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Meccanica dei Sistemi




      Corso di Fisica - UdA   1
Principio di Conservazione della Quantità di Moto

Supponiamo che su un corpo agisca dall’esterno un insieme
di forze tali che la loro risultante sia nulla. In tal caso
avremo che:

            ΣF = 0 = Δp/Δt                      Δp = 0

Se Δp = 0 ne consegue che p = costante.

Possiamo quindi enunciare il Principio di Conservazione
della Quantità di Moto:

Se la risultante delle forze esterne agenti su un corpo è
nulla la quantità di moto totale del corpo si conserva
                        Corso di Fisica - UdA            2
Urti

Nel caso di un urto tra due palline
da biliardo, la risultante delle
forze esterne (forza peso e
reazione vincolare) è nulla, per cui
possiamo scrivere:

m1v1 + m2v2 = m1v1’ + m2v2’

Questo problema non può essere
risolto con la sola equazione
suscritta perché le velocità
incognite dopo l’urto sono due.
                              Corso di Fisica - UdA   3
Urti elastici e conservazione dell’energia cinetica

Se i due corpi sono molto rigidi, come appunto le due palline da biliardo, e
non viene prodotto calore durante l’urto, anche l’energia cinetica totale si
conserva. Un tale tipo di urto si dice urto elastico. Allora potremo
scrivere una seconda equazione:

               ½ m1v12 + ½ m2v22 = ½ m1v1’2 + ½ m2v2’2

Che messa a sistema con la precedente ci permette di risolvere il
problema.


Nel caso in cui l’energia cinetica non si conserva l’urto è detto anelastico.
In questo caso l’energia totale si conserverà sempre ma quella cinetica si
trasforma in altra forma di energia (ad es. calore)


                                 Corso di Fisica - UdA             4
Di che urto si tratta?
Pendolo Balistico
Essendo ΣF = 0 avremo:

mv + 0 = (m+M)v’

da cui:

v’ = v m/(m+M)

Dopo l’urto, per il principio di
conservazione dell’energia
meccanica, avremo:

½ (m+M) v’2 + 0 = 0 + (m+M) gh

da cui (come prevedibile):

          h = v’2 / 2g
                                   Corso di Fisica - UdA   5
Di che urto si tratta?




      Corso di Fisica - UdA   6
Centro di Massa




   Corso di Fisica - UdA   7
Centro di Massa

I corpi estesi sono soggetti a moti più complessi di quelli
delle singole particelle, e in genere sono composizioni di
traslazioni e rotazioni. Tuttavia, anche se un corpo esteso
ruota o se parti del corpo esteso ruotano una rispetto alle
altre, in generale esiste un punto che si muove lungo lo stesso
percorso in cui si muoverebbe una particella se soggetta alla
stessa forza risultante a cui è soggetto l’intero sistema. Tale
punto si chiama Centro di Massa (CM), o Centro di Gravità, o
Baricentro del corpo. Come vedremo più avanti il moto totale
di un corpo esteso può essere considerato come la somma di
un moto traslatorio del centro di massa più un moto
rotatorio, anche istantaneo, attorno ad esso.
                          Corso di Fisica - UdA      8
Moto del Centro di Massa




        Corso di Fisica - UdA   9
Posizione del Centro di Massa
La posizione del CM può essere trovata pensando che in esso
si applica la risultante di tutte le forze peso elementari che
agiscono su ogni elemento di massa Δm che costituisce il
corpo esteso.
La posizione del CM è intuibile nei solidi
geometrici, ma può capitare ovunque in corpi        CM
estesi di forma qualsiasi (anche fuori dal
corpo!)
                                                           Mg
               CM
                                                   CM

                    Mg
                                                        Mg
                           Corso di Fisica - UdA             10
Centro di Massa




   Corso di Fisica - UdA   11
Posizione del Centro di Massa


Nel caso di due palline tra
loro vincolate, la posizione del
CM si trova in un punto
intermedio tra m1 ed m2 di
coordinata:
     xCM = (m1x1 + m2x2)/(m1+m2) = (m1x1 + m2x2)/M

e se le masse sono uguali ovviamente xCM cade nel punto di
mezzo:

           xCM = m(x1 +x2)/2m = (x1 + x2)/2
                            Corso di Fisica - UdA    12
Come trovare il Baricentro




        Corso di Fisica - UdA   13
Corpi rigidi

Si definisce corpo rigido un corpo che, soggetto a forze
esterne di qualsiasi intensità, non si deforma .

L’applicazione di una forza esterna ad un corpo rigido può
provocarne la traslazione e/o la rotazione rispetto ad un
punto O qualsiasi.




                          Corso di Fisica - UdA      14
Rotazione di corpi rigidi
  Non sempre i corpi rigidi ruotano con moto
  uniforme. Se la velocità angolare ω non è costante
  dovremo considerare: ω = Δθ/Δt, ovvero la
  velocità angolare istantanea se Δt è molto piccolo,
  e: α = Δω/Δt, ovvero l’accelerazione angolare
  istantanea, sempre con la stessa ipotesi. In questo
  caso si manifesta una componente tangenziale
  dell’accelerazione a (che quindi non sarà più solo
  centripeta).




         Corso di Fisica - UdA           15
Causa della rotazione di corpi rigidi
Applicando una forza ad un corpo vincolato ad un asse (ad es. una
porta) ci rendiamo conto che la rotazione che otteniamo dipende
dall’orientamento della forza e dalla distanza del suo punto di
applicazione dall’asse di rotazione (braccio), oltre che
dall’intensità della forza stessa.




                            Corso di Fisica - UdA     16
Momento Torcente


Si definisce Momento M di una forza – o momento torcente
– rispetto al punto O il prodotto vettoriale:




Il momento della forza si misura in N m
(Newton metri)




                                  Corso di Fisica - UdA   17
Equazioni della Statica



Un corpo rigido è in equilibrio se:


                                                 Equilibrio alla Traslazione




                                                 Equilibrio alla Rotazione rispetto ad un qualsiasi punto




 Le due relazioni sopra sono vettoriali e si possono quindi riscrivere proiettando i vettori sugli assi x, y, z.




                                               Corso di Fisica - UdA                              18
Leve
All’equilibrio, le forze dirette verso il basso
sono annullate dalla reazione vincolare nel
fulcro. Se si sceglie un asse di rotazione
passante per il fulcro, gli unici momenti sono
quelli di Fr e Fp, che dovranno avere risultante
nullo:

Frrsinθ – FpRsinθ = 0
                                                          Fr
o, più in generale, quando r perp. F:

Frrr=Fprp

da cui si ricava l’espressione del guadagno
meccanico della leva:
                                                          Fp/Fr = rr/rp
                                  Corso di Fisica - UdA            19
LE LEVE

La leva è una macchina semplice caratterizzata da:
 forza attiva (Fp, potenza)
 forza passiva (Fr, resistenza)
 fulcro


                                                   Le leve si distinguono in leve di:
                                                    PRIMO GENERE
                                                    SECONDO GENERE
                                                    TERZO GENERE



                                                   Guadagno meccanico :         Fp/Fr = rr/rp




                                   Corso di Fisica - UdA                       20
SCHEMA E GENERE DELLE LEVE




     Leva di primo genere




     Leva di secondo genere




      Leva di terzo genere



            Corso di Fisica - UdA   21
ESEMPIO DI LEVA DEL PRIMO GENERE NEL CORPO




 Forza attiva di potenza      → sistema dei muscoli splenici e sub-occipitali
 Forza passiva                → peso del cranio
 Fulcro                       → atlante

All’equilibrio, il braccio della resistenza è circa 3-4 volte più grande di quello della forza attiva esercitata
dai muscoli per mantenere il capo in stazione eretta.

                     La leva, detta di bilanciamento, è svantaggiosa


                                                Corso di Fisica - UdA                             22
ESEMPIO DI LEVA DEL SECONDO GENERE NEL CORPO




 Forza attiva di potenza          → muscoli gemelli
 Forza passiva                    → scarico del peso del corpo sul piede
 Fulcro                          → metatarso
All’equilibrio, il braccio della forza attiva è maggiore di quello della forza passiva:


                                La leva, detta di potenza, è vantaggiosa

                                              Corso di Fisica - UdA                       23
ESEMPIO DI LEVA DEL TERZO GENERE NEL CORPO




 Forza attiva di potenza       → forza espressa dal bicipite e dal tricipite
 Forza passiva                 → peso avambraccio + eventuale carico
 Fulcro                        → articolazione del gomito

All’equilibrio, il braccio della forza attiva è minore di quello della forza passiva:

                                     La leva è svantaggiosa



                                              Corso di Fisica - UdA                     24
Equilibrio stabile, instabile, indifferente

                       • Eq. stabile: il baricentro è
                         sotto il punto di appoggio;
                       • Eq. Instabile: il baricentro è
                         sopra il punto di appoggio;
                       • Eq. Indifferente: il
                         baricentro coincide con il
                         punto di vincolo.




                                             (c)

                 Corso di Fisica - UdA             25
Base di appoggio
Il frigorifero ritorna nella sua posizione iniziale soltanto
fino a che la retta di applicazione della forza peso cade
nella base di appoggio.




                           Corso di Fisica - UdA       26

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Meccanicadei sistemi

  • 1. Meccanica dei Sistemi Corso di Fisica - UdA 1
  • 2. Principio di Conservazione della Quantità di Moto Supponiamo che su un corpo agisca dall’esterno un insieme di forze tali che la loro risultante sia nulla. In tal caso avremo che: ΣF = 0 = Δp/Δt Δp = 0 Se Δp = 0 ne consegue che p = costante. Possiamo quindi enunciare il Principio di Conservazione della Quantità di Moto: Se la risultante delle forze esterne agenti su un corpo è nulla la quantità di moto totale del corpo si conserva Corso di Fisica - UdA 2
  • 3. Urti Nel caso di un urto tra due palline da biliardo, la risultante delle forze esterne (forza peso e reazione vincolare) è nulla, per cui possiamo scrivere: m1v1 + m2v2 = m1v1’ + m2v2’ Questo problema non può essere risolto con la sola equazione suscritta perché le velocità incognite dopo l’urto sono due. Corso di Fisica - UdA 3
  • 4. Urti elastici e conservazione dell’energia cinetica Se i due corpi sono molto rigidi, come appunto le due palline da biliardo, e non viene prodotto calore durante l’urto, anche l’energia cinetica totale si conserva. Un tale tipo di urto si dice urto elastico. Allora potremo scrivere una seconda equazione: ½ m1v12 + ½ m2v22 = ½ m1v1’2 + ½ m2v2’2 Che messa a sistema con la precedente ci permette di risolvere il problema. Nel caso in cui l’energia cinetica non si conserva l’urto è detto anelastico. In questo caso l’energia totale si conserverà sempre ma quella cinetica si trasforma in altra forma di energia (ad es. calore) Corso di Fisica - UdA 4
  • 5. Di che urto si tratta? Pendolo Balistico Essendo ΣF = 0 avremo: mv + 0 = (m+M)v’ da cui: v’ = v m/(m+M) Dopo l’urto, per il principio di conservazione dell’energia meccanica, avremo: ½ (m+M) v’2 + 0 = 0 + (m+M) gh da cui (come prevedibile): h = v’2 / 2g Corso di Fisica - UdA 5
  • 6. Di che urto si tratta? Corso di Fisica - UdA 6
  • 7. Centro di Massa Corso di Fisica - UdA 7
  • 8. Centro di Massa I corpi estesi sono soggetti a moti più complessi di quelli delle singole particelle, e in genere sono composizioni di traslazioni e rotazioni. Tuttavia, anche se un corpo esteso ruota o se parti del corpo esteso ruotano una rispetto alle altre, in generale esiste un punto che si muove lungo lo stesso percorso in cui si muoverebbe una particella se soggetta alla stessa forza risultante a cui è soggetto l’intero sistema. Tale punto si chiama Centro di Massa (CM), o Centro di Gravità, o Baricentro del corpo. Come vedremo più avanti il moto totale di un corpo esteso può essere considerato come la somma di un moto traslatorio del centro di massa più un moto rotatorio, anche istantaneo, attorno ad esso. Corso di Fisica - UdA 8
  • 9. Moto del Centro di Massa Corso di Fisica - UdA 9
  • 10. Posizione del Centro di Massa La posizione del CM può essere trovata pensando che in esso si applica la risultante di tutte le forze peso elementari che agiscono su ogni elemento di massa Δm che costituisce il corpo esteso. La posizione del CM è intuibile nei solidi geometrici, ma può capitare ovunque in corpi CM estesi di forma qualsiasi (anche fuori dal corpo!) Mg CM CM Mg Mg Corso di Fisica - UdA 10
  • 11. Centro di Massa Corso di Fisica - UdA 11
  • 12. Posizione del Centro di Massa Nel caso di due palline tra loro vincolate, la posizione del CM si trova in un punto intermedio tra m1 ed m2 di coordinata: xCM = (m1x1 + m2x2)/(m1+m2) = (m1x1 + m2x2)/M e se le masse sono uguali ovviamente xCM cade nel punto di mezzo: xCM = m(x1 +x2)/2m = (x1 + x2)/2 Corso di Fisica - UdA 12
  • 13. Come trovare il Baricentro Corso di Fisica - UdA 13
  • 14. Corpi rigidi Si definisce corpo rigido un corpo che, soggetto a forze esterne di qualsiasi intensità, non si deforma . L’applicazione di una forza esterna ad un corpo rigido può provocarne la traslazione e/o la rotazione rispetto ad un punto O qualsiasi. Corso di Fisica - UdA 14
  • 15. Rotazione di corpi rigidi Non sempre i corpi rigidi ruotano con moto uniforme. Se la velocità angolare ω non è costante dovremo considerare: ω = Δθ/Δt, ovvero la velocità angolare istantanea se Δt è molto piccolo, e: α = Δω/Δt, ovvero l’accelerazione angolare istantanea, sempre con la stessa ipotesi. In questo caso si manifesta una componente tangenziale dell’accelerazione a (che quindi non sarà più solo centripeta). Corso di Fisica - UdA 15
  • 16. Causa della rotazione di corpi rigidi Applicando una forza ad un corpo vincolato ad un asse (ad es. una porta) ci rendiamo conto che la rotazione che otteniamo dipende dall’orientamento della forza e dalla distanza del suo punto di applicazione dall’asse di rotazione (braccio), oltre che dall’intensità della forza stessa. Corso di Fisica - UdA 16
  • 17. Momento Torcente Si definisce Momento M di una forza – o momento torcente – rispetto al punto O il prodotto vettoriale: Il momento della forza si misura in N m (Newton metri) Corso di Fisica - UdA 17
  • 18. Equazioni della Statica Un corpo rigido è in equilibrio se: Equilibrio alla Traslazione Equilibrio alla Rotazione rispetto ad un qualsiasi punto Le due relazioni sopra sono vettoriali e si possono quindi riscrivere proiettando i vettori sugli assi x, y, z. Corso di Fisica - UdA 18
  • 19. Leve All’equilibrio, le forze dirette verso il basso sono annullate dalla reazione vincolare nel fulcro. Se si sceglie un asse di rotazione passante per il fulcro, gli unici momenti sono quelli di Fr e Fp, che dovranno avere risultante nullo: Frrsinθ – FpRsinθ = 0 Fr o, più in generale, quando r perp. F: Frrr=Fprp da cui si ricava l’espressione del guadagno meccanico della leva: Fp/Fr = rr/rp Corso di Fisica - UdA 19
  • 20. LE LEVE La leva è una macchina semplice caratterizzata da:  forza attiva (Fp, potenza)  forza passiva (Fr, resistenza)  fulcro Le leve si distinguono in leve di:  PRIMO GENERE  SECONDO GENERE  TERZO GENERE Guadagno meccanico : Fp/Fr = rr/rp Corso di Fisica - UdA 20
  • 21. SCHEMA E GENERE DELLE LEVE Leva di primo genere Leva di secondo genere Leva di terzo genere Corso di Fisica - UdA 21
  • 22. ESEMPIO DI LEVA DEL PRIMO GENERE NEL CORPO  Forza attiva di potenza → sistema dei muscoli splenici e sub-occipitali  Forza passiva → peso del cranio  Fulcro → atlante All’equilibrio, il braccio della resistenza è circa 3-4 volte più grande di quello della forza attiva esercitata dai muscoli per mantenere il capo in stazione eretta. La leva, detta di bilanciamento, è svantaggiosa Corso di Fisica - UdA 22
  • 23. ESEMPIO DI LEVA DEL SECONDO GENERE NEL CORPO  Forza attiva di potenza → muscoli gemelli  Forza passiva → scarico del peso del corpo sul piede  Fulcro → metatarso All’equilibrio, il braccio della forza attiva è maggiore di quello della forza passiva: La leva, detta di potenza, è vantaggiosa Corso di Fisica - UdA 23
  • 24. ESEMPIO DI LEVA DEL TERZO GENERE NEL CORPO  Forza attiva di potenza → forza espressa dal bicipite e dal tricipite  Forza passiva → peso avambraccio + eventuale carico  Fulcro → articolazione del gomito All’equilibrio, il braccio della forza attiva è minore di quello della forza passiva: La leva è svantaggiosa Corso di Fisica - UdA 24
  • 25. Equilibrio stabile, instabile, indifferente • Eq. stabile: il baricentro è sotto il punto di appoggio; • Eq. Instabile: il baricentro è sopra il punto di appoggio; • Eq. Indifferente: il baricentro coincide con il punto di vincolo. (c) Corso di Fisica - UdA 25
  • 26. Base di appoggio Il frigorifero ritorna nella sua posizione iniziale soltanto fino a che la retta di applicazione della forza peso cade nella base di appoggio. Corso di Fisica - UdA 26