La presentazione di Marco Ieva e di Cristina Ziliani dell'Osservatorio Fedeltà UniPR alla XVI Edizione del Convegno Osservatorio Fedeltà "Loyalty Disruption: Emotion, Big Data & New Players", tenutosi venerdì 21 ottobre 2016.
La presentazione di Angelo Tosoni di Valassis alla XVI Edizione del Convegno Osservatorio Fedeltà "Loyalty Disruption: Emotion, Big Data & New Players", tenutosi venerdì 21 ottobre 2016.
La presentazione della Prof.ssa Ziliani dell'Osservatorio Fedeltà sullo Scenario 2016 del Loyalty Marketing alla XVI Edizione del Convegno Osservatorio Fedeltà "Loyalty Disruption: Emotion, Big Data & New Players", tenutosi venerdì 21 ottobre 2016.
La presentazione di Davide Pellegrini di Ti Frutta alla XVI Edizione del Convegno Osservatorio Fedeltà "Loyalty Disruption: Emotion, Big Data & New Players", tenutosi venerdì 21 ottobre 2016.
La presentazione di Cristina Ziliani, Professore di Marketing presso il Dipartimento di Economia dell'Università di Parma, dell Ricerca Annuale dell'Osservatorio Fedeltà condotta in collaborazione con Nielsen, nell'ambito della XIV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà UniPR dal titolo "Dalla carta al digitale: cosa cambia per la loyalty".
La presentazione di C. Ziliani, Professore di Marketing presso l'Università di Parma e di M.Ieva, Dottorando di Ricerca del Dipartimento di Economia dell'Università di Parma tenuta alla XV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà
La relazione della Prof.ssa Cristina Ziliani dell'Università di Parma in occasione della XIII Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà, dal titolo "Crescere con la fedeltà in tempo di crisi"
La presentazione di Marco Ieva e di Cristina Ziliani dell'Osservatorio Fedeltà UniPR alla XVI Edizione del Convegno Osservatorio Fedeltà "Loyalty Disruption: Emotion, Big Data & New Players", tenutosi venerdì 21 ottobre 2016.
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La presentazione di C. Ziliani, Professore di Marketing presso l'Università di Parma e di M.Ieva, Dottorando di Ricerca del Dipartimento di Economia dell'Università di Parma tenuta alla XV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà
La relazione della Prof.ssa Cristina Ziliani dell'Università di Parma in occasione della XIII Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà, dal titolo "Crescere con la fedeltà in tempo di crisi"
La prof.ssa Cristina Ziliani presenta i risultati della Ricerca Annuale dell'Osservatorio in occasione del Convegno "Marca e strategie di loyalty" - 26 ottobre 2012
valore per il consumatore: Il caso You&Eni
La presentazione del dott. Stefano Quartullo, Vice President Retail Marketing Eni, al Convegno Annuale "Crescere con la fedeltà in tempo di crisi" del 25 ottobre 2013.
La presentazione di Mauro Poli, Direttore Affari Generali Gruppo Poli, nell'ambito della XIV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà UniPR dal titolo "Dalla carta al digitale: cosa cambia per la loyalty"
La presentazione di L. Mazzone, Fondatore e AD, Klikkapromo-Pazzi per le offerte, nell'ambito della Tavola Rotonda "Il futuro della Loyalty è mobile?", che ha avuto luogo durante la XV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà.
La differenza di CheckBonus rispetto ai loyalty programsCheck Bonus
CheckBonus l'app che aumenta pedonalità ed engagment negli store, sfrutta le logiche di raccolta punti e richiesta premi dei loyalty programs ma si differenza da essi in quanto premia non solo l'acquisto ma anche pedonalità, scoperta e interazione con i punti vendita. L'obiettivo di CheckBonus è infatti quello di portare potenziali consumatori sulle aziende del circuito invitandoli a scoprire l'offerta merceologica delle insegne
Multicanalità: l'evoluzione della specie - 13 dicembre 2012Connexia
Intervento di Cristina Papini, research & analyst director di Nielsen, al convegno di presentazione dei risultati dell'Osservatorio Multicanalità 2012 - "Dai mass media alla multicanalità di massa?"
La presentazione di G.Bisi, Responsabile Marketing e Comunicazione, Payback, nell'ambito della Tavola Rotonda "Il futuro della Loyalty è mobile?", che ha avuto luogo durante la XV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà.
Evoluzione degli acquisti online in Italia dal 2011. Trend mensile del numero di acquirenti e acquisti, tipologia di beni acquistati, sistema di pagamento utilizzato, livello di soddisfazione degli acquirenti e propensione al primo acquisto online tra i non acquirenti.
Dal 1999, l'Osservatorio Fedeltà presenta le sue ricerche in occasione del Convegno Annuale "Il Futuro del Micromarketing" che attira a Parma ogni anno oltre 400 marketing manager di molteplici settori, dal Largo Consumo alla Grande Distribuzione, dalla Pubblicità alla Finanza alle Nuove Tecnologie.
Quest'anno anche Ipsos ha partecipato all'evento con la ricerca "Chi è il consumatore fedele?" presentata da Enrico Billi, direttore di Ipsos Loyalty
Quali nuovi segmenti multicanale? - 13 dicembre 2012Connexia
Intervento di Christian Centonze, Targeting & Segmentation Manager di Nielsen, al convegno di presentazione dei risultati dell'Osservatorio Multicanalità 2012 - "Dai mass media alla multicanalità di massa?"
La presentazione della Prof.ssa Cristina Ziliani al convegno organizzato da Università di Parma e Nielsen "Quale futuro per la promozione delle vendite"
Il Web 2.0 E La Multicanalità Del Consumatore ItalianoDesirée Noto
Partendo dalla definizione di web 2.0 e attraversando i concetti di multicanalità e convergenza si arriva a classificare la società italiana con le corrispondenti categorie di consumatori, fino a definire i cluster emergenti: i Reloaded e gli Open Minded.
Macro trend digitali: quale priorità nell'agenda del marketer multicanale? - ...Connexia
Intervento di Giovanni Pola, Managing Director di Connexia, al convegno di presentazione dei risultati dell'Osservatorio Multicanalità 2012 - "Dai mass media alla multicanalità di massa?"
La prima parte della ricerca "Fedeltà e Multicanalità nel retail: un connubio possibile?" realizzata dalla prof.ssa Maria Grazia Cardinali descrive la convergenza in atto nella GDO in merito alla leve dell'in-store marketing.
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Calcolare il Business Value per un Blog aziendaleDML Srl
Come possiamo definire un processo per misurare il Valore di un Blog dal punto di vista del Business? Quali sono le funzioni ed i processi aziendali tradizionali a cui il Blog può sostituirsi? E con quale impatto? Per quali attività il Blog risulta quindi competitivo? Per quali altri non è così efficace od efficiente?
Social Network e Mobile: touchpoint e livelli d’influenza nel processo d’acqu...Gabriella Bergaglio
cambia l’esperienza di acquisto e si moltiplicano i punti di contatto con le marche.
assistiamo a cambiamenti nelle logiche di acquisto dove emerge l’importanza dei media prodotti dai consumatori accanto ai tradizionali media prodotti o acquistati dall’azienda / retailer
la crescente produzione di contenuti generati dagli utenti implica la necessità per le aziende di "ascoltare" cosa si dice sui Social Media.
Cresce utilizzo del mobile e la sua influenza nel processo d'acquisto
Basilio Bentivegna: I principali business trends nell’eCommerce per il 2015Meet Magento Italy
Il mercato dell’eCommerce in Italia è in forte e costante crescita negli ultimi anni ma ci sono ancora ampi spazi di innovazione, ottimizzazione e miglioramento del ruolo e dello sviluppo dell’eCommerce all’interno delle aziende in un contesto sia locale che globale.
Durante lo speech verranno analizzati i principali trend internazionali di sviluppo dell’eCommerce che possono essere valutati e integrati nelle strategie operative di chi oggi è impegnato in prima linea nel settore in Italia.
I principali temi toccheranno aree come la strategia ed il business planning, l’evoluzione ed il presidio organizzativo, lo sviluppo della customer base e il marketing integrato online.
Il focus sarà sui fattori critici, quelli che possono determinare basi solide su cui costruire una strategia di medio periodo sostenibile e un eCommerce di successo a lunga durata.
La costruzione di una Brand Identity - Erboristeria Simoncelli case studyEnzo Simoncelli
Enzo Simoncelli
Tesi finale del corso di Diploma Accademico di I livello in Graphic Design.
RUFA - Rome University of Fine Arts
Relatore: Prof. Mario Rullo
Valutazione: 107/110
4 main disruptors are affecting the Retail & Consumer industry. Let's look at them, to better address and leverage our disrupting digital revolution. The document presents the Italian situation and compares it to the main and close Countries.
Piano Marketing del premio Marketing ''Millennials Mon Amour''Alexandru Dinu
Progetto dedicato agli student universitari, organizzato da BNL-BNP Paribas e SIM-Società Italiana Marketing.
In un team di tre persone abbiamo elaborato un Piano di Marketing contenente:
- una ricerca originale, intervistando 50 Millennials attraverso un questionario online;
- la progettazione di una customer experience finalizzata a catturare l’attenzione e stimolare l’interesse e la fiducia dei Millennials italiani verso il brand BNL;
- il piano di comunicazione dell’iniziativa;
- il budget di progetto.
I Social Media sono il nuovo customer service? - CMI novembre 2012 Roberto Grossi
E se lo sono, rispondono alle stesse logiche del tradizionale
customer service? O l’utente-cliente si attende, in rete, un altro tipo di servizio? E le aziende? Per ora stanno a guardare.
I Social Media sono il nuovo customer service? - CMI novembre 2012Social Media Easy
E se lo sono, rispondono alle stesse logiche del tradizionale
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Il nuovo customer journey del consumatore multicanaleLargo Consumo
Un cliente sempre più erratico, tra un canale e l’altro, spinge le realtà del retail a dare risposte in chiave di massima fruibilità della consumer experience.
Quali sono i touchpoint di comunicazione, on e offline, che lo shopper privilegia nel processo d'acquisto dei prodotti di Consumer electronics? Alcuni risultati dall'indagine TNS Digital LIfe, effettuata su 72000 internauti in 60 paesi nel mondo, per analizzare attitudini e comportamenti in rete.
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La presentazione di Enzo Grassi, Direttore Generale di Catalina Marketing, nell'ambito della XIV Edizione del Convegno Annuale dell'Osservatorio Fedeltà UniPR dal titolo "Dalla carta al digitale: cosa cambia per la loyalty"
L'infografica del Convegno Annuale sul tema "Dalla carta al digitale: cosa cambia per la loyalty?", realizzata dagli studenti della Laurea Magistrale in "Trade Marketing e Strategie Commerciali" dell'Università di Parma.
Presentati i principali dati e argomenti di discussione del Convegno
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Infografica "Dalla carta al digitale: cosa cambia per la loyalty?"
La gestione dei touchpoint per la Customer Experience e la Loyalty
1. I white paper dell’Osservatorio
La gestione dei touchpoint per la
Customer Experience e la Loyalty
Risultati della Ricerca 2016
Cristina Ziliani e Marco Ieva*
Osservatorio Fedeltà Università di Parma
*
Gli autori desiderano ringraziare la Dott.ssa Chiara De Maio e la Dott.ssa Debora Costi di Nielsen Italia per la disponibilità e
l’indispensabile collaborazione, e Roberto Boniburini, Junior Researcher dell’Osservatorio, per il contributo alla realizzazione
della Ricerca.
2. 2
Executive Summary
L’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma segue dal 1999 lo sviluppo del Loyalty Marketing nel nostro
Paese. Nello scenario attuale, in cui la digitalizzazione fa aumentare il numero di punti di contatto (touchpoint)
tra aziende e clienti, le prime vogliono offrire una customer experience di valore in ottica sempre più
omnichannel, integrata su tutti touchpoint offline e online. L’Osservatorio Fedeltà ha condotto la Ricerca 2016, in
collaborazione con Nielsen, con il duplice obiettivo di tracciare una mappa delle combinazioni di touchpoint che
raggiungono i consumatori italiani e di identificare il legame tra fedeltà della clientela e interazione con i diversi
touchpoint. La Ricerca è stata condotta su tre settori: GDO grocery, banche e operatori di servizi di telefonia
mobile.
Le domande di ricerca a cui l’Osservatorio ha cercato di dare risposta sono:
1) Da quali touchpoint sono raggiunti i consumatori più fedeli?
2) L’esperienza positiva con i touchpoint e l’interazione con un touchpoint in più, influenzano
positivamente l’intenzione di rimanere clienti fedeli?
I risultati mostrano che:
in tutti i settori i consumatori sono esposti ad un numero significativo di touchpoint diversi, in media 10
touchpoint nella GDO grocery, 7 nelle banche e 8 nella telefonia;
sono emersi, per tutti e tre i settori, 5 segmenti di consumatori rispetto alle combinazioni di touchpoint
a cui sono esposti;
nella GDO grocery i touchpoint “tradizionali” (ad es. punto vendita, private label, volantino) sono in
grado di raggiungere tutti i segmenti di consumatori;
nelle banche e nella telefonia c’è un segmento di clienti fedeli che è raggiunto da una combinazione di
touchpoint quasi esclusivamente digitali;
nelle banche e nella telefonia esiste un segmento rilevante di consumatori che mostra bassi livelli di
interazione con i touchpoint e contemporaneamente scarsa fedeltà alla propria banca / provider di
telefonia;
la qualità dell’esperienza con i touchpoint ha un ruolo significativo e positivo nell’aumentare l’intenzione
di rimanere clienti fedeli, in tutti e tre i settori;
se le aziende vogliono influenzare l’intenzione dei clienti di rimanere fedeli otterranno risultati
migliori alzando la qualità dell’esperienza con i touchpoint con cui il cliente già interagisce, piuttosto
che ingaggiando il cliente su un nuovo touchpoint.
L’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma studia le trasformazioni del mondo promozionale dal 1999 e
divulga i risultati delle proprie ricerche attraverso il sito www.osservatoriofedelta.it, il Convegno Annuale e i
white paper come questo. Buona lettura!
3. 3
Italiani e Touchpoint
Metodologia
La Ricerca dell’Osservatorio Fedeltà sui consumatori italiani si è svolta in collaborazione con Nielsen e ha previsto
la somministrazione di un questionario online al Nielsen Consumer Panel con metodologia CAWI a settembre
2016. Il questionario ha riguardato tre settori: la GDO grocery, il settore bancario e il settore dei servizi di
telefonia mobile. Ai rispondenti è stato chiesto di rispondere con riferimento a:
l’insegna principale per gli acquisti alimentari;
la banca principale per le proprie attività ricorrenti;
il provider di telefonia mobile principale.
Ad ogni rispondente è stato chiesto di ripensare a tutti i contatti intercorsi negli ultimi tre mesi con la propria
insegna alimentare, banca e provider di telefonia, su una serie di diversi touchpoint. A questo scopo è stata
mostrata a ciascun rispondente una lista esauriente di touchpoint, alcuni comuni a tutti i settori (si pensi al punto
vendita), altri invece specifici di alcuni settori (ad esempio lo sportello bancomat). Il consumatore ha quindi
indicato la frequenza di esposizione a ciascun touchpoint e la qualità dell’esperienza con ciascun touchpoint;
successivamente ha risposto ad alcune domande sui suoi atteggiamenti/intenzioni nei confronti dell’impresa ed
in particolare:
intenzione di fare passaparola positivo rispetto all’azienda;
disponibilità a condividere proprie informazioni personali con l’azienda;
intenzione a rimanere clienti fedeli dell’azienda nel lungo periodo.
I dati1
raccolti sono stati analizzati per mezzo di una Latent Class Cluster Analysis che ci ha consentito di
individuare segmenti di consumatori diversi in base alla frequenza di esposizione ai diversi touchpoint. I risultati
sono stati poi espansi all’universo:
dei 25 milioni di famiglie italiane per quanto riguarda gli acquisti alimentari;
dei 29 milioni di correntisti italiani per quanto riguarda il settore bancario;
dei quasi 49 milioni di clienti di servizi di telefonia mobile che risultano essere in possesso di uno
smartphone o di un cellulare tradizionale.
In particolare, grazie alle potenzialità di Nielsen, per il grocery è stato possibile condurre un’ulteriore analisi
profilando i segmenti sia dal punto di vista socio-demografico che dal punto di vista comportamentale. I profili
dei cluster sono stati infatti integrati con ulteriori informazioni relative alla frequenza di visita, alla spesa e allo
scontrino medio degli acquisti alimentari condotti nell’ultimo anno da ciascun rispondente.
Risultati
Prima di esplorare i vari segmenti analizziamo la penetrazione sulla clientela dei diversi touchpoint, ovvero la
percentuale di clienti che viene raggiunta da ciascun touchpoint in ciascuno dei settori considerati.
1
Dal punto di vista metodologico questi atteggiamenti sono stati misurati con delle scale di Likert utilizzate in precedenti
studi scientifici internazionali. La lista di touchpoint utilizzata è stata adeguatamente randomizzata per ciascun rispondente,
in modo da evitare che la sequenza di presentazione dei touchpoint influenzasse i risultati. Infine, è stata svolta una fase di
data preparation, in collaborazione con Nielsen, per escludere eventuali dati anomali.
4. 4
Le Fig.1-2-3 mostrano i diversi livelli di penetrazione dei touchpoint sulla clientela. Mentre nella GDO grocery i
touchpoint fisici mostrano le percentuali più alte, negli altri due settori elevate percentuali di consumatori
dichiarano di essere raggiunti da touchpoint online, come il sito web della banca, o il sito web e la mobile app
dell’operatore telefonico.
17%
17%
19%
20%
21%
25%
26%
29%
30%
32%
33%
34%
37%
40%
41%
46%
47%
51%
55%
57%
59%
73%
80%
87%
90%
Blog
Chioschi elettronici
SMS
App per smartphone/tablet
Social Network
Indagine di customer satisfaction
Eventi sponsorizzati dall'insegna
Pubblicità Radio
Pubblicità online
Comunicazioni via posta ai clienti
Pubblicità TV e cinema
Email e newsletter
Servizio clienti
Sito web dell'insegna
Pubblicità giornali e riviste
Rivista per i clienti
Concorsi e operazioni a premio
Affissioni
Buoni sconto
Passaparola
Programma fedeltà
Personale del punto vendita
Prodotti a marchio dell'insegna
Volantino promozionale
Punto vendita dell'insegna
Fig. 1 Interazione con i touchpoint in tre mesi nella GDO grocery
5. 5
.
13%
15%
16%
16%
17%
18%
19%
19%
22%
23%
24%
24%
24%
29%
32%
35%
39%
45%
56%
62%
65%
67%
78%
Blog
Telemarketing
Rivista per i clienti
Social Network
Concorsi e operazioni a premio
Eventi organizzati dalla banca
Pubblicità Radio
Programma fedeltà
Affissioni
Indagine di customer satisfaction
Pubblicità TV e cinema
Pubblicità giornali e riviste
Pubblicità online
Passaparola
App per smartphone/tablet
SMS
Email e newsletter
Servizio clienti
Comunicazioni ai clienti inviate per posta
Sito web della banca /home banking
Personale della filiale
Filiale
Sportello bancomat
Fig. 2 Interazione con i touchpoint in tre mesi nei servizi bancari
20%
21%
23%
25%
27%
28%
28%
29%
34%
35%
35%
37%
37%
37%
38%
42%
42%
44%
44%
47%
49%
50%
57%
63%
Blog
Rivista per i clienti
Eventi organizzati dall'operatore
Concorsi e operazioni a premio
Telemarketing
Programma fedeltà
Social Network
Comunicazioni via posta ai clienti
Pubblicità Radio
Indagine di customer satisfaction
Affissioni
Passaparola
Email e newsletter
Pubblicità online
Pubblicità giornali e riviste
Personale del negozio che vende prodotti/servizi di…
Negozio che vende prodotti/servizi di telefonia
App per smartphone/tablet
Pubblicità TV e cinema
Personale del negozio dell'operatore
Negozio dell'operatore
Sito web dell'operatore
Servizio clienti
SMS
Fig. 3 Interazione con i touchpoint in tre mesi nei servizi di telefonia mobile
6. 6
Per ognuno dei tre settori, la cluster analysis mostra che la segmentazione migliore è quella con una mappa a 5
segmenti. L’espansione all’universo ci ha consentito di misurare la dimensione dei diversi segmenti individuati.
La mappa mostra innanzitutto che i consumatori sono esposti ad un numero rilevante di touchpoint: in media 10
touchpoint nella GDO grocery, 7 nelle banche e 8 nella telefonia. Tre segmenti sono risultati in comune a tutti e
tre i settori: “I Tradizionali”, “Gli ingaggiati” e i “Touchpoint addicted”. Questi tre segmenti posso quindi essere
descritti in modo trasversale ai tre settori.
I Tradizionali. Sono consumatori che hanno dichiarato di essere entrati in contatto solo con i touchpoint
tradizionali in tutti e tre i settori. Nel grocery si tratta del punto vendita (77%) e del relativo personale (47%),
volantino (64%) e private label (48%). Nelle banche la filiale (95%), il personale della filiale (95%), lo sportello
bancomat (91%) e le comunicazioni cartacee (67%). Nella telefonia, i negozi di servizi di telefonia mobile (89%) e
il relativo personale di vendita (86%). Si tratta quindi di clienti che prediligono i canali fisici e la relazione con il
personale di vendita. Non dichiarano invece di interagire con i touchpoint online delle aziende. Nella GDO
grocery e nelle banche i Tradizionali rappresentano il segmento di maggiori dimensioni, mentre per la telefonia
sono al secondo posto. Si tratta di clienti poco disponibili a condividere le proprie informazioni personali e poco
intenzionati a rimanere clienti fedeli dell’azienda. Per quanto riguarda la profilazione di questo segmento nel
grocery, è emerso come i Tradizionali siano più affluent della media, ma abbiano frequenza di visita e spesa nella
media.
Gli Ingaggiati. Si tratta di consumatori che sono entrati in contatto con numerosi touchpoint e con intensità
elevata su tutti e tre i settori. Nel grocery sono stati esposti ai touchpoint tradizionali, ai touchpoint della
promozione sia di prezzo che di fedeltà e a quelli dell’advertising. Nelle banche gli Ingaggiati sono entrati in
contatto in modo consistente con i touchpoint offline come il punto vendita, con i touchpoint online come l’home
banking e con i touchpoint dell’advertising come le pubblicità sui mass media. Nella telefonia visitano spesso il
punto vendita e parlano con il personale di vendita, ma sono anche forti utilizzatori del servizio clienti, dei servizi
online e ricevono molti sms dal proprio provider di telefonia. Si tratta di clienti che si mostrano più disponibili
della media a condividere informazioni personali con la propria azienda e a fare passaparola positivo. Inoltre
sono anche intenzionati più della media a rimanere clienti fedeli. Nel grocery questi clienti rappresentano un
segmento particolarmente interessante in quanto mostrano un livello di spesa alimentare superiore alla media.
I Touchpoint addicted. Si tratta di consumatori che sono entrati in contatto, con frequenza elevata, con tutti i
touchpoint dell’azienda nei tre settori considerati. Si tratta quindi di clienti che interagiscono con tutti i
touchpoint disponibili. I Touchpoint addicted rappresentano il segmento più piccolo in tutti e tre i settori
considerati. Si tratta di clienti molto attivi sia nel passaparola che nella condivisione di informazioni
personali. Sono inoltre clienti intenzionati a rimanere fedeli alla propria azienda. L’approfondimento grocery
ci mostra come questo segmento abbia reddito e spesa inferiori alla media e sia presente in piccole percentuali in
tutte le insegne.
Terminata la presentazione dei segmenti comuni a tutti i settori, passiamo a descrivere i segmenti che
riscontriamo solo in alcuni settori. Completiamo per prima la mappa del settore grocery (Fig. 4) dove, accanto ai
Tradizionali, gli Ingaggiati e i Touchpoint addicted, troviamo i “Tradizionali attenti” e i “Promotion driven”.
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Fig. 4 Gli italiani e i touchpoint nella GDO grocery
I Tradizionali attenti. Si tratta di clienti che mostrano certe somiglianze con il profilo dei clienti Tradizionali, ma
mostrano maggiore esposizione ai touchpoint tipici dell’advertising. Si tratta di clienti che oltre a dichiarare
un’interazione elevata con i touchpoint tradizionali come il punto vendita (92%) e il relativo personale (69%), la
private label (84%) e il volantino (94%)., dichiarano un’esposizione maggiore della media a affissioni (65%),
pubblicità Tv e cinema (50%) e pubblicità online (40%). Mostrano invece una bassa esposizione ai touchpoint
tipici del loyalty marketing, come programmi fedeltà e concorsi a premi. Si distribuiscono maggiormente nei
discount e mostrano livelli di spesa alimentare inferiori alla media.
I Promotion driven. Rappresentano il secondo segmento per dimensioni nella GDO grocery. Queste famiglie,
oltre ad interagire con frequenze elevate con i touchpoint tradizionali, sono ingaggiati con i touchpoint tipici
della loyalty e price promotion, come i programmi fedeltà (88%), i concorsi a premio (58%) e i buoni sconto
(69%). Volantino a parte, sono clienti poco esposti, invece, ai touchpoint tipici dell’advertising, come la pubblicità
su TV, radio e giornali. Mostrano un livello di fedeltà e una disponibilità al passaparola e a condividere
informazioni personali nella media, ma rappresentano un segmento di valore per le insegne: queste famiglie
mostrano infatti un livello di spesa e di frequenza di visita nettamente superiore alla media.
Passiamo ora ad analizzare la mappa degli italiani nel settore bancario (Fig. 5), dove ai tre segmenti dei
Tradizionali, degli Ingaggiati e dei Touchpoint addicted si aggiungono i segmenti dei “Poco esposti” (che
ritroveremo anche nella telefonia) e dei “Web e mobile addicted”.
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Fig. 5 Gli italiani e i touchpoint nel settore bancario
I Poco esposti. I Poco esposti mostrano bassi livelli di interazione con tutti i touchpoint della propria banca o del
proprio provider di telefonia. Il touchpoint con cui interagiscono maggiormente nelle banche è lo sportello
bancomat (51%) e nella telefonia è l’SMS (33%). Si tratta quindi di clienti che visitano poco la filiale e il punto
vendita, interagiscono poco con i touchpoint online e usano solo i servizi essenziali messi a disposizione dalla
banca o dal provider di telefonia. I Poco esposti mostrano la minore disponibilità a fare passaparola positivo,
a condividere informazioni personali e la minore intenzione a rimanere clienti fedeli. Possiamo quindi
ipotizzare che questo segmento sia quello a maggior rischio di cambiare banca o operatore di telefonia e quindi
più sensibile ad eventuali attività di acquisizione portate avanti dai competitor.
I Web e mobile addicted. Questo segmento rappresenta il 9% dei correntisti italiani e si caratterizza per alti
livelli di interazione con tutti i touchpoint web e mobile (ad esempio, 91% il sito web e 71% le email e la
newsletter), ma per bassissimi livelli di interazione con i touchpoint fisici come la filiale e il personale, (eccezion
fatta per lo sportello bancomat). Si tratta di consumatori che scaricano la mobile app più della media. Mostrano
massima disponibilità a fare passaparola positivo, e a rimanere clienti fedeli della propria banca.
Passiamo infine ad analizzare la mappa degli italiani tracciata per il settore dei servizi di telefonia mobile (Fig. 6)
che comprende, oltre ai Tradizionali, agli Ingaggiati, ai Touchpoint addicted e ai Poco esposti, anche il segmento
dei “No store”.
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Fig. 6 Gli italiani e i touchpoint nel settore dei servizi di telefonia mobile
I No store. Questi consumatori si caratterizzano per un’interazione elevata con tutti i touchpoint, ad eccezione
dei touchpoint fisici: interagiscono con SMS e mobile app, con il sito web, l’email e la pubblicità online e sono
anche parzialmente esposti alla pubblicità sui mass media. Hanno però una bassissima frequenza di visita ai
negozi fisici di telefonia. I No store mostrano un’intenzione superiore alla media di fare passaparola positivo, di
condividere le proprie informazioni personali e di rimanere clienti fedeli. Rappresentano quindi un segmento che
ha un’ottima relazione con la tecnologia e con il canale online, che viene percepito come un canale preferito
rispetto al canale fisico.
In conclusione, la mappa degli italiani e dei loro touchpoint quindi fa emergere alcune considerazioni rilevanti:
molte combinazioni di touchpoint con cui i clienti interagiscono sono trasversali ai settori e mostrano
caratteristiche comuni;
alcune combinazioni di touchpoint sono specifiche per settore;
la GDO grocery, che si caratterizza per acquisti frequenti, mostra frequenze di interazione con i
touchpoint più elevate;
i touchpoint fisici rivestono ancora un ruolo rilevante, soprattutto nel grocery;
per banche e servizi di telefonia esiste un segmento rilevante, i Poco esposti, che mostra bassi livelli di
interazione con i diversi touchpoint e poca fedeltà alla banca/provider di telefonia. Diventa fondamentale
il modo in cui si comunica con loro attraverso i pochi touchpoint che li raggiungono;
i Web e mobile addicted e i No Store, presenti rispettivamente nelle banche e nella telefonia, possono
essere raggiunti solo con i touchpoint online.
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Questa prima parte della ricerca si può considerare una utile fotografia dell’audience dei diversi touchpoint.
Tuttavia, per le aziende è anche molto interessante capire in che modo la qualità dell’esperienza con i diversi
touchpoint può tradursi in passaparola positivo, disponibilità a condividere informazioni personali e soprattutto
intenzione di rimanere clienti fedeli. Che relazione hanno rispettivamente la qualità della customer
experience con i touchpoint e il numero di touchpoint a cui si è esposti con la customer loyalty?
Per indagare questo aspetto è stata condotta un’analisi con modelli di regressione OLS che ha consentito di
capire:
come cambia l’intenzione di fare passaparola positivo, di condividere le proprie informazioni personali e
di rimanere clienti dell’azienda se il cliente interagisce con un touchpoint in più rispetto al numero medio
di touchpoint con cui interagisce già;
come cambia l’intenzione di fare passaparola positivo, di condividere le proprie informazioni personali e
di rimanere clienti dell’azienda se il cliente ha un’esperienza complessiva positiva con i touchpoint
dell’azienda.
Se il consumatore interagisce con un touchpoint aggiuntivo e ha una customer experience nella media
(quindi né positiva, né negativa), la sua intenzione di fare passaparola positivo, di condividere le proprie
informazioni personali e di rimanere cliente fedele all’azienda aumenta dell’1%. Questo accade in tutti e tre i
settori.
D’altro canto, se il cliente ha un’esperienza con i touchpoint complessivamente positiva, l’intenzione di fare
passaparola positivo aumenta dell’11% nel grocery, 16% nelle banche e 17% nella telefonia. Questo
fenomeno si riscontra anche con la disponibilità a condividere informazioni personali: un’esperienza positiva
complessiva si traduce in un aumento della disponibilità a condividere informazioni nella misura del 14% per il
grocery, del 18% per le banche e del 20% per la telefonia. Un’esperienza positiva complessiva con i touchpoint
ha poi una maggiore influenza sull’intenzione di fare passaparola e di condividere i propri dati personali per i
clienti meno fedeli rispetto ai clienti più fedeli. Probabilmente, i clienti fedeli hanno delle aspettative maggiori
rispetto all’interazione coi vari punti di contatto dell’azienda: questo ridimensiona il ruolo di una customer
experience positiva.
Infine, se il cliente ha un’esperienza positiva con i touchpoint dell’azienda, l’intenzione di rimanere clienti
fedeli dell’insegna grocery aumenta del 12%, al 14% per la telefonia e del 17% per le banche.
Gli scenari simulati dalla nostra analisi mostrano che, sebbene un cliente ingaggiato su più touchpoint sia un
cliente più fedele, la qualità di questo ingaggio, quindi la qualità della customer experience, ha un ruolo
significativo e rilevante sull’atteggiamento e sull’intenzione di rimanere fedele da parte del cliente. Inoltre,
un’esperienza positiva con i touchpoint dell’azienda è ancora più importante per i clienti che hanno un più
basso livello di fedeltà: a seguito di una customer experience positiva, i clienti meno fedeli tendono a fare
maggiore passaparola positivo e a essere più disponibili nella condivisione dei propri dati personali rispetto ai
clienti che invece sono già molto fedeli nei confronti dell’azienda. Le aziende dovrebbero quindi assicurarsi che i
loro touchpoint restituiscano una positiva customer experience ai propri clienti prima di invitare i clienti ad
interagire con touchpoint aggiuntivi, come ad esempio la mobile app o un nuovo canale di acquisto. La sfida di
integrare in modo coerente touchpoint online e offline deve quindi essere orientata a migliorare la qualità della
customer experience del cliente. La conseguenza: clienti più intenzionati a rimanere fedeli.
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