Dogmatico, elitario, velleitario, prevedibile, noioso, incoerente: è il liberale militante nel ritratto sarcastico di Kuliscioff per Laboratorio LibDem
Il Progetto di una maggiore autonomia nell’alveo culturale della sussidiarieta e del pragmatismo, superando le amnesie storico-politiche ed il populismo venetista
Dogmatico, elitario, velleitario, prevedibile, noioso, incoerente: è il liberale militante nel ritratto sarcastico di Kuliscioff per Laboratorio LibDem
Il Progetto di una maggiore autonomia nell’alveo culturale della sussidiarieta e del pragmatismo, superando le amnesie storico-politiche ed il populismo venetista
Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
Saggi neo-marxisti e post-marxisti dal "Corriere della Collera" e dall' "Italia e il Mondo" sul Repubblicanesimo Geopolitico" e la situazione politica mondiale, europea ed italiana, di Massimo Morigi
Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
Raccolta di articoli dal "Corriere della Collera" e dall' "Italia e il Mondo" sul Repubblicanesimo Geopolitico", di Massimo Morigi. A pagina 11 "Geopoliticus Chidld" di Salvodor Dalì. Il Repubblicanesimo Geopolitico è una dottrina filosofico-politica intesa a rinnovare, riallacciandosi alla tradizione politico-filosofico classica e al pensiero di Machiavelli e Karl Marx tutti gli gli attuali canoni interpretativi politici e filosofici.
Nel 2012 il governo Monti ha varato un’agenda digitale per l’Italia. Un passo importante, ma che si scontra con due problemi radicali:
l’arretratezza delle infrastrutture e un forte analfabetismo digitale, ben oltre la media europea; una mancanza di diritti fondamentali come il diritto all’informazione che possano dare sostanza all’agenda digitale.
Questa presentazione offre una breve panoramica dello stato dell’informatizzazione in Italia, dei cambiamenti che l’agenda digitale cerca di introdurre e degli strumenti che possono aiutarla a produrre risultati più radicali.
Nelle ultime slide ci soffermeremo infine sulle proposte dei partiti.
Slide del corso integrativo tenuto da Gianni Sibilla alla IULM nell'aprile 2013, all'interno del corso di Tecniche e generi della fiction radiotelevisiva
Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
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Repubblicanesimo geopolitico copiaincolla ii dal corriere della collera e dal...UNIVERSITY OF COIMBRA
Raccolta di articoli dal "Corriere della Collera" e dall' "Italia e il Mondo" sul Repubblicanesimo Geopolitico", di Massimo Morigi. A pagina 11 "Geopoliticus Chidld" di Salvodor Dalì. Il Repubblicanesimo Geopolitico è una dottrina filosofico-politica intesa a rinnovare, riallacciandosi alla tradizione politico-filosofico classica e al pensiero di Machiavelli e Karl Marx tutti gli gli attuali canoni interpretativi politici e filosofici.
Nel 2012 il governo Monti ha varato un’agenda digitale per l’Italia. Un passo importante, ma che si scontra con due problemi radicali:
l’arretratezza delle infrastrutture e un forte analfabetismo digitale, ben oltre la media europea; una mancanza di diritti fondamentali come il diritto all’informazione che possano dare sostanza all’agenda digitale.
Questa presentazione offre una breve panoramica dello stato dell’informatizzazione in Italia, dei cambiamenti che l’agenda digitale cerca di introdurre e degli strumenti che possono aiutarla a produrre risultati più radicali.
Nelle ultime slide ci soffermeremo infine sulle proposte dei partiti.
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La violenza di genere non ha passaporto, non ha residenza, né fede religiosa: la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne e produce danni e sofferenze fisiche, sessuali e/o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione e la privazione arbitraria di qualunque forma di libertà, fino ad arrivare al furto irreparabile della vita stessa.
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
Proforma - corso universitario di comunicazione politica allo IED: tutte le s...Proforma
Tutti i moduli delle lezioni che Proforma ha tenuto allo IED, all'interno del corso universitario in comunicazione politica.
1. Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria del guru.
2. Governare la complessità nella patria degli analfabeti funzionali.
3. Bari, elezioni comunali 2014: la case-history
4. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le lezioni (Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale, gestione delle comunità online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni)
5. Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali (Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano)
6. Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social media (e cosa possiamo imparare da queste storie)
Presentazione sull'Italia degli Anni Settanta nel contesto del laboratorio di lettura 2014-2015 di Macerata Racconta, dedicato a Morte di un uomo felice di Giorgio Fontanta
Il giornalismo degli sms d'amore pubblicati in prima pagina in nome della libertà di stampa, dei titoli a nove colonne urlati per vendere (?) una copia in più, dei retroscena attesi, sperati e, se proprio non si riesce, inventati può dare lezioni di morale alla politica? (Le slide di Andrea Camorrino per #LaProf19)
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla presidenza della provincia di Torino, si è fatta promotrice di due inchieste riguardanti la distanza tra politica e cittadini e la creatività di Torino; la testimonianze del web sono state raccolte in un e-book scaricabile dal suo sito
La tesi magistrale con cui uno studente lombardo, Matteo Pedrazzini*, si è laureato alla Statale di Milano in Cultura e Storia del Sistema Editoriale, ricostruendo la ‘’lezione giornalistica di Piazza Fontana’’ attraverso l’ analisi del modo con cui i giornali – quotidiani e settimanali – affrontarono la ricostruzione della strage e ne seguirono gli effetti. Via: http://www.lsdi.it/2014/la-lezione-giornalistica-di-piazza-fontana/
Il Sessantotto al cinema: proposte didattichefrantex
Il Sessantotto fu un movimento politico e culturale a carattere internazionale, che interessò le più giovani generazioni sulla base della contestazione ai valori tradizionali dominanti. Pur avendo manifestazioni e obiettivi diversi da luogo a luogo, si caratterizza per alcune caratteristiche comuni, che il cinema colse e diffuse.
I rapporti tra politica ed economia prima e dopo Bretton Woods, ovvero il passaggio dallo stato liberale, centrato sulla libera economia di mercato, al welfare state, nel quale lo stato si fa carico delle condizioni dei ceti meno abbienti, ponendo limiti e restrizioni all'economia.
Invenzione ed innovazione: un’idea semplice, non necessariamente di alto contenuto tecnologico, capace di rivoluzionare un mondo senza soppiantare del tutto ciò che esisteva e di imporsi come nuovo paradigma; non è il gesto di un eroe o di un genio, ma il frutto di un processo collettivo, che coinvolge chi produce l’idea e chi la accoglie; non è un processo lineare - non sempre l’innovatore è capace di giudicarne la portata - mette in contatto mondi diversi, crea cortocircuiti fra saperi separati, rompe schemi e consuetudini.
Diffusione dell'informatica dopo Federico Fagginfrantex
Storia della diffusione dell'informatica dopo l'invenzione del microprocessore: l'incontro/scontro tra le visioni di Steve Jobs e di Bill Gates, a partire dalle ricerche di Douglas Engelbart e dello Xerox Palo Alto Research Center.
Presentazione delle vicende relative al primo computer completamente a transistor del mondo, l'Elea proposto ad Adriano Olivetti da Enrico Fermi, e del Programma 101, il primo personal computer, messo in commercio nel 1965.
Dando seguito ai progetti pionieristici di Vannevar Bush e di Paul Baran, l'Italia fu il terzo Paese in Europa a connettersi in rete, dopo Norvegia e Inghilterra, grazie al gruppo di ricerca fra i più avanzati in Europa ...
Nell'ambito delle "Lezioni di Storia del Novecento" tenute all' ITET “L. EINAUDI” di Bassano del Grappa, un percorso sul fascismo e sulla Resistenza nella città del Grappa.
DIPARTIMENTO DI ITALIANO e STORIA
LEZIONI di STORIA del NOVECENTO
Riflessioni sui rapporti tra politica e vicende economiche, statalismo e neoliberalismo, welfare state e privatizzazioni, a partire da alcuni momenti cruciali della storia del Novecento: la crisi del '29, gli accordi di Bretton Woods, il neoliberismo e la globalizzazione
La Resistenza nel bassanese ed a Cartigliano (Vicenza)frantex
Il contesto generale: i caratteri fondamentali del fascismo, la guerra e l'armistizio dell'8 settembre, la scelta tra la Repubblica Sociale Italiana e la lotta di liberazione. Il contesto bassanese: le prime formazioni partigiane ed il salto di qualità della primavera del 1944, tra aviolanci, sabotaggi e rastrellamenti sempre più terribili, fino alla Liberazione.
Il secondo dopoguerra e la divisione del mondo in blocchifrantex
Nel secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del nazifascismo, gli interessi difficilmente di URSS e USA, le diverse ed incompatibili visioni del
mondo portano al formarsi di due campi antagonistici,
destinati a dar vita ad un ordine mondiale, tendenzialmente bipolare.
L’Europa ne risulta divisa in due contrapposti blocchi di alleanze, in due aree separate e ostili, ideologicamente avverse, caratterizzate da economie e sistemi
politico-ideologici alternativi e legate all’egemonia delle due grandi potenze. La frontiera che divide in due la Germania (1949) e, ancor più, il muro di Berlino che dal
1961 separa la zona sovietica da quelle occidentali della città sono l’espressione tangibile di un mondo diviso in blocchi ...
La prima guerra mondiale, analizzata ripercorrendo gli sviluppi dell'industria di fine secolo e la loro applicazione al conflitto, ovvero "l'industria della morte", per individuare i caratteri determinanti la vittoria, al di là degli schemi strettamente militari e retorici, ovvero come l’amplificazione della capacità annientatrice dei nuovi mezzi tecnologici trasformò lo scontro tra gli opposti eserciti in orrendi massacri.
Il secondo dopoguerra in Germania e la nascita della DDRfrantex
Il secondo dopoguerra in Germania e la nascita della DDR, uno stato basato solo sull'ideologia; i caratteri delle Germania dell'Est, la costruzione del Muro di Berlino e la sua dissoluzione.
Francesco Tessarolo
A distanza di settant’anni dal rastrellamento del Grappa,
gli innumerevoli atti di violenza, le fucilazioni, le case
saccheggiate e messe a fuoco, il terrore sistematicamente
portato in tutto il territorio circostante il massiccio, fino alla
tragica impiccagione di trentun giovani lungo i viali più belli
di Bassano del Grappa esigono non solo che vicende tanto gravi siano ricordate, ma anche che siano adeguatamente comprese ed inquadrate.
Un percorso sulla storia degli Ebrei in Europa, con approfondimenti sulla presenza degli Ebrei nel Veneto, durante la Repubblica di Venezia, e sugli effetti del Codice Napoleonico. Le radici dell'antisemitismo fascista e della legislazione razziale del 1938: la guerra di Etiopia, le mire espansionistiche filoislamiche nel Mediterraneo e l'alleanza con la Germania di Hitler. Le colpe italiane prima dell'Armistizio dell'8 settembre, dai campi di concentramento all'internamento libero nella provincia di Vicenza. La deportazione degli Ebrei di Roma e la collaborazione italiana alla Shoah durante la Repubblica Sociale Italiana.
Il 1943 a Bassano del Grappa, dalla caduta del regime fascista all'8 settembre.
Le drammatiche vicende legate al rastrellamento del Grappa hanno sempre concentrato l’attenzione e le ricerche degli storici: gli innumerevoli atti di violenza, le fucilazioni, le case saccheggiate e messe a fuoco, il terrore sistematicamente portato in tutto il territorio circostante il massiccio, fino alla tragica impiccagione di 31 giovani lungo i viali più belli di Bassano del Grappa sono stati, già dall’immediato dopoguerra, oggetto di appassionate ricostruzioni e meticolose indagini; queste ricerche, tuttavia, hanno finito col porre in secondo piano l'approfondimento di quanto accadeva nella città ai piedi del Grappa, durante i venti lunghi mesi della guerra di liberazione.
A gettare nuova luce su quanto accadeva in città dal 7 ottobre 1943 alla tragica estate del 1944, è però arrivata nel settembre 2011 la pubblicazione del diario del giovane bassanese Lino Camonico, che ha permesso di illuminare in modo del tutto immediato ed assolutamente diretto la vita quotidiana e gli eventi salienti di una Bassano diventata, in pochi mesi, un centro nevralgico del sistema di potere della R.S.I. ed arroventata da un clima di diffidenza ed intimidazioni crescenti; particolarmente prezioso, perché del tutto inedito, il diario ha permesso di delineare con precisione una fitta rete di relazioni personali, appuntamenti, confidenze, commenti, timori ed attese condivisi da un'intera generazione, così come i luoghi di ritrovo cittadini, le letture, il cinema e l’ascolto delle emittenti radio; il quadro della città, puntualmente descritto nel diario, lascia intravedere nettamente in che modo il castello di illusioni propagandistiche, minuziosamente costruito dal regime fascista, fosse definitivamente crollato anche a Bassano e come al suo posto, tra mille incertezze e domande quotidiane, cominciasse a costruirsi un’alternativa, non ancora politica, ma sicuramente già di ordine morale e civile. Il presente lavoro riprende proprio tale quadro, cercando di approfondirne soprattutto il contesto generale e l'evoluzione locale, per mettere al centro dell'indagine il dipanarsi delle principali vicende cittadine e ricostruire il mutare di prospettive ed attese; si concentra però solo sugli eventi relativi al 1943, in considerazione del Settantesimo anniversario del loro accadere: la caduta del regime fascista, l'8 settembre, l’occupazione tedesca della città, il ritorno del fascismo, le prime manifestazioni della Resistenza. Tenendo conto dell'ampio apparato di note che aveva accompagnato la pubblicazione del diario di Lino Camonico, sono state ulteriormente analizzate le pagine del Prealpe, il principale periodico cittadino, ed è stata scandagliata la ricca documentazione dell'Archivio Storico del Comune di Bassano del Grappa.
Un'indagine sociologica sugli orientamenti politici di un campione di studenti del Liceo Ginnasio "Brocchi" di Bassano del Grappa, realizzata dalla classe IV CSO e coordinata dalle docenti Antonia Bavaro e Rosaria Buonincontri nell'ambito dell'iniziativa "Cinema e Costitizione", in relazione alla presentazione dell'Art. 54 della Costituzione.
19. dietro il 20% di inflazione:
nel 2010, le famiglie italiane hanno speso 803 miliardi di
Euro; nel 1970, la spesa era stata di 19 miliardi di euro. Il
totale del contante speso dalle famiglie è quindi aumentato
di circa 37 volte
la quantità di cose comprate in Italia nel 2010 è stata doppia
rispetto a quelle comprate nel 1970
29. lo Stato come un’impresa
per finanziare i servizi che eroga ed i costi per mantenere in
piedi la sua struttura, lo Stato ha quattro soluzioni principali:
chiedere i soldi ai cittadini contribuenti con le tasse
stampare moneta
ridurre spese e servizi
indebitarsi attraverso i titoli sovrani
39. La mia opinione è che il 59% dei «no» non sta a dimostrare,
miracolisticamente, una vittoria del laicismo, del progressismo,
della democrazia: niente affatto. Essa sta a dimostrare invece
che i «ceti medi» sono radicalmente, antropologicamente
cambiati: i loro valori positivi non sono più quelli sanfedisti o
clericali ma sono i valori dell'ideologia edonistica deI consumo e della
conseguente tolleranza modernistica di tipo americano. Il «no» è
stata una vittoria, indubbiamente. Ma la indicazione che esso dà è
quella di una “mutazione” della cultura
italiana: che si allontana tanto dal fascismo tradizionale che dal
progressivismo socialista.
(P.P. Pasolini, Corriere della Sera 10-6-74)
40. Sta di fatto che l'atmosfera della società italiana appariva
completamente mutata. Ogni fiducia nella
possibilità di cambiamento spenta o agonizzante, scematissimo
o Ianguente l'interesse per le ragioni dell'ideologia, vastissima
l'insoddisfazione per gli uomini e gli istituti della vita politica, primi
fra tutti partiti. Insomma, quella che solo poco tempo prima era stata
giudicata una delle società più politicizzate dell'Occidente, sembrava
esprimere ora un massiccio rifiuto della politica. Nel linguaggio
sbrigativo e immaginoso della pubblicistica si è ormai convenuto di
chiamare questa svolta repentina col nome variamente spregiativo di
“riflusso”. (Galli della Loggia, Il trionfo del privato, 1980)
41. Sull’onda della crisi economica e della diffusa violenza politica,
il fascino per le aspirazioni collettive lasciò il posto ad
un’ossessione per i bisogni personali. In un mondo fattosi più
minaccioso, badare al proprio interesse aveva la priorità sulla
promozione della causa comune. Gli anni Settanta furono
un’epoca di cinismi, illusioni perdute e speranze ridimensionate.
La cultura si rivolse non alla collettività ma all’individuo e mise
in discussione non solo le vecchie certezze ma la possibilità
stessa delle certezze.
(Tony Judt, Dopoguerra. Com’è cambiata l’Europa dal 1945 ad
oggi, 2007)
42.
43.
44.
45.
46. Elezioni
politiche 1983
per la prima volta gli elettori
scendono sotto il 90%
una neonata (1980) Liga
Veneta elegge 1 senatore e 1
deputato. La Lega Lombarda
nascerà 6 anni dopo ...
49. Era iniziata negli anni Settanta la corsa irrefrenabile
verso la crescita a dismisura del ceto politico, con
l’avvio delle Regioni e la dilatazione dei consigli di
amministrazione di enti, banche e con 11 mila cariche
di nomina politica nelle U.L.S.S. immediatamente
stipate di “giovani faccendieri in ascesa, opachi
funzionari di seconda fila, apprendisti pronti ad
esibirsi su altri palcoscenici, ex deputati, ex sindaci,
ex assessori”
Silvio Lanaro, Storia dell'Italia repubblicana. L'economia, la
politica, la cultura, la società dal dopoguerra agli anni '90,
Marsilio 1996
50. “... partiti sempre più uguali a se stessi si contendono
ormai il consenso degli elettori, per farlo valere nei
loro reciproci rapporti, ai fini della definizione del
rispettivo potere. La competizione elettorale è
svuotata del suo significato politico proprio e si
caratterizza sempre più sul terreno del voto di
scambio, con un ulteriore incentivo alla corruzione
politica e all'uso del potere ai fini della conquista del
consenso”
Pietro Scoppola, La Repubblica dei partiti. Evoluzione e crisi
di un sistema politico (1945-1996), Il Mulino 1997
51. Quasi paradossalmente, “proprio la sensazione del
crescente distacco fra governati e governanti spinge
la partitocrazia ad occupare ogni spazio possibile”,
nell'illusione di compensare così il potere perduto.
Nell'avanzare del decennio, la percezione
dell'imminente fallimento del bene pubblico - nei suoi
contorni materiali ed etici - anziché frenare sembra
quasi “scatenare gli appetiti, quasi un assalto
all'ultima spiaggia portato avanti con arroganza”
Simona Colarizi e Marco Gervasoni, La cruna dell'ago. Craxi,
il partito socialista e la crisi della Repubblica, Laterza 2005
52. “ ...Corruzione dilagante tra quasi tutti i periti, tra i burocrati comunali,
tra molti professionisti e imprenditori che lavorano con Palazzo
Marino. Campagne elettorali faraoniche pagate con queste ricchezze
illecite. Una sensazione diffusa di immunità che favorisce il pullulare di
tanti piccoli don Rodrigo ogni giorno più protervi. E infine una rabbia
senza rimedio dei cittadini privi di potere, costretti ogni giorno a
sbattere la faccia contro una realtà che il Presidente dell'Ordine degli
Architetti ha descritto con otto parole: «Oggi bisogna pagare anche per
avere il dovuto». Siamo alla tangente come taglia permanente, come
tassa di cittadinanza. Certo, sono tutte cose che sapevamo. Però nella
vita di una città ci sono dei momenti in cui anche il peso delle cose note
diventa insostenibile”
Giampaolo Pansa, “Milano corrotta: nazione infetta”, la
Repubblica 2 ottobre 1990
53. “... l’origine della Grande Malattia è sempre una sola: la
degenerazione dell'intervento pubblico in economia, la
progressiva confusione tra partiti, Stato e impresa pubblica, in
spregio di ogni regola. Una nomenklatura vorace, che in qualche
caso potrebbe essere paragonata a un'associazione a delinquere,
si è impadronita nei favolosi anni '80 prima delle istituzioni poi
delle imprese pubbliche, piegandole ai propri fini. La congiuntura
dava loro ragione: il Paese cresceva, i bilanci erano ricchi, grassi,
e quando erano in rosso niente paura, pagava il contribuente.
Tutto sembrava sopportabile dal sistema: l'incompetenza come
l'ingordigia ...”
Ferruccio De Bortoli, La grande malattia, Corriere della Sera
12 marzo 1993
54. “ ... Ho iniziato giovanissimo, a soli 17 anni, la militanza politica nel
Psi. Ricordo ancora con passione tante battaglie politiche e ideali,
ma ho commesso un errore accettando il sistema, ritenendo che
ricevere contributi e sostegni per il partito si giustificasse in un
contesto dove questo era prassi comune. Un grande velo di ipocrisia
(condiviso da tutti) ha coperto per lunghi anni i modi di vita dei
partiti e i loro sistemi di finanziamento. C'era una cultura tutta
italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere
rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno
solidarietà nel che insieme si definiranno solidarietà nel costruire le
procedure e i comportamenti che violano queste regole ...”
On. Sergio Maroni, lettera del 2 settembre 1992
55.
56.
57. L’ESPLODERE DELL’OPINIONE
PUBBLICA ...
“... Tutte le mattine, un edicolante chiama i clienti strillando:
«Siamo a quota 49», «Oggi 54», «arriveremo a mille». Ieri
passavo per il Veneto in autostrada, mi fermo a un casello e
l'impiegato mi fa: «Preso il Presidente della Regione». E
sorrideva espansivo, giocoso. Il popolo è in festa. Gode di aver
ragione: ha sempre sospettato dello Stato, dei partiti, di tutti i
partiti, di tutti i dirigenti, dai segretari di periferia ai capi
romani, e finalmente ecco le prove ...”
Ferdinando Camon, Tangenti, gioia e furore, La Stampa 8 luglio 1992
58.
59.
60.
61.
62.
63. “Adesso gli scherzi sono finiti,
è arrivato il tempo delle
picconate”, come lui stesso le
definì il 23 marzo 1991, quando
minaccia lo scioglimento delle
camere. “Ho dato al sistema
picconate tali che non possa
essere restaurato, ma debba
essere cambiato”, ripetè l'11
novembre 1991. Restano
famose anche quelle su
Occhetto, “lo zombie coi baffi”
65. Proprio come in un movimento a
valanga, una delegittimazione
senza precedenti del ceto politico
si era assommata a una crisi
gravissima della struttura
economica del paese, scuotendo
alla radice società e istituzioni. Al
centro di tutto, la parabola del
Welfare State italiano: prima
dispensatore di provvidenze
generalizzate, era divenuto
elemento rivelatore della gravità
di una crisi tale da condizionare le
stesse sorti della nostra
democrazia
66. "La caduta del Muro di Berlino
aprì una fase nuova, e
drammatica, della storia
italiana. Poteva essere forse
l'avvio di una svolta orientata.
Invece fu una deriva. Tutti i
mali latenti di questo paese
saltarono improvvisamente a
galla. Erano latenti tre crisi.
Una crisi fiscale, una crisi
morale, una crisi istituzionale.
Esplosero, dandosi la mano,
l'una dopo l'altra ...”
67. “... la «corruzione dall'alto» si incontra con quella - altrettanto e forse più
massiccia - che proviene dal basso, dagli strati profondi della società
italiana. Una alimenta l'altra e se ne alimenta, ed è stato il loro incontro, la
loro indisturbata confluenza che ha determinato la spaventosa proporzione
del male che è sotto i nostri occhi. L'Italia oggi è sola, sia per il discredito
internazionale che sta attirando su di sé sia per una ragione più intima e
segreta. È la solitudine di una società che non riesce a scorgere in se stessa
alcuna fonte vera di orientamento a cui rivolgersi per reintegrare davvero la
propria identità storica e morale. Posta dalla forza delle circostanze davanti
al suo volto peggiore, nessuna autocritica, nessun discorso sincero -
brutalmente sincero, come il caso richiederebbe - squarcia la società
italiana, nessun esame di coscienza. Viceversa sull'orologio italiano l'unica
ora che suona puntuale è quella della demagogia”
Galli della Loggia, Dalle parole ai fatti, Corriere della Sera 1 luglio
1993
68. “... ci domandiamo straniti quanto tempo sia passato da quando l'Italia
- beffata dai giochi dei partiti, sconciata e umiliata dagli scandali,
devastata dai ladri - sentì di essere arrivata ai limiti della propria
pazienza. Tale pazienza era stata anche corresponsabile viltà. L'aver
assunto una vita idiotamente "felicitosa", i cui modelli ci venivano
proposti da anni, aveva sopito ogni nostra capacità di «rifiutare e
rivoltarsi», il crollo del regime ci aprì un nuovo Mar Rosso. Cosa mancò
perché tutto questo diventasse totale coscienza e dunque pratica di vita?
La parte a vista del Paese, ormai frastornata dai colori e dai suoni dei
modelli di cui parlavo prima, anche questa volta non seppe incarnare lo
spirito della rivolta nella pratica quotidiana”
Giovanni Testori, I topi della disfatta, Corriere della Sera 18
novembre 1992
69. “... ci troveremmo oggi così amareggiati e indignati per tante situazioni
incresciose che offuscano la nostra vita politica e amministrativa se
fossimo stati un po’ più vigili, se avessimo allargato lo sguardo oltre le
comodità e l’interesse immediato?
Perché un imprenditore deve ribellarsi alla richiesta di pagare una
tangente? Perché un giornalista deve affrancarsi dal conformismo?
Perché un infermiere deve trattare bene i pazienti scomodi e noiosi?
Perché questi e altri atteggiamenti devono essere la regola e non
l’eroismo di un singolo?”
Lettera pastorale del cardinale Martini in Contro le tangenti
‘‘vigilanza’’, Corriere della Sera 8 novembre 1992
71. Il giocattolo:
il potere riproduce i vizi e le debolezze del
popolo, in un processo di identificazione,
rassicurazione ed autogiustificazione
collettiva, ma, così facendo, perde ogni
autorità; ciò è senza grossi effetti in
condizioni economiche favorevoli,
diventa insopportabile in tempi di crisi ...