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SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital

Previsioni per il 2013: Insostenibilità e Transizione
di John Mauldin | 14 gennaio 2013 - Anno 4 - Numero 1

In questo numero:
Insostenibilità e Transizione
Una bolla per domarlo del tutto
L'anno del parabrezza
Godzilla Redux: disastro di tipo A o disastro di tipo B
La Francia è la nuova Grecia
USA : I giochi della crisi
L'insostenibilità dei diritti
Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York

“Ci sono decenni in cui non accade nulla e ci sono settimane in cui accade quello che
avviene in decenni.”
– Vladimir Ilyich Lenin

"La gente accetta il cambiamento solo quando si trova di fronte alla necessità e ne
riconosce la necessità solo quando si trova di fronte ad una crisi."
– Jean Monnet

"Se un qualcosa non può andare avanti all'infinito, si fermerà"
Herbert Stein

Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel
rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la
rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui
cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in
contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il
benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno
nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro
che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi
dall'evoluzione in corso.

Questa è la newsletter che viene maggiormente letta, tra l'altro se non siete ancora iscritti
vi potete unirvi al "milione di amici" e ricevere Scenari Finanziari (Thoughts from the
Frontline) iscrivendovi su : http://www.scenarifinanziari.it/

Insostenibilità e transizione

Ripensate al 2001. E' stato l'inizio del nuovo millennio. Mentre quella data era di buon
auspicio, gli eventi che sono seguiti hanno sempre più dato forma al futuro dei prossimi
decenni. La Cina è stata ammessa nell'Organizzazione mondiale del commercio, portando
una rivoluzione nella sua produzione e nel commercio globale. L'euro era stato lanciato
con molto clamore e con un limitato coro di critiche. Ora siamo nel bel mezzo di una
grande prova che dovrà stabilire se l'euro sarà un esperimento di breve o una moneta che
durerà nel tempo. Ciò ha delle implicazioni drammatiche, non solo per l'Europa ma anche
per il resto del mondo. E naturalmente i tragici eventi del settembre 2011 che hanno dato
forma ad una nuova percezione globale di ciò che costituisce la minaccia alla democrazia
e alla sicurezza.

Inoltre l'apertura del secolo è stata caratterizzata dall'inizio di un mercato orso secolare,
tale da diminuire i rendimenti di coloro che sono in pensione. L'attività economica nei
paesi sviluppati non ha ancora recuperato il ritmo del secolo precedente e molti analisti,
come abbiamo visto nell'ultima lettera del 2012, prevedono un tasso di crescita ancora più
ridotto per il resto di questo decennio. La paura della deflazione ha spinto Alan Greenspan
ad abbassare i tassi di interesse a livelli tali che alla fine questo ha creato una bolla
immobiliare e questo ha incoraggiato lo stesso Congresso, grazie al fatto che i tassi erano
così bassi a contrarre enormi deficit che sono ancora più grandi rispetto a quelli che hanno
preceduto il collasso economico del 2008. Da allora sia il deficit che il livello di debito sono
solo peggiorati.

Quest'anno è possibile leggere qualsiasi tipo di previsione economica. Alcuni si aspettano
si ritorni al tasso di crescita del secolo scorso e ad un nuovo mercato toro. Alcuni vedono
una recessione o una maggiore flessione. Ma non importa quale sia il vostro punto di vista
per i prossimi 12 mesi, c'è un senso diffuso che l'attuale sistema del debito pubblico e le
tante promesse non possano essere mantenute. I politici possono continuare nel
procrastinare, ma chiunque può vedere che il sistema non è sostenibile. Gli Stati Uniti non
possono pagare una cifra stimata di $200.000 trilioni (in crescita) di obbligazioni e altri titoli
(Burns e Kotlikoff, The Clash of Generations), anche se altri dicono che abbiamo "solo"
poco più di $80 trilioni. Il Giappone non può continuare ad indebitarsi per il 45% del suo
bilancio pubblico al 1%, quando il debito è al 230% del PIL e aumenta di oltre il 10%
all'anno. L'Europa non può rinviare le conseguenze di una squilibrata unione monetaria
per sempre.

Viviamo in un mondo insostenibile. Per estendere il pensiero di Herb Stein, dobbiamo
cambiare il mondo in un qualcosa di più sostenibile. Questo è stato un tema implicito di
questa lettera per anni, ma quest'anno sarà un tema esplicito che andremo spesso a
rivisitare. La transizione verso un mondo più sostenibile porterà a dei cambiamenti poco
piacevoli se non ci preparerà per tempo.

In via preliminare vorrei affermare che questa "insostenibilità" non è un riferimento agli
argomenti maltusiani in quanto il mondo non è a corto di cibo, energia o di altri beni
necessari per assicurare il progresso economico. Respingo tali argomenti. Ho una grande
speranze nella nostra capacità di transizione verso nuove forme di prodotti alimentari e di
produzione di energia. Sono infatti molto ottimista per il futuro del mondo. Nessuno nel
2033 vorrà tornare ai bei vecchi tempi del 2013. Considereremo questo periodo come un
tempo caratterizzato da una malasanità ("provate ad immaginare le persone che sono
morte di cancro in quel periodo?"). Il passaggio che ci accingiamo a fare verso un nuovo
mondo di innovazione e tecnologia sarà inquietante per molte persone, ma questi
cambiamenti saranno nel complesso positivi e saranno anche benvenuti.

Mentre stavo ultimando questa lettera il mio amico Barry Ritholtz di The Big Picture mi ha
inviato questa nota:

A seguito del livello di deficit ci ha messo in guardia per anni su un iperinflazione
imminente. Ho sentito questi minacciosi avvertimenti durante tutta la mia vita. "Questo è
insostenibile! L'inflazione sta per esplodere! "Ma l'inflazione è stata piuttosto tranquilla e
noi non stiamo vivendo un qualcosa nemmeno di lontanamente simile all'iperinflazione.
Continuano ad usare quella parola "insostenibile", ma con tutto il rispetto per Inigo
Montoya, non penso che la parola significhi quello che loro pensano significhi.

Sono definitivamente sicuro che il deficit (e il debito!) si muovano in un campo oscuro, ma
do poco credito a coloro che credono ad una iperinflazione negli Stati Uniti. Sono animali
molto diversi. Credo anche che se vogliamo possiamo tenere il deficit sotto controllo
oppure il mercato può ci costringerà a farlo.


 Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpinvestments.com - è la società
                  partner di John Mauldin per il mercato Europeo.

    Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
                                   mercato Italiano.


Una bolla per domarlo del tutto

L'insostenibilità a cui mi riferisco è quella della più grande bolla della storia umana: il
debito pubblico in tandem con le promesse del governo che non possono essere
soddisfatte. E a differenza del 1993 quando solo i paesi sviluppati quali il Canada e la
Svezia hanno avuto a che fare con un debito insostenibile, dei bilanci gonfiati e delle
promesse irrealistiche, questa volta i paesi che sono in bolla includono le maggiori
economie e la maggior parte del PIL mondiale.

Questo non è un problema a breve termine. Ci sono tre distinte stagioni economiche che
devono susseguirsi e questo avverrà con i propri tempi. E date le loro dimensioni e la loro
capacità di resistere al cambiamento, stiamo parlando di anni di transizione non di mesi.

Le stagioni economiche di cui sto parlando sono ovviamente l'Europa, il Giappone e gli
Stati Uniti. Si potrebbe argomentare che abbiamo un quarto centro di insostenibilità : la
Cina. Tuttavia non sono convinto che ci sia in serbo per la Cina un qualcosa di più delle
solite recessioni. (Non sto facendo previsioni di recessioni per la Cina, sto solo
sottolineando che nemmeno i cinesi possono eliminare per sempre il ciclo economico).

Non entreremo nei dettagli di ciascuna delle tre economie menzionate, ma parleremo di
ciascuna. E finirò con una nota su dove gli investitori dovrebbero guardare per rendere
sostenibile la transizione verso una nuova era. Cominciamo con il Giappone.

L'anno del parabrezza

Intorno a fine novembre e dicembre ho detto in diverse trasmissioni radiofoniche e
interviste televisive che il titolo della mia previsione annuale sarebbe stato "l'anno del
parabrezza." Ho cambiato il titolo effettivo solo di recente quando ho iniziato a pensare al
prossimo anno nella sua totalità , anche se forse quest'anno il passaggio più drammatico
lo dovrà affrontare il Giappone che finalmente inizierà la sua discesa verso la notte buia,
rispetto a quella situazione di penombra nel quale è stata la sua economia per più di 20
anni. Il sottotitolo viene dal mio libro Endgame, dove ho bizzarramente intitolato un
capitolo "Il Giappone è un moscone alla ricerca di un parabrezza."

I problemi che vedremo brevemente nei prossimi paragrafi sono ben noti. Eppure il
Giappone nbon ha resistito e ha preso a prestito somme ancora più ingenti di denaro, non
portando quindi il suo bilancio in pareggio e spendendo enormi quantità di denaro in
stimoli e in infrastrutture, navigando in una economia che ha cercato di cavarsela alla
meno peggio e che oggi non è sostanzialmente più grande di quanto non fosse 20 anni fa.
Il mercato azionario giapponese è ancora sotto di circa il 75% (più o meno) rispetto ai
massimi di 23 anni fa, anche se alcuni stavano celebrando lo scorso anno un rialzo del
23%. Data la frustrazione che gli investitori hanno subito per tutto questo tempo dall'indice
Nikkei, suppongo che si cerchi un po' di conforto quando e dove è possibile. Il grafico
riportato qui sotto è aggiornato con i dati di questa settimana. Potete trovare maggiori
dettagli sulla performance dell'indice nel corso degli ultimi due decenni su
http://www.forecast-chart.com/historical-nikkei-225.html.




Il Giappone ha raggiunto un rapporto del 230% tra debito pubblico e PIL (questa è l'ultima
stima che ho visto) è sta crescendo del 10% all'anno. Quest'anno il governo contrarrà
prestiti per quasi il 45% del suo bilancio. C'è mai stato un disastro più chiaro di così? Il
vendere i titoli di stato Giapponesi è stato definito un "widow-maker". Penso che sia stato
Soros che scherzando una volta ha detto che non ci si può considerare dei global macro
trader se prima non si sono persi dei soldi vendendo JGB (i titoli di Stato giapponesi).

Il nuovo governo giapponese guidato dal primo ministro Abe ed ex primo ministro e ora
ministro delle Finanze Aso, hanno esplicitamente chiesto alla Banca centrale un obbiettivo
di inflazione pari al 2%. Per questo hanno chiaramente intenzione di sostituire i
governatori dell'attuale board della BoJ con dei membri che siano d'accordo con questa
politica. Essi hanno il peso politico per farlo. Questa mossa significa che ci sarà un ampia
stampa di yen. In risposta a questo lo yen si è già indebolito di oltre il 10%.

È possibile controllare la quantità di denaro o il costo del denaro ma non entrambi. (Sì lo
so che una cosa influenza l'altra, ma mi riferisco alla stampa di denaro su larga scala.) Si
deve ritenere che la legge di gravità non sarà abrogata e che gli investitori vorranno un
qualcosa di più del 2% sulle obbligazioni a dieci anni se l'inflazione arriverà al 2%. Se il
titolo decennale sarà al 2%, il Giappone avrà quanto prima una spesa per interessi pari ad
oltre il 50% delle sue entrate fiscali. Io sostengo che questo non è un modello di business
che funziona.

Perché ora e non in un prossimo futuro durante i prossimi dieci anni? Quest'anno vedo
una serie di fattori che stanno convergendo :

1. I giapponesi avevano nel 1990 un tasso del 15% di risparmio. Questo valore ora è al di
sotto dell'1%. (I numeri esatti sono difficili da reperire perché i dati giapponesi su questo
argomento subiscono dei forti ritardi e quindi questo dato è un'estrapolazione, anche se
credo ragionevole.) A causa della natura del loro sistema pensionistico hanno incanalato
la maggior parte di questi risparmi su JGB. Quando il tasso di risparmio diventa negativo o
non è più sufficiente a comprare tutto il debito emesso, l'unica scelta sarà quella di
monetizzare il debito o di tagliare le spese. Quest'ultima scelta non sembra faccia parte
del loro modo di pensare. Il tagliare la spesa dell'ammontare richiesto comporterà una
grave recessione ed inoltre porterà deflazione, un opzione che il nuovo governo rifiuta in
modo esplicito.

2. Il deficit commerciale e le partite correnti sono di recente diventate negative. La
macchina delle esportazioni giapponese sembra sia andata a sbattere contro un muro e
questo limiterà ancora di più le opzioni per il controllo del valore dello yen. Capire il target
sull'inflazione significa anche comprendere il target della valuta. Vogliono chiaramente che
lo yen si svaluti. Ho scritto per anni che lo yen alla fine sarebbe arrivato a 125, poi 150 e
poi a 200 sul dollaro. E' arrivato anche a 300 nel corso della mia vita e a meno che non ci
sia un cambio di direzione, non vi è alcuna ragione per cui non possa tornare di nuovo a
quel valore. Ciò significa che la signora Watanabe vedrebbe le sue bollette energetiche
raddoppiare. In questo modo si rimetterebbe in discussione la decisione di chiudere le loro
centrali nucleari, qualcosa che Abe sta già riconsiderando.

Pensate a quanto saranno felici i coreani quando potranno acquistare una Lexus ad un
prezzo molto più conveniente rispetto al comprare una Kia? Pensate come Samsung e LG
saranno felici quando Panasonic e Sony li divoreranno con i loro prezzi. Benvenuti nell'era
delle guerre valutarie.




Godzilla Redux: Disastro di tipo A o Disastro di tipo B

Il Giappone è ora impegnato in un Disastro di tipo A o di tipo B. Ricordate quei brutti film
d'orrore giapponesi degli anni '50 e '60? Godzilla la prima volta uscì nel 1954 e ci sono
stati decine di nuove serie. Sembrava senza fine. E mentre la politica del governo attuale
non rovinerà il centro di Tokyo, questa però potrà seriamente danneggiare i risparmi e il
potere d'acquisto di due generazioni. Il disastro di tipo A è la monetizzazione, che
chiaramente non è positiva nel momento in cui i giapponesi vogliono comprare un
qualcosa che non è made in Japan (come l'energia, l'acciaio, le materie prime, un sacco di
cibo, ecc). Il disastro di tipo B è la depressione deflazionistica e un bilancio in pareggio. Il
che ci porta ad un altro fattore:

3. Una volta che il governo si è impegnato nella nuova strategia, ogni ripensamento
provoca uno sconvolgimento del mercato. Questo non è un impegno a breve termine. Mi
sembra che i giapponesi credono veramente che la loro mancanza di crescita economica
possa essere risolta attraverso l'inflazione. I loro politici sembra si siano canalizzati
all'interno di Paul Krugman, o che a partire dal 2000 prendano consigli da Bernanke dopo
che ha pubblicato un articolo dal titolo "Japan's Slump: A case of self-induced paralysis"

Quando il vostro debito e deficit a raggiunto dei livelli come quelli del Giappone, l'unico
modo per risolvere il problema è quello inflazionare il debito o entrare volontariamente in
una depressione. Ovviamente loro pensano di poter controllare sia il debito che
l'inflazione.

Ciò significa che NON dovete essere corti sui titoli governativi giapponesi. Ripeto NON
dovete. L'unico modo per i giapponesi per far si che il loro piano funzioni senza dover
combattere con Godzilla impersonato dal mercato obbligazionario è quello di spostare la
curva dei rendimenti e monetizzare il debito. Riceverete tutti gli yen che vi avevano
promesso quando avete comprato le loro obbligazioni ... ma il contratto non stabilisce a
quale valore effettivo vi saranno restituiti gli yen.

Il piano è evidentemente quello che con un po' di inflazione essi pensano di rimettere in
moto l'economia, e così con la crescita possono finalmente riequilibrare il bilancio e
tornare ad un mercato obbligazionario normale.

Solo un paio di anni fa questa lettera sembrava fosse concentrata tutta sulla Grecia. Il
Giappone è 100 volte più importante della Grecia e quindi riprenderemo più volte questo
argomento nei prossimi mesi. Ma prima di andare avanti alcune brevi note:

In primo luogo, anche se ho detto che il Giappone è un "moscone alla ricerca di un
parabrezza" per quasi tre anni, non ho mai effettivamente messo i soldi sul tavolo. Fino a
questo mese. Ora ho investito una parte considerevole dei miei fondi pensione in una
strategia short sul Giappone (non è un semplice short sullo yen e non è chiaramente una
strategia short sui titoli JGB) inoltre aumenterò quella posizione col passare del tempo.
Pensate ad una scelta di questo tipo. C'è poca differenza fra 90 yen per dollaro e 100 yen
quando il target è 200 o ancora di più, almeno se io ho ragione. Se mi sbaglio il che è del
tutto possibile, quindi il nome di "widow-maker" sarà ancora una volta appropriato. Non vi
sto suggerendo di fare questa cosa, vi consiglio di approfondirla. E per la cronaca, sto
investendo lentamente su questa strategia perché il mercato dello yen e il Nikkei si sono
già mossi molto. Penso che questo potrebbe essere uno degli investimenti più asimmetrici
che si siano mai visti, ma questo richiederà capacità di resistere e non velocità.

In secondo luogo i risultati di tutto questo pezzo di teatrino giapponese attuato dalla banca
centrale servirà da monito agli altri governi (in particolare alla Fed e al Congresso) nel non
tentare di ripetere questa strategia. In questo momento, però a loro questa sembra una
buona idea. E questa è proprio la politica che viene sollecitata da Paul Krugman. Di
conseguenza il Giappone si sta preparando a fare un esperimento di ampia portata basato
sulle idee Krugman. Mentre Krugman ha solo la sua reputazione sulla quale gioca,
viceversa ci sono invece 127 milioni di giapponesi sui quali si gioca direttamente sulla loro
pelle. Se Krugman non pensa che la monetizzazione sia la cosa giusta da fare, deve dirlo
ora pubblicamente.

Sarebbe bello sapere quale livello di monetizzazione sia sufficiente per Krugman. A che
punto dovrebbero fermarsi i giapponesi? Al quattro per cento di inflazione? Al sei per
cento? Ad un rapporto dollaro/yen pari a 200? 250 o 300? Dovrebbero continuare finché
l'economia non cresce del 2%? 4%? Come dovrebbero poi uscir fuori dallo stimolo
monetario? Quando lo faranno, questo causerà una recessione? Non sono assolutamente
interessati al deficit? Esiste un limite teorico alla monetizzazione e agli stimoli se
l'economia continua ad essere debole? Di per se il bloccare lo stimolo monetario può
causare una recessione e un duro atterraggio per l'economia, dovrebbe essere proseguita
anche oltre a quelli che possono essere i "normali" limiti? Quali sono questi limiti?

Se la strategia giapponese (per come ho potuto comprenderla) ha successo, allora dovrò
posare la mia mano destra su una copia della Teoria generale e convertirmi al vangelo
secondo John Maynard Keynes, come viene correttamente interpretato dal suo discepolo
Paul Krugman. Se i fatti a questo punto modificano la situazione, a quel punto credo che
anch'io devo cambiare il mio punto di vista. Il mondo cosa farà? Starà solo a guardare.

E infine vorrei sottolineare umorismo a parte, che riconosco che tutto questo non è un film.
Tutto questo è vero, in quanto arriverà in Giappone e alla sua gente. I giapponesi sono
uomini che lavorano molto duramente e delle persone molto brillanti nel fare affari. Essi
non saranno condannati. Saranno costretti ad adattarsi e questo lo hanno già fatto prima,
come lo hanno già fatto molti altri paesi. I miei migliori auguri, ve li faccio in modo sincero.

La Francia è la nuova Grecia

Quattro anni fa ho iniziato a scrivere sulla Grecia e due anni fa ho iniziato a scrivere sulla
Spagna (in modo dettagliato su Endgame). Ero in anticipo in entrambe le occasioni. Stavo
guardando i loro bilanci dal punto di vista numerico e vedevo solo dei numeri di fronte a
me. Per la cronaca la Francia è sulla buona strada per diventare la nuova Grecia.
Ovviamente non allo stesso modo : la Francia farà il proprio percorso verso il caos
economico. Hollande sembra che abbia in mente un buon percorso per fare quel viaggio e
infatti ha iniziato molto bene. Probabilmente ne sto parlando troppo in anticipo, ma a meno
che qualcosa di nuovo e di diverso succeda il dado oramai è tratto.

Se la Grecia provoca un bruciore di stomaco ai politici europei, che cosa provocherà il
caos economico in Francia? Non sembra esserci nessuna parola particolarmente gentile
anche per un soupçon di austerità in lingua francese.

I francesi non stanno rispettando le loro previsioni di bilancio. Loro perderanno il rating
della AAA e in quel momento sosterranno che quella è una cospirazione contro di loro e
del tutto ingiustificata. E quando i loro tassi di interesse saliranno del 2% si chiederà alla
BCE di acquistare il loro debito, così come la BCE sta già facendo per la Spagna e per
l'Italia. Guardate come urleranno, quando i loro tassi saliranno al di sopra del 4%. In quel
momento ci verrà detto che il "Quattro per cento è chiaramente una temporanea
mancanza di comprensione da parte del mercato ed è semplicemente non razionale".

Sarà molto interessante vedere come il governo socialista di Hollande cercherà di
muoversi nei prossimi mesi e anni. Cercheranno di tagliare le spese? Dove? Le
sovvenzioni agricole? Quelle per gli agriturismi? Sposteranno l'età di pensionamento
(certamente temporaneamente) tornerà a 62 anni? (Zut alors!) Il cercare di spingere
l'economia attraverso un aumento della spesa e con un maggiore indebitamento e poi
avere la speranza che la BCE intervenga? I lavoratori e i contadini francesi accetteranno
in modo sereno l'austerità? La Germania è disponibile a sovvenzionare la Francia? La
Francia è un ponte verso una maggiore solidarietà europea? Restate sintonizzati.

Parigi è stata recentemente classificata come la città più cara dove vivere. Vi posso
confermare che la città è trop cher. Devo ammettere che Parigi è uno dei miei posti
preferiti al mondo soprattutto in primavera. Mi piace andare a casa di un mio amico Bill
Bonner in Ouzilly, vive immerso nel verde nel bel mezzo della Francia. E' un posto
straordinario. L'unica cosa positiva che verrà fuori da questa debacle che il governo
francese sta generando è che Parigi diventerà un bel po' più economica. Bene questo e il
totale discredito della politica socialista.

L'Europa ha i suoi problemi di sostenibilità che ho ben analizzato anche in passato e noi
naturalmente li rivisiteremo di nuovo. Questa situazione sarà fonte di forte volatilità
durante il prossimo anno.

USA : I giochi della crisi

A mio parere il 2013 sarà l'anno del successo o del fallimento per gli Stati Uniti. Se
abbiamo intenzione di riportare il deficit verso un percorso di equilibrio, allora questa cosa
deve accadere quest'anno. (Vorrei sottolineare che ho detto il 2013 sin dal 2010.) Il 2014 è
un anno di elezioni e sarà maggiormente difficile ottenere che venga fatto un qualche cosa
che abbia maggiore sostanza. Obama sarà più disposto a raggiungere un compromesso
nel 2015? A quel punto penso che sarà troppo tardi in quanto il mercato obbligazionario,
dopo aver visto il Giappone e la Francia e gran parte dell'Europa cadere nel caos,
semplicemente comincerà a chiedere tassi più elevati e non importerà a nessuno quello
che la Fed deciderà di fare. Se ciò non sarà avvenuto già da prima.

La questione fiscale americana rappresenta il rischio di andare incontro a delle continue
crisi se i repubblicani non prendono sul serio il deficit. Saranno in grado di fermarsi prima o
faranno si che il governo cada? E' caduto per due volte nel 1990. Il mondo è
sopravvissuto. Mi sarebbe piaciuto avere un sistema più collegiale. Chi si immaginava che
avremmo avuto nostalgia per l'epoca di Clinton e di Gingrich?

Ancora una volta questa lettera sta diventando troppo lunga, ma tutti noi sappiamo i
problemi a cui stiamo andando incontro. Scriverò maggiori dettagli su tutte queste cose
nelle prossime lettere. Ma prima di cambiare argomento vorrei dare un suggerimento ai
repubblicani e fare alcune riflessioni sulla insostenibilità dei diritti.

In primo luogo vorrei umilmente far presente che il parlamento deve approvare due bilanci.
Non uno ma due. In primo luogo ne deve essere approvato uno che presupponga che
l'attuale politica fiscale rimanga totalmente intatta, ma che però ci metta in un percorso
verso un pareggio di bilancio nell'arco di sette anni. Poi ne deve essere approvato un altro
con lo stesso obiettivo, ma con una travolgente riforma fiscale pro-crescita. Con un
imposta del 15% sulle aziende ma cancellando tutte le detrazioni. Con una completa
eliminazione delle tassazioni fiscali. Forse impazzendo e mettendo un IVA al posto
dell'imposta sulla social security. Nessuna misura che rimanga a metà strada. Bisogna
fare delle scelte radicali.

Qualche considerazione finale sugli Stati Uniti. Gli aumenti dati dalle imposte saranno
molto più significativi rispetto a quanto viene pubblicizzato nei giornali, forse si arriverà
quasi fino al 1,5% del PIL. Ovviamente una scelta di questo tipo non sarà particolarmente
positiva per la prima parte dell'anno. Un trimestre o due di vera e propria recessione sono
del tutto possibili. O per lo meno la crescita sarà molto debole. E la tassa nascosta data
dall'aumento dei costi dell'assicurazione sanitaria a seguito dell'"Obamacare" sarà nella
seconda metà del 2013 più del 1%, in quanto le compagnie di assicurazione dovranno
adeguare i mandati e i costi per il 2014. Le compagnie di assicurazione stanno
annunciando dei significativi aumenti dei premi assicurativi. Le spese sanitarie sostenute
dalla mia società stanno aumentando di un importo scioccante. E per le imprese che sono
in un business ad alta intensità di lavoro? I lavoratori stanno per essere lasciati alla mercé
del nuovo sistema sanitario.

Obamacare sta per essere la madre di tutti gli incubi burocratici. Io sono d'accordo con la
necessità di un cambiamento del sistema sanitario, ma come pensiamo di poter modificare
radicalmente il 15% dell'economia degli Stati Uniti senza creare dei danni collaterali al di là
di quelli che verranno creati a me.

L'insostenibilità dei diritti

Una delle cose più importanti che ho sempre in mente è l'insostenibilità dei diritti in modo
particolare quelli legati all'assistenza sanitaria. Sappiamo tutti che possiamo trovare una
facile soluzione alla social security, ma trovare una soluzione all'assistenza sanitaria sarà
molto più difficile. E tra i maggiori problemi abbiamo il fatto che gli americani vivono stili di
vita non salutari. I dati indicano che abbiamo il 40% in più di malati rispetto ai nostri
colleghi europei, il che spiega perché abbiamo un costo sanitario molto più elevato rispetto
al PIL. Inoltre la politica sanitaria è stata definita in un periodo dove avevamo grandi
imprese e sindacati, invece ora le cose sono molto cambiate.

Mentre questa sera discutevo questa cosa con Pat Cox, egli mi ha detto che Michael
Barone ha usato in modo simile queste precise parole nel suo editoriale di oggi. Mi sono
fermato e ho letto anch'io il pezzo e mi sono trovato completamente d'accordo. Egli ha
sottolineato che dopo un periodo di 76 anni nella politica americana (solo modestamente
forzata) suggerisce che una nuova era è alle porte. Non troppo distante dalle tesi di Neil
Howe's Generations. Potete leggere qui l'intero articolo.

Vedo a questo punto diverse strade di fronte a noi, ma tutte devono inevitabilmente
arrivare ad una qualche forma di sostenibilità. Evitare di correre all'ultimo minuto. Iniziamo
ora a fare i cambiamenti necessari!

Entro la fine di questo decennio e probabilmente molto prima, dobbiamo trasformare
l'attuale sistema insostenibile in un qualcosa di molto più gestibile. In quel periodo il
mercato orso secolare sarà arrivato alla fine. Sanità e la medicina subiranno un
cambiamento radicale.

La nuova era (sto cercando un nome per definirla) sarà la benvenuta, se noi decidiamo di
fare dei piani per passare dalla situazione nella quale siamo a quella che vogliamo
raggiungere. E questa lettera sarà la cronaca del viaggio. Restate con me.

Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York

Questa sera sono in Costa del Sol in Spagna, dove ho deciso di passare il fine settimana
a parlare con la gente del posto e cercare nuove relazioni. Martedì volo a Londra per una
serie di incontri e una cena con delle persone veramente interessanti. Poi prendo il volo
per Atene dove incontrerò Christian Menegatti, l'amministratore delegato della ricerca di
Roubini Global Economics. Passeremo assieme tre giorni facendo incontri con
imprenditori, politici, banchieri e con la gente del posto, tutto questo per comprendere di
persona ciò che sta accadendo.

Invece tutto quello che ho imparato come ospite dei Fondi Skagen nel tour in Scandinavia,
sarà l'argomento della lettera della prossima settimana che scriverò da Ginevra.

Sarò a Toronto il 28 gennaio per un intervento con il mio partner canadese, Nicola Wealth
Management. Incontrerò diversi media e incontrerò degli amici di lunga data come Rick
Rule e quelli di Sprott Management. E naturalmente avrò una lunga chiacchierata anche
con Rosie (David Rosenberg). Voglio imparare molto, ne sono sicuro. Poi andrò a New
York il 29 e probabilmente a DC nel fine settimana, prima di tornare a casa.

Sono stato in Svezia e ho parlato a circa 200 investitori e gestori di fondi (un sacco di fondi
pensione) . La Svezia come vi ho già raccontato ha attraversato la propria crisi nel 1993.
Ho parlato con molti svedesi che operavano nel mercato in quel periodo.

E se gli Stati Uniti non faranno oggi delle scelte difficili, allora saremo costretti a fare delle
scelte ancora più dolorose. Alla fine le tasse saranno aumentate e l'assistenza sanitaria e
le altre spese saranno tagliate molto più di quanto ognuno di noi si possa immaginare.
Questo è un periodo di tempo favorevole e non c'è motivo di pensare che per gli Stati Uniti
le cose andranno in modo diverso.

E' già arrivata mattina ed è il momento per premere il pulsante di invio. Buona settimana.
Prenderò un sacco di appunti e poi vi riferirò il tutto.

Il vostro analista che ha la sensazione di aver bisogno di imparare lo spagnolo,




John Mauldin
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La sorpresa del Tasso di Disoccupazione
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Incertezza e Rischio
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Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione

  • 1. SCENARI FINANZIARI JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital Previsioni per il 2013: Insostenibilità e Transizione di John Mauldin | 14 gennaio 2013 - Anno 4 - Numero 1 In questo numero: Insostenibilità e Transizione Una bolla per domarlo del tutto L'anno del parabrezza Godzilla Redux: disastro di tipo A o disastro di tipo B La Francia è la nuova Grecia USA : I giochi della crisi L'insostenibilità dei diritti Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York “Ci sono decenni in cui non accade nulla e ci sono settimane in cui accade quello che avviene in decenni.” – Vladimir Ilyich Lenin "La gente accetta il cambiamento solo quando si trova di fronte alla necessità e ne riconosce la necessità solo quando si trova di fronte ad una crisi." – Jean Monnet "Se un qualcosa non può andare avanti all'infinito, si fermerà" Herbert Stein Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso. Questa è la newsletter che viene maggiormente letta, tra l'altro se non siete ancora iscritti vi potete unirvi al "milione di amici" e ricevere Scenari Finanziari (Thoughts from the Frontline) iscrivendovi su : http://www.scenarifinanziari.it/ Insostenibilità e transizione Ripensate al 2001. E' stato l'inizio del nuovo millennio. Mentre quella data era di buon auspicio, gli eventi che sono seguiti hanno sempre più dato forma al futuro dei prossimi decenni. La Cina è stata ammessa nell'Organizzazione mondiale del commercio, portando una rivoluzione nella sua produzione e nel commercio globale. L'euro era stato lanciato con molto clamore e con un limitato coro di critiche. Ora siamo nel bel mezzo di una grande prova che dovrà stabilire se l'euro sarà un esperimento di breve o una moneta che durerà nel tempo. Ciò ha delle implicazioni drammatiche, non solo per l'Europa ma anche per il resto del mondo. E naturalmente i tragici eventi del settembre 2011 che hanno dato
  • 2. forma ad una nuova percezione globale di ciò che costituisce la minaccia alla democrazia e alla sicurezza. Inoltre l'apertura del secolo è stata caratterizzata dall'inizio di un mercato orso secolare, tale da diminuire i rendimenti di coloro che sono in pensione. L'attività economica nei paesi sviluppati non ha ancora recuperato il ritmo del secolo precedente e molti analisti, come abbiamo visto nell'ultima lettera del 2012, prevedono un tasso di crescita ancora più ridotto per il resto di questo decennio. La paura della deflazione ha spinto Alan Greenspan ad abbassare i tassi di interesse a livelli tali che alla fine questo ha creato una bolla immobiliare e questo ha incoraggiato lo stesso Congresso, grazie al fatto che i tassi erano così bassi a contrarre enormi deficit che sono ancora più grandi rispetto a quelli che hanno preceduto il collasso economico del 2008. Da allora sia il deficit che il livello di debito sono solo peggiorati. Quest'anno è possibile leggere qualsiasi tipo di previsione economica. Alcuni si aspettano si ritorni al tasso di crescita del secolo scorso e ad un nuovo mercato toro. Alcuni vedono una recessione o una maggiore flessione. Ma non importa quale sia il vostro punto di vista per i prossimi 12 mesi, c'è un senso diffuso che l'attuale sistema del debito pubblico e le tante promesse non possano essere mantenute. I politici possono continuare nel procrastinare, ma chiunque può vedere che il sistema non è sostenibile. Gli Stati Uniti non possono pagare una cifra stimata di $200.000 trilioni (in crescita) di obbligazioni e altri titoli (Burns e Kotlikoff, The Clash of Generations), anche se altri dicono che abbiamo "solo" poco più di $80 trilioni. Il Giappone non può continuare ad indebitarsi per il 45% del suo bilancio pubblico al 1%, quando il debito è al 230% del PIL e aumenta di oltre il 10% all'anno. L'Europa non può rinviare le conseguenze di una squilibrata unione monetaria per sempre. Viviamo in un mondo insostenibile. Per estendere il pensiero di Herb Stein, dobbiamo cambiare il mondo in un qualcosa di più sostenibile. Questo è stato un tema implicito di questa lettera per anni, ma quest'anno sarà un tema esplicito che andremo spesso a rivisitare. La transizione verso un mondo più sostenibile porterà a dei cambiamenti poco piacevoli se non ci preparerà per tempo. In via preliminare vorrei affermare che questa "insostenibilità" non è un riferimento agli argomenti maltusiani in quanto il mondo non è a corto di cibo, energia o di altri beni necessari per assicurare il progresso economico. Respingo tali argomenti. Ho una grande speranze nella nostra capacità di transizione verso nuove forme di prodotti alimentari e di produzione di energia. Sono infatti molto ottimista per il futuro del mondo. Nessuno nel 2033 vorrà tornare ai bei vecchi tempi del 2013. Considereremo questo periodo come un tempo caratterizzato da una malasanità ("provate ad immaginare le persone che sono morte di cancro in quel periodo?"). Il passaggio che ci accingiamo a fare verso un nuovo mondo di innovazione e tecnologia sarà inquietante per molte persone, ma questi cambiamenti saranno nel complesso positivi e saranno anche benvenuti. Mentre stavo ultimando questa lettera il mio amico Barry Ritholtz di The Big Picture mi ha inviato questa nota: A seguito del livello di deficit ci ha messo in guardia per anni su un iperinflazione imminente. Ho sentito questi minacciosi avvertimenti durante tutta la mia vita. "Questo è insostenibile! L'inflazione sta per esplodere! "Ma l'inflazione è stata piuttosto tranquilla e noi non stiamo vivendo un qualcosa nemmeno di lontanamente simile all'iperinflazione.
  • 3. Continuano ad usare quella parola "insostenibile", ma con tutto il rispetto per Inigo Montoya, non penso che la parola significhi quello che loro pensano significhi. Sono definitivamente sicuro che il deficit (e il debito!) si muovano in un campo oscuro, ma do poco credito a coloro che credono ad una iperinflazione negli Stati Uniti. Sono animali molto diversi. Credo anche che se vogliamo possiamo tenere il deficit sotto controllo oppure il mercato può ci costringerà a farlo. Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpinvestments.com - è la società partner di John Mauldin per il mercato Europeo. Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il mercato Italiano. Una bolla per domarlo del tutto L'insostenibilità a cui mi riferisco è quella della più grande bolla della storia umana: il debito pubblico in tandem con le promesse del governo che non possono essere soddisfatte. E a differenza del 1993 quando solo i paesi sviluppati quali il Canada e la Svezia hanno avuto a che fare con un debito insostenibile, dei bilanci gonfiati e delle promesse irrealistiche, questa volta i paesi che sono in bolla includono le maggiori economie e la maggior parte del PIL mondiale. Questo non è un problema a breve termine. Ci sono tre distinte stagioni economiche che devono susseguirsi e questo avverrà con i propri tempi. E date le loro dimensioni e la loro capacità di resistere al cambiamento, stiamo parlando di anni di transizione non di mesi. Le stagioni economiche di cui sto parlando sono ovviamente l'Europa, il Giappone e gli Stati Uniti. Si potrebbe argomentare che abbiamo un quarto centro di insostenibilità : la Cina. Tuttavia non sono convinto che ci sia in serbo per la Cina un qualcosa di più delle solite recessioni. (Non sto facendo previsioni di recessioni per la Cina, sto solo sottolineando che nemmeno i cinesi possono eliminare per sempre il ciclo economico). Non entreremo nei dettagli di ciascuna delle tre economie menzionate, ma parleremo di ciascuna. E finirò con una nota su dove gli investitori dovrebbero guardare per rendere sostenibile la transizione verso una nuova era. Cominciamo con il Giappone. L'anno del parabrezza Intorno a fine novembre e dicembre ho detto in diverse trasmissioni radiofoniche e interviste televisive che il titolo della mia previsione annuale sarebbe stato "l'anno del parabrezza." Ho cambiato il titolo effettivo solo di recente quando ho iniziato a pensare al prossimo anno nella sua totalità , anche se forse quest'anno il passaggio più drammatico lo dovrà affrontare il Giappone che finalmente inizierà la sua discesa verso la notte buia, rispetto a quella situazione di penombra nel quale è stata la sua economia per più di 20 anni. Il sottotitolo viene dal mio libro Endgame, dove ho bizzarramente intitolato un capitolo "Il Giappone è un moscone alla ricerca di un parabrezza." I problemi che vedremo brevemente nei prossimi paragrafi sono ben noti. Eppure il
  • 4. Giappone nbon ha resistito e ha preso a prestito somme ancora più ingenti di denaro, non portando quindi il suo bilancio in pareggio e spendendo enormi quantità di denaro in stimoli e in infrastrutture, navigando in una economia che ha cercato di cavarsela alla meno peggio e che oggi non è sostanzialmente più grande di quanto non fosse 20 anni fa. Il mercato azionario giapponese è ancora sotto di circa il 75% (più o meno) rispetto ai massimi di 23 anni fa, anche se alcuni stavano celebrando lo scorso anno un rialzo del 23%. Data la frustrazione che gli investitori hanno subito per tutto questo tempo dall'indice Nikkei, suppongo che si cerchi un po' di conforto quando e dove è possibile. Il grafico riportato qui sotto è aggiornato con i dati di questa settimana. Potete trovare maggiori dettagli sulla performance dell'indice nel corso degli ultimi due decenni su http://www.forecast-chart.com/historical-nikkei-225.html. Il Giappone ha raggiunto un rapporto del 230% tra debito pubblico e PIL (questa è l'ultima stima che ho visto) è sta crescendo del 10% all'anno. Quest'anno il governo contrarrà prestiti per quasi il 45% del suo bilancio. C'è mai stato un disastro più chiaro di così? Il vendere i titoli di stato Giapponesi è stato definito un "widow-maker". Penso che sia stato Soros che scherzando una volta ha detto che non ci si può considerare dei global macro trader se prima non si sono persi dei soldi vendendo JGB (i titoli di Stato giapponesi). Il nuovo governo giapponese guidato dal primo ministro Abe ed ex primo ministro e ora ministro delle Finanze Aso, hanno esplicitamente chiesto alla Banca centrale un obbiettivo di inflazione pari al 2%. Per questo hanno chiaramente intenzione di sostituire i governatori dell'attuale board della BoJ con dei membri che siano d'accordo con questa politica. Essi hanno il peso politico per farlo. Questa mossa significa che ci sarà un ampia stampa di yen. In risposta a questo lo yen si è già indebolito di oltre il 10%. È possibile controllare la quantità di denaro o il costo del denaro ma non entrambi. (Sì lo so che una cosa influenza l'altra, ma mi riferisco alla stampa di denaro su larga scala.) Si deve ritenere che la legge di gravità non sarà abrogata e che gli investitori vorranno un qualcosa di più del 2% sulle obbligazioni a dieci anni se l'inflazione arriverà al 2%. Se il titolo decennale sarà al 2%, il Giappone avrà quanto prima una spesa per interessi pari ad oltre il 50% delle sue entrate fiscali. Io sostengo che questo non è un modello di business
  • 5. che funziona. Perché ora e non in un prossimo futuro durante i prossimi dieci anni? Quest'anno vedo una serie di fattori che stanno convergendo : 1. I giapponesi avevano nel 1990 un tasso del 15% di risparmio. Questo valore ora è al di sotto dell'1%. (I numeri esatti sono difficili da reperire perché i dati giapponesi su questo argomento subiscono dei forti ritardi e quindi questo dato è un'estrapolazione, anche se credo ragionevole.) A causa della natura del loro sistema pensionistico hanno incanalato la maggior parte di questi risparmi su JGB. Quando il tasso di risparmio diventa negativo o non è più sufficiente a comprare tutto il debito emesso, l'unica scelta sarà quella di monetizzare il debito o di tagliare le spese. Quest'ultima scelta non sembra faccia parte del loro modo di pensare. Il tagliare la spesa dell'ammontare richiesto comporterà una grave recessione ed inoltre porterà deflazione, un opzione che il nuovo governo rifiuta in modo esplicito. 2. Il deficit commerciale e le partite correnti sono di recente diventate negative. La macchina delle esportazioni giapponese sembra sia andata a sbattere contro un muro e questo limiterà ancora di più le opzioni per il controllo del valore dello yen. Capire il target sull'inflazione significa anche comprendere il target della valuta. Vogliono chiaramente che lo yen si svaluti. Ho scritto per anni che lo yen alla fine sarebbe arrivato a 125, poi 150 e poi a 200 sul dollaro. E' arrivato anche a 300 nel corso della mia vita e a meno che non ci sia un cambio di direzione, non vi è alcuna ragione per cui non possa tornare di nuovo a quel valore. Ciò significa che la signora Watanabe vedrebbe le sue bollette energetiche raddoppiare. In questo modo si rimetterebbe in discussione la decisione di chiudere le loro centrali nucleari, qualcosa che Abe sta già riconsiderando. Pensate a quanto saranno felici i coreani quando potranno acquistare una Lexus ad un prezzo molto più conveniente rispetto al comprare una Kia? Pensate come Samsung e LG saranno felici quando Panasonic e Sony li divoreranno con i loro prezzi. Benvenuti nell'era delle guerre valutarie. Godzilla Redux: Disastro di tipo A o Disastro di tipo B Il Giappone è ora impegnato in un Disastro di tipo A o di tipo B. Ricordate quei brutti film d'orrore giapponesi degli anni '50 e '60? Godzilla la prima volta uscì nel 1954 e ci sono
  • 6. stati decine di nuove serie. Sembrava senza fine. E mentre la politica del governo attuale non rovinerà il centro di Tokyo, questa però potrà seriamente danneggiare i risparmi e il potere d'acquisto di due generazioni. Il disastro di tipo A è la monetizzazione, che chiaramente non è positiva nel momento in cui i giapponesi vogliono comprare un qualcosa che non è made in Japan (come l'energia, l'acciaio, le materie prime, un sacco di cibo, ecc). Il disastro di tipo B è la depressione deflazionistica e un bilancio in pareggio. Il che ci porta ad un altro fattore: 3. Una volta che il governo si è impegnato nella nuova strategia, ogni ripensamento provoca uno sconvolgimento del mercato. Questo non è un impegno a breve termine. Mi sembra che i giapponesi credono veramente che la loro mancanza di crescita economica possa essere risolta attraverso l'inflazione. I loro politici sembra si siano canalizzati all'interno di Paul Krugman, o che a partire dal 2000 prendano consigli da Bernanke dopo che ha pubblicato un articolo dal titolo "Japan's Slump: A case of self-induced paralysis" Quando il vostro debito e deficit a raggiunto dei livelli come quelli del Giappone, l'unico modo per risolvere il problema è quello inflazionare il debito o entrare volontariamente in una depressione. Ovviamente loro pensano di poter controllare sia il debito che l'inflazione. Ciò significa che NON dovete essere corti sui titoli governativi giapponesi. Ripeto NON dovete. L'unico modo per i giapponesi per far si che il loro piano funzioni senza dover combattere con Godzilla impersonato dal mercato obbligazionario è quello di spostare la curva dei rendimenti e monetizzare il debito. Riceverete tutti gli yen che vi avevano promesso quando avete comprato le loro obbligazioni ... ma il contratto non stabilisce a quale valore effettivo vi saranno restituiti gli yen. Il piano è evidentemente quello che con un po' di inflazione essi pensano di rimettere in moto l'economia, e così con la crescita possono finalmente riequilibrare il bilancio e tornare ad un mercato obbligazionario normale. Solo un paio di anni fa questa lettera sembrava fosse concentrata tutta sulla Grecia. Il Giappone è 100 volte più importante della Grecia e quindi riprenderemo più volte questo argomento nei prossimi mesi. Ma prima di andare avanti alcune brevi note: In primo luogo, anche se ho detto che il Giappone è un "moscone alla ricerca di un parabrezza" per quasi tre anni, non ho mai effettivamente messo i soldi sul tavolo. Fino a questo mese. Ora ho investito una parte considerevole dei miei fondi pensione in una strategia short sul Giappone (non è un semplice short sullo yen e non è chiaramente una strategia short sui titoli JGB) inoltre aumenterò quella posizione col passare del tempo. Pensate ad una scelta di questo tipo. C'è poca differenza fra 90 yen per dollaro e 100 yen quando il target è 200 o ancora di più, almeno se io ho ragione. Se mi sbaglio il che è del tutto possibile, quindi il nome di "widow-maker" sarà ancora una volta appropriato. Non vi sto suggerendo di fare questa cosa, vi consiglio di approfondirla. E per la cronaca, sto investendo lentamente su questa strategia perché il mercato dello yen e il Nikkei si sono già mossi molto. Penso che questo potrebbe essere uno degli investimenti più asimmetrici che si siano mai visti, ma questo richiederà capacità di resistere e non velocità. In secondo luogo i risultati di tutto questo pezzo di teatrino giapponese attuato dalla banca centrale servirà da monito agli altri governi (in particolare alla Fed e al Congresso) nel non tentare di ripetere questa strategia. In questo momento, però a loro questa sembra una
  • 7. buona idea. E questa è proprio la politica che viene sollecitata da Paul Krugman. Di conseguenza il Giappone si sta preparando a fare un esperimento di ampia portata basato sulle idee Krugman. Mentre Krugman ha solo la sua reputazione sulla quale gioca, viceversa ci sono invece 127 milioni di giapponesi sui quali si gioca direttamente sulla loro pelle. Se Krugman non pensa che la monetizzazione sia la cosa giusta da fare, deve dirlo ora pubblicamente. Sarebbe bello sapere quale livello di monetizzazione sia sufficiente per Krugman. A che punto dovrebbero fermarsi i giapponesi? Al quattro per cento di inflazione? Al sei per cento? Ad un rapporto dollaro/yen pari a 200? 250 o 300? Dovrebbero continuare finché l'economia non cresce del 2%? 4%? Come dovrebbero poi uscir fuori dallo stimolo monetario? Quando lo faranno, questo causerà una recessione? Non sono assolutamente interessati al deficit? Esiste un limite teorico alla monetizzazione e agli stimoli se l'economia continua ad essere debole? Di per se il bloccare lo stimolo monetario può causare una recessione e un duro atterraggio per l'economia, dovrebbe essere proseguita anche oltre a quelli che possono essere i "normali" limiti? Quali sono questi limiti? Se la strategia giapponese (per come ho potuto comprenderla) ha successo, allora dovrò posare la mia mano destra su una copia della Teoria generale e convertirmi al vangelo secondo John Maynard Keynes, come viene correttamente interpretato dal suo discepolo Paul Krugman. Se i fatti a questo punto modificano la situazione, a quel punto credo che anch'io devo cambiare il mio punto di vista. Il mondo cosa farà? Starà solo a guardare. E infine vorrei sottolineare umorismo a parte, che riconosco che tutto questo non è un film. Tutto questo è vero, in quanto arriverà in Giappone e alla sua gente. I giapponesi sono uomini che lavorano molto duramente e delle persone molto brillanti nel fare affari. Essi non saranno condannati. Saranno costretti ad adattarsi e questo lo hanno già fatto prima, come lo hanno già fatto molti altri paesi. I miei migliori auguri, ve li faccio in modo sincero. La Francia è la nuova Grecia Quattro anni fa ho iniziato a scrivere sulla Grecia e due anni fa ho iniziato a scrivere sulla Spagna (in modo dettagliato su Endgame). Ero in anticipo in entrambe le occasioni. Stavo guardando i loro bilanci dal punto di vista numerico e vedevo solo dei numeri di fronte a me. Per la cronaca la Francia è sulla buona strada per diventare la nuova Grecia. Ovviamente non allo stesso modo : la Francia farà il proprio percorso verso il caos economico. Hollande sembra che abbia in mente un buon percorso per fare quel viaggio e infatti ha iniziato molto bene. Probabilmente ne sto parlando troppo in anticipo, ma a meno che qualcosa di nuovo e di diverso succeda il dado oramai è tratto. Se la Grecia provoca un bruciore di stomaco ai politici europei, che cosa provocherà il caos economico in Francia? Non sembra esserci nessuna parola particolarmente gentile anche per un soupçon di austerità in lingua francese. I francesi non stanno rispettando le loro previsioni di bilancio. Loro perderanno il rating della AAA e in quel momento sosterranno che quella è una cospirazione contro di loro e del tutto ingiustificata. E quando i loro tassi di interesse saliranno del 2% si chiederà alla BCE di acquistare il loro debito, così come la BCE sta già facendo per la Spagna e per l'Italia. Guardate come urleranno, quando i loro tassi saliranno al di sopra del 4%. In quel momento ci verrà detto che il "Quattro per cento è chiaramente una temporanea
  • 8. mancanza di comprensione da parte del mercato ed è semplicemente non razionale". Sarà molto interessante vedere come il governo socialista di Hollande cercherà di muoversi nei prossimi mesi e anni. Cercheranno di tagliare le spese? Dove? Le sovvenzioni agricole? Quelle per gli agriturismi? Sposteranno l'età di pensionamento (certamente temporaneamente) tornerà a 62 anni? (Zut alors!) Il cercare di spingere l'economia attraverso un aumento della spesa e con un maggiore indebitamento e poi avere la speranza che la BCE intervenga? I lavoratori e i contadini francesi accetteranno in modo sereno l'austerità? La Germania è disponibile a sovvenzionare la Francia? La Francia è un ponte verso una maggiore solidarietà europea? Restate sintonizzati. Parigi è stata recentemente classificata come la città più cara dove vivere. Vi posso confermare che la città è trop cher. Devo ammettere che Parigi è uno dei miei posti preferiti al mondo soprattutto in primavera. Mi piace andare a casa di un mio amico Bill Bonner in Ouzilly, vive immerso nel verde nel bel mezzo della Francia. E' un posto straordinario. L'unica cosa positiva che verrà fuori da questa debacle che il governo francese sta generando è che Parigi diventerà un bel po' più economica. Bene questo e il totale discredito della politica socialista. L'Europa ha i suoi problemi di sostenibilità che ho ben analizzato anche in passato e noi naturalmente li rivisiteremo di nuovo. Questa situazione sarà fonte di forte volatilità durante il prossimo anno. USA : I giochi della crisi A mio parere il 2013 sarà l'anno del successo o del fallimento per gli Stati Uniti. Se abbiamo intenzione di riportare il deficit verso un percorso di equilibrio, allora questa cosa deve accadere quest'anno. (Vorrei sottolineare che ho detto il 2013 sin dal 2010.) Il 2014 è un anno di elezioni e sarà maggiormente difficile ottenere che venga fatto un qualche cosa che abbia maggiore sostanza. Obama sarà più disposto a raggiungere un compromesso nel 2015? A quel punto penso che sarà troppo tardi in quanto il mercato obbligazionario, dopo aver visto il Giappone e la Francia e gran parte dell'Europa cadere nel caos, semplicemente comincerà a chiedere tassi più elevati e non importerà a nessuno quello che la Fed deciderà di fare. Se ciò non sarà avvenuto già da prima. La questione fiscale americana rappresenta il rischio di andare incontro a delle continue crisi se i repubblicani non prendono sul serio il deficit. Saranno in grado di fermarsi prima o faranno si che il governo cada? E' caduto per due volte nel 1990. Il mondo è sopravvissuto. Mi sarebbe piaciuto avere un sistema più collegiale. Chi si immaginava che avremmo avuto nostalgia per l'epoca di Clinton e di Gingrich? Ancora una volta questa lettera sta diventando troppo lunga, ma tutti noi sappiamo i problemi a cui stiamo andando incontro. Scriverò maggiori dettagli su tutte queste cose nelle prossime lettere. Ma prima di cambiare argomento vorrei dare un suggerimento ai repubblicani e fare alcune riflessioni sulla insostenibilità dei diritti. In primo luogo vorrei umilmente far presente che il parlamento deve approvare due bilanci. Non uno ma due. In primo luogo ne deve essere approvato uno che presupponga che l'attuale politica fiscale rimanga totalmente intatta, ma che però ci metta in un percorso verso un pareggio di bilancio nell'arco di sette anni. Poi ne deve essere approvato un altro con lo stesso obiettivo, ma con una travolgente riforma fiscale pro-crescita. Con un
  • 9. imposta del 15% sulle aziende ma cancellando tutte le detrazioni. Con una completa eliminazione delle tassazioni fiscali. Forse impazzendo e mettendo un IVA al posto dell'imposta sulla social security. Nessuna misura che rimanga a metà strada. Bisogna fare delle scelte radicali. Qualche considerazione finale sugli Stati Uniti. Gli aumenti dati dalle imposte saranno molto più significativi rispetto a quanto viene pubblicizzato nei giornali, forse si arriverà quasi fino al 1,5% del PIL. Ovviamente una scelta di questo tipo non sarà particolarmente positiva per la prima parte dell'anno. Un trimestre o due di vera e propria recessione sono del tutto possibili. O per lo meno la crescita sarà molto debole. E la tassa nascosta data dall'aumento dei costi dell'assicurazione sanitaria a seguito dell'"Obamacare" sarà nella seconda metà del 2013 più del 1%, in quanto le compagnie di assicurazione dovranno adeguare i mandati e i costi per il 2014. Le compagnie di assicurazione stanno annunciando dei significativi aumenti dei premi assicurativi. Le spese sanitarie sostenute dalla mia società stanno aumentando di un importo scioccante. E per le imprese che sono in un business ad alta intensità di lavoro? I lavoratori stanno per essere lasciati alla mercé del nuovo sistema sanitario. Obamacare sta per essere la madre di tutti gli incubi burocratici. Io sono d'accordo con la necessità di un cambiamento del sistema sanitario, ma come pensiamo di poter modificare radicalmente il 15% dell'economia degli Stati Uniti senza creare dei danni collaterali al di là di quelli che verranno creati a me. L'insostenibilità dei diritti Una delle cose più importanti che ho sempre in mente è l'insostenibilità dei diritti in modo particolare quelli legati all'assistenza sanitaria. Sappiamo tutti che possiamo trovare una facile soluzione alla social security, ma trovare una soluzione all'assistenza sanitaria sarà molto più difficile. E tra i maggiori problemi abbiamo il fatto che gli americani vivono stili di vita non salutari. I dati indicano che abbiamo il 40% in più di malati rispetto ai nostri colleghi europei, il che spiega perché abbiamo un costo sanitario molto più elevato rispetto al PIL. Inoltre la politica sanitaria è stata definita in un periodo dove avevamo grandi imprese e sindacati, invece ora le cose sono molto cambiate. Mentre questa sera discutevo questa cosa con Pat Cox, egli mi ha detto che Michael Barone ha usato in modo simile queste precise parole nel suo editoriale di oggi. Mi sono fermato e ho letto anch'io il pezzo e mi sono trovato completamente d'accordo. Egli ha sottolineato che dopo un periodo di 76 anni nella politica americana (solo modestamente forzata) suggerisce che una nuova era è alle porte. Non troppo distante dalle tesi di Neil Howe's Generations. Potete leggere qui l'intero articolo. Vedo a questo punto diverse strade di fronte a noi, ma tutte devono inevitabilmente arrivare ad una qualche forma di sostenibilità. Evitare di correre all'ultimo minuto. Iniziamo ora a fare i cambiamenti necessari! Entro la fine di questo decennio e probabilmente molto prima, dobbiamo trasformare l'attuale sistema insostenibile in un qualcosa di molto più gestibile. In quel periodo il mercato orso secolare sarà arrivato alla fine. Sanità e la medicina subiranno un cambiamento radicale. La nuova era (sto cercando un nome per definirla) sarà la benvenuta, se noi decidiamo di
  • 10. fare dei piani per passare dalla situazione nella quale siamo a quella che vogliamo raggiungere. E questa lettera sarà la cronaca del viaggio. Restate con me. Londra, Atene, Ginevra, Toronto e New York Questa sera sono in Costa del Sol in Spagna, dove ho deciso di passare il fine settimana a parlare con la gente del posto e cercare nuove relazioni. Martedì volo a Londra per una serie di incontri e una cena con delle persone veramente interessanti. Poi prendo il volo per Atene dove incontrerò Christian Menegatti, l'amministratore delegato della ricerca di Roubini Global Economics. Passeremo assieme tre giorni facendo incontri con imprenditori, politici, banchieri e con la gente del posto, tutto questo per comprendere di persona ciò che sta accadendo. Invece tutto quello che ho imparato come ospite dei Fondi Skagen nel tour in Scandinavia, sarà l'argomento della lettera della prossima settimana che scriverò da Ginevra. Sarò a Toronto il 28 gennaio per un intervento con il mio partner canadese, Nicola Wealth Management. Incontrerò diversi media e incontrerò degli amici di lunga data come Rick Rule e quelli di Sprott Management. E naturalmente avrò una lunga chiacchierata anche con Rosie (David Rosenberg). Voglio imparare molto, ne sono sicuro. Poi andrò a New York il 29 e probabilmente a DC nel fine settimana, prima di tornare a casa. Sono stato in Svezia e ho parlato a circa 200 investitori e gestori di fondi (un sacco di fondi pensione) . La Svezia come vi ho già raccontato ha attraversato la propria crisi nel 1993. Ho parlato con molti svedesi che operavano nel mercato in quel periodo. E se gli Stati Uniti non faranno oggi delle scelte difficili, allora saremo costretti a fare delle scelte ancora più dolorose. Alla fine le tasse saranno aumentate e l'assistenza sanitaria e le altre spese saranno tagliate molto più di quanto ognuno di noi si possa immaginare. Questo è un periodo di tempo favorevole e non c'è motivo di pensare che per gli Stati Uniti le cose andranno in modo diverso. E' già arrivata mattina ed è il momento per premere il pulsante di invio. Buona settimana. Prenderò un sacco di appunti e poi vi riferirò il tutto. Il vostro analista che ha la sensazione di aver bisogno di imparare lo spagnolo, John Mauldin subscribers@mauldineconomics.com Copyright 2010-2013 John Mauldin. All Rights Reserved Copyright 2010-2013 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i
  • 11. suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici, immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione. Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e John Mauldin, sarà perseguita legalmente.
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