che disse: “Eravamo a Siffīn e Sehl ibn Hunaif si alzò e disse: “O gente! Biasimate voi stessi! Eravamo con il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) nel Giorno di Hudaybiyyah, e se fossimo stati chiamati avremmo combattuto. ‘Umar ibn al-Khattāb venne e disse: “O Messaggero di Allāh! Non siamo sulla verità e non sulla falsità?” Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sì.” ‘Umar disse: “Non sono in Paradiso quelli che vengono uccisi tra i nostri noi e i loro all'Inferno?” Egli (il Messaggero di Allāh, sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Si.” ‘Umar disse: “Allora perché dovremmo accettare duri termini in questioni riguardanti la nostra religione? Torniamo indietro (a Madīnah) prima che Allāh giudichi tra noi e loro?” Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “O Ibn al-Khattāb! Io sono il Messaggero di Allāh e Allāh non mi abbandona né mi distrugge!” Poi ‘Umar andò da Abū Bakr e gli disse ciò che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) aveva detto. Al che Abū Bakr disse (a ‘Umar): “Lui è il Messaggero di Allāh e Allāh non lo abbandonerà mai né lo distruggerà.” Allora fu rivelata Sūrat Al-Fath (cioè il Capitolo della Vittoria) e il
  • 57. 56 • Anche fra quelli che essi hanno diffamato ci sono coloro che sono di grande beneficio (per i Musulmani), per via delle loro lezioni, o dei loro libri, o dei loro sermoni. Tuttavia, essi hanno messo in guardia contro un certo sapiente (o un altro) perché la sua opinione su qualcuno o qualche organizzazione da’wah è sconosciuta.69 Anche alcune fra le persone religiose in certi paesi Arabi sono state diffamate e si è messo in guardia contro di loro, i cui enormi sforzi nell’insegnamento della Sunnah e nella sua diffusione, e il chiamare a essa, è di beneficio per chiunque. E non ci può essere alcun dubbio che mettere in guardia contro persone come loro le taglia semplicemente fuori dal sentiero degli studenti della conoscenza e di coloro (tra i sapienti) che potrebbero trarre beneficio dalla loro conoscenza e dal loro buon carattere. 2. Ci sono alcuni tra la gente di Ahl-us-Sunnah che, se vedono un errore da parte di qualcuno di Ahl-us-Sunnah, scrivono una confutazione contro di lui. Poi chi è stato confutato scrive una confutazione della confutazione. Poi Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) la recitò fino alla fine di fronte a ‘Umar. Al che ‘Umar chiese: “O Messaggero di Allāh! E’ stato (il trattato di Hudaybiyyah) una vittoria?” Il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sì.” [Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 271-272).] Va notato che Al-Hāfidh ibn Hajar Al-‘Asqalāni spiegò che Sahl ibn Hunaif disse: “Vi conviene biasimare le vostre opinioni sbagliate!” a quelli presenti a Siffīn quando divenne evidente che i Compagni erano riluttanti ad accettare di risolvere il loro controversie attraverso l’arbitrato. Così ricordò loro ciò che avvenne nel Giorno della Hudaybiyyah e quanto la maggior parte delle persone non volevano il trattato di pace, anche se alla fine, si rivelò essere qualcosa di molto buono, e divenne chiaro che l’opinione del Profeta era stata corretta. [Fat-hul-Bārī (Vol. 7, 325).] 69 Questo è spaventosamente simile a quelli che vanno in giro a dire “Tal de tali non è chiaro” perché egli non ha “chiarito la sua posizione” su questo e quello o su questa o quella questione.
  • 58. 57 entrambi s’impegnano a leggere tutto ciò che l’altro ha scritto di recente o nel passato, e ascoltano tutti i nastri audio dell’altro nella speranza di trovare un errore e coglierlo in fallo! Alcuni di questi errori potrebbero essere stati semplicemente un lapsus, i simili dei quali egli o qualcun altro potrebbero (facilmente) aver fatto. Poi ognuno di essi si sforza anche di ottenere quanti più sostenitori possano stare contro l’altro. Poi ogni gruppo di sostenitori alza la voce con le dichiarazioni di chi li sostiene, e critica l’altra parte. Cercano anche di costringere tutti quelli che incontrano a “prendere una posizione contro” coloro che non li sostengono. E se uno non (prende posizione contro l’altro), allora viene detto che è una persona della bid‘ah, basandosi unicamente sul fatto che essi hanno dichiarato l’altra (persona o) gruppo come gente della bid‘a. Poi boicottano (colui che non ha preso “la posizione corretta”).70 Le azioni dei due gruppi come queste sono alcune delle cause più gravi della fitna e uno dei più seri motivi per cui si è così tanto diffusa ed estesa. La questione diventa ancora peggiore quando ciascuno dei due partiti diffonde le proprie critiche dell’altra parte su Internet! A quel punto, i giovani di Ahl-us-Sunnah dei vari paesi e anche dei vari continenti, si occupano nel mantenersi aggiornati con ciò che è stato pubblicato sul sito 70 Questo è spaventosamente simile a quelli che affrontano gli altri con la domanda “qual è la vostra posizione (mawqif) su questo e quello?” Al-Hamdulillāh, lo Shaykh spiegherà l’errore di questo tipo di comportamento nelle pagine in arrivo inshā Allāhu ta‘ālā.
  • 59. 58 web sul qīla wa qīla (parlare di quello che ha detto questo e quello), che è un’attività che non porta a nulla di buono, ma solo a danno e disunione.71 Infatti, queste attività li inducono ad assomigliare a quelli che guardano i notiziari, al fine di scoprire qual è la migliore notizia da pubblicare. Assomigliano anche agli appassionati di sport che tifano per una squadra o per un altra, e come risultato entrano in discussioni e litigi! Il modo per porre fine a questa fitna è il seguente: In primo luogo: Per quanto riguarda (i problemi) relativi al diffamarsi (Tajrāh) l’un l’altro e al mettere in guardia (Tahdhīr) l’uno contro l’un l’altro, devono essere osservati i seguenti punti: 1. Chiunque si è impegnato nel diffamare i sapienti e gli studenti della conoscenza e nel mettere in guardia contro di essi dovrebbe temere Allāh. E, piuttosto, dovrebbe darsi da fare nel ricercare le proprie colpe in modo che possa liberarsene, invece di occuparsi dei difetti altrui. E dovrebbe sforzarsi nelle sue buone azioni rivolgendole a coloro che egli ha afflitto diffamando e calunniando il loro carattere. Dopo tutto, egli sarà più nel bisogno delle sue buone azioni di chiunque altro nel Giorno in cui né la ricchezza né i figli 71 E Allāh disapprova che voi parliate (qīla wa qāla) di ciò che è stato detto e quello che qualcuno ha detto.
  • 60. 59 gli saranno di vantaggio, eccetto colui che porta ad Allāh un cuore pulito.72 2. Invece di impegnarsi nel diffamare gli altri e nel mettere in guardia contro di essi, dovrebbe darsi da fare cercando duramente di ottenere la conoscenza benefica che sarà di beneficio a lui così come agli altri. Una delle cose migliori che una persona può fare - se ne è capace - è quella di impegnarsi con la conoscenza, apprenderla, e insegnarla, e chiamare ad essa, e scrivere su di essa, in modo che egli possa essere tra le persone che costruiscono le cose. Ed egli non dovrebbe impegnarsi nel diffamare i sapienti e gli studenti della conoscenza di Ahl-us-Sunnah, recidendo il sentiero così da non beneficiarne, e diventando quindi una delle persone che demoliscono le cose! La persona che s’impegna nel diffamare gli altri in questo modo non lascia alcuna conoscenza utile quando muore. E quando muore, la gente non perde una persona esperta che è stata di beneficio per loro, piuttosto come risultato della sua morte essi semplicemente si salvano dal suo male! 3. Gli studenti di Ahl-us-Sunnah di ogni luogo devono stare lontani (da questa fitna) e tenersi occupati con la conoscenza, la lettura di libri utili, e l’ascolto di nastri audio dei sapienti di Ahl-us-Sunnah, come Shaykh Ibn Bāz e Shaykh ibn ‘Uthaymīn, invece di tenersi occupati 72 Riferirsi a Sūrat Ash-Shu`arā’, 88-89.
  • 61. 60 chiamando una tale o tal altra persona per chiedere: “Qual è la tua opinione su questa o quella persona o su tale e tal altra?” oppure “Qual è la sua opinione sulla dichiarazione di questa o quella persona o di tale e tal altra persona?”… 4. Quando gli studenti della conoscenza vogliono chiedere sulla condizione degli altri (studenti della conoscenza o sapienti), allora dovrebbero indirizzare la loro domanda alla sede della Commissione Permanente per la Ricerca Islamica e le Fatāwā a Riyadh, chiedendo informazioni su di loro. Dopo tutto, queste sono le persone cui riferirsi per le fatāwā e la conoscenza o no? E chi non ha alcuna informazione sulla condizione di persone specifiche, allora è possibile per lui scrivere una lettera alla sede della Commissione Permanente per la Ricerca Islamica e le Fatāwā, spiegando quello che sa su di loro, in modo che essi potrebbero esaminare il problema. In questo modo, se c’è (Tajrīh) o messa in guardia contro qualcuno, allora viene da coloro cui si sono rivolti e dai quali dipendono per le fatāwā, e da quelli da cui è presa la conoscenza. E non ci può essere alcun dubbio che il posto giusto cui rivolgersi per le fatāwā su queste cose è lo stesso luogo cui si dovrebbe ritornare al fine di scoprire da chi dovrebbero essere cercate le fatāwā. E da chi dobbiamo cercare la conoscenza? Inoltre, nessuno dovrebbe cercare di stabilire se stesso come colui che è incaricato di queste importanti questioni! Perché, fa parte
  • 62. 61 del buon Islām di una persona non occuparsi di ciò che non lo riguarda!73 In secondo luogo: Per quanto riguarda (i problemi) relativi alla scrittura di confutazioni contro coloro che hanno fatto un errore, devono essere osservati i seguenti punti: 1. Una confutazione deve essere fatta solo per gli errori evidenti e poi dovrebbe essere fatta usando la gentilezza e la delicatezza, e con un forte desiderio che la cui è diretta sia liberata dall’errore. Ci si dovrebbe riferire alle confutazioni fatte da Shaykh Ibn Bāz (rahīmahullāh), al fine di imparare il modo corretto di fare una confutazione. 2. Tuttavia, se l’errore non è chiaro, o è un errore in cui colui che ha fatto la confutazione potrebbe egli stesso essere caduto, allora è meglio rinviare la questione alla sede della Commissione Permanente per la Ricerca Islamica e le Fatāwā per la decisione. Nondimeno, se l’errore è chiaro, allora spetta a colui che è stato confutato lasciare l’errore, perché tornare alla verità (Haqq) è meglio che continuare sulla falsità. 3. Se qualcuno ha già fatto una confutazione su qualcun altro, allora ha già fatto quello che era obbligatorio per lui fare, e non dovrebbe impegnarsi ancora in ciò che ha 73 Qui l’illustre autore si riferisce a un hadīth narrato sull’autorità di Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu), il quale disse che il Messaggero di Allāh (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Fa parte del buon Islām di una persona lasciar stare ciò che non lo riguarda.” [Narrato da Imām At- Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī (Vol. 2, Pag. 530-531, # 2317 e 2318).]
  • 63. 62 confutato. Invece, dovrebbe occuparsi della (ricerca della) conoscenza che sarà di grande beneficio per se stesso e per gli altri. Questo era il metodo di Shaykh Ibn Bāz (rahīmahullāh). 4. Non è lecito testare qualsiasi studente della conoscenza o chiunque altro per tale questione, interrogarlo sulla sua posizione (mawqif) sulla persona tal de tali che è stata confutata, o sulla sua posizione sulla persona che ha fatto la confutazione. E se poi egli dovesse essere d’accordo (con la vostra opinione) allora è al sicuro, ma se non fosse d’accordo, allora sarebbe etichettato come una persona della bid‘ah e quindi messo al bando... Allo stesso modo, nessuno può ascrivere questo tipo di caos e di confusione (nel metodo di) diffamare la gente e di boicottarla alla gente di Ahl-us-Sunnah. Né qualcuno che non segue questo sentiero di caos deve essere descritto come uno che non è fermo sulla metodologia dei Salaf. Il tipo di boicottaggio (Hajr) che è benefico, a parere di Ahl-us-Sunnah, è il tipo che è di vero beneficio per colui che è boicottato. Come ad esempio un padre (che punisce) il figlio non parlando con lui, o un insegnante (che punisce) il suo allievo. Allo stesso modo, (l’hajr) dovrebbe provenire da qualcuno che ha una posizione di status e autorità, perché questo tipo di hajr è benefico per chi viene boicottato. Tuttavia, se l’hajr è praticato da alcuni studenti della conoscenza contro altri -
  • 64. 63 soprattutto se è stato fatto per qualcosa per cui non è lecito boicottare qualcuno - allora questo non giova per niente a chi viene boicottato. Piuttosto, porta semplicemente ai litigi e al taglio delle relazioni. Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse, menzionando Yazīd ibn Mu’āwiyah: “La corretta posizione (riguardo Yazīd ibn Mu’āwiyah) è la posizione dei sapienti. Egli non è prescelto per alcun particolare tipo di amore, né deve essere maledetto. Allo stesso modo, se egli fu un fāsiq (peccatore) o un dhālim (oppressore), allora Allāh perdona i peccatori e gli oppressori, specialmente se hanno compiuto molte grandi opere di bontà. Imām al-Bukhārī narrò un hadīth nel suo Sahīh sull’autorità di Ibn ‘Umar (radiAllāhu ‘anhumā), il quale disse che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Al primo esercito che invade Costantinopoli saranno perdonato i peccati.”74 E il primo esercito a invadere Costantinopoli fu guidato da Yazīd ibn Mu’āwiyah! E anche Abū Ayyūb Al-Ansāri (radiAllāhu ‘anhu) era presente... Pertanto è obbligatorio parlare il meno possibile di questo ed evitare di menzionare 74 Non sono riuscito a trovare alcun hadīth con questa formulazione, però ho trovato un hadīth narrato sull’autorità di Umm Harām, la quale disse che sentì il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) dire: “Il Paradiso sarà accordato al primo esercito dalla mia nazione che combatterà una battaglia navale.” Umm Harām chiese: “O Messaggero di Allāh! Sarò tra loro?” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Sarai tra loro.” Il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Al primo esercito dalla mia nazione che invaderà la città di Cesare (cioè Costantinopoli) saranno perdonati i loro peccati.” Domandai: “Sarò una di loro, O Messaggero di Allāh?” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “No.” [Sahīh Al-Bukhārī(Trad. Inglese Vol. 4, Pag. 109)].
  • 65. 64 Yazīd ibn Mu’āwiyah, ed evitare di testare i Musulmani sulla (loro opinione) su di lui, perché questa è una bid‘ah che contraddice (il metodo di) Ahl-us-Sunnah wal Jamā’ah!”75 Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Inoltre (bisogna evitare di) dividere la Ummah e testare la gente con criteri con i quali Allāh e il Suo Messaggero (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) non ci hanno comandato di testare la gente.”76 Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse inoltre: “Nessuno deve innalzare qualche persona, e chiamare la Ummah a seguire il suo sentiero, trattando tutti coloro che lo seguono come alleati, e tutti coloro che non lo fanno come nemici, se quella persona è altra che il Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam). Allo stesso modo, nessuno deve innalzare (nella Ummah) qualche opinione o citazione dalle parole di una certa persona, e trattare tutti coloro che sono d’accordo con essa come alleati, e tutti coloro che non sono d’accordo come nemici, se quelle parole non vengono dalla Parola di Allāh, o dalla parola del Suo Messaggero, oppure da quelle questioni sulle quali l’intera Ummah ha convenuto. Piuttosto, questo fa parte del comportamento della gente della bid‘ah che hanno elevato qualche persona o qualche 75 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 413-414). 76 Majmū’ Fatāwa (Vol. 3, Pag. 415).
  • 66. 65 opinione, con essa dividono la Ummah. Essi si alleano con chi è d’accordo, trattando come nemici chi non lo è.”77 Shaykh-ul-Islām Ibn Taymiyyah disse anche: “Se un professore o un insegnante ordina che qualcuno debba essere boicottato, o screditato, o espulso eccetera, allora tale questione deve essere indagata. Se infatti (lo studente) ha commesso un peccato da un punto di vista legale, allora egli dovrebbe essere punito secondo la gravità del peccato che ha commesso e non di più. Se però egli non ha commesso un peccato da un punto di vista legale, allora non è per nulla lecito punirlo semplicemente a causa degli obiettivi personali dell’insegnante o di chiunque altro per quella faccenda. Allo stesso modo, gli insegnanti non devono far nulla che possa dividere la gente in gruppi e seminare inimicizia e odio tra di loro. Piuttosto, essi dovrebbero essere come fratelli, cooperando tra loro nella giustizia e nella taqwā. Allāh l’Altissimo dice: ٰ َ‫و‬ۡ‫ق‬َّ‫ت‬‫لس‬ َ‫و‬ ِّ‫ر‬ِ‫ب‬ۡ‫لس‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ‫وا‬ُ‫ن‬ َ‫او‬َ‫ع‬َ‫ت‬ َ‫و‬ِۖ‫ٲن‬ َ‫و‬ ۡ‫د‬ُ‫ع‬ۡ‫لس‬ َ‫و‬ ِۡ ۡ‫ث‬ِ ۡ‫لإل‬ ‫ى‬َ‫ل‬ََ ‫وا‬ُ‫ن‬ َ‫او‬َ‫ع‬َ‫ت‬ ََ َ‫و‬ “Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione.” [Sūrat Al-Mā’idah, 2]”78 77 Majmū’ Fatāwa (Vol. 20, Pag. 164). 78 Majmū’ Fatāwa (Vol. 28, Pag. 15-16).
  • 67. 66 Al-Hāfidh Ibn Rajab disse nella sua spiegazione dell’hadīth: “Fa parte del buon Islām di una persona non occuparsi di ciò che non lo riguarda”: Questo hadīth è un principio molto importante del buon comportamento. Al-Imām Abū ‘Amr ibn Salāh riportò che Abū Muhammad ibn Abī Zaid - il più importante sapiente di fiqh Māliki del suo tempo - disse: “La somma delle buone maniere e la loro importanza può essere ricavata da quattro ahādīth:  “Chi crede in Allāh e nell’Ultimo Giorno parli di ciò che è buono oppure taccia.”79  “Fa parte del buon Islām di una persona non occuparsi di ciò che non lo riguarda.”80 E il consiglio del Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) per qualcuno - che egli sintetizzò in poche parole, dicendo:  “Non ti adirare.”81  “Il credente desidera per suo fratello ciò che desidera per se stesso.”82”83 79 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 8, Pag. 321, # 482). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 32, # 75). 80 Narrato da Imām At-Tirmidhī e autenticato da Shaykh Al-Albānī in Sahīh Sunan At-Tirmidhī (Vol. 2, Pag. 530-531, # 2317 e 2318). 81 Sahīh Al-Bukhārī. L’hadīth è stato interamente narrato da Abū Hurayrah (radiAllāhu ‘anhu) che disse: “Un uomo disse al Profeta (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam): “Consigliami.” Egli (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) disse: “Non adirarti.” Poi (sallAllāhu ‘alayhi wa sallam) lo ripeté più volte.” 82 Sahīh Al-Bukhārī (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 19). Sahīh Muslim, (Trad. Inglese Vol. 1, Pag. 31). 83 Jāmi’-ul-‘Ulūmi wal-Hikam (Vol. 1, Pag. 288).