Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Il 2012 sarà l\'anno in cui le conseguenze delle scelte operate da parte delle nazioni, del cosiddetto mondo sviluppato, cominceranno a manifestarsi veramente nel regno economico. Siamo giunti al capitolo finale dell\'attuale Superciclo del debito, con diversi paesi sparsi lungo la strada, alcuni dei quali hanno raggiunto fasi più avanzate rispetto ad altri, ma tutti si stanno dirigendo verso una destinazione che li costringerà a prendere delle decisioni importanti, se le azioni politicamente dolorose non verranno prese. Più lungo sarà il processo, minori saranno il numero di opzioni disponibili e più dolorose le conseguenze. Alcuni paesi (si pensi alla Grecia) possono scegliere tra terribili situazioni economiche e il disastro. L\'opzione per delle scelte meno difficili ci sono state molto tempo fa, ora invece le regole sono tali che non si può tornare indietro al punto di partenza senza un diverso, ma ugualmente doloroso, risultato.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Una Passeggiata Attraverso I Campi Minati Dei DatiHoro Capital
Oggi non c\'è tempo per una ricerca esaustiva, quindi dovremo muoverci attraverso degli argomenti che, a caso, hanno catturato la mia attenzione durante questa settimana.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Il 2012 sarà l\'anno in cui le conseguenze delle scelte operate da parte delle nazioni, del cosiddetto mondo sviluppato, cominceranno a manifestarsi veramente nel regno economico. Siamo giunti al capitolo finale dell\'attuale Superciclo del debito, con diversi paesi sparsi lungo la strada, alcuni dei quali hanno raggiunto fasi più avanzate rispetto ad altri, ma tutti si stanno dirigendo verso una destinazione che li costringerà a prendere delle decisioni importanti, se le azioni politicamente dolorose non verranno prese. Più lungo sarà il processo, minori saranno il numero di opzioni disponibili e più dolorose le conseguenze. Alcuni paesi (si pensi alla Grecia) possono scegliere tra terribili situazioni economiche e il disastro. L\'opzione per delle scelte meno difficili ci sono state molto tempo fa, ora invece le regole sono tali che non si può tornare indietro al punto di partenza senza un diverso, ma ugualmente doloroso, risultato.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Una Passeggiata Attraverso I Campi Minati Dei DatiHoro Capital
Oggi non c\'è tempo per una ricerca esaustiva, quindi dovremo muoverci attraverso degli argomenti che, a caso, hanno catturato la mia attenzione durante questa settimana.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
Linku2 North Shore Senior Living web, print and social media promotion links businesses to consumers including information and articles on elderly and senior issue and contact details for North Shore, Auckland businesses
Lesson for High school students. This lesson provides a brief overview of the history of the U.S. while offering a brief look at the history and impact of political cartoons. Lesson allows student to work at their own pace and interest level.
A resource for teachers teaching Socials 11 (or History 12) to help scaffold the difficult task of interpreting political cartoons in a more student-friendly way by breaking the task down into parts/steps.
Voglio iniziare con una semplice osservazione. Ho descritto alla maggior parte dei miei lettori e certamente alla maggior parte della stampa, avvenimenti "bearish". Io non lo sono. Io sono in realtà abbastanza ottimista. Ho una visione molto positiva della condizione umana in particolare sul ritmo accelerato della tecnologia, e credo che siamo sull\'orlo di un\'era di grande abbondanza.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Anche quest’anno, come ormai da cinque anni a questa parte, proponiamo la nostra lettura del paese.
È una lettura sostenuta dalle migliaia di interviste che Ipsos conduce ogni giorno, che diventano oltre un milione in capo ad un anno. Condotte con le metodologie più diverse dal telefono al web, dai focus ai forum on line, dai colloqui in profondità alle interviste via smartphone.
Che come sempre ci raccontano un paese articolato, sfaccettato, diversificato, qualche volta pulviscolare, raramente unito.
Sono tanti pezzi, piccoli segnali, tante indicazioni che cerchiamo di raggruppare, ricostruire, riunificare, alla paziente ricerca di un filo unitario, di un trait d’union che sappia fornirci la via per spiegare quanto sta avvenendo per cercare di intuire quanto potrebbe succedere.
È la ricostruzione di una complessa interazione attraverso la quale i nostri clienti cercano di capire i propri clienti. Cercando una lettura che non sia solo settoriale, un’interpretazione che non sia solo finalizzata all’oggi.
La nostra struttura, con le sue aree di expertise (Marketing, Pubblicità, Media, Opinione, Loyalty, Observer), ci consente di guardare alle diverse individualità che convivono in ciascuno di noi: consumatore, elettore, spettatore, lavoratore, lettore, venditore …
Alla scoperta di un anno, questa volta, particolarmente complicato che anticipa un futuro a breve altrettanto complicato. Un paese che esce dalla crisi ma lo fa virtuosamente, mantenendo comportamenti oculati ed attenti, che vede i primi segnali di miglioramento ma contemporaneamente trova davanti a sé un percorso accidentato, precario, complesso.
Un paese che non trova un punto di unità, nella politica, nella vita quotidiana, nella vita economica. Che vive una condizione dove diventa difficile individuare chi rappresenta chi. Dove le singolarità non si ricompongono in unità, dove la progressiva individualizzazione prevale. Mentre dal mondo arrivano minacce terrorizzanti e la geopolitica si frastaglia. Facendo rimpiangere a molti l’equilibrio bipolare. Con un’Europa che non riesce ad essere struttura unitaria, sbandando tra tecnocrazia e ripresa delle sovranità nazionali.
Un paese e un mondo che cambiano velocemente, ma senza avere chiara la direzione di questo cambiamento.
È una situazione disordinata che sembra doversi prolungare.
Cercheremo di parlare di questo nei suoi diversi aspetti e sfaccettature. Cercando un quadro di insieme, che stenta a delinearsi.
Questa settimana, ho fermamente l\'intenzione di scrivere qualcosa di diverso sull\'Europa, ai problemi che affliggono non solo l\'Europa, ma anche a ciò che sarà un ostacolo alla crescita mondiale; l\'Europa sta attraversando ciò che può essere definito il suo continuo e doloroso aggiustamento, come conseguenza nell\'aver cercato di adottare una moneta unica.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
Ringrazio vivamente per la splendida organizzazione ed ospitalità e per l'immersione sensoriale nell'alta fedeltà d'eccellenza "Hi-FI Natali", "Sandro Romani" di Monsummano Terme per la qualità del cibo, "Valentina Carmignani" per l'intervento sull'evoluzione e l'approccio al mercato immobiliare e per l'alta professionalità del barman "Alessio Cintelli"
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
Questa settimana, il PMI della Cina si è attestato a malapena sopra il 50 ed è chiaramente in calo rispetto all'anno scorso. Nonostante quello che si legge la crescita economica della Cina sta rallentando, il che non è positivo per i metalli e per i prodotti legati alle materie prime (diverse da quelle considerate "soft" come i cereali, il bestiame, ecc.). GaveKal sostiene che la caduta dei prezzi delle materie prime che abbiamo visto negli ultimi tempi, forse è di natura strutturale. Eppure le obbligazioni salgono, l'oro cresce, le azioni salgono. (Chiaramente il mercato non ha ascoltato questa mattina il mio amico Nouriel Roubini, Dr. Doom, infatti dopo il suo intervento nessuno in questa conferenza ora può chiamarmi pessimista. Anche se lui preferisce il termine realistico..) Apparentemente tutto sta levitando.
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoHoro Capital
Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l'anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)
Il concetto di base è piuttosto semplice. Vi è la necessità di prevedere dei ricavi e dei costi. Delle due, le spese sono la cosa più semplice da prevedere. La maggior parte delle spese del governo sono voci di un bilancio. "Si prevede di spendere $5 miliardi di dollari all'anno per la manutenzione di strade e ponti, $1 miliardo di dollari per i parchi nazionali, $925 miliardi dollari per la difesa, ecc." Anche i costi della Social Security sono semplici da prevedere. La sanità invece comporta un sacco di stime, ed infine i costi inerenti alla disoccupazione salgono e scendono in relazione all'economia.
Iniziamo questa settimana con una domanda semplice. L'inflazione è una cosa buona o cattiva? Rispondete rapidamente. Mi dispiace, la vostra risposta è sbagliata. O meglio non possiamo sapere se la vostra risposta è giusta o sbagliata, perché non siamo sicuri che cosa si intende dire con la domanda. Possiamo pensare che sia una cosa buona, ma non possiamo esserne sicuri perché la parola inflazione ha significati diversi, a seconda delle persone che si trovano in luoghi e tempi diversi. Infatti, anche delle stesse persone nello stesso luogo e alla medesima ora non riescono ad accordarsi su una definizione precisa.
Il documento che ha dato vita alla zona euro si trova proprio in questa condizione. Tutti pensano di sapere cosa volesse dire o almeno i tedeschi. La Bundesbank (la banca centrale tedesca) era abbastanza sicura che avrebbe impedito la monetizzazione del debito. C'è scritto proprio così all'articolo 123. Ma l'Unione europea e la BCE (con il loro fedele compagno del FMI) sembrano costantemente però muoversi in un territorio inesplorato. Banche, credito e crisi dei debiti governativi sembra richiedano manovre legali che non sono state esplicitamente specificate. Mentre il resto d'Europa sta a guardare, la BCE man mano che va avanti traccia le linee sulla mappa.
"Per ogni problema complesso c'è una risposta chiara, semplice e sbagliata".
H. L. Mencken
Forse la domanda che mi viene maggiormente posta è: "Cosa ne pensi dell'oro?" Anche se spesso ho scritto dei brevi commenti sul metallo giallo, non riesco a ricordare l'ultima volta che ho dedicato un intera lettera al tema dell'oro.
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimaleHoro Capital
Un tema costante di questa lettera è il fatto che gli elementi che la compongono possono sembrare da lontano disgiunti gli uni dagli altri, ma in realtà sono collegati tra di loro con il tema principale. Se si protende da un lato sembra si possa creare una reazione che porti a delle conclusioni improbabili. Oggi esploriamo la connessione tra il disavanzo di bilancio e la politica energetica.
"Una cosa è avere un parere da un punto di vista macro, ma cosa molto diversa è agire come se questo fosse corretto."
Howard Marks, Oaktree Capital Management
Può essere frustrante ed anche un po' futile l'esperienza di essere un economista. I mercati finanziari non sempre si comportano come se ci fosse un collegamento tra i fondamentali economici e i prezzi delle azioni.
Formazione del Capitale e Fiscal CliffHoro Capital
Nell\'attuale contesto economico spesso ci si lamenta in merito alla volatilità e all\'incertezza, ma c\'è una cosa della quale credo che possiamo essere abbastanza certi: le tasse stanno crescendo.
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
Ho spesso detto che non considero l\'oro un investimento ma piuttosto un assicurazione. Ma la domanda è un assicurazione contro che cosa? Mentre parlavo a quel pubblico dei loro problemi concreti, mi sono reso conto che l\'oro è l\'assicurazione della banca centrale.
A tutti noi piace pensare a noi stessi come esseri umani del tutto razionali, governati dalla logica e dall\'analisi ma purtroppo non siamo così logici come vorremmo. Per le nostre decisioni adottiamo tutti i tipi di pregiudizi e anche lo stesso modo in cui elaboriamo le informazioni nel nostro cervello umano questo crea una serie di pregiudizi. Siamo tutti intenti a vedere ciò che ci aspettiamo di vedere e quindi non solo non riusciamo a vedere la foresta attraverso gli alberi, ma alla stessa modo riusciamo ad ammirare la foresta senza far caso agli alberi. Siamo tutti troppo spesso intenti a guardare ciò che pensiamo dovremmo vedere (questo è uno dei motivi per cui è così difficile modificare il proprio modo di scrivere!).
Nelle ultime due settimane abbiamo esaminato i problemi attraverso dei modelli. In primo luogo abbiamo toccato quello che ho chiamato la Singolarità economica. In fisica una singolarità è quella in cui i modelli matematici non funzionano più. Ad esempio, i modelli basati sulla fisica della relatività non funzionano più se si arriva troppo vicini ad un buco nero. Se pensiamo al troppo debito come ad una sorta di buco nero, si può capire il perché i modelli economici non funzionano più.
Come si fa a confrontare la crisi finanziaria di un paese con quella di un altro? Il Fondo Monetario Internazionale ha cercato di fare proprio questo, scatenando di conseguenza un dibattito piuttosto acceso negli ambienti economici. E mentre oggi vedremo le loro analisi, il punto chiave è che i modelli economici utilizzati per guidare la politica monetaria e fiscale non stanno funzionando come succedeva invece in passato.
Singularity era in origine un termine matematico per indicare un punto in cui un equazione non ha alcuna soluzione. In fisica è stato dimostrato che la caduta di una stella abbastanza grande sarebbe poi diventata un buco nero così denso che la sua stessa gravità avrebbe causato una singolarità nel tessuto dello spazio-tempo, un punto in cui molte normali equazioni della fisica improvvisamente non avrebbero più una soluzione.
La sorpresa del Tasso di DisoccupazioneHoro Capital
Come tutti coloro che stanno prestando particolare attenzione all\'attuale situazione economica, sono rimasto sorpreso quando i titoli dei giornali hanno detto che la disoccupazione era scesa al 7,8%. Una variazione di tale entità non sembra essere storicamente coerente con una crescita economica inferiore al 2% almeno per come è stata rilevata dal Establishment Survey, in quanto la crescita dei posti di lavoro a malapena riesce a tenere il passo con la crescita della popolazione o con le entrate fiscali che anche il mese scorso erano abbastanza piatte.
Negli ultimi 80 anni nel mondo economico e in quello degli investimenti abbiamo creato modelli di rischio sempre più sofisticati. Per ogni nuovo strumento che abbiamo creato per misurare il rischio, ci è sembrato di pensare che in qualche modo avevamo acquisito un maggiore controllo sul nostro futuro. Paradossalmente ci sembra di credere che più conosciamo il rischio, tanto più possiamo in qualche modo controllare la nostra esposizione ad esso. Più creiamo modelli elaborati e vediamo correlazioni tra gli eventi e le performance dei nostri investimenti e l\'economia, più diventiamo sicuri di noi stessi.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
1. SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
Previsioni per il 2013: Insostenibilità e Transizione
di John Mauldin | 14 gennaio 2013 - Anno 4 - Numero 1
In questo numero:
Insostenibilità e Transizione
Una bolla per domarlo del tutto
L'anno del parabrezza
Godzilla Redux: disastro di tipo A o disastro di tipo B
La Francia è la nuova Grecia
USA : I giochi della crisi
L'insostenibilità dei diritti
Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York
“Ci sono decenni in cui non accade nulla e ci sono settimane in cui accade quello che
avviene in decenni.”
– Vladimir Ilyich Lenin
"La gente accetta il cambiamento solo quando si trova di fronte alla necessità e ne
riconosce la necessità solo quando si trova di fronte ad una crisi."
– Jean Monnet
"Se un qualcosa non può andare avanti all'infinito, si fermerà"
Herbert Stein
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel
rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la
rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui
cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in
contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il
benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno
nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro
che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi
dall'evoluzione in corso.
Questa è la newsletter che viene maggiormente letta, tra l'altro se non siete ancora iscritti
vi potete unirvi al "milione di amici" e ricevere Scenari Finanziari (Thoughts from the
Frontline) iscrivendovi su : http://www.scenarifinanziari.it/
Insostenibilità e transizione
Ripensate al 2001. E' stato l'inizio del nuovo millennio. Mentre quella data era di buon
auspicio, gli eventi che sono seguiti hanno sempre più dato forma al futuro dei prossimi
decenni. La Cina è stata ammessa nell'Organizzazione mondiale del commercio, portando
una rivoluzione nella sua produzione e nel commercio globale. L'euro era stato lanciato
con molto clamore e con un limitato coro di critiche. Ora siamo nel bel mezzo di una
grande prova che dovrà stabilire se l'euro sarà un esperimento di breve o una moneta che
durerà nel tempo. Ciò ha delle implicazioni drammatiche, non solo per l'Europa ma anche
per il resto del mondo. E naturalmente i tragici eventi del settembre 2011 che hanno dato
2. forma ad una nuova percezione globale di ciò che costituisce la minaccia alla democrazia
e alla sicurezza.
Inoltre l'apertura del secolo è stata caratterizzata dall'inizio di un mercato orso secolare,
tale da diminuire i rendimenti di coloro che sono in pensione. L'attività economica nei
paesi sviluppati non ha ancora recuperato il ritmo del secolo precedente e molti analisti,
come abbiamo visto nell'ultima lettera del 2012, prevedono un tasso di crescita ancora più
ridotto per il resto di questo decennio. La paura della deflazione ha spinto Alan Greenspan
ad abbassare i tassi di interesse a livelli tali che alla fine questo ha creato una bolla
immobiliare e questo ha incoraggiato lo stesso Congresso, grazie al fatto che i tassi erano
così bassi a contrarre enormi deficit che sono ancora più grandi rispetto a quelli che hanno
preceduto il collasso economico del 2008. Da allora sia il deficit che il livello di debito sono
solo peggiorati.
Quest'anno è possibile leggere qualsiasi tipo di previsione economica. Alcuni si aspettano
si ritorni al tasso di crescita del secolo scorso e ad un nuovo mercato toro. Alcuni vedono
una recessione o una maggiore flessione. Ma non importa quale sia il vostro punto di vista
per i prossimi 12 mesi, c'è un senso diffuso che l'attuale sistema del debito pubblico e le
tante promesse non possano essere mantenute. I politici possono continuare nel
procrastinare, ma chiunque può vedere che il sistema non è sostenibile. Gli Stati Uniti non
possono pagare una cifra stimata di $200.000 trilioni (in crescita) di obbligazioni e altri titoli
(Burns e Kotlikoff, The Clash of Generations), anche se altri dicono che abbiamo "solo"
poco più di $80 trilioni. Il Giappone non può continuare ad indebitarsi per il 45% del suo
bilancio pubblico al 1%, quando il debito è al 230% del PIL e aumenta di oltre il 10%
all'anno. L'Europa non può rinviare le conseguenze di una squilibrata unione monetaria
per sempre.
Viviamo in un mondo insostenibile. Per estendere il pensiero di Herb Stein, dobbiamo
cambiare il mondo in un qualcosa di più sostenibile. Questo è stato un tema implicito di
questa lettera per anni, ma quest'anno sarà un tema esplicito che andremo spesso a
rivisitare. La transizione verso un mondo più sostenibile porterà a dei cambiamenti poco
piacevoli se non ci preparerà per tempo.
In via preliminare vorrei affermare che questa "insostenibilità" non è un riferimento agli
argomenti maltusiani in quanto il mondo non è a corto di cibo, energia o di altri beni
necessari per assicurare il progresso economico. Respingo tali argomenti. Ho una grande
speranze nella nostra capacità di transizione verso nuove forme di prodotti alimentari e di
produzione di energia. Sono infatti molto ottimista per il futuro del mondo. Nessuno nel
2033 vorrà tornare ai bei vecchi tempi del 2013. Considereremo questo periodo come un
tempo caratterizzato da una malasanità ("provate ad immaginare le persone che sono
morte di cancro in quel periodo?"). Il passaggio che ci accingiamo a fare verso un nuovo
mondo di innovazione e tecnologia sarà inquietante per molte persone, ma questi
cambiamenti saranno nel complesso positivi e saranno anche benvenuti.
Mentre stavo ultimando questa lettera il mio amico Barry Ritholtz di The Big Picture mi ha
inviato questa nota:
A seguito del livello di deficit ci ha messo in guardia per anni su un iperinflazione
imminente. Ho sentito questi minacciosi avvertimenti durante tutta la mia vita. "Questo è
insostenibile! L'inflazione sta per esplodere! "Ma l'inflazione è stata piuttosto tranquilla e
noi non stiamo vivendo un qualcosa nemmeno di lontanamente simile all'iperinflazione.
3. Continuano ad usare quella parola "insostenibile", ma con tutto il rispetto per Inigo
Montoya, non penso che la parola significhi quello che loro pensano significhi.
Sono definitivamente sicuro che il deficit (e il debito!) si muovano in un campo oscuro, ma
do poco credito a coloro che credono ad una iperinflazione negli Stati Uniti. Sono animali
molto diversi. Credo anche che se vogliamo possiamo tenere il deficit sotto controllo
oppure il mercato può ci costringerà a farlo.
Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpinvestments.com - è la società
partner di John Mauldin per il mercato Europeo.
Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
mercato Italiano.
Una bolla per domarlo del tutto
L'insostenibilità a cui mi riferisco è quella della più grande bolla della storia umana: il
debito pubblico in tandem con le promesse del governo che non possono essere
soddisfatte. E a differenza del 1993 quando solo i paesi sviluppati quali il Canada e la
Svezia hanno avuto a che fare con un debito insostenibile, dei bilanci gonfiati e delle
promesse irrealistiche, questa volta i paesi che sono in bolla includono le maggiori
economie e la maggior parte del PIL mondiale.
Questo non è un problema a breve termine. Ci sono tre distinte stagioni economiche che
devono susseguirsi e questo avverrà con i propri tempi. E date le loro dimensioni e la loro
capacità di resistere al cambiamento, stiamo parlando di anni di transizione non di mesi.
Le stagioni economiche di cui sto parlando sono ovviamente l'Europa, il Giappone e gli
Stati Uniti. Si potrebbe argomentare che abbiamo un quarto centro di insostenibilità : la
Cina. Tuttavia non sono convinto che ci sia in serbo per la Cina un qualcosa di più delle
solite recessioni. (Non sto facendo previsioni di recessioni per la Cina, sto solo
sottolineando che nemmeno i cinesi possono eliminare per sempre il ciclo economico).
Non entreremo nei dettagli di ciascuna delle tre economie menzionate, ma parleremo di
ciascuna. E finirò con una nota su dove gli investitori dovrebbero guardare per rendere
sostenibile la transizione verso una nuova era. Cominciamo con il Giappone.
L'anno del parabrezza
Intorno a fine novembre e dicembre ho detto in diverse trasmissioni radiofoniche e
interviste televisive che il titolo della mia previsione annuale sarebbe stato "l'anno del
parabrezza." Ho cambiato il titolo effettivo solo di recente quando ho iniziato a pensare al
prossimo anno nella sua totalità , anche se forse quest'anno il passaggio più drammatico
lo dovrà affrontare il Giappone che finalmente inizierà la sua discesa verso la notte buia,
rispetto a quella situazione di penombra nel quale è stata la sua economia per più di 20
anni. Il sottotitolo viene dal mio libro Endgame, dove ho bizzarramente intitolato un
capitolo "Il Giappone è un moscone alla ricerca di un parabrezza."
I problemi che vedremo brevemente nei prossimi paragrafi sono ben noti. Eppure il
4. Giappone nbon ha resistito e ha preso a prestito somme ancora più ingenti di denaro, non
portando quindi il suo bilancio in pareggio e spendendo enormi quantità di denaro in
stimoli e in infrastrutture, navigando in una economia che ha cercato di cavarsela alla
meno peggio e che oggi non è sostanzialmente più grande di quanto non fosse 20 anni fa.
Il mercato azionario giapponese è ancora sotto di circa il 75% (più o meno) rispetto ai
massimi di 23 anni fa, anche se alcuni stavano celebrando lo scorso anno un rialzo del
23%. Data la frustrazione che gli investitori hanno subito per tutto questo tempo dall'indice
Nikkei, suppongo che si cerchi un po' di conforto quando e dove è possibile. Il grafico
riportato qui sotto è aggiornato con i dati di questa settimana. Potete trovare maggiori
dettagli sulla performance dell'indice nel corso degli ultimi due decenni su
http://www.forecast-chart.com/historical-nikkei-225.html.
Il Giappone ha raggiunto un rapporto del 230% tra debito pubblico e PIL (questa è l'ultima
stima che ho visto) è sta crescendo del 10% all'anno. Quest'anno il governo contrarrà
prestiti per quasi il 45% del suo bilancio. C'è mai stato un disastro più chiaro di così? Il
vendere i titoli di stato Giapponesi è stato definito un "widow-maker". Penso che sia stato
Soros che scherzando una volta ha detto che non ci si può considerare dei global macro
trader se prima non si sono persi dei soldi vendendo JGB (i titoli di Stato giapponesi).
Il nuovo governo giapponese guidato dal primo ministro Abe ed ex primo ministro e ora
ministro delle Finanze Aso, hanno esplicitamente chiesto alla Banca centrale un obbiettivo
di inflazione pari al 2%. Per questo hanno chiaramente intenzione di sostituire i
governatori dell'attuale board della BoJ con dei membri che siano d'accordo con questa
politica. Essi hanno il peso politico per farlo. Questa mossa significa che ci sarà un ampia
stampa di yen. In risposta a questo lo yen si è già indebolito di oltre il 10%.
È possibile controllare la quantità di denaro o il costo del denaro ma non entrambi. (Sì lo
so che una cosa influenza l'altra, ma mi riferisco alla stampa di denaro su larga scala.) Si
deve ritenere che la legge di gravità non sarà abrogata e che gli investitori vorranno un
qualcosa di più del 2% sulle obbligazioni a dieci anni se l'inflazione arriverà al 2%. Se il
titolo decennale sarà al 2%, il Giappone avrà quanto prima una spesa per interessi pari ad
oltre il 50% delle sue entrate fiscali. Io sostengo che questo non è un modello di business
5. che funziona.
Perché ora e non in un prossimo futuro durante i prossimi dieci anni? Quest'anno vedo
una serie di fattori che stanno convergendo :
1. I giapponesi avevano nel 1990 un tasso del 15% di risparmio. Questo valore ora è al di
sotto dell'1%. (I numeri esatti sono difficili da reperire perché i dati giapponesi su questo
argomento subiscono dei forti ritardi e quindi questo dato è un'estrapolazione, anche se
credo ragionevole.) A causa della natura del loro sistema pensionistico hanno incanalato
la maggior parte di questi risparmi su JGB. Quando il tasso di risparmio diventa negativo o
non è più sufficiente a comprare tutto il debito emesso, l'unica scelta sarà quella di
monetizzare il debito o di tagliare le spese. Quest'ultima scelta non sembra faccia parte
del loro modo di pensare. Il tagliare la spesa dell'ammontare richiesto comporterà una
grave recessione ed inoltre porterà deflazione, un opzione che il nuovo governo rifiuta in
modo esplicito.
2. Il deficit commerciale e le partite correnti sono di recente diventate negative. La
macchina delle esportazioni giapponese sembra sia andata a sbattere contro un muro e
questo limiterà ancora di più le opzioni per il controllo del valore dello yen. Capire il target
sull'inflazione significa anche comprendere il target della valuta. Vogliono chiaramente che
lo yen si svaluti. Ho scritto per anni che lo yen alla fine sarebbe arrivato a 125, poi 150 e
poi a 200 sul dollaro. E' arrivato anche a 300 nel corso della mia vita e a meno che non ci
sia un cambio di direzione, non vi è alcuna ragione per cui non possa tornare di nuovo a
quel valore. Ciò significa che la signora Watanabe vedrebbe le sue bollette energetiche
raddoppiare. In questo modo si rimetterebbe in discussione la decisione di chiudere le loro
centrali nucleari, qualcosa che Abe sta già riconsiderando.
Pensate a quanto saranno felici i coreani quando potranno acquistare una Lexus ad un
prezzo molto più conveniente rispetto al comprare una Kia? Pensate come Samsung e LG
saranno felici quando Panasonic e Sony li divoreranno con i loro prezzi. Benvenuti nell'era
delle guerre valutarie.
Godzilla Redux: Disastro di tipo A o Disastro di tipo B
Il Giappone è ora impegnato in un Disastro di tipo A o di tipo B. Ricordate quei brutti film
d'orrore giapponesi degli anni '50 e '60? Godzilla la prima volta uscì nel 1954 e ci sono
6. stati decine di nuove serie. Sembrava senza fine. E mentre la politica del governo attuale
non rovinerà il centro di Tokyo, questa però potrà seriamente danneggiare i risparmi e il
potere d'acquisto di due generazioni. Il disastro di tipo A è la monetizzazione, che
chiaramente non è positiva nel momento in cui i giapponesi vogliono comprare un
qualcosa che non è made in Japan (come l'energia, l'acciaio, le materie prime, un sacco di
cibo, ecc). Il disastro di tipo B è la depressione deflazionistica e un bilancio in pareggio. Il
che ci porta ad un altro fattore:
3. Una volta che il governo si è impegnato nella nuova strategia, ogni ripensamento
provoca uno sconvolgimento del mercato. Questo non è un impegno a breve termine. Mi
sembra che i giapponesi credono veramente che la loro mancanza di crescita economica
possa essere risolta attraverso l'inflazione. I loro politici sembra si siano canalizzati
all'interno di Paul Krugman, o che a partire dal 2000 prendano consigli da Bernanke dopo
che ha pubblicato un articolo dal titolo "Japan's Slump: A case of self-induced paralysis"
Quando il vostro debito e deficit a raggiunto dei livelli come quelli del Giappone, l'unico
modo per risolvere il problema è quello inflazionare il debito o entrare volontariamente in
una depressione. Ovviamente loro pensano di poter controllare sia il debito che
l'inflazione.
Ciò significa che NON dovete essere corti sui titoli governativi giapponesi. Ripeto NON
dovete. L'unico modo per i giapponesi per far si che il loro piano funzioni senza dover
combattere con Godzilla impersonato dal mercato obbligazionario è quello di spostare la
curva dei rendimenti e monetizzare il debito. Riceverete tutti gli yen che vi avevano
promesso quando avete comprato le loro obbligazioni ... ma il contratto non stabilisce a
quale valore effettivo vi saranno restituiti gli yen.
Il piano è evidentemente quello che con un po' di inflazione essi pensano di rimettere in
moto l'economia, e così con la crescita possono finalmente riequilibrare il bilancio e
tornare ad un mercato obbligazionario normale.
Solo un paio di anni fa questa lettera sembrava fosse concentrata tutta sulla Grecia. Il
Giappone è 100 volte più importante della Grecia e quindi riprenderemo più volte questo
argomento nei prossimi mesi. Ma prima di andare avanti alcune brevi note:
In primo luogo, anche se ho detto che il Giappone è un "moscone alla ricerca di un
parabrezza" per quasi tre anni, non ho mai effettivamente messo i soldi sul tavolo. Fino a
questo mese. Ora ho investito una parte considerevole dei miei fondi pensione in una
strategia short sul Giappone (non è un semplice short sullo yen e non è chiaramente una
strategia short sui titoli JGB) inoltre aumenterò quella posizione col passare del tempo.
Pensate ad una scelta di questo tipo. C'è poca differenza fra 90 yen per dollaro e 100 yen
quando il target è 200 o ancora di più, almeno se io ho ragione. Se mi sbaglio il che è del
tutto possibile, quindi il nome di "widow-maker" sarà ancora una volta appropriato. Non vi
sto suggerendo di fare questa cosa, vi consiglio di approfondirla. E per la cronaca, sto
investendo lentamente su questa strategia perché il mercato dello yen e il Nikkei si sono
già mossi molto. Penso che questo potrebbe essere uno degli investimenti più asimmetrici
che si siano mai visti, ma questo richiederà capacità di resistere e non velocità.
In secondo luogo i risultati di tutto questo pezzo di teatrino giapponese attuato dalla banca
centrale servirà da monito agli altri governi (in particolare alla Fed e al Congresso) nel non
tentare di ripetere questa strategia. In questo momento, però a loro questa sembra una
7. buona idea. E questa è proprio la politica che viene sollecitata da Paul Krugman. Di
conseguenza il Giappone si sta preparando a fare un esperimento di ampia portata basato
sulle idee Krugman. Mentre Krugman ha solo la sua reputazione sulla quale gioca,
viceversa ci sono invece 127 milioni di giapponesi sui quali si gioca direttamente sulla loro
pelle. Se Krugman non pensa che la monetizzazione sia la cosa giusta da fare, deve dirlo
ora pubblicamente.
Sarebbe bello sapere quale livello di monetizzazione sia sufficiente per Krugman. A che
punto dovrebbero fermarsi i giapponesi? Al quattro per cento di inflazione? Al sei per
cento? Ad un rapporto dollaro/yen pari a 200? 250 o 300? Dovrebbero continuare finché
l'economia non cresce del 2%? 4%? Come dovrebbero poi uscir fuori dallo stimolo
monetario? Quando lo faranno, questo causerà una recessione? Non sono assolutamente
interessati al deficit? Esiste un limite teorico alla monetizzazione e agli stimoli se
l'economia continua ad essere debole? Di per se il bloccare lo stimolo monetario può
causare una recessione e un duro atterraggio per l'economia, dovrebbe essere proseguita
anche oltre a quelli che possono essere i "normali" limiti? Quali sono questi limiti?
Se la strategia giapponese (per come ho potuto comprenderla) ha successo, allora dovrò
posare la mia mano destra su una copia della Teoria generale e convertirmi al vangelo
secondo John Maynard Keynes, come viene correttamente interpretato dal suo discepolo
Paul Krugman. Se i fatti a questo punto modificano la situazione, a quel punto credo che
anch'io devo cambiare il mio punto di vista. Il mondo cosa farà? Starà solo a guardare.
E infine vorrei sottolineare umorismo a parte, che riconosco che tutto questo non è un film.
Tutto questo è vero, in quanto arriverà in Giappone e alla sua gente. I giapponesi sono
uomini che lavorano molto duramente e delle persone molto brillanti nel fare affari. Essi
non saranno condannati. Saranno costretti ad adattarsi e questo lo hanno già fatto prima,
come lo hanno già fatto molti altri paesi. I miei migliori auguri, ve li faccio in modo sincero.
La Francia è la nuova Grecia
Quattro anni fa ho iniziato a scrivere sulla Grecia e due anni fa ho iniziato a scrivere sulla
Spagna (in modo dettagliato su Endgame). Ero in anticipo in entrambe le occasioni. Stavo
guardando i loro bilanci dal punto di vista numerico e vedevo solo dei numeri di fronte a
me. Per la cronaca la Francia è sulla buona strada per diventare la nuova Grecia.
Ovviamente non allo stesso modo : la Francia farà il proprio percorso verso il caos
economico. Hollande sembra che abbia in mente un buon percorso per fare quel viaggio e
infatti ha iniziato molto bene. Probabilmente ne sto parlando troppo in anticipo, ma a meno
che qualcosa di nuovo e di diverso succeda il dado oramai è tratto.
Se la Grecia provoca un bruciore di stomaco ai politici europei, che cosa provocherà il
caos economico in Francia? Non sembra esserci nessuna parola particolarmente gentile
anche per un soupçon di austerità in lingua francese.
I francesi non stanno rispettando le loro previsioni di bilancio. Loro perderanno il rating
della AAA e in quel momento sosterranno che quella è una cospirazione contro di loro e
del tutto ingiustificata. E quando i loro tassi di interesse saliranno del 2% si chiederà alla
BCE di acquistare il loro debito, così come la BCE sta già facendo per la Spagna e per
l'Italia. Guardate come urleranno, quando i loro tassi saliranno al di sopra del 4%. In quel
momento ci verrà detto che il "Quattro per cento è chiaramente una temporanea
8. mancanza di comprensione da parte del mercato ed è semplicemente non razionale".
Sarà molto interessante vedere come il governo socialista di Hollande cercherà di
muoversi nei prossimi mesi e anni. Cercheranno di tagliare le spese? Dove? Le
sovvenzioni agricole? Quelle per gli agriturismi? Sposteranno l'età di pensionamento
(certamente temporaneamente) tornerà a 62 anni? (Zut alors!) Il cercare di spingere
l'economia attraverso un aumento della spesa e con un maggiore indebitamento e poi
avere la speranza che la BCE intervenga? I lavoratori e i contadini francesi accetteranno
in modo sereno l'austerità? La Germania è disponibile a sovvenzionare la Francia? La
Francia è un ponte verso una maggiore solidarietà europea? Restate sintonizzati.
Parigi è stata recentemente classificata come la città più cara dove vivere. Vi posso
confermare che la città è trop cher. Devo ammettere che Parigi è uno dei miei posti
preferiti al mondo soprattutto in primavera. Mi piace andare a casa di un mio amico Bill
Bonner in Ouzilly, vive immerso nel verde nel bel mezzo della Francia. E' un posto
straordinario. L'unica cosa positiva che verrà fuori da questa debacle che il governo
francese sta generando è che Parigi diventerà un bel po' più economica. Bene questo e il
totale discredito della politica socialista.
L'Europa ha i suoi problemi di sostenibilità che ho ben analizzato anche in passato e noi
naturalmente li rivisiteremo di nuovo. Questa situazione sarà fonte di forte volatilità
durante il prossimo anno.
USA : I giochi della crisi
A mio parere il 2013 sarà l'anno del successo o del fallimento per gli Stati Uniti. Se
abbiamo intenzione di riportare il deficit verso un percorso di equilibrio, allora questa cosa
deve accadere quest'anno. (Vorrei sottolineare che ho detto il 2013 sin dal 2010.) Il 2014 è
un anno di elezioni e sarà maggiormente difficile ottenere che venga fatto un qualche cosa
che abbia maggiore sostanza. Obama sarà più disposto a raggiungere un compromesso
nel 2015? A quel punto penso che sarà troppo tardi in quanto il mercato obbligazionario,
dopo aver visto il Giappone e la Francia e gran parte dell'Europa cadere nel caos,
semplicemente comincerà a chiedere tassi più elevati e non importerà a nessuno quello
che la Fed deciderà di fare. Se ciò non sarà avvenuto già da prima.
La questione fiscale americana rappresenta il rischio di andare incontro a delle continue
crisi se i repubblicani non prendono sul serio il deficit. Saranno in grado di fermarsi prima o
faranno si che il governo cada? E' caduto per due volte nel 1990. Il mondo è
sopravvissuto. Mi sarebbe piaciuto avere un sistema più collegiale. Chi si immaginava che
avremmo avuto nostalgia per l'epoca di Clinton e di Gingrich?
Ancora una volta questa lettera sta diventando troppo lunga, ma tutti noi sappiamo i
problemi a cui stiamo andando incontro. Scriverò maggiori dettagli su tutte queste cose
nelle prossime lettere. Ma prima di cambiare argomento vorrei dare un suggerimento ai
repubblicani e fare alcune riflessioni sulla insostenibilità dei diritti.
In primo luogo vorrei umilmente far presente che il parlamento deve approvare due bilanci.
Non uno ma due. In primo luogo ne deve essere approvato uno che presupponga che
l'attuale politica fiscale rimanga totalmente intatta, ma che però ci metta in un percorso
verso un pareggio di bilancio nell'arco di sette anni. Poi ne deve essere approvato un altro
con lo stesso obiettivo, ma con una travolgente riforma fiscale pro-crescita. Con un
9. imposta del 15% sulle aziende ma cancellando tutte le detrazioni. Con una completa
eliminazione delle tassazioni fiscali. Forse impazzendo e mettendo un IVA al posto
dell'imposta sulla social security. Nessuna misura che rimanga a metà strada. Bisogna
fare delle scelte radicali.
Qualche considerazione finale sugli Stati Uniti. Gli aumenti dati dalle imposte saranno
molto più significativi rispetto a quanto viene pubblicizzato nei giornali, forse si arriverà
quasi fino al 1,5% del PIL. Ovviamente una scelta di questo tipo non sarà particolarmente
positiva per la prima parte dell'anno. Un trimestre o due di vera e propria recessione sono
del tutto possibili. O per lo meno la crescita sarà molto debole. E la tassa nascosta data
dall'aumento dei costi dell'assicurazione sanitaria a seguito dell'"Obamacare" sarà nella
seconda metà del 2013 più del 1%, in quanto le compagnie di assicurazione dovranno
adeguare i mandati e i costi per il 2014. Le compagnie di assicurazione stanno
annunciando dei significativi aumenti dei premi assicurativi. Le spese sanitarie sostenute
dalla mia società stanno aumentando di un importo scioccante. E per le imprese che sono
in un business ad alta intensità di lavoro? I lavoratori stanno per essere lasciati alla mercé
del nuovo sistema sanitario.
Obamacare sta per essere la madre di tutti gli incubi burocratici. Io sono d'accordo con la
necessità di un cambiamento del sistema sanitario, ma come pensiamo di poter modificare
radicalmente il 15% dell'economia degli Stati Uniti senza creare dei danni collaterali al di là
di quelli che verranno creati a me.
L'insostenibilità dei diritti
Una delle cose più importanti che ho sempre in mente è l'insostenibilità dei diritti in modo
particolare quelli legati all'assistenza sanitaria. Sappiamo tutti che possiamo trovare una
facile soluzione alla social security, ma trovare una soluzione all'assistenza sanitaria sarà
molto più difficile. E tra i maggiori problemi abbiamo il fatto che gli americani vivono stili di
vita non salutari. I dati indicano che abbiamo il 40% in più di malati rispetto ai nostri
colleghi europei, il che spiega perché abbiamo un costo sanitario molto più elevato rispetto
al PIL. Inoltre la politica sanitaria è stata definita in un periodo dove avevamo grandi
imprese e sindacati, invece ora le cose sono molto cambiate.
Mentre questa sera discutevo questa cosa con Pat Cox, egli mi ha detto che Michael
Barone ha usato in modo simile queste precise parole nel suo editoriale di oggi. Mi sono
fermato e ho letto anch'io il pezzo e mi sono trovato completamente d'accordo. Egli ha
sottolineato che dopo un periodo di 76 anni nella politica americana (solo modestamente
forzata) suggerisce che una nuova era è alle porte. Non troppo distante dalle tesi di Neil
Howe's Generations. Potete leggere qui l'intero articolo.
Vedo a questo punto diverse strade di fronte a noi, ma tutte devono inevitabilmente
arrivare ad una qualche forma di sostenibilità. Evitare di correre all'ultimo minuto. Iniziamo
ora a fare i cambiamenti necessari!
Entro la fine di questo decennio e probabilmente molto prima, dobbiamo trasformare
l'attuale sistema insostenibile in un qualcosa di molto più gestibile. In quel periodo il
mercato orso secolare sarà arrivato alla fine. Sanità e la medicina subiranno un
cambiamento radicale.
La nuova era (sto cercando un nome per definirla) sarà la benvenuta, se noi decidiamo di
10. fare dei piani per passare dalla situazione nella quale siamo a quella che vogliamo
raggiungere. E questa lettera sarà la cronaca del viaggio. Restate con me.
Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York
Questa sera sono in Costa del Sol in Spagna, dove ho deciso di passare il fine settimana
a parlare con la gente del posto e cercare nuove relazioni. Martedì volo a Londra per una
serie di incontri e una cena con delle persone veramente interessanti. Poi prendo il volo
per Atene dove incontrerò Christian Menegatti, l'amministratore delegato della ricerca di
Roubini Global Economics. Passeremo assieme tre giorni facendo incontri con
imprenditori, politici, banchieri e con la gente del posto, tutto questo per comprendere di
persona ciò che sta accadendo.
Invece tutto quello che ho imparato come ospite dei Fondi Skagen nel tour in Scandinavia,
sarà l'argomento della lettera della prossima settimana che scriverò da Ginevra.
Sarò a Toronto il 28 gennaio per un intervento con il mio partner canadese, Nicola Wealth
Management. Incontrerò diversi media e incontrerò degli amici di lunga data come Rick
Rule e quelli di Sprott Management. E naturalmente avrò una lunga chiacchierata anche
con Rosie (David Rosenberg). Voglio imparare molto, ne sono sicuro. Poi andrò a New
York il 29 e probabilmente a DC nel fine settimana, prima di tornare a casa.
Sono stato in Svezia e ho parlato a circa 200 investitori e gestori di fondi (un sacco di fondi
pensione) . La Svezia come vi ho già raccontato ha attraversato la propria crisi nel 1993.
Ho parlato con molti svedesi che operavano nel mercato in quel periodo.
E se gli Stati Uniti non faranno oggi delle scelte difficili, allora saremo costretti a fare delle
scelte ancora più dolorose. Alla fine le tasse saranno aumentate e l'assistenza sanitaria e
le altre spese saranno tagliate molto più di quanto ognuno di noi si possa immaginare.
Questo è un periodo di tempo favorevole e non c'è motivo di pensare che per gli Stati Uniti
le cose andranno in modo diverso.
E' già arrivata mattina ed è il momento per premere il pulsante di invio. Buona settimana.
Prenderò un sacco di appunti e poi vi riferirò il tutto.
Il vostro analista che ha la sensazione di aver bisogno di imparare lo spagnolo,
John Mauldin
subscribers@mauldineconomics.com
Copyright 2010-2013 John Mauldin. All Rights Reserved
Copyright 2010-2013 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati
Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la
massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i
11. suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito
all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti
ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di
conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo
Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o
correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso.
La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non
costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di
servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di
persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o
promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non
costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento
o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come
fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione
d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e
professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una
sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né
raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi
unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital
srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni
(inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno,
interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque
natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle
informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e
disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o
meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione
operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi
assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto
presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed
esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni
caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici,
immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di
agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi
informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga
pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può
occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con
riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In
nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire
conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione.
Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e
John Mauldin, sarà perseguita legalmente.
12. Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui:
www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx
Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su
www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione.
Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it
Thoughts from the Frontline
3204 Beverly Drive
Dallas, Texas 75205
Horo Capital
Independent Financial Advisory Firm
Via Silvio Pellico, 12
20121 Milano
Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it