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La mobilità del bacino e della
sacro iliaca
Per la prevenzione degli infortuni nella zona lombare e delle catene
degli arti inferiori
L’articolazione sacro iliaca è l’articolazione formata dal sacro e l’ilio che si incontrano su entrambi i lati della parte
bassa della schiena. La stretta articolazione permette poco movimento ed è soggetta a un forte stress poiché il tronco
spinge verso il basso e le gambe e il bacino spingono in alto contro l’articolazione.
L’articolazione sacro iliaca deve anche sopportare le forze esercitate dal tronco quando questo si gira, torce , tira o
spinge. Quando questi movimenti esercitano una forza eccessiva sui legamenti che tengono insieme l’articolazione e
sui muscoli che la connettono, (come quando si sollevano dei pesi), una forte tensione si sviluppa sull’articolazione
(Mosby’s, 2009).
Mosby’s Medical Dictionary, (2009). Sacroiliac joint. In: Mosby’s Medical Dictionary, 8th edn. Mosby’s Elsevier, 11830
Westline Industrial Drive, St. Louis, Missouri 63146, pp 1649
L’articolazione sacroiliaca è la parte evidenziata in rosso
Diversamente da molte altre articolazioni, non ci sono muscoli che agiscono direttamente sulla sacro iliaca. Il
movimento che si verifica è il risultato del movimento dell’ilio tramite le forze provenienti dalle anche e dal tronco
(Gudgel, 2007).
Gudgel, J.W., Colioca, C.J. (2007). Neuromechanical Considerations of the Sacroiliac Joint. The American
Chiropractor, 30-32
Il bacino, considerato nel suo insieme, trasmette le forze tra il rachide e gli arti inferiori. Il peso corporeo che grava sulla
quinta vertebra lombare, si distribuisce agli arti inferiori attraverso le ali del sacro, le articolazioni sacroiliache e i cotili. A
questo livello giunge la resistenza del suolo al peso del corpo, trasmessa dalla diafisi ed epifisi prossimale del femore; una
parte di questa forza si trasmette alla sinfisi pubica attraverso la branca orizzontale del pube (Kapandji, 1970). L’insieme di
queste linee di forza, condotte attraverso un complesso sistema trabecolare, forma un anello completo
Il sacro, per la sua conformazione, può essere considerato come un cuneo che s’incastra tra le due ali iliache sul piano
frontale e sul piano trasversale. Si tratta di un sistema auto-bloccante: maggiore è la risultante delle forze discendenti tanto
più il sacro è bloccato tra le ali iliache (Snijders et al., 1993, 1997; Vleeming et al., 1990, 1997). La stabilità del sacro è
inoltre garantita dalla presenza dei legamenti sacroiliaci anteriori e posteriori e dei legamenti a distanza. Ulteriori
meccanismi di stabilizzazione sono rappresentati dalla stabilità articolare basata sugli attriti a livello delle auricole (form
closure) e dalla forza addizionale di chiusura sotto carico dinamico basata sulle strutture miofasciali (force closure)
La mobilità dell’articolazione sacroiliaca è stata riconosciuta fin dal XVII secolo. Dalla metà del XIX secolo, sono stati eseguiti
sia studi sul cadavere sia in vivo nel tentativo di fare chiarezza riguardo ai movimenti dell’articolazione sacroiliaca e della
sinfisi pubica e agli assi attorno ai quali tali movimenti si verificano. È bene ricordare che l’ampiezza dei movimenti
dell’articolazione sacroiliaca è variabile secondo le circostanze e gli individui; ciò spiega le contraddizioni dei diversi Autori
sulle teorie del funzionamento di questa articolazione e l’importanza che questi movimenti possono avere.
Movimento di nutazione Movimento di contronutazione
Kapandji definisce i movimenti del
sacro nutazione e contronutazione,
movimenti descritti per la prima volta da
Zaglas nel 1851 e da Duncan nel 1854. Nel
movimento di nutazione, il sacro ruota
attorno ad un asse trasverso, costituito dal
legamento assile (teoria di Farabeuf), in modo
che il promontorio si sposta in basso ed in
avanti, mentre l’apice del sacro e l’estremità
del coccige si spostano in dietro. Il movimento
di nutazione è accompagnato da un
movimento di chiusura iliaca: le ali iliache si
avvicinano, mentre le tuberosità ischiatiche si
allontanano
In posizione eretta simmetrica , le articolazioni del bacino sono sollecitate dal peso del corpo e dalla resistenza del suolo al
peso corporeo.
Il peso del tronco tende ad abbassare il promontorio sacrale (il sacro è sollecitato in nutazione), movimento limitato dalla
tensione dai legamenti sacroiliaci anteriori e dai legamenti sacroischiatici (freni della nutazione). Simultaneamente la
resistenza del suolo al peso corporeo, trasmessa dai femori, forma con il peso del corpo applicato sul sacro una coppia di
rotazione che tende a far ruotare l’osso iliaco in dietro. Questa retroversione sollecita ancora la nutazione a livello delle
articolazioni sacroiliache. Questa analisi, anche se parla di movimenti, dovrebbe in realtà parlare di sollecitazioni in quanto i
movimenti sono quasi nulli, poiché i sistemi legamentosi sono estremamente potenti ed arrestano immediatamente ogni
spostamento. I movimenti puri di nutazione e contronutazione possono essere considerati, infatti, atteggiamenti posturali di
predominanza, ma non sono movimenti fisiologici (se non in situazioni specifiche come il parto, l’eliminazione delle feci,
etc.). Sono movimenti che coinvolgono tutto il bacino, poiché il sacro non possiede muscoli deputati selettivamente a questi
movimenti. In presenza di una nutazione accentuata il sacro tende ad orizzontalizzarsi (iperlordosi), mentre in presenza di
una contronutazione tende a verticalizzarsi (diminuzione della lordosi).
Durante la deambulazione il sacro, racchiuso tra le iliache, effettua movimenti di torsione
attorno agli assi obliqui di destra e sinistra (movimento sacroiliaco). Per consentire un
normale schema del passo, le due ossa iliache effettuano un movimento opposto,
passando da una condizione di anteriorità ad una posteriorità, attorno ad un asse anteriore
in corrispondenza della sinfisi pubica e attorno ad un asse posteriore a livello del sacro
(movimento ileosacrale). Nella rotazione anteriore dell’osso iliaco quest’ultimo ruota in
avanti rispetto al sacro con la spina iliaca anterosuperiore che viene portata anteriormente,
in basso e verso l’esterno, mentre la spina iliaca posterosuperiore viene portata in direzione
anterosuperiore e il pube verso il basso. Nella rotazione posteriore dell’osso iliaco la spina
iliaca anterosuperiore viene portata verso posteriormente, in alto e verso l’interno, la spina
iliaca posterosuperiore in direzione posteroinferiore e il pube verso l’alto.
I movimenti descritti a livello del sacro corrispondono, in maniera inversa, a quelli effettuati
dall’iliaca. È facile quindi comprendere come le articolazioni sacroiliache sono sollecitate in
senso opposto ad ogni passo.
Nella marcia, il piede al suolo trasmette una forza ascendente lungo l’arto che si applica a
livello dell’articolazione coxo-femorale. Poiché l’articolazione sacroiliaca si trova
posteriormente, questo si manifesta a livello dell’iliaca con un movimento di posteriorità. Il
peso del tronco trasmette una forza discendente che tende ad orizzontalizzare l’emisacro.
Riassumendo, durante l’appoggio monopodalico si registra, dalla parte dell’appoggio al
suolo un sacro che si orizzontalizza e un’iliaca che si posteriorizza. Dalla parte dell’arto
inferiore sospeso, il peso di questo genera una forza discendente sull’iliaca, a partire dalla
coxo-femorale: l’iliaca subisce così un movimento di anteriorità e l’emisacro di questo lato
tende a verticalizzarsi. Ne consegue una sollecitazione di taglio della sinfisi pubica che
tende ad innalzare il pube dal lato portante e ad abbassarlo dal lato sospeso
R, reazione da terra; A, innalzamento della sinfisi pubica; B, abbassamento della sinfisi pubica.
Le frecce rosse schematizzano i movimenti opposti dell’emisacro di destra e dell’emisacro di
sinistra.
L’articolazione sacroiliaca è inoltre sottoposta a forze generate dall’apparato muscolare. Le
inserzioni muscolari sul cingolo pelvico sono estese, ma i muscoli che influenzano
direttamente la mobilità sacroiliaca sono difficili da individuare. Anteriormente rispetto alle
articolazioni sacroiliache si trovano due muscoli estremamente importanti, l’ileopsoas e il
piriforme. L’ileopsoas attraversa la superficie anteriore dell’articolazione sacroiliaca nel suo
decorso dalla regione lombare verso il piccolo trocantere del femore. Il piriforme condiziona in
modo importante la meccanica della sacroiliaca, poiché è l’unico muscolo che s’inserisce
direttamente sul sacro.
Muscolo ileo psoas
La relazione tra mal di schiena (Low back pain) e disfunzione della sacro iliaca è nota.
La sacroileite è un’infiammazione di una o di entrambe le
articolazioni sacro-iliache, che collegano la colonna
vertebrale inferiore e del bacino. La sacroileite può
causare dolore alla parte bassa della schiena e le natiche,
ma può anche estendersi in basso in una o entrambe le
gambe. Il dolore associato con la sacroileite è spesso
aggravato dalla prolungata stazione eretta o dal salire le
scale.
Avendo letto sin qui il documento e le implicazioni biomeccaniche delle forze sulla sacro iliaca sarà chiaro perché il
prolungato ortostatismo, la posizione eretta tenuta a lungo, causa problemi alla parte bassa della schiena.
Il motivo biomeccanico legato al salire e scendere le scale verrà spiegato nelle prossime pagine.
Ma se soggetti moderatamente sedentari possono ammalarsi di mal di schiena,
quanto più soggetti che praticano sport magari a livello professionistico?
VALUTAZIONE DELLA LUNGHEZZA DELLE GAMBE E
ROTAZIONE DEL BACINO
La valutazione della lunghezza delle gambe è una
procedura molto importante che permette di riconoscere i
tipi di categorie coinvolte e i conseguenti tipi di
asimmetria e rotazione presenti. Nel 2005 Gary A Knutson
hanno pubblicato uno studio che aveva come obbiettivo
quello di definire la così detta gamba funzionalmente
“corta”, che differisce dalla ineguaglianza di lunghezza
anatomica e ha esplorato le associazioni con le disfunzioni
neuromuscolari.
L’evidenza dello studio suggeriva che una gamba
asimmetrica, non sotto carico, è diversa da un fenomeno
di diversa lunghezza anatomica, e può essere dovuta a
un’ipertonicità dei muscoli sopra il bacino. Le cause di
questa ipertonicità sopra pelvica possono essere multiple,
includendo disfunzioni delle articolazioni cervicali. La
lunghezza anatomica delle gambe e mal allineamento
delle stesse (quando non sotto carico) dovuta ad
alterazioni funzionali del complesso pelvico possono
interagire , quando sotto carico e in posizione eretta, ma
non in posizione senza carico (prona o supina) delle
gambe e del bacino (Knutson, 2005).
La disfunzionale asimmetria del bacino è spesso causata
da una eccessiva tonicità dei muscoli sopra il bacino,
spesso conseguenza di una mal funzionante articolazione
sacro iliaca.
L’articolazione sacro iliaca era considerata la primaria
causa di mal di schiena all’inizio del 20° secolo. E’ poi stata
oscurata dall’importanza dell’ernia del nucleo polposo
dopo l’articolo del 1934 di Mixter e Barr., di importanza
miliare.
Crescente evidenza con le modalità di immagine
diagnostica quali la tomografia computerizzata, la
risonanza magnetica e la scintigrafia rilevano patologie
infiammatorie, distruttive e degenerative indicano quindi
che l’articolazione dovrebbe essere riconsiderata come
potenziale sorgente di male nella parte lombare della
schiena (Forst at all, 2006).
Sono stati osservati due tipi di disfunzioni sacro iliache
relazionate a reversibili asimmetrie pelviche
In uno studio condotto da Timgren e Soinila nel 2006 era
stato trovato che la rotazione pelvica era ordinariamente
associata con asimmetria della colonna vertebrale tale che
il paziente con rotazione posteriore mostrava una scoliosi
a forma di C e i pazienti con rotazione anteriore
mostravano una scoliosi ad S (Timgren, Soinila, 2006).
A. Elevata cresta dell’Ilio, Rotazione posteriore omolaterale
dell’innominato combinata con un’apparente gamba lunga sullo
stesso lato, un tipo di curvatura laterale a C, e una scapola più
alta dal lato opposto.
B. Elevata cresta iliaca, rotazione anteriore omolaterale
dell’innominato combinato con un apparente gamba più corta
sullo stesso lato, una curvatura della colonna vertebrale ad S, e
scapola omolaterale più alta (Timgren Soinila, 2006).
REFERENCES
Farmer, J.A., Blum, C.L., (2002). Dural Port Therapy. Journal of Chiropractic Medicine, 1: 54-61
Timgren, J., Soinila, S., (2006). Reversible pelvic asymmetry: an overlooked. Syndrome manifesting as scoliosis, apparent leg-length difference, and neurologic symptoms. Journal of
Manipulative and Physiological Therapeutics, 29:561-565
Knutson, G.A., (2005). Anatomic and functional leg-length inequality: A review and recommendation for clinical decision-making. Part II, the functional or unloaded leg-length
asymmetry. Chiropractic & Osteopathy, 13: 1-6
Forst, S.L., Wheeler, M.T., Fortin, J.D., Vilensky, J.A., (2006).
The Sacroiliac Joint: Anatomy, Physiology and Clinical Significance, Pain Physician, 9: 61-68
Walther, D.S., (2000). Basic AK Testing and Treatment Procedures. In: Walther, D.S., eds. Applied Kinesiology, Synopsis,2nd edn. System DC, Colorado, USA, pp 184-185
Giggey, K., Tepe, R., (2009). A pilot study to determine the effects of a supine sacroiliac orthopedic blocking procedure on cervical spine extensor isometric strength. Journal of
Chiropractic Medicine, 8: 56-61
Mosby’s Medical Dictionary, (2009). Sacroiliac joint. In: Mosby’s Medical Dictionary, 8th edn. Mosby’s Elsevier, 11830 Westline Industrial Drive, St. Louis, Missouri 63146, pp 1649
Gudgel, J.W., Colioca, C.J. (2007). Neuromechanical Considerations of the Sacroiliac Joint. The American Chiropractor, 30-32
Ma mentre sono ben note le problematiche a carico delle strutture alte o superiori alla sacro iliaca, meno evidenze sono
presenti per quello che riguarda le catene muscolari degli arti inferiori.
Eppure anatomicamente le relazioni tra gli ischio crurali e il bacino sono evidenti.
Da queste immagini negare la relazione tra la mobilità del bacino e la salute della muscolatura posteriore degli arti
inferiore equivale a negare un’evidenzia ovvia.
Infatti la letteratura comincia a sottolinearne l’importanza
J Bodyw Mov Ther. 2010 Jul;14(3):294-8. doi: 10.1016/j.jbmt.2009.08.004. Epub
2009 Oct 27.
The need for lumbar-pelvic assessment in the resolution of chronic
hamstring strain.
Panayi S1.
Author information
Abstract
A lumbar-pelvic assessment and treatment model based on a review of clinical
and anatomical research is presented for consideration in the treatment of
chronic hamstring strain. The origin of the biceps femoris muscle attaches to the
pelvis at the ischial tuberosity and to the sacrum via the sacrotuberous ligament.
The biomechanics of the sacroiliac joint and hip, along with lumbar-pelvic
stability, therefore play a significant role in hamstring function. Pelvic
asymmetry and/or excessive anterior tilt can lead to increased tension at the
biceps origin and increase functional demands on the hamstring group by
inhibiting its synergists. Joint proprioceptive mechanisms may play a significant
role in re-establishing balance between agonists and antagonists. An
appreciation of neuromuscular connections as well as overall lumbar-pelvic
structural assessment is recommended in conjunction with lumbar-pelvic
strengthening exercises to help resolve chronic hamstring strain.
Utilizziamo una pedana in grado di leggere le pressione e le forze del corpo, inoltre il software è in grado di identificare il
C.O.P oppure Centro di Pressione del soma.
Questo avviene attraverso l’analisi degli appoggi e quindi delle pressioni generate dal lato destro e sinistro del corpo, Quando
ci posizioniamo su di essa è come se «proiettassimo» al suolo il nostro peso o la nostra forza peso definendo così il nostro
poligono di appoggio.
Il movimento generato sulla pedana dal nostro organismo definisce delle tracce sulla zona di appoggio che identificano la
nostra mobilità, mentre nell’analisi posturale la lettura del gomitolo generato dal movimento ha significato su come
reagiamo posturalmente con il nostro equilibrio coordinativo motorio alla forza vincolo del suolo a motivo della forza di
gravità, nella misurazione della mobilita della sacro iliaca identifica la capacità di escursione della stessa.
La traccia del COP può essere definita come la
rappresentazione bi-dimensionale (sinistra-destra sull’asse
X ; avanti-dietro sull’asse Y) della traiettoria del COP
durante le azioni svolte per mantenere la posizione eretta.
Questo dà informazioni sull’efficienza e l’equilibratura del
sistema tonico-posturale
La traccia del COP, nella
pedana barapodometrica,
viene determinata dall’
oscillazione del Baricentro
laterale destro e laterale
sinistro, oggettivando quindi
non solo l’ atteggiamento
posturale globale ma anche il
comportamento dinamico
dei due arti.
L’esame posturale misura il
tracciato del COP in funzione del
tempo nelle coordinate X-Y.
Tutto il resto delle misurazioni
sono calcoli matematici e
geometrici derivati
Un’ipomobilità da un lato rappresenta un’importante
messaggio di allarme legato a blocchi presenti
Tipica analisi pressoria proiezione dei due baricentri laterali più quello centrale
Quest’analisi utilizzata per la valutazione della mobilità della sacro iliaca
Proiezione delle tuberosità ischiatiche
Gomitolo o movimento
generale del bacino
Dati di interesse; lunghezza e
larghezza dell’ellisse generata
dal movimento.
Rettangolo posturale, identifica eventuali blocchi d’anca
Utlizziamo il sit and reach test sedendo il soggetto sulla pedana chiedendogli di scivolare anteriormente sul piano con le
mani, le ginocchia devono restare estese e non devono alzarsi dal suolo e la caviglia deve essere a 90°
In questo modo leggiamo la mobilità del bacino nella zona di appoggio quindi la sacro iliaca
Alcune valutazioni su soggetti che avendo problemi di mobilità sacro iliaca lamentavano problematiche a carico
della muscolatura della loggia posteriore della gamba.
Coloro che sono contrassegnati in rosso sono ad alto rischio infortuni agli hamstring, coloro che sono in
giallo sono moderamente a rischio.
G in ritiro, asse maggiore mm 4,20
A fine luglio; G asse maggiore mm10.98
G al 9 di Novembre asse maggiore mm 19.24, partendo da 4 in 4 mesi è
migliorato di 5 volte
Vi a settembre 3,77 mm
Vi a Novembre 11,15 mm, quasi 4 volte in più in due mesi
CONCLUSIONI;
Il breve documento evidenzia come sia possibile migliorare la mobilità del bacino a livello sacro iliaco e lombo sacrale,
questi miglioramenti sono essenziali per la prevenzione degli infortuni.
Questo dato insieme a quello raccolto sul Nordic ci aiuta ad avere elementi per intercettare i soggetti potenzialmente a
rischio infortuni di Low back Pain e di danni agli ischio crurali.

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La mobilità del bacino e della sacro iliaca

  • 1. La mobilità del bacino e della sacro iliaca Per la prevenzione degli infortuni nella zona lombare e delle catene degli arti inferiori
  • 2. L’articolazione sacro iliaca è l’articolazione formata dal sacro e l’ilio che si incontrano su entrambi i lati della parte bassa della schiena. La stretta articolazione permette poco movimento ed è soggetta a un forte stress poiché il tronco spinge verso il basso e le gambe e il bacino spingono in alto contro l’articolazione. L’articolazione sacro iliaca deve anche sopportare le forze esercitate dal tronco quando questo si gira, torce , tira o spinge. Quando questi movimenti esercitano una forza eccessiva sui legamenti che tengono insieme l’articolazione e sui muscoli che la connettono, (come quando si sollevano dei pesi), una forte tensione si sviluppa sull’articolazione (Mosby’s, 2009). Mosby’s Medical Dictionary, (2009). Sacroiliac joint. In: Mosby’s Medical Dictionary, 8th edn. Mosby’s Elsevier, 11830 Westline Industrial Drive, St. Louis, Missouri 63146, pp 1649 L’articolazione sacroiliaca è la parte evidenziata in rosso
  • 3. Diversamente da molte altre articolazioni, non ci sono muscoli che agiscono direttamente sulla sacro iliaca. Il movimento che si verifica è il risultato del movimento dell’ilio tramite le forze provenienti dalle anche e dal tronco (Gudgel, 2007). Gudgel, J.W., Colioca, C.J. (2007). Neuromechanical Considerations of the Sacroiliac Joint. The American Chiropractor, 30-32
  • 4. Il bacino, considerato nel suo insieme, trasmette le forze tra il rachide e gli arti inferiori. Il peso corporeo che grava sulla quinta vertebra lombare, si distribuisce agli arti inferiori attraverso le ali del sacro, le articolazioni sacroiliache e i cotili. A questo livello giunge la resistenza del suolo al peso del corpo, trasmessa dalla diafisi ed epifisi prossimale del femore; una parte di questa forza si trasmette alla sinfisi pubica attraverso la branca orizzontale del pube (Kapandji, 1970). L’insieme di queste linee di forza, condotte attraverso un complesso sistema trabecolare, forma un anello completo Il sacro, per la sua conformazione, può essere considerato come un cuneo che s’incastra tra le due ali iliache sul piano frontale e sul piano trasversale. Si tratta di un sistema auto-bloccante: maggiore è la risultante delle forze discendenti tanto più il sacro è bloccato tra le ali iliache (Snijders et al., 1993, 1997; Vleeming et al., 1990, 1997). La stabilità del sacro è inoltre garantita dalla presenza dei legamenti sacroiliaci anteriori e posteriori e dei legamenti a distanza. Ulteriori meccanismi di stabilizzazione sono rappresentati dalla stabilità articolare basata sugli attriti a livello delle auricole (form closure) e dalla forza addizionale di chiusura sotto carico dinamico basata sulle strutture miofasciali (force closure)
  • 5. La mobilità dell’articolazione sacroiliaca è stata riconosciuta fin dal XVII secolo. Dalla metà del XIX secolo, sono stati eseguiti sia studi sul cadavere sia in vivo nel tentativo di fare chiarezza riguardo ai movimenti dell’articolazione sacroiliaca e della sinfisi pubica e agli assi attorno ai quali tali movimenti si verificano. È bene ricordare che l’ampiezza dei movimenti dell’articolazione sacroiliaca è variabile secondo le circostanze e gli individui; ciò spiega le contraddizioni dei diversi Autori sulle teorie del funzionamento di questa articolazione e l’importanza che questi movimenti possono avere. Movimento di nutazione Movimento di contronutazione Kapandji definisce i movimenti del sacro nutazione e contronutazione, movimenti descritti per la prima volta da Zaglas nel 1851 e da Duncan nel 1854. Nel movimento di nutazione, il sacro ruota attorno ad un asse trasverso, costituito dal legamento assile (teoria di Farabeuf), in modo che il promontorio si sposta in basso ed in avanti, mentre l’apice del sacro e l’estremità del coccige si spostano in dietro. Il movimento di nutazione è accompagnato da un movimento di chiusura iliaca: le ali iliache si avvicinano, mentre le tuberosità ischiatiche si allontanano
  • 6. In posizione eretta simmetrica , le articolazioni del bacino sono sollecitate dal peso del corpo e dalla resistenza del suolo al peso corporeo. Il peso del tronco tende ad abbassare il promontorio sacrale (il sacro è sollecitato in nutazione), movimento limitato dalla tensione dai legamenti sacroiliaci anteriori e dai legamenti sacroischiatici (freni della nutazione). Simultaneamente la resistenza del suolo al peso corporeo, trasmessa dai femori, forma con il peso del corpo applicato sul sacro una coppia di rotazione che tende a far ruotare l’osso iliaco in dietro. Questa retroversione sollecita ancora la nutazione a livello delle articolazioni sacroiliache. Questa analisi, anche se parla di movimenti, dovrebbe in realtà parlare di sollecitazioni in quanto i movimenti sono quasi nulli, poiché i sistemi legamentosi sono estremamente potenti ed arrestano immediatamente ogni spostamento. I movimenti puri di nutazione e contronutazione possono essere considerati, infatti, atteggiamenti posturali di predominanza, ma non sono movimenti fisiologici (se non in situazioni specifiche come il parto, l’eliminazione delle feci, etc.). Sono movimenti che coinvolgono tutto il bacino, poiché il sacro non possiede muscoli deputati selettivamente a questi movimenti. In presenza di una nutazione accentuata il sacro tende ad orizzontalizzarsi (iperlordosi), mentre in presenza di una contronutazione tende a verticalizzarsi (diminuzione della lordosi).
  • 7. Durante la deambulazione il sacro, racchiuso tra le iliache, effettua movimenti di torsione attorno agli assi obliqui di destra e sinistra (movimento sacroiliaco). Per consentire un normale schema del passo, le due ossa iliache effettuano un movimento opposto, passando da una condizione di anteriorità ad una posteriorità, attorno ad un asse anteriore in corrispondenza della sinfisi pubica e attorno ad un asse posteriore a livello del sacro (movimento ileosacrale). Nella rotazione anteriore dell’osso iliaco quest’ultimo ruota in avanti rispetto al sacro con la spina iliaca anterosuperiore che viene portata anteriormente, in basso e verso l’esterno, mentre la spina iliaca posterosuperiore viene portata in direzione anterosuperiore e il pube verso il basso. Nella rotazione posteriore dell’osso iliaco la spina iliaca anterosuperiore viene portata verso posteriormente, in alto e verso l’interno, la spina iliaca posterosuperiore in direzione posteroinferiore e il pube verso l’alto. I movimenti descritti a livello del sacro corrispondono, in maniera inversa, a quelli effettuati dall’iliaca. È facile quindi comprendere come le articolazioni sacroiliache sono sollecitate in senso opposto ad ogni passo. Nella marcia, il piede al suolo trasmette una forza ascendente lungo l’arto che si applica a livello dell’articolazione coxo-femorale. Poiché l’articolazione sacroiliaca si trova posteriormente, questo si manifesta a livello dell’iliaca con un movimento di posteriorità. Il peso del tronco trasmette una forza discendente che tende ad orizzontalizzare l’emisacro. Riassumendo, durante l’appoggio monopodalico si registra, dalla parte dell’appoggio al suolo un sacro che si orizzontalizza e un’iliaca che si posteriorizza. Dalla parte dell’arto inferiore sospeso, il peso di questo genera una forza discendente sull’iliaca, a partire dalla coxo-femorale: l’iliaca subisce così un movimento di anteriorità e l’emisacro di questo lato tende a verticalizzarsi. Ne consegue una sollecitazione di taglio della sinfisi pubica che tende ad innalzare il pube dal lato portante e ad abbassarlo dal lato sospeso
  • 8. R, reazione da terra; A, innalzamento della sinfisi pubica; B, abbassamento della sinfisi pubica. Le frecce rosse schematizzano i movimenti opposti dell’emisacro di destra e dell’emisacro di sinistra. L’articolazione sacroiliaca è inoltre sottoposta a forze generate dall’apparato muscolare. Le inserzioni muscolari sul cingolo pelvico sono estese, ma i muscoli che influenzano direttamente la mobilità sacroiliaca sono difficili da individuare. Anteriormente rispetto alle articolazioni sacroiliache si trovano due muscoli estremamente importanti, l’ileopsoas e il piriforme. L’ileopsoas attraversa la superficie anteriore dell’articolazione sacroiliaca nel suo decorso dalla regione lombare verso il piccolo trocantere del femore. Il piriforme condiziona in modo importante la meccanica della sacroiliaca, poiché è l’unico muscolo che s’inserisce direttamente sul sacro. Muscolo ileo psoas
  • 9. La relazione tra mal di schiena (Low back pain) e disfunzione della sacro iliaca è nota. La sacroileite è un’infiammazione di una o di entrambe le articolazioni sacro-iliache, che collegano la colonna vertebrale inferiore e del bacino. La sacroileite può causare dolore alla parte bassa della schiena e le natiche, ma può anche estendersi in basso in una o entrambe le gambe. Il dolore associato con la sacroileite è spesso aggravato dalla prolungata stazione eretta o dal salire le scale. Avendo letto sin qui il documento e le implicazioni biomeccaniche delle forze sulla sacro iliaca sarà chiaro perché il prolungato ortostatismo, la posizione eretta tenuta a lungo, causa problemi alla parte bassa della schiena. Il motivo biomeccanico legato al salire e scendere le scale verrà spiegato nelle prossime pagine. Ma se soggetti moderatamente sedentari possono ammalarsi di mal di schiena, quanto più soggetti che praticano sport magari a livello professionistico?
  • 10. VALUTAZIONE DELLA LUNGHEZZA DELLE GAMBE E ROTAZIONE DEL BACINO La valutazione della lunghezza delle gambe è una procedura molto importante che permette di riconoscere i tipi di categorie coinvolte e i conseguenti tipi di asimmetria e rotazione presenti. Nel 2005 Gary A Knutson hanno pubblicato uno studio che aveva come obbiettivo quello di definire la così detta gamba funzionalmente “corta”, che differisce dalla ineguaglianza di lunghezza anatomica e ha esplorato le associazioni con le disfunzioni neuromuscolari. L’evidenza dello studio suggeriva che una gamba asimmetrica, non sotto carico, è diversa da un fenomeno di diversa lunghezza anatomica, e può essere dovuta a un’ipertonicità dei muscoli sopra il bacino. Le cause di questa ipertonicità sopra pelvica possono essere multiple, includendo disfunzioni delle articolazioni cervicali. La lunghezza anatomica delle gambe e mal allineamento delle stesse (quando non sotto carico) dovuta ad alterazioni funzionali del complesso pelvico possono interagire , quando sotto carico e in posizione eretta, ma non in posizione senza carico (prona o supina) delle gambe e del bacino (Knutson, 2005). La disfunzionale asimmetria del bacino è spesso causata da una eccessiva tonicità dei muscoli sopra il bacino, spesso conseguenza di una mal funzionante articolazione sacro iliaca. L’articolazione sacro iliaca era considerata la primaria causa di mal di schiena all’inizio del 20° secolo. E’ poi stata oscurata dall’importanza dell’ernia del nucleo polposo dopo l’articolo del 1934 di Mixter e Barr., di importanza miliare. Crescente evidenza con le modalità di immagine diagnostica quali la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica e la scintigrafia rilevano patologie infiammatorie, distruttive e degenerative indicano quindi che l’articolazione dovrebbe essere riconsiderata come potenziale sorgente di male nella parte lombare della schiena (Forst at all, 2006). Sono stati osservati due tipi di disfunzioni sacro iliache relazionate a reversibili asimmetrie pelviche In uno studio condotto da Timgren e Soinila nel 2006 era stato trovato che la rotazione pelvica era ordinariamente associata con asimmetria della colonna vertebrale tale che il paziente con rotazione posteriore mostrava una scoliosi a forma di C e i pazienti con rotazione anteriore mostravano una scoliosi ad S (Timgren, Soinila, 2006).
  • 11. A. Elevata cresta dell’Ilio, Rotazione posteriore omolaterale dell’innominato combinata con un’apparente gamba lunga sullo stesso lato, un tipo di curvatura laterale a C, e una scapola più alta dal lato opposto. B. Elevata cresta iliaca, rotazione anteriore omolaterale dell’innominato combinato con un apparente gamba più corta sullo stesso lato, una curvatura della colonna vertebrale ad S, e scapola omolaterale più alta (Timgren Soinila, 2006). REFERENCES Farmer, J.A., Blum, C.L., (2002). Dural Port Therapy. Journal of Chiropractic Medicine, 1: 54-61 Timgren, J., Soinila, S., (2006). Reversible pelvic asymmetry: an overlooked. Syndrome manifesting as scoliosis, apparent leg-length difference, and neurologic symptoms. Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics, 29:561-565 Knutson, G.A., (2005). Anatomic and functional leg-length inequality: A review and recommendation for clinical decision-making. Part II, the functional or unloaded leg-length asymmetry. Chiropractic & Osteopathy, 13: 1-6 Forst, S.L., Wheeler, M.T., Fortin, J.D., Vilensky, J.A., (2006). The Sacroiliac Joint: Anatomy, Physiology and Clinical Significance, Pain Physician, 9: 61-68 Walther, D.S., (2000). Basic AK Testing and Treatment Procedures. In: Walther, D.S., eds. Applied Kinesiology, Synopsis,2nd edn. System DC, Colorado, USA, pp 184-185 Giggey, K., Tepe, R., (2009). A pilot study to determine the effects of a supine sacroiliac orthopedic blocking procedure on cervical spine extensor isometric strength. Journal of Chiropractic Medicine, 8: 56-61 Mosby’s Medical Dictionary, (2009). Sacroiliac joint. In: Mosby’s Medical Dictionary, 8th edn. Mosby’s Elsevier, 11830 Westline Industrial Drive, St. Louis, Missouri 63146, pp 1649 Gudgel, J.W., Colioca, C.J. (2007). Neuromechanical Considerations of the Sacroiliac Joint. The American Chiropractor, 30-32
  • 12. Ma mentre sono ben note le problematiche a carico delle strutture alte o superiori alla sacro iliaca, meno evidenze sono presenti per quello che riguarda le catene muscolari degli arti inferiori. Eppure anatomicamente le relazioni tra gli ischio crurali e il bacino sono evidenti. Da queste immagini negare la relazione tra la mobilità del bacino e la salute della muscolatura posteriore degli arti inferiore equivale a negare un’evidenzia ovvia. Infatti la letteratura comincia a sottolinearne l’importanza
  • 13. J Bodyw Mov Ther. 2010 Jul;14(3):294-8. doi: 10.1016/j.jbmt.2009.08.004. Epub 2009 Oct 27. The need for lumbar-pelvic assessment in the resolution of chronic hamstring strain. Panayi S1. Author information Abstract A lumbar-pelvic assessment and treatment model based on a review of clinical and anatomical research is presented for consideration in the treatment of chronic hamstring strain. The origin of the biceps femoris muscle attaches to the pelvis at the ischial tuberosity and to the sacrum via the sacrotuberous ligament. The biomechanics of the sacroiliac joint and hip, along with lumbar-pelvic stability, therefore play a significant role in hamstring function. Pelvic asymmetry and/or excessive anterior tilt can lead to increased tension at the biceps origin and increase functional demands on the hamstring group by inhibiting its synergists. Joint proprioceptive mechanisms may play a significant role in re-establishing balance between agonists and antagonists. An appreciation of neuromuscular connections as well as overall lumbar-pelvic structural assessment is recommended in conjunction with lumbar-pelvic strengthening exercises to help resolve chronic hamstring strain.
  • 14. Utilizziamo una pedana in grado di leggere le pressione e le forze del corpo, inoltre il software è in grado di identificare il C.O.P oppure Centro di Pressione del soma. Questo avviene attraverso l’analisi degli appoggi e quindi delle pressioni generate dal lato destro e sinistro del corpo, Quando ci posizioniamo su di essa è come se «proiettassimo» al suolo il nostro peso o la nostra forza peso definendo così il nostro poligono di appoggio. Il movimento generato sulla pedana dal nostro organismo definisce delle tracce sulla zona di appoggio che identificano la nostra mobilità, mentre nell’analisi posturale la lettura del gomitolo generato dal movimento ha significato su come reagiamo posturalmente con il nostro equilibrio coordinativo motorio alla forza vincolo del suolo a motivo della forza di gravità, nella misurazione della mobilita della sacro iliaca identifica la capacità di escursione della stessa. La traccia del COP può essere definita come la rappresentazione bi-dimensionale (sinistra-destra sull’asse X ; avanti-dietro sull’asse Y) della traiettoria del COP durante le azioni svolte per mantenere la posizione eretta. Questo dà informazioni sull’efficienza e l’equilibratura del sistema tonico-posturale
  • 15. La traccia del COP, nella pedana barapodometrica, viene determinata dall’ oscillazione del Baricentro laterale destro e laterale sinistro, oggettivando quindi non solo l’ atteggiamento posturale globale ma anche il comportamento dinamico dei due arti. L’esame posturale misura il tracciato del COP in funzione del tempo nelle coordinate X-Y. Tutto il resto delle misurazioni sono calcoli matematici e geometrici derivati Un’ipomobilità da un lato rappresenta un’importante messaggio di allarme legato a blocchi presenti
  • 16. Tipica analisi pressoria proiezione dei due baricentri laterali più quello centrale
  • 17. Quest’analisi utilizzata per la valutazione della mobilità della sacro iliaca Proiezione delle tuberosità ischiatiche
  • 18. Gomitolo o movimento generale del bacino Dati di interesse; lunghezza e larghezza dell’ellisse generata dal movimento.
  • 19. Rettangolo posturale, identifica eventuali blocchi d’anca
  • 20. Utlizziamo il sit and reach test sedendo il soggetto sulla pedana chiedendogli di scivolare anteriormente sul piano con le mani, le ginocchia devono restare estese e non devono alzarsi dal suolo e la caviglia deve essere a 90° In questo modo leggiamo la mobilità del bacino nella zona di appoggio quindi la sacro iliaca
  • 21. Alcune valutazioni su soggetti che avendo problemi di mobilità sacro iliaca lamentavano problematiche a carico della muscolatura della loggia posteriore della gamba. Coloro che sono contrassegnati in rosso sono ad alto rischio infortuni agli hamstring, coloro che sono in giallo sono moderamente a rischio.
  • 22. G in ritiro, asse maggiore mm 4,20
  • 23. A fine luglio; G asse maggiore mm10.98
  • 24. G al 9 di Novembre asse maggiore mm 19.24, partendo da 4 in 4 mesi è migliorato di 5 volte
  • 25. Vi a settembre 3,77 mm
  • 26. Vi a Novembre 11,15 mm, quasi 4 volte in più in due mesi
  • 27. CONCLUSIONI; Il breve documento evidenzia come sia possibile migliorare la mobilità del bacino a livello sacro iliaco e lombo sacrale, questi miglioramenti sono essenziali per la prevenzione degli infortuni. Questo dato insieme a quello raccolto sul Nordic ci aiuta ad avere elementi per intercettare i soggetti potenzialmente a rischio infortuni di Low back Pain e di danni agli ischio crurali.