L'esperienza sessuale in adolescenza: maschi, femmine e cose del "genere". Presentazione della relazione tenuta dal Dr. Walter La Gatta al Convegno organizzato ad Ancona dalla Airt (Associazione Italiana Ricerca su Timidezza e fobie Sociali) il 21 Novembre 2009, dal titolo: Adolescenza: sessualità, affetti, solitudini.
L'esperienza sessuale in adolescenza: maschi, femmine e cose del "genere". Presentazione della relazione tenuta dal Dr. Walter La Gatta al Convegno organizzato ad Ancona dalla Airt (Associazione Italiana Ricerca su Timidezza e fobie Sociali) il 21 Novembre 2009, dal titolo: Adolescenza: sessualità, affetti, solitudini.
Affettività e sessualità nella disabilità: una sfida per gli operatori - Udine, 19 novembre 2014 - Dott. Daniele Ferraresso - Esperto nei processi formativi orientati all’autonomia Pedagogista Clinico
Quarto appuntamento del ciclo di incontri "Vissi d'arte, vissi d'amore", dedicato al tema dell'Omosessualità, dell'11 marzo 2015.
Evento a cura di Isabella Ciotti, presso lo Spazio Culturale ScambiaMenti del Comune di Cervia (RA).
http://scambiamenti.blogspot.com
This is a chapter of a book on gender studies edited by L. Veronesi, V. Chizzola and F. Alfieri: Generi e Saperi, Fondazione Bruno Kessler Press, Trento, Italy, 2012. All rights reserved.
Affettività e sessualità nella disabilità: una sfida per gli operatori - Udine, 19 novembre 2014 - Dott. Daniele Ferraresso - Esperto nei processi formativi orientati all’autonomia Pedagogista Clinico
Quarto appuntamento del ciclo di incontri "Vissi d'arte, vissi d'amore", dedicato al tema dell'Omosessualità, dell'11 marzo 2015.
Evento a cura di Isabella Ciotti, presso lo Spazio Culturale ScambiaMenti del Comune di Cervia (RA).
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CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA (degli Istituti di Studi)
« MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ »
PER UNA VIA DI DIALOGO SULLA QUESTIONE DEL GENDER NELL’EDUCAZIONE
Slide sulle differenze tra sesso biologico, identità di genere, espressione di genere, orientamento sessuale, orientamento romantico, comportamento sessuale, preferenze sessuali.
Nella scuola si avverte sempre più il divario tra chi per diverse ragioni dispone di un buon metodo di studio, magari collegato ad un buon grado di motivazione, e chi non ha acquisito quelle abilità che permettono di affrontare con successo i compiti scolastici. La didattica metacognitiva può indicare un percorso mirato a colmare questo divario.
La nostra economia della sovracrescita è ormai una patologia bulimica, dove il pieno del consumo prova a nascondere il vuoto dell'essere. Questa patologia del sistema è denunciata dai teorici della decrescita...
I due tigrotti è la storia surreale ideata, scritta e drammatizzata da bambini di quarta elementare durante un laboratorio espressivo che ho condotto nell'anno scolastico 2005/06.
La legge 180 è forse l'unica rivoluzione realizzata degli anni 70. Una rivoluzione che ancora oggi pone la sfida di riuscire ad andare oltre l'alterità del folle per metterci in relazione.
Al centro del processo d'insegnamento-apprendimento c'è il programma o il bisogno formativo dello studente? Questo testo parte dalla teoria di Rogers per cercare una risposta.
1. L’identità sessuale: natura o cultura?
Una volta la natura nostra non era qual è ora, molto differente. Allora c’erano tra gli
uomini tre generi, non già due come ora, maschio e femmina. E' ce n'era anche un terzo, che aveva
entrambe i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è
scomparso. Era l’ermafrodito, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del
maschio che della femmina… Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i
fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani e quattro gambe, e sopra
il tondo collo due facce, ai due lati dell’unica testa...
Or bene, saltò loro in capo di pigliarsela nientemeno che con gli dei e quello che Omero
narra di Efialte e di Oto, riguarda anche gli uomini: tentarono di dar la scalata al cielo, per
combattere gli dei.
Giove e gli altri dei si domandarono quello che si doveva fare… - Io credo- così disse
Giove - che abbiamo un mezzo per far sì che la specie umana sopravviva e allo stesso tempo che
rinunci alla propria arroganza: dobbiamo renderli più deboli. Adesso io taglierò ciascuno di essi in
due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. Ne avremo anche un altro vantaggio che il loro
numero sarà più grande…-
Detto questo, si mise a tagliare gli uomini in due, come si tagliano le sorbe per
conservarle, o come si taglia un uovo con un filo…
Quando dunque gli uomini primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti
desiderava di ricongiungersi all’altra…È così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi
uomini è innato il desiderio d’amore gli uni per gli altri, per riformare l’unità della nostra antica
natura…
Stando così le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto dei sessi che
abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne…ma le donne che derivano dall’essere
completo di sesso femminile, ebbene queste non s’interessano affatto dei maschi: la loro
inclinazione le porta piuttosto verso le altre donne ed è da questa specie che derivano le lesbiche. I
maschi, infine, che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi. Sin da
giovani, poiché sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono
piacere a stare con loro, tra le loro braccia. Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perché
per natura sono più virili.
(da il Simposio di Platone)
In questa citazione Aristofane, personaggio platonico del Simposio,
racconta con un mito l’origine dell’eros come “desiderio innato d’amore gli uni
per gli altri”. L’Eros è quella forza che lega insieme gli uomini, che spinge alla
ricerca dell’unità e della completezza, dove omosessualità ed eterosessualità sono
sullo stesso piano. Non esiste una normalità e una devianza. Anzi coloro che tra i
maschi cercano l’amore di altri maschi sono i “migliori”.
In un recente saggio di U. Galimberti I miti del nostro tempo (ed.
Feltrinelli, 2009) leggiamo:
Nell’antichità l’omosessualità non era un problema, perché l’attenzione non era rivolta
all’atto sessuale, ma all’amore tra persone (charizesthai erastais) che poteva trascendere il sesso,
perché capace di includere dimensioni culturali, spirituali ed estetiche. Questa era la ragione per cui
2. il legislatore attico Solone considerava l’erotismo omosessuale troppo elevato per gli schiavi, ai
quali, per questo andava proibito… Di estetica, cultura, spiritualità, coraggio e forza gronda
l’erotismo di Achille con Patroclo, di Socrate con Alcibiade, e a Roma di Adriano con Antinoo, a
cui dopo la morte dell’amato, l’imperatore dedica un oracolo a Mantinea, decreta giochi ad Atene,
Eleusi e Argo che continuarono ad essere celebrati per più di duecento anni dopo la sua morte.
Tutto ciò era possibile nel mondo antico perché ciò che si celebrava nell’erotismo
omosessuale era l’amore che non escludeva il sesso, ma non si concentrava sul sesso e non elevava
il sesso a sintomo.
(U.Galimberti, p.34)
L’idea di normalità e devianza in relazione alle varie forme di erotismo è
quindi relativamente recente, non è un dato astorico e universale che riguarda la
natura dell’uomo, ma un il prodotto di una cultura in una certa fase della sua
storia. Nel saggio già citato Galimberti rintraccia un radicale cambiamento
nell’atteggiamento verso l’erotismo omosessuale nel clima d’intolleranza
dell’Inquisizione.
(…)E in questo clima d’intolleranza verso le deviazioni dalla norma della maggioranza
cristiana, che si faceva sempre più rigida, furono coinvolti anche gli omosessuali e perseguitati
come gli eretici e gli ebrei.
Ma il colpo di grazia, nella forma della condanna definitiva dell’omosessualità, giunse
nell’Ottocento con il nascere della medicina scientifica che, con il suo sguardo puntato
esclusivamente sull’anatomia, la fisiologia e la patologia dei corpi, ha stabilito che, siccome gli
organi sessuali sono deputati alla riproduzione che è possibile solo tra maschio e femmina, ogni
espressione sessuale al di fuori di questo registro è patologica.
Fu così che l’omosessualità da “peccato” divenne “malattia” e alla psicoanalisi nata dalla
cultura medica, dopo aver indicato nell’Edipo il “giusto” verso dello sviluppo psichico, non rimase
che rubricare l’omosessualità tra le “per-versioni”. Riconobbe che l’ambivalenza sessuale, l’attività
e la passività sono prerogative di ogni soggetto, ma dopo il riconoscimento non esitò, dopo aver
coniato il nome, a collocare l’omosessualità nel mancato sviluppo psichico. Non più un “vizio”
come per la religione, ma una “devianza”.
(ibidem, pp.35-36)
Una prospettiva “scientifica” orientata ai corpi, quindi, riduce i legami
affettivi alla sola dimensione sessuale, una sessualità che essendo finalizzata alla
riproduzione della specie non può che essere eterosessuale. Tutto ciò che non
rientra all’interno di questa categoria è devianza o peggio ancora patologia.
3. Il superamento dell’equazione omosessualità=patologia è relativamente
recente. Vediamone brevemente la storia facendo riferimento alle diverse edizioni
del manuale diagnostico dell’American Psychiatric Association .
DSM I (1952)
L'omosessualità è classificata tra "I disturbi sociopatici di personalità"
presupponendo con questo una volontà da parte degli omosessuali di opporsi alla
società e alle tradizioni morali.
DSM II (1968)
L'omosessualità è considerata una deviazione sessuale, come pedofilia, necrofilia,
feticismo, voyeurismo, travestitismo e transessualismo.
Qui è inserita come deviazione sessuale nella categoria "altri disturbi mentali non
psicotici" assieme alla pedofilia ecc.
DSM III (1974)
Venne introdotta la distinzione tra omosessualità egodistonica ed egosintonica che
fu inserita ufficialmente nella terza edizione del DSM pubblicata nel 1974.
L'omosessualità veniva considerata una malattia nella sola versione "egodistonica"
e includeva due criteri diagnostici:
- l'individuo lamenta che il suo eccitamento eterosessuale è persistentemente
assente e ciò interferisce con il suo desiderio di iniziare o mantenere relazioni
eterosessuali
- esiste una consistente configurazione di eccitamento omosessuale che l'individuo
esplicitamente definisce come indesiderata e come persistente fonte di stress.
DSM III-R (1987)
Viene derubricata anche l'omosessualità egodistonica. L'egodistonia è data
dall'interiorizzazione dell'ostilità sociale.
Quindi tredici anni dopo l'APA ha eliminato anche l'omosessualità egodistonica
dall'edizione riveduta del DSM III-R in quanto tale categoria diagnostica poteva
far pensare all'omosessualità come a qualcosa di "patologico in sé", interpretando
il disagio egodistonico come un processo evolutivo e non come sindrome a se
stante. Nel DSM-IV pubblicato nel 1994 la posizione è rimasta inalterata.
Nelle varie edizioni del DSM si può, quindi, osservare una progressiva
depatologizzazione dell’omosessualità, comprese le forme egodistoniche.
4. Il discorso ora può essere ricondotto nella prospettiva che indica Platone
sempre nel Simposio:
Ovunque è stabilito che è riprovevole essere coinvolti in una relazione omosessuale(letteralmente
“soddisfare gli amanti, charizesthai erastais”). E ciò è dovuto a difetto dei legislatori, al dispotismo
dei governanti, a viltà da parte dei governati.
Non è più in causa la natura dell’uomo, ma lo spirito delle leggi che
l’uomo che si dà. La norma è infatti innanzitutto stabilita dalla legge e lo spirito
delle leggi può essere improntato all’accettazione della differenza o
all’intolleranza. La legge, in quanto accordo tra uomini, non è altro che
convenzione, patto sociale. Invocare la natura, una presunta physis, come base su
cui fondare le norme etiche e giuridiche spesso rappresenta solo un tentativo di
legittimare i rapporti di forza esistenti. Aristotele, ad esempio, pensava allo stato
come prolungamento dell’istituzione naturale della famiglia, nucleo composto da
padre, madre, figli, schiavi, considerati strumenti animati di lavoro, di cui
riconosce la necessità economica e la legittimità morale, sulla base del principio
che c’è una differenza naturale tra chi deve comandare e chi deve ubbidire, come
avviene anche nel rapporto uomo-donna, dove la donna è naturalmente
subordinata all’uomo nel suo ruolo di capofamiglia.
In conclusione, si potrebbe dire con Platone che l’accettazione
dell’omosessualità è un fatto che riguarda più la democrazia che non il sesso.