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Ilruolodelterzosettore
neldistrettodelbenessere:
serviziallapersonatrarisorsepubblicheeprivate.
Ilcaso Brescia
Elisa Chiaf
Università degli Studi di Brescia
Socialis, Centro Studi in Imprese Cooperative Sociali ed Enti no Profit
Colloquio scientifico annuale sull’impresa sociale
Decima edizione
10-11 giugno 2016
Dipartimento di Scienze Politiche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
OBIETTIVI DELLA RICERCA
2
Finalità dello studio
• Ricostruire la geografia del “benessere” del territorio
analizzato (la città di Brescia), cioè delle organizzazioni
del privato sociale che lo compongono, suddividendole
per forma giuridica, settore di attività, specializzazione;
• Misurare il peso economico del non profit attivo nella
produzione del “benessere” della città di Brescia, per
capire di che tipo di sistema aziendale si sta parlando e il
peso che esso ha nello sviluppo della città.
3
Motivazioni
• La consapevolezza
• La misurazione
• Il ripensamento del sistema
• Il supporto concreto al territorio
4
IL CONTESTO
5
Il contesto
La città di Brescia - I
6
Al 31.12.2013: 195.734 abitanti
< 15
anni
13%
15-64
anni
62%
> 65
anni
25%
Italiani
82%
Stranieri
18%
Il contesto
La città di Brescia - II
7
18.351
94.030
47.214
159.595
7.973
27.522
644
36.139
-
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
< 15 15-64 > 64 Totale
Italiani
Stranieri
IL DISTRETTO DEL BENESSERE
BRESCIANO
8
Il distretto del benesserebresciano
Cosa intendiamo
9
Cooperative sociali
Associazioni/OdV/Comitati
Fondazioni
Enti Morali/Ecclesiastici
• Welfare
• Sanità
• Istruzione
• Welfare
• Sanità
• Istruzione
• Welfare
• Sanità
• Istruzione
• Welfare
• Sanità
• Istruzione
Il distretto del benesserebresciano
L’analisi
La presente analisi non indaga i bisogni della cittadinanza,
quindi il lato della “domanda” di servizi; intende invece
analizzare “l’offerta di servizi” (welfare, sanità, istruzione) e
il ruolo che, in tale offerta, gioca il settore del privato
sociale.
Per quanto riguarda il solo settore del welfare, oltre
all’analisi dei “produttori non profit”, sarà analizzato il
ruolo economico dell’Ente Pubblico Locale e l’intervento
economico delle famiglie per il pagamento dei caregiver
informali (c.d. badanti), al fine di avere il dato della spesa
complessiva cittadina per il welfare.
10
IL SETTORE DEL WELFARE
11
L’analisidel settoredi welfare
Il dataset
L’analisi si è sviluppata partendo dai dati esistenti e ricostruendo un
Censimento delle realtà del Terzo settore operanti in città nei settori
del welfare, dell’istruzione e della sanità. Son state considerate:
• Lista censuaria ISTAT Censimento Non Profit 2011;
• Albo delle cooperative sociali Regione Lombardia;
• Unità d’offerta sociale per anziani di Regione Lombardia;
• Unità d’offerta sociale residenziale per minori di Regione
Lombardia;
• Repertorio anagrafico amministrativo presso la CCIAA di Brescia;
• Registro Generale Regionale delle Organizzazioni Di Volontariato;
• Banca dati AIDA Bureau Van Dijk;
• Informazioni dal Web
12
L’analisidel settoredi welfare
Il questionariosul 2012
Dal dataset, si è passati alla definizione di un questionario inviato a tutte le realtà
censite.
Il questionario, basato su dati al 2012 richiedeva:
• il nome dell’organizzazione;
• la forma giuridica;
• la tipologia di servizi erogati e gli indirizzi degli stessi;
• l’eventuale proprietà delle strutture in cui il servizio è erogato;
• il nome e contatti del referente dell’organizzazione.
• il totale del Valore della Produzione dell’organizzazione al 31.12.2012;
• il totale del Valore della Produzione derivante da attività svolte in città (per i casi
in cui non fosse stato possibile determinarne l’ammontare, è stato richiesto di
indicare una stima in percentuale delle attività svolte a Brescia sul totale);
• la suddivisione dell’ammontare del Valore della Produzione la provenienza: da
fonte pubblica, da fonte privata (corrispettivi per servizi) e da fonte privata
(contributi, donazioni e liberalità);
• l’ammontare del Capitale Investito, risultante come Totale Attivo da Stato
Patrimoniale di Bilancio.
• il numero di dipendenti presenti nelle attività erogate in Città (considerando sia i
lavoratori subordinati, sia i collaboratori e gli autonomi);
• il numero di volontari attivi nelle attività erogate in Città
13
L’analisidel settoredi welfare
Le 123organizzazionidiwelfare:forma
giuridica
14
14
59 Associazioni/OdV/Comitati (48%)
32 Cooperative Sociali di tipo A (26%)
21 Enti Morali/Ecclesiastici (17%)
11 Fondazioni Operative (9%)
L’analisidel settoredi welfare
Le 123organizzazionidiwelfare:settore
attivitàe forma giuridica
15
15
0 10 20 30 40
Anziani
Dipendenze
Disabilità
Disagio adulto
Famiglia
Minori
Prima infanzia
Psichiatria
Stranieri
Miste
Associazioni Cooperative Sociali Enti M/E Fondazioni
L’analisidel settoredi welfare
I rispondential questionario
16
Al questionario hanno risposto 57 organizzazioni (46%
del totale):
• 25 Associazioni su 59 (il 42% delle Associazioni)
• 4 Enti M/E su 21 (il 19% degli Enti)
• 7 Fondazioni su 11 (il 64% delle Fondazioni)
• 21 Cooperative Sociali su 32 (il 66% delle Cooperative)
L’analisidel settoredi welfare
Proiezionio dati deirispondenti?
Per quanto riguarda le risposte relative alle informazioni
economiche (Valore della Produzione) e organizzative (Numero
dipendenti, volontari) si è provveduto ad effettuare delle
proiezioni, laddove il dato assoluto non era disponibile.
Per le cooperative sociali, poiché esse depositano il bilancio
d’esercizio, si è potuto risalire al Valore della produzione del 2012
e al numero dei dipendenti di ogni azienda. Per Associazioni, Enti
e Fondazioni si è partiti dai dati delle organizzazioni che hanno
compilato il questionario, e utilizzando i valori ottenuti, si è
provveduto a “proiettarli” sull’intero universo, così da ottenere
una stima sulla città.
Quando invece si tratta di dati percentuali o di medie, sono stati
utilizzati fedelmente i dati dei rispondenti. 17
L’analisidel settoredi welfare
Il ValoredellaProduzione
18
2012 N. organizzazioni
Val produzione
prodotto su BS Val produzione Tot % Brescia su tot
Associazioni
Welfare 59 € 9.101.358,25 € 26.654.178,42 34%
Enti M/E Welfare 21 € 5.719.864,22 € 5.719.864,22 100%
Fondazioni
Welfare 11 € 51.312.972,44 € 58.197.192,16 88%
Coop sociali A
Welfare 30* € 28.320.242,51 € 70.307.039,00 40%
Totale € 94.454.437,42 € 160.878.273,80
* Nel calcolo non sono state incluse due grandi cooperative con sede legale fuori
provincia, che operano in Città in modo molto parziale (un asilo nido, un ATI su
assistenza ad personam). Non avendo compilato il questionario e data la
parzialità dell’attività bresciana sul totale, particolarmente significativo, dei loro
fatturati, si è preferito escluderle dalle analisi economico-aziendali.
L’analisidel settoredi welfare
Il ValoredellaProduzioneperforma giuridica
Associazioni
10% Enti M/E
6%
Fondazioni
54%
Coop Sociali A
30%
19
L’analisidel settoredi welfare
Il ValoredellaProduzionesecondola “fonte”
20
Da Pubblico
63%
Da Privato
per
corrispettivi
32%
Da Privato
per
donazioni
5%
L’analisi del settoredi welfare
Il Capitale Investito medio al 2012
21
Forma giuridica “Totale attivo” medio
Associazione € 946.346,51
Cooperativa sociale € 2.108.737,69
Fondazione € 38.881.344,11
L’analisi del settoredi welfare
Addetti e volontari per forma giuridica
22
2012 N. Organizzazioni Addetti Volontari
Associazioni 59 267 2.884
Enti M/E 21 347 520
Fondazioni 11 1.141 470
Coop sociali A 30 1.011 147
TOTALE 2.765 4.021
L’analisi del settoredi welfare
La spesa privata per caregiver informali
Guardando alla spesa in tema welfare, è importante considerare
un ulteriore “attore” che non rientra né nella gestione pubblica,
né in quella privata del terzo settore.
Si tratta delle badanti, che rappresentano un aspetto importante
della spesa per welfare, spesa privata non intermediata da
organizzazioni.
La stima sulla spesa privata per badanti (circa 4.055) a Brescia si
aggira intorno ai € 40 milioni.
La stima è stata effettuata partendo dal dato di presenza provinciale di badanti (15.873) e
parametrandolo alla popolazione della Città sulla popolazione della provincia di Brescia.
Inoltre, per definire il costo annuo son state utilizzate le % di riferimento emergenti dallo
studio in tema di “retribuzione mensile delle Assistenti familiari in Lombardia”.
Fonte: L’assistenza agli anziani in Lombardia tra badanti, famiglie e servizi pubblici.
SPI-CGIL Lombardia e IRES, 2013
23
L’analisi del settoredi welfare
Il budget del welfare cittadino
Descrizione Val. Assoluto %
Risorse private vs organizzazioni € 35.242.744 26% Da analisi Socialis
Risorse private vs badanti € 40.118.697 30% Da ricerca IRS
Risorse COMUNE BS vs
organizzazioni € 28.000.000 21%
Da spesa sociale
comunale
Altre risorse pubbliche vs
organizzazioni (non
intermediate da Comune BS) € 31.211.052 23% Da analisi Socialis
€ 134.572.493 100%
24
IL SETTORE DELLA SANITA’
25
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 50 organizzazioni sanitarie: forma
giuridica
26
26
38 Associazioni (76%)
7 Cooperative Sociali di tipo A (14%)
5 Fondazioni (10%)
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 50 organizzazioni sanitarie: attività
27
27
Associaz. Fondazione
Cooperativa
Sociale TOT
Servizi ospedalieri
generali e
riabilitativi 7 1 1 9
Servizi per
lungodegenti 2 2 3 7
Altri servizi sanitari 29 2 3 34
TOTALE 38 5 7 50
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 50 organizzazioni sanitarie: addetti
28
28
Associaz. Fondazione
Cooperativa
Sociale TOT
Servizi ospedalieri
generali e
riabilitativi 0 1.783 20 1.803 (77%)
Servizi per
lungodegenti 7 114 105 226 (9,7%)
Altri servizi sanitari 52 210 47 309 (13,3%)
TOTALE 59 (2,5%) 2.107 (90%) 172 (7,5%) 2.338
Nel settore operano inoltre 57 lavoratori esterni e 24 lavoratori temporanei,
per un totale di operatori di 2.419 persone
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 50 organizzazioni sanitarie: volontari
29
29
Associaz. Fondazione
Cooperativa
Sociale TOT
Servizi ospedalieri
generali e
riabilitativi 229 10 0 239 (11,5%)
Servizi per
lungodegenti 40 0 10 50 (2,4%)
Altri servizi sanitari 1.763 10 18 1.791 (86,1%)
TOTALE 2.032(97,7%) 20 (1%) 28 (1,3%) 2.080
L’analisi del settoresanità
I dati economici
Proiezione dei rispondenti sul totale Valore assoluto %
Totale VdP su Brescia 2012 € 187.378.530
VdP su Brescia da fonte pubblica € 165.829.999 88,5%
Vdp su Brescia da fonte privata per
corrispettivi € 19.674.746
10,5%
Vdp su Brescia da fonte privata per
donazioni € 1.873.785
1%
“Totale attivo” da stato patrimoniale”,
medio, per organizzazione
€ 64.479.757,02
30
IL SETTORE DELL’ISTRUZIONE
31
I risultati del CensimentoISTAT 2011
Le 41organizzazionidell’istruzioneprimariae
secondaria:forma giuridica
32
32
19 Associazioni (47%)
2 Cooperative Sociali di tipo A (5%)
3 Fondazioni (7%)
17 Altre Istituzioni (41%)
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 41 organizzazioni dell’istruzione
primaria e secondaria: addetti
33
33
Associaz. Fondazione
Cooperativa
Sociale
Altre
Istituzioni TOT
Istruzione
primaria e
secondaria 105 12 313 2.014 2.444
% 4,3% 0,5% 12,8% 82,4% 100%
I risultati del Censimento ISTAT 2011
Le 44 organizzazioni dell’istruzione:
volontari
34
34
Associaz. Fondazione
Cooperativa
Sociale
Altre
Istituzioni TOT
Istruzione
primaria e
secondaria 479 1 2 320 802
% 60% 0% 0% 40% 100%
L’analisi del settoreistruzione
I dati economici
Proiezione dei rispondenti sul totale Valore assoluto %
Totale VdP su Brescia 2012 € 95.589.862
VdP su Brescia da fonte pubblica € 19.117.972 20%
Vdp su Brescia da fonte privata per
corrispettivi
€ 74.560.092 78%
Vdp su Brescia da fonte privata per
donazioni
€ 1.911.797 2%
“Totale attivo” da stato patrimoniale,
medio, per organizzazione
€ 1.697.941,38
35
CONCLUSIONI
36
Alcuni dati conclusivi
Distretto del benessere bresciano
Welfare Sanità Istruzione Totale
Numero
organizzazioni
123 50 41 214
Addetti 2.765 2.338 2.444 7.547
Volontari 4.021 2.080 802 6.903
Val produzione € 94.454.437 € 187.378.530 € 95.589.862 € 377.422.829,00
% VdP di
provenienza
pubblica
63% 88,5% 20% -
37
Alcune riflessioniconclusive- I
IL PUNTO DI VISTA
• È la prima analisi del settore dell’offerta di welfare, sanità, istruzione, da parte
dell’ecosistema delle Organizzazioni Non Profit, intese nelle loro diverse forme giuridiche e
attività svolte. Specificatamente, lo studio non si limita a presentare le realtà suddette, ma
cerca di pesarne il ruolo all’interno dell’economia della città, andando a evidenziare la
funzione imprenditoriale del privato sociale, inteso come valore prodotto e come
numerosità di posti di lavoro. Ritenere che le organizzazioni no profit – soprattutto nel
welfare – siano attori “marginali” è errato, e sottovaluta un ruolo economico di tutto
rispetto.
LA PROSPETTIVA DELLE POLICY
• Inoltre, la ricerca guarda alle diverse forme giuridiche e settori di attività intendendoli quali
“distretto”, cioè un insieme di imprese private che operano nello stesso settore e che
dovrebbero essere accomunate da politiche di sviluppo congiunte. Si è appositamente
utilizzato il condizionale, perché nonostante la città abbia un prevalente soggetto pubblico
di riferimento nei singoli settori, spesso manca il coordinamento sull’attività di promozione
e sviluppo di soggetti e attività, tipica di un distretto industriale tradizionale. Un’evidenza
emersa dalla ricerca è senza dubbio la disomogeneità degli attori, sia in termini di
numerosità, che di dimensioni e di tipologie di governo che li caratterizzano. Coordinare
realtà così multiformi e differenziate non è certo un obiettivo semplice.
38
Alcune riflessioniconclusive- II
I NUMERI
• Si può comunque asserire che il Distretto del Benessere bresciano conta circa 7.500
addetti e 377 milioni di valore prodotto. Al suo interno le differenze sono notevoli, a
fronte di due settori ancora prevalentemente pubblici - sia in termini di numerosità dei
player che di risorse immesse – cioè la sanità e l’istruzione, spicca un settore di welfare
dove è evidente la ritirata del pubblico a favore del privato.
• Se inoltre guardiamo i risultati del Distretto del Benessere e li confrontiamo con i dati
congiunturali emessi dalla CCIAA di Brescia al 31/12/2012, il numero di occupati
rappresenta il 7% del totale degli occupati della città di Brescia, e il valore pesa per l’8%
circa sul PIL della città, contando di più di metallurgia, meccanica e automotive. Per una
città tipicamente industriale, qual è Brescia, è un’inversione di visione particolarmente
significativa.
• Un altro dato particolarmente significativo è quello dei volontari: quasi 7.000 persone
sono impegnate in attività di volontariato nel distretto del benessere, questo significa
che il 4% dei cittadini bresciani (over 15 anni) si presta per gli altri, nei settori
rappresentati. Lo stesso dato rappresenta il 30% del totale dei volontari della città,
registrati con il CENSIMENTO ISTAT sulle Organizzazioni Non Profit del 2011.
39
Alcune riflessioniconclusive- II
IL SUPPORTO ALLE STRATEGIE DI SVILUPPO DELLA CITTA’
• La ricerca aiuta a dare corpo ad un “sentito”, ma “poco monitorato”.
• Per quanto riguarda specificatamente il settore di welfare, fornire il dato dell’economia
privata non profit, agli attori pubblici che programmano (o co-programmano) le
politiche dei territori, è fondamentale per diverse ragioni:
• dà conto del peso del privato in un settore tradizionalmente considerato pubblico, questo
dovrebbe portare gli attori a rivedere i ruoli e le posizioni nel momento delle decisioni e delle
definizioni strategiche e programmatiche;
• consente ai soggetti Pubblici di avere il quadro complessivo del settore del welfare,
comprendendo le risorse in gioco sul tema e cercando metodi e strumenti per veicolarle in
maniera più “ragionata” ed equa;
• fornisce la conoscenza necessaria per impostare nuove riflessioni in merito alla pianificazione e
progettazione dei Piani di Zona e in generale delle politiche sociali, a fronte delle evoluzioni del
settore, della scarsità delle risorse pubbliche e della necessità di ripensare il welfare in ottica più
inclusiva, partecipativa e sostenibile.
40

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Il ruolo del terzo settore nel distretto del benessere: servizi alla persona tra risorse pubbliche e private. Il caso Brescia

  • 1. Ilruolodelterzosettore neldistrettodelbenessere: serviziallapersonatrarisorsepubblicheeprivate. Ilcaso Brescia Elisa Chiaf Università degli Studi di Brescia Socialis, Centro Studi in Imprese Cooperative Sociali ed Enti no Profit Colloquio scientifico annuale sull’impresa sociale Decima edizione 10-11 giugno 2016 Dipartimento di Scienze Politiche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • 3. Finalità dello studio • Ricostruire la geografia del “benessere” del territorio analizzato (la città di Brescia), cioè delle organizzazioni del privato sociale che lo compongono, suddividendole per forma giuridica, settore di attività, specializzazione; • Misurare il peso economico del non profit attivo nella produzione del “benessere” della città di Brescia, per capire di che tipo di sistema aziendale si sta parlando e il peso che esso ha nello sviluppo della città. 3
  • 4. Motivazioni • La consapevolezza • La misurazione • Il ripensamento del sistema • Il supporto concreto al territorio 4
  • 6. Il contesto La città di Brescia - I 6 Al 31.12.2013: 195.734 abitanti < 15 anni 13% 15-64 anni 62% > 65 anni 25% Italiani 82% Stranieri 18%
  • 7. Il contesto La città di Brescia - II 7 18.351 94.030 47.214 159.595 7.973 27.522 644 36.139 - 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 < 15 15-64 > 64 Totale Italiani Stranieri
  • 8. IL DISTRETTO DEL BENESSERE BRESCIANO 8
  • 9. Il distretto del benesserebresciano Cosa intendiamo 9 Cooperative sociali Associazioni/OdV/Comitati Fondazioni Enti Morali/Ecclesiastici • Welfare • Sanità • Istruzione • Welfare • Sanità • Istruzione • Welfare • Sanità • Istruzione • Welfare • Sanità • Istruzione
  • 10. Il distretto del benesserebresciano L’analisi La presente analisi non indaga i bisogni della cittadinanza, quindi il lato della “domanda” di servizi; intende invece analizzare “l’offerta di servizi” (welfare, sanità, istruzione) e il ruolo che, in tale offerta, gioca il settore del privato sociale. Per quanto riguarda il solo settore del welfare, oltre all’analisi dei “produttori non profit”, sarà analizzato il ruolo economico dell’Ente Pubblico Locale e l’intervento economico delle famiglie per il pagamento dei caregiver informali (c.d. badanti), al fine di avere il dato della spesa complessiva cittadina per il welfare. 10
  • 11. IL SETTORE DEL WELFARE 11
  • 12. L’analisidel settoredi welfare Il dataset L’analisi si è sviluppata partendo dai dati esistenti e ricostruendo un Censimento delle realtà del Terzo settore operanti in città nei settori del welfare, dell’istruzione e della sanità. Son state considerate: • Lista censuaria ISTAT Censimento Non Profit 2011; • Albo delle cooperative sociali Regione Lombardia; • Unità d’offerta sociale per anziani di Regione Lombardia; • Unità d’offerta sociale residenziale per minori di Regione Lombardia; • Repertorio anagrafico amministrativo presso la CCIAA di Brescia; • Registro Generale Regionale delle Organizzazioni Di Volontariato; • Banca dati AIDA Bureau Van Dijk; • Informazioni dal Web 12
  • 13. L’analisidel settoredi welfare Il questionariosul 2012 Dal dataset, si è passati alla definizione di un questionario inviato a tutte le realtà censite. Il questionario, basato su dati al 2012 richiedeva: • il nome dell’organizzazione; • la forma giuridica; • la tipologia di servizi erogati e gli indirizzi degli stessi; • l’eventuale proprietà delle strutture in cui il servizio è erogato; • il nome e contatti del referente dell’organizzazione. • il totale del Valore della Produzione dell’organizzazione al 31.12.2012; • il totale del Valore della Produzione derivante da attività svolte in città (per i casi in cui non fosse stato possibile determinarne l’ammontare, è stato richiesto di indicare una stima in percentuale delle attività svolte a Brescia sul totale); • la suddivisione dell’ammontare del Valore della Produzione la provenienza: da fonte pubblica, da fonte privata (corrispettivi per servizi) e da fonte privata (contributi, donazioni e liberalità); • l’ammontare del Capitale Investito, risultante come Totale Attivo da Stato Patrimoniale di Bilancio. • il numero di dipendenti presenti nelle attività erogate in Città (considerando sia i lavoratori subordinati, sia i collaboratori e gli autonomi); • il numero di volontari attivi nelle attività erogate in Città 13
  • 14. L’analisidel settoredi welfare Le 123organizzazionidiwelfare:forma giuridica 14 14 59 Associazioni/OdV/Comitati (48%) 32 Cooperative Sociali di tipo A (26%) 21 Enti Morali/Ecclesiastici (17%) 11 Fondazioni Operative (9%)
  • 15. L’analisidel settoredi welfare Le 123organizzazionidiwelfare:settore attivitàe forma giuridica 15 15 0 10 20 30 40 Anziani Dipendenze Disabilità Disagio adulto Famiglia Minori Prima infanzia Psichiatria Stranieri Miste Associazioni Cooperative Sociali Enti M/E Fondazioni
  • 16. L’analisidel settoredi welfare I rispondential questionario 16 Al questionario hanno risposto 57 organizzazioni (46% del totale): • 25 Associazioni su 59 (il 42% delle Associazioni) • 4 Enti M/E su 21 (il 19% degli Enti) • 7 Fondazioni su 11 (il 64% delle Fondazioni) • 21 Cooperative Sociali su 32 (il 66% delle Cooperative)
  • 17. L’analisidel settoredi welfare Proiezionio dati deirispondenti? Per quanto riguarda le risposte relative alle informazioni economiche (Valore della Produzione) e organizzative (Numero dipendenti, volontari) si è provveduto ad effettuare delle proiezioni, laddove il dato assoluto non era disponibile. Per le cooperative sociali, poiché esse depositano il bilancio d’esercizio, si è potuto risalire al Valore della produzione del 2012 e al numero dei dipendenti di ogni azienda. Per Associazioni, Enti e Fondazioni si è partiti dai dati delle organizzazioni che hanno compilato il questionario, e utilizzando i valori ottenuti, si è provveduto a “proiettarli” sull’intero universo, così da ottenere una stima sulla città. Quando invece si tratta di dati percentuali o di medie, sono stati utilizzati fedelmente i dati dei rispondenti. 17
  • 18. L’analisidel settoredi welfare Il ValoredellaProduzione 18 2012 N. organizzazioni Val produzione prodotto su BS Val produzione Tot % Brescia su tot Associazioni Welfare 59 € 9.101.358,25 € 26.654.178,42 34% Enti M/E Welfare 21 € 5.719.864,22 € 5.719.864,22 100% Fondazioni Welfare 11 € 51.312.972,44 € 58.197.192,16 88% Coop sociali A Welfare 30* € 28.320.242,51 € 70.307.039,00 40% Totale € 94.454.437,42 € 160.878.273,80 * Nel calcolo non sono state incluse due grandi cooperative con sede legale fuori provincia, che operano in Città in modo molto parziale (un asilo nido, un ATI su assistenza ad personam). Non avendo compilato il questionario e data la parzialità dell’attività bresciana sul totale, particolarmente significativo, dei loro fatturati, si è preferito escluderle dalle analisi economico-aziendali.
  • 19. L’analisidel settoredi welfare Il ValoredellaProduzioneperforma giuridica Associazioni 10% Enti M/E 6% Fondazioni 54% Coop Sociali A 30% 19
  • 20. L’analisidel settoredi welfare Il ValoredellaProduzionesecondola “fonte” 20 Da Pubblico 63% Da Privato per corrispettivi 32% Da Privato per donazioni 5%
  • 21. L’analisi del settoredi welfare Il Capitale Investito medio al 2012 21 Forma giuridica “Totale attivo” medio Associazione € 946.346,51 Cooperativa sociale € 2.108.737,69 Fondazione € 38.881.344,11
  • 22. L’analisi del settoredi welfare Addetti e volontari per forma giuridica 22 2012 N. Organizzazioni Addetti Volontari Associazioni 59 267 2.884 Enti M/E 21 347 520 Fondazioni 11 1.141 470 Coop sociali A 30 1.011 147 TOTALE 2.765 4.021
  • 23. L’analisi del settoredi welfare La spesa privata per caregiver informali Guardando alla spesa in tema welfare, è importante considerare un ulteriore “attore” che non rientra né nella gestione pubblica, né in quella privata del terzo settore. Si tratta delle badanti, che rappresentano un aspetto importante della spesa per welfare, spesa privata non intermediata da organizzazioni. La stima sulla spesa privata per badanti (circa 4.055) a Brescia si aggira intorno ai € 40 milioni. La stima è stata effettuata partendo dal dato di presenza provinciale di badanti (15.873) e parametrandolo alla popolazione della Città sulla popolazione della provincia di Brescia. Inoltre, per definire il costo annuo son state utilizzate le % di riferimento emergenti dallo studio in tema di “retribuzione mensile delle Assistenti familiari in Lombardia”. Fonte: L’assistenza agli anziani in Lombardia tra badanti, famiglie e servizi pubblici. SPI-CGIL Lombardia e IRES, 2013 23
  • 24. L’analisi del settoredi welfare Il budget del welfare cittadino Descrizione Val. Assoluto % Risorse private vs organizzazioni € 35.242.744 26% Da analisi Socialis Risorse private vs badanti € 40.118.697 30% Da ricerca IRS Risorse COMUNE BS vs organizzazioni € 28.000.000 21% Da spesa sociale comunale Altre risorse pubbliche vs organizzazioni (non intermediate da Comune BS) € 31.211.052 23% Da analisi Socialis € 134.572.493 100% 24
  • 25. IL SETTORE DELLA SANITA’ 25
  • 26. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 50 organizzazioni sanitarie: forma giuridica 26 26 38 Associazioni (76%) 7 Cooperative Sociali di tipo A (14%) 5 Fondazioni (10%)
  • 27. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 50 organizzazioni sanitarie: attività 27 27 Associaz. Fondazione Cooperativa Sociale TOT Servizi ospedalieri generali e riabilitativi 7 1 1 9 Servizi per lungodegenti 2 2 3 7 Altri servizi sanitari 29 2 3 34 TOTALE 38 5 7 50
  • 28. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 50 organizzazioni sanitarie: addetti 28 28 Associaz. Fondazione Cooperativa Sociale TOT Servizi ospedalieri generali e riabilitativi 0 1.783 20 1.803 (77%) Servizi per lungodegenti 7 114 105 226 (9,7%) Altri servizi sanitari 52 210 47 309 (13,3%) TOTALE 59 (2,5%) 2.107 (90%) 172 (7,5%) 2.338 Nel settore operano inoltre 57 lavoratori esterni e 24 lavoratori temporanei, per un totale di operatori di 2.419 persone
  • 29. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 50 organizzazioni sanitarie: volontari 29 29 Associaz. Fondazione Cooperativa Sociale TOT Servizi ospedalieri generali e riabilitativi 229 10 0 239 (11,5%) Servizi per lungodegenti 40 0 10 50 (2,4%) Altri servizi sanitari 1.763 10 18 1.791 (86,1%) TOTALE 2.032(97,7%) 20 (1%) 28 (1,3%) 2.080
  • 30. L’analisi del settoresanità I dati economici Proiezione dei rispondenti sul totale Valore assoluto % Totale VdP su Brescia 2012 € 187.378.530 VdP su Brescia da fonte pubblica € 165.829.999 88,5% Vdp su Brescia da fonte privata per corrispettivi € 19.674.746 10,5% Vdp su Brescia da fonte privata per donazioni € 1.873.785 1% “Totale attivo” da stato patrimoniale”, medio, per organizzazione € 64.479.757,02 30
  • 32. I risultati del CensimentoISTAT 2011 Le 41organizzazionidell’istruzioneprimariae secondaria:forma giuridica 32 32 19 Associazioni (47%) 2 Cooperative Sociali di tipo A (5%) 3 Fondazioni (7%) 17 Altre Istituzioni (41%)
  • 33. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 41 organizzazioni dell’istruzione primaria e secondaria: addetti 33 33 Associaz. Fondazione Cooperativa Sociale Altre Istituzioni TOT Istruzione primaria e secondaria 105 12 313 2.014 2.444 % 4,3% 0,5% 12,8% 82,4% 100%
  • 34. I risultati del Censimento ISTAT 2011 Le 44 organizzazioni dell’istruzione: volontari 34 34 Associaz. Fondazione Cooperativa Sociale Altre Istituzioni TOT Istruzione primaria e secondaria 479 1 2 320 802 % 60% 0% 0% 40% 100%
  • 35. L’analisi del settoreistruzione I dati economici Proiezione dei rispondenti sul totale Valore assoluto % Totale VdP su Brescia 2012 € 95.589.862 VdP su Brescia da fonte pubblica € 19.117.972 20% Vdp su Brescia da fonte privata per corrispettivi € 74.560.092 78% Vdp su Brescia da fonte privata per donazioni € 1.911.797 2% “Totale attivo” da stato patrimoniale, medio, per organizzazione € 1.697.941,38 35
  • 37. Alcuni dati conclusivi Distretto del benessere bresciano Welfare Sanità Istruzione Totale Numero organizzazioni 123 50 41 214 Addetti 2.765 2.338 2.444 7.547 Volontari 4.021 2.080 802 6.903 Val produzione € 94.454.437 € 187.378.530 € 95.589.862 € 377.422.829,00 % VdP di provenienza pubblica 63% 88,5% 20% - 37
  • 38. Alcune riflessioniconclusive- I IL PUNTO DI VISTA • È la prima analisi del settore dell’offerta di welfare, sanità, istruzione, da parte dell’ecosistema delle Organizzazioni Non Profit, intese nelle loro diverse forme giuridiche e attività svolte. Specificatamente, lo studio non si limita a presentare le realtà suddette, ma cerca di pesarne il ruolo all’interno dell’economia della città, andando a evidenziare la funzione imprenditoriale del privato sociale, inteso come valore prodotto e come numerosità di posti di lavoro. Ritenere che le organizzazioni no profit – soprattutto nel welfare – siano attori “marginali” è errato, e sottovaluta un ruolo economico di tutto rispetto. LA PROSPETTIVA DELLE POLICY • Inoltre, la ricerca guarda alle diverse forme giuridiche e settori di attività intendendoli quali “distretto”, cioè un insieme di imprese private che operano nello stesso settore e che dovrebbero essere accomunate da politiche di sviluppo congiunte. Si è appositamente utilizzato il condizionale, perché nonostante la città abbia un prevalente soggetto pubblico di riferimento nei singoli settori, spesso manca il coordinamento sull’attività di promozione e sviluppo di soggetti e attività, tipica di un distretto industriale tradizionale. Un’evidenza emersa dalla ricerca è senza dubbio la disomogeneità degli attori, sia in termini di numerosità, che di dimensioni e di tipologie di governo che li caratterizzano. Coordinare realtà così multiformi e differenziate non è certo un obiettivo semplice. 38
  • 39. Alcune riflessioniconclusive- II I NUMERI • Si può comunque asserire che il Distretto del Benessere bresciano conta circa 7.500 addetti e 377 milioni di valore prodotto. Al suo interno le differenze sono notevoli, a fronte di due settori ancora prevalentemente pubblici - sia in termini di numerosità dei player che di risorse immesse – cioè la sanità e l’istruzione, spicca un settore di welfare dove è evidente la ritirata del pubblico a favore del privato. • Se inoltre guardiamo i risultati del Distretto del Benessere e li confrontiamo con i dati congiunturali emessi dalla CCIAA di Brescia al 31/12/2012, il numero di occupati rappresenta il 7% del totale degli occupati della città di Brescia, e il valore pesa per l’8% circa sul PIL della città, contando di più di metallurgia, meccanica e automotive. Per una città tipicamente industriale, qual è Brescia, è un’inversione di visione particolarmente significativa. • Un altro dato particolarmente significativo è quello dei volontari: quasi 7.000 persone sono impegnate in attività di volontariato nel distretto del benessere, questo significa che il 4% dei cittadini bresciani (over 15 anni) si presta per gli altri, nei settori rappresentati. Lo stesso dato rappresenta il 30% del totale dei volontari della città, registrati con il CENSIMENTO ISTAT sulle Organizzazioni Non Profit del 2011. 39
  • 40. Alcune riflessioniconclusive- II IL SUPPORTO ALLE STRATEGIE DI SVILUPPO DELLA CITTA’ • La ricerca aiuta a dare corpo ad un “sentito”, ma “poco monitorato”. • Per quanto riguarda specificatamente il settore di welfare, fornire il dato dell’economia privata non profit, agli attori pubblici che programmano (o co-programmano) le politiche dei territori, è fondamentale per diverse ragioni: • dà conto del peso del privato in un settore tradizionalmente considerato pubblico, questo dovrebbe portare gli attori a rivedere i ruoli e le posizioni nel momento delle decisioni e delle definizioni strategiche e programmatiche; • consente ai soggetti Pubblici di avere il quadro complessivo del settore del welfare, comprendendo le risorse in gioco sul tema e cercando metodi e strumenti per veicolarle in maniera più “ragionata” ed equa; • fornisce la conoscenza necessaria per impostare nuove riflessioni in merito alla pianificazione e progettazione dei Piani di Zona e in generale delle politiche sociali, a fronte delle evoluzioni del settore, della scarsità delle risorse pubbliche e della necessità di ripensare il welfare in ottica più inclusiva, partecipativa e sostenibile. 40