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SDA Bocconi School of Management 
Scenari per lo sviluppo dei servizi 
territoriali: modelli regionali per la 
presa in carico della cronicità 
Aprile 2013 
Stefano Tasselli 
1
2 
Indice 
1. I bisogni di salute emergenti 
2. Obiettivi di ricerca e metodologia 
3. Lombardia 
4. Emilia Romagna 
5. Toscana 
6. Considerazioni conclusive
3 
1. I bisogni di salute emergenti 
Invecchiamento e cronicità 
• La tendenza epidemiologica più marcata nei paesi occidentali è 
l’aumento di prevalenza delle malattie croniche, strettamente legato 
all’invecchiamento demografico (Boerma, Calnan, 2006) 
• Il 38,6% dei residenti in Italia dichiara almeno una malattia cronica 
(ISTAT 2011). 
Le patologie più diffuse sono l’artrite (17,3% della popolazione), l’ipertensione (16%) e le allergie (9,8%). 
Seguono osteoporosi (7%) asme - BPCO (6,1%) e il diabete (4,9) (ISTAT, 2011). 
• Oltre ai costi sociali della cronicità (qualità della vita), da considerare 
l’incidenza sulla spesa sanitaria: quasi il 70% della spesa, in 
Lombardia, è assorbita dai pazienti cronici (Agnello et. Al., 2011). 
• Il modello di presa in carico del paziente cronico si basa su alcuni punti 
fermi (Wagner et al., 1996; Renders et al., 2001; Tozzi, 2010) 
 Accessibilità dei luoghi di cura (da privilegiare territorio e domicilio) 
 Presa in carico continuativa, trasversalmente ai setting assistenziali 
 Multidisciplinarietà dell’approccio con attenzione ai bisogni sociali 
 Coinvolgimento del paziente ed educazione all’autocura
4 
1. I bisogni di salute emergenti 
Invecchiamento e cronicità 
100 
90 
80 
70 
60 
50 
40 
30 
20 
10 
0 
Prevalenza cronicità (ISTAT, 2011) 
0-14 15-17 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e 
oltre 
% malati cronici 
su totale popolazione 
Classi di età
5 
1. I bisogni di salute emergenti 
Invecchiamento e cronicità 
Spesa annuale media registrata dai MMG (€) 
0 200 400 600 800 1000 1200 
Pz. scompensato 
Pz. diabetico 
Pz. iperteso 
Pz. non cronico 
€/anno 
Fonte: Borgonovi et al., 2011, su dati SIMG 2009 (prescrizioni, ricoveri esclusi)
6 
2. Obiettivi di ricerca e metodologia 
Su questi presupposti, diverse Regioni stanno riorganizzando con 
modalità peculiari e innovative l’assistenza territoriale per i 
pazienti cronici 
In relazione a tre sistemi (“modelli”) regionali (Lombardia, Emilia 
Romagna, Toscana) gli OBIETTIVI DI RICERCA sono: 
a. inquadrare le caratteristiche distintive dei modelli (assetto 
generale, attori coinvolti, meccanismi operativi) 
b. interpretarne le logiche sottostanti, individuando potenzialità e 
prospettive di evoluzione 
Lo studio è stato condotto attraverso i seguenti strumenti metodologici: 
• Analisi della letteratura 
• Analisi della normativa regionale (DGR, AIR con la Medicina Generale) 
• Interviste semi-strutturate a dirigenti delle regioni e delle Aziende oggetto 
di studio (*) 
(*): si ringraziano, in particolare: Carlo Lucchina, Francesco Laurelli, Luca Merlino, Carlo Zocchetti (Regione 
Lombardia); Mauro Agnello (Ospedale L. Sacco, Milano); Antonio Brambilla e Andrea Donatini (Regione Emilia 
Romagna); Piero Salvadori (Regione Toscana).
7 
3. Lombardia 
La sperimentazione dei CReG 
• La Regione prende atto della generale debolezza dei distretti e degli 
ambulatori per patologia ospedalieri (DGR IX/937/10) 
• Sperimentazione in 5 ASL, su 4 grandi aree di patologie (cardiache, 
BPCO, diabete e nefropatie) 
• La presa in carico globale del paziente (accompagnamento clinico-assistenziale 
e consumi, secondo le indicazioni dei PDTA) è remunerata 
attraverso una tariffa, collegata alla condizione patologica (CReG, 
Chronic Related Group) 
• Le tariffe CReG sono state calcolate in base ai consumi personali 
globali extraospedalieri del paziente cronico 
• Il “gestore del CReG” è una cooperativa di MMG, individuata con gara 
pubblica
8 
3. Lombardia 
La sperimentazione dei CReG 
• Il gestore propone un Piano di Assistenza Individuale 
personalizzato ai pazienti individuati dalle Aziende; il paziente può 
aderire o mantenere il profilo di presa in carico tradizionale 
• I requisiti organizzativi e tecnologici per partecipare ai bandi (apertura 
centro servizi per recall e follow-up, telemedicina) vincolano le 
cooperative a stringere accordi con società di servizi 
• La Regione incoraggia gli accordi gestore - erogatori (preferibilmente 
pubblici) per offrire agli assistiti l’assistenza specialistica 
• Le capacità organizzative, gestionali e di cura della relazione con 
il paziente determineranno il soggetto pivotale nel sistema: coop di 
MMG, società di servizi o erogatori? 
• Limitata adesione dei medici (circa 15%), indetto secondo bando a 
Milano
9 
3. Lombardia 
La sperimentazione dei CReG 
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Pazienti 
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MMG 
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Regione 
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prestazioni 
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10 
3. Lombardia 
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ASL 
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GESTORE DEL CREG - 
MMG 
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Società di 
servizi 
Regione 
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ripartizione BUDGET - lato competenza?)
4. Emilia Romagna 
Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 
11 
• I NCP costituiscono la “cellula organizzativa” del Dipartimento Cure 
Primarie della AUSL (DGR 86/06) 
• Il NCP integra tutte le professionalità dell’assistenza territoriale (MMG, 
specialisti, infermieri, ostetriche, assistenti sociali…) 
• Le sedi fisiche del Nucleo sono le Case della Salute (DGR 291/10), 
filtro e punto d’accesso unico per l’assistenza a bassa 
intensità/complessità, con forte componente infermieristica 
• Presso le CdS si trovano gran parte dei servizi offerti ai pazienti 
cronici (punto accoglienza, ADI, monitoraggi attivo, teleconsulto, 
ambulatori per patologia, programmi di formazione…) 
• Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene 
attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi) 
• Discreto sviluppo del modello: 42 sedi operative (Ott. 2011); nell’80% 
dei casi attivati programmi di gestione integrata della cronicità.
4. Emilia Romagna 
Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 
12 
Assetto generale del sistema 
ASL 
NCP-CdS 
Distretto 
Pazienti 
Comune 
Regione 
MMG, Infermieri, 
specialisti, OSS, ass. 
sociali 
Legenda 
Erogazione 
prestazioni 
Professionisti coinvolti 
Dipartimento 
Cure Primarie
4. Emilia Romagna 
Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 
13 
DCP 
NCP-CdS-MMG 
Distretto 
ASL 
BUDGET 
Comune 
Negoziazione 
Regionale 
con la Medicina 
Generale: 
compensi e 
obiettivi 
Regione 
Negoziazione 
Aziendale 
con la Medicina 
Generale: 
compensi e 
obiettivi 
BUDGET 
Meccanismi di 
finanziamento
4. Emilia Romagna 
Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 
14 
La Regione ha iniziato a monitorare la “vitalità” dei NCP 
0 20 40 60 80 
Overall activation index 
AUSL PIACENZA 
AUSL PARMA 
AUSL REGGIO EMILIA 
AUSL MODENA 
AUSL BOLOGNA 
AUSL IMOLA 
AUSL FERRARA 
AUSL RAVENNA 
AUSL FORLI 
AUSL CESENA 
AUSL RIMINI 
0 20 40 60 80 100 
Interaction & Integration 
AUSL PIACENZA 
AUSL PARMA 
AUSL REGGIO EMILIA 
AUSL MODENA 
AUSL BOLOGNA 
AUSL IMOLA 
AUSL FERRARA 
AUSL RAVENNA 
AUSL FORLI 
AUSL CESENA 
AUSL RIMINI 
Indice di Attivazione Interazione / Integrazione 
0 20 40 60 80 
Clinical activity 
AUSL PIACENZA 
AUSL PARMA 
AUSL REGGIO EMILIA 
AUSL MODENA 
AUSL BOLOGNA 
AUSL IMOLA 
AUSL FERRARA 
AUSL RAVENNA 
AUSL FORLI 
AUSL CESENA 
AUSL RIMINI 
0 20 40 60 80 100 
Open. hous and other serv. 
AUSL PIACENZA 
AUSL PARMA 
AUSL REGGIO EMILIA 
AUSL MODENA 
AUSL BOLOGNA 
AUSL IMOLA 
AUSL FERRARA 
AUSL RAVENNA 
AUSL FORLI 
AUSL CESENA 
AUSL RIMINI 
Continuità Attività assistenziale e altri servizi
5. Toscana 
Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa 
• Anche la Regione Toscana prevede l’aggregazione dei MMG in Unità 
di Cure primarie e Case della Salute, con finalità e caratteristiche simili 
a quelle emiliane 
15 
• Le CdS risultano meno diffuse rispetto all’EMR, mentre le 
aggregazioni funzionali ad hoc per la cura della cronicità sono i 
Moduli, presupposti per l’applicazione del CCM (DGR 894/08) 
• I moduli sono aggregazioni di MMG, MCA, specialisti, infermieri, 
OSS che operano in team su specifiche patologie (diabete, 
scompenso, BPCO, ipertensione, ictus), seguendo percorsi aziendali e 
utilizzando cartelle cliniche informatizzate 
• Centrali (i) l’analisi dei bisogni e delle risorse familiari e sociali (ii) 
la formazione del paziente (auto-cura) e dei caregiver 
• Attivati moduli in tutti i distretti (oltre il 30% dei MMG coinvolti a Gen12) 
• Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene 
attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi)
16 
5. Toscana 
Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa 
Assetto generale del sistema 
Moduli 
Pazienti 
MMG 
Legenda 
Erogazione 
prestazioni 
Professionisti coinvolti 
Infermieri, OSS, 
MCA, medico di 
comunità, 
specialisti 
Comune 
UCP, CdS 
Distretto MMG, Infermieri, 
specialisti, OSS, 
ass.sociali 
SdS 
ASL 
Regione
17 
5. Toscana 
Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa 
ASL 
Zona-distretto 
Moduli - MMG 
BUDGET 
Regione 
BUDGET 
Negoziazione Regionale 
con la Medicina 
Generale: compensi e 
obiettivi 
Negoziazione Locale 
con la Medicina 
Generale: obiettivi 
Comune 
Meccanismi di 
finanziamento
18 
6. Considerazioni conclusive 
Spunti per il confronto tra modelli 
Logica 
generale 
del modello 
Potenzialità 
Limiti 
Public 
management 
 Forte 
associazionismo 
medico e logica 
multiprofessionale 
 Debole monitoraggio 
e frammentarietà 
delle iniziative di 
governo clinico 
Empowerment 
paziente e reti 
sociali, guidato 
dal pubblico 
 Condivisione valori sociali 
 Riflessione attenta sui 
bisogni e sul ruolo di 
pazienti e caregiver 
 Relativa debolezza 
strutture e 
meccanismi 
manageriali 
Quasi - mercato 
 Robustezza sistemi 
informativi regionali 
 Chiarezza obiettivi, metriche 
e incentivi del modello 
 Debolezza 
dell’associazionismo 
medico 
 Debolezza delle 
strutture territoriali
19 
6. Considerazioni conclusive 
Spunti per il confronto tra modelli 
Integrazione 
strutturale e multi - 
professionale 
Integrazione 
funzionale tra 
MMG 
Accentramento 
regionale 
Decentramento 
aziendale 
Rischio 
imprenditoriale 
Modalità tradizionali 
di remunerazione 
Esternalizzazione 
UCCP 
Internalizzazione 
UCCP
Obiettivi del progetto Definizione e attivazione di un cruscotto in 
ottica di Performance measurement & 
management: 
• Quali dimensioni privilegiare e quali indicatori considerare? 
•Qual è l’impatto misurabile delle innovazioni organizzative sugli 
indicatori? 
•L’impatto ottenuto è da attribuire alle innovazioni organizzative o ad altro 
(variabili socio-demografiche degli operatori e/o dei pazienti)? 
•Come utilizzare i dati analizzati tramite il cruscotto per irrobustire i 
sistemi operativi (gestione del personale/remunerazione dei 
professionisti, programmazione e controllo, sistema informativo - ICT)? 
•Come diffondere le evidenze raccolte all’interno dell’organizzazione 
professionale? 20
Possibili variabili indipendenti su cui 
Definizione delle variabili 
valutare i CREG: 
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2) I modelli organizzativi dei MMG 
3) I meccanismi di reclutamento e chiamata dei pazienti 
4) La frequenza delle visite presso gli ambulatori MMG 
5) La tipologia di personale sanitario con cui sono più in 
contatto: infermieri, MMG, specialisti. 
21
Possibili variabili dipendenti su cui valutare i 
Definizione delle variabili 
CREG: 
1) Tasso di reclutamento dei pazienti nei PAI (progetti 
assistenziali individuali) o PDTA standard 
2) Compliance dei prescrittori (MMG e specialisti 
ambulatoriali) ai PAI/PDTA 
3) Compliance dei pazienti ai PAI/PDTA 
4) Esito clinico intermedio (es. stabilizzazione glicemia) 
22
I dati raccolti attraverso tali variabili 
Utilizzo delle variabili 
consentiranno di analizzare: 
1) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra MMG 
2) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra 
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  • 2. 2 Indice 1. I bisogni di salute emergenti 2. Obiettivi di ricerca e metodologia 3. Lombardia 4. Emilia Romagna 5. Toscana 6. Considerazioni conclusive
  • 3. 3 1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità • La tendenza epidemiologica più marcata nei paesi occidentali è l’aumento di prevalenza delle malattie croniche, strettamente legato all’invecchiamento demografico (Boerma, Calnan, 2006) • Il 38,6% dei residenti in Italia dichiara almeno una malattia cronica (ISTAT 2011). Le patologie più diffuse sono l’artrite (17,3% della popolazione), l’ipertensione (16%) e le allergie (9,8%). Seguono osteoporosi (7%) asme - BPCO (6,1%) e il diabete (4,9) (ISTAT, 2011). • Oltre ai costi sociali della cronicità (qualità della vita), da considerare l’incidenza sulla spesa sanitaria: quasi il 70% della spesa, in Lombardia, è assorbita dai pazienti cronici (Agnello et. Al., 2011). • Il modello di presa in carico del paziente cronico si basa su alcuni punti fermi (Wagner et al., 1996; Renders et al., 2001; Tozzi, 2010)  Accessibilità dei luoghi di cura (da privilegiare territorio e domicilio)  Presa in carico continuativa, trasversalmente ai setting assistenziali  Multidisciplinarietà dell’approccio con attenzione ai bisogni sociali  Coinvolgimento del paziente ed educazione all’autocura
  • 4. 4 1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Prevalenza cronicità (ISTAT, 2011) 0-14 15-17 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e oltre % malati cronici su totale popolazione Classi di età
  • 5. 5 1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità Spesa annuale media registrata dai MMG (€) 0 200 400 600 800 1000 1200 Pz. scompensato Pz. diabetico Pz. iperteso Pz. non cronico €/anno Fonte: Borgonovi et al., 2011, su dati SIMG 2009 (prescrizioni, ricoveri esclusi)
  • 6. 6 2. Obiettivi di ricerca e metodologia Su questi presupposti, diverse Regioni stanno riorganizzando con modalità peculiari e innovative l’assistenza territoriale per i pazienti cronici In relazione a tre sistemi (“modelli”) regionali (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) gli OBIETTIVI DI RICERCA sono: a. inquadrare le caratteristiche distintive dei modelli (assetto generale, attori coinvolti, meccanismi operativi) b. interpretarne le logiche sottostanti, individuando potenzialità e prospettive di evoluzione Lo studio è stato condotto attraverso i seguenti strumenti metodologici: • Analisi della letteratura • Analisi della normativa regionale (DGR, AIR con la Medicina Generale) • Interviste semi-strutturate a dirigenti delle regioni e delle Aziende oggetto di studio (*) (*): si ringraziano, in particolare: Carlo Lucchina, Francesco Laurelli, Luca Merlino, Carlo Zocchetti (Regione Lombardia); Mauro Agnello (Ospedale L. Sacco, Milano); Antonio Brambilla e Andrea Donatini (Regione Emilia Romagna); Piero Salvadori (Regione Toscana).
  • 7. 7 3. Lombardia La sperimentazione dei CReG • La Regione prende atto della generale debolezza dei distretti e degli ambulatori per patologia ospedalieri (DGR IX/937/10) • Sperimentazione in 5 ASL, su 4 grandi aree di patologie (cardiache, BPCO, diabete e nefropatie) • La presa in carico globale del paziente (accompagnamento clinico-assistenziale e consumi, secondo le indicazioni dei PDTA) è remunerata attraverso una tariffa, collegata alla condizione patologica (CReG, Chronic Related Group) • Le tariffe CReG sono state calcolate in base ai consumi personali globali extraospedalieri del paziente cronico • Il “gestore del CReG” è una cooperativa di MMG, individuata con gara pubblica
  • 8. 8 3. Lombardia La sperimentazione dei CReG • Il gestore propone un Piano di Assistenza Individuale personalizzato ai pazienti individuati dalle Aziende; il paziente può aderire o mantenere il profilo di presa in carico tradizionale • I requisiti organizzativi e tecnologici per partecipare ai bandi (apertura centro servizi per recall e follow-up, telemedicina) vincolano le cooperative a stringere accordi con società di servizi • La Regione incoraggia gli accordi gestore - erogatori (preferibilmente pubblici) per offrire agli assistiti l’assistenza specialistica • Le capacità organizzative, gestionali e di cura della relazione con il paziente determineranno il soggetto pivotale nel sistema: coop di MMG, società di servizi o erogatori? • Limitata adesione dei medici (circa 15%), indetto secondo bando a Milano
  • 9. 9 3. Lombardia La sperimentazione dei CReG GESTORE DEL CREG Pazienti Erogatori pubblici e privati MMG ASL Società di servizi Regione Legenda Rapporto contrattuale Erogazione prestazioni Professionisti coinvolti Assetto generale del sistema
  • 10. 10 3. Lombardia La sperimentazione dei CReG Meccanismi di finanziamento ASL TARIFFA CREG al netto dei consumi sanitari dei pazienti GESTORE DEL CREG - MMG Pagamento dei servizi di recall, telemedicina, ecc.. Società di servizi Regione BUDGET Erogatori BUDGET (cassa e competenza) Indirizzo pazienti (impatto rilevante su ripartizione BUDGET - lato competenza?)
  • 11. 4. Emilia Romagna Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 11 • I NCP costituiscono la “cellula organizzativa” del Dipartimento Cure Primarie della AUSL (DGR 86/06) • Il NCP integra tutte le professionalità dell’assistenza territoriale (MMG, specialisti, infermieri, ostetriche, assistenti sociali…) • Le sedi fisiche del Nucleo sono le Case della Salute (DGR 291/10), filtro e punto d’accesso unico per l’assistenza a bassa intensità/complessità, con forte componente infermieristica • Presso le CdS si trovano gran parte dei servizi offerti ai pazienti cronici (punto accoglienza, ADI, monitoraggi attivo, teleconsulto, ambulatori per patologia, programmi di formazione…) • Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi) • Discreto sviluppo del modello: 42 sedi operative (Ott. 2011); nell’80% dei casi attivati programmi di gestione integrata della cronicità.
  • 12. 4. Emilia Romagna Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 12 Assetto generale del sistema ASL NCP-CdS Distretto Pazienti Comune Regione MMG, Infermieri, specialisti, OSS, ass. sociali Legenda Erogazione prestazioni Professionisti coinvolti Dipartimento Cure Primarie
  • 13. 4. Emilia Romagna Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 13 DCP NCP-CdS-MMG Distretto ASL BUDGET Comune Negoziazione Regionale con la Medicina Generale: compensi e obiettivi Regione Negoziazione Aziendale con la Medicina Generale: compensi e obiettivi BUDGET Meccanismi di finanziamento
  • 14. 4. Emilia Romagna Nuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS) 14 La Regione ha iniziato a monitorare la “vitalità” dei NCP 0 20 40 60 80 Overall activation index AUSL PIACENZA AUSL PARMA AUSL REGGIO EMILIA AUSL MODENA AUSL BOLOGNA AUSL IMOLA AUSL FERRARA AUSL RAVENNA AUSL FORLI AUSL CESENA AUSL RIMINI 0 20 40 60 80 100 Interaction & Integration AUSL PIACENZA AUSL PARMA AUSL REGGIO EMILIA AUSL MODENA AUSL BOLOGNA AUSL IMOLA AUSL FERRARA AUSL RAVENNA AUSL FORLI AUSL CESENA AUSL RIMINI Indice di Attivazione Interazione / Integrazione 0 20 40 60 80 Clinical activity AUSL PIACENZA AUSL PARMA AUSL REGGIO EMILIA AUSL MODENA AUSL BOLOGNA AUSL IMOLA AUSL FERRARA AUSL RAVENNA AUSL FORLI AUSL CESENA AUSL RIMINI 0 20 40 60 80 100 Open. hous and other serv. AUSL PIACENZA AUSL PARMA AUSL REGGIO EMILIA AUSL MODENA AUSL BOLOGNA AUSL IMOLA AUSL FERRARA AUSL RAVENNA AUSL FORLI AUSL CESENA AUSL RIMINI Continuità Attività assistenziale e altri servizi
  • 15. 5. Toscana Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa • Anche la Regione Toscana prevede l’aggregazione dei MMG in Unità di Cure primarie e Case della Salute, con finalità e caratteristiche simili a quelle emiliane 15 • Le CdS risultano meno diffuse rispetto all’EMR, mentre le aggregazioni funzionali ad hoc per la cura della cronicità sono i Moduli, presupposti per l’applicazione del CCM (DGR 894/08) • I moduli sono aggregazioni di MMG, MCA, specialisti, infermieri, OSS che operano in team su specifiche patologie (diabete, scompenso, BPCO, ipertensione, ictus), seguendo percorsi aziendali e utilizzando cartelle cliniche informatizzate • Centrali (i) l’analisi dei bisogni e delle risorse familiari e sociali (ii) la formazione del paziente (auto-cura) e dei caregiver • Attivati moduli in tutti i distretti (oltre il 30% dei MMG coinvolti a Gen12) • Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi)
  • 16. 16 5. Toscana Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa Assetto generale del sistema Moduli Pazienti MMG Legenda Erogazione prestazioni Professionisti coinvolti Infermieri, OSS, MCA, medico di comunità, specialisti Comune UCP, CdS Distretto MMG, Infermieri, specialisti, OSS, ass.sociali SdS ASL Regione
  • 17. 17 5. Toscana Chronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa ASL Zona-distretto Moduli - MMG BUDGET Regione BUDGET Negoziazione Regionale con la Medicina Generale: compensi e obiettivi Negoziazione Locale con la Medicina Generale: obiettivi Comune Meccanismi di finanziamento
  • 18. 18 6. Considerazioni conclusive Spunti per il confronto tra modelli Logica generale del modello Potenzialità Limiti Public management  Forte associazionismo medico e logica multiprofessionale  Debole monitoraggio e frammentarietà delle iniziative di governo clinico Empowerment paziente e reti sociali, guidato dal pubblico  Condivisione valori sociali  Riflessione attenta sui bisogni e sul ruolo di pazienti e caregiver  Relativa debolezza strutture e meccanismi manageriali Quasi - mercato  Robustezza sistemi informativi regionali  Chiarezza obiettivi, metriche e incentivi del modello  Debolezza dell’associazionismo medico  Debolezza delle strutture territoriali
  • 19. 19 6. Considerazioni conclusive Spunti per il confronto tra modelli Integrazione strutturale e multi - professionale Integrazione funzionale tra MMG Accentramento regionale Decentramento aziendale Rischio imprenditoriale Modalità tradizionali di remunerazione Esternalizzazione UCCP Internalizzazione UCCP
  • 20. Obiettivi del progetto Definizione e attivazione di un cruscotto in ottica di Performance measurement & management: • Quali dimensioni privilegiare e quali indicatori considerare? •Qual è l’impatto misurabile delle innovazioni organizzative sugli indicatori? •L’impatto ottenuto è da attribuire alle innovazioni organizzative o ad altro (variabili socio-demografiche degli operatori e/o dei pazienti)? •Come utilizzare i dati analizzati tramite il cruscotto per irrobustire i sistemi operativi (gestione del personale/remunerazione dei professionisti, programmazione e controllo, sistema informativo - ICT)? •Come diffondere le evidenze raccolte all’interno dell’organizzazione professionale? 20
  • 21. Possibili variabili indipendenti su cui Definizione delle variabili valutare i CREG: 1) Lo schema CREG in quanto tale 2) I modelli organizzativi dei MMG 3) I meccanismi di reclutamento e chiamata dei pazienti 4) La frequenza delle visite presso gli ambulatori MMG 5) La tipologia di personale sanitario con cui sono più in contatto: infermieri, MMG, specialisti. 21
  • 22. Possibili variabili dipendenti su cui valutare i Definizione delle variabili CREG: 1) Tasso di reclutamento dei pazienti nei PAI (progetti assistenziali individuali) o PDTA standard 2) Compliance dei prescrittori (MMG e specialisti ambulatoriali) ai PAI/PDTA 3) Compliance dei pazienti ai PAI/PDTA 4) Esito clinico intermedio (es. stabilizzazione glicemia) 22
  • 23. I dati raccolti attraverso tali variabili Utilizzo delle variabili consentiranno di analizzare: 1) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra MMG 2) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra specialisti 3) se vi è maggiore omogeneità prescrittiva del medico a tutti i suoi pazienti 23