Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
Voglio iniziare con una semplice osservazione. Ho descritto alla maggior parte dei miei lettori e certamente alla maggior parte della stampa, avvenimenti "bearish". Io non lo sono. Io sono in realtà abbastanza ottimista. Ho una visione molto positiva della condizione umana in particolare sul ritmo accelerato della tecnologia, e credo che siamo sull\'orlo di un\'era di grande abbondanza.
Prima la deflazione, poi l\'inflazione.Horo Capital
Una delle più frequenti domande che mi viene posta durante degli incontri o dopo un intervento è se penso che avremo inflazione o deflazione. La mia risposta è: "Sì." A quel punto mi fermo e devo ammettere che è piuttosto divertente, in quanto la persona che ho di fronte cerca di digerire la risposta. E mentre la mia risposta è irriverente, ma corrisponde anche alla verità in quanto io mi aspetto entrambe le cose.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
E Il Momento Di Tirare Fuori Gli ObiciHoro Capital
È ormai comune l\'uso del termine bazooka per far riferimento alle azioni dei governi e delle banche centrali nel tentare di evitare una nuova crisi del credito. E questa settimana abbiamo visto uno sforzo coordinato delle banche centrali nell\'utilizzare i loro bazooka per scongiurare un altro disastro del credito stile 2008. Il mercato ha reagito come se la crisi fosse finita e che ora possiamo guardare avanti al prossimo bull market. Tuttavia, vedremo presto che questo non sarà stato sufficiente. A questo punto è necessario qualcosa di più di un obice (guardate l\'arsenale militare della seconda guerra mondiale).
Emerging Market Report a cura di Raiffeisen Capital Management - Dicembre 2017.Forfinance Group
l'espansione economica dei Paesi Emergenti continua a deporre a favore delle loro economie infatti il FMI prevede per loro una crescita economica del 4,8% nel 2018, rispetto all'1,9% delle nazioni industrializzate... continuerà questo trend?
Di seguito sono riassunti gli argomenti che tratterà il nostro consueto Emerging Market Report aggiornato a fine Dicembre 2017:
-CINA "La dinamica congiunturale del Paese ha subito un leggero rallentamentonell'ultimo periodo";
-INDIA "Moody's alza il merito di credito dell'India";
-BRASILE "Nonostante le continue incertezze della politica interna, la ripresa dell'economia brasiliana accelera
gradualmente il passo";
-RUSSIA "Russia attualmente già vicina alla crescita potenziale secondo la banca centrale";
-TURCHIA " Rialzo dei tassi di d'interesse nascosto dalla banca centrale turca";
-GRECIA "Per la prima volta in un decennio il Paese è cresciuto per tre trimestri consecutivi".
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
Non è possibile leggere qualsiasi seria analisi economica se questa non parla anche di posti di lavoro, di qualunque area si tratti sia questa l\'Europa, gli Stati Uniti o l\'Asia. E neanche questo è abbastanza. I politici offrono "piani" per l\'occupazione, molti dei quali fanno di tutto per illustrare la simpatia che loro hanno per le persone senza lavoro, ma senza offrire alcuna idea reale sulle modalità e sul significato di creazione di posti di lavoro duraturi.
Report Mercato Emergenti di Raiffeisen Capital ManagementForfinance Group
Il Report sui mercati emergenti aggiornato a fine Marzo 2017.
In questo numero sono toccate le seguenti tematiche:
CINA: Continua la ripresa congiunturale – nella seconda metà dell’anno potrebbe, tuttavia, iniziare un rallentamento;
BRASILE: Spirale d’indebitamento in Brasile – debito pubblico sale rapidamente;
INDIA: Riforma del contante provoca forte calo della crescita – per il governo ha, tuttavia, solo un impatto molto contenuto e temporaneo;
RUSSIA: L’economia russa continua la sua ripresa;
CE3 – Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria: Economia polacca mostra crescita sorprendentemente forte – nella Repubblica Ceca, invece, continua la crescita debole.
Le conseguenze di una politica monetaria accomodanteHoro Capital
Oggi abbiamo sentito Bernanke con il suo discorso da Jackson Hole. Non sono stati proprio i fuochi d\'artificio di dieci anni fa, ma comunque abbiamo la possibilità di contrastare il suo pensiero con quello di un altro funzionario della Federal Reserve che ha appena pubblicato un articolo sul sito web della Federal Reserve di Dallas. Bernanke ha esposto con sempre più razionalità la sua politica di Quantitative Easing. Ma quanto è efficace? E non ci sono delle conseguenze non intenzionali di cui dovremmo essere a conoscenza? Perché i mercati sembrano sbavare sulla prospettiva di un ulteriore QE?
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
Voglio iniziare con una semplice osservazione. Ho descritto alla maggior parte dei miei lettori e certamente alla maggior parte della stampa, avvenimenti "bearish". Io non lo sono. Io sono in realtà abbastanza ottimista. Ho una visione molto positiva della condizione umana in particolare sul ritmo accelerato della tecnologia, e credo che siamo sull\'orlo di un\'era di grande abbondanza.
Prima la deflazione, poi l\'inflazione.Horo Capital
Una delle più frequenti domande che mi viene posta durante degli incontri o dopo un intervento è se penso che avremo inflazione o deflazione. La mia risposta è: "Sì." A quel punto mi fermo e devo ammettere che è piuttosto divertente, in quanto la persona che ho di fronte cerca di digerire la risposta. E mentre la mia risposta è irriverente, ma corrisponde anche alla verità in quanto io mi aspetto entrambe le cose.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
E Il Momento Di Tirare Fuori Gli ObiciHoro Capital
È ormai comune l\'uso del termine bazooka per far riferimento alle azioni dei governi e delle banche centrali nel tentare di evitare una nuova crisi del credito. E questa settimana abbiamo visto uno sforzo coordinato delle banche centrali nell\'utilizzare i loro bazooka per scongiurare un altro disastro del credito stile 2008. Il mercato ha reagito come se la crisi fosse finita e che ora possiamo guardare avanti al prossimo bull market. Tuttavia, vedremo presto che questo non sarà stato sufficiente. A questo punto è necessario qualcosa di più di un obice (guardate l\'arsenale militare della seconda guerra mondiale).
Emerging Market Report a cura di Raiffeisen Capital Management - Dicembre 2017.Forfinance Group
l'espansione economica dei Paesi Emergenti continua a deporre a favore delle loro economie infatti il FMI prevede per loro una crescita economica del 4,8% nel 2018, rispetto all'1,9% delle nazioni industrializzate... continuerà questo trend?
Di seguito sono riassunti gli argomenti che tratterà il nostro consueto Emerging Market Report aggiornato a fine Dicembre 2017:
-CINA "La dinamica congiunturale del Paese ha subito un leggero rallentamentonell'ultimo periodo";
-INDIA "Moody's alza il merito di credito dell'India";
-BRASILE "Nonostante le continue incertezze della politica interna, la ripresa dell'economia brasiliana accelera
gradualmente il passo";
-RUSSIA "Russia attualmente già vicina alla crescita potenziale secondo la banca centrale";
-TURCHIA " Rialzo dei tassi di d'interesse nascosto dalla banca centrale turca";
-GRECIA "Per la prima volta in un decennio il Paese è cresciuto per tre trimestri consecutivi".
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
Non è possibile leggere qualsiasi seria analisi economica se questa non parla anche di posti di lavoro, di qualunque area si tratti sia questa l\'Europa, gli Stati Uniti o l\'Asia. E neanche questo è abbastanza. I politici offrono "piani" per l\'occupazione, molti dei quali fanno di tutto per illustrare la simpatia che loro hanno per le persone senza lavoro, ma senza offrire alcuna idea reale sulle modalità e sul significato di creazione di posti di lavoro duraturi.
Report Mercato Emergenti di Raiffeisen Capital ManagementForfinance Group
Il Report sui mercati emergenti aggiornato a fine Marzo 2017.
In questo numero sono toccate le seguenti tematiche:
CINA: Continua la ripresa congiunturale – nella seconda metà dell’anno potrebbe, tuttavia, iniziare un rallentamento;
BRASILE: Spirale d’indebitamento in Brasile – debito pubblico sale rapidamente;
INDIA: Riforma del contante provoca forte calo della crescita – per il governo ha, tuttavia, solo un impatto molto contenuto e temporaneo;
RUSSIA: L’economia russa continua la sua ripresa;
CE3 – Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria: Economia polacca mostra crescita sorprendentemente forte – nella Repubblica Ceca, invece, continua la crescita debole.
Le conseguenze di una politica monetaria accomodanteHoro Capital
Oggi abbiamo sentito Bernanke con il suo discorso da Jackson Hole. Non sono stati proprio i fuochi d\'artificio di dieci anni fa, ma comunque abbiamo la possibilità di contrastare il suo pensiero con quello di un altro funzionario della Federal Reserve che ha appena pubblicato un articolo sul sito web della Federal Reserve di Dallas. Bernanke ha esposto con sempre più razionalità la sua politica di Quantitative Easing. Ma quanto è efficace? E non ci sono delle conseguenze non intenzionali di cui dovremmo essere a conoscenza? Perché i mercati sembrano sbavare sulla prospettiva di un ulteriore QE?
Estudiante.
Rosa Gabriela Aponte
Sección
SAIA – A
Temas – Esquema
Consejo Nacional Electoral.
Organización.
Atribuciones.
Junta Electoral Nacional.
Comisión de registro civil y electoral.
Comisión de participación política y financiamiento.
Jurisdicción contenciosa electoral.
Legislación electoral.
Workshop #3: Sketching Collaboratively by Praneet Koppulaux singapore
UX design is not a job to be done in silos anymore, designers are tasked with guiding the teams they work with to make better choices for the sake of the users. They need to work collaboratively with stakeholders/team members to integrate and understand business requirements and technology feasibility while advocating for the user. Time has come to repurpose some of the core UXers’ tools and methods for a collaborative and lean environment to build a shared understanding and work towards common product goals.
In this workshop, you will be introduced to collaborative sketching exercises. You will learn how to run such exercises to ideate, develop and iterate on possible design solutions with the development and management teams they work with.
Keynote #5 scaling up design by jurgen spanglux singapore
Each day many of us fill our spare moments checking our phones, replying emails, catching up on social media updates or playing some mobile game. We tend to spend too much time occupied with tasks at hand and distracted by thoughts. However, to bring about meaningful changes, we have to seek transformation from within ourselves and that is a journey that starts from the realisation that we are empty of any inherent nature.
Keynote #4 transformative tangibles by francesca lanzavecchia and hunn waiux singapore
A full and rich experience is one that engages all the senses and emotions. L+W use design research and their skillsets to choreograph tactile materials and surfaces, smart design details and technical solutions, body postures, user behaviours, relationships between users and users with their contextual environment.
In their presentation, they will drive you through the processes behind the discoveries and the outcomes of Pediatric Waiting Experiences, New Chromatherapy Spa Services, VIP helicopter interior and other relevant projects.
Lavoratori migranti: non tutti i mali vengono per nuocere?
La questione dei migranti è attualmente al primo posto fra le priorità che le forze politiche italiane e comunitarie devono affrontare e risolvere. I cittadini attendono risposte concrete con riferimento a una situazione che si va facendo ogni giorno più ardua, a partire dalle problematiche concernenti la pacifica convivenza di popoli così differenti fra loro, nel continente con la più alta densità mondiale.
Da dove arriveranno i posti di lavoro?Horo Capital
Ogni mese gli investitori e i politici dei paesi di tutto il mondo sono ossessionati dalla pubblicazione dei dati mensili sull\'occupazione. Anche se questi numeri possono essere rivisti in modo significativo da una successiva revisione, i mercati non possono fare altro che rispondere alle variazioni rispetto alle loro previsioni. Perché tutta questa attenzione su dei dati che possono essere smentiti nei prossimi anni? Perché il fattore più importante nella direzione di un\'economia è l\'occupazione. La spesa dei consumatori, il reddito delle persone fisiche, il gettito fiscale, i profitti aziendali, e un\'altra miriade di altre variabili incidono nel far salire e scendere l\'occupazione.
Questa settimana, ho fermamente l\'intenzione di scrivere qualcosa di diverso sull\'Europa, ai problemi che affliggono non solo l\'Europa, ma anche a ciò che sarà un ostacolo alla crescita mondiale; l\'Europa sta attraversando ciò che può essere definito il suo continuo e doloroso aggiustamento, come conseguenza nell\'aver cercato di adottare una moneta unica.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
il baratro nel quale continua a precipitare la Calabria, sottoposta ad un commissariamento “modello ergastolo”, fine pena mai: la valutazione sintetica LEA di 125 è poco più della metà del 222 conseguito dalle due Regioni migliori (Veneto e Toscana). Un risultato negativo confermato anche dai dati, sperimentali, del nuovo sistema NSG: la regione è ultima per l’”area ospedaliera” ed è l’unica con i risultati “rossi” in tutte le tre aree monitorate.
Quasi a rendere, quindi, naturale ritornare a Totò e alla domanda posta al vigile milanese: "noi vorremmo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?". In realtà, i calabresi che subiscono questa situazione sanno bene dove andare: 53.866 sono andati a farsi curare altrove nel corso del 2019, con una spesa di 222 milioni di euro. Altre perdite a bilancio, che pagheremo tutti, o altri servizi sottratti ai calabresi, come si legge nell’affresco impietoso sulla “non sanità” calabrese tratteggiato dai giudici costituzionali in una recente sentenza, già presentata su questo giornale.
La Risposta Che Noi Non Vogliamo SapereHoro Capital
Il 2012 sarà l\'undicesima volta, nella mia breve vita, che potrò partecipare all\'elezione di un presidente degli Stati Uniti. Mentre questo vale per me, sembra che ogni elezione sia la più importante di tutti i tempi e definisca il momento cruciale dell\'esperimento americano. Il futuro della Repubblica viene pesato ogni volta sulla bilancia, e solo il risultato corretto (che ovviamente sarebbe l\'elezione del candidato per cui hai votato) assicurerebbe la sua sopravvivenza. Questa settimana continueremo le nostre meditazioni sulle scelte economiche che affronta il mondo, questa volta ci concentreremo sugli Stati Uniti.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile PulsanteHoro Capital
Tutti oramai sanno che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare delle scelte difficili. A seconda di quali ipotesi si utilizzano, le passività non finanziate della Social Security e del Medicare sono tra i $50 e gli $80 trilioni e sono in crescita. E questo non è davvero rilevante, perché non c\'è modo di poter trovare dei soldi, dato l\'attuale sistema, anche nella migliori delle ipotesi. Le cose non solo devono cambiare, ma cambieranno. O faremo delle scelte difficili o questi cambiamenti ci verranno imposti dal mercato. E più a lungo aspettiamo nel fare delle scelte difficili, sempre più dolorose saranno le conseguenze.
Questa settimana, il PMI della Cina si è attestato a malapena sopra il 50 ed è chiaramente in calo rispetto all'anno scorso. Nonostante quello che si legge la crescita economica della Cina sta rallentando, il che non è positivo per i metalli e per i prodotti legati alle materie prime (diverse da quelle considerate "soft" come i cereali, il bestiame, ecc.). GaveKal sostiene che la caduta dei prezzi delle materie prime che abbiamo visto negli ultimi tempi, forse è di natura strutturale. Eppure le obbligazioni salgono, l'oro cresce, le azioni salgono. (Chiaramente il mercato non ha ascoltato questa mattina il mio amico Nouriel Roubini, Dr. Doom, infatti dopo il suo intervento nessuno in questa conferenza ora può chiamarmi pessimista. Anche se lui preferisce il termine realistico..) Apparentemente tutto sta levitando.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoHoro Capital
Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l'anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)
Il concetto di base è piuttosto semplice. Vi è la necessità di prevedere dei ricavi e dei costi. Delle due, le spese sono la cosa più semplice da prevedere. La maggior parte delle spese del governo sono voci di un bilancio. "Si prevede di spendere $5 miliardi di dollari all'anno per la manutenzione di strade e ponti, $1 miliardo di dollari per i parchi nazionali, $925 miliardi dollari per la difesa, ecc." Anche i costi della Social Security sono semplici da prevedere. La sanità invece comporta un sacco di stime, ed infine i costi inerenti alla disoccupazione salgono e scendono in relazione all'economia.
Iniziamo questa settimana con una domanda semplice. L'inflazione è una cosa buona o cattiva? Rispondete rapidamente. Mi dispiace, la vostra risposta è sbagliata. O meglio non possiamo sapere se la vostra risposta è giusta o sbagliata, perché non siamo sicuri che cosa si intende dire con la domanda. Possiamo pensare che sia una cosa buona, ma non possiamo esserne sicuri perché la parola inflazione ha significati diversi, a seconda delle persone che si trovano in luoghi e tempi diversi. Infatti, anche delle stesse persone nello stesso luogo e alla medesima ora non riescono ad accordarsi su una definizione precisa.
Il documento che ha dato vita alla zona euro si trova proprio in questa condizione. Tutti pensano di sapere cosa volesse dire o almeno i tedeschi. La Bundesbank (la banca centrale tedesca) era abbastanza sicura che avrebbe impedito la monetizzazione del debito. C'è scritto proprio così all'articolo 123. Ma l'Unione europea e la BCE (con il loro fedele compagno del FMI) sembrano costantemente però muoversi in un territorio inesplorato. Banche, credito e crisi dei debiti governativi sembra richiedano manovre legali che non sono state esplicitamente specificate. Mentre il resto d'Europa sta a guardare, la BCE man mano che va avanti traccia le linee sulla mappa.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
"Per ogni problema complesso c'è una risposta chiara, semplice e sbagliata".
H. L. Mencken
Forse la domanda che mi viene maggiormente posta è: "Cosa ne pensi dell'oro?" Anche se spesso ho scritto dei brevi commenti sul metallo giallo, non riesco a ricordare l'ultima volta che ho dedicato un intera lettera al tema dell'oro.
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimaleHoro Capital
Un tema costante di questa lettera è il fatto che gli elementi che la compongono possono sembrare da lontano disgiunti gli uni dagli altri, ma in realtà sono collegati tra di loro con il tema principale. Se si protende da un lato sembra si possa creare una reazione che porti a delle conclusioni improbabili. Oggi esploriamo la connessione tra il disavanzo di bilancio e la politica energetica.
"Una cosa è avere un parere da un punto di vista macro, ma cosa molto diversa è agire come se questo fosse corretto."
Howard Marks, Oaktree Capital Management
Può essere frustrante ed anche un po' futile l'esperienza di essere un economista. I mercati finanziari non sempre si comportano come se ci fosse un collegamento tra i fondamentali economici e i prezzi delle azioni.
Formazione del Capitale e Fiscal CliffHoro Capital
Nell\'attuale contesto economico spesso ci si lamenta in merito alla volatilità e all\'incertezza, ma c\'è una cosa della quale credo che possiamo essere abbastanza certi: le tasse stanno crescendo.
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
Ho spesso detto che non considero l\'oro un investimento ma piuttosto un assicurazione. Ma la domanda è un assicurazione contro che cosa? Mentre parlavo a quel pubblico dei loro problemi concreti, mi sono reso conto che l\'oro è l\'assicurazione della banca centrale.
A tutti noi piace pensare a noi stessi come esseri umani del tutto razionali, governati dalla logica e dall\'analisi ma purtroppo non siamo così logici come vorremmo. Per le nostre decisioni adottiamo tutti i tipi di pregiudizi e anche lo stesso modo in cui elaboriamo le informazioni nel nostro cervello umano questo crea una serie di pregiudizi. Siamo tutti intenti a vedere ciò che ci aspettiamo di vedere e quindi non solo non riusciamo a vedere la foresta attraverso gli alberi, ma alla stessa modo riusciamo ad ammirare la foresta senza far caso agli alberi. Siamo tutti troppo spesso intenti a guardare ciò che pensiamo dovremmo vedere (questo è uno dei motivi per cui è così difficile modificare il proprio modo di scrivere!).
Nelle ultime due settimane abbiamo esaminato i problemi attraverso dei modelli. In primo luogo abbiamo toccato quello che ho chiamato la Singolarità economica. In fisica una singolarità è quella in cui i modelli matematici non funzionano più. Ad esempio, i modelli basati sulla fisica della relatività non funzionano più se si arriva troppo vicini ad un buco nero. Se pensiamo al troppo debito come ad una sorta di buco nero, si può capire il perché i modelli economici non funzionano più.
Come si fa a confrontare la crisi finanziaria di un paese con quella di un altro? Il Fondo Monetario Internazionale ha cercato di fare proprio questo, scatenando di conseguenza un dibattito piuttosto acceso negli ambienti economici. E mentre oggi vedremo le loro analisi, il punto chiave è che i modelli economici utilizzati per guidare la politica monetaria e fiscale non stanno funzionando come succedeva invece in passato.
Singularity era in origine un termine matematico per indicare un punto in cui un equazione non ha alcuna soluzione. In fisica è stato dimostrato che la caduta di una stella abbastanza grande sarebbe poi diventata un buco nero così denso che la sua stessa gravità avrebbe causato una singolarità nel tessuto dello spazio-tempo, un punto in cui molte normali equazioni della fisica improvvisamente non avrebbero più una soluzione.
La sorpresa del Tasso di DisoccupazioneHoro Capital
Come tutti coloro che stanno prestando particolare attenzione all\'attuale situazione economica, sono rimasto sorpreso quando i titoli dei giornali hanno detto che la disoccupazione era scesa al 7,8%. Una variazione di tale entità non sembra essere storicamente coerente con una crescita economica inferiore al 2% almeno per come è stata rilevata dal Establishment Survey, in quanto la crescita dei posti di lavoro a malapena riesce a tenere il passo con la crescita della popolazione o con le entrate fiscali che anche il mese scorso erano abbastanza piatte.
1. SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
Banzai! Banzai! Banzai!
di John Mauldin | 8 giugno 2013 - Anno 4 - Numero 19
In questo numero:
La sventura demografica
Trovare dei giapponesi ottimisti
Ho lanciato una freccia .... nel mio piede
Signori, ci offrono il loro fianco
Banzai! Banzai! Banzai!
Monaco, Cipro, Belgrado (?), Croazia e Svizzera
Ho lanciato una freccia verso l’alto
E' caduta a terra, ma io non so dove ....
- Henry Wadsworth Longfellow
Siamo come i bambini, infatti non sapendo che eravamo politicamente scorretti a così tanti
livelli vorremmo gridare "Geronimo!" Quando giocavamo a fare la guerra o ci si preparava
a fare un qualcosa di particolarmente avventato. (Per chi non lo conoscesse, Geronimo
era un capo Apache piuttosto temibile che ha provocato delle pesanti perdite al Messico e
alla cavalleria americana.) Sam Houston e i suoi compagni hanno gridato: "Ricordate
Alamo!" Mentre stavano cavalcando verso Santa Ana a San Jacinto. I britannici sono
andati a combattere gridando "God Save the Queen [o King]!" Infatti ogni buon film di
guerra ha il suo momento memorabile dove presenta la carica della battaglia.
In Giappone, il termine Banzai! letteralmente significa "10 mila anni" e può essere usato
per augurare a qualcuno una lunga vita e felicità. Ma durante la seconda guerra mondiale
"Banzai!" È stato urlato in battaglia. Era l'equivalente giapponese di "Viva il re!" - Ma per i
soldati che stavano dal lato opposto, questo ha avuto il significato di un attacco feroce e
suicida.
Se i banchieri centrali di tutto il mondo pensano di sentire un grido di battaglia del tipo
"Banzai!" direttamente dalle labbra dei loro fratelli giapponesi, a questo punto potrebbero
non essere così lontani dalla verità, questo perché i giapponesi hanno in realtà avviato un
percorso folle che vuole combattere la deflazione a tutti costi. Come per tutte le grandi
battaglie suicide, almeno nelle leggende e nelle tradizioni, una volta che il grido è stato
lanciato e la forte carica è partita non ci può più essere la possibilità di tornare indietro.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente
penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa
essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso,
intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno
rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di
prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili.
Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero
2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un
rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e
loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure
2. disperate.
Per raggiungere il loro obiettivo ossia avere la possibilità di trovare una via d'uscita al loro
problema deflazionistico, i giapponesi hanno bisogno sia dell'inflazione che della crescita
reale. La crescita reale può arrivare solo da un forte aumento delle esportazioni ed invece
l'inflazione può anche venire da un aumento dei prezzi all'esportazione. Entrambi i risultati
possono essere ottenuti con un indebolimento dello yen. Come ho mostrato in
precedenza, hanno bisogno di svalutare lo yen di circa il 15-20% l'anno per molti anni, al
fine di poter raggiungere l’obiettivo.
Il che dovrebbe essere abbastanza facile, almeno in teoria. Riguardo all’inflazione c’era
una famosa frase di Milton Friedman che diceva così "è sempre e ovunque un fenomeno
monetario". Se si desidera creare dell’inflazione e svalutare la propria valuta, basta
stampare più soldi. A quel punto se la cosa non funzione si procede con un secondo turno
per aumentare la produzione, e se anche questo non è abbastanza si può passare ad un
terzo turno e poi si può decidere di andare a tutta velocità anche durante i fine settimana.
E poi a quel punto arriverà il momento di costruire un altro stabilimento di stampa.
Ma questa è la teoria. In pratica, per il Giappone potrebbe essere molto più difficile sia
crescere che generare inflazione rispetto a quanto potrebbe esserlo per altre nazioni di
uguale importanza. Oggi ci concentreremo sulla demografia giapponese. La lettera di
questa settimana è piena di grafici e tabelle, che non dipingono assolutamente un bel
quadro della situazione.
Ed ora possiamo anche noi urlare "Banzai!" Insieme ci caliamo immediatamente sui dati
sulla demografia giapponese.
La sventura demografica
Creare inflazione è l'obiettivo, ma il primo ministro Abe e la Banca del Giappone attraverso
il suo governatore Kuroda devono affrontare un compito molto difficile. A differenza dello
Zimbabwe, l’Argentina ed una serie di altri paesi con delle valute che sono oramai defunte,
in Giappone la cosa non è quella di semplicemente accumulare una quantità insostenibile
di debito e quindi stampare delle tonnellate di soldi. Se la cosa fosse così semplice, in
questo momento avremmo un inflazione dilagante in tutto il Giappone; questo in un paese
dove i giapponesi hanno preso a prestito una infinità quantità di soldi, molto superiore a
qualsiasi paese presente nella storia moderna (in particolar modo rispetto alla loro
dimensione). E mentre i loro sforzi per creare inflazione sono stati fino ad ora
completamente inutili, questo non è avvenuto sicuramente per una mancanza di tentativi: i
giapponesi hanno portato avanti in modo attivo un quantitative easing per molti anni. Carl
Weinberg di High Frequency Economics scrivendo su Globe and Mail, ci offre una sintesi
molto appropriata del dilemma giapponese:
L'Istituto Nazionale sulla demografia e sull’assistenza sociale prevede che la popolazione
in età lavorativa del Giappone si ridurrà nei prossimi 17 anni a 67,7 milioni di persone
entro il 2030, rispetto ai 81,7 milioni che era nel 2010. Prendiamo il 2030 come l’ultimo
punto della riflessione che vogliamo fare oggi, perché quasi tutte le persone che faranno
parte della popolazione in età lavorativa entro il 2030, ossia 17 anni a partire da oggi sono
già nate. L’immigrazione e l’emigrazione sono elementi che non incidono. Invece il declino
pari ad un 17 per cento della popolazione in età lavorativa è una certezza, non una
previsione. In media avremo un calo dello 0,9 per cento l'anno. Inoltre, le proiezioni ufficiali
3. mostrano un aumento della popolazione con un età superiore ai 64 anni pari a 36.900.000
nel 2030 rispetto ai 29,5 milioni che c'erano nel 2010. Se il tasso di partecipazione alla
forza lavoro rimane costante, si stima che il numero di persone che saranno alla ricerca di
un lavoro scenderà nel 2030 a 56,5 milioni rispetto ai 65,5 milioni di oggi e ai 66 milioni del
2010.
Cosa succede quando diminuisce la popolazione di una nazione e contestualmente anche
la percentuale di persone in età lavorativa? Nel primo e più semplice livello di analisi, la
produzione potenziale dell'economia in esame diminuisce: con meno lavoratori in grado di
produrre si hanno meno beni. Questo non significa che a quel punto il PIL dovrebbe
diminuire; degli incrementi di produttività potrebbero compensare un calo della forza
lavoro. Inoltre, un aumento del tasso di partecipazione della forza lavoro potrebbe
diminuire l'effetto di diminuzione di una popolazione in età lavorativa. Tuttavia, anche se il
tasso di partecipazione della forza lavoro dovesse aumentare al 100 per cento entro il
2030 rispetto al 81 per cento di oggi (che non potrà mai succedere, perché alcune persone
dovranno dedicarsi alla cura delle persone anziane e ai bambini, inoltre alcuni hanno delle
disabilità oppure non hanno delle competenze o un istruzione adeguata), ci saranno
comunque nel 2030 meno lavoratori disponibili rispetto a quello che ci sono oggi.
Noi prevediamo che il rapporto debito-PIL ed il rapporto debito-per-lavoratore cresceranno
senza sosta nel corso dei prossimi 17 anni e anche oltre. Inoltre, l'aumento del rapporto tra
lavoratori che saranno in pensione e che sarà pari al 32 per cento della popolazione
rispetto all’attuale 23 per cento, significa che le persone che nel 2030 avranno ancora un
impiego dovranno rinunciare ad una quota crescente del loro reddito per sostenere le
persone che saranno in pensione. Il reddito disponibile diminuirà con maggiore velocità in
relazione alla diminuzione del numero dei lavoratori e questo scenderà molto più
velocemente rispetto al calo della produzione e dell'occupazione. La domanda globale di
lavoratori diminuirà – e così anche il loro reddito disponibile – e questo molto più
velocemente della produzione per almeno i prossimi 17 anni. Anche la domanda
scenderà, in quanto anche i nuovi pensionati spenderanno di meno rispetto agli anni
durante i quali guadagnavano.
Soltanto sulla base dei fattori demografici il calo della domanda aggregata, tra oggi e il
2030, supererà il declino che arriverà dalla produzione creando una persistente e ampia
capacità in eccesso nell'economia. I prezzi devono per forza scendere in un'economia
dove il numero di operatori è in costante aumento. Inoltre, il persistente avanzare della
tecnologia probabilmente continuerà ad aumentare in futuro la produzione per singolo
lavoratore. Con una domanda ed una produzione complessiva che continuano a diminuire,
gli incrementi di produttività abbasseranno i costi della manodopera e questi creeranno
una maggiore pressione verso il basso sui prezzi. La disinflazione e la deflazione sono i
compagni di un declino demografico.
Andrew Cates un economista di UBS con sede a Singapore, ha pubblicato questa
settimana uno studio molto significativo sul rapporto tra inflazione e demografia. Egli
osserva che i paesi che hanno delle popolazioni molto più anziane tendono ad avere una
minore inflazione. Che non è quello che però i libri di testo suggeriscono, ma è ciò che i
dati invece rivelano:
Dal momento che i dati demografici sull’invecchiamento inizieranno ora ad avere un posto
molto più importante nelle prospettive dei più importanti paesi sviluppati ed in via di
sviluppo, questo avrà chiaramente una certa importanza su come l'inflazione potrebbe
4. evolversi a partire da questo momento. Di conseguenza tutto questo potrebbe essere di
maggiore importanza nell'impostare la politica monetaria ed una più ampia prospettiva di
crescita globale, e come pure dei mercati finanziari.
Diamo prima un'occhiata ai dei dati reali. Nel grafico qui sotto vi mostriamo i livelli medi di
inflazione nel corso degli ultimi 5 anni a confronto con la variazione a 5 anni del rapporto di
dipendenza (dependency ratio). Quest'ultimo è il rapporto tra le persone molto anziane e
giovanissime verso la popolazione che si trova ancora in età lavorativa. Uno spostamento
su tale rapporto implica che la popolazione in un dato paese è sempre più giovane (e
viceversa il contrario). Il grafico mostra quindi che i paesi che negli ultimi anni sono
diventati sempre più anziani hanno in genere dei tassi di inflazione molto bassi, e nel caso
del Giappone una forte deflazione. Nel frattempo i paesi che in questi ultimi anni sono
diventati sempre più giovani, come l'India, la Turchia, l'Indonesia e il Brasile hanno dovuto
affrontare dei tassi di inflazione relativamente elevati.
Cates non guarda solo al Giappone, ma ha una visione molto più globale. Tuttavia, il
Giappone risalta molto in questo grafico. (Non ho un link, in quanto questa ricerca è solo
disponibile per UBS in questo momento) ho aggiunto un rettangolo rosso per evidenziare il
Giappone:
E mentre la correlazione non è una causalità, il seguente grafico che mostra l’inflazione vs
la crescita della popolazione in Giappone non fa altro che confermare la situazione.
5. E riportiamo ancora un altro grafico del Mr. Cates. Egli osserva che i libri di testo
economici ci segnalano che una forza lavoro che diminuisce tende ad aumentare la
pressione verso l’alto sui salari (il lavoro è solo una risorsa in ingresso sul lato dell'offerta)
e così alla fine si finisce nell’avere una inflazione da costi:
Questo però non tiene conto di una serie di altri fattori che hanno probabilmente una certa
rilevanza nel processo interno di generazione di inflazione. I cambiamenti demografici per
esempio influenzeranno la domanda naturale di una economia di beni durevoli, il mercato
immobiliare e gli aggregati creditizi. Quest'ultimo dato è certamente confermato dalla
ragionevole stretta correlazione che esiste tra il credito e l'invecchiamento, come è
possibile vedere dal grafico che è qui sotto riportato.
6. Trovare dei giapponesi ottimisti
Suona negativo come quello che ci siamo detti prima, ossia si può trovare chi pensa che
l'economia giapponese possa girare intorno a se stessa, che l'inflazione possa salire per
sempre e che i tassi di interesse giapponesi anche data la quantità di moneta che è stata
stampata non aumenteranno. Scherzi a parte.
Bloomberg News ha fatto un sondaggio intervistando cinque ex funzionari della Banca del
Giappone i quali ritengono che "le plusvalenze dei rendimenti dei titoli di Stato saranno
contenute nel corso dei prossimi due anni". Quattro dei cinque non credono sia possibile
che inflazione andrà oltre il 2%. Anche con una macchina di stampa che lavorasse a pieno
regime.
Potete convincervi che Abenomics riuscirà a realizzare una crescita nominale pari al 3 o al
4%. Basta dare uno sguardo a questa storia raccontata con un grafico interattivo da
Reuters Breakingviews. (La schermata riportata qui di seguito è solo destinata a
stuzzicare la vostra curiosità.) Provate a giocare con le variabili del grafico e scoprirete ciò
che pensiate sia possibile. Se si parte dal trend che è in corso, la crescita del PIL
potenziale è molto inferiore al 1%.
7. Ma cosa succede se come Andy Mukherjee a Breakingviews diventate maggiormente
ottimista? Le donne giapponesi che partecipano alla forza lavoro sono una percentuale
pari a circa il 63%, il più basso tasso di partecipazione femminile tra le nazioni sviluppate.
Che cosa potrebbe succedere se il tasso di partecipazione delle donne aumentasse
drammaticamente perché vengono creati 250.000 posti di lavoro come Abe ha promesso?
E se gli anziani decidessero di lavorare molto più a lungo? E se gli uomini decidessero di
lavorare ancora di più (anche se hanno uno dei più alti tassi di partecipazione). E a quel
punto che il tasso di disoccupazione potesse diminuire di, diciamo un 40%.
Se si fanno queste ipotesi allora si può arrivare a un tasso di crescita del 1,5% (il che
come ho mostrato la scorsa settimana, non è neanche lontanamente sufficiente!). Abe
deve affrontare una grande scommessa e cioè che la creazione di inflazione incoraggerà
la gente a consumare, nella speranza che a quel punto le cose possano andare ancora
meglio. Non importa che gli anziani non la pensino così. Ma queste sono le persone che in
Giappone hanno maggior soldi da spendere. Il programma di Abe è l'ennesimo caso di un
esercizio sulla base della teoria economica, dettata dai libro di testo piuttosto che essere
dettata dal guardare in faccia la realtà.
Con l'invecchiamento della popolazione significa che qualcuno deve prendersi cura dei
genitori che invecchiano. E in Giappone (come in molti altri posti) la responsabilità ricade
di solito sulle donne le quale abbassano così il tasso di partecipazione femminile al mondo
del lavoro. E quindi da dove arriveranno quei 250.000 nuovi posti di lavoro? E chi pagherà
per loro? Inoltre, Abe promette che entro il 2020 il governo giapponese sarà in surplus e
che entro pochi anni il tasso di crescita del deficit sarà inferiore rispetto al tasso di crescita
nominale del PIL. Quali programmi dovranno tagliare per pagare quei nuovi lavoratori? In
Giappone ci sono molto più anziani che bambini.
Mentre siamo in tema di promesse, Abe dice che anche lui entrerà negli accordi di libero
8. scambio con il resto dell'Asia e degli Stati Uniti rendendo maggiormente aperta anche
l'economia giapponese. Tutto questo mentre la sua moneta sta precipitando del 15%
rispetto a un anno fa, sconvolgendo i suoi vicini e cambiando drasticamente gli equilibri
sugli scambi? Ora lui vuole giocare nella sandbox global-trade? Ero su Bloomberg con
Tom Keene questa mattina. Uno degli altri ospiti stava parlando del Giappone che aveva
deciso di aprire dei negoziati di libero scambio con gli Stati Uniti; parlando ovviamente del
riso che il Giappone come è noto protegge mantenendolo forzatamente poco costoso.
"Allora" ho risposto, "il Giappone ha deciso che vuole far scendere il valore dello yen del
50% e poi aprirsi al commercio del riso?" Non ero sorpreso dalla cosa. Io sono un gran
fautore del libero scambio, ma il Giappone parla di libero scambio solo ora quando sono
sull'orlo di una crisi, mi sembra un po' ipocrita.
Ho lanciato una freccia ... nel mio piede
Abe ha proposto un pacchetto di riforme economiche che comprende "tre frecce": un
aggressivo allentamento monetario, lavoro e altre riforme strutturali (che saranno
politicamente molto difficili da raggiungere) destinati a indurre una crescita degli
investimenti nel settore privato ed una politica fiscale flessibile (qualunque cosa questo
significhi, immagino che se è "flessibile" significa che qualsiasi cosa venga decisa va
bene). Ha tenuto un discorso questa settimana parlando di queste riforme ed il mercato ha
prontamente ha risposto. Le "riforme" che ha propagandato erano simili alle precedenti.
Non che io pensi che Abe avesse molte altre scelte. Ci sono delle elezioni molto critiche il
mese prossimo. Sta sollecitando una politica che permette ai datori di lavoro di avere le
mani un più libere nel licenziare e quindi questa cosa non è in grado di conquistare molti
elettori, ma la riforma la deve fare sul serio se vuole avere qualche speranza di limitare il
disastro che deve affrontare.
Mi dispiace per i pensionati che vivono in Giappone. Mi viene in mente quel meraviglioso
film giapponese degli anni '50, La ballata di Narayama. E' raffigurato ubasute (姥 舍,
"abbandonando una vecchia donna"), una consuetudine praticata in Giappone nel lontano
passato, in base al quale gli infermi o gli anziani venivano lasciati su una montagna o in
qualche altro luogo desolato e lasciati lì a morire.
Anche se non è così semplice le scelte politiche degli ultimi 20 anni stanno producendo
dei risultati pari all'abbandono degli anziani come citato sopra. E' solo un approccio di più
lungo periodo, rispetto a quello proposto nel film.
9. Signori, ci offrono il loro fianco
Il mio amico e serio narratore Bill Bonner, racconta la storia della battaglia della Marna
nella prima guerra mondiale, ponendola in relazione con l'inflazione. Cito (con poche
modifiche):
Per quale ragione è così importante parlare di inflazione visto che c'è ne così poca. Ci fa
pensare che questa storia [inflazione / deflazione] possa avere una ritorsioni. Vi ricordate
la famosa battuta rivolta al generale tedesco von Kluck: "Tu stupido Kluck"?
Von Kluck stava inseguendo i francesi lungo la Marna nel 1914. La vittoria sembrava a
portata di mano; e i francesi si stavano ritirando. Von Kluck, che aveva ricevuto l'ordine di
attaccare Parigi decise invece di continuare la battaglia contro l'esercito francese. Egli era
convinto di essere in grado di batterli.
Tutto quello che doveva fare era mantenere la pressione ... e si sarebbero arresi.
Tuttavia alcuni dei suoi comandanti sul campo rilevarono che stavano conquistando
pochissimi prigionieri. Normalmente un esercito che viene battuto ha molti soldati
scoraggiati e confusi. Poiché ve ne erano così pochi, i comandanti pensarono che
l'esercito francese era ancora tutto lì intatto e che in modo ordinato si stava ritirando e che
quindi poteva aggirarli e sorprenderli in qualsiasi momento.
I comandanti avevano ragione. Il vecchio generale francese Gallieni che era a capo della
guarnigione di Parigi, si rese immediatamente conto che i tedeschi stavano commettendo
un errore fatale. Inseguendo le truppe lungo la Marna invece di attaccare Parigi si erano
esposti ad un contrattacco.
Si dice che abbia quindi detto al suo staff "Signori, ci offrono il loro fianco".
I francesi accettarono l'offerta: e attaccarono. Utilizzando migliaia di mezzi, si spostarono
molto rapidamente dalla valle della Marna e a quel punto sorpresero i tedeschi che erano
10. completamente impreparati. La battaglia della Marna trasformò quindi l'esito della guerra.
Banzai! Banzai! Banzai!
I giapponesi stanno caricando le linee di battaglia deflazionistiche, gridando "Banzai!"
Questo attacco è tutto o niente. Penso che i giapponesi stanno offrendo agli
investitori il loro fianco. I mercati ci hanno mostrato che questa battaglia non sarà
unilaterale. Ma voglio continuare a ribadire quello che vado dicendo da tempo: essere
short del debito giapponese sarà il miglior trade di questo decennio. Questa è la maggiore
posizione che detengo nel mio portfolio personale. Come ho detto a Tom Keene questa
mattina, è mia intenzione (e ancora di più una speranza) far pagare ad Abe-san e Kuroda-
san un pezzo del mio nuovo appartamento, in quanto attraverso la loro politica stanno
provocando la completa distruzione dello yen.
Avrò successo? Il tempo lo deciderà, intanto i fondi pensione pubblici giapponesi hanno
annunciato che ridurranno le loro posizioni sulle obbligazioni locali, aumentando in
contemporanea la loro quota in azioni locali ed estere. Non è stato fornito alcun periodo di
tempo durante il quale attueranno la politica, anche se abbiamo degli elementi che ci
dicono che hanno già iniziato. (da Kiron Sarkar.)
E' arrivato il momento di concludere la lettera di questa settimana, ma questi sono
argomenti su cui dovremo tornare nuovamente. Ma prima di terminare, voglio segnalarvi
un altra tabella in cui mi sono imbattuto mentre ricercavo dei documenti su questo
argomento. Si tratta di un confronto del rapporto sulla dipendenza tra i diversi paesi
sviluppati. Questo è il rapporto tra pensionati e persone sotto i 16 anni rispetto a coloro
che fanno parte della forza lavoro. Come si può vedere il Giappone non si trova in ultima
posizione. La Francia, l'Italia e l'Ungheria hanno dei risultati demografici che sono ben
peggiori.
11. Monaco, Cipro, Belgrado (?), Croazia e Svizzera
Io sono a casa per una settimana. Finalmente ho chiuso il mio mutuo per il mio
appartamento e i lavori per trasformarli in solo appartamento incominceranno lunedì.
Vado a Monaco per una decina di giorni per tenere un discorso al GAIM, poi ho un paio di
giorni di riposo prima di andare a Nicosia, Cipro, dove sto iniziando a pianificare delle
riunioni e riuscirò a tenere anche un intervento pubblico presso l'università. Passerò la
notte in qualche posto sulla strada che porta verso le coste della Croazia, dove trascorrerò
il fine settimana con quel genio malvagio e divertente di un economista irlandese David
McWilliams e la sua famiglia, prima di tornare nuovamente a Ginevra e poi tornare a casa.
Il vostro analista dei mutui che è orgoglioso di essere padre di un bambino (yen),
12. John Mauldin
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