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Gianni Lannes dal 1987 svolge all’estero e in Italia il mestiere di giornalista e fotografo libero e indipendente. Specializzato nel traffico di esseri
umani, armi e rifiuti pericolosi. Ha lavorato per Rai e La7, ed inoltre nei settimanali L’Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Io Donna, D La
Repubblica delle Donne, Il Venerdi di Repubblica, Avvenimenti, Diario. Ha scritto inoltre, per i mensili Airone, La Nuova Ecologia, Medicina De-
mocratica, Il Gargano Nuovo. Ha collaborato ai quotidiani Il Manifesto, Liberazione, La Repubblica, L’Indipendente, La Stampa, Il Corriere della
Sera, L’Unità. Nel 2009 ha pubblicato per la casa editrice La Meridiana, il libro NATO: COLPITO E AFFONDATO, un saggio sulla base del quale la
magistratura ha riaperto un caso di strage archiviato nel 1997. Nel corso di questi ultimi due anni a causa della sua inchiesta sulle cosiddette “navi
dei veleni” ha subito alcuni attentati e minacce di morte. Dal 22 dicembre 2009 al 22 agosto 2011 ha vissuto sotto scorta della Polizia di Stato. Il 19
luglio 2011, senza alcuna motivazione, ma con una semplice telefonata il ministero dell’Interno gli ha revocato la protezione dello Stato italiano.

Il Grande Fratello - Strategie del dominio
La fantascienza ha intuito che l’essenza dei totalitarismi è il controllo tecnologico delle informazioni personali. La realtà
si è spinta oltre. Viviamo in un’epoca in cui all’eccesso di “informazione” corrisponde un difetto di sapere: sovente l’ex-
tra occulta. Ma basta scalfire le apparenze per comprendere la realtà. E’ il lavoro di ricerca sul campo che un giornalista
freelance, di chiara fama, come Gianni Lannes ha condotto in prima linea. Il testo spazia, prove alla mano, dall’attività
di spionaggio Echelon sulla popolazione italiana e occidentale, alla democrazia totalitaria che ormai imperversa nel Bel-
paese, solcando in mare le bombe amare e la terapia bellica che oscura i cieli. Il futuro sembra militare, mentre la demo-
crazia si restringe sempre più. Ci sarà un’altra guerra mondiale? Consumatori sempre più imbalsamati, telespettatori
lobotomizzati e utenti imbambolati, avanti, fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della Terra, oscurano il Sole, mentre
la Luna l’hanno già bombardata. E noi?




                         www.dracoedizioni.it           deva@dracoedizioni.it
                                        copyright 2008 Draco Edizioni
Introduzione
La fantascienza ha sempre intuito che l’essenza dei totalitarismi è il controllo tecnologico delle informazioni personali. La realtà le ha dato ragione e così, avanza l’incubo quotidiano. Lo aveva
profetizzato George Orwell nel celeberrimo 1984. Stati totalitari e tecnologia deviata avevano ispirato allo scrittore inglese le telecamere a circuito chiuso che, conficcate nei muri come l’ombra
oblunga di un occhio, sorvegliano costantemente la popolazione, libera, si fa per dire, soltanto di riprodursi senza amare e di divertirsi con i programmi televisivi, sotto lo sguardo onnisciente
del Grande Fratello. Lo aveva compreso Orson Welles. Ma il cinico protagonista di Quarto potere fa sorridere se paragonato ai nuovi colossi dei media che hanno incrinato uno dei gangli vitali
della democrazia: il pluralismo dell’informazione e la libertà di stampa. La macchina da indottrinamento al servizio di potentissimi, e occulti, poteri finanziari è per Noam Chomsky il vero Gran-
de Fratello della società americana e occidentale. Un sistema di propaganda perfetto che si regge su due pilastri. Il primo sforna fiction, soap, reality show e sport per distrarre gli interessi della
gente dai problemi reali. Il secondo indirizza le opinioni di lettori e spettatori, formando convenientemente le nuove classi dirigenti. Già nel 1932 eugenetica e controllo mentale conformavano Il
mondo nuovo di Aldous Huxley. La nuova società è basata sul principio della produzione in serie: vale per i cervelli, come l’auto Ford “T”: la lettera vi sostituisce la croce. Aveva scritto nel 1992
Bruce Sperling, autore di Cyberpunk: «La gente che si trova nel mezzo della rivoluzione tecnologica sta vivendo al di fuori della legge: non perché intenda violarla, ma perché la legislazione
è vaga, obsoleta, draconiana o inadeguata». La conoscenza è potere, la crescita dei sistemi informatici, dell’Information Society, diffonde effetti strani e deleteri sulla distribuzione del potere e
della conoscenza. «Non credo - concludeva - che la democrazia possa prosperare in un ambiente e dove vasti imperi di dati sono criptati, cioè di proprietà di qualcuno». La matrice spezzata
di Sperling è del 1985; il film dei fratelli Wachowski che ha attinto al romanzo risale al 1999. Matrix è il sistema di controllo cerebrale con cui la razza umana è tenuta nell’illusione di vivere in
un mondo che non esiste più da centinaia di anni. Un hacker, Neo, deve liberare l’umanità dal gioco delle macchine e di Matrix, luogo virtuale di miliardi di programmi di controllo cerebrale. La
battaglia di liberazione è un conflitto contro se stessi e le dipendenze, le ideologie e le assuefazioni indotte.
Viviamo in un’epoca in cui all’eccesso di “informazione” corrisponde un difetto di sapere: sovente l’extra nasconde le questioni più importanti e più compromettenti. Ma basta scalfire con un
pò d’attenzione le apparenze che ad ogni costo ci vengono propinate, per comprendere quanto siano diverse le realtà. Vi stiamo osservando. Suona l’ allarme inascoltato: il futuro è dei militari,
nel senso di potere illimitato nelle loro grinfie armate. Uno spettro attraversa il mondo globalizzato e la crisi finanziaria non c’ entra. La presenza inquietante che avanza è il paradigma milita-
rista, vale a dire il potere crescente degli eserciti a tutte le latitudini. E il modello che ne consegue, gerarchico e autoritario, coltivato da tutte le caste con le stellette, siano esse democratiche o
integralistiche, populistiche o rivoluzionarie, incombe sull’ immediato futuro dell’umanità. Questo potere in divisa era parso declinare dopo la fine presunta della guerra fredda anche a seguito
della caduta del muro di Berlino (1989); e invece oggi, smentendo le utopie pacifiste, si dimostra più vivo che mai: accompagna non solo l’ ascesa economica della dittatura capital-comunista
cinese, ma anche, parallelamente, del modello tecnocratico e dinastico indiano, del nuovo militarismo gerarchico giapponese, delle rinnovate ambizioni imperiali russe, e sistematicamente di
tutti i progetti americani fondati sul monopolio della forza e la diffusione a oltranza della “democrazia”. Qui, dunque, sorge il dilemma: di fronte all’ impoverimento del terzo e quarto mondo,
all’inquinamento globale e all’ esaurirsi delle risorse (dal petrolio all’ acqua), come impedire che il modello democratico ceda il passo a quello autoritario? Il bellicismo Usa colpisce non solo




                                                                         www.dracoedizioni.it            deva@dracoedizioni.it
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l’essere umano a qualsiasi latitudine nel suo presente, ma anche nelle generazioni future. Il fenomeno ha un nome ed un cognome: sviluppo planetario di una biologia di guerra, orientata verso
la strategia della contaminazione territoriale per creare situazioni di terrore e crescita dei fattori di rischio per inedite malattie nelle popolazioni all’oscuro, nonché aree di mercato fertili per l’in-
dustria chimico-farmaceutica della iatrogenesi. Di conseguenza: distruggere il bene comune ed il senso di comunità degli esseri umani. Siamo immersi in un mondo inquietante, in cui gli uomini
duri e armati accrescono fatalmente il loro potere, influenzando le scelte della politica. Oltretutto e soprattutto, i cosiddetti “custodi” saranno destinati ad invadere spazi riservati alla sovranità
popolare, incrinando i pilastri stessi della democrazia. Nel bel mezzo c’è l’Italia che ha perso dal 1945 la sovranità militare ed ora ha abdicato a quella monetaria. Avanza la crisi e miete una
tragedia annunciata. Il Belpaese alla deriva adesso affonda.
Ci sarà un’altra guerra mondiale? Un conflitto globale è decollato da un bel pezzo, ma in sordina. Te ne accorgi dal clima che si ingurgita da noi, dal cataclisma autoritario che spira sulle nostre
perdute libertà. Nella società del rischio l’incertezza del futuro genera angoscia, insicurezza ed infine intolleranza. Recita lo slogan: cose buone dal mondo. Insomma, un cancro garantito e certifi-
cato a norma di legge. La nocività come strategia di selezione della specie. Tappa finale: la progressiva rarefazione dei beni ambientali di prima necessità: aria salubre, acqua pulita, terra sicura. I
dati ufficiali parlano chiaro: 10 milioni di italiani sopravvivono in aree gravemente inquinate. E va sempre peggio. Non a caso il codice penale del Belpaese ignora l’ecosistema. Il problema non è la
destra o la sinistra e tantomeno il centro, come aveva intuito Giorgio Gaber. C’è dell’altro. Con le mafie ben compenetrate nello Stato (organiche) che fatturano il 20 per cento del prodotto interno
lordo, è in atto una pacifica e duratura convivenza in vigore dallo sbarco degli Alleati. Segreti, misteri e sangue a fiumane per nascondere traffici di armi, occultamenti di rifiuti, strategie offensive.
Stragi, omicidi, omissioni, insabbiamenti della verità per celare ruberie parastatali ed egemonie belliche. Vi siete mai accorti di quanto sia bello vivere in un paese a sovranità inesistente, che non
può prendere proprie decisioni senza il nullaosta degli USA. Belpaese a sovranità limitata, o più precisamente azzerata, almeno a partire dalle clausole misteriose (ignote perfino agli storici di
professione) dell’armistizio di Cassibile (anno 1943). Da noi imperversano tuttora segreti militari regolamentati da un regio decreto fascista del 1941 in aggiunta ad ombre di Stati e multinazionali
del crimine legalizzato. La nazione italiana occupata dagli Stati Uniti d’America, non è sovrana né indipendente, ma succube. La fragilità italica cova le radici proprio nella lunga sequela di misteri
alimentati a dismisura. Infine, un rosario di accordi internazionali ha annichilito la Costituzione: ultimi in ordine temporale i Trattati di Prüm, Lisbona e Velsen, che assoggettano ogni Stato del
vecchio continente ad una normativa sovranazionale, promulgata da legislatori oscuri e ratificata da parlamentari sulla cresta dell’onda. Tanti, troppi, sotto controllo totale. Alzi la mano chi ha
mai sentito parlare di Eurogendfor: la nuova polizia militare europea che ha assunto poteri e compiti totalmente al di fuori del controllo democratico. Una decisione ratificata anche dal parlamen-
to italiano (opposizione compresa), soltanto nell’anno 2010. L’Echelon italiana, capitolo intercettazioni e spionaggi è una regalo a parte. Il controllo dello Stato si esercita ogni giorno perfino sui
nostri stili di vita individuali. Ormai, con l’ausilio delle nuove tecnologie, i funzionari della norma frugano ogni recesso della nostra esistenza. La nostra vita collettiva si dipana in una gabbia a
cielo aperto. Un esempio? Il nostro corpo appartiene allo Stato: una legge del 1999 consente di prelevare i nostri organi al momento della morte, se in vita non l’abbiamo rifiutato espressamente.
Questo padre degenere ha trasformato la pietà in reato come nel caso dell’eutanasia. In un termine: regressione: come quando intralcia la sofferta scelta dell’aborto. Allora, a chi rendere conto
delle scelte di Governo se le decisioni principali, ammantate dal segreto di Stato, vengono adottate da soggetti come nel caso dell’eterodiretto Monti (un maggiordomo dell’Alta Finanza) e del suo
entourage, che il popolo sovrano non ha mai eletto? Consumatori sempre più imbalsamati, telespettatori lobotomizzati e utenti imbambolati, avanti, fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della
Terra, oscurano il Sole, mentre la Luna l’hanno già bombardata. E noi?




                                                                          www.dracoedizioni.it            deva@dracoedizioni.it
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  • 1. Gianni Lannes dal 1987 svolge all’estero e in Italia il mestiere di giornalista e fotografo libero e indipendente. Specializzato nel traffico di esseri umani, armi e rifiuti pericolosi. Ha lavorato per Rai e La7, ed inoltre nei settimanali L’Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Io Donna, D La Repubblica delle Donne, Il Venerdi di Repubblica, Avvenimenti, Diario. Ha scritto inoltre, per i mensili Airone, La Nuova Ecologia, Medicina De- mocratica, Il Gargano Nuovo. Ha collaborato ai quotidiani Il Manifesto, Liberazione, La Repubblica, L’Indipendente, La Stampa, Il Corriere della Sera, L’Unità. Nel 2009 ha pubblicato per la casa editrice La Meridiana, il libro NATO: COLPITO E AFFONDATO, un saggio sulla base del quale la magistratura ha riaperto un caso di strage archiviato nel 1997. Nel corso di questi ultimi due anni a causa della sua inchiesta sulle cosiddette “navi dei veleni” ha subito alcuni attentati e minacce di morte. Dal 22 dicembre 2009 al 22 agosto 2011 ha vissuto sotto scorta della Polizia di Stato. Il 19 luglio 2011, senza alcuna motivazione, ma con una semplice telefonata il ministero dell’Interno gli ha revocato la protezione dello Stato italiano. Il Grande Fratello - Strategie del dominio La fantascienza ha intuito che l’essenza dei totalitarismi è il controllo tecnologico delle informazioni personali. La realtà si è spinta oltre. Viviamo in un’epoca in cui all’eccesso di “informazione” corrisponde un difetto di sapere: sovente l’ex- tra occulta. Ma basta scalfire le apparenze per comprendere la realtà. E’ il lavoro di ricerca sul campo che un giornalista freelance, di chiara fama, come Gianni Lannes ha condotto in prima linea. Il testo spazia, prove alla mano, dall’attività di spionaggio Echelon sulla popolazione italiana e occidentale, alla democrazia totalitaria che ormai imperversa nel Bel- paese, solcando in mare le bombe amare e la terapia bellica che oscura i cieli. Il futuro sembra militare, mentre la demo- crazia si restringe sempre più. Ci sarà un’altra guerra mondiale? Consumatori sempre più imbalsamati, telespettatori lobotomizzati e utenti imbambolati, avanti, fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della Terra, oscurano il Sole, mentre la Luna l’hanno già bombardata. E noi? www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it copyright 2008 Draco Edizioni
  • 2. Introduzione La fantascienza ha sempre intuito che l’essenza dei totalitarismi è il controllo tecnologico delle informazioni personali. La realtà le ha dato ragione e così, avanza l’incubo quotidiano. Lo aveva profetizzato George Orwell nel celeberrimo 1984. Stati totalitari e tecnologia deviata avevano ispirato allo scrittore inglese le telecamere a circuito chiuso che, conficcate nei muri come l’ombra oblunga di un occhio, sorvegliano costantemente la popolazione, libera, si fa per dire, soltanto di riprodursi senza amare e di divertirsi con i programmi televisivi, sotto lo sguardo onnisciente del Grande Fratello. Lo aveva compreso Orson Welles. Ma il cinico protagonista di Quarto potere fa sorridere se paragonato ai nuovi colossi dei media che hanno incrinato uno dei gangli vitali della democrazia: il pluralismo dell’informazione e la libertà di stampa. La macchina da indottrinamento al servizio di potentissimi, e occulti, poteri finanziari è per Noam Chomsky il vero Gran- de Fratello della società americana e occidentale. Un sistema di propaganda perfetto che si regge su due pilastri. Il primo sforna fiction, soap, reality show e sport per distrarre gli interessi della gente dai problemi reali. Il secondo indirizza le opinioni di lettori e spettatori, formando convenientemente le nuove classi dirigenti. Già nel 1932 eugenetica e controllo mentale conformavano Il mondo nuovo di Aldous Huxley. La nuova società è basata sul principio della produzione in serie: vale per i cervelli, come l’auto Ford “T”: la lettera vi sostituisce la croce. Aveva scritto nel 1992 Bruce Sperling, autore di Cyberpunk: «La gente che si trova nel mezzo della rivoluzione tecnologica sta vivendo al di fuori della legge: non perché intenda violarla, ma perché la legislazione è vaga, obsoleta, draconiana o inadeguata». La conoscenza è potere, la crescita dei sistemi informatici, dell’Information Society, diffonde effetti strani e deleteri sulla distribuzione del potere e della conoscenza. «Non credo - concludeva - che la democrazia possa prosperare in un ambiente e dove vasti imperi di dati sono criptati, cioè di proprietà di qualcuno». La matrice spezzata di Sperling è del 1985; il film dei fratelli Wachowski che ha attinto al romanzo risale al 1999. Matrix è il sistema di controllo cerebrale con cui la razza umana è tenuta nell’illusione di vivere in un mondo che non esiste più da centinaia di anni. Un hacker, Neo, deve liberare l’umanità dal gioco delle macchine e di Matrix, luogo virtuale di miliardi di programmi di controllo cerebrale. La battaglia di liberazione è un conflitto contro se stessi e le dipendenze, le ideologie e le assuefazioni indotte. Viviamo in un’epoca in cui all’eccesso di “informazione” corrisponde un difetto di sapere: sovente l’extra nasconde le questioni più importanti e più compromettenti. Ma basta scalfire con un pò d’attenzione le apparenze che ad ogni costo ci vengono propinate, per comprendere quanto siano diverse le realtà. Vi stiamo osservando. Suona l’ allarme inascoltato: il futuro è dei militari, nel senso di potere illimitato nelle loro grinfie armate. Uno spettro attraversa il mondo globalizzato e la crisi finanziaria non c’ entra. La presenza inquietante che avanza è il paradigma milita- rista, vale a dire il potere crescente degli eserciti a tutte le latitudini. E il modello che ne consegue, gerarchico e autoritario, coltivato da tutte le caste con le stellette, siano esse democratiche o integralistiche, populistiche o rivoluzionarie, incombe sull’ immediato futuro dell’umanità. Questo potere in divisa era parso declinare dopo la fine presunta della guerra fredda anche a seguito della caduta del muro di Berlino (1989); e invece oggi, smentendo le utopie pacifiste, si dimostra più vivo che mai: accompagna non solo l’ ascesa economica della dittatura capital-comunista cinese, ma anche, parallelamente, del modello tecnocratico e dinastico indiano, del nuovo militarismo gerarchico giapponese, delle rinnovate ambizioni imperiali russe, e sistematicamente di tutti i progetti americani fondati sul monopolio della forza e la diffusione a oltranza della “democrazia”. Qui, dunque, sorge il dilemma: di fronte all’ impoverimento del terzo e quarto mondo, all’inquinamento globale e all’ esaurirsi delle risorse (dal petrolio all’ acqua), come impedire che il modello democratico ceda il passo a quello autoritario? Il bellicismo Usa colpisce non solo www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it copyright 2008 Draco Edizioni
  • 3. l’essere umano a qualsiasi latitudine nel suo presente, ma anche nelle generazioni future. Il fenomeno ha un nome ed un cognome: sviluppo planetario di una biologia di guerra, orientata verso la strategia della contaminazione territoriale per creare situazioni di terrore e crescita dei fattori di rischio per inedite malattie nelle popolazioni all’oscuro, nonché aree di mercato fertili per l’in- dustria chimico-farmaceutica della iatrogenesi. Di conseguenza: distruggere il bene comune ed il senso di comunità degli esseri umani. Siamo immersi in un mondo inquietante, in cui gli uomini duri e armati accrescono fatalmente il loro potere, influenzando le scelte della politica. Oltretutto e soprattutto, i cosiddetti “custodi” saranno destinati ad invadere spazi riservati alla sovranità popolare, incrinando i pilastri stessi della democrazia. Nel bel mezzo c’è l’Italia che ha perso dal 1945 la sovranità militare ed ora ha abdicato a quella monetaria. Avanza la crisi e miete una tragedia annunciata. Il Belpaese alla deriva adesso affonda. Ci sarà un’altra guerra mondiale? Un conflitto globale è decollato da un bel pezzo, ma in sordina. Te ne accorgi dal clima che si ingurgita da noi, dal cataclisma autoritario che spira sulle nostre perdute libertà. Nella società del rischio l’incertezza del futuro genera angoscia, insicurezza ed infine intolleranza. Recita lo slogan: cose buone dal mondo. Insomma, un cancro garantito e certifi- cato a norma di legge. La nocività come strategia di selezione della specie. Tappa finale: la progressiva rarefazione dei beni ambientali di prima necessità: aria salubre, acqua pulita, terra sicura. I dati ufficiali parlano chiaro: 10 milioni di italiani sopravvivono in aree gravemente inquinate. E va sempre peggio. Non a caso il codice penale del Belpaese ignora l’ecosistema. Il problema non è la destra o la sinistra e tantomeno il centro, come aveva intuito Giorgio Gaber. C’è dell’altro. Con le mafie ben compenetrate nello Stato (organiche) che fatturano il 20 per cento del prodotto interno lordo, è in atto una pacifica e duratura convivenza in vigore dallo sbarco degli Alleati. Segreti, misteri e sangue a fiumane per nascondere traffici di armi, occultamenti di rifiuti, strategie offensive. Stragi, omicidi, omissioni, insabbiamenti della verità per celare ruberie parastatali ed egemonie belliche. Vi siete mai accorti di quanto sia bello vivere in un paese a sovranità inesistente, che non può prendere proprie decisioni senza il nullaosta degli USA. Belpaese a sovranità limitata, o più precisamente azzerata, almeno a partire dalle clausole misteriose (ignote perfino agli storici di professione) dell’armistizio di Cassibile (anno 1943). Da noi imperversano tuttora segreti militari regolamentati da un regio decreto fascista del 1941 in aggiunta ad ombre di Stati e multinazionali del crimine legalizzato. La nazione italiana occupata dagli Stati Uniti d’America, non è sovrana né indipendente, ma succube. La fragilità italica cova le radici proprio nella lunga sequela di misteri alimentati a dismisura. Infine, un rosario di accordi internazionali ha annichilito la Costituzione: ultimi in ordine temporale i Trattati di Prüm, Lisbona e Velsen, che assoggettano ogni Stato del vecchio continente ad una normativa sovranazionale, promulgata da legislatori oscuri e ratificata da parlamentari sulla cresta dell’onda. Tanti, troppi, sotto controllo totale. Alzi la mano chi ha mai sentito parlare di Eurogendfor: la nuova polizia militare europea che ha assunto poteri e compiti totalmente al di fuori del controllo democratico. Una decisione ratificata anche dal parlamen- to italiano (opposizione compresa), soltanto nell’anno 2010. L’Echelon italiana, capitolo intercettazioni e spionaggi è una regalo a parte. Il controllo dello Stato si esercita ogni giorno perfino sui nostri stili di vita individuali. Ormai, con l’ausilio delle nuove tecnologie, i funzionari della norma frugano ogni recesso della nostra esistenza. La nostra vita collettiva si dipana in una gabbia a cielo aperto. Un esempio? Il nostro corpo appartiene allo Stato: una legge del 1999 consente di prelevare i nostri organi al momento della morte, se in vita non l’abbiamo rifiutato espressamente. Questo padre degenere ha trasformato la pietà in reato come nel caso dell’eutanasia. In un termine: regressione: come quando intralcia la sofferta scelta dell’aborto. Allora, a chi rendere conto delle scelte di Governo se le decisioni principali, ammantate dal segreto di Stato, vengono adottate da soggetti come nel caso dell’eterodiretto Monti (un maggiordomo dell’Alta Finanza) e del suo entourage, che il popolo sovrano non ha mai eletto? Consumatori sempre più imbalsamati, telespettatori lobotomizzati e utenti imbambolati, avanti, fate il nostro gioco. Trivellano il cuore della Terra, oscurano il Sole, mentre la Luna l’hanno già bombardata. E noi? www.dracoedizioni.it deva@dracoedizioni.it copyright 2008 Draco Edizioni