Lo Schema DiSC
DiSC Classic si basa su di uno schema a quattro quadranti che descrive in maniera affidabile i quattro stili del comportamento umano: Dominanza (D), Influenza (i), Stabilità (S), e Coscienziosità (C). Alcune persone rientrano in uno stile, altre in due ed alcune possono rientrare in tre.
In che modo il vostro stile DiSC si differenzia da altri stili DISC? Che cosa avete in comune con gli altri stili DiSC? Lo schema DiSC vi aiuterà a capire queste domande importanti. Ogni stile DiSC ha qualche cosa in comune con gli stili adiacenti. Le persone che agiscono in base agli stili C e S hanno la tendenza a percepirsi come meno forti dell'ambiente; questo significa che potrebbero essere più propensi ad adattarsi a quanto li circonda in quanto ritengono di non averne controllo diretto o di averne poco. D'altra parte, le persone che agiscono in base agli stili D e i tendono a percepirsi come più forti del loro ambiente, pertanto potrebbero essere più assertivi in quanto hanno la sensazione di avere un maggiore controllo sull'ambiente circostante. Inoltre gli stili D e C percepiscono l'ambiente circostante come sfavorevole (oppure non accogliente e ostile) e gli stili i e S tendono a vedere il loro ambiente in termini favorevoli (oppure amichevole e di sostegno).
Raggiungere un equilibrio interiore senza prevaricare e senza soffocare se stessi, riconoscere e gestire emozioni e sentimenti, rispondere alle critiche senza aggredire né subire; comunicare con un semplice gesto; sono alcuni aspetti del comportamento assertivo.
L’assertività o “arte di rapporto interpersonale”, è una componente indispensabile di ogni individuo che vuole conoscere le regole di una comunicazione chiave, efficace e convincente.
Nata negli Stati Uniti negli anni quaranta, si è subito rivelata come una delle procedure di “behaviour therapy” a più ampio raggio di azione.
L’importanza dell’assertività è venuta crescendo parallelamente allo sviluppo della scienza del comportamento ed è oggi una delle discipline fondamentali della formazione nell’ambito aziendale, sanitario, scolastico e degli Enti pubblici.
Dalla natura dell’assertività alla sua storia, dalle caratteristiche della personalità assertiva al processo per realizzarla, dalle tecniche non verbali di comunicazione a quelle verbali, dalla teoria dei diritti delle persone alla perspicuità del pensiero, dalle tecniche della motivazione all’arte della critica: il corso di formazione delinea la complessa costruzione dell’assertività e ne considera l’applicazione dei comportamenti pratici in rapporto con l’etica professionale.
La logica del miglioramento continuo costituisce uno strumento indispensabile per progettare lo sviluppo delle organizzazioni produttive. Essa opera attraverso un modello costituito da 4 fasi, ciclicamente ripetute, di pianificazione (PLAN), attuazione (DO), verifica (CHECK) e miglioramento (ACT), secondo lo schema proposto dall’esperto di sistemi organizzativi W. E. Deming.
Questo corso parte dalla messa a fuoco dei concetti chiavi per poi passare alla messa a fuoco di una strategia di azione per il miglioramento continuo delle organizzazioni di servizi.
Cosa significa qualità? Quali elementi peculiari caratterizzano i servizi rispetto ai prodotti? E quali sono gli elementi specifici per lo sviluppo della qualità di un servizio?
La pianificazione di un processo di sviluppo della qualità dei servizi ruota intorno alle tre dimensioni del miglioramento continuo, dell’orientamento al cliente e di una gestione sistematica dell’attività in corso.
Come si articola nel dettaglio un ciclo di miglioramento continuo secondo lo schema di Deming?
Il concetto di Kaizen, ossia il miglioramento continuo a piccoli passi che coinvolge attivamente tutto il personale dell’azienda, attraverso un processo di cambiamento di valori, attitudini, comportamenti e culture organizzative.
Il ruolo delle tecniche di problem solving nella pianificazione di un sistema di miglioramento continuo della qualità.
Il ruolo chiave della soddisfazione del cliente e della comprensione delle sue esigenze alla base della sua domanda di servizio. Il rapporto tra qualità attesa e percepita come criterio di verifica della qualità del servizio, per la messa in moto del processo di miglioramento continuo.
Come tutto ciò si traduce nella logica della norma ISO 9001 e nella realizzazione di sistemi di gestione per la qualità secondo questa norma?
Organizzazione per processi e struttura dei sistemi qualità ISO 9001. Strumenti documentali per il monitoraggio e miglioramento della qualità e cultura della qualità e dell’orientamento al cliente nelle aziende di servizi.
La reconnaissance une valeur négligée.pdfAgile En Seine
Feedbacks du manager, entretien individuel, mail de félicitations… « 81% des collaborateurs sont motivés à travailler plus dur lorsque leur management leur manifeste de la reconnaissance. »*
La reconnaissance : c’est bien plus qu’une motivation à travailler davantage et surtout, cela ne devrait plus être réduit aux actions des managers. JUSTEMENT, en équipe agile, on parle : d’autonomie, de confiance, de transparence et de communication. Et on profite de la rétrospective pour verbaliser et accepter des MERCIS, car le coach a dit que c’était le bon moment pour le faire. Mais il écrit nulle part que la reconnaissance devrait être pratiquée par tous et au quotidien. Oui, peut-être parce que cela devrait être inné et naturel ?
POURTANT, ce n’est pas le cas.
Trop souvent, on coache l’expression de la reconnaissance sur l’ensemble des membres d’une équipe, et pas seulement sur le management. Une équipe Agile qui fonctionne, ce sont aussi des membres d’équipe qui savent se motiver entre eux et qui ont envie de souligner un effort fourni, une réussite individuelle ou collective. Pourquoi et comment donner du sens à cette valeur sans en faire trop ? Avoir de la gratitude pour qui, quand et sur quoi ? Et quels bénéfices pour une équipe qui sait « reconnaitre » ?
Cessons de la négliger.
*Enquête Glassdoos Employee Appreciation Survey menée par Harris Interactive – 2020
Assurer un milieu de travail sain: mécanismes de prévention du harcèlement ps...IMAQuebec
Conférence de Dominique Jarvis, directrice du Bureau d'intervention et de prévention en harcèlement psychologique à l'UQAM présentée dans le cadre du colloque de l'IMAQ sur le harcèlement psychologique : bilan et perspectives d'avenir, le 15 novembre 2012
Lo Schema DiSC
DiSC Classic si basa su di uno schema a quattro quadranti che descrive in maniera affidabile i quattro stili del comportamento umano: Dominanza (D), Influenza (i), Stabilità (S), e Coscienziosità (C). Alcune persone rientrano in uno stile, altre in due ed alcune possono rientrare in tre.
In che modo il vostro stile DiSC si differenzia da altri stili DISC? Che cosa avete in comune con gli altri stili DiSC? Lo schema DiSC vi aiuterà a capire queste domande importanti. Ogni stile DiSC ha qualche cosa in comune con gli stili adiacenti. Le persone che agiscono in base agli stili C e S hanno la tendenza a percepirsi come meno forti dell'ambiente; questo significa che potrebbero essere più propensi ad adattarsi a quanto li circonda in quanto ritengono di non averne controllo diretto o di averne poco. D'altra parte, le persone che agiscono in base agli stili D e i tendono a percepirsi come più forti del loro ambiente, pertanto potrebbero essere più assertivi in quanto hanno la sensazione di avere un maggiore controllo sull'ambiente circostante. Inoltre gli stili D e C percepiscono l'ambiente circostante come sfavorevole (oppure non accogliente e ostile) e gli stili i e S tendono a vedere il loro ambiente in termini favorevoli (oppure amichevole e di sostegno).
Raggiungere un equilibrio interiore senza prevaricare e senza soffocare se stessi, riconoscere e gestire emozioni e sentimenti, rispondere alle critiche senza aggredire né subire; comunicare con un semplice gesto; sono alcuni aspetti del comportamento assertivo.
L’assertività o “arte di rapporto interpersonale”, è una componente indispensabile di ogni individuo che vuole conoscere le regole di una comunicazione chiave, efficace e convincente.
Nata negli Stati Uniti negli anni quaranta, si è subito rivelata come una delle procedure di “behaviour therapy” a più ampio raggio di azione.
L’importanza dell’assertività è venuta crescendo parallelamente allo sviluppo della scienza del comportamento ed è oggi una delle discipline fondamentali della formazione nell’ambito aziendale, sanitario, scolastico e degli Enti pubblici.
Dalla natura dell’assertività alla sua storia, dalle caratteristiche della personalità assertiva al processo per realizzarla, dalle tecniche non verbali di comunicazione a quelle verbali, dalla teoria dei diritti delle persone alla perspicuità del pensiero, dalle tecniche della motivazione all’arte della critica: il corso di formazione delinea la complessa costruzione dell’assertività e ne considera l’applicazione dei comportamenti pratici in rapporto con l’etica professionale.
La logica del miglioramento continuo costituisce uno strumento indispensabile per progettare lo sviluppo delle organizzazioni produttive. Essa opera attraverso un modello costituito da 4 fasi, ciclicamente ripetute, di pianificazione (PLAN), attuazione (DO), verifica (CHECK) e miglioramento (ACT), secondo lo schema proposto dall’esperto di sistemi organizzativi W. E. Deming.
Questo corso parte dalla messa a fuoco dei concetti chiavi per poi passare alla messa a fuoco di una strategia di azione per il miglioramento continuo delle organizzazioni di servizi.
Cosa significa qualità? Quali elementi peculiari caratterizzano i servizi rispetto ai prodotti? E quali sono gli elementi specifici per lo sviluppo della qualità di un servizio?
La pianificazione di un processo di sviluppo della qualità dei servizi ruota intorno alle tre dimensioni del miglioramento continuo, dell’orientamento al cliente e di una gestione sistematica dell’attività in corso.
Come si articola nel dettaglio un ciclo di miglioramento continuo secondo lo schema di Deming?
Il concetto di Kaizen, ossia il miglioramento continuo a piccoli passi che coinvolge attivamente tutto il personale dell’azienda, attraverso un processo di cambiamento di valori, attitudini, comportamenti e culture organizzative.
Il ruolo delle tecniche di problem solving nella pianificazione di un sistema di miglioramento continuo della qualità.
Il ruolo chiave della soddisfazione del cliente e della comprensione delle sue esigenze alla base della sua domanda di servizio. Il rapporto tra qualità attesa e percepita come criterio di verifica della qualità del servizio, per la messa in moto del processo di miglioramento continuo.
Come tutto ciò si traduce nella logica della norma ISO 9001 e nella realizzazione di sistemi di gestione per la qualità secondo questa norma?
Organizzazione per processi e struttura dei sistemi qualità ISO 9001. Strumenti documentali per il monitoraggio e miglioramento della qualità e cultura della qualità e dell’orientamento al cliente nelle aziende di servizi.
La reconnaissance une valeur négligée.pdfAgile En Seine
Feedbacks du manager, entretien individuel, mail de félicitations… « 81% des collaborateurs sont motivés à travailler plus dur lorsque leur management leur manifeste de la reconnaissance. »*
La reconnaissance : c’est bien plus qu’une motivation à travailler davantage et surtout, cela ne devrait plus être réduit aux actions des managers. JUSTEMENT, en équipe agile, on parle : d’autonomie, de confiance, de transparence et de communication. Et on profite de la rétrospective pour verbaliser et accepter des MERCIS, car le coach a dit que c’était le bon moment pour le faire. Mais il écrit nulle part que la reconnaissance devrait être pratiquée par tous et au quotidien. Oui, peut-être parce que cela devrait être inné et naturel ?
POURTANT, ce n’est pas le cas.
Trop souvent, on coache l’expression de la reconnaissance sur l’ensemble des membres d’une équipe, et pas seulement sur le management. Une équipe Agile qui fonctionne, ce sont aussi des membres d’équipe qui savent se motiver entre eux et qui ont envie de souligner un effort fourni, une réussite individuelle ou collective. Pourquoi et comment donner du sens à cette valeur sans en faire trop ? Avoir de la gratitude pour qui, quand et sur quoi ? Et quels bénéfices pour une équipe qui sait « reconnaitre » ?
Cessons de la négliger.
*Enquête Glassdoos Employee Appreciation Survey menée par Harris Interactive – 2020
Assurer un milieu de travail sain: mécanismes de prévention du harcèlement ps...IMAQuebec
Conférence de Dominique Jarvis, directrice du Bureau d'intervention et de prévention en harcèlement psychologique à l'UQAM présentée dans le cadre du colloque de l'IMAQ sur le harcèlement psychologique : bilan et perspectives d'avenir, le 15 novembre 2012
Performance management (PM) includes activities which ensure that goals are consistently being met in an effective and efficient manner. Performance management can focus on the performance of an organization, a department, employee, or even the processes to build a product or service, as well as many other areas.
PM is also known as a process by which organizations align their resources, systems and employees to strategic objectives and priorities.[1]
Presentation given by Benoît Tricourt, Belgium, at the seminar on information systems for human resources management in public administration, organised by SIGMA and the Direction générale de la fonction publique algérienne in Algiers, 7-8 December 2012.
Dr. Kollár Csaba: A coach szerepe a munkahelyi kiégés (burnout szindróma) kom...Csaba KOLLAR (Dr. PhD.)
Dr. Kollár Csaba: A coach szerepe a munkahelyi kiégés (burnout szindróma) komplex kezelésében
Elhangzott:
III. Magyarországi Corporate Coaching Konferencia
Programadó Házigazda: CoachOK Szakmai Szövetség és vendégei
2013. november 19. (kedd)
1095 Budapest, Lechner Ödön sétány 9. K&H székház
Seminarmaterialien zum Download (Anmeldung erforderlich, kostenlos)
www.hannemann-training.de
Kurse regelmäßig an VHS Berlin und Frankfurt a.M., "Platzhirsch oder Mauerblümchen? Selbstmarketing mit Charme"
Presentazione in 33 slides sui fenomeni sociali dello stereotipo e del pregiudizio con riferimenti a: Teoria dell'Identità Sociale, Biases, esprimento di Duncan, esperimento di Robber Cave.
Nella linkografia sono indicati i siti da cui sono stati ripresi, rielaborandoli, i testi della presentazione.
Conferenza Prof. Andrea Sianesi - Scenari e trend di evoluzione nel supply ch...Concordia Srl
SCENARI E TREND DI EVOLUZIONE NEL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
Nella presentazione si procederà all’illustrazione dei principali link tra scenari e ricadute sul SCM: tra gli scenari si annoverano ad esempio la Globalizzazione dei sistemi logistico produttivi e la Decentralizzazione e deverticalizazione, con ricadute quali la necessità di gestire la complessità in termini di articolazione societaria, la necessità di gestire la coesistenza di filiali e plant “nel mondo” ed il fabbisogno di visibility; un altro trend è la priorità alla competizione sul tempo senza dimenticarsi il costo, che si traduce in fabbisogno di sistemi che assicurino sia date di consegna “veritiere”, sia ottimizzazione dei piani, in fabbisogno di integrare controllo capacità e controllo disponibilità di materiali in sede di Planning ed infine nella necessità di Integrazione (visibility) dello shop floor interno e degli avanzamenti presso i partner esterni; infine la competizione sempre di più sulla diversificazione, fatto che porta alla “mass customization” in quasi tutti i settori, e quindi gamme sempre più ampie, prodotti sempre più complessi e personalizzati e ciclo di vita dei prodotti sempre più breve, fattori che si traducono in un fabbisogno di supportare il pianificatore e/o programmatore con strumenti agili (tempi di risposta veloci), orientati alla simulazione e che che assicurino la massima visibilità sugli avanzamenti, nonché in fabbisogno di gestire l’incertezza (portafogli certi solo a breve) ed in fabbisogno di velocity nel processo decisionale.
A valle di questa illustrazione di scenari e ricadute si analizzerà quali sono le principali critical issues che oggi i Supply Chain Manager devono affrontare per riuscire a soddisfare i propri compiti critici.
Relatore: Prof. Andrea Sianesi | Professore ordinario di Supply Chain Management e Associate Dean della School of Management del Politecnico di Milano. Autore di più di 100 pubblicazioni scientifiche e numerosi libri su temi di gestione industriale.
Da più di 25 anni svolge attività di consulenza direzionale sui temi di Operations & Supply Chain Management in Europa e Asia.
Membro di CdA e di comitati esecutivi di aziende multinazionali e organismi accademici nazionali e internazionali.
Performance management (PM) includes activities which ensure that goals are consistently being met in an effective and efficient manner. Performance management can focus on the performance of an organization, a department, employee, or even the processes to build a product or service, as well as many other areas.
PM is also known as a process by which organizations align their resources, systems and employees to strategic objectives and priorities.[1]
Presentation given by Benoît Tricourt, Belgium, at the seminar on information systems for human resources management in public administration, organised by SIGMA and the Direction générale de la fonction publique algérienne in Algiers, 7-8 December 2012.
Dr. Kollár Csaba: A coach szerepe a munkahelyi kiégés (burnout szindróma) kom...Csaba KOLLAR (Dr. PhD.)
Dr. Kollár Csaba: A coach szerepe a munkahelyi kiégés (burnout szindróma) komplex kezelésében
Elhangzott:
III. Magyarországi Corporate Coaching Konferencia
Programadó Házigazda: CoachOK Szakmai Szövetség és vendégei
2013. november 19. (kedd)
1095 Budapest, Lechner Ödön sétány 9. K&H székház
Seminarmaterialien zum Download (Anmeldung erforderlich, kostenlos)
www.hannemann-training.de
Kurse regelmäßig an VHS Berlin und Frankfurt a.M., "Platzhirsch oder Mauerblümchen? Selbstmarketing mit Charme"
Presentazione in 33 slides sui fenomeni sociali dello stereotipo e del pregiudizio con riferimenti a: Teoria dell'Identità Sociale, Biases, esprimento di Duncan, esperimento di Robber Cave.
Nella linkografia sono indicati i siti da cui sono stati ripresi, rielaborandoli, i testi della presentazione.
Conferenza Prof. Andrea Sianesi - Scenari e trend di evoluzione nel supply ch...Concordia Srl
SCENARI E TREND DI EVOLUZIONE NEL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
Nella presentazione si procederà all’illustrazione dei principali link tra scenari e ricadute sul SCM: tra gli scenari si annoverano ad esempio la Globalizzazione dei sistemi logistico produttivi e la Decentralizzazione e deverticalizazione, con ricadute quali la necessità di gestire la complessità in termini di articolazione societaria, la necessità di gestire la coesistenza di filiali e plant “nel mondo” ed il fabbisogno di visibility; un altro trend è la priorità alla competizione sul tempo senza dimenticarsi il costo, che si traduce in fabbisogno di sistemi che assicurino sia date di consegna “veritiere”, sia ottimizzazione dei piani, in fabbisogno di integrare controllo capacità e controllo disponibilità di materiali in sede di Planning ed infine nella necessità di Integrazione (visibility) dello shop floor interno e degli avanzamenti presso i partner esterni; infine la competizione sempre di più sulla diversificazione, fatto che porta alla “mass customization” in quasi tutti i settori, e quindi gamme sempre più ampie, prodotti sempre più complessi e personalizzati e ciclo di vita dei prodotti sempre più breve, fattori che si traducono in un fabbisogno di supportare il pianificatore e/o programmatore con strumenti agili (tempi di risposta veloci), orientati alla simulazione e che che assicurino la massima visibilità sugli avanzamenti, nonché in fabbisogno di gestire l’incertezza (portafogli certi solo a breve) ed in fabbisogno di velocity nel processo decisionale.
A valle di questa illustrazione di scenari e ricadute si analizzerà quali sono le principali critical issues che oggi i Supply Chain Manager devono affrontare per riuscire a soddisfare i propri compiti critici.
Relatore: Prof. Andrea Sianesi | Professore ordinario di Supply Chain Management e Associate Dean della School of Management del Politecnico di Milano. Autore di più di 100 pubblicazioni scientifiche e numerosi libri su temi di gestione industriale.
Da più di 25 anni svolge attività di consulenza direzionale sui temi di Operations & Supply Chain Management in Europa e Asia.
Membro di CdA e di comitati esecutivi di aziende multinazionali e organismi accademici nazionali e internazionali.
LE SOLUZIONI SAP PER LA LOGISTICA OPERATIVA: WM, LES ED EWM. QUAL È LA SOLUZIONE GIUSTA?
Al di là del layout di magazzino, delle merceologie movimentate, del volume di transazioni, della complessità logistica e della presenza o meno di automazione, arriva un momento in cui, per ogni responsabile della logistica è necessario effettuare delle scelte sul sistema WMS più adatto alle proprie esigenze. All’interno delle soluzioni applicative SAP esistono differenti vie per ottimizzare i processi di movimentazione di magazzino: SAP WM – Warehouse Management, SAP LES – Logistic Execution System si pone come significativa ed importante estensione di SAP WM, e SAP EWM – Extended Warehouse Management, soluzione rivolta al controllo di magazzini grandi e ad alto livello di complessità.
Questa relazione illustra, in via del tutto generale e senza alcun orientamento preconcetto, tutte le opzioni disponibili al fine di poter supportare la scelta in funzione di differenti requisiti funzionali.
Relatore: Roberto Canova | Amministratore Delegato di Erredi Consulting. Fin dall’avvio nel 1983 della sua attività professionale nel Gruppo Pirelli, è stato particolarmente attivo sui temi della movimentazione automatica nei magazzini e della loro informatizzazione. Nel 1994 avvia Datilog quale iniziativa di successo focalizzata sui temi del Warehouse e del Trasportation Management e dal 2012 è Socio Fondatore ed Amministratore Delegato di Erredi Consulting.
Prima lezione del corso di laurea magistrale "Supply chain Management & Operations" nel corso di Scienze economico aziendali indirizzo getione di impresa Facoltà di Economia Università di Palermo, Prof. Gandolfo Dominici
Lezione 2, SCM & operations, prof. Gandolfo Dominici, Università di PalermoGandolfo Dominici
Lezione 2, SCM & operations, prof. Gandolfo Dominici, Università di Palermo, Corso di Laurea Magistrale in Scienze Econonico aziendali, indirizzo gestione delle imprese, Facolta di Economia
Lezione Scm & operations scorte risorse lean mrp prof. Gandolfo Dominici Università di Palermo CDL magistrale in Scienze Economico aziendali Facoltà di Economia
Introduzione al corso di Gestione dei Processi - prof. Gandolfo Dominici- Università di Palermo - Laurea Magistrale in Scienze Economico-aziendali LM77 - A.A, 2012-2013
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTINGlogisticaefficiente
L'INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEI MAGAZZINI - SIMCO CONSULTING
il magazzino moderno, progettare o riorganizzare il magazzino, studio di fattibilità, stima dell'investimento e soluzioni alternative
Officina delle Operations - Case Study: La Riduzione del valore di magazzino
La riduzione del valore di magazzino è una priorità per molte aziende. Ma è anche un’opportunità per migliorarne i processi chiave?
Negli ultimi anni la spinta verso la riduzione del capitale circolante è aumentata rapidamente. Di conseguenza, molti progetti di miglioramento degli indici di rotazione sono stati lanciati sia su scala globale che locale. Alcuni si sono conclusi con successo, altri, pur avendo impegnato molte risorse, non hanno portato i risultati attesi.
La riduzione del valore di magazzino è, dunque, un obiettivo che le aziende dovrebbero ricercare di per sé o è – piuttosto – il risultato più tangibile dell’implementazione di processi migliori?
Quali sono gli elementi chiave per ottenere un trend di riduzione durevole nel tempo, pur in presenza di un ambiente mutevole?
Stefano Ruffini
Director of Continuous Improvement Europe, Circor
DSF2017 - Demand, Supply chain, Revenue - ACTOR for AUTOGRILLACTOR
Presentation of the speech held by Fabio Armari (Head of Operations Planning Autogrill) at the "Decision Science Forum 2017" event dedicated to Business Analytics for Demand, Supply chain, Revenue
Il Ciclo della Reattività Aziendale (C.R.A.) è uno strumento pratico sviluppato specificatamente per adeguare la gestione delle imprese della ristorazione alla situazione complessa causata dalla pandemia Covid-19. Il Ciclo della Reattività Aziendale è stato progettato per permettere la presa delle decisioni strategiche e la loro attuazione nell’operatività quotidiana aziendale in tempi brevi e con risorse umane ed economiche ridotte, permettendo di generare una risposta flessibile ai continui stop and go/up and down a catena come quelli che stiamo patendo in questo periodo.
Questo strumento di gestione permette di:
• aggiornare e adattare velocemente le scelte strategiche e tattiche in base al cambiamento del contesto provocato dall’evolversi della crisi;
• trasformare le scelte strategiche e tattiche in un piano operativo concreto e facilmente attuabile;
• eseguire tale piano in breve tempo e con le poche risorse a disposizione.
Segui il link sottostante per l’articolo su Italia a Tavola:
https://www.italiaatavola.net/professioni/gestione-formazione/2021/1/13/in-tempo-di-crisi-conta-adattarsi-ristorante-puo-reagire/72969/
Buona lettura e buon lavoro,
Enrik
Innovazione tecnologica nelle Imprese industriali: le risposte alle esigenze di
competere più efficacemente.
Le Imprese Manifatturiere trovano in Sogesi tutte le risorse necessarie per un progetto strategico che consenta loro di rafforzare le aree strategiche del business.
Officina del 27 Febbraio 2014
The Association for Supply Chain&Operations Management
Le Aziende sono sempre più orientate al mercato in un'ottica di rapidità ed efficienza, e ciò sta evidenziando quanto sia strategica la gestione globale e condivisa della supply chain: dalla formazione - e successivi aggiornamenti - delle previsioni di vendita e dal completo coinvolgimento di Fornitori e sub-Fornitori, fino all’efficienza ed eccellenza operativa in ogni fase per arrivare infine al Cliente finale.
Gestire la supply chain significa focalizzare tutte le funzioni aziendali ai processi e alle decisioni che governano i flussi di materiali e informazioni tra l’impresa e il mondo esterno, andando oltre il modello tradizionale di vendita e produzione.
Relatore: Carlo Bonato
Laureato in Ingegneria Meccanica nel 1990 presso l’Università degli Studi di Padova, inizia la carriera nel settore automotive, prima in FIAT e poi in Ferrari. Dopo una significativa esperienza nel mondo della consulenza, nel 2001 fonda la società “Productility srl – Operational Performance Improvement” per offrire servizi integrati di consulenza, formazione e assistenza specialistica nel campo dell’ottimizzazione delle prestazioni globali d’impresa. Lavora in aziende nazionali e internazionali nell’area EMEA e USA, e collabora a progetti internazionali per la CE - Commissione Europea e l’EBRD - Banca Europea dello Sviluppo e della Ricostruzione.
Economia dei Sistemi Produttivi 11 gestione della produzione3
1. 1
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TRE
A. A. 2013/2014
Corso di Economia dei Sistemi Produttivi
Francesca A. Iacobone
Antonio Lerro
Modulo 2 – Gestione della Produzione (GP)
Parte III
2. 2
Modulo di Gestione della Produzione
Testo di riferimento: Chase, R.B., Jacobs, R.F., Grando, A., Sianesi, A. (2011, terza edizione)
Operations Management, McGraw-Hill, Milano.
Parte I. Strategia delle operations e gestione del
cambiamento
Cap. 1 – Introduzione
Cap. 2 – Strategia delle operations e competitività
Cap. 3 – La progettazione del prodotto
3. 3
Parte II. Progettazione e selezione dei processi
Parte II a
Cap. 4 – Analisi dei processi
Cap. 5 – Progettazione e selezione dei processi nelle
produzioni industriali
Parte II b
Cap. 7 – Il Total Quality Management
Cap. 10 – Strategia della Supply Chain
Cap. 12 – Just-in-time e lean system
4. 4
Parte III. Pianificazione e controllo della supply chain
Cap. 13 – Previsione
Cap. 11 – Gestione strategica della capacità
Cap. 14 – Pianificazione aggregata delle vendite e
delle operations
Cap. 15 – Controllo delle scorte
Cap. 16 – Material Requirements Planning (attenta
lettura)
6. 6
Quanto dovrei produrre per raggiungere i miei
obiettivi strategici e quelli fissati a budget?
Quanto posso produrre rispetto ai miei assets?
Posso accettare un nuovo ordine dal cliente?
Mi conviene fare ricorso a produttori esterni?
Previsione della domanda, gestione della
capacità produttiva, evasione dell’ordine,
controllo delle scorte
7. 7
Introduzione
La domanda da parte della clientela è la linfa vitale di ogni
attività d’impresa. Tuttavia, i clienti possono ‘presentarsi’ in
modo inaspettato e l’organizzazione subire dei contraccolpi:
la qualità, la capacità di risposta e il servizio alla clientela
potrebbero soffrirne
L’impresa ben gestita prevede la domanda ed è
ragionevolmente preparata quando la domanda effettivamente
si concretizza
8. 8
Gestione della domanda (GD): overview
L’attività di GD si caratterizza per la sua articolazione e per
la condivisione di reponsabilità di differenti competenze ed
uffici aziendali, ed è generalmente coordinata da un apposito
team che ingloba le divisioni marketing, finanza e
amministrazione, produzione.
La GD ha obiettivi di breve (meno di 6 mesi), medio (6-18
mesi) e lungo termine (oltre i 18 mesi)
Ruolo attivo per influenzare la domanda vs ruolo passivo
per soddisfare la domanda
9. 9
La previsione della domanda (PD): punti chiave
a. Scopo
La PD serve ad allocare le quantità ed i tempi di utilizzo di
materie prime e semilavorati, manodopera e scorte ed
impianti.
Esistono notevoli differenziazioni tra imprese legate al settore
di riferimento, mercati di riferimento, business model
complessivo della singola impresa
10. 10
La previsione della domanda (PD): punti chiave
b. Vincoli posti dal lead time
La PD è influenzata dal cosiddetto lead time caratteristico
dell’impresa, cioè dall’intervallo di tempo che intercorre dal
momento degli ordini da parte della clientela al momento in
cui il fornitore/impresa è in grado di consegnare il prodotto
E’ possibile analizzare 5 principali tipologie di attività
industriali e le relative necessità di previsione (grafico)
12. 12
La previsione della domanda (PD): punti chiave
Attenzione! I clienti giudicano le diverse imprese in
competizione sul mercato solo sulla base del loro tempo di
risposta, inteso come tempo che intercorre tra l’inoltro
dell’ordine ed il ricevimento della merce o del servizio; il
cliente non è interessato allo sforzo di previsione e di
gestione della domanda che sta dietro
Domanda: non sarebbe più competitivo detenere un vasto
assortimento in magazzino di prodotti finiti ed aspettare
l’arrivo degli ordini?
13. 13
La previsione della domanda (PD): punti chiave
..... Il supporto della cosiddetta “diversificazione ritardata”
Tenere gli articoli in uno stato di basso costo più a lungo
possibile, ritardando la trasformazione da articoli generici ad
articoli differenziati.
La standardizzazione e la modularizzazione possono facilitare
la diversificazione ritardata
14. 14
La previsione della domanda (PD): punti chiave
c. Tipi di previsione
- Qualitativa – Stime ed opinioni: proiezioni di mercato, stime
dei venditori, dei punti vendita, ricerche di mercato, risultati
test di marketing, indagini varie (panel consensus, Delphi);
- Analisi delle serie temporali - Proiezioni di dati storici
- Relazioni causali
- Simulazioni (software-based)
15. 15
In azienda .....
- Come vanno le vendite ?
- Molto bene, Presidente! La domanda è cresciuta del 20%!
L’unico problema è che non siamo in grado di sostenerla ed
un certo numero di clienti si è adirato!
- ... E non potevamo organizzarci prima?!!! (Incazzatura ....)
La questione gestionale .....
Forte domanda senza attività di pianificazione e di analisi
della capacità produttiva sufficiente per farvi fronte!!!!!
Pianificazione aggregata delle vendite e delle operations
17. 17
Capacità produttiva: quantità di output che un sistema è in
grado di produrre in un dato arco di tempo dati certi input
Pianificazione strategica della capacità: attività volta a stabilire
il livello di capacità complessivo delle risorse in input (strutture,
macchinari, personale) che meglio supporti la strategia
competitiva di lungo periodo dell’azienda
18. 18
Se insufficiente può determinare perdita di clienti, per lentezza
del servizio o arrivo nuovi concorrenti
Se eccessiva può determinare necessità di riduzione di prezzo per
stimolare la domanda, sottoutilizzo del personale, creazione di
scorte, ecc.
19. 19
Utilizzazione di capacità= intensità con cui si utilizza la capacità
Coefficiente di utilizzazione=
tempo effettivo di utilizzazione / tempo totale disponibile
a. Tempo totale disponibile?
(es. 8 ore lun-ven + 4 ore sabato matt = 44 ore;
3 turni al giorno per 5 giorni; ecc)
b. Tempo effettivo di utilizzazione?
(il reale utilizzo in ore un periodo dettato da questioni
contingenti e/o organizzative)
20. 20
Concetti inerenti la pianificazione della capacità produttiva
- Economie (e diseconomie) di scala: all’aumentare delle
dimensioni dello stabilimento il costo medio per unità di output
diminuisce
- Curva d’esperienza: più si produce, più gli stabilimenti
acquisiscono esperienza circa i metodi di produzione migliori,
riducendo cosi in misura stimabile i costi di produzione
21. 21
Concetti inerenti la pianificazione della capacità produttiva
- Focalizzazione dello stabilimento: una struttura produttiva
funziona al meglio quando si focalizza su una serie
ragionevolmente ridotta di obiettivi di produzione (costi, qualità,
flessibilità, nuovi prodotti, lead time brevi – non insieme!)
- Capacità produttiva flessibile: stabilimenti, processi e personale
in grado di cambiare (in più o in meno) rapidamente i livelli di
produzione o le tipologie di produzione
- Questioni relative all’aumento della capacità produttiva
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Pianificazione aggregata delle vendite e delle operations
(sales and operations planning – SOP)
E’ il processo funzionale a mantenere l’equilibrio tra
domanda ed offerta.
Il marketing elabora un piano vendite di un arco 3-18 mesi
strutturato per aggregati di prodotto (gruppo o famiglia) o di
clienti o di area geografica.
Le operations elaborano di conseguenza un piano aggregato
di produzione, tenendo conto della pianificazione strategica
della capacità
Si redige di solito a cadenza mensile
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Il piano principale di produzione (master production
schedule – MPS)
Determina le quantità ed i tempi di realizzo per gli specifici
articoli richiesti da ciascun ordine o previsione, tipicamente
con estensioni settimanali.
La pianificazione di massima della capacità (rough-cut
capacity planning – RCCP) verifica l’esistenza – al
momento - di una capacità sufficiente a rispettare il piano
principale di produzione, verifica che le attrezzature, utensili
e forza lavoro sia disponibile e che i fornitori chiave siano in
grado di fornire i materiali nelle quantità previste ai tempi
previsti
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Pianificazione dei fabbisogni di materiali (material
requirement planning – MRP)
Considera il fabbisogno di prodotto finito originato dal MPS
e lo esplode in componenti e sottoinsiemi, per creare un piano
di disponibilità dei materiali.
Si stabilisce la collocazione cronologica degli ordini di
produzione e d’acquisto di tutte le parti che servono a
costruire il prodotto.
L’MRP consulta in primis la Distinta base (bill of materials
– BOM), cioè il documento che contiene la descrizione di
materiali, parti e componenti del prodotto e la sequenza di
produzione
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L’MRP si relaziona anche all’Anagrafica Articoli (master
item data file), cioè un database contenente le specifiche di
ogni articolo, luogo d’acquisto o produzione e lead time
richiesto.
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Pianificazione dei fabbisogni di capacità (capacity
requirements planning - CRP)
Connessa al MRP, il CRP consiste nel calcolo dei fabbisogni
delle risorse produttive per far fronte a specifici ordini
Programmazione operativa, o schedulazione ordini (order
scheduling)
Attività di programmazione operativa condotta su base
quotidiana o settimanale sull’utilizzo di specifici macchinari,
linee di produzione o centri di lavorazione per produrre i beni
ordianti
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Il piano aggregato delle operations
Stabilisce la combinazione ottimale di ritmo di produzione, di
gruppi di prodotti sul medio periodo (3-18 mesi), livello di
manodopera impiegata e disponibilità di scorte
Ritmo di produzione è il numero di unità prodotte per unità di
tempo (ora, giorno, ecc.)
Livello di manodopera è il numero di addetti necessari per una
data produzione (produzione= ritmo di produzione * livello di
manodopera)
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Strategie di pianificazione della produzione
Comportano diversi trade-off tra le dimensioni della forza lavoro,
l’orario di lavoro, le scorte e gli ordini in attesa di evasione
1. Strategia di inseguimento (chase): modella il ritmo di
produzione sul ritmo degli ordini, assumendo o licenziando
manodopera al variare delle quantità di ordini. Il personale può
essere indotto a rallentare i tempi di evasione ordini dato il timore
di perdere il posto una volta conclusi gli ordini esistenti
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Strategie di pianificazione della produzione
2. Forza lavoro stabile e orario flessibile (stable-variable):
varia l’output variando il numero delle ore di lavoro, attraverso
programmi di lavoro flessibili o orario straordinario. Garantisce
ai dipendenti la continuità del rapporto ed evita molti dei costi
reali ed emotivi caratterisitici della strategia chase
3. Strategie di livellamento (level): mantiene una quantità
costante di addetti operanti ad un ritmo di produzione stabile, a
prescindere dalla domanda. Si produce a magazzino. Potenziale
deterioramento del servizio al cliente, aumento dei costi di
giacenza e obsolescenza delle scorte