Experimental marketing - Blueprint per un frameworkNicola Mattina
In queste slide metto le basi per un framework che metta insieme le tecniche elaborare negli ultimi anni per ideare, progettare, lanciare e far crescere nuovi prodotti.
Ho usato queste slide per un workshop organizzato da Sella Lab.
Experimental marketing - Blueprint per un frameworkNicola Mattina
In queste slide metto le basi per un framework che metta insieme le tecniche elaborare negli ultimi anni per ideare, progettare, lanciare e far crescere nuovi prodotti.
Ho usato queste slide per un workshop organizzato da Sella Lab.
Running a Lean Startup, # Startup Weekend Verona 2013 #swveronaAndrea De Muri
Programmazione e pianificazione tradizionali sono inadeguate a gestire processi di innovazione. Lean Startup fornisce strumenti, tecniche e visioni per adottare un approccio snello allo sviluppo del business. Partire leggeri per arrivare lontano. Ci proviamo?
Vendere prodotti online attraverso le numerose piattaforme esistenti sembra diventato un gioco da ragazzi ma il mercato online ha le sue regole e gli strumenti per studiarlo non mancano.
In questo webinar verrà fornita una visione generale su come affrontare più consapevolmente un business online e cosa chiedere all'agenzia che può svilupparlo. La differenza tra avere solo un e-commerce e iniziare a vendere online.
Scopriamo come Lean Startup può essere uno strumento fondamentale per il successo della nostra startup.
Presentazione tenuta al mini IAD di Vimercate (23 maggio 2015)
Racconto come fare un planning basato sugli obiettivi di business al posto che solamente sulle feature, usando le pirate metrics come bussola del progetto.
Un approccio al planning data-driven relativamente semplice e poco costoso.
video: https://www.youtube.com/watch?v=a9OXZk-HJdQ
In poche parole: consigli per usare Google Analytics come efficace strumento SEO.
In tante parole: trovi l'intervento completo con esempi pratici, percorsi da effettuare su Analytics e commenti su
http://top.giorgiotave.it/blog/2011/10/18/google-analytics-seo/
Cinzia De Falco - Come essere primi su Google con Google My Business. - Rinas...Stefano Saladino
Negli ultimi anni quella che sembrava essere la tendenza del futuro, ovvero la crescita esponenziale degli eCommerce, è stata ridimensionata da un fenomeno quasi inatteso: il Local Marketing.
La necessità di stringere relazioni di fiducia e più “umane” sta prendendo sempre più piede; proprio per questo le attività a carattere locale devono continuamente reinventarsi, non solo per attirare nuovi clienti ma soprattutto per fidelizzare e “trattenere” quelli già acquisiti.
In uno scenario dove ormai il prodotto di qualità e il buon prezzo non fanno più la differenza, dove il passaparola esiste ancora ma sta perdendo sempre più “autorità” a fronte delle recensioni online degli utenti, non comparire nelle ricerche Google equivale a non esistere.
L’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei 12 principi alla base del manifesto agile e spinge i team ad abbracciare l’idea di lavorare su una serie di attività condivise, capaci di portare realmente valore al progetto. La sua applicazione tocca i contesti operativi come quelli tattici e manageriali perchè lavora sulla complessità delle relazioni che intercorrono tra gli attori di un progetto e il processo che abilita la sua realizzazione.
Ma che significa realmente? e come possiamo applicarlo concretamente nei nostri progetti?
“Semplicità” è un concetto estremamente generico e fraintendibile, cosa significa per un progetto software?.
“Massimizzare la quantità di lavoro non svolto”: quindi lavorare meno! Bel proposito ma come si rapporta con il primo principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore…”
Nella mia esperienza, spesso questo principio viene sottovalutato o peggio ignorato perché non viene capito fino in fondo e soprattuto non banale rapportarlo con il lavoro di tutti i giorni.
Nel talk farò un viaggio attraverso la gestione di un progetto software secondo le metodologie agili evidenziando quando e come i due principi (massimizzare il lavoro non svolto e la massima priorità è soddisfare il cliente) ci sono di aiuto e da guida per la gestione dei nostri progetti, facendo esempio concreti di come nella mi a esperienza li ho applicati o li ho visti applicare
L'arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei principi del Manifesto Agile che spinge a lavorare su attività che portino valore al progetto. Si può applicare a contesti operativi e manageriali lavorando sulla complessità delle relazioni tra gli attori di un progetto e il processo di realizzazione.
Come si rapporta con il principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore”?
Abbiamo spesso sentito parlare di Lean Production (o produzione snella), più di recente di Lean Organizzation (organizzazione snella) ed oggi si parla anche di Lean StartUP ovvero di come lanciare un progetto od un’impresa massimizzando il risultato e minimizzando il rischio attraverso l’adozione di una filosofia snella.
Il movimento nasce in USA, ma oggi abbiamo già esempi sul territorio di imprese che sono nate ispirandosi ai concetti del manifesto Lean.
Nel corso dell'evento che si è tenuto a Modena il 6 febbraio, abbiamo sviscerato il tema con un'azienda che ha adottato questo approccio in fase di lancio, e ne discuteremo in una tavola rotonda con altre due StartUP.
Pietro Rizzardini - Suggerimenti PRATICI per trovare lavoro da OGGI in avanti...Stefano Saladino
Indicazione degli impatti occupazionali del post Covid-19: verso quali settori orientare la ricerca di lavoro ? Contenuti e strumenti di un action plan per la ricerca, ad uso di professional e middle manager.
Le attuali metodologie di User centered design e Agile design permettono la progettazione e la realizzazione di prodotti e servizi digitali di ottima qualità garantendo un controllo sul processo di sviluppo, contemporaneamente però risultano troppo lente o troppo poco focalizzate per realizzare esperienze digitali che si adattino alle trasformazioni del mercato e dei bisogni degli utenti nel tempo.
Questi approcci si concentrano sul rilascio di una prima versione del prodotto o del servizio, trascurando le potenzialità che quello stesso prodotto potrebbe avere se valorizzato nel tempo.
Oggi i prodotti e i servizi digitali di successo sono quelli che riescono ad evolvere costantemente l'esperienza offerta nei confronti dell'utilizzatore finale. Si rende dunque necessario riadattare le metodologie tradizionali di progettazione sviluppate nel mondo del design industriale verso nuove forme di processo più costanti ed efficaci.
La User experience evolutiva è un nuovo processo di progettazione per sviluppare prodotti e servizi digitali che reinterpreta le attuali metodologie e si focalizza maggiormente sull'evoluzione dell'esperienza d'uso che punta a migliorare nel tempo il prodotto a cui si applica.
La proposta di questo processo consiste nel trovare un equilibrio virtuoso tra successo ed efficacia e si concentra sulla possibilità di migliorare quest'ultimo in base alle esigenze degli utenti, sull'attenta verifica dell'efficacia del prodotto o del servizio dopo il suo primo rilascio e sulla sua evoluzione nel tempo al fine di valorizzarne al massimo grado le potenzialità.
Valentina D’Agata - Personal Business Model Canvas - Rinascita Digitale | DAY...Stefano Saladino
Come le imprese, anche noi professionisti abbiamo un modello di business: il Personal Business Model.
Mappare il proprio Modello di business personale significa visualizzare la logica secondo la quale creiamo, acquisiamo e distribuiamo Valore.
Scopriamo come ri-orientare la nostra bussola e mappare un nuovo modello di business personale: panoramica sui 9 blocchi del Personal Business model Canvas.
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
Running a Lean Startup, # Startup Weekend Verona 2013 #swveronaAndrea De Muri
Programmazione e pianificazione tradizionali sono inadeguate a gestire processi di innovazione. Lean Startup fornisce strumenti, tecniche e visioni per adottare un approccio snello allo sviluppo del business. Partire leggeri per arrivare lontano. Ci proviamo?
Vendere prodotti online attraverso le numerose piattaforme esistenti sembra diventato un gioco da ragazzi ma il mercato online ha le sue regole e gli strumenti per studiarlo non mancano.
In questo webinar verrà fornita una visione generale su come affrontare più consapevolmente un business online e cosa chiedere all'agenzia che può svilupparlo. La differenza tra avere solo un e-commerce e iniziare a vendere online.
Scopriamo come Lean Startup può essere uno strumento fondamentale per il successo della nostra startup.
Presentazione tenuta al mini IAD di Vimercate (23 maggio 2015)
Racconto come fare un planning basato sugli obiettivi di business al posto che solamente sulle feature, usando le pirate metrics come bussola del progetto.
Un approccio al planning data-driven relativamente semplice e poco costoso.
video: https://www.youtube.com/watch?v=a9OXZk-HJdQ
In poche parole: consigli per usare Google Analytics come efficace strumento SEO.
In tante parole: trovi l'intervento completo con esempi pratici, percorsi da effettuare su Analytics e commenti su
http://top.giorgiotave.it/blog/2011/10/18/google-analytics-seo/
Cinzia De Falco - Come essere primi su Google con Google My Business. - Rinas...Stefano Saladino
Negli ultimi anni quella che sembrava essere la tendenza del futuro, ovvero la crescita esponenziale degli eCommerce, è stata ridimensionata da un fenomeno quasi inatteso: il Local Marketing.
La necessità di stringere relazioni di fiducia e più “umane” sta prendendo sempre più piede; proprio per questo le attività a carattere locale devono continuamente reinventarsi, non solo per attirare nuovi clienti ma soprattutto per fidelizzare e “trattenere” quelli già acquisiti.
In uno scenario dove ormai il prodotto di qualità e il buon prezzo non fanno più la differenza, dove il passaparola esiste ancora ma sta perdendo sempre più “autorità” a fronte delle recensioni online degli utenti, non comparire nelle ricerche Google equivale a non esistere.
L’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei 12 principi alla base del manifesto agile e spinge i team ad abbracciare l’idea di lavorare su una serie di attività condivise, capaci di portare realmente valore al progetto. La sua applicazione tocca i contesti operativi come quelli tattici e manageriali perchè lavora sulla complessità delle relazioni che intercorrono tra gli attori di un progetto e il processo che abilita la sua realizzazione.
Ma che significa realmente? e come possiamo applicarlo concretamente nei nostri progetti?
“Semplicità” è un concetto estremamente generico e fraintendibile, cosa significa per un progetto software?.
“Massimizzare la quantità di lavoro non svolto”: quindi lavorare meno! Bel proposito ma come si rapporta con il primo principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore…”
Nella mia esperienza, spesso questo principio viene sottovalutato o peggio ignorato perché non viene capito fino in fondo e soprattuto non banale rapportarlo con il lavoro di tutti i giorni.
Nel talk farò un viaggio attraverso la gestione di un progetto software secondo le metodologie agili evidenziando quando e come i due principi (massimizzare il lavoro non svolto e la massima priorità è soddisfare il cliente) ci sono di aiuto e da guida per la gestione dei nostri progetti, facendo esempio concreti di come nella mi a esperienza li ho applicati o li ho visti applicare
L'arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei principi del Manifesto Agile che spinge a lavorare su attività che portino valore al progetto. Si può applicare a contesti operativi e manageriali lavorando sulla complessità delle relazioni tra gli attori di un progetto e il processo di realizzazione.
Come si rapporta con il principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore”?
Abbiamo spesso sentito parlare di Lean Production (o produzione snella), più di recente di Lean Organizzation (organizzazione snella) ed oggi si parla anche di Lean StartUP ovvero di come lanciare un progetto od un’impresa massimizzando il risultato e minimizzando il rischio attraverso l’adozione di una filosofia snella.
Il movimento nasce in USA, ma oggi abbiamo già esempi sul territorio di imprese che sono nate ispirandosi ai concetti del manifesto Lean.
Nel corso dell'evento che si è tenuto a Modena il 6 febbraio, abbiamo sviscerato il tema con un'azienda che ha adottato questo approccio in fase di lancio, e ne discuteremo in una tavola rotonda con altre due StartUP.
Pietro Rizzardini - Suggerimenti PRATICI per trovare lavoro da OGGI in avanti...Stefano Saladino
Indicazione degli impatti occupazionali del post Covid-19: verso quali settori orientare la ricerca di lavoro ? Contenuti e strumenti di un action plan per la ricerca, ad uso di professional e middle manager.
Le attuali metodologie di User centered design e Agile design permettono la progettazione e la realizzazione di prodotti e servizi digitali di ottima qualità garantendo un controllo sul processo di sviluppo, contemporaneamente però risultano troppo lente o troppo poco focalizzate per realizzare esperienze digitali che si adattino alle trasformazioni del mercato e dei bisogni degli utenti nel tempo.
Questi approcci si concentrano sul rilascio di una prima versione del prodotto o del servizio, trascurando le potenzialità che quello stesso prodotto potrebbe avere se valorizzato nel tempo.
Oggi i prodotti e i servizi digitali di successo sono quelli che riescono ad evolvere costantemente l'esperienza offerta nei confronti dell'utilizzatore finale. Si rende dunque necessario riadattare le metodologie tradizionali di progettazione sviluppate nel mondo del design industriale verso nuove forme di processo più costanti ed efficaci.
La User experience evolutiva è un nuovo processo di progettazione per sviluppare prodotti e servizi digitali che reinterpreta le attuali metodologie e si focalizza maggiormente sull'evoluzione dell'esperienza d'uso che punta a migliorare nel tempo il prodotto a cui si applica.
La proposta di questo processo consiste nel trovare un equilibrio virtuoso tra successo ed efficacia e si concentra sulla possibilità di migliorare quest'ultimo in base alle esigenze degli utenti, sull'attenta verifica dell'efficacia del prodotto o del servizio dopo il suo primo rilascio e sulla sua evoluzione nel tempo al fine di valorizzarne al massimo grado le potenzialità.
Valentina D’Agata - Personal Business Model Canvas - Rinascita Digitale | DAY...Stefano Saladino
Come le imprese, anche noi professionisti abbiamo un modello di business: il Personal Business Model.
Mappare il proprio Modello di business personale significa visualizzare la logica secondo la quale creiamo, acquisiamo e distribuiamo Valore.
Scopriamo come ri-orientare la nostra bussola e mappare un nuovo modello di business personale: panoramica sui 9 blocchi del Personal Business model Canvas.
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
I used this deck for a keynote at Venistar Fashionable World 2015 event. The aim was to give an overview of the impact of Internet on our culture and on which are the trends to watch in the coming years.
Open innovation and the 5 Pillars of a Startup CommunityNicola Mattina
In a world, where every company has to become (more or less) a software company, it is necessary to promote the transition from closed innovation (R&D centers) and open innovation models (crowdsourcing portals) to innovation ecosystems (like Cintrifuse in Cincinnati).
In innovation ecosystems, startups communities take on a strategic role. How do they work? And more important: is it possibile to design and deploy them? To find an answer, we first need to recognize that innovation ecosystems have 5 pillars:
1.
Financial Capital. Of course you need money, but this is not enough. Every time governments have put money on the table to encourage entrepreneurship, they have wasted it and have obtained nothing except corruption and no return on investment for the community. Before adding financial resources, it is necessary to grow intellectual and relational capitals.
2.
Intellectual Capital is the all the knowledge you need to create new products and services. That means higher education, software education and the know-how necessary to transform an invention or an idea in a something the a customer wants to buy (lean methodologies).
3.
Relational Capital is needed to have ideas and competences circulate in the community. Innovation is an incremental process: you need occasions to share ideas, share knowledge and build trust. Techniques to grow the relational capital are very well described in Brad Feld's book, Startup Communities.
4.
Innovation Ideology. You cannot innovate, if you do not think that what you do has a positive impact on the future. The Silicon Valley has produced an ideology around three main ideas: the exponential growth, the presumption that the future is predictable and the belief that technology creates a better world. It is not very different from XIX centuries ideologies: there is a status quo to disrupt and a bright future that is waiting for us.
5.
Finally cultural heritage. This is a very neglected aspect: it's a matter of fact that a startup community is not born in a vacuum, but in a specific geographic area and in a specific historical moment. And this determines its chances of success. One of the most interesting analysis on the impact of cultural heritage on the formation of a startup community is contained in the book Startup Nation. Reading the book, many focus their attention on the Israelian Fund of funds, forgetting that most of the book describes the role of the military service, social cohesion and the insolence (chutzpah) of the Jewish people as key factors in starting a community of people dedicated to technological innovation. And of course this is true also for Silicon Valley, as America describes itself as the land of freedom and opportunity, a place where you can have success if you work enough to achieve it.
Case History - Telecom Italia Working Capital 2011Nicola Mattina
Sintesi delle attività gestite e dei risultati ottenuti dal team di Elastic che coordinato la comunicazione, il community management e l'organizzazione degli eventi.
CoopUPBologna 2018: MVP, testing e validazioneKilowatt
Slide del quarto appuntamento dell'edizione 2018/19 di CoopUP Bologna, il percorso di incubazione, networking e formazione di Kilowatt e Confcooperative Bologna, in collaborazione con Emil Banca e Irecoop.
Noi conosciamo Kanban e Scrum come metodologie di gestione Agile. Lo Scrumban unisce le migliori caratteristiche di entrambi i metodi, combinando la natura prescrittiva dello Scrum e la capacità di miglioramento dei processi del Kanban, consentendo ai team di avvicinarsi allo sviluppo Agile e di migliorare costantemente i loro processi
Free digital marketing plan template - PreviewMatteo Sorba
Il template gratuito per impostare il piano di marketing digitale e pianificare le azioni della tua comunicazione.
Scarica la versione completa qui: https://calibra.co/free-digital-marketing-plan-template/
Questo percorso nasce da un’idea semplice: prima c’è il problema e poi la sua soluzione. Il risultato è straordinario, perché in meno tempo sarai più motivato e con le idee più chiare.
Abbiamo selezionato il 20% degli strumenti e delle best-practices che permettono di raggiungere l’80% del risultato e, grazie ai consigli strategici, raggiungerai il 100% con le tue personalizzazioni.
Abbiamo pensato ai precisi, ai distratti e a quelli che vengono sempre interrotti. Crediamo che collaborando insieme su G-Suite, con indicazioni chiare e una visione unica, per il tuo team sarà più facile arrivare al risultato.
Intervento di Giacomo Barbieri, Partner di Barbieri & Associati Dottori Commercialisti e Consulente per l'Innovazione degli Studi professionali, in occasione del Tour Organizzazione ACEF 2015.
Strumenti e mentalità Agile applicati al mondo delle costruzione, per un approccio innovativo al project management.
Valore per il cliente.
Valore delle persone.
Comunicazione trasparente.
Benessere lavorativo.
Efficacia.
Efficienza.
Digital Strategy and Integrated Marketing Communication . II Level DegreeDavide Aleo
La presentazione della mia tesi di laurea magistrale.
Web marketing e Social Media al servizio dell'impresa è il titolo della tesi, in cui spiego come le Digital Strategy possono far crescere economicamente le PMI italiane.
//
My II Level Degree thesis presentation.
Web marketing and Social Media for the company is the thesis's title, in which I explain how Digital Strategy can let grow the italian enterprises.
Similar to Minimum Viable Product e Smoke Tests (20)
Urban Roots (an exploration about urban agricolture)Nicola Mattina
Growing vegetables in the cities is a good idea. Under the right circumstances, it is possible to reduce wastes and to eliminate pesticides and herbicides. At the same time, urban farms bring people together and nurture social cohesion.
Ecosistemi dell'innovazione e apprendimentoNicola Mattina
Questa settimana, ho fatto un intervento a Frontiers Health Fast Track a Milano. Ho parlato di come gruppi di prodotti e servizi competano in un ecosistema guidato dagli obiettivi delle persone. Sono partito con un esempio: la crescente quantità di soluzioni disponibili per la mobilità urbana, dalle automobili fino ai droni volanti, passando per biciclette e monopattini per adulti.
Ispirando all'ottimo libro di Luca De Biase e Telmo Pievani, Come saremo, ho proposto di guardare il fenomeno alla luce della teoria evolutiva: prodotti come specie che co-evolvono all'interno di un ecosistema. Ho evidenziato i tre pattern fondamentali della teoria evolutiva: la creazine, l'exattation e la diffusione.
Infine, ho sostenuto che l'unico modo per un'azienda di trovare e mantenere un posto in uno di questi ecosistemi è affinare la capacità di leggerne l'evoluzione e di migliorare l'abilità nel creare velocemente nuove soluzioni che vadano a competere con quelle esistenti.
È ancora attuale il paradigma dell'open innovation, così come fu introdotto da Henry Chesbrough 14 anni fa? In queste slide propongo qualche riflessioni sull'argomento...
Artificial Intelligence for Business - Version 2Nicola Mattina
This presentation is part of a workshop that will help you understand artificial intelligence tools and how they can be employed across your organization.
Lectures and activities are customized considering the background of the participants to highlight the use of artificial intelligence in a specific industry and in three different areas: product development, customer care, business operations.
Workshop structure
120’ lectures
2 activities to apply the concepts
1 practical toolkit
I used these slides for a seminar at BLAST Conference in Rome (May 2017). Most of the information provided are taken from Fundraising Field Guide by Carlos Espinal, plus the experience that we have done with Stamplay so far.
These deck contains an overview of what is commercially available in terms of Artificial Intelligence for business applications. Be aware: it was created on April 2017 and this is a very fast moving industry....
Value Proposition Design. Create products that drive people crazyNicola Mattina
A used this deck for a keynote at Microsoft Community Days. It is an overview of the method designed by Alexander Osterwalder to design and develop new products.
Startup community - Quattro principi e tre obiettivi per favorire la nascita ...Nicola Mattina
Questo documento contiene il mio contributo alla discussione su come incentivare la nascita di comunità di startup digitali in Italia. È articolato in tre capitoli: il primo sintetizza le caratteristiche di una startup community facendo riferimento alla letteratura emersa negli ultimi anni e alle tante conversazioni avute con esperti del settore in Italia e all’estero; il secondo evidenzia due pericolose vulnerabilità dell’attuale ecosistema di tech startup italiano; il terzo, infine, contiene delle linee guida con azioni che dovrebbero essere intraprese da chi intende lavorare attivamente per sviluppare una startup community.