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D.ssa Franca Abbritti
                                                             Dirigente Medico I Livello
                                                              U.O. Chirurgia Vascolare
                                                       A.O. “G.Salvini” Garbagnate M.se - MI




Chinesiterapia decongestiva e attività fisica e sportiva nel linfedema: esperienze a confronto
Torino 4-5 marzo 2011
DIVISIONE DI CHIRURGIA VASCOLARE E
   CENTRO PER LE MALFORMAZIONI
             VASCOLARI
           “Stefan Belov”




  Chirurgia Cardiaca e Vascolare e Toracica Università di Sofia Bulgaria
patologia vascolare congenita

 Spesso si classificano sotto il termine generico di “angioma” forme di patologia vascolare congenita completamente diverse tra loro




a) angiodisplasie o malformazioni vascolari (lesioni benigne a
     carattere malformativo)



b) emangiomi infantili (lesioni benigne a carattere proliferativo)
    poco visibili alla nascita (punti rossi o piccole macchie) compaiono vs la fine del primo mese di vita , cominciano a
    proliferare aumentando in volume ed in estensione per i primi sei mesi di vita. Successivamente vi è una fase di arresto
    della crescita, a cui fa seguito una regressione spontanea in genere molto lenta, che si conclude verso i 6-7 anni di vita.
Le Angiodisplasie o Malformazioni Vascolari propriamente dette
sono lesioni presenti dalla nascita ma spesso ad estrinsecazione clinica
tardiva, che possono localizzarsi in qualunque parte del corpo e,
contrariamente agli emangiomi infantili, non vanno mai incontro a
regressione spontanea, ma crescono consensualmente all’individuo
            spontanea,
LE MALFORMAZIONI VASCOLARI SONO
      ERRORI CONGENITI DELLA
     MORFOGENESI CHE POSSONO
    INTERESSARE ARTERIE, VENE O
             LINFATICI
Malformazioni vascolari



Trasmissione ereditaria 3%
Difetti cromosomici 5%
90-95% ereditarietà multifattoriale legata
90-
all’interazione ambiente – patrimonio genetico
Le malformazioni vascolari sono patologie complesse e poco
conosciute


Difficile l’inquadramento delle angiodisplasie linfatiche


Le malattie linfatiche sono incluse prevalentemente nel
linfedema


Distinte in L. Primari da difetto genetico con possibile
comparsa nelle diverse decadi della vita (congenito, precoce e tardivo.
65.000.000 casi. Alcuni legati a predisposizione genetica evidenziata nei cromosomi 5, 11, 15, 16 e 21)
e L. Secondari dove è nota la causa determinante
CHE RAPPORTO ESISTE FRA MALFORMAZIONE
         LINFATICA E LINFEDEMA ?


        I LINFEDEMI “PRIMARI”
     POSSONO COMPRENDERE TUTTE LE
            MALFORMAZIONI ?



  O . . . QUALI TIPI DI MALFORMAZIONI ?
Le malformazioni vascolari sono dovute ad un difetto primario
congenito nella morfogenesi del sistema vascolare (arterie,
vene e linfatici).

   Spesso è una poliangiopatia ed è possibile la combinazione
di diversi difetti vascolari associati.

  Di solito un difetto è prevalente sull’altro e ne condiziona il
quadro clinico

  Le malformazioni linfatiche associate a difetti vascolari sono
definite Malformazioni Emolinfatiche
Inizialmente le M.V. venivano classificate in base ai sintomi, alla
localizzazione o agli eponimi che le distinguevano in varie sindromi




                            M.V. classificate in varie Sindromi come la
                            SINDROME DI KLIPPEL TRENAUNAY


                            Le manifestazioni tipiche delle M.V. sono
                            rappresentate dalla presenza di nevi,
                            varicosità ed alterazioni ossee , sia come
                            forma di Sindrome Angioosteoipertofiche,
                            che come Sindrome Angioosteoipotrofiche




                                       Da “Malformazioni Vascolari ed Emangiomi” Testo Atlante di Diagnostica e Terapia
Esistono forme complesse e rare di patologia vascolare
 congenita, alcune delle quali riconosciute dal Sistema
 Sanitario Nazionale ( Sindrome di Klippel-Trenaunay,
S. di Parkes-Weber, S. di Proteus, S. di Sturg e-Weber)
         ed altre purtroppo non ancora riconosciute
L’evoluzione delle conoscenze sulla loro morfologia
ha consentito l’elaborazione di una nuova
classificazione basata su dati anatomopatologici e
morfologici della lesione

Diagnosi accurata e strategia terapeutica adeguata
Il sistema linfatico ha una origine comune con i vasi arteriosi e venosi
dal mesenchima

I vasi ematici si formano fra la V e la X settimana di vita embrionale
attraverso 3 stadi evolutivi




                                 A= Rete capillare primitiva
                                 B= “ Stadio retiforme “
                                 C= “ Stadio tronculare “
                                 D= Permanenza strutture primitive determinante
                                 malformazioni A-V
1° FASE RETIFORME

NELL’EMBRIONE GLI
ANGIOBLASTI FORMANO
UNA RETE PRIMITIVA

                                                 angioblasto




PER UN PROCESSO DI
VACUOLIZZAZIONE
COMPARE LA RETE
CAPILLARE PRIMITIVA
(Rete capillare di Sabin e Woolard)
                                                  Capillare
                                                  primitivo
2° FASE TRONCULARE


ALCUNE AREE DI CAPILLARI PRIMITIVI
REGREDISCONO E SCOMPAIONO

ALTRE RIMANGONO COME CAPILLARI ADULTI

ALTRI CRESCONO E SI SVILUPPANO COME
GROSSI VASI

        Vasi principali
                                               Aree di regressione capillare




                          From Woolard, 1922
SECONDO IL MOMENTO PATOGENETICO, SI
PRODURRANNO DIVERSE MALFORMAZIONI



stadio retiforme

permanenza della primitiva rete capillare
Forme extratronculari
Aree di tessuto displasico localizzato ovunque al di fuori dei vasi principali




stadio tronculare

displasia embriologica della differenziazione
dei tronchi vascolari
Forme Tronculari
Difetto dei vasi principali con aplasia,ipoplasia o dilatazione
CLASSIFICAZIONE DELLE MALFORMAZIONI
                 VASCOLARI CONGENITE
                          ( Classificazione di Amburgo 1988 )


         TIPO                                       MORFOLOGIA

                             Forma Tronculare                   Forma Extratronculare
   Prevalentemente        - Aplasia, Ostruzione,                - Infiltrante
       Arteriosa          Dilatazione                           - Limitata

   Prevalentemente        - Aplasia, Ostruzione,                - Infiltrante
       Venosa             Dilatazione                           - Limitata

   Prevalentemente        - Aplasia, Ostruzione,                - Infiltrante
       Linfatica          Dilatazione                           - Limitata

   Prevalentemente        - Fistole a-v profonde
                                    a-                          - Infiltrante
      Shunt A-V
             A-           - Fistole a-v superficiali
                                    a-                          - Limitata

Malformazioni Vascolari   - Arteriose e venose                  - Emolinfatiche infiltranti
      Combinate           -- Emolinfatiche                      - Emolinfatiche limitate
Forme extratronculari (fase retiforme)
limitate o diffuse sono classicamente definite
Linfangiomi o linfangiomatosi:
non determinano linfedema


Forme tronculari (fase tronculare)
il difetto interessa i vasi principali (aplasia,
ipoplasia, dilatazioni):
può determinare insorgenza di linfedema
La maggior parte della M.V. si manifesta già
nell’infanzia, ma alcune appaiono nella
adolescenza o nell’età adulta

Possono avere uno sviluppo parallelo alla crescita
del bambino

Possono essere sensibili ad influenze
emodinamiche, traumatiche, settiche o ormonali
Le Angiodisplasie possono essere causa di :

  dolore locale
  tumefazioni simil-tumorali
               simil-
  problematiche funzionali (specialmente quando si localizzano agli arti ed ai visceri)
  handicap estetico (nelle localizzazioni al volto)
  disturbi della coagulazione
  asimmetria di crescita degli arti


  Possono andare incontro, durante la vita, a complicanze anche gravi
  e talvolta invalidanti: emorragie, trombosi, infezioni locali,
  fragilità ossea, crescita smisurata di un arto; possono
                                                arto;
  comprimere strutture nervose, infiltrare muscoli, causare ristagno di
  liquidi per insufficienza venosa (edema) o linfatica (linfedema).

  Accelerazioni di crescita talmente tumultuose da simulare talvolta
  anche una preoccupante patologia tumorale
Sindrome
                                                       Angioosteoipotrofica
Le malformazioni di tipo tronculare si                  accorciamento arto
manifestano     solitamente    a   livello delle            inf. sinistro
estremità                                                 più flebectasie

In quelle di tipo venoso si osserva solitamente
una ipotrofia ossea specie se associata una
ectasia venosa superficiale e profonda

L’ipertrofia si manifesta in presenza di fistole
AV con ipossia muscolare mentre a livello
cutaneo sono evidenti ipertricosi, necrosi
ischemica distale agli shunt, ulcerazioni ed
emorragie
                                                           Malformazione
                                                            emolinfatica
                                                       extratronculare estesa
le forme extratronculari si manifestano come              (osteoipertrofia)
aree di tessuto displasico localizzato ovunque,
al di fuori dei vasi principali , a livello di capo,
collo o tronco

Queste forme possono essere infiltranti ,
invadono i tessuti circostanti o forme limitate
con crescita di tipo espansivo
Linfedema
                 congenito

                                               Linfangioma
                                              (macroglossia)




                                Linfangiomatosi generalizzata
Igroma cistico               ( “ disappearing bone syndrom “ )
VI E’ UN SOLO TIPO DI MALFORMAZIONI O
        TUTTE LE FORME SI COMBINANO




COMBINAZIONI:
 arteriose + venose
 arteriose + linfatiche       emolinfatiche
 venose + linfatiche
 artero-
 artero-venose + linfatiche
DIAGNOSI


LA CLINICA NON BASTA PER OTTENERE UNA
DIAGNOSI COMPLETA

SONO NECESSARI ALCUNI ESAMI

QUATTRO PUNTI SONO UNA VALIDA GUIDA ALLE
PROCEDURE DIAGNOSTICHE
Diagnosi: “quattro Punti” secondo Mattassi


1) Stabilire il tipo di malformazione
   (arteriosa, venosa, a-v, linfatica, combinata)

2) Riconoscere la sede e la morfologia del difetto

3) Ottenere dati qualitativi e quantitativi sul difetto

4) Riconoscere gli effetti secondari sugli altri tessuti
   o organi
Indagini diagnostiche da eseguire per ogni “punto”


1) Ecocolordoppler,Angiografie, flebografie, linfoscintigrafie
  (valutano tipo malformazione)

2) TAC mdc, RMN
   (valutano la sede)

3) Angioscintigrafie con curve di flusso, test microsfere
   marcate, tracciato doppler
   (dati quantitativi e qualitativi)

4) Rx comparativo arti, Rx torace, ecocardiogramma
  (valuta gli effetti secondari sui tessuti o organi)
Trattamento

Vi è in generale indicazione al trattamento chirurgico
per ogni specie di malformazione periferica al fine di
correggere le alterazioni emodinamiche derivate
(ischemia periferica, scompenso cardiaco, dismetria arti, deformità,
lesioni trofiche ed emorragiche)

I bambini che presentano asimmetria degli arti
devono     essere   trattati prima del termine
dell’accrescimento(5-12 aa)

Il trattamento conservativo è previsto nei casi con
lieve sintomatologia, nei primi anni di vita in attesa
intervento, nel post-operatorio
Nei casi più gravi è necessaria una strategia
chirurgica

Il successo dell’intervento dipende dalle
informazioni      precise  sulla   morfologia,
localizzazione e i rapporti della M.V. con le
altre strutture limitrofe.
                limitrofe.

Spesso i trattamenti vanno ripetuti in più
sedute

In alcuni casi le comuni tecniche vascolari
chirurgiche non sono in grado da sole di
risolvere il problema malformativo
Spesso è necessario essere affiancati da vari
specialisti (chirurghi plastici, chirurgia della mano,
ortopedici, otorinolaringoiatri , maxillo facciali)

Spesso è necessario un trattamento combinato,
cioè la combinazione di tecniche chirurgiche e non
chirurgiche complementari fra loro
11 marzo 2010
Eseguita terapia con linfodrenaggio e bendaggio presso altra
struttura con scarsissimo risultato , e intolleranza al bendaggio.

Il paziente sosteneva di aver avuto un peggioramento dell’edema
con terapia compressiva.




 Ecocolordoppler venoso e arterioso
 dimostra normalità dell’asse arterioso
 e assenza di patologie venose
 superficiali e/o profonde.
Giunge nel maggio 2009 alla ns osservazione per elefantiasi arto inferiore dx
  e lesioni superficiali all’ arto inferiore sx con modico edema alla gamba, da
  linfangite.

  Trattato con terapia antibiotica sistemica e bendaggio compressivo ad
  entrambi gli arti (bendaggio piede-coscia a dx e piede-gamba a sx)
                                piede-             piede-

   Guarigione delle lesioni a sx prescritto gambaletto
   elastico di II classe


  Iniziato ciclo di solo bendaggio all’ossido di zinco all’arto inferiore dx (dal
  piede alla coscia)

13 maggio 09




                                                                     13 maggio 09
Misurazioni centimetriche arti inferiori
         1° misura base teste metatarsali e
          ° misura
         successive ogni 10 cm dal tallone con
         piede a martello



DESTRO    13-mag 09   20-mag 09   diff    SINISTRO   13-mag 09   20-mag 09   diff

CIRC                                      CIRC
DORSO
            36,00       34,50     1,50    DORSO
                                                       24,50       24,20     0,30


   I        41,20       42,00     -0,80       I        27,50       26,00     1,50


  II        48,90       48,50     0,40       II        28,20       27,70     0,50


  III       62,10       61,50     0,60       III       36,50       33,80     2,70


  IV        70,80       66,40     4,40       IV        37,40       37,40     0,00


  V         71,40       56,00     15,40      V         41,50       41,70     -0,20


  VI        76,40       71,00     5,40       VI        47,70       45,30     2,40


  VII       82,70       77,40     5,30       VII       51,90       50,20     1,70


 VIII       81,50       77,40     4,10      VIII       56,70       56,00     0,70
Programmato ciclo fisiochinesiterapico consistente in LDM, bendaggio e pressoterapia.




           Pressoterapia
            sequenziale
Settembre 2009 iniziato ciclo fkt
sedute quotidiane per 5 gg a settimana per due settimane per 3 cicli consecutivi

    DESTRO     21-set 09   28-set    diff     SINISTRO   21-set 09   dopo


  CIRC DORSO    35,30      35,00    0,30    CIRC DORSO    24,00      0,00


       I        40,30      39,60    0,70          I       27,40      0,00


       II       47,70      47,70    0,00         II       27,60      0,00


      III       58,50      57,60    0,90         III      34,90      0,00


      IV        63,50      60,00    3,50         IV       37,30      0,00


      V         52,50      51,50    1,00         V        40,60      0,00


      VI        67,30      64,50    2,80         VI       46,00      0,00


      VII       71,00      71,50    -0,50       VII       51,00      0,00


     VIII       74,50      74,50    0,00        VIII      54,80      0,00
al termine novembre 2009 misure centimetriche: 32,5- 37,7-45-57,5-63-55-72-79,5-79
                                               32,5- 37,7-45-57,5-63-55-72-79,5-

Prescritto tutore elastico III classe su misura trama piatta

Al controllo il 2 marzo 2011 le rilevazioni centimetriche dimostravano mantenimento
dei risultati: 33,0 - 37,4 - 44,8 - 56,4 – 63,5 – 52,4 - 65,5 – 71,8 – 70,6

 DESTRO     13-mag 09      DESTRO         22-nov 09             02- mar 11


CIRC                    CIRC DORSO      32,50   (-3,5)         33,00 (+0,50)
DORSO
              36,00

                              I         37,70 (- 3,3)          37,40 (-030)
    I         41,20


                              II        45,00 ( - 3,9)         44.80 (-0,20)
    II        48,90


                             III        57,50   (- 4,6)        56,40 (-1,10)
   III        62,10


                             IV         63,00   (- 7,8 )       63,50 (+0,50)
   IV         70,80

                              V         55,00   (-16,4)        52,40 (-2,60)
    V         71,40

                             VI         65,50 (- 10,9)           65,50 (0)
   VI         76,40


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  • 1. D.ssa Franca Abbritti Dirigente Medico I Livello U.O. Chirurgia Vascolare A.O. “G.Salvini” Garbagnate M.se - MI Chinesiterapia decongestiva e attività fisica e sportiva nel linfedema: esperienze a confronto Torino 4-5 marzo 2011
  • 2. DIVISIONE DI CHIRURGIA VASCOLARE E CENTRO PER LE MALFORMAZIONI VASCOLARI “Stefan Belov” Chirurgia Cardiaca e Vascolare e Toracica Università di Sofia Bulgaria
  • 3. patologia vascolare congenita Spesso si classificano sotto il termine generico di “angioma” forme di patologia vascolare congenita completamente diverse tra loro a) angiodisplasie o malformazioni vascolari (lesioni benigne a carattere malformativo) b) emangiomi infantili (lesioni benigne a carattere proliferativo) poco visibili alla nascita (punti rossi o piccole macchie) compaiono vs la fine del primo mese di vita , cominciano a proliferare aumentando in volume ed in estensione per i primi sei mesi di vita. Successivamente vi è una fase di arresto della crescita, a cui fa seguito una regressione spontanea in genere molto lenta, che si conclude verso i 6-7 anni di vita.
  • 4. Le Angiodisplasie o Malformazioni Vascolari propriamente dette sono lesioni presenti dalla nascita ma spesso ad estrinsecazione clinica tardiva, che possono localizzarsi in qualunque parte del corpo e, contrariamente agli emangiomi infantili, non vanno mai incontro a regressione spontanea, ma crescono consensualmente all’individuo spontanea,
  • 5. LE MALFORMAZIONI VASCOLARI SONO ERRORI CONGENITI DELLA MORFOGENESI CHE POSSONO INTERESSARE ARTERIE, VENE O LINFATICI
  • 6. Malformazioni vascolari Trasmissione ereditaria 3% Difetti cromosomici 5% 90-95% ereditarietà multifattoriale legata 90- all’interazione ambiente – patrimonio genetico
  • 7. Le malformazioni vascolari sono patologie complesse e poco conosciute Difficile l’inquadramento delle angiodisplasie linfatiche Le malattie linfatiche sono incluse prevalentemente nel linfedema Distinte in L. Primari da difetto genetico con possibile comparsa nelle diverse decadi della vita (congenito, precoce e tardivo. 65.000.000 casi. Alcuni legati a predisposizione genetica evidenziata nei cromosomi 5, 11, 15, 16 e 21) e L. Secondari dove è nota la causa determinante
  • 8. CHE RAPPORTO ESISTE FRA MALFORMAZIONE LINFATICA E LINFEDEMA ? I LINFEDEMI “PRIMARI” POSSONO COMPRENDERE TUTTE LE MALFORMAZIONI ? O . . . QUALI TIPI DI MALFORMAZIONI ?
  • 9. Le malformazioni vascolari sono dovute ad un difetto primario congenito nella morfogenesi del sistema vascolare (arterie, vene e linfatici). Spesso è una poliangiopatia ed è possibile la combinazione di diversi difetti vascolari associati. Di solito un difetto è prevalente sull’altro e ne condiziona il quadro clinico Le malformazioni linfatiche associate a difetti vascolari sono definite Malformazioni Emolinfatiche
  • 10. Inizialmente le M.V. venivano classificate in base ai sintomi, alla localizzazione o agli eponimi che le distinguevano in varie sindromi M.V. classificate in varie Sindromi come la SINDROME DI KLIPPEL TRENAUNAY Le manifestazioni tipiche delle M.V. sono rappresentate dalla presenza di nevi, varicosità ed alterazioni ossee , sia come forma di Sindrome Angioosteoipertofiche, che come Sindrome Angioosteoipotrofiche Da “Malformazioni Vascolari ed Emangiomi” Testo Atlante di Diagnostica e Terapia
  • 11. Esistono forme complesse e rare di patologia vascolare congenita, alcune delle quali riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale ( Sindrome di Klippel-Trenaunay, S. di Parkes-Weber, S. di Proteus, S. di Sturg e-Weber) ed altre purtroppo non ancora riconosciute
  • 12. L’evoluzione delle conoscenze sulla loro morfologia ha consentito l’elaborazione di una nuova classificazione basata su dati anatomopatologici e morfologici della lesione Diagnosi accurata e strategia terapeutica adeguata
  • 13. Il sistema linfatico ha una origine comune con i vasi arteriosi e venosi dal mesenchima I vasi ematici si formano fra la V e la X settimana di vita embrionale attraverso 3 stadi evolutivi A= Rete capillare primitiva B= “ Stadio retiforme “ C= “ Stadio tronculare “ D= Permanenza strutture primitive determinante malformazioni A-V
  • 14. 1° FASE RETIFORME NELL’EMBRIONE GLI ANGIOBLASTI FORMANO UNA RETE PRIMITIVA angioblasto PER UN PROCESSO DI VACUOLIZZAZIONE COMPARE LA RETE CAPILLARE PRIMITIVA (Rete capillare di Sabin e Woolard) Capillare primitivo
  • 15. 2° FASE TRONCULARE ALCUNE AREE DI CAPILLARI PRIMITIVI REGREDISCONO E SCOMPAIONO ALTRE RIMANGONO COME CAPILLARI ADULTI ALTRI CRESCONO E SI SVILUPPANO COME GROSSI VASI Vasi principali Aree di regressione capillare From Woolard, 1922
  • 16. SECONDO IL MOMENTO PATOGENETICO, SI PRODURRANNO DIVERSE MALFORMAZIONI stadio retiforme permanenza della primitiva rete capillare Forme extratronculari Aree di tessuto displasico localizzato ovunque al di fuori dei vasi principali stadio tronculare displasia embriologica della differenziazione dei tronchi vascolari Forme Tronculari Difetto dei vasi principali con aplasia,ipoplasia o dilatazione
  • 17. CLASSIFICAZIONE DELLE MALFORMAZIONI VASCOLARI CONGENITE ( Classificazione di Amburgo 1988 ) TIPO MORFOLOGIA Forma Tronculare Forma Extratronculare Prevalentemente - Aplasia, Ostruzione, - Infiltrante Arteriosa Dilatazione - Limitata Prevalentemente - Aplasia, Ostruzione, - Infiltrante Venosa Dilatazione - Limitata Prevalentemente - Aplasia, Ostruzione, - Infiltrante Linfatica Dilatazione - Limitata Prevalentemente - Fistole a-v profonde a- - Infiltrante Shunt A-V A- - Fistole a-v superficiali a- - Limitata Malformazioni Vascolari - Arteriose e venose - Emolinfatiche infiltranti Combinate -- Emolinfatiche - Emolinfatiche limitate
  • 18. Forme extratronculari (fase retiforme) limitate o diffuse sono classicamente definite Linfangiomi o linfangiomatosi: non determinano linfedema Forme tronculari (fase tronculare) il difetto interessa i vasi principali (aplasia, ipoplasia, dilatazioni): può determinare insorgenza di linfedema
  • 19. La maggior parte della M.V. si manifesta già nell’infanzia, ma alcune appaiono nella adolescenza o nell’età adulta Possono avere uno sviluppo parallelo alla crescita del bambino Possono essere sensibili ad influenze emodinamiche, traumatiche, settiche o ormonali
  • 20. Le Angiodisplasie possono essere causa di : dolore locale tumefazioni simil-tumorali simil- problematiche funzionali (specialmente quando si localizzano agli arti ed ai visceri) handicap estetico (nelle localizzazioni al volto) disturbi della coagulazione asimmetria di crescita degli arti Possono andare incontro, durante la vita, a complicanze anche gravi e talvolta invalidanti: emorragie, trombosi, infezioni locali, fragilità ossea, crescita smisurata di un arto; possono arto; comprimere strutture nervose, infiltrare muscoli, causare ristagno di liquidi per insufficienza venosa (edema) o linfatica (linfedema). Accelerazioni di crescita talmente tumultuose da simulare talvolta anche una preoccupante patologia tumorale
  • 21. Sindrome Angioosteoipotrofica Le malformazioni di tipo tronculare si accorciamento arto manifestano solitamente a livello delle inf. sinistro estremità più flebectasie In quelle di tipo venoso si osserva solitamente una ipotrofia ossea specie se associata una ectasia venosa superficiale e profonda L’ipertrofia si manifesta in presenza di fistole AV con ipossia muscolare mentre a livello cutaneo sono evidenti ipertricosi, necrosi ischemica distale agli shunt, ulcerazioni ed emorragie Malformazione emolinfatica extratronculare estesa le forme extratronculari si manifestano come (osteoipertrofia) aree di tessuto displasico localizzato ovunque, al di fuori dei vasi principali , a livello di capo, collo o tronco Queste forme possono essere infiltranti , invadono i tessuti circostanti o forme limitate con crescita di tipo espansivo
  • 22. Linfedema congenito Linfangioma (macroglossia) Linfangiomatosi generalizzata Igroma cistico ( “ disappearing bone syndrom “ )
  • 23. VI E’ UN SOLO TIPO DI MALFORMAZIONI O TUTTE LE FORME SI COMBINANO COMBINAZIONI: arteriose + venose arteriose + linfatiche emolinfatiche venose + linfatiche artero- artero-venose + linfatiche
  • 24. DIAGNOSI LA CLINICA NON BASTA PER OTTENERE UNA DIAGNOSI COMPLETA SONO NECESSARI ALCUNI ESAMI QUATTRO PUNTI SONO UNA VALIDA GUIDA ALLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
  • 25. Diagnosi: “quattro Punti” secondo Mattassi 1) Stabilire il tipo di malformazione (arteriosa, venosa, a-v, linfatica, combinata) 2) Riconoscere la sede e la morfologia del difetto 3) Ottenere dati qualitativi e quantitativi sul difetto 4) Riconoscere gli effetti secondari sugli altri tessuti o organi
  • 26. Indagini diagnostiche da eseguire per ogni “punto” 1) Ecocolordoppler,Angiografie, flebografie, linfoscintigrafie (valutano tipo malformazione) 2) TAC mdc, RMN (valutano la sede) 3) Angioscintigrafie con curve di flusso, test microsfere marcate, tracciato doppler (dati quantitativi e qualitativi) 4) Rx comparativo arti, Rx torace, ecocardiogramma (valuta gli effetti secondari sui tessuti o organi)
  • 27. Trattamento Vi è in generale indicazione al trattamento chirurgico per ogni specie di malformazione periferica al fine di correggere le alterazioni emodinamiche derivate (ischemia periferica, scompenso cardiaco, dismetria arti, deformità, lesioni trofiche ed emorragiche) I bambini che presentano asimmetria degli arti devono essere trattati prima del termine dell’accrescimento(5-12 aa) Il trattamento conservativo è previsto nei casi con lieve sintomatologia, nei primi anni di vita in attesa intervento, nel post-operatorio
  • 28. Nei casi più gravi è necessaria una strategia chirurgica Il successo dell’intervento dipende dalle informazioni precise sulla morfologia, localizzazione e i rapporti della M.V. con le altre strutture limitrofe. limitrofe. Spesso i trattamenti vanno ripetuti in più sedute In alcuni casi le comuni tecniche vascolari chirurgiche non sono in grado da sole di risolvere il problema malformativo
  • 29. Spesso è necessario essere affiancati da vari specialisti (chirurghi plastici, chirurgia della mano, ortopedici, otorinolaringoiatri , maxillo facciali) Spesso è necessario un trattamento combinato, cioè la combinazione di tecniche chirurgiche e non chirurgiche complementari fra loro
  • 31. Eseguita terapia con linfodrenaggio e bendaggio presso altra struttura con scarsissimo risultato , e intolleranza al bendaggio. Il paziente sosteneva di aver avuto un peggioramento dell’edema con terapia compressiva. Ecocolordoppler venoso e arterioso dimostra normalità dell’asse arterioso e assenza di patologie venose superficiali e/o profonde.
  • 32. Giunge nel maggio 2009 alla ns osservazione per elefantiasi arto inferiore dx e lesioni superficiali all’ arto inferiore sx con modico edema alla gamba, da linfangite. Trattato con terapia antibiotica sistemica e bendaggio compressivo ad entrambi gli arti (bendaggio piede-coscia a dx e piede-gamba a sx) piede- piede- Guarigione delle lesioni a sx prescritto gambaletto elastico di II classe Iniziato ciclo di solo bendaggio all’ossido di zinco all’arto inferiore dx (dal piede alla coscia) 13 maggio 09 13 maggio 09
  • 33. Misurazioni centimetriche arti inferiori 1° misura base teste metatarsali e ° misura successive ogni 10 cm dal tallone con piede a martello DESTRO 13-mag 09 20-mag 09 diff SINISTRO 13-mag 09 20-mag 09 diff CIRC CIRC DORSO 36,00 34,50 1,50 DORSO 24,50 24,20 0,30 I 41,20 42,00 -0,80 I 27,50 26,00 1,50 II 48,90 48,50 0,40 II 28,20 27,70 0,50 III 62,10 61,50 0,60 III 36,50 33,80 2,70 IV 70,80 66,40 4,40 IV 37,40 37,40 0,00 V 71,40 56,00 15,40 V 41,50 41,70 -0,20 VI 76,40 71,00 5,40 VI 47,70 45,30 2,40 VII 82,70 77,40 5,30 VII 51,90 50,20 1,70 VIII 81,50 77,40 4,10 VIII 56,70 56,00 0,70
  • 34. Programmato ciclo fisiochinesiterapico consistente in LDM, bendaggio e pressoterapia. Pressoterapia sequenziale
  • 35. Settembre 2009 iniziato ciclo fkt sedute quotidiane per 5 gg a settimana per due settimane per 3 cicli consecutivi DESTRO 21-set 09 28-set diff SINISTRO 21-set 09 dopo CIRC DORSO 35,30 35,00 0,30 CIRC DORSO 24,00 0,00 I 40,30 39,60 0,70 I 27,40 0,00 II 47,70 47,70 0,00 II 27,60 0,00 III 58,50 57,60 0,90 III 34,90 0,00 IV 63,50 60,00 3,50 IV 37,30 0,00 V 52,50 51,50 1,00 V 40,60 0,00 VI 67,30 64,50 2,80 VI 46,00 0,00 VII 71,00 71,50 -0,50 VII 51,00 0,00 VIII 74,50 74,50 0,00 VIII 54,80 0,00
  • 36. al termine novembre 2009 misure centimetriche: 32,5- 37,7-45-57,5-63-55-72-79,5-79 32,5- 37,7-45-57,5-63-55-72-79,5- Prescritto tutore elastico III classe su misura trama piatta Al controllo il 2 marzo 2011 le rilevazioni centimetriche dimostravano mantenimento dei risultati: 33,0 - 37,4 - 44,8 - 56,4 – 63,5 – 52,4 - 65,5 – 71,8 – 70,6 DESTRO 13-mag 09 DESTRO 22-nov 09 02- mar 11 CIRC CIRC DORSO 32,50 (-3,5) 33,00 (+0,50) DORSO 36,00 I 37,70 (- 3,3) 37,40 (-030) I 41,20 II 45,00 ( - 3,9) 44.80 (-0,20) II 48,90 III 57,50 (- 4,6) 56,40 (-1,10) III 62,10 IV 63,00 (- 7,8 ) 63,50 (+0,50) IV 70,80 V 55,00 (-16,4) 52,40 (-2,60) V 71,40 VI 65,50 (- 10,9) 65,50 (0) VI 76,40 VII 79,50 (-3,2) 71,80 (-7,70) VII 82,70 70,60 (- 8,40) VIII 81,50 VIII 79,00 (- 2,5)