Sintesi delle attività gestite e dei risultati ottenuti dal team di Elastic che coordinato la comunicazione, il community management e l'organizzazione degli eventi.
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
I used this deck for a keynote at Venistar Fashionable World 2015 event. The aim was to give an overview of the impact of Internet on our culture and on which are the trends to watch in the coming years.
Open innovation and the 5 Pillars of a Startup CommunityNicola Mattina
In a world, where every company has to become (more or less) a software company, it is necessary to promote the transition from closed innovation (R&D centers) and open innovation models (crowdsourcing portals) to innovation ecosystems (like Cintrifuse in Cincinnati).
In innovation ecosystems, startups communities take on a strategic role. How do they work? And more important: is it possibile to design and deploy them? To find an answer, we first need to recognize that innovation ecosystems have 5 pillars:
1.
Financial Capital. Of course you need money, but this is not enough. Every time governments have put money on the table to encourage entrepreneurship, they have wasted it and have obtained nothing except corruption and no return on investment for the community. Before adding financial resources, it is necessary to grow intellectual and relational capitals.
2.
Intellectual Capital is the all the knowledge you need to create new products and services. That means higher education, software education and the know-how necessary to transform an invention or an idea in a something the a customer wants to buy (lean methodologies).
3.
Relational Capital is needed to have ideas and competences circulate in the community. Innovation is an incremental process: you need occasions to share ideas, share knowledge and build trust. Techniques to grow the relational capital are very well described in Brad Feld's book, Startup Communities.
4.
Innovation Ideology. You cannot innovate, if you do not think that what you do has a positive impact on the future. The Silicon Valley has produced an ideology around three main ideas: the exponential growth, the presumption that the future is predictable and the belief that technology creates a better world. It is not very different from XIX centuries ideologies: there is a status quo to disrupt and a bright future that is waiting for us.
5.
Finally cultural heritage. This is a very neglected aspect: it's a matter of fact that a startup community is not born in a vacuum, but in a specific geographic area and in a specific historical moment. And this determines its chances of success. One of the most interesting analysis on the impact of cultural heritage on the formation of a startup community is contained in the book Startup Nation. Reading the book, many focus their attention on the Israelian Fund of funds, forgetting that most of the book describes the role of the military service, social cohesion and the insolence (chutzpah) of the Jewish people as key factors in starting a community of people dedicated to technological innovation. And of course this is true also for Silicon Valley, as America describes itself as the land of freedom and opportunity, a place where you can have success if you work enough to achieve it.
Value Proposition Design. Create products that drive people crazyNicola Mattina
A used this deck for a keynote at Microsoft Community Days. It is an overview of the method designed by Alexander Osterwalder to design and develop new products.
trasformare un’idea in un business che funziona | 1° lezioneextrategy
1° lezione: definizione del modello di business
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
Urban Roots (an exploration about urban agricolture)Nicola Mattina
Growing vegetables in the cities is a good idea. Under the right circumstances, it is possible to reduce wastes and to eliminate pesticides and herbicides. At the same time, urban farms bring people together and nurture social cohesion.
Ecosistemi dell'innovazione e apprendimentoNicola Mattina
Questa settimana, ho fatto un intervento a Frontiers Health Fast Track a Milano. Ho parlato di come gruppi di prodotti e servizi competano in un ecosistema guidato dagli obiettivi delle persone. Sono partito con un esempio: la crescente quantità di soluzioni disponibili per la mobilità urbana, dalle automobili fino ai droni volanti, passando per biciclette e monopattini per adulti.
Ispirando all'ottimo libro di Luca De Biase e Telmo Pievani, Come saremo, ho proposto di guardare il fenomeno alla luce della teoria evolutiva: prodotti come specie che co-evolvono all'interno di un ecosistema. Ho evidenziato i tre pattern fondamentali della teoria evolutiva: la creazine, l'exattation e la diffusione.
Infine, ho sostenuto che l'unico modo per un'azienda di trovare e mantenere un posto in uno di questi ecosistemi è affinare la capacità di leggerne l'evoluzione e di migliorare l'abilità nel creare velocemente nuove soluzioni che vadano a competere con quelle esistenti.
I used this deck for a keynote at Venistar Fashionable World 2015 event. The aim was to give an overview of the impact of Internet on our culture and on which are the trends to watch in the coming years.
Open innovation and the 5 Pillars of a Startup CommunityNicola Mattina
In a world, where every company has to become (more or less) a software company, it is necessary to promote the transition from closed innovation (R&D centers) and open innovation models (crowdsourcing portals) to innovation ecosystems (like Cintrifuse in Cincinnati).
In innovation ecosystems, startups communities take on a strategic role. How do they work? And more important: is it possibile to design and deploy them? To find an answer, we first need to recognize that innovation ecosystems have 5 pillars:
1.
Financial Capital. Of course you need money, but this is not enough. Every time governments have put money on the table to encourage entrepreneurship, they have wasted it and have obtained nothing except corruption and no return on investment for the community. Before adding financial resources, it is necessary to grow intellectual and relational capitals.
2.
Intellectual Capital is the all the knowledge you need to create new products and services. That means higher education, software education and the know-how necessary to transform an invention or an idea in a something the a customer wants to buy (lean methodologies).
3.
Relational Capital is needed to have ideas and competences circulate in the community. Innovation is an incremental process: you need occasions to share ideas, share knowledge and build trust. Techniques to grow the relational capital are very well described in Brad Feld's book, Startup Communities.
4.
Innovation Ideology. You cannot innovate, if you do not think that what you do has a positive impact on the future. The Silicon Valley has produced an ideology around three main ideas: the exponential growth, the presumption that the future is predictable and the belief that technology creates a better world. It is not very different from XIX centuries ideologies: there is a status quo to disrupt and a bright future that is waiting for us.
5.
Finally cultural heritage. This is a very neglected aspect: it's a matter of fact that a startup community is not born in a vacuum, but in a specific geographic area and in a specific historical moment. And this determines its chances of success. One of the most interesting analysis on the impact of cultural heritage on the formation of a startup community is contained in the book Startup Nation. Reading the book, many focus their attention on the Israelian Fund of funds, forgetting that most of the book describes the role of the military service, social cohesion and the insolence (chutzpah) of the Jewish people as key factors in starting a community of people dedicated to technological innovation. And of course this is true also for Silicon Valley, as America describes itself as the land of freedom and opportunity, a place where you can have success if you work enough to achieve it.
Value Proposition Design. Create products that drive people crazyNicola Mattina
A used this deck for a keynote at Microsoft Community Days. It is an overview of the method designed by Alexander Osterwalder to design and develop new products.
trasformare un’idea in un business che funziona | 1° lezioneextrategy
1° lezione: definizione del modello di business
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
Urban Roots (an exploration about urban agricolture)Nicola Mattina
Growing vegetables in the cities is a good idea. Under the right circumstances, it is possible to reduce wastes and to eliminate pesticides and herbicides. At the same time, urban farms bring people together and nurture social cohesion.
Ecosistemi dell'innovazione e apprendimentoNicola Mattina
Questa settimana, ho fatto un intervento a Frontiers Health Fast Track a Milano. Ho parlato di come gruppi di prodotti e servizi competano in un ecosistema guidato dagli obiettivi delle persone. Sono partito con un esempio: la crescente quantità di soluzioni disponibili per la mobilità urbana, dalle automobili fino ai droni volanti, passando per biciclette e monopattini per adulti.
Ispirando all'ottimo libro di Luca De Biase e Telmo Pievani, Come saremo, ho proposto di guardare il fenomeno alla luce della teoria evolutiva: prodotti come specie che co-evolvono all'interno di un ecosistema. Ho evidenziato i tre pattern fondamentali della teoria evolutiva: la creazine, l'exattation e la diffusione.
Infine, ho sostenuto che l'unico modo per un'azienda di trovare e mantenere un posto in uno di questi ecosistemi è affinare la capacità di leggerne l'evoluzione e di migliorare l'abilità nel creare velocemente nuove soluzioni che vadano a competere con quelle esistenti.
È ancora attuale il paradigma dell'open innovation, così come fu introdotto da Henry Chesbrough 14 anni fa? In queste slide propongo qualche riflessioni sull'argomento...
Experimental marketing - Blueprint per un frameworkNicola Mattina
In queste slide metto le basi per un framework che metta insieme le tecniche elaborare negli ultimi anni per ideare, progettare, lanciare e far crescere nuovi prodotti.
Ho usato queste slide per un workshop organizzato da Sella Lab.
Artificial Intelligence for Business - Version 2Nicola Mattina
This presentation is part of a workshop that will help you understand artificial intelligence tools and how they can be employed across your organization.
Lectures and activities are customized considering the background of the participants to highlight the use of artificial intelligence in a specific industry and in three different areas: product development, customer care, business operations.
Workshop structure
120’ lectures
2 activities to apply the concepts
1 practical toolkit
I used these slides for a seminar at BLAST Conference in Rome (May 2017). Most of the information provided are taken from Fundraising Field Guide by Carlos Espinal, plus the experience that we have done with Stamplay so far.
These deck contains an overview of what is commercially available in terms of Artificial Intelligence for business applications. Be aware: it was created on April 2017 and this is a very fast moving industry....
Startup community - Quattro principi e tre obiettivi per favorire la nascita ...Nicola Mattina
Questo documento contiene il mio contributo alla discussione su come incentivare la nascita di comunità di startup digitali in Italia. È articolato in tre capitoli: il primo sintetizza le caratteristiche di una startup community facendo riferimento alla letteratura emersa negli ultimi anni e alle tante conversazioni avute con esperti del settore in Italia e all’estero; il secondo evidenzia due pericolose vulnerabilità dell’attuale ecosistema di tech startup italiano; il terzo, infine, contiene delle linee guida con azioni che dovrebbero essere intraprese da chi intende lavorare attivamente per sviluppare una startup community.
Case History - Telecom Italia Working Capital 2011
1. Case History Working Capital 2011
Case history
Working Capital 2011
1
martedì 1 maggio 12
2. Case History Working Capital 2011
Sopra e sotto la linea
2
Presidio
di un tema
Comunicazione
di prodotto
Social Crm
Product Development
Digital Pr
Below the Line
Above the Line
Presidio
Community
Presidio
Social Network
Presenza
diretta
Relazioni con
i community
manager
Relazioni con
gli opinion leader
Produzione
di contenuti
personalizzati
martedì 1 maggio 12
3. Case History Working Capital 2011
Architettura del progetto
3
Digital Pr
Presenza istituzionale Presenza nei social network Presidio community
Eventi istituzionaliDigital media relation
martedì 1 maggio 12
4. Case History Working Capital 2011
Progetti ricevuti
4
!"!!!!
!500!!
!1.000!!
!1.500!!
!2.000!!
!2.500!!
05"apr!
12"apr!
19"apr!
26"apr!
03"mag!
10"mag!
17"mag!
24"mag!
31"mag!
07"giu!
14"giu!
21"giu!
28"giu!
05"lug!
12"lug!
19"lug!
26"lug!
02"ago!
09"ago!
16"ago!
23"ago!
30"ago!
06"set!
13"set!
20"set!
27"set!
2.319
progetti
+114%
sull’obiettivo
martedì 1 maggio 12
5. Case History Working Capital 2011
L’attività invisibile
5
36.925ricercatori censiti
martedì 1 maggio 12
6. Case History Working Capital 2011
L’attività invisibile
6
207.389email inviate
martedì 1 maggio 12
7. Case History Working Capital 2011
L’attività invisibile
7
1.103ticket di aiuto gestiti
martedì 1 maggio 12
8. Case History Working Capital 2011
L’attività invisibile
8
200 fonti
Articoli per il blog
Lanci sui sociale media
martedì 1 maggio 12
10. Case History Working Capital 2011
Eventi > Partecipanti
10
1.440
partecipanti
0
100
200
300
400
Torino Palermo Napoli Firenze Trieste Milano Torino
martedì 1 maggio 12
11. Case History Working Capital 2011
Eventi > Engagement online
11
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Torino nd nd nd nd
Palermo nd 47 713 40
Napoli 500 77 930 50
Firenze 800 51 1.089 70
Trieste 1670 48 795 70
Milano 800 23 763 30
Totale 3.770 246 4.290 260
martedì 1 maggio 12