Scopo della PNL è darvi le metodologie perché si attui in voi un processo di crescita delle vostre possibilità, per porvi in maniera nuova e più efficace nelle sfide di ogni giorno.
Comunicazione efficace: principi e tecniche di basePLS Coaching
Come possiamo comunicare più efficacemente? I presupposti di base per capire, essere capiti e ottenere cosa desideriamo attraverso la comunicazione. Dall'ascolto alla spontaneità: 5 elementi chiave per diventare comunicatori migliori.
Imparare le strutture base della comunicazione efficace e dell'ascolto attivo per capire e conoscere meglio se stessi e gli altri.
• Principi base della comunicazione:
• Modello di Jakobson
• Assiomi della comunicazione
• Imparare a capire e a conoscere se stessi e gli interlocutori per facilitare la comunicazione:
• Riconoscere i principali sistemi rappresentazionali (VAKog) con cui le persone percepiscono il mondo esterno
• La comunicazione paraverbale: saper gestire la respirazione, il tono, il ritmo, il volume, le pause
• La comunicazione non verbale: la postura che favorisce la
comunicazione
• La lettura dei segnali oculari d'accesso (LEM)
• Il rapport e le modalità che facilitano una buona comunicazione:
• Il ricalco, la calibrazione e la guida
presentazione nell' ambito del Master in counselling socio-educativo organizzato dall' Associazione Argo in partnership con L' Ifrep di Roma e l' Ateneo Salesiano di Roma
Scopo della PNL è darvi le metodologie perché si attui in voi un processo di crescita delle vostre possibilità, per porvi in maniera nuova e più efficace nelle sfide di ogni giorno.
Comunicazione efficace: principi e tecniche di basePLS Coaching
Come possiamo comunicare più efficacemente? I presupposti di base per capire, essere capiti e ottenere cosa desideriamo attraverso la comunicazione. Dall'ascolto alla spontaneità: 5 elementi chiave per diventare comunicatori migliori.
Imparare le strutture base della comunicazione efficace e dell'ascolto attivo per capire e conoscere meglio se stessi e gli altri.
• Principi base della comunicazione:
• Modello di Jakobson
• Assiomi della comunicazione
• Imparare a capire e a conoscere se stessi e gli interlocutori per facilitare la comunicazione:
• Riconoscere i principali sistemi rappresentazionali (VAKog) con cui le persone percepiscono il mondo esterno
• La comunicazione paraverbale: saper gestire la respirazione, il tono, il ritmo, il volume, le pause
• La comunicazione non verbale: la postura che favorisce la
comunicazione
• La lettura dei segnali oculari d'accesso (LEM)
• Il rapport e le modalità che facilitano una buona comunicazione:
• Il ricalco, la calibrazione e la guida
presentazione nell' ambito del Master in counselling socio-educativo organizzato dall' Associazione Argo in partnership con L' Ifrep di Roma e l' Ateneo Salesiano di Roma
Paura da public speaking o public speaking da paura ??
scopri con noi i segreti dell'arte di parlare in pubblico supportati da presentazioni "eccellenti"..per informazioni info@admind.it oppure andreadimartino@admind.it
Realizziamo percorsi di team building con la metodologia del Coaching Creativo.
I nostri interventi si basano sull’integrazione tra attività ad alto potenziale creativo, durante le quali viene vissuta l’esperienza metaforica del team e momenti di lavoro che puntano a massimizzare l’efficacia realizzando obiettivi concreti.
Talk tenuto all'Agile Venture di Prato il 29 Settembre 2018.
Per quanto sconcertante e sconfortante da accettare, le nostre decisioni sono continuamente guidate da automatismi mentali ("bias") che, essenziali nella vita di tutti i giorni per prendere decisioni in fretta e senza fatica, risultano fuorvianti lì dove sia necessaria una riflessione più attenta e approfondita.
I "bias cognitivi" ci tendono continuamente trappole che pregiudicano l'efficacia delle nostre decisioni o delle dinamiche di comunicazione tra noi e gli altri.
Partendo da diversi ambiti lavorativi ed arrivando a diversi esempi riguardanti i team Scrum la mia intenzione è quella di esplorare insieme ai partecipanti i modi in cui i principali bias si manifestano e come creare le condizioni (quali pratiche si possono dimostrare efficaci) per limitarne gli effetti indesiderati.
Il corso di LEN Formazione rivolto a Team Leader, capi progetto e imprenditori impegnati nella gestione dei collaboratori che desiderano introdurre una nuova metodologia di gestione delle problematiche lavorative aumentando la creatività e la proattività del gruppo di lavoro.
Le emozioni hanno una funzione vitale per il nostro benessere, ma quando non riusciamo a gestirle, in certe situazioni, rischiano di metterci nei guai. Quando e perché non riusciamo a gestirle e come imparare a farlo in 6 mosse.
L'automatismo ci porta spesso alla negoziazione win loose. Una maggiore consapevolezza e padronanza delle strategie negoziali può accrescere di molto la nostra sfera di influenza nel contesto
Francesca Erbi, laurea in Psicologia, ha seguito diversi master in "Advanced Coaching". Da oltre 10 anni svolge consulenza e formazione manageriale su temi quali team building, time management, leadership e public speaking. Ha lavorato come consulente per Gi Group, svolgendo attività di formazione e coaching all'interno di Excellence Programs.
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Per quanto sconcertante e sconfortante da accettare, le nostre decisioni sono continuamente guidate da automatismi mentali ("bias") che, essenziali nella vita di tutti i giorni per prendere decisioni in fretta e senza fatica, risultano fuorvianti lì dove sia necessaria una riflessione più attenta e approfondita.
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Partendo da diversi ambiti lavorativi ed arrivando a diversi esempi riguardanti i team Scrum la mia intenzione è quella di esplorare insieme ai partecipanti i modi in cui i principali bias si manifestano e come creare le condizioni (quali pratiche si possono dimostrare efficaci) per limitarne gli effetti indesiderati.
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Francesca Erbi, laurea in Psicologia, ha seguito diversi master in "Advanced Coaching". Da oltre 10 anni svolge consulenza e formazione manageriale su temi quali team building, time management, leadership e public speaking. Ha lavorato come consulente per Gi Group, svolgendo attività di formazione e coaching all'interno di Excellence Programs.
Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solvingCarlo Cremaschi
Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solving
Comune di Firenze
Direzione Istruzione – Servizi all’infanzia
P.O. Coordinamento Pedagogico e Professionale
Formazione 2022
Metodi e strumenti per una comunicazione efficace in ambito educativo 0-6
L’alleanza educativa con le famiglie
La comunicazione interna e esterna ai gruppi - Dott.ssa ToniCarlo Cremaschi
Comune di Firenze
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Formazione 2022
Metodi e strumenti per una comunicazione efficace in ambito educativo 0-6
Ruoli professionali: consapevolezza organizzativa e dimensione comunicativo relazionale
La comunicazione interna e esterna ai gruppi - Dott.ssa Toni
7 segreti per parlare in pubblico con successosimor74
Quando conduci una presentazione e ti trovi a dover parlare in pubblico, devi porre grande attenzione anche al linguaggio che utilizzi: alcuni piccoli accorgimenti generano grandi differenze nei risultati.
Per molti parlare in pubblico non è affatto naturale, figuriamoci sostenere una tesi davanti ai manager o persone importanti della nostra organizzazione lavorativa. È facile essere colpiti dal panico per la presenza di un uditorio molto importante.
Spiegazione del flusso di lavoro che mi ha portato alla stesura del testo: argomento, motivazione, target, tone of voice, principi di persuasione, unicità.
Presentazioni efficaci: 10 regole per il successoFederico Attore
10 semplici regole per ottenere presentazioni efficaci. Fare una presentazione è una grande responsabilità perché il suo risultato può cambiare la percezione dei tuoi argomenti da parte della tua audience.
Come migliorare la concentrazione? Questo è un ebook scritto da Memosystem per i bambini ma può aiutare anche gli adulti a migliorare la propria concentrazione grazie ad alcuni esercizi di metacognizione
2. Qual è l’ultima cosa che avete comprato?
In una scala da 0 a 10 su due dimensioni di “emozione”
e “ragione”, dove disporreste il vostro acquisto?
3. Secondo le neuroscienze il
comportamento di acquisto, come
qualsiasi processo decisionale,
non è mai puramente logico-razionale
bensì cognitivo-emotivo.
95%
INC
12. EMOZIONA
“Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto
ma non come li hai fatti sentire” (M. Angelou)
Quando il cervello rileva uno
stimolo emotivo l’amigdala si
attiva. Dialogando con
l’ippocampo ne facilita la
memorizzazione.
E’ come se mettesse un post-it
che dice al cervello: ricordatelo!
13. »Il cervello è neurologicamente strutturato
per individuare stimoli nuovi».
INNOVA
Le“novità” attivano
automaticamente il sistema
limbico ed una sorta
di “save button”.
Qualsiasi elemento insolito,
idea, prospettiva, modo di
presentare nuovo, stimola
l’apprendimento.
14. “Non importa quanto grande sia l’idea che proponi se alla fine della
presentazione nessuno ricorda ciò che hai detto” (G.Berns)
SINTETIZZA
La memoria di lavoro può
gestire contemporaneamente
solo 7 (+/-2) bit di informazioni
Sovraccaricare il cervello con
tante informazioni significa
annoiare chi ci ascolta. Less is
more…
16. Ma se non scegli come
emozionare, l’altro si
concentra su ciò che vuole o
peggio si annoia …Quante
volte ci capita da uditori?!
“Sono pagato per fare
presentazioni
professionali, non
per emozionare!”
17. Parlare al cervello emotivo significa
facilitare il coinvolgimento
dell’audience
TECNICHE PER PARLARE AL
CERVELLO EMOTIVO
18. Nelle presentazioni, come nella vendita, non iniziare mai con il “cosa”:
cosa vi presento, chi sono, quali sono le caratteristiche del prodotto.
RULE # 1 START WITH THE WHY (S.Sinek)
19. 1.WHY
2. HOW
3.WHAT
LIMBIC
SYSTEM
• BISOGNI
• VALORI
Come nello storytelling, è l’individuazione di bisogni, valori,
emozioni ben precise che facilitano il coinvolgimento,
l’immedesimazione di chi ti ascolta.
20. PROBLEMA – SOLUZIONE - PRODOTTO
Evita di confondere il tuo “why” con l’obiettivo
o peggio con l’argomento della tua presentazione.
21. Obiettivo vs Argomento
Presentare dei dati, proporre
un’idea per migliorare un
processo, risolvere un problema,
condividere gli obiettivi di
business
Perché questa presentazione:
quali emozioni voglio evocare
in chi mi ascolta?
Quali bisogni soddisfare?
Perché è importante per me?
22. Quali dubbi, perplessità sull’efficacia
e praticabilità di questa strategia?
Sul fatto che sia applicabile anche
alle vostre presentazioni
professionali?
23. RULE # 2 – THREE IS THE PERFECT NUMBER
Individua tre messaggi chiave a sostegno e coerenti con il tuo why
attorno ai quali sviluppare il tuo discorso.
27. Ti è chiara la
differenza
tra «messaggio» e
«contenuto» ossia
informazione”?
28. Il messaggio parla al cervello emotivo.
Il contenuto alla neocorteccia.
Chi riceve un messaggio spesso non ne è consapevole.
Chi riceve un contenuto (una frase) lo è sempre.
Contenuti diversi possono ripetere uno stesso messaggio.
Stessi contenuti possono veicolare messaggi diversi.
DISTINZIONE «MESSAGGIO» E
«CONTENUTO»
29. Sforzati di utilizzare 3,4 parole per
definire il tuo: pensa in termini di bisogni
ed emozioni universali
Distinguere un messaggio da un
contenuto non è sempre
facile…eppure è possibile J
34. 1 2 3
Non dobbiamo
dire tutto quello
che pensiamo di
“dover” dire
(essenza della
“vendita”)
La struttura del
discorso influenza
fortemente il
“come” arrivano i
messaggi.
ORGANIZZARE
CONTENUTI
SELEZIONARE
CONTENUTI
INDIVIDUARE I
MESSAGGI
Troppa informazione
sovraccarica il cervello
e la nostra memoria di
lavoro
35. Quanto tempo sei solito dedicare
alla selezione dei contenuti?
“I migliori oratori danno
l’impressione di improvvisare,
in realtà si preparano tutto”.
(J.F. K.)
36. 1/3 PER PREPARARE LA STRUTTURA
1/3 PER PREPARARE IL MATERIALE
1/3 DEL TEMPO PER ESERCITARSI
“Ogni minuto di presentazione richiede
un’ora di preparazione” (W.Burgraff)
TEMPO NECESSARIO PER
PREPARARE UNO SPEECH
38. Se e come hai selezionato ogni volta «contenuti/informazioni» per le tue
presentazioni? Quali criteri di selezione segui?
39. - CAPIRE CHI HO DI FRONTE -
Raccogli il maggior numero di informazioni possibili sul tuo pubblico, prima e
durante lo speech, sia a livello personale che professionale.
STILE DI VITA
- MOMENTO
DI VITA -
KNOW HOW
VALORI
INFLUENZE
MOTIVAZIONI SFIDE
RISPETTO BISOGNI
40. DISAGIO GUADAGNO
COSA SENTE ?
COSA
DICE & FA ?
COSA PENSA & SENTE REALMENTE ?
COSA VEDE?
Cosa dicono gli amici? I colleghi? I familiari?
Chi lo influenza realmente?
Quali canali di comunicazione lo influenzano?
Preoccupazioni e aspirazioni principali?
Quale conflitto potrebbe sperimentare tra ciò che dice
e ciò che pensa/sente realmente?
Quali sentimenti prova di solito?
Cosa vede nell’ambiente che lo circonda?
Chi sono i suoi amici? Cosa vede gli altri fare?
Quali problemi vede?
Quale mercato vede?
Quale è il suo atteggiamento in pubblico?
Come si comporta? Cosa lo abbiamo sentito dire?
Cosa immaginiamo dica?
Quali rischi teme di affrontare?
Quale ostacoli?
Quali sono le sue più grandi frustrazioni?
Cosa desidera?
Cosa vuole? Cosa sogna?
Di cosa ha bigogno?
Come misura il suo successo?
Riadattamento da XPLANE
41. Beneficio relazionali, personali, di
ruolo: essere considerati capaci di
lavorare in team, essere un buon
leader centrato sulle sue risorse…
Cosa “guadagno” nel seguire il
tuo discorso? Nell’accogliere
ciò che dici?
OFFRI UN BENEFIT AL PUBBLICO
W.I.I.F.M
47. Qual è la “prima
impressione” che voglio
lasciare?
In quale stato d’animo
voglio far entrare chi mi
ascolta? Come ti vesti, come allestisci la sala,
la luce, la temperatura etc.
Come è stato presentato il tuo
discorso, chi ti ha preceduto, quale
email hai spedito ai partecipanti?
48. Pensa a ciò che accade ad
una festa o ad una cena: di
chi ti ricordi Il giorno dopo?
49. EVIDENZIA ELEMENTI “IN COMUNE”
Il nostro cervello tende ad ascoltare e prestare più attenzione a chi
percepiamo come più simile a noi - interessi, caratteristiche, dubbi...
1
50. Per questo il momento
migliore in cui sfruttare il
Principio di Persuasione
della Somiglianza - come
anche quello di reciprocità
- è la fase iniziale.
51. PONI DELLE DOMANDE
Di qualsiasi tipo: retoriche, stimolanti, dirette a qualcuno in
particolare o alla platea in generale.
2
52. «Non so quanti di voi pensano
che…ma io mi sono sempre
chiesta…»
«Quanti di voi come me…»
«Chi di noi non vorrebbe…»
DOMANDE SU
ELEMENTI IN COMUNE
53. UTILIZZA LO HUMOR
L’umorismo abbassa le difese e rende il “pubblico” più
ricettivo nei confronti dei tuoi messaggi.
Ci rende più simpatici e le persone sono più inclini ad ascoltare,
accettare proposte o fare business con chi gli è simpatico!
3
54. CITAZIONE AD EFFETTO
Cita qualcuno di noto ed apprezzato dal tuo pubblico.
“Fare o non fare…
Non c'è provare” (Yoda)
4
55. DISATTENDI LE ASPETTATIVE
Ogni elemento di novità attiva il SRA innalzando
automaticamente il nostro livello di attenzione.
5
56. Chi ti ascolta si “aspetta” che tu presenti dei dati, il tuo lavoro, i nuovi obiettivi.
Incuriosisci introducendo un argomento diverso che poi collegherai a quello topic
PENSA FUORI DAL CONTESTO
PARLA DI ALTRO
57. Prova a scrivere un paragrafo così come ti viene. Quindi gioca con l’ordine dei
contenuti e scopri qual è quello che risulta meno scontato e più coinvolgente.
“INVERTI L’ORDINE
DEGLI ADDENDI”
58. Quando ascoltiamo una storia si attivano le stesse aree cerebrali sia in chi la
racconta che in chi la ascolta stabilendo così “un legame”.
RACCONTA UN EPISODIO TUO O DI ALTRI
Il nostro cervello è costruito per creare connessioni/significati.
5
60. TECNICHE PER MANTENERE
VIVA L’ATTENZIONE
“Puoi avere le cose più
interessanti da dire al mondo,
ma se nessuno le ricorda non
servirà a nulla parlarne”.
61. “VESTI” I TUOI
NUMERI
Ancora oggi quando
compro un cellulare mi
chiedono se lo preferisco
a 24 o 32 GB di memoria,
con 4G o 10G di traffico
dati... …ma se non mi
“vesti” quei numeri, per
me sono tutti uguali!
63. Chiediti: “Qual è quel/quei due o
tre dati che voglio colpiscano e
che sono in linea con il mio “why”?
I numeri non “coinvolgono” le
persone. L’unico modo per riuscirci
è collegarli a qualcosa che sia per
loro rilevante o familiare.
64. Nel 2001 l’ iPod - 5GB di memoria – fu presentato così:
“Puoi portare con te 1000 canzoni in tasca”
65. Il 9 Giugno del 2008 IBM presentò il supercomputer “Roadrunner” in grado
di elaborare ”1 petaflop per sec” - mille trilioni di calcoli al secondo.
IBM sapeva che quel numero
non avrebbe avuto un grande
impatto sul pubblico…
67. SFRUTTA GLI «ALTI» E «BASSI»
Utilizza la piramide di Freytag o la sparkline di Duarte
68. Per navigare non si può andare dritti dritti
verso la meta finale. Lo stesso vale per una
presentazione efficace.
Oscilla “avanti ed indietro” tra passato,
presente e futuro, tra ciò che era
(es prodotto, procedura, dati precedenti) e ciò
che è, dubbi e certezze, successi ed errori,
problemi e soluzioni, domande e risposte.
74. Spesso di un discorso, come
di un libro o di un film,
ricordiamo soltanto l’inizio, la
fine…e qualche cosa in mezzo.
75. …ricordati di chiudere sempre con
una Call to Action!
Anche se scegli di chiudere sintetizzando i
contenuti principali della tua presentazione,
i messaggi chiave…
76. Perché se dimentichi di chiudere con una
call to action, la tua audience «chiuderà»
comunque con una «azione» fosse anche
solo quella di pensare che il tuo discorso
era scontato, uguale agli altri etc.
77. Nancy Duarte distingue 4 modi per chiudere in funzione del pubblico
DOERS SUPPLIERS INFLUENCERS INNOVATORS
Chiedi loro di
“provare, di
decidere, di
fare”
Invitali a
“offrire
sostegno”,
risorse
Invitali a
“promuovere”
, adottare
Invitali a
creare,
“scoprire”
83. Le nostre emozioni si manifestano, infatti, innanzitutto e
prima di tutto a livello corporeo.
VEICOLA
EMOZIONI,
«ENERGIA»
84. Abbiamo “solo” 6 secondi per gestire la
“reazione” e rispondere emotivamente.
Pensateci quando l’ansia da prestazione sale…
85. SFRUTTA LO STRUMENTO “VOCE”
I più grandi oratori variano tono, ritmo e volume in funzione delle
diverse fasi, obiettivi e contenuti della loro presentazione.
1
86. Leggi una pagina di giornale o di un libro impegnandoti nel
variare tono-ritmo-volume. Registrati e riascoltati.
Qual è il mio tono, ritmo, volume? Cosa vorrei migliorare?
87. Leggi qualcosa e registra
la tua voce.
Poi rileggila un’altra
volta tenendo una matita
tra i denti.
Infine leggila una terza
volta senza la matita e
riascoltati.
89. E’ caratterizzata da un
tono elevato, frizzante,
da un volume
abbastanza alto ed un
ritmo abbastanza
incalzante (es. Paolo
Bonolis).
Usala per catturare
l’attenzione.
VOCE ARIA
90. E’ caratterizzata da un
volume basso, un ritmo
lento ed un tono
pacato, avvolgente (es.
lo speaker radiofonico
A.Bartallot).
Usala per ascoltare e
creare rapporto con i
tuoi interlocutori.
VOCE ACQUA
91. E’ caratterizzata da un
volume medio-alto, un
tono simile ed un ritmo
lento ma meno della
voce Acqua (es.
T.Servillo nello speech
del film “Viva la
Libertà”).
Usala per essere
autorevole, incisivo.
VOCE TERRA
92. E’ caratterizzata da un
ritmo estremamente
vario a finire incalzante,
da un tono medio e da
un volume in crescendo
(es. lo speech finale di
M.Gibson in
“Braveheart”).
Usala per una call to
action.
VOCE FUOCO
93. Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
Giovanna stasera indossa dei bermuda fucsia
PRACTICE LEARNING
94. Alla base di un corretto uso
della voce vi è una “buona”
respirazione.
E’ crescendo che
disimpariamo a respirare.
Respirando non solo
miglioriamo la nostra dizione
ma agiamo indirettamente
anche sulla postura, sul
livello di attenzione e di
stress...
96. Guardare fisso e dritto negli occhi
è, infatti, un classico segnale di
attacco che allerta la nostra
amigdala.
97. Per questo è cambiato il modo di
apparecchiare
il tavolo per due al ristorante…
98. Cosa fai istintivamente con i bambini?
Ti metti allo stesso “livello”.
Se parli da a un palco rialzato,
tienilo in considerazione!
99. La prossemica fornisce indicazioni sul livello
di intimità, gerarchia (ruoli),
“vicinanza/lontananza” tra gli interlocutori.
Pensa quante informazioni puoi raccogliere
durante una presentazione, una riunione o
una trattiva!
100. Sfrutta tutto lo spazio
che hai a disposizione
Se puoi, stai in piedi
101. MOBILITA
• SI: alterna alcuni passi e delle soste. Mantieni una postura
frontale o semi-frontale.
• NO: mantenere un movimento continuo (comunica
nervosismo, e fa sentire il pubblico «sotto esame»). “Offrire il
fianco”, dare le spalle, dondolarsi avanti/indietro, camminare
veloci su/giù.
105. Occhi
Parla con tutti, uno per volta
• Non guardare “nel vuoto”. Anche con un assembramento
numeroso, cerca gli occhi delle persone una per una, sia a
distanza che a metà sala che nelle prime file.
• Prediligi la posizione a 45° e fai attenzione ad un ancoraggio
visivo parziale su chi conosci o ti sta simpatico.
106. SORRIDI…SPESSO
Il sorriso, come altre
espressioni facciali, è
contagiosoI
Come sai siamo più inclini ad
avvicinarci a persone che
sorridono…autenticamente.
107. EVITA UNA POSTURA
RIGIDA & CHIUSA
Il livello di tensione muscolare
corporea viene immediatamente
recepito dal cervello emotivo di
chi ti ascolta/guarda.
Inoltre è un feedback che
influenza il tuo cervello ed il tuo
stato mentale.
108. Quanto sei consapevole
della tua postura
durante uno speech?
Spalle rilassate, «basse,»
petto aperto, braccia
rialssate, aperte, rivolte al
pubblico
109. In generale comunica “qualcosa
da nascondere” o, al contrario, di
estrema “superiorità”.
Tieni in vista eventuali documenti
a cui vuoi far riferimento evitando
di tirarli fuori dalle tasche mentre
parli.
«IO NON HO TASCHE»
110. “FEET SPEAK LOUDER THAN WORDS”
Osserva e gestisci al meglio movimento e direzione dei piedi. Parlano molto…
111. POSTURA
• Piedi alla stessa larghezza delle spalle: non tenere i piedi
paralleli e stretti; evita di incrociare le gambe ad “X”
• Trasferisci il peso con naturalezza da un fianco all’altro per
interagire con settori laterali diversi di pubblico
• Apri verso l’esterno la punta del piede opposto al piede di
appoggio
112. SFRUTTA I GESTI ILLUSTRATORI
Rappresentano uno stimolo visivo che rafforza quello verbale-uditivo.
Se asincroni rispetto al contenuto verbale minano la tua credibilità.
113. Indica ciò di cui stai
parlando sulla slide
(es. un dato per te
importante)
117. A volte “ricalcare” il non verbale di
chi ci ascolta può essere molto utile
(es. gestione obiezioni, vendita).
RICALCA LA POSTURA
118. GESTISCI & OSSERVA I GESTI MANIPOLATORI
Sono gesti idiosincratici che abbiamo sviluppato per gestire un certo disagio.
Ad es. giocherellare con barba, capelli, collanine, anelli, penne, occhiali, etc.
119. Solitamente aumentano di
intensità e frequenza
all’aumentare del disagio:
se noti variazioni significative
nel tuo pubblico, prova a fare
una domanda, una battuta, a
coinvolgerlo.
120. Conosci i tuoi gesti
manipolatori?
Sai gestirli durante
uno speech?
121. Abbiamo «sei secondi» per gestire
efficacemente le nostre emozioni.
COSA FARE PER GESTIRE L’ANSIA DA
“PALCOSCENICO”
122. Siediti, poggia le mani delicatamente sulle gambe, metti i piedi sotto le
ginocchia, mento leggermente verso il petto, spalle basse, scapole che
convergono al centro: inspira riempiendo l’addome, fai una breve pausa, espira
svuotando l’addome, pausa, e poi di nuovo…
RILASSATI
ATTRAVERSO LA
RESPIRAZIONE
123. Inspira ed espira lentamente
per 3/5 minuti.
Fai uno stretching del muscoli
del collo e delle spalle sia in
estensione che attraverso circuiti
di contrazione-rilasciamento.
124. TROVA LA
GIUSTA
CONCENTRA
ZIONE
Immaginati soddisfatto alla fine della tua presentazione, anche nei
giorni precedenti. Se possibile ascolta della musica il cui ritmo sia
in linea con l’obiettivo del tuo speech (rilassante, motivante etc.).
126. Secondo le Neuroscienze ci vogliono 10.000 ore di pratica
per diventare un esperto in qualsiasi tipo di attività
– chirurgia, basket, tennis…Public Speaking!
129. TECNICA DEL FOCUS
“Quale pensiero associo
a questa situazione?”.
Cosa posso pensare di diverso
per sentirmi diversamente?”
130. Sii curioso di sperimentare,
provare qualcuna delle strategie e delle tecniche
presentate almeno una volta e…
…scoprine delle altre!
131. «Le persone dimenticheranno ciò che gli hai detto,
ma non come li hai fatti sentire»
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