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Dott.ssa Giorgia Pizzuti
II° PARTE - IL POTERE DELLA
COMUNICAZIONE NON VERBALE -
Qual è l’ultima cosa che avete comprato?
In una scala da 0 a 10 su due dimensioni di “emozione”
e “ragione”, dove disporreste il vostro acquisto?
Secondo le neuroscienze il
comportamento di acquisto, come
qualsiasi processo decisionale,
non è mai puramente logico-razionale
bensì cognitivo-emotivo.
95%
INC
70% IN MENO DI GRASSI SOLO 30% DI GRASSI
Rispondiamo
emotivamente ad uno
stimolo ancora prima di
sapere cos’è!
Il cervello infatti pesa solo 1,5 kg ma consuma circa 2000 Kcal al giorno!
ADIOMA.COM
TEMPLATE
BY
SISTEMA
LIMBICO
CORTECCIA
PREFRONTALE
VFFDFEFRVEFVEFVEV
Anche i messaggi che ci scambiamo vengono processati innanzitutto dal
cervello emotivo e non dalla neocorteccia!
Ecco perché saper parlare in pubblico
significa prima di tutto saper “parlare”
al cervello emotivo
NEUROSCIENZE & TECNICHE
DI PRESENTAZIONE
Cosa dobbiamo sapere su come
funziona il cervello per
migliorare le nostre
presentazioni
MEMORABILITA’NOVITA’EMOZIONALITA’
PRINCIPI CHIAVE DELLE PRESENTAZIONI DI SUCCESSO
Se non è emozionante, ignoralo. Se non è nuovo, ignoralo.
Se è troppo lungo, risparmia energia.
EMOZIONA
“Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto
ma non come li hai fatti sentire” (M. Angelou)
Quando il cervello rileva uno
stimolo emotivo l’amigdala si
attiva. Dialogando con
l’ippocampo ne facilita la
memorizzazione.
E’ come se mettesse un post-it
che dice al cervello: ricordatelo!
»Il cervello è neurologicamente strutturato
per individuare stimoli nuovi».
INNOVA
Le“novità” attivano
automaticamente il sistema
limbico ed una sorta
di “save button”.
Qualsiasi elemento insolito,
idea, prospettiva, modo di
presentare nuovo, stimola
l’apprendimento.
“Non importa quanto grande sia l’idea che proponi se alla fine della
presentazione nessuno ricorda ciò che hai detto” (G.Berns)
SINTETIZZA
La memoria di lavoro può
gestire contemporaneamente
solo 7 (+/-2) bit di informazioni
Sovraccaricare il cervello con
tante informazioni significa
annoiare chi ci ascolta. Less is
more…
VENDITAMARKETINGPRESENTAZIONI PERSUASIONE
EMOZIONI
Ma se non scegli come
emozionare, l’altro si
concentra su ciò che vuole o
peggio si annoia …Quante
volte ci capita da uditori?!
“Sono pagato per fare
presentazioni
professionali, non
per emozionare!”
Parlare al cervello emotivo significa
facilitare il coinvolgimento
dell’audience
TECNICHE PER PARLARE AL
CERVELLO EMOTIVO
Nelle presentazioni, come nella vendita, non iniziare mai con il “cosa”:
cosa vi presento, chi sono, quali sono le caratteristiche del prodotto.
RULE # 1 START WITH THE WHY (S.Sinek)
1.WHY
2. HOW
3.WHAT
LIMBIC
SYSTEM
• BISOGNI
• VALORI
Come nello storytelling, è l’individuazione di bisogni, valori,
emozioni ben precise che facilitano il coinvolgimento,
l’immedesimazione di chi ti ascolta.
PROBLEMA – SOLUZIONE - PRODOTTO
Evita di confondere il tuo “why” con l’obiettivo
o peggio con l’argomento della tua presentazione.
Obiettivo vs Argomento
Presentare dei dati, proporre
un’idea per migliorare un
processo, risolvere un problema,
condividere gli obiettivi di
business
Perché questa presentazione:
quali emozioni voglio evocare
in chi mi ascolta?
Quali bisogni soddisfare?
Perché è importante per me?
Quali dubbi, perplessità sull’efficacia
e praticabilità di questa strategia?
Sul fatto che sia applicabile anche
alle vostre presentazioni
professionali?
RULE # 2 – THREE IS THE PERFECT NUMBER
Individua tre messaggi chiave a sostegno e coerenti con il tuo why
attorno ai quali sviluppare il tuo discorso.
1
2
3
1 2 3
Ti è chiara la
differenza
tra «messaggio» e
«contenuto» ossia
informazione”?
Il messaggio parla al cervello emotivo.
Il contenuto alla neocorteccia.
Chi riceve un messaggio spesso non ne è consapevole.
Chi riceve un contenuto (una frase) lo è sempre.
Contenuti diversi possono ripetere uno stesso messaggio.
Stessi contenuti possono veicolare messaggi diversi.
DISTINZIONE «MESSAGGIO» E
«CONTENUTO»
Sforzati di utilizzare 3,4 parole per
definire il tuo: pensa in termini di bisogni
ed emozioni universali
Distinguere un messaggio da un
contenuto non è sempre
facile…eppure è possibile J
SEMBRA UNA
…A VOLTE ANCHE PER ME J
ALLA LUCE DI QUANTO DISCUSSO FINORA
INDIVIDUA IL TUO WHY ED I 3 MESSAGGI
CHIAVE DELLA TUA PROSSIMA
PRESENTAZIONE
PRACTICE LEARNING
DON’T BE SHY !
COME PREPARARE
UNO SPEECH
“Di solito impiego tre settimane a
preparare un buon discorso
improvvisato.” (M. Twain)
1 2 3
Non dobbiamo
dire tutto quello
che pensiamo di
“dover” dire
(essenza della
“vendita”)
La struttura del
discorso influenza
fortemente il
“come” arrivano i
messaggi.
ORGANIZZARE
CONTENUTI
SELEZIONARE
CONTENUTI
INDIVIDUARE I
MESSAGGI
Troppa informazione
sovraccarica il cervello
e la nostra memoria di
lavoro
Quanto tempo sei solito dedicare
alla selezione dei contenuti?
“I migliori oratori danno
l’impressione di improvvisare,
in realtà si preparano tutto”.
(J.F. K.)
1/3 PER PREPARARE LA STRUTTURA
1/3 PER PREPARARE IL MATERIALE
1/3 DEL TEMPO PER ESERCITARSI
“Ogni minuto di presentazione richiede
un’ora di preparazione” (W.Burgraff)
TEMPO NECESSARIO PER
PREPARARE UNO SPEECH
IDEAS
PROGETTARE STRUTTURA
DESIGN
PROGETTARE
PROTOTYPE
ESERCITARSI
REALIZZAZIONE
CREARE SLIDE
1
2
3
4
5
WHY
OBIETTIVO
DESIGN THINKING & PUBLIC SPEAKING
Prendi spunto dal Design Thinking
Se e come hai selezionato ogni volta «contenuti/informazioni» per le tue
presentazioni? Quali criteri di selezione segui?
- CAPIRE CHI HO DI FRONTE -
Raccogli il maggior numero di informazioni possibili sul tuo pubblico, prima e
durante lo speech, sia a livello personale che professionale.
STILE DI VITA
- MOMENTO
DI VITA -
KNOW HOW
VALORI
INFLUENZE
MOTIVAZIONI SFIDE
RISPETTO BISOGNI
DISAGIO GUADAGNO
COSA SENTE ?
COSA
DICE & FA ?
COSA PENSA & SENTE REALMENTE ?
COSA VEDE?
Cosa dicono gli amici? I colleghi? I familiari?
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OFFRI UN BENEFIT AL PUBBLICO
W.I.I.F.M
KNOW-DO-FEEL
Cosa voglio il pubblico pensi,
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Questo ti permetterà di selezionare contenuti diversi in base alle varie
situazioni ed essere più flessibile, quindi, più coinvolgente.
Quali sono allora le parole più importanti in uno speech?
TU – NOI - VOI
COME APRIRE
UNO SPEECH
Non esiste una seconda
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impressione»
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Pensa a ciò che accade ad
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chi ti ricordi Il giorno dopo?
EVIDENZIA ELEMENTI “IN COMUNE”
Il nostro cervello tende ad ascoltare e prestare più attenzione a chi
percepiamo come più simile a noi - interessi, caratteristiche, dubbi...
1
Per questo il momento
migliore in cui sfruttare il
Principio di Persuasione
della Somiglianza - come
anche quello di reciprocità
- è la fase iniziale.
PONI DELLE DOMANDE
Di qualsiasi tipo: retoriche, stimolanti, dirette a qualcuno in
particolare o alla platea in generale.
2
«Non so quanti di voi pensano
che…ma io mi sono sempre
chiesta…»
«Quanti di voi come me…»
«Chi di noi non vorrebbe…»
DOMANDE SU
ELEMENTI IN COMUNE
UTILIZZA LO HUMOR
L’umorismo abbassa le difese e rende il “pubblico” più
ricettivo nei confronti dei tuoi messaggi.
Ci rende più simpatici e le persone sono più inclini ad ascoltare,
accettare proposte o fare business con chi gli è simpatico!
3
CITAZIONE AD EFFETTO
Cita qualcuno di noto ed apprezzato dal tuo pubblico.
“Fare o non fare…
Non c'è provare” (Yoda)
4
DISATTENDI LE ASPETTATIVE
Ogni elemento di novità attiva il SRA innalzando
automaticamente il nostro livello di attenzione.
5
Chi ti ascolta si “aspetta” che tu presenti dei dati, il tuo lavoro, i nuovi obiettivi.
Incuriosisci introducendo un argomento diverso che poi collegherai a quello topic
PENSA FUORI DAL CONTESTO
PARLA DI ALTRO
Prova a scrivere un paragrafo così come ti viene. Quindi gioca con l’ordine dei
contenuti e scopri qual è quello che risulta meno scontato e più coinvolgente.
“INVERTI L’ORDINE
DEGLI ADDENDI”
Quando ascoltiamo una storia si attivano le stesse aree cerebrali sia in chi la
racconta che in chi la ascolta stabilendo così “un legame”.
RACCONTA UN EPISODIO TUO O DI ALTRI
Il nostro cervello è costruito per creare connessioni/significati.
5
SCRIVI L’APERTURA DELLA TUA
PROSSIMA PRESENTAZIONE
PRACTICE LEARNING
TECNICHE PER MANTENERE
VIVA L’ATTENZIONE
“Puoi avere le cose più
interessanti da dire al mondo,
ma se nessuno le ricorda non
servirà a nulla parlarne”.
“VESTI” I TUOI
NUMERI
Ancora oggi quando
compro un cellulare mi
chiedono se lo preferisco
a 24 o 32 GB di memoria,
con 4G o 10G di traffico
dati... …ma se non mi
“vesti” quei numeri, per
me sono tutti uguali!
Che significa
“vestire” i dati?
Chiediti: “Qual è quel/quei due o
tre dati che voglio colpiscano e
che sono in linea con il mio “why”?
I numeri non “coinvolgono” le
persone. L’unico modo per riuscirci
è collegarli a qualcosa che sia per
loro rilevante o familiare.
Nel 2001 l’ iPod - 5GB di memoria – fu presentato così:
“Puoi portare con te 1000 canzoni in tasca”
Il 9 Giugno del 2008 IBM presentò il supercomputer “Roadrunner” in grado
di elaborare ”1 petaflop per sec” - mille trilioni di calcoli al secondo.
IBM sapeva che quel numero
non avrebbe avuto un grande
impatto sul pubblico…
Nella successiva presentazione alla stampa aggiunse:
COS’E’ UN PETAFLOP?
1.5 MIGLIA PIU’ ALTO
SFRUTTA GLI «ALTI» E «BASSI»
Utilizza la piramide di Freytag o la sparkline di Duarte
Per navigare non si può andare dritti dritti
verso la meta finale. Lo stesso vale per una
presentazione efficace.
Oscilla “avanti ed indietro” tra passato,
presente e futuro, tra ciò che era
(es prodotto, procedura, dati precedenti) e ciò
che è, dubbi e certezze, successi ed errori,
problemi e soluzioni, domande e risposte.
INSERISCI UN ANTAGONISTA
In ogni storia ci sono sempre un buono ed un cattivo.
Inserendo un “antagonista” (un problema, un lato debole, dei dati contrari)
catturiamo l’attenzione del pubblico creando “tensione narrativa”.
MOSTRA LA TUA VULNERABILITA’
Accenna ad una difficoltà, un punto debole dell’azienda, del report,
dei dati, del prodotto.
ESPRIMI UN CONCETTO OGNI 20’
Il cervello consuma glucosio e «si stanca» e non memorizza.
SFRUTTA IL
LINGUAGGIO
SINESTESICO
Cosa altro fare per cercare di mantenere viva
l’attenzione di chi ci ascolta?
CHIAMA PER
NOME &
RIPRENDI
AFFERMAZIONI
UTILIZZA
METAFORE
Spesso di un discorso, come
di un libro o di un film,
ricordiamo soltanto l’inizio, la
fine…e qualche cosa in mezzo.
…ricordati di chiudere sempre con
una Call to Action!
Anche se scegli di chiudere sintetizzando i
contenuti principali della tua presentazione,
i messaggi chiave…
Perché se dimentichi di chiudere con una
call to action, la tua audience «chiuderà»
comunque con una «azione» fosse anche
solo quella di pensare che il tuo discorso
era scontato, uguale agli altri etc.
Nancy Duarte distingue 4 modi per chiudere in funzione del pubblico
DOERS SUPPLIERS INFLUENCERS INNOVATORS
Chiedi loro di
“provare, di
decidere, di
fare”
Invitali a
“offrire
sostegno”,
risorse
Invitali a
“promuovere”
, adottare
Invitali a
creare,
“scoprire”
SCRIVI LA CHIUSURA DELLA TUA
PROSSIMA PRESENTAZIONE
PRACTICE LEARNING
COMUNICAZIONE NON
VERBALE EFFICACE
«Non importa tanto cosa dici
quanto come lo dici»
PARAVERBALE PROSSEMICA
LINGUAGGIO
DEL CORPO
VEICOLA I
“MESSAGGI DI
RELAZIONE”
AMPLIA O
CONTRADDICE
LA CV
Le nostre emozioni si manifestano, infatti, innanzitutto e
prima di tutto a livello corporeo.
VEICOLA
EMOZIONI,
«ENERGIA»
Abbiamo “solo” 6 secondi per gestire la
“reazione” e rispondere emotivamente.
Pensateci quando l’ansia da prestazione sale…
SFRUTTA LO STRUMENTO “VOCE”
I più grandi oratori variano tono, ritmo e volume in funzione delle
diverse fasi, obiettivi e contenuti della loro presentazione.
1
Leggi una pagina di giornale o di un libro impegnandoti nel
variare tono-ritmo-volume. Registrati e riascoltati.
Qual è il mio tono, ritmo, volume? Cosa vorrei migliorare?
Leggi qualcosa e registra
la tua voce.
Poi rileggila un’altra
volta tenendo una matita
tra i denti.
Infine leggila una terza
volta senza la matita e
riascoltati.
IL MODELLO
DELLE 4 VOCI
E’ caratterizzata da un
tono elevato, frizzante,
da un volume
abbastanza alto ed un
ritmo abbastanza
incalzante (es. Paolo
Bonolis).
Usala per catturare
l’attenzione.
VOCE ARIA
E’ caratterizzata da un
volume basso, un ritmo
lento ed un tono
pacato, avvolgente (es.
lo speaker radiofonico
A.Bartallot).
Usala per ascoltare e
creare rapporto con i
tuoi interlocutori.
VOCE ACQUA
E’ caratterizzata da un
volume medio-alto, un
tono simile ed un ritmo
lento ma meno della
voce Acqua (es.
T.Servillo nello speech
del film “Viva la
Libertà”).
Usala per essere
autorevole, incisivo.
VOCE TERRA
E’ caratterizzata da un
ritmo estremamente
vario a finire incalzante,
da un tono medio e da
un volume in crescendo
(es. lo speech finale di
M.Gibson in
“Braveheart”).
Usala per una call to
action.
VOCE FUOCO
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
PRACTICE LEARNING
Alla base di un corretto uso
della voce vi è una “buona”
respirazione.
E’ crescendo che
disimpariamo a respirare.
Respirando non solo
miglioriamo la nostra dizione
ma agiamo indirettamente
anche sulla postura, sul
livello di attenzione e di
stress...
FAI ATTENZIONE
ALLA
PROSSEMICA
INTIMA
[0-/5 cm]
PERSONALE
[0,5/1,2 m]
SOCIALE
[1,2/3,5 m]
PUBBLICA
[>3,5 m]
Sai perché in ascensore quasi mai ci
guardiamo negli occhi e
ci diamo le spalle?
2
Guardare fisso e dritto negli occhi
è, infatti, un classico segnale di
attacco che allerta la nostra
amigdala.
Per questo è cambiato il modo di
apparecchiare
il tavolo per due al ristorante…
Cosa fai istintivamente con i bambini?
Ti metti allo stesso “livello”.
Se parli da a un palco rialzato,
tienilo in considerazione!
La prossemica fornisce indicazioni sul livello
di intimità, gerarchia (ruoli),
“vicinanza/lontananza” tra gli interlocutori.
Pensa quante informazioni puoi raccogliere
durante una presentazione, una riunione o
una trattiva!
Sfrutta tutto lo spazio
che hai a disposizione
Se puoi, stai in piedi
MOBILITA
• SI: alterna alcuni passi e delle soste. Mantieni una postura
frontale o semi-frontale.
• NO: mantenere un movimento continuo (comunica
nervosismo, e fa sentire il pubblico «sotto esame»). “Offrire il
fianco”, dare le spalle, dondolarsi avanti/indietro, camminare
veloci su/giù.
Alzati/siediti, avvicinati/allontanati
dal pubblico per innalzare il livello
di attenzione o creare un’atmosfera
familiare etc.
DISPONI LE SEDIE IN SEMICERCHIO
PIEDI
MANI
OCCHI
FIANCHI
VOLTO
SFRUTTA IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il 70/80% degli stimoli che
raggiungono il cervello
passano attraverso il
canale visivo.
3
MANTIENI
IL CONTATTO
OCULARE
10
4
Immagina che il tuo sguardo
sia una pallina che danza da
una persona all’altra.
104
Occhi
Parla con tutti, uno per volta
• Non guardare “nel vuoto”. Anche con un assembramento
numeroso, cerca gli occhi delle persone una per una, sia a
distanza che a metà sala che nelle prime file.
• Prediligi la posizione a 45° e fai attenzione ad un ancoraggio
visivo parziale su chi conosci o ti sta simpatico.
SORRIDI…SPESSO
Il sorriso, come altre
espressioni facciali, è
contagiosoI
Come sai siamo più inclini ad
avvicinarci a persone che
sorridono…autenticamente.
EVITA UNA POSTURA
RIGIDA & CHIUSA
Il livello di tensione muscolare
corporea viene immediatamente
recepito dal cervello emotivo di
chi ti ascolta/guarda.
Inoltre è un feedback che
influenza il tuo cervello ed il tuo
stato mentale.
Quanto sei consapevole
della tua postura
durante uno speech?
Spalle rilassate, «basse,»
petto aperto, braccia
rialssate, aperte, rivolte al
pubblico
In generale comunica “qualcosa
da nascondere” o, al contrario, di
estrema “superiorità”.
Tieni in vista eventuali documenti
a cui vuoi far riferimento evitando
di tirarli fuori dalle tasche mentre
parli.
«IO NON HO TASCHE»
“FEET SPEAK LOUDER THAN WORDS”
Osserva e gestisci al meglio movimento e direzione dei piedi. Parlano molto…
POSTURA
• Piedi alla stessa larghezza delle spalle: non tenere i piedi
paralleli e stretti; evita di incrociare le gambe ad “X”
• Trasferisci il peso con naturalezza da un fianco all’altro per
interagire con settori laterali diversi di pubblico
• Apri verso l’esterno la punta del piede opposto al piede di
appoggio
SFRUTTA I GESTI ILLUSTRATORI
Rappresentano uno stimolo visivo che rafforza quello verbale-uditivo.
Se asincroni rispetto al contenuto verbale minano la tua credibilità.
Indica ciò di cui stai
parlando sulla slide
(es. un dato per te
importante)
TIENI I PALMI
RIVOLTI VERSO
L’ALTO
Lascia le mani
libere di muoversi
nello spazio
“Io vedo e prevedo”
“Tanto le so tutte!”
“Ora vedi cosa ti ‘sparo’”
“Per favore non dirmelo”
A volte “ricalcare” il non verbale di
chi ci ascolta può essere molto utile
(es. gestione obiezioni, vendita).
RICALCA LA POSTURA
GESTISCI & OSSERVA I GESTI MANIPOLATORI
Sono gesti idiosincratici che abbiamo sviluppato per gestire un certo disagio.
Ad es. giocherellare con barba, capelli, collanine, anelli, penne, occhiali, etc.
Solitamente aumentano di
intensità e frequenza
all’aumentare del disagio:
se noti variazioni significative
nel tuo pubblico, prova a fare
una domanda, una battuta, a
coinvolgerlo.
Conosci i tuoi gesti
manipolatori?
Sai gestirli durante
uno speech?
Abbiamo «sei secondi» per gestire
efficacemente le nostre emozioni.
COSA FARE PER GESTIRE L’ANSIA DA
“PALCOSCENICO”
Siediti, poggia le mani delicatamente sulle gambe, metti i piedi sotto le
ginocchia, mento leggermente verso il petto, spalle basse, scapole che
convergono al centro: inspira riempiendo l’addome, fai una breve pausa, espira
svuotando l’addome, pausa, e poi di nuovo…
RILASSATI
ATTRAVERSO LA
RESPIRAZIONE
Inspira ed espira lentamente
per 3/5 minuti.
Fai uno stretching del muscoli
del collo e delle spalle sia in
estensione che attraverso circuiti
di contrazione-rilasciamento.
TROVA LA
GIUSTA
CONCENTRA
ZIONE
Immaginati soddisfatto alla fine della tua presentazione, anche nei
giorni precedenti. Se possibile ascolta della musica il cui ritmo sia
in linea con l’obiettivo del tuo speech (rilassante, motivante etc.).
Nei giorni/settimane precedenti
all’evento, videoregistrati mentre fai la
presentazione, rivediti e fai pratica
davanti ad uno specchio.
ESERCITATI
ALL’INFINITO
Secondo le Neuroscienze ci vogliono 10.000 ore di pratica
per diventare un esperto in qualsiasi tipo di attività
– chirurgia, basket, tennis…Public Speaking!
INSEGUI
L’ «ECCELLENZA»
Impara a distinguere l’errore dal fallimento.
Evita di cercare la perfezione…
TECNICA
DELL’ESAGERAZIONE
“Cosa potrebbe succedere
nel peggior scenario?”
TECNICA DEL FOCUS
“Quale pensiero associo
a questa situazione?”.
Cosa posso pensare di diverso
per sentirmi diversamente?”
Sii curioso di sperimentare,
provare qualcuna delle strategie e delle tecniche
presentate almeno una volta e…
…scoprine delle altre!
«Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto,
ma non come li hai fatti sentire»
https://giorgiapizzutiblog.com
https://www.linkedin.com/in/giorgiapizzuti/
www.formazionedivina.it

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Public speaking - II° Parte: il potere della comunicazione non verbale

  • 1. Dott.ssa Giorgia Pizzuti II° PARTE - IL POTERE DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE -
  • 2. Qual è l’ultima cosa che avete comprato? In una scala da 0 a 10 su due dimensioni di “emozione” e “ragione”, dove disporreste il vostro acquisto?
  • 3. Secondo le neuroscienze il comportamento di acquisto, come qualsiasi processo decisionale, non è mai puramente logico-razionale bensì cognitivo-emotivo. 95% INC
  • 4. 70% IN MENO DI GRASSI SOLO 30% DI GRASSI
  • 5.
  • 6. Rispondiamo emotivamente ad uno stimolo ancora prima di sapere cos’è!
  • 7. Il cervello infatti pesa solo 1,5 kg ma consuma circa 2000 Kcal al giorno!
  • 8. ADIOMA.COM TEMPLATE BY SISTEMA LIMBICO CORTECCIA PREFRONTALE VFFDFEFRVEFVEFVEV Anche i messaggi che ci scambiamo vengono processati innanzitutto dal cervello emotivo e non dalla neocorteccia!
  • 9. Ecco perché saper parlare in pubblico significa prima di tutto saper “parlare” al cervello emotivo
  • 10. NEUROSCIENZE & TECNICHE DI PRESENTAZIONE Cosa dobbiamo sapere su come funziona il cervello per migliorare le nostre presentazioni
  • 11. MEMORABILITA’NOVITA’EMOZIONALITA’ PRINCIPI CHIAVE DELLE PRESENTAZIONI DI SUCCESSO Se non è emozionante, ignoralo. Se non è nuovo, ignoralo. Se è troppo lungo, risparmia energia.
  • 12. EMOZIONA “Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto ma non come li hai fatti sentire” (M. Angelou) Quando il cervello rileva uno stimolo emotivo l’amigdala si attiva. Dialogando con l’ippocampo ne facilita la memorizzazione. E’ come se mettesse un post-it che dice al cervello: ricordatelo!
  • 13. »Il cervello è neurologicamente strutturato per individuare stimoli nuovi». INNOVA Le“novità” attivano automaticamente il sistema limbico ed una sorta di “save button”. Qualsiasi elemento insolito, idea, prospettiva, modo di presentare nuovo, stimola l’apprendimento.
  • 14. “Non importa quanto grande sia l’idea che proponi se alla fine della presentazione nessuno ricorda ciò che hai detto” (G.Berns) SINTETIZZA La memoria di lavoro può gestire contemporaneamente solo 7 (+/-2) bit di informazioni Sovraccaricare il cervello con tante informazioni significa annoiare chi ci ascolta. Less is more…
  • 16. Ma se non scegli come emozionare, l’altro si concentra su ciò che vuole o peggio si annoia …Quante volte ci capita da uditori?! “Sono pagato per fare presentazioni professionali, non per emozionare!”
  • 17. Parlare al cervello emotivo significa facilitare il coinvolgimento dell’audience TECNICHE PER PARLARE AL CERVELLO EMOTIVO
  • 18. Nelle presentazioni, come nella vendita, non iniziare mai con il “cosa”: cosa vi presento, chi sono, quali sono le caratteristiche del prodotto. RULE # 1 START WITH THE WHY (S.Sinek)
  • 19. 1.WHY 2. HOW 3.WHAT LIMBIC SYSTEM • BISOGNI • VALORI Come nello storytelling, è l’individuazione di bisogni, valori, emozioni ben precise che facilitano il coinvolgimento, l’immedesimazione di chi ti ascolta.
  • 20. PROBLEMA – SOLUZIONE - PRODOTTO Evita di confondere il tuo “why” con l’obiettivo o peggio con l’argomento della tua presentazione.
  • 21. Obiettivo vs Argomento Presentare dei dati, proporre un’idea per migliorare un processo, risolvere un problema, condividere gli obiettivi di business Perché questa presentazione: quali emozioni voglio evocare in chi mi ascolta? Quali bisogni soddisfare? Perché è importante per me?
  • 22. Quali dubbi, perplessità sull’efficacia e praticabilità di questa strategia? Sul fatto che sia applicabile anche alle vostre presentazioni professionali?
  • 23. RULE # 2 – THREE IS THE PERFECT NUMBER Individua tre messaggi chiave a sostegno e coerenti con il tuo why attorno ai quali sviluppare il tuo discorso.
  • 24. 1 2 3
  • 25. 1 2 3
  • 26.
  • 27. Ti è chiara la differenza tra «messaggio» e «contenuto» ossia informazione”?
  • 28. Il messaggio parla al cervello emotivo. Il contenuto alla neocorteccia. Chi riceve un messaggio spesso non ne è consapevole. Chi riceve un contenuto (una frase) lo è sempre. Contenuti diversi possono ripetere uno stesso messaggio. Stessi contenuti possono veicolare messaggi diversi. DISTINZIONE «MESSAGGIO» E «CONTENUTO»
  • 29. Sforzati di utilizzare 3,4 parole per definire il tuo: pensa in termini di bisogni ed emozioni universali Distinguere un messaggio da un contenuto non è sempre facile…eppure è possibile J
  • 30. SEMBRA UNA …A VOLTE ANCHE PER ME J
  • 31. ALLA LUCE DI QUANTO DISCUSSO FINORA INDIVIDUA IL TUO WHY ED I 3 MESSAGGI CHIAVE DELLA TUA PROSSIMA PRESENTAZIONE PRACTICE LEARNING
  • 33. COME PREPARARE UNO SPEECH “Di solito impiego tre settimane a preparare un buon discorso improvvisato.” (M. Twain)
  • 34. 1 2 3 Non dobbiamo dire tutto quello che pensiamo di “dover” dire (essenza della “vendita”) La struttura del discorso influenza fortemente il “come” arrivano i messaggi. ORGANIZZARE CONTENUTI SELEZIONARE CONTENUTI INDIVIDUARE I MESSAGGI Troppa informazione sovraccarica il cervello e la nostra memoria di lavoro
  • 35. Quanto tempo sei solito dedicare alla selezione dei contenuti? “I migliori oratori danno l’impressione di improvvisare, in realtà si preparano tutto”. (J.F. K.)
  • 36. 1/3 PER PREPARARE LA STRUTTURA 1/3 PER PREPARARE IL MATERIALE 1/3 DEL TEMPO PER ESERCITARSI “Ogni minuto di presentazione richiede un’ora di preparazione” (W.Burgraff) TEMPO NECESSARIO PER PREPARARE UNO SPEECH
  • 38. Se e come hai selezionato ogni volta «contenuti/informazioni» per le tue presentazioni? Quali criteri di selezione segui?
  • 39. - CAPIRE CHI HO DI FRONTE - Raccogli il maggior numero di informazioni possibili sul tuo pubblico, prima e durante lo speech, sia a livello personale che professionale. STILE DI VITA - MOMENTO DI VITA - KNOW HOW VALORI INFLUENZE MOTIVAZIONI SFIDE RISPETTO BISOGNI
  • 40. DISAGIO GUADAGNO COSA SENTE ? COSA DICE & FA ? COSA PENSA & SENTE REALMENTE ? COSA VEDE? Cosa dicono gli amici? I colleghi? I familiari? Chi lo influenza realmente? Quali canali di comunicazione lo influenzano? Preoccupazioni e aspirazioni principali? Quale conflitto potrebbe sperimentare tra ciò che dice e ciò che pensa/sente realmente? Quali sentimenti prova di solito? Cosa vede nell’ambiente che lo circonda? Chi sono i suoi amici? Cosa vede gli altri fare? Quali problemi vede? Quale mercato vede? Quale è il suo atteggiamento in pubblico? Come si comporta? Cosa lo abbiamo sentito dire? Cosa immaginiamo dica? Quali rischi teme di affrontare? Quale ostacoli? Quali sono le sue più grandi frustrazioni? Cosa desidera? Cosa vuole? Cosa sogna? Di cosa ha bigogno? Come misura il suo successo? Riadattamento da XPLANE
  • 41. Beneficio relazionali, personali, di ruolo: essere considerati capaci di lavorare in team, essere un buon leader centrato sulle sue risorse… Cosa “guadagno” nel seguire il tuo discorso? Nell’accogliere ciò che dici? OFFRI UN BENEFIT AL PUBBLICO W.I.I.F.M
  • 42. KNOW-DO-FEEL Cosa voglio il pubblico pensi, faccia, senta, alla fine della mia presentazione?
  • 43. Questo ti permetterà di selezionare contenuti diversi in base alle varie situazioni ed essere più flessibile, quindi, più coinvolgente.
  • 44. Quali sono allora le parole più importanti in uno speech?
  • 45. TU – NOI - VOI
  • 46. COME APRIRE UNO SPEECH Non esiste una seconda volta per fare una «prima impressione»
  • 47. Qual è la “prima impressione” che voglio lasciare? In quale stato d’animo voglio far entrare chi mi ascolta? Come ti vesti, come allestisci la sala, la luce, la temperatura etc. Come è stato presentato il tuo discorso, chi ti ha preceduto, quale email hai spedito ai partecipanti?
  • 48. Pensa a ciò che accade ad una festa o ad una cena: di chi ti ricordi Il giorno dopo?
  • 49. EVIDENZIA ELEMENTI “IN COMUNE” Il nostro cervello tende ad ascoltare e prestare più attenzione a chi percepiamo come più simile a noi - interessi, caratteristiche, dubbi... 1
  • 50. Per questo il momento migliore in cui sfruttare il Principio di Persuasione della Somiglianza - come anche quello di reciprocità - è la fase iniziale.
  • 51. PONI DELLE DOMANDE Di qualsiasi tipo: retoriche, stimolanti, dirette a qualcuno in particolare o alla platea in generale. 2
  • 52. «Non so quanti di voi pensano che…ma io mi sono sempre chiesta…» «Quanti di voi come me…» «Chi di noi non vorrebbe…» DOMANDE SU ELEMENTI IN COMUNE
  • 53. UTILIZZA LO HUMOR L’umorismo abbassa le difese e rende il “pubblico” più ricettivo nei confronti dei tuoi messaggi. Ci rende più simpatici e le persone sono più inclini ad ascoltare, accettare proposte o fare business con chi gli è simpatico! 3
  • 54. CITAZIONE AD EFFETTO Cita qualcuno di noto ed apprezzato dal tuo pubblico. “Fare o non fare… Non c'è provare” (Yoda) 4
  • 55. DISATTENDI LE ASPETTATIVE Ogni elemento di novità attiva il SRA innalzando automaticamente il nostro livello di attenzione. 5
  • 56. Chi ti ascolta si “aspetta” che tu presenti dei dati, il tuo lavoro, i nuovi obiettivi. Incuriosisci introducendo un argomento diverso che poi collegherai a quello topic PENSA FUORI DAL CONTESTO PARLA DI ALTRO
  • 57. Prova a scrivere un paragrafo così come ti viene. Quindi gioca con l’ordine dei contenuti e scopri qual è quello che risulta meno scontato e più coinvolgente. “INVERTI L’ORDINE DEGLI ADDENDI”
  • 58. Quando ascoltiamo una storia si attivano le stesse aree cerebrali sia in chi la racconta che in chi la ascolta stabilendo così “un legame”. RACCONTA UN EPISODIO TUO O DI ALTRI Il nostro cervello è costruito per creare connessioni/significati. 5
  • 59. SCRIVI L’APERTURA DELLA TUA PROSSIMA PRESENTAZIONE PRACTICE LEARNING
  • 60. TECNICHE PER MANTENERE VIVA L’ATTENZIONE “Puoi avere le cose più interessanti da dire al mondo, ma se nessuno le ricorda non servirà a nulla parlarne”.
  • 61. “VESTI” I TUOI NUMERI Ancora oggi quando compro un cellulare mi chiedono se lo preferisco a 24 o 32 GB di memoria, con 4G o 10G di traffico dati... …ma se non mi “vesti” quei numeri, per me sono tutti uguali!
  • 63. Chiediti: “Qual è quel/quei due o tre dati che voglio colpiscano e che sono in linea con il mio “why”? I numeri non “coinvolgono” le persone. L’unico modo per riuscirci è collegarli a qualcosa che sia per loro rilevante o familiare.
  • 64. Nel 2001 l’ iPod - 5GB di memoria – fu presentato così: “Puoi portare con te 1000 canzoni in tasca”
  • 65. Il 9 Giugno del 2008 IBM presentò il supercomputer “Roadrunner” in grado di elaborare ”1 petaflop per sec” - mille trilioni di calcoli al secondo. IBM sapeva che quel numero non avrebbe avuto un grande impatto sul pubblico…
  • 66. Nella successiva presentazione alla stampa aggiunse: COS’E’ UN PETAFLOP? 1.5 MIGLIA PIU’ ALTO
  • 67. SFRUTTA GLI «ALTI» E «BASSI» Utilizza la piramide di Freytag o la sparkline di Duarte
  • 68. Per navigare non si può andare dritti dritti verso la meta finale. Lo stesso vale per una presentazione efficace. Oscilla “avanti ed indietro” tra passato, presente e futuro, tra ciò che era (es prodotto, procedura, dati precedenti) e ciò che è, dubbi e certezze, successi ed errori, problemi e soluzioni, domande e risposte.
  • 69. INSERISCI UN ANTAGONISTA In ogni storia ci sono sempre un buono ed un cattivo.
  • 70. Inserendo un “antagonista” (un problema, un lato debole, dei dati contrari) catturiamo l’attenzione del pubblico creando “tensione narrativa”.
  • 71. MOSTRA LA TUA VULNERABILITA’ Accenna ad una difficoltà, un punto debole dell’azienda, del report, dei dati, del prodotto.
  • 72. ESPRIMI UN CONCETTO OGNI 20’ Il cervello consuma glucosio e «si stanca» e non memorizza.
  • 73. SFRUTTA IL LINGUAGGIO SINESTESICO Cosa altro fare per cercare di mantenere viva l’attenzione di chi ci ascolta? CHIAMA PER NOME & RIPRENDI AFFERMAZIONI UTILIZZA METAFORE
  • 74. Spesso di un discorso, come di un libro o di un film, ricordiamo soltanto l’inizio, la fine…e qualche cosa in mezzo.
  • 75. …ricordati di chiudere sempre con una Call to Action! Anche se scegli di chiudere sintetizzando i contenuti principali della tua presentazione, i messaggi chiave…
  • 76. Perché se dimentichi di chiudere con una call to action, la tua audience «chiuderà» comunque con una «azione» fosse anche solo quella di pensare che il tuo discorso era scontato, uguale agli altri etc.
  • 77. Nancy Duarte distingue 4 modi per chiudere in funzione del pubblico DOERS SUPPLIERS INFLUENCERS INNOVATORS Chiedi loro di “provare, di decidere, di fare” Invitali a “offrire sostegno”, risorse Invitali a “promuovere” , adottare Invitali a creare, “scoprire”
  • 78. SCRIVI LA CHIUSURA DELLA TUA PROSSIMA PRESENTAZIONE PRACTICE LEARNING
  • 79. COMUNICAZIONE NON VERBALE EFFICACE «Non importa tanto cosa dici quanto come lo dici»
  • 83. Le nostre emozioni si manifestano, infatti, innanzitutto e prima di tutto a livello corporeo. VEICOLA EMOZIONI, «ENERGIA»
  • 84. Abbiamo “solo” 6 secondi per gestire la “reazione” e rispondere emotivamente. Pensateci quando l’ansia da prestazione sale…
  • 85. SFRUTTA LO STRUMENTO “VOCE” I più grandi oratori variano tono, ritmo e volume in funzione delle diverse fasi, obiettivi e contenuti della loro presentazione. 1
  • 86. Leggi una pagina di giornale o di un libro impegnandoti nel variare tono-ritmo-volume. Registrati e riascoltati. Qual è il mio tono, ritmo, volume? Cosa vorrei migliorare?
  • 87. Leggi qualcosa e registra la tua voce. Poi rileggila un’altra volta tenendo una matita tra i denti. Infine leggila una terza volta senza la matita e riascoltati.
  • 89. E’ caratterizzata da un tono elevato, frizzante, da un volume abbastanza alto ed un ritmo abbastanza incalzante (es. Paolo Bonolis). Usala per catturare l’attenzione. VOCE ARIA
  • 90. E’ caratterizzata da un volume basso, un ritmo lento ed un tono pacato, avvolgente (es. lo speaker radiofonico A.Bartallot). Usala per ascoltare e creare rapporto con i tuoi interlocutori. VOCE ACQUA
  • 91. E’ caratterizzata da un volume medio-alto, un tono simile ed un ritmo lento ma meno della voce Acqua (es. T.Servillo nello speech del film “Viva la Libertà”). Usala per essere autorevole, incisivo. VOCE TERRA
  • 92. E’ caratterizzata da un ritmo estremamente vario a finire incalzante, da un tono medio e da un volume in crescendo (es. lo speech finale di M.Gibson in “Braveheart”). Usala per una call to action. VOCE FUOCO
  • 93. Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia PRACTICE LEARNING
  • 94. Alla base di un corretto uso della voce vi è una “buona” respirazione. E’ crescendo che disimpariamo a respirare. Respirando non solo miglioriamo la nostra dizione ma agiamo indirettamente anche sulla postura, sul livello di attenzione e di stress...
  • 95. FAI ATTENZIONE ALLA PROSSEMICA INTIMA [0-/5 cm] PERSONALE [0,5/1,2 m] SOCIALE [1,2/3,5 m] PUBBLICA [>3,5 m] Sai perché in ascensore quasi mai ci guardiamo negli occhi e ci diamo le spalle? 2
  • 96. Guardare fisso e dritto negli occhi è, infatti, un classico segnale di attacco che allerta la nostra amigdala.
  • 97. Per questo è cambiato il modo di apparecchiare il tavolo per due al ristorante…
  • 98. Cosa fai istintivamente con i bambini? Ti metti allo stesso “livello”. Se parli da a un palco rialzato, tienilo in considerazione!
  • 99. La prossemica fornisce indicazioni sul livello di intimità, gerarchia (ruoli), “vicinanza/lontananza” tra gli interlocutori. Pensa quante informazioni puoi raccogliere durante una presentazione, una riunione o una trattiva!
  • 100. Sfrutta tutto lo spazio che hai a disposizione Se puoi, stai in piedi
  • 101. MOBILITA • SI: alterna alcuni passi e delle soste. Mantieni una postura frontale o semi-frontale. • NO: mantenere un movimento continuo (comunica nervosismo, e fa sentire il pubblico «sotto esame»). “Offrire il fianco”, dare le spalle, dondolarsi avanti/indietro, camminare veloci su/giù.
  • 102. Alzati/siediti, avvicinati/allontanati dal pubblico per innalzare il livello di attenzione o creare un’atmosfera familiare etc. DISPONI LE SEDIE IN SEMICERCHIO
  • 103. PIEDI MANI OCCHI FIANCHI VOLTO SFRUTTA IL LINGUAGGIO DEL CORPO Il 70/80% degli stimoli che raggiungono il cervello passano attraverso il canale visivo. 3
  • 104. MANTIENI IL CONTATTO OCULARE 10 4 Immagina che il tuo sguardo sia una pallina che danza da una persona all’altra. 104
  • 105. Occhi Parla con tutti, uno per volta • Non guardare “nel vuoto”. Anche con un assembramento numeroso, cerca gli occhi delle persone una per una, sia a distanza che a metà sala che nelle prime file. • Prediligi la posizione a 45° e fai attenzione ad un ancoraggio visivo parziale su chi conosci o ti sta simpatico.
  • 106. SORRIDI…SPESSO Il sorriso, come altre espressioni facciali, è contagiosoI Come sai siamo più inclini ad avvicinarci a persone che sorridono…autenticamente.
  • 107. EVITA UNA POSTURA RIGIDA & CHIUSA Il livello di tensione muscolare corporea viene immediatamente recepito dal cervello emotivo di chi ti ascolta/guarda. Inoltre è un feedback che influenza il tuo cervello ed il tuo stato mentale.
  • 108. Quanto sei consapevole della tua postura durante uno speech? Spalle rilassate, «basse,» petto aperto, braccia rialssate, aperte, rivolte al pubblico
  • 109. In generale comunica “qualcosa da nascondere” o, al contrario, di estrema “superiorità”. Tieni in vista eventuali documenti a cui vuoi far riferimento evitando di tirarli fuori dalle tasche mentre parli. «IO NON HO TASCHE»
  • 110. “FEET SPEAK LOUDER THAN WORDS” Osserva e gestisci al meglio movimento e direzione dei piedi. Parlano molto…
  • 111. POSTURA • Piedi alla stessa larghezza delle spalle: non tenere i piedi paralleli e stretti; evita di incrociare le gambe ad “X” • Trasferisci il peso con naturalezza da un fianco all’altro per interagire con settori laterali diversi di pubblico • Apri verso l’esterno la punta del piede opposto al piede di appoggio
  • 112. SFRUTTA I GESTI ILLUSTRATORI Rappresentano uno stimolo visivo che rafforza quello verbale-uditivo. Se asincroni rispetto al contenuto verbale minano la tua credibilità.
  • 113. Indica ciò di cui stai parlando sulla slide (es. un dato per te importante)
  • 114. TIENI I PALMI RIVOLTI VERSO L’ALTO Lascia le mani libere di muoversi nello spazio
  • 115. “Io vedo e prevedo” “Tanto le so tutte!”
  • 116. “Ora vedi cosa ti ‘sparo’” “Per favore non dirmelo”
  • 117. A volte “ricalcare” il non verbale di chi ci ascolta può essere molto utile (es. gestione obiezioni, vendita). RICALCA LA POSTURA
  • 118. GESTISCI & OSSERVA I GESTI MANIPOLATORI Sono gesti idiosincratici che abbiamo sviluppato per gestire un certo disagio. Ad es. giocherellare con barba, capelli, collanine, anelli, penne, occhiali, etc.
  • 119. Solitamente aumentano di intensità e frequenza all’aumentare del disagio: se noti variazioni significative nel tuo pubblico, prova a fare una domanda, una battuta, a coinvolgerlo.
  • 120. Conosci i tuoi gesti manipolatori? Sai gestirli durante uno speech?
  • 121. Abbiamo «sei secondi» per gestire efficacemente le nostre emozioni. COSA FARE PER GESTIRE L’ANSIA DA “PALCOSCENICO”
  • 122. Siediti, poggia le mani delicatamente sulle gambe, metti i piedi sotto le ginocchia, mento leggermente verso il petto, spalle basse, scapole che convergono al centro: inspira riempiendo l’addome, fai una breve pausa, espira svuotando l’addome, pausa, e poi di nuovo… RILASSATI ATTRAVERSO LA RESPIRAZIONE
  • 123. Inspira ed espira lentamente per 3/5 minuti. Fai uno stretching del muscoli del collo e delle spalle sia in estensione che attraverso circuiti di contrazione-rilasciamento.
  • 124. TROVA LA GIUSTA CONCENTRA ZIONE Immaginati soddisfatto alla fine della tua presentazione, anche nei giorni precedenti. Se possibile ascolta della musica il cui ritmo sia in linea con l’obiettivo del tuo speech (rilassante, motivante etc.).
  • 125. Nei giorni/settimane precedenti all’evento, videoregistrati mentre fai la presentazione, rivediti e fai pratica davanti ad uno specchio. ESERCITATI ALL’INFINITO
  • 126. Secondo le Neuroscienze ci vogliono 10.000 ore di pratica per diventare un esperto in qualsiasi tipo di attività – chirurgia, basket, tennis…Public Speaking!
  • 127. INSEGUI L’ «ECCELLENZA» Impara a distinguere l’errore dal fallimento. Evita di cercare la perfezione…
  • 129. TECNICA DEL FOCUS “Quale pensiero associo a questa situazione?”. Cosa posso pensare di diverso per sentirmi diversamente?”
  • 130. Sii curioso di sperimentare, provare qualcuna delle strategie e delle tecniche presentate almeno una volta e… …scoprine delle altre!
  • 131. «Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto, ma non come li hai fatti sentire» https://giorgiapizzutiblog.com https://www.linkedin.com/in/giorgiapizzuti/ www.formazionedivina.it