L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Chris Pfeiffer
Sizler de belki bazılarını izlemişsinizdir, internette izlediğim gösterileri gerçekten akıl almaz. Mesela "115 derecelik tek teker nasıl olur?" diyorsanız mutlaka Chris'i izlemelisiniz. Motosiklet arkaya devrildi devrilecek derken Chris bir de elerini bırakıp izleyenlere el falan sallıyor, insanın tansiyonu düşüyor vallaha. Bir de çok meşhur numarası pistin ortasında duran bir kıza doğru motorunu hızla sürüyor. Aniden ön tekerleğin üstüne motorunu kaldırıp tam kızın önünde, arka teker havadayken uzanıp bir öpücük konduruyor. Almanya da birkaç kez kendisi ile konuştum... Küçük bir yarış yaptık kaybettim... Ana yolda Hız Limitini aşmadım Ama ona Hız limitini aştığından ceza kestim...:)
Chris Pfeiffer bir Alman. Bayern 1970 doğumlu. İlk motosikletine binme yaşı bizde 30-40ları bulurken Chris 5 yaşında ikiteker üstündeymiş. 10 yaşına gelince ilk gösteri motosikletini almış ve bir motosikletin girebileceği her yere bununla gitmiş. Kısa zamanda "Almanya Minikler Trial Şampiyonu" olmuş.
Julliet Wanjiku from ReSAKSS-ECA presented at the second workshop on Tracking intra-regional trade in agricultural inputs in ESA, September 2012, Nairobi, Kenya
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Chris Pfeiffer
Sizler de belki bazılarını izlemişsinizdir, internette izlediğim gösterileri gerçekten akıl almaz. Mesela "115 derecelik tek teker nasıl olur?" diyorsanız mutlaka Chris'i izlemelisiniz. Motosiklet arkaya devrildi devrilecek derken Chris bir de elerini bırakıp izleyenlere el falan sallıyor, insanın tansiyonu düşüyor vallaha. Bir de çok meşhur numarası pistin ortasında duran bir kıza doğru motorunu hızla sürüyor. Aniden ön tekerleğin üstüne motorunu kaldırıp tam kızın önünde, arka teker havadayken uzanıp bir öpücük konduruyor. Almanya da birkaç kez kendisi ile konuştum... Küçük bir yarış yaptık kaybettim... Ana yolda Hız Limitini aşmadım Ama ona Hız limitini aştığından ceza kestim...:)
Chris Pfeiffer bir Alman. Bayern 1970 doğumlu. İlk motosikletine binme yaşı bizde 30-40ları bulurken Chris 5 yaşında ikiteker üstündeymiş. 10 yaşına gelince ilk gösteri motosikletini almış ve bir motosikletin girebileceği her yere bununla gitmiş. Kısa zamanda "Almanya Minikler Trial Şampiyonu" olmuş.
Julliet Wanjiku from ReSAKSS-ECA presented at the second workshop on Tracking intra-regional trade in agricultural inputs in ESA, September 2012, Nairobi, Kenya
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
I titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Questa settimana, il PMI della Cina si è attestato a malapena sopra il 50 ed è chiaramente in calo rispetto all'anno scorso. Nonostante quello che si legge la crescita economica della Cina sta rallentando, il che non è positivo per i metalli e per i prodotti legati alle materie prime (diverse da quelle considerate "soft" come i cereali, il bestiame, ecc.). GaveKal sostiene che la caduta dei prezzi delle materie prime che abbiamo visto negli ultimi tempi, forse è di natura strutturale. Eppure le obbligazioni salgono, l'oro cresce, le azioni salgono. (Chiaramente il mercato non ha ascoltato questa mattina il mio amico Nouriel Roubini, Dr. Doom, infatti dopo il suo intervento nessuno in questa conferenza ora può chiamarmi pessimista. Anche se lui preferisce il termine realistico..) Apparentemente tutto sta levitando.
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoHoro Capital
Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l'anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)
Il concetto di base è piuttosto semplice. Vi è la necessità di prevedere dei ricavi e dei costi. Delle due, le spese sono la cosa più semplice da prevedere. La maggior parte delle spese del governo sono voci di un bilancio. "Si prevede di spendere $5 miliardi di dollari all'anno per la manutenzione di strade e ponti, $1 miliardo di dollari per i parchi nazionali, $925 miliardi dollari per la difesa, ecc." Anche i costi della Social Security sono semplici da prevedere. La sanità invece comporta un sacco di stime, ed infine i costi inerenti alla disoccupazione salgono e scendono in relazione all'economia.
Iniziamo questa settimana con una domanda semplice. L'inflazione è una cosa buona o cattiva? Rispondete rapidamente. Mi dispiace, la vostra risposta è sbagliata. O meglio non possiamo sapere se la vostra risposta è giusta o sbagliata, perché non siamo sicuri che cosa si intende dire con la domanda. Possiamo pensare che sia una cosa buona, ma non possiamo esserne sicuri perché la parola inflazione ha significati diversi, a seconda delle persone che si trovano in luoghi e tempi diversi. Infatti, anche delle stesse persone nello stesso luogo e alla medesima ora non riescono ad accordarsi su una definizione precisa.
Il documento che ha dato vita alla zona euro si trova proprio in questa condizione. Tutti pensano di sapere cosa volesse dire o almeno i tedeschi. La Bundesbank (la banca centrale tedesca) era abbastanza sicura che avrebbe impedito la monetizzazione del debito. C'è scritto proprio così all'articolo 123. Ma l'Unione europea e la BCE (con il loro fedele compagno del FMI) sembrano costantemente però muoversi in un territorio inesplorato. Banche, credito e crisi dei debiti governativi sembra richiedano manovre legali che non sono state esplicitamente specificate. Mentre il resto d'Europa sta a guardare, la BCE man mano che va avanti traccia le linee sulla mappa.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
"Per ogni problema complesso c'è una risposta chiara, semplice e sbagliata".
H. L. Mencken
Forse la domanda che mi viene maggiormente posta è: "Cosa ne pensi dell'oro?" Anche se spesso ho scritto dei brevi commenti sul metallo giallo, non riesco a ricordare l'ultima volta che ho dedicato un intera lettera al tema dell'oro.
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimaleHoro Capital
Un tema costante di questa lettera è il fatto che gli elementi che la compongono possono sembrare da lontano disgiunti gli uni dagli altri, ma in realtà sono collegati tra di loro con il tema principale. Se si protende da un lato sembra si possa creare una reazione che porti a delle conclusioni improbabili. Oggi esploriamo la connessione tra il disavanzo di bilancio e la politica energetica.
"Una cosa è avere un parere da un punto di vista macro, ma cosa molto diversa è agire come se questo fosse corretto."
Howard Marks, Oaktree Capital Management
Può essere frustrante ed anche un po' futile l'esperienza di essere un economista. I mercati finanziari non sempre si comportano come se ci fosse un collegamento tra i fondamentali economici e i prezzi delle azioni.
Formazione del Capitale e Fiscal CliffHoro Capital
Nell\'attuale contesto economico spesso ci si lamenta in merito alla volatilità e all\'incertezza, ma c\'è una cosa della quale credo che possiamo essere abbastanza certi: le tasse stanno crescendo.
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
1. SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
Stampare o Morire
di John Mauldin | 19 novembre 2011 - Anno 2 - Numero 45
In questo numero:
Stampare o Morire
Dice solo "Nein"
E poi c'è la Francia
Come si svilupperà?
Alcuni pensieri sul Super Comitato
New York, Honk Kong e Singapore
L'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle
conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto
all'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è
una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui
mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al
2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?". E cercherò ancora una volta, di
evitare di rendere la lunghezza della lettera: un libro. E chiudo con alcuni brevi pensieri
che ho portato a casa da DC, dal Super Comitato e sui tagli al deficit.
Ma prima, e molto velocemente, voglio dire che sono molto contento che Amazon ha
classificato Endgame come uno dei loro migliori libri per l'anno 2011 e i loro editor
scelgono delle "Idee regalo per gli appassionati", anche se io non sono sicuro di come essi
definiscono gli appassionati (non ho mai pensato a me stesso come una persona
abbastanza intelligente per essere considerato ad un “super esperto”). Il libro ha avuto
delle vendite molto buone anche se in modo ritardato, e questo è probabilmente dovuto al
fatto che in modo esplicito spiega l'attuale crisi che è causata dalla fine del superciclo del
debito. Oltre, ad aver ricevuto delle positive e favorevoli recensioni da parte di leader del
Congresso (come Paul Ryan nel New York Times poche settimane fa) che hanno
sicuramente aiutato.
Se volete fare un buon regalo per Natale o a dei vostri clienti! Potete acquistarlo
direttamente su Amazon http://www.amazon.com/Endgame. Ora, viriamo verso l'Europa
ed esaminiamo il suo particolare Endgame.
Stampare o Morire
La settimana scorsa ho cercato di fare una breve sintesi dei problemi che l'Europa deve
affrontare. L'ho chiamata "Dov'è la macchina da stampa della BCE", anche se avrei potuto
intitolarla "Stampare o Morire." Se ve la siete persa, potete leggerla su
http://www.scenarifinanziari.it/NewsLetter.aspx?idNewsLetter=20111112.html. (Per i lettori
stranieri "Pubblicare o Morire" è un modo di dire nel sistema universitario degli Stati Uniti,
dove se non si pubblica in alcune riviste, non si ottiene alcun incarico.)
Ora vorrei poter riassumere la precedente lettera in un paragrafo. L'Europa ha troppo
debito governativo, che è nei bilanci delle proprie banche, le quali hanno troppo debito; e
vi è un enorme squilibrio commerciale tra l'Europa centrale e quella periferica. Tutti e tre i
problemi vanno risolti al fine di evitare che la zona euro possa implodere. E mentre oggi il
2. debito è il "punto dolente", lo squilibrio commerciale è il maggiore problema. Come ho
sottolineato in Endgame, è impossibile per un paese bilanciare il suo deficit pubblico e
privato mentre è in atto un deficit commerciale. Si tratta di una identità contabile e vale per
tutti i paesi in ogni momento. La Grecia e altri sono in una situazione mostruosa. Nessun
livello di austerità produrrà dei benefici fino a quando non diminuirà il costo del lavoro (sia
per i dipendenti privati che pubblici) e i loro deficit commerciali si saranno riallineati.
Ho fatto notare che la zona euro deve trovare almeno 3 trilioni di € (più o meno) per
pagare “la riduzione” del debito governativo e le perdite delle loro banche. Alcuni
sostengono che sono necessari solo € 2 trilioni e invece altri sostengono che sono
necessari € 6 trilioni. Qualunque sia il dato, questo è un numero così elevato che non può
essere trovato con un prestito o con la creazione di un fondo speciale. L'UNICO modo per
affrontarlo è quello di consentire alla BCE di stampare, essenzialmente mettendo una
base a sostegno delle obbligazioni della zona euro, soprattutto quelle di Italia e Spagna,
dove entrambi i governi sono troppo grandi per essere salvati con dei mezzi convenzionali.
Ora, con questo in mente diamo un'occhiata a quello che abbiamo imparato questa
settimana. Per motivi di spazio, sto togliendo un sacco di dati di supporto alla spiegazione,
ma che forse nelle prossime settimane andremo ad esaminare in modo più approfondito.
Ma io ancora una volta tenterò di offrire in questo momento una visione d'insieme. In primo
luogo, Sarkozy sta essenzialmente sostenendo che alla BCE deve essere consentito di
affrontare i problemi delle banche fornendo loro tutti i fondi che sono necessari. Questo è
naturalmente la sua posizione, in quanto le banche francesi sono così insolventi che non è
possibile per la Francia intervenire in loro aiuto e rimanere un paese con rating AAA (ne
riparleremo più avanti). Se la Francia perde il suo rating AAA, il rating del debito EFSF è
essenzialmente privo di senso e il fondo verrà declassato. Fine del gioco.
Se la BCE non supporta le banche e il debito italiano e spagnolo, la zona euro cadrà in
una spirale deflazionistica generata dal debito. La maggior parte delle banche europee
(anche nei principali paesi) sono sostanzialmente insolventi. Semplicemente detengono
troppo debito governativo di tutti i tipi, e la leva si avvicina a 40 a 1. Hanno questo debito
nei loro bilanci a valore nominale. Anche una svalutazione del 10% spazzerebbe via la
maggior parte del loro capitale. Sarebbe un disastro. Guardate Dexia. Solo poche
settimane prima di essere nazionalizzata dai francesi e dai belgi, i regolatori ci dicevano
che la banca era ben finanziata. E poi Bang! Nel giro di poche settimane, i governi sono
stati costretti a nazionalizzarla.
Vi prego di notare che questi sono gli stessi regolatori che avevano detto che le banche
europee avevano solo bisogno di circa € 3 miliardi quest'estate, e recentemente questo
dato è stato portato a € 100 miliardi. Non hanno assolutamente idea di che cosa significa
mark to market, ma il mercato lo sa. Il finanziamento bancario viene prosciugato
rapidamente e poi si ha una fase di default. Forse l'unico vero scopo dei regolatori del
sistema bancario europeo è quello di rendere i regolatori degli Stati Uniti maggiormente
conservativi e prudenti.
Permettendo alle banche e ai debiti governativi di fare default su scala, stiamo parlando
del fatto che mezza Europa si troverebbe immersa in una depressione. E questo,
naturalmente, significa che il valore dell'euro precipiterebbe.
Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di
3. John Mauldin per il mercato Europeo.
Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
mercato Italiano.
Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it
Dice sono "Nein"
Angela Merkel è stata irremovibile nel dire semplicemente "Nein". Il consentire alla BCE di
stampare nella quantità necessaria avrebbe assolutamente delle conseguenze davvero
inflazionistiche. E questo, inoltre significherebbe deprimere il valore dell'euro, forse anche
di molto.
"Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha respinto le richieste francesi di permettere alla
Banca Centrale Europea, di poter fermare la crisi, sfidando i leader mondiali e gli
investitori che chiedono misure urgenti per fermare il tumulto.
"Mentre la crisi ha fatto crescere gli oneri finanziari, nel cuore delle economie che sono al
di fuori della Germania, ad un livello record dall'inizio dell'euro, la Merkel ritiene che anche
utilizzando la BCE come prestatore di ultima istanza per l'emissione di euro obbligazioni al
fine di una "riduzione dei debiti"come è stato proposto, questo non funzionerà.
'Sono convinta che nessuno di questi approcci, se applicati in questo momento,
porterebbero ad una soluzione di questa crisi,' ha detto la Merkel in un discorso a Berlino.
'Se i politici ritengono che la BCE possa risolvere il problema della debolezza dell'euro,
loro stanno anche cercando di convincere se stessi che questo è qualcosa che non
accadrà.'
"I commenti della Merkel sottolineano la riluttanza tedesca ad assumersi più responsabilità
per gestire la crisi del debito, anche se ora questa si sta dirigendo verso la Francia, la
seconda e maggiore economia della zona dell'euro, che minaccia di scatenare una
recessione globale. Mentre il presidente Barack Obama ha rinnovato l'invito all'Europa ad
agire, la Merkel ha detto che 'l'azione politica' atta ad inasprire le norme di bilancio è
necessaria per arginare le turbolenze". (http://www.businessweek.com/news/2011-11-
18/merkel-rejects-ecb-as-crisis-backstop-in-clash-with-france.html)
A sostegno di questo pensiero guardiamo un articolo piuttosto sensazionale sul Telegraph
di Londra, nel quale si apprende che "il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si aspetta che
oggi David Cameron dovrebbe dire che la Gran Bretagna non ha bisogno di un
referendum sulle modifiche del trattato UE, nonostante le richieste da parte dei
conservatori che maggiori poteri dovrebbero essere riportati in Gran Bretagna. Il memo
che è trapelato, scritto dal Ministero degli Esteri tedesco, svela i piani per un radicale e
invadente nuovo organismo europeo che sarà in grado di assumere decisioni nelle
economie dei paesi della zona euro attualmente assediati.
"E rivela anche che la più grande economia dell'Unione Europea si sta preparando nei
confronti degli altri paesi europei, che sono troppo grandi per essere salvati, perché
facciano un default dei propri debiti – in quanto di fatto stanno andando in bancarotta. Da
questo emerge che il timore è che i piani tedeschi per affrontare la crisi della zona euro
4. comportano una erosione della sovranità nazionale che potrebbe aprire la strada ad un
"superstato" Europeo con una sua fiscalità e con dei propri piani di spesa fissati a
Bruxelles." (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/8898044/Germanys-
secret-plans-to-derail-a-British-referendum-on-the-EU.html)
Il Telegraph ha pubblicato un documento di sei pagine, attribuito al ministero degli Esteri
tedesco, che suggerisce che il fallimento parziale deve essere reso possibile per tutti i
membri della zona euro "che non sono in grado di raggiungere la sostenibilità del debito.
Ci deve essere anche l'opzione di un default guidato [per i membri della zona euro che
sono in difficoltà] in modo da ridurre l'onere sui contribuenti" degli altri paesi della zona
euro che stanno pagando per il loro salvataggio, dice il documento.
"Non c'è niente di segreto", ha detto il ministero Venerdì, sottolineando che il documento
conteneva idee su cui il ministro degli Esteri Guido Westerwelle aveva già pubblicamente
commentato.
La Merkel e la Germania stanno giocando sul filo del rasoio, in particolar modo con la
Francia e con il resto dell'Europa in generale. Permettetemi di dire che sarebbe assurdo
per la Germania il non pensare a tutte le sue opzioni. Una di queste opzioni, sicuramente
deve essere quella di cosa potrebbe succedere se permettessero alle banche europee e
ai governi di fallire e quali potrebbero essere le conseguenze, anche se non hanno alcuna
intenzione che questo accada. Per non pensare inoltre che sarebbe irresponsabile per un
governo. Dopo averci pensato, potrebbero anche decisamente rifiutarlo, ma pensate che
non lo faranno? Da qualche parte in Germania, io credo che ci sia un memo su cosa
significherebbe per la Germania lasciare l'euro e chi potrebbe seguirli. Tanto per dire ...
(Allo stesso modo, qualcuno in Grecia sta pensando a quali sarebbero le conseguenze nel
lasciare l'euro, anche se non hanno alcuna intenzione di farlo. Qualcuno, anche se molto
in privato e a porte chiuse, deve esaminare le diverse opzioni.)
La Germania sta giocando una partita dove i costi per lasciare l'euro, o avere una vera e
propria rottura dell'euro, sarebbero estremamente alti. Ma anche i costi del salvataggio dei
membri disastrati della zona euro sono estremamente elevati. In entrambi i casi il costo è
spaventoso. Non è una scelta il fatto che questo porterà un enorme carico di costi, ma
solo quale forma di onere prendere.
I tedeschi vorrebbero che il resto d'Europa metta il proprio budget e deficit sotto controllo
PRIMA di dover accettare tali costi. Il non accettare tali richieste significa che non ci sarà
fine alla quantità di denaro che la Germania dovrà pagare. Il tutto potrebbe accadere così
in fretta, che sarebbe sufficiente nel mettere a rischio il proprio rating di credito. Possono
immaginarsi che cosa potrebbe succedere. In assenza di controlli reali sulla spesa, quali
regole una nazione adotterà nel non spendere molto al fine comunque di poter farla
franca?
Ciò che la Germania vuole è qualche meccanismo per assicurarsi (e assicurare i propri
elettori) che il resto d'Europa controllerà i propri deficit. E questo significa un certo tipo di
livello europeo di controllo sulla spesa e che i governi siano pronti a rinunciare alla propria
sovranità in cambio di un appoggio da parte della Germania e/o della BCE. Altrimenti, che
continuino ad andare avanti e a fare default e così vedranno quali saranno per loro le
conseguenze.
5. Questa è una posizione perfettamente razionale. Ma è un azzardo enorme, nel consentire
alla crisi di andare troppo avanti, il che potrebbe significare una crisi economica di
proporzioni bibliche, il cui il recupero sarebbe lungo e terribile.
Ma che cosa avrebbe da perdere la Germania nello spingere questa scelta?
Semplicemente cedere, senza qualche tipo di reale controllo sui deficit nazionali, questa
non sarebbe una soluzione dal punto di vista del contribuente tedesco. Consentendo alla
BCE di stampare senza garanzie reali da parte dei governi beneficiari dal punto fiscale,
semplicemente rimandando l'inevitabile, questo significherebbe nel frattempo andare
incontro ad un costo molto elevato.
E poi c'è la Francia
La Francia è più debole ora, ma Sarkozy sta giocando bene. La Francia non può fare
marcia in dietro sulla questione delle banche senza perdere il suo rating AAA. E se questo
succedesse prima delle elezioni del prossimo anno, Sarkozy è fritto. Inoltre, se davvero
avesse nazionalizzato le perdite delle banche, questo li avrebbe messi in una posizione
finanziaria molto precaria. L'economia francese è già molto dipendente dalla spesa
pubblica. Le tasse sono circa il 46% del PIL e la spesa pubblica è il 53%. Il debito
nazionale è al 82% del PIL e continua a crescere, come il deficit annuo nazionale che è al
5,7%
La Francia è destinata a crescere meno del 1% quest'anno ed è anche probabile che
scivoli in recessione insieme al resto dell'Europa nel 2012. Se la fanno scivolare in
recessione il deficit aumenterà, così i costi esploderanno e ci sarà una caduta dei ricavi.
Non è una buona cosa quando i mercati stanno cominciando a mettere in discussione il
vostro debito.
I tassi di interesse francesi sul decennale sono saliti al 3,72% questa settimana. Che è
circa 1,9% in più rispetto ai titoli tedeschi. Solo pochi anni fa, la differenza era meno di 20
punti base (0,2%). Questo è la chiara indicazione del mercato circa la preoccupazione per
il debito francese.
Il Guardian ha scritto il mese scorso: "Gli analisti di M&G dicono che: l'allargamento dello
spread francese pone un problema importante, perché il cane tende a muovere la coda
quando si tratta di rating. In altre parole, lo spread tende a provocare declassamenti di
rating, che a loro volta causano un ulteriore contagio.
"Questo non sarebbe un bene per la Francia - o forse sarebbe più cruciale per l'EFSF - è
per questo che i mercati sono convinti che il presidente Nicolas Sarkozy farà tutto quanto
in suo potere per garantire che il rating AAA venga mantenuto - e non solo per vanità
nazionale."
Si noti che hanno scritto, che quando lo spread era a meno di 140 punti base, veniva
considerata come fonte di preoccupazione. In meno di un mese è salito a 189.
Sia l'Italia che la Spagna hanno il debito a 10 anni che è salito a oltre il 7% questa
settimana prima che la BCE intervenisse e acquistasse € 10 miliardi di debito, portando i
tassi di nuovo nella media del 6%. Senza l'acquisto da parte della BCE, i tassi di interesse
si sarebbero impennati. Sebbene il mio amico Steve Liesman di CNBC non abbia
raccomandato l'acquisto di obbligazioni italiane come un investimento ad alto rendimento.
6. Credo che non vi è nessuna possibilità di un default. Bisogna fidarsi della BCE e del
governo italiano per sostenerlo, in quanto il debito si basa sulla fiducia. Ma gli investitori
sono abbastanza d'accordo con Steve che l'Italia ha venduto la propria emissione di
debito, con un piccolo aiuto da parte della BCE.
I mercati stanno cominciando a chiedersi, quale sia la differenza tra il debito italiano e
spagnolo e il debito greco e portoghese? E questo significa che la Francia è in una
posizione molto difficile, perché i mercati stanno cominciando a chiedersi, qual è la
differenza tra il debito francese e il debito italiano? Certo, i tassi francesi non sono mai
stati storicamente elevati, guardando indietro negli ultimi dieci anni, ma la direzione
recente non è una buona notizia, data l'attuale turbolenza.
I tassi di interesse rendono ancora più difficile la situazione nel tenere il vostro deficit sotto
controllo. (C'è qualcuno che sta prestando attenzione a Washington?) La Francia ha nel
suo futuro un problema ancora più grande i debiti degli Stati Uniti. E le tasse sono già ad
un livello che qualsiasi aumento non solo è molto inutile, ma potrebbe rivelarsi più
dannoso che utile. E pensate che ai greci non piaccia l'austerità? Provate a tagliare i
sussidi agricoli ai francesi o le pensioni o gli stipendi del governo. Le strade erutteranno.
Ho sempre sostenuto che la Francia è su un sentiero insostenibile. Anche loro stanno
arrivando alla loro versione del Endgame.
È per questo che Sarkozy batte i pugni sul tavolo per ottenere dall'Europa un passo
indietro sulle banche che limiti la crisi bancaria. Si stanno avvicinando ai limiti teorici della
loro capacità economica di assorbire più debito, e il mercato lo ha capito. E questo è il
motivo per cui ci si oppone al piano tedesco. Ciò significa un disastro per la Francia in un
futuro non troppo lontano. I numeri, anche in francese, non mentono.
Come si svilupperà?
Non importa cosa fa l'Europa, non importa ciò che la Germania e la Francia fanno,
l'Europa sta terribilmente soffrendo. Una dura recessione è lo scenario più sicuro e
probabile, se non una depressione. Anche se penso che alla fine la Germania permetterà
alla BCE di stampare, ma non è una conclusione scontata.
Da una prospettiva europea, la stampa di denaro è un problema reale, e per alcuni paesi è
un disastro economico. Ma (egoisticamente) ciò di cui gli Stati Uniti e il resto del mondo
hanno bisogno è che l'Europa non lasci implodere il suo sistema bancario. Una recessione
farà male alle esportazioni, ma l'Europa rappresenta solo poco più del 10% delle
esportazioni degli Stati Uniti. Perdere anche il 20% di queste è un problema, ma non un
disastro. Quello che è un disastro è un altra crisi bancaria come quella del 2008.
Gli Stati Uniti, pur non essendo forti, sono in una situazione del cavarsela alla meno
peggio. Sono al 2-3% di crescita ma è ancora una crescita. Anche se non stanno creando
posti di lavoro a sufficienza per incidere veramente nella disoccupazione, l'economia non
sta peggiorando la situazione. Ma questo potrebbe cambiare. Come ho scritto due anni fa,
la mia più grande preoccupazione è una crisi bancaria europea che sfoci anche negli USA
e nel resto del mondo. E i dati recenti suggeriscono che i mercati stanno cominciando a
condividere tale preoccupazione.
Gli spread creditizi sono in aumento, così come il costo del funding interbancario. Il mio
7. co-autore Jonathan Tepper di Variant Perception mi ha inviato questa nota oggi:
"Una delle ragioni principali della disparità è che i CDS sul Libor, cioè il credit default swap
sulle banche che partecipano al mercato dei prestiti interbancari, sono saliti a livelli
superiori di quanto visto durante la crisi Lehman. I CDS vi dicono che la gente ha seri
dubbi circa la solvibilità del mercato dei prestiti interbancari".
E stiamo vedendo che inizia a diffondersi e ad ampliarsi anche negli Stati Uniti. Essi non
sono a livelli che indicano una crisi imminente, ma sono preoccupanti. E questo è il tipo di
cosa che si vede prima che una crisi diventi evidente. La turbolenza del mercato del
credito ha conseguenze molto brutte su tutti i prezzi di mercato, con elevate perdite.
La Merkel e Sarkozy stanno giocando sul filo del rasoio. I mercati hanno ragione a essersi
focalizzati sull'Europa, perché gli europei potrebbero portare tutto questo sulle teste della
nostra intera collettività. Dobbiamo sperare che agiscano per il meglio e che qualcuno
decida davvero cosa fare, invece di fare dei bluff.
Per quel che vale, sono veramente al punto in cui non credo che l'euro sopravvivrà con
l'attuale mix di paesi, né penso che la Germania non lo sappia. La Grecia è probabile che
faccia come il Portogallo. La Spagna può davvero tenere il deficit sotto controllo nel
tempo? Vediamo un mondo "a due euro", uno negli Stati del nord e uno nel sud? E a
quale parteciperà la Francia? Guardando la politica, si potrebbe pensare che la risposta
sia ovvia, ma se si guardano ai numeri, non è tanto chiaro. La Francia è per molti aspetti
un paese mediterraneo. Tante scelte sono state fatte male.
Ancora una volta, tutti abbiamo veramente bisogno che l'Europa non lasci le sue banche
implodere. È chiedere troppo?
Alcune riflessioni sul Super Comitato
8. Ho incontrato privatamente Martedì il senatore dell'Ohio Rob Portman, che fa parte del
"Super Comitato." Mi piace il suo approccio riflessivo e sono impressionato della sua
conoscenza della spesa e del deficit. Poi inoltre, è stato a capo dell'Office of Management
and Budget, così ha speso molti anni sui problemi e sui numeri.
Vi devo confessare che quello che ho visto non era incoraggiante. Semplicemente non ci
sono molti progressi. Portman sostiene che abbiamo bisogno di tagliare circa $1.200
miliardi di dollari ogni anno dal deficit, per oltre dieci anni. E mentre io riconosco che alcuni
dovranno essere fatti con le tasse, ma procedere ad aumenti d'imposta del 50% sul totale
sarà semplicemente portare l'economia allo stallo in un modo che non ci piacerà.
Raggiungeremo i livelli europei di disoccupazione. Il problema non sono le tasse che sono
troppo basse, ma che la spesa è troppo alta. E questo problema della spesa è stata creata
su base bipartisan, quindi non sto puntando il dito contro nessuno.
La cosa più importante è che il deficit sia sotto controllo e che si imposti un percorso verso
la sostenibilità, che richieda un disavanzo al di sotto del tasso di crescita del Paese.
Altrimenti si rischia una situazione come quella che l'Europa sta ora affrontando. A meno
che non vi sia una vera svolta, penso che sia meglio prendere solo i tagli che sono
attualmente sul tavolo, anche se sono dolorosi per entrambe le parti, e poi andare alle
urne il prossimo anno e decidere.
Un ciclo interessante di elezioni, non è vero?
New York, Honk Kong e Singapore
Non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana. La festa del Ringraziamento è la mia festa
preferita, e io sarò nuovamente ai fornelli per un grande gruppo. Prime Rib, tacchino, e
tutto il resto, più i miei funghi speciali e la zuppa di butternut squash. Il clan si sta
radunando.
Io domani volerò a Cleveland per un giorno per stare con il mio grande amico Mike Roizen
presso la Cleveland Clinic, dove il mio unico problema (un braccio destro) è ora una scusa
per lui per organizzare un controllo completo presso la Cleveland Clinic Wellness Center.
Dato che io sarò lì comunque ... Sono passati ormai più di due anni, quindi ha ragione.
Poi il prossimo weekend di Domenica sarò a NYC per incontrare Bill Dunkelberg (il capo
economista NFIB) per lavorare sul nostro nuovo libro sulla creazione di posti di lavoro,
oltre a qualche altra riunione per poi tornate in Texas Martedì mattina. Da quel momento in
poi starò a casa per un po'.
Il prossimo viaggio sarà quello di Hong Kong a metà gennaio per andare dal team di Hong
Kong Economic Journal e parlare in occasione della conferenza. Vi farò sapere di più su
tale occasione. Il HKEJ ha iniziato a pubblicare la mia lettera, e io sono felice di incontrarli
di persona. Ho intenzione di cogliere l'occasione per andare poi a Singapore per visitarla.
Non sono mai stato in nessuno dei due paesi, quindi questa sarà una vera e propria
esperienza di apprendimento per me. Sono sicuro che incontrerò un sacco di nuovi amici.
A proposito di viaggi internazionali (il Sud Africa è di nuovo sulla mia futura agenda) mi fa
venire in mente che la rivista International Living è sulla mia scrivania. Io penso che devo
affrontare il Sabato con la mia pila di libri da leggere. È possibile averne una copia su
9. (http://www1.internationalliving.com/outside/november11/invinse/).
È tardi ed è ora di premere il pulsante di invio. Poiché il HKEJ, ora dovranno tradurre la
mia lettera per la loro edizione del Lunedì, ho bisogno di finire la lettera molto prima come
mi è stato di recente chiesto, quindi sono costretto a capire come affrontare il problema del
Venerdì notte. Abbiate una grande settimana.
Il tuo analista veramente nervoso per l'Europa,
John Mauldin
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