Guida pratica al Piano di marketing. Finalmente la guida pratica che ti spiega come realizzare un piano di marketing passo dopo passo. Autore Alessandro Casagrande di caffebollenteintazzagrossa.it
Guida pratica al Piano di marketing. Finalmente la guida pratica che ti spiega come realizzare un piano di marketing passo dopo passo. Autore Alessandro Casagrande di caffebollenteintazzagrossa.it
GOextra: dal modello di business al business plan - Danilo Scarponiextrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
Minibond: il Business Plan, documento essenziale per lo sviluppo e la crescit...MiniBondItaly.it
Preparare un buon Business Plan è un passo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’azienda. L'approfondimento propone una panoramica chiara ed efficace sui passaggi fondamentali per creare un documento strutturato e completo di informazioni sia storiche che prospettiche, con illustrazioni qualitative e proiezioni economico-finanziarie. A partire dall’analisi dei destinatari per costruire l’obiettivo e la chiave di lettura più inerente, passando dall’illustrazione di ogni singolo punto, viene fatta una sintesi dei requisiti base per la formulazione di un Business Plan sostenibile, attendibile e coerente. Particolare attenzione è dedicata ai capitoli centrali: la presentazione delle scelte strategiche dell’impresa, le azioni operative programmate e il capitolo “quantitativo” che sintetizza “in numeri” gli obiettivi strategici che ci si è posti. Il tutto con la finalità di creare un documento che non sia semplicemente un "insieme di calcoli matematici" ma una presentazione strutturata e completa a beneficio di tutti gli stakeholders.
Market Lab - Il tuo laboratorio di analisi on lineCRIBIS D&B
Market Lab è un servizio che consente di accedere in ogni momento a tutto il patrimonio informativo di CRIBIS D&B composto dal 100% delle aziende italiane per fare analisi, pianificazione commerciale e sviluppo del business.
Market Lab consente di caricare il proprio portafoglio, identificare i migliori clienti ed estrarre i gruppi di prospect più simili ai migliori clienti e con le maggiori potenzialità di conversione
Accade spesso di osservare che le imprese siano attraversate da iniziative tra loro incoerenti e non monitorate; esiste un metodo per evitare che ciò accada e che, conseguentemente faccia perdere tempo prezioso al management. Tale metodo, dopo aver identificato le iniziative strategiche, coinvolge il personale nella loro messa in opera e procede anche al relativo monitoraggio periodico. Una sfida nuova per le aziende, una sfida che oggi si rivela imprescindibile per assicurare che le risorse economico finanziarie siano indirizzate sempre meglio.
Banche e Cinema 2012
II Edizione
Venezia Lido - Hotel Excelsior, Sala degli Stucchi
6 settembre 2012
La dimensione industriale del settore cinematografico italiano è di oltre 5.500 imprese e 5 miliardi di euro circa di fatturato complessivo annuo. Il Cinema ha, di fatto, un’importanza strategica per lo sviluppo dell’Italia e sta diventando uno dei business principali delle economie sviluppate, oltre che uno strumento di successo per l’internazionalizzazione del sistema paese. L’economia deve, quindi, saper dialogare con questo settore ed è per questa ragione che il rapporto tra banche e industria cinematografica è divenuto negli ultimi anni sempre più importante e cruciale.
Le modifiche legislative e organizzative degli ultimi anni hanno reso pienamente operativo per banche e imprese l’investimento in produzioni cinematografiche. Le Banche sono state le prime a organizzarsi e intervenire, sia per quanto riguarda la normale attività creditizia verso le aziende del settore sia perché desiderose di investire direttamente nelle produzioni cinematografiche, anche per sfruttare al meglio l’incentivo fiscale e - prospetticamente - intermediare gli investimenti nel cinema provenienti da aziende extra settore.
L'ABI, in collaborazione con Anica e Biennale di Venezia, ha deciso di tornare sui temi del credito al settore cinematografico con la II edizione di Banche e Cinema, dopo il successo del primo appuntamento.
Maggiori informazioni su http://www.abieventi.it/eventi/1666/banche-e-cinema-2012
Temple Bar Cultural Trust presentation slides for Joint Oireachtas Committee ...TBCT
The document discusses the cultural and creative industries in Europe and Ireland, current EU funding opportunities, and provides recommendations for Ireland to better target and secure EU funding to support these industries. Specifically, it recommends establishing a high-level working group, defining Ireland's potential through mapping, bringing together agencies managing EU programs around a thematic CCI approach, and developing inter-departmental partnerships to strengthen cross-border linkages through an integrated approach.
This document discusses the Eataly project and its values. It emphasizes quality, producers, marketing, and people. Some of the key values mentioned include satisfying customer desires with a variety of high-quality products, respecting producers and Italian culture, educating customers, and creating a sustainable business that benefits both customers and community. The document also describes Eataly's design principles of using natural materials like wood, ample natural light, and visual aids to educate customers.
Culture & The Economy :: David Throsby :: valuation and the cultural sectorTBCT
The document discusses issues around valuing the cultural sector including at the macro level of its economic contribution and at the micro level of individual cultural organizations and artists. It outlines different models for conceptualizing the creative and cultural industries and examines how to measure both the economic and cultural value created. Finally, it explores future directions for cultural policy including better understanding both economic and cultural benefits and promoting private sector engagement with the arts.
GOextra: dal modello di business al business plan - Danilo Scarponiextrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
Minibond: il Business Plan, documento essenziale per lo sviluppo e la crescit...MiniBondItaly.it
Preparare un buon Business Plan è un passo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’azienda. L'approfondimento propone una panoramica chiara ed efficace sui passaggi fondamentali per creare un documento strutturato e completo di informazioni sia storiche che prospettiche, con illustrazioni qualitative e proiezioni economico-finanziarie. A partire dall’analisi dei destinatari per costruire l’obiettivo e la chiave di lettura più inerente, passando dall’illustrazione di ogni singolo punto, viene fatta una sintesi dei requisiti base per la formulazione di un Business Plan sostenibile, attendibile e coerente. Particolare attenzione è dedicata ai capitoli centrali: la presentazione delle scelte strategiche dell’impresa, le azioni operative programmate e il capitolo “quantitativo” che sintetizza “in numeri” gli obiettivi strategici che ci si è posti. Il tutto con la finalità di creare un documento che non sia semplicemente un "insieme di calcoli matematici" ma una presentazione strutturata e completa a beneficio di tutti gli stakeholders.
Market Lab - Il tuo laboratorio di analisi on lineCRIBIS D&B
Market Lab è un servizio che consente di accedere in ogni momento a tutto il patrimonio informativo di CRIBIS D&B composto dal 100% delle aziende italiane per fare analisi, pianificazione commerciale e sviluppo del business.
Market Lab consente di caricare il proprio portafoglio, identificare i migliori clienti ed estrarre i gruppi di prospect più simili ai migliori clienti e con le maggiori potenzialità di conversione
Accade spesso di osservare che le imprese siano attraversate da iniziative tra loro incoerenti e non monitorate; esiste un metodo per evitare che ciò accada e che, conseguentemente faccia perdere tempo prezioso al management. Tale metodo, dopo aver identificato le iniziative strategiche, coinvolge il personale nella loro messa in opera e procede anche al relativo monitoraggio periodico. Una sfida nuova per le aziende, una sfida che oggi si rivela imprescindibile per assicurare che le risorse economico finanziarie siano indirizzate sempre meglio.
Banche e Cinema 2012
II Edizione
Venezia Lido - Hotel Excelsior, Sala degli Stucchi
6 settembre 2012
La dimensione industriale del settore cinematografico italiano è di oltre 5.500 imprese e 5 miliardi di euro circa di fatturato complessivo annuo. Il Cinema ha, di fatto, un’importanza strategica per lo sviluppo dell’Italia e sta diventando uno dei business principali delle economie sviluppate, oltre che uno strumento di successo per l’internazionalizzazione del sistema paese. L’economia deve, quindi, saper dialogare con questo settore ed è per questa ragione che il rapporto tra banche e industria cinematografica è divenuto negli ultimi anni sempre più importante e cruciale.
Le modifiche legislative e organizzative degli ultimi anni hanno reso pienamente operativo per banche e imprese l’investimento in produzioni cinematografiche. Le Banche sono state le prime a organizzarsi e intervenire, sia per quanto riguarda la normale attività creditizia verso le aziende del settore sia perché desiderose di investire direttamente nelle produzioni cinematografiche, anche per sfruttare al meglio l’incentivo fiscale e - prospetticamente - intermediare gli investimenti nel cinema provenienti da aziende extra settore.
L'ABI, in collaborazione con Anica e Biennale di Venezia, ha deciso di tornare sui temi del credito al settore cinematografico con la II edizione di Banche e Cinema, dopo il successo del primo appuntamento.
Maggiori informazioni su http://www.abieventi.it/eventi/1666/banche-e-cinema-2012
Temple Bar Cultural Trust presentation slides for Joint Oireachtas Committee ...TBCT
The document discusses the cultural and creative industries in Europe and Ireland, current EU funding opportunities, and provides recommendations for Ireland to better target and secure EU funding to support these industries. Specifically, it recommends establishing a high-level working group, defining Ireland's potential through mapping, bringing together agencies managing EU programs around a thematic CCI approach, and developing inter-departmental partnerships to strengthen cross-border linkages through an integrated approach.
This document discusses the Eataly project and its values. It emphasizes quality, producers, marketing, and people. Some of the key values mentioned include satisfying customer desires with a variety of high-quality products, respecting producers and Italian culture, educating customers, and creating a sustainable business that benefits both customers and community. The document also describes Eataly's design principles of using natural materials like wood, ample natural light, and visual aids to educate customers.
Culture & The Economy :: David Throsby :: valuation and the cultural sectorTBCT
The document discusses issues around valuing the cultural sector including at the macro level of its economic contribution and at the micro level of individual cultural organizations and artists. It outlines different models for conceptualizing the creative and cultural industries and examines how to measure both the economic and cultural value created. Finally, it explores future directions for cultural policy including better understanding both economic and cultural benefits and promoting private sector engagement with the arts.
LE SOLUZIONI SAP PER LA LOGISTICA OPERATIVA: WM, LES ED EWM. QUAL È LA SOLUZIONE GIUSTA?
Al di là del layout di magazzino, delle merceologie movimentate, del volume di transazioni, della complessità logistica e della presenza o meno di automazione, arriva un momento in cui, per ogni responsabile della logistica è necessario effettuare delle scelte sul sistema WMS più adatto alle proprie esigenze. All’interno delle soluzioni applicative SAP esistono differenti vie per ottimizzare i processi di movimentazione di magazzino: SAP WM – Warehouse Management, SAP LES – Logistic Execution System si pone come significativa ed importante estensione di SAP WM, e SAP EWM – Extended Warehouse Management, soluzione rivolta al controllo di magazzini grandi e ad alto livello di complessità.
Questa relazione illustra, in via del tutto generale e senza alcun orientamento preconcetto, tutte le opzioni disponibili al fine di poter supportare la scelta in funzione di differenti requisiti funzionali.
Relatore: Roberto Canova | Amministratore Delegato di Erredi Consulting. Fin dall’avvio nel 1983 della sua attività professionale nel Gruppo Pirelli, è stato particolarmente attivo sui temi della movimentazione automatica nei magazzini e della loro informatizzazione. Nel 1994 avvia Datilog quale iniziativa di successo focalizzata sui temi del Warehouse e del Trasportation Management e dal 2012 è Socio Fondatore ed Amministratore Delegato di Erredi Consulting.
Eataly is an international company that sells high-quality Italian food products and promotes Italian culture and cuisine. It operates stores around the world that allow customers to buy, learn about, and consume Italian food and drink. Eataly aims to make quality food accessible to everyone and educate customers through its restaurants, cafes, markets, and workshops. It partners with Slow Food and local suppliers to offer sustainable options while differentiating itself through a unique shopping experience.
10 anni di strategie culturali e loro realizzazione a cura di imprese, progettate e realizzate in larga parte da CaruccieChiurazzi. In qualità di socio fondatore del Club delle imprese per la cultura di Confindustria Bari e BAT, CaruccieChiurazzi ha gestito molte delle attività nel ruolo di coordinatore del network di imprese che fanno mecenatismo culturale in networking. Dagli eventi nelle aree della produzione di impresa al teatro nelle imprese dallo storytelling al cinema, diversi esempi di eventi prodotti dalle imprese socie di Confindustria Bari e BAT.
Come rilanciare l'impresa col lean thinking imparato nelle startupGino Tocchetti
Da molti decenni il lean management viene applicato nelle aziende, spesso con risultati clamorosi, in termini di recupero di efficienza ed anche e soprattutto di espansione del business. Oggi è anche riconosciuto come un valido approccio per accompagnare anche la social e digital transformation. Recentemente il successo del "Lean Startup" di Eric Ries, si è esteso a tutto il comparto delle startup, diventando uno standard de facto nel supporto alla definizione di nuovi modelli di business. In questo modo si è riportata la giusta attenzione sul valore strategico della lean, per qualunque tipo di organizzazione, siano esse aziende in fase di ristrutturazione, startup, o altri organismi che fanno innovazione sociale. In questo seminario sarà effettuata una sintesi e si dimostrerà come si può applicare il lean thinking strategico al modo delle imprese già avviate, dando nuova energia al lean management, la stessa che caratterizza le startup.
come definire il posizionamento della farmacia nel proprio micro mercato rispetto al modello definito dall’azienda
come migliorare e innovare il modello in un mercato in cambiamento
è necessario definire il proprio posizionamento marketing e rispetto a questo agire gli strumenti di politica commerciale che lo valorizzano agli occhi del cliente, creando un “prodotto” farmacia distintivo nel proprio micro mercato e capace di cogliere aspettative ed esigenze specifiche del cliente che vi risiede.
le ricerche di mercato ci dicono che l’offerta commerciale e di servizio che il cliente trova nelle farmacie non sempre risponde alle sue aspettative e alle sue esigenze di salute e di benessere
Ciò spesso è dovuto al fatto che
chi gestisce la farmacia non riesce a definire nel concreto una strategia aziendale (posizionamento marketing)
in quanto non riesce a cogliere le differenze specifiche di ciascun micromercato (cleinti e concorrenti) e ad allineare di conseguenza a queste l’offerta complessiva della farmacia
ll ruolo strategico dell' ICT in Azienda : le principali teorie della strategia Aziendale (Chandler, Minzberg, Porter), l' ICT e la strategia aziendale, l'ICT e la generazione della conoscenza, il mercato ICT 2011 e il nuovo mondo digitale
Definizione ed execution della strategia per il settore vitivinicoloFondazione CUOA
Come definire una pianificazione strategica nel settore vitivinicolo.Alcune domande alle quali queste slide intendono rispondere:
Come si può essere diversi rispetto ai concorrenti?
Come si pianificano gli obiettivi a medio/lungo
termine?
Come si mette in pratica la strategia?
Come si monitora il raggiungimento degli obiettivi?
Il magazzino ha un impatto significativo sul servizio e sui costi per le Aziende. Di conseguenza la logistica di magazzino non dovrebbe essere vista come un costo più o meno inevitabile ma come una delle leve per la competitività. Il magazzino inoltre è diventato oggi uno strumento complesso ed avanzato dove confluiscono tecnologie informatiche e di material handling. Per questa ragione la progettazione del magazzino e la sua ottimizzazione devono essere affrontate con adeguati livelli di competenza e professionalità.
Strategie competitive nel settore televisivo locale - Giorgia PalazzoGiorgia Palazzo
La promozione e l’elaborazione di politiche di sviluppo delle piccole e medie imprese televisive ha subito, negli ultimi anni, una profonda trasformazione da attribuire in parte ad una legislazione in continuo divenire, ed in parte alla nascita del Sistema Digitale Terrestre, una innovazione tecnologica epocale che ha ridisegnato le esigenze e le prospettive di un comparto spesso considerato di nicchia. Il presente studio è il frutto di una indagine condotta sulle emittenti televisive locali, attori del sistema economico le cui potenzialità, in termini strategici, vengono spesso sottovalutate.
L’elaborato di presenta suddiviso in tre macroaree. Nel primo capitolo sono stati approfonditi gli elementi strategici che configurano il sistema azienda, evidenziando le peculiarità annesse all’utilizzo degli elementi che producono un vantaggio competitivo, ponendo un accento sulle dinamiche evolutive delle imprese in relazione ai processi di innovazione tecnologica.
Nel secondo capitolo ci si è addentrati nel sistema legislativo italiano, facendo un excursus legislativo delle norme poste in capo alle emittenti televisive dagli anni ’90 sino ad oggi. Sono state prese in esame le leggi i decreti e i regolamenti afferenti alla regolamentazione in materia televisiva su base nazionale, sino ad arrivare a descrivere l’intricata situazione normativa vigente che, in più di una occasione, pone le emittenti locali in una posizione di svantaggio. Inoltre, nello stesso capitolo, è sviluppata la nascita del Sistema Digitale terrestre, analizzando la storia del passaggio dal sistema analogico quella digitale e le caratteristiche tecniche del sistema digitale.
Nel terzo capitolo, è sviluppato con attenzione il caso dell’emittente televisiva locale Teledauna, facendo una attenta analisi sulla storia la struttura e l’organizzazione societaria prima e dopo l’evoluzione del sistema di trasmissione. Il caso è supportato dai dati relativi al settore televisivo delle emittenti locali pugliesi e si concretizza nello sviluppo e nell’ approfondimento delle problematiche legate al settore. Nelle conclusioni sono state aggiunte alcune proposte strategiche sviluppate alla fine della trattazione.
Similar to Economia dei Sistemi Produttivi 07 strategia esp 2014 (20)
3. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 3
Cos’è la strategia: origini
Accezione originaria
Deriva dal greco strategheia, che letteralmente significa ‘l’arte del generale’,
appartiene al linguaggio militare e viene adottata per descrivere le tattiche ed i
piani sviluppati dai generali per schierare e far muovere il proprio esercito, con
l’obiettivo di sconfiggere quello nemico.
Per Carl von Clausewitz (XIX sec.), la strategia “riguardava la definizione del piano
di guerra e delle singole campagne, nonchè dei compiti individuali all’interno di
queste ultime”
Per Edward Mead Earle, la strategia è “l’arte di controllare e impiegare le risorse di
una nazione o di una coalizione di nazioni, incluse le forze armate, per
promuoverne e tutelarne efficacemente gli interessi vitali”
4. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 4
Cos’è la strategia: la prospettiva manageriale
Accezione manageriale
Processo di pianificazione per controllare e utilizzare le risorse – umane, fisiche e
finanziarie – a disposizione, con l’obiettivo di promuovere e tutelare i propri
interessi primari.
Insieme della modalità e degli approcci adottati da un’impresa per accrescere il
volume d’affari, attirare e soddisfare clienti, competere con successo sul mercato,
raggiungere i target di performance desiderati.
La strategia attiene il COME raggiungere degli obiettivi di business, NON E’
l’obiettivo di business: per usare una metafora, la strategia è la strada che si
scegli per giungere ad una destinazione, non è la destinazione!!!!!
5. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 5
Per Kenneth Andrews (1971) la strategia “si definisce in relazione a ciò che una
determinata azienda, in base ai suoi punti di forza e di debolezza, può fare, ed
alle possibilità che le si offrono, ossia alle opportunità ed alle minacce che si
creano nell’ambiente esterno”
Per Michael Porter (1980), la strategia è “un’ampia formula che indica come una
determinata azienda intende competere per acquisire un vantaggio
competitivo”
Per Bruce Henderson, la strategia è “la ricerca deliberata di un piano d’azione che
sviluppi il vantaggio competitivo di un’azienda e lo rafforzi nel tempo, dove
vantaggio competitivo significa creare differenze”
Cos’è la strategia: definizioni
6. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 6
Strategia e vantaggio competitivo
La strategia mira a creare un cosiddetto VANTAGGIO COMPETITIVO
Un’impresa ottiene un vantaggio competitivo sostenibile quando un significativo
numero di acquirenti preferisce i suoi prodotti/servizi a quelli dei concorrenti, ed
i presupposti di tale preferenza sono duraturi.
Il vantaggio competitivo rappresenta il “segreto” per una performance finanziaria ed
una redditività superiori alla media, in quanto una forte preferenza dei clienti si
traduce in maggiori volumi di vendita, nella capacità di praticare prezzi più
elevati o di produrre a costi più contenuti, con un conseguente incremento dei
ricavi, o una riduzione dei costi e in generale migliori performance finanziarie.
7. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 7
Il mantra del management del XXI secolo: perchè il cliente deve preferire
proprio i nostri prodotti/servizi? Perchè deve scegliere proprio noi?
Perchè riusciamo a fornire elementi di unicità e differenziazione rispetto agli
altri!!!!
Il fatto di differenziarsi non conferisce tuttavia, di per sè, un vantaggio
competitivo, nè tanto meno assicura un successo commerciale. E’ questa la
vera sfida di imprese e management: comprendere a fondo che cosa fare,
che cosa si vuole diventare e, soprattutto, nel decidere come giungere alla
meta che è stata stabilita.
Strategia e vantaggio competitivo
8. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 8
Strategia come modello decisionale unitario ed integrato:
• determina ed esplicita lo scopo dell’impresa in termini di
obiettivi di lungo periodo, programmi di azione e priorità di
allocazione delle risorse;
• seleziona i business in cui operare, cercando di conseguire
vantaggi difendibili nel tempo, attraverso l’identificazione dei
punti di forza e di debolezza interni e rispondendo alle minacce
ed alle opportunità esterne;
• interessa tutti i livelli gerarchici dell’impresa e definisce la
natura dei contributi che l’impresa intende fornire ai propri
stakeholders
(Hax e Majluf, 1991)
In sintesi ....
9. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 9
Strategia e modello di business
Molti confondono strategia e modello di business!
Modello di business riguarda i meccanismi tramite i quali l’azienda crea e mette a
disposizione un prodotto o un servizio, non gli elementi di differenziazione che
conferiscono un vantaggio competitivo.
I modelli di business descrivono il sistema in base al quale le varie componenti di
un’azienda si combinano per generare un profitto, ma non tengono conto di una
dimensione cruciale della performance: la competizione.
La strategia assicura differenziazione e vantaggio competitivo.
Il modello di business spiega la logica economica tramite la quale l’azienda opera
(Dell, eBay, Ryanair, Gillette, Avon).
12. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 12
Visione
La visione strategica esprime la “destinazione”, il dove sta andando l’impresa
e perchè, attraverso una spiegazione economica e convincente della bontà di
giungere a tale “destinazione”. Spiega come proprietà e management vogliono
che diventi l’impresa, come intendano superare la posizione attuale e dove
vogliono portare l’impresa in futuro.
Una visione strategica articolata con chiarezza comunica agli stakeholders le
aspirazioni della proprietà e del management , crea una tensione collettiva
verso i nuovi traguardi e favorisce l’azione sinergica di tutto il personale
aziendale.
Una visione strategica ben concepita è specifica e distintiva e non contiene
espressioni di generica positività che potrebbero riferirsi indistintamente a
centinaia di organizzazioni.
13. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 13
Mission
La mission fornisce una breve descrizione formale della ragion d’essere e delle
finalità commerciali attuali dell’impresa, talvolta facendo riferimento alla
copertura geografica o alla posizione sul mercato.
Identifica e specifica i prodotti e servizi attualmente offerti, i bisogni dell’acquirente
che l’impresa cerca di soddisfare, i gruppi di clienti a cui si rivolge e le sue
capacità tecnologiche e commerciali per soddisfare al meglio tali bisogni.
In genere, però, la mission aziendale non deve indicare in che direzione si sta
muovendo l’impresa, nè i cambiamenti previsti o le sue aspirazioni
14. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 14
“....si pone come fine principale l’importazione di auto, ricambi ed accessori
Volkswagen, Skoda, Audi, Seat e VW Veicoli Commerciali, la
commercializzazione e l’assistenza dei prodotti delle marche rappresentate,
assicurando nel contempo un livello di servizi tale da garantire un elevato grado
di soddisfazione dei clienti e una durevole solidità aziendale propria e dei
partners della rete organizzativa”
(Volkswagen Group Italia S.p.A.)
“...organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente
accessibili e utili”
(Google)
Mission: esempi
16. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 16
Obiettivo strategico primario
Gli obiettivi, in generale, sono le mete, i risultati reali che l’impresa intende
raggiungere con il suo operato. Sono i parametri per la valutazione
dell’andamento dell’impresa.
L’obiettivo strategico primario deve sintetizzare tutti i fini perseguiti
dall’impresa in forme sufficientemente concrete e rappresentative tali da
costituire il riferimento preciso per la definizione di obiettivi di livello inferiore.
Deve essere fortemente ancorato agli scenari competitivi generali, ma al tempo
stesso congruente con la mission aziendale, pervadendone strutture, attività,
funzioni.
18. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 18
Esempi concreti di obiettivi strategici primari
• Diventare in x anni il produttore a costo minimo di uno o
più prodotti maturi;
• Diventare in y anni il produttore n.1 di automobili al mondo
per volumi produttivi;
• Ricavarsi una nicchia di mercato per un prodotto ad elevata
tecnologia;
• Riconvertire un business poco competitivo in nuovi prodotti
/ mercati;
• Rafforzare il brand;
• Superare i concorrenti nella gestione della distribuzione e
vendita di prodotto in un dato ambito territoriale;
• Riuscire a lanciare n nuovi prodotti sul mercato in h anni.
20. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 20
Strategia e struttura organizzativa
In grandi imprese - per diversificazione di business, ambiti
geografici di azione, ecc. – la formulazione strategica e la
definizione degli obiettivi è realizzata rispetto a livelli
gerarchici o organizzativi ben distinti
- Strategia a livello corporate – impresa nel suo complesso
- Strategie di business – aree d’affari, aree geografiche rilevanti
- Strategie funzionali – determinate funzioni, processi, progetti
di rilievo all’interno di un’area di business o geografica
rilevante
- Strategie operative – gestione delle unità operative principali
per l’impresa per esempio singoli stabilimenti/impianti di
produzione, singole campagne pubblicitarie, gestione della
singola marca, gestione della catena di fornitura, ecc.
21. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 21
• Politica aziendale generale (livello corporate e business):
insieme di azioni collegate temporalmente e funzionalmente, finalizzate
al raggiungimento dell’obiettivo primario. La sua attuazione presuppone
un coordinamento accurato di una molteplicità di variabili, di cui solo
alcune esprimibili in maniera quantitativa.
• Politiche funzionali: sviluppano le politiche generali nei settori principali
della struttura aziendale e cioè, essenzialmente, nelle funzioni e/o nei
processi. Ogni politica settoriale è quindi articolata in più piani
Ogni piano dettaglia le varie attività da sviluppare e “assegna” ad ogni
operatore obiettivi specifici da raggiungere
• Programma: traduzione dei piani su base spaziale e temporale di breve e
brevissimo periodo .
Strategia e struttura organizzativa: le decisioni
28. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 28
2. Il modello delle 5 forze di Porter
L’analisi del Task Environment è il processo ordinato avente
come obiettivo l’individuazione dei fattori strutturali che
determinano le prospettive di redditività e sostenibilità nel
lungo periodo di un dato settore/business
Il modello delle 5 forze di Porter (1979) è la schematizzazione più
utilizzata negli studi manageriali per determinare l’opportunità
e la convenienza di operare in un dato settore/business.
Nello specifico, secondo tale modello, la redditività di un settore
e quindi l’opportunità e la convenienza ad operarvi per
un’impresa è determinata da 5 forze competitive.
30. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 30
Forza 1 - Intensità della rivalità tra i concorrenti presenti nel settore
Determinanti più rilevanti:
- Crescita del settore/business;
- Percentuale di costi fissi rispetto al valore aggiunto totale del business;
- Grado di differenziazione dei prodotti (“sindrome da commodity”)
- Concentrazione tra i concorrenti
- Regulation vs De-regulation
- Costi di riconversione per il consumatore
- Capacità e presenza di imprese a forte identitità di marca
- Barriere all’entrata o all’uscita del settore/business (fabbisogni di capitali, canali
di distribuzione, economie di scala, ecc.)
- Accesso alla tecnologia più avanzata
- Provvedimenti governativi (protezione del settore, politiche, cambi, ecc.)
2. Il modello delle 5 forze di Porter
32. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 32
2. Il modello delle 5 forze di Porter
Forza 3 – La minaccia di prodotti sostitutivi
Attenzione a prodotti e servizi che – a parità di reddito del consumatore – possono
rappresentare modalità alternative di allocazione delle risorse disponibili e/o
rappresentare un’alternativa di soddisfacimento della domanda principale
Settori legati all’arredamento, arredo casa, tessile casa
vs
Settori legati all’industria del benessere o dell’entertainment (cosmesi, viaggi,
pacchetti benessere, enogastronomia, home theatre, TV on demand, ecc.)
36. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 36
L’impresa ha necessità di mappare ed identificare le attività su
cui ritiene di detenere particolari competenze, know-how,
tecnologie, uomini capaci di creare dei differenziali competitivi
rispetto alla concorrenza in grado di contribuire ad aumentare il
valore prodotto dai beni/servizi realizzati dall’impresa.
Per fare ciò, può essere utile sviluppare un check-up aziendale
utilizzando come modello di riferimento la catena del valore di
Porter
Porter (1985) identifica due macro-categorie di attività:
- Le attività primarie
- Le attività di supporto
Modelli e strumenti di supporto all’analisi interna
39. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 39
a. Definizione di competenze ed endowments
COMPETENZA: La capacità di un’impresa (skill) di eseguire ciascuna delle attività
della catena del valore indispensabili alla realizzazione di un prodotto o servizio di
successo, rispetto a quanto offerto dai competitors.
(es. abilità di tradurre in prodotti, le aspettative dei clienti, capacità di
commercializzare nuove idee, capacità di individuare fonti di finanziamento)
ENDOWMENTS: Attributi complementari alle competenze, come ad esempio la
proprietà intellettuale, il brand, la reputazione, e le relazioni con i clienti.
COMPETENZE ENDOWMENTS
RISORSE O CAPABILITIES
41. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 41
The collective learning in the organization expecially able to
coordinate diverse production skills and integrate multiple streams
of technologies.
• Non diminuiscono con l’utilizzo, a differenza degli asset fisici che si
deteriorano con l’utilizzo, anzi aumentano
• Accelerano il processo di creatività e di generazione di nuove idee
• Sono il motore per gli sviluppi di nuovi business
• Sono dotate della caratteristica di unicità e sono alla base della differenziazione
e del vantaggio competitivo;
• Aggiungono benefici reali ai prodotti/processi che i clienti percepiscono e sono
disposti a pagare
• Rendono difficile i processi imitativi dei concorrenti
Definizione di core competence
Hamel e Prahald (1990,) The core competence of the corporation, HBS Press,
Cambridge, U.S.A.
42. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 42
I top managers verranno sempre più giudicati sulla loro capacità di individuare, sviluppare e
valorizzare le core competences sulle quali rifondare il modello dell’intera organizzazione.
I middle managers agiscono come knowledge engineers: acceleratori dei processi di
knowledge creation che abbracciano sia il top management che le front lines.
- sino a quando saremo competitivi in questo business, se
non monitoriamo queste core competences?
- quanto è centrale questa core competence
a livello di percezione finale del cliente?
- Quali opportunità future potremo abbandonare se non
curiamo o sviluppiamo queste core competences?
Il management deve
continuamente
rispondere alle seguenti
domande
46. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 46
a. Benchmarking sugli “internal processes”, chiamato Benchmarking
Interno.
In grandi “organizzazioni” ci sono spesso funzioni, competenze ed
operativita simili in differenti unità o dipartimenti. Uno dei più semplici
esercizi di benchmarking consiste nel comparare l’efficacia e l’efficienza
dei vari processi interni
L’obiettivo del benchmarking interno è identificare gli standard di
performance interne di una grande “organizzazione”, le migliori best
practices interne e trasferirle a tutte le componenti dell’organizzazione.
Questa fase può rappresentare la fase propedeutica per ulteriori analisi e
misurazioni che coinvolgeranno altre tipologie di benchmarking.
Tipologie di benchmarking
51. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 51
Il posizionamento competitivo e la SWOT Analysis
SWOT Analysis
Metodologia che sintetizza i risultati delle analisi interne ed esterne e
definisce il posizionamento competitivo dell’impresa
E’ propedeutica alla formulazione della strategia e delle azioni gestionali da
implementare per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Permette di inquadrare in modo semplice e ragionato un’impresa,
valutandone i punti di forza (Strengths), didebolezza (Weaknesses), le
opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) ed ogni altra variabile
capace di influenzare il comportamento ed i risultati dell’impresa
52. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 52
Gli elementi della SWOT analysis
Punti di forza e punti di debolezza sono elementi intrinseci
dell’organizzazione e delle persone, quali competenze o abilità, ovvero la
mancanza di essi.
Le opportunità e le minacce sono invece fattori esterni: non sono create
dall’organizzazione, ma emergono come risultato delle dinamiche
competitive causate da gap nell’ambiente e nei mercati.
La SWOT Analysis si realizza collocando all’interno dei rispettivi quadranti
della matrice le risposte (fornite in modo sintetico e per punti) ad alcune
specifiche domande.
63. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 63
Come agire sul costo di produzione/fornitura?
g. Adottare metodi produttivi ed organizzativi a basso impiego e/o
basso costo di manodopera
h. Sfruttare il potere contrattuale dell’impresa per strappare vantaggi
dalle catene di fornitura
i. Evitare distributori e rivenditori rivolgendosi direttamente al
cliente finale
l. Esternalizzazioni
m. Ottimizzare l’ubicazione delle strutture fisiche per contenere le
attività di ricevimento, gestione e spedizione merci e prodotti
finiti
n. Offrire prodotti senza opzioni extra
o. Offire linee di prodotto limitate
67. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 67
a. Leadership di prodotto/Leadership tecnologica
Focus: Qualità e riconoscibilità del prodotto, padronanza e/o
esclusività della tecnologia
b. Eccellenza delle “operations”
Focus: ottimizzazione della supply-chain, allineamento
organizzativo interno per minimizzare costi e ridurre sprechi
(processi semplici e standardizzati, forte centralizzazione
decisionale)
c. Cura del cliente (Customer intimacy)
Focus: Forte relazionalità ed elasticità di approcci, struttura
decisionale decentrata verso i soggetti più vicini al cliente, attenzione
‘maniacale’ ai dettagli ed ai servizi secondari e di supporto
68. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 68
d. Creatori di esperienze
Focus: forte attenzione alle variabili emozionali quale elemento
differenziante rispetto all’acquisto di prodotti/servizi maturi
e. Particolarità di prodotto/servizio
Focus: fornitura di prodotti/servizi ‘non convenzionali’
f. Lifestyle
Focus: non si vende un prodotto/servizio, ma uno stile di vita!
g. Leadership di prezzo/ rapporto qualità-prezzo
Focus: Ottimizzazione delle produzioni, qualità media, prezzi
accessibili, standardizzazione modulare, costante riassortimento
della gamma
72. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 72
a. Leadership di prodotto/Leadership di tecnologia
– Focus: Qualità e riconoscibilità del prodotto
– Esempi: Apple, Ferrari, Gillette, Technogym, Granarolo, Ferrero, BMW, 3M
b. Eccellenza delle “operations”
– Focus: ottimizzazione della supply-chain, allineamento organizzativo interno per
minimizzare costi e ridurre sprechi (processi semplici e standardizzati, forte
centralizzazione decisionale)
– Esempi: Toyota, Natuzzi, Ikea
c. Cura del cliente (Customer intimacy)
– Focus: Forte relazionalità ed elasticità di approcci, struttura decisionale decentrata
verso i soggetti più vicini al cliente, attenzione ‘maniacale’ ai dettagli ed ai servizi
secondari e di supporto
– Esempi: Emirates, Amazon
74. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 74
g. Leadership di prezzo/ rapporto qualità-prezzo
– Focus: Ottimizzazione delle produzioni, qualità media, prezzi accessibili,
standardizzazione modulare, costante riassortimento della gamma
– Esempi: IKEA, Prenatal, Carpisa, Zara
h. “Sempre e ovunque”/Leadership del sistema distributivo
– Focus: volumi e capillarità : prodotto /servizio semplice prodotto su larghissimi
volumi e portato a diffusione mondiale
– Esempi: Procter&Gamble, Unilever, McDonalds, Starbucks, Pizza Hut,
Giovanni Rana
i . Nicchia
– Focus: target di consumatori specifici, bassi volumi, alta qualità, selettività della
distribuzione
– Esempi: abbigliamento, profumi, produttori di vini,
77. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 77
Il ‘perimetro’ dell’impresa : il portafoglio di business
• L’impresa può avere un output estremamente focalizzato, al limite formato da
un solo prodotto
(Esempio: Geox - la scarpa che respira ! – fino a poco tempo fa)
- Portafoglio di business focalizzato
• In alternativa, l’impresa può avere un output variegato, ma formato da prodotti
imparentati fra di loro da qualche punto di vista (‘vicinanza’ dei prodotti e/o
dei clienti e/o della rete di distribuzione e/o della tecnologia e/o della R&S)
(Esempio: Barilla - pasta, sughi, farina, biscotti, merendine, … )
- Portafoglio di business di natura correlata
• Oppure, ancora, l’impresa può avere un output estremamente diversificato,
caratterizzato da una molteplicità di prodotti poco imparentati fra di loro
(Esempio: Bosch, General Electric - turbine, frigoriferi, prodotti finanziari, …)
- Portafoglio di business di natura conglomerale
86. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 86
Il ‘perimetro’ dell’impresa : il grado di integrazione verticale (1)
• Abbiamo definito il portafoglio di business, cioè l’insieme dei beni che
un’impresa produce
Consideriamo le ‘fasi’ che l’impresa deve svolgere per far arrivare tali prodotti
ai clienti finali
- Concezione prodotto
- R&S (ricerca, progettazione, prototipazione, …)
- Acquisizione dei fattori produttivi
- Trasformazione
- Distribuzione
- Marketing
- Vendita
- Assistenza post-vendita
Imprese
Pubblica amministrazione
Consumatori finali
87. Università degli studi di Roma “Roma Tre”
Facoltà di Ingegneria
Economia applicata all’ingegneria
aa 2010/11
Sistemi tradizionali di revisione dei costi
pagina 87
Il ‘perimetro’ dell’impresa : il grado di integrazione verticale (2)
• L’impresa può svolgere in casa la quasi totalità delle attività necessarie per la
messa sul mercato del proprio prodotto o della propria famiglia di prodotti
- Grado di integrazione verticale molto elevato
• Al contrario, l’impresa può limitare la propria attività alle sole fasi prossime al
mercato (il marketing, la vendita e l’assistenza post-vendita), acquistando da
fornitori esterni (in outsourcing)
- I servizi di ricerca e di progettazione del prodotto
- I beni fisici che vende
- I servizi logistici per far giungere i beni ai clienti
- De-verticalizzazione
☼ La scelta di che ‘cosa fare in casa e cosa delegare
all’esterno’ (in gergo make or buy) rappresenta una
componente importante della strategia aziendale,
che l’impresa deve verificare di tanto in tanto per
tenere conto delle opportunità che si possono creare
e dei rischi in cui si può incorrere
- Ricerca e sviluppo
- Acquisizione di fattori produttivi
- Trasformazione
- Distribuzione
- Marketing
- Vendita
- Assistenza post-vendita