La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
BCE rassicura, FED tergiversa e BOJ all’attacco pur di arginare le uscite dai mercati e sedare gli operatori ma quanto sta accadendo seppur ricordi gli effetti “boom” degli annunci che hanno puntellato sui top i mercati alla fine del QE americano nell’ottobre 2014 e per buona parte del 2015 ora appaiono più come una rete di protezione per rallentare la caduta nella speranza di poter governarne al meglio e nel modo meno traumatico lo “sboom” derivante dalla fine più o meno graduale delle politiche espansive.
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Ho detto spesso che quando qualcuno viene nominato membro della Federal Reserve, viene portato in una stanza sul retro e gli viene completamente cambiato il DNA. Ma una volta che escono da quella stanza, le persone non sono più semplicemente simili a me e a voi, con la sola eccezione di Fisher e Lacker e alcuni loro colleghi che sembra siano stati in grado di resistere all\’infezione. Questa settimana vedremo la recente azione della Fed e la utilizziamo come punto di partenza per riflettere su quanto possa essere efficace la politica della Fed, in un periodo di riduzione della leva finanziaria.
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Questa settimana ci prendiamo una breve pausa dopo il lungo elenco sulle scelte che si devono affrontare nel mondo sviluppato per dare uno sguardo ad alcuni elementi che stanno attirando la mia attenzione. Ritorneremo sugli Stati Uniti la prossima settimana, in quanto penso che non risolveremo i nostri problemi da qui al prossimo Venerdì, e avremo cose in abbondanza di cui parlare. Così oggi guardiamo al "cambiamento" nella politica della Fed e ai bilanci delle banche centrali; al PIL degli Stati Uniti, al Portogallo, alla BCE, alla politica del LTRO, e sì, e c\'è anche spazio per la Grecia.
StudioPhi - Il Punto N.3 - Il Contropiede di Draghistudiophi.ch
La conferenza stampa del 6 novembre di Mario Draghi arriva dopo un prolungato periodo di instabilità sui mercati alimentata, tra l’altro, da pensieri, parole e opere dei principali banchieri centrali. Settimane nelle quali Kuroda e la Yellen, governatori rispettivamente della Banca del Giappone e della Federal Reserve, hanno agito; Mario Draghi, viceversa, ha “subito” un incessante sabotaggio mediatico. Il primo ha stupito tutti con un ulteriore gigantesca scommessa di acrobazia monetaria portando gli acquisti di titoli pubblici e privati fino a 700 miliardi di dollari annui.
[...]
Fin qui si potrebbe sostenere che Draghi non ha affermato nulla di nuovo. Non è così perché, sia pure implicitamente, il Governatore fa capire che nuove iniziative potrebbero essere considerate prima del previsto, forse già a dicembre.
Lo si deduce dall’esplicito riferimento al fatto che gli organismi competenti della BCE sono già stati attivati per studiare e preparare gli ulteriori
strumenti da utilizzare in caso di bisogno.
Azioni rese necessarie dalla crescente urgenza che deriva da un peggioramento dello scenario per crescita e inflazione, di cui ormai ha preso atto anche la Commissione Europea con la recentissima diffusione delle nuove stime per il 2015. Si tratta di una ennesima sforbiciata dello 0,6% e dello 0,4% su Pil e inflazione attesi, con il primo che a livello comunitario crescerebbe solo dell’1,1% e con i prezzi in aumento solo dello 0,8%.
(articolo originalmente pubblicato alla pagina http://www.studiophi.ch/New/documenti/)
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
BCE rassicura, FED tergiversa e BOJ all’attacco pur di arginare le uscite dai mercati e sedare gli operatori ma quanto sta accadendo seppur ricordi gli effetti “boom” degli annunci che hanno puntellato sui top i mercati alla fine del QE americano nell’ottobre 2014 e per buona parte del 2015 ora appaiono più come una rete di protezione per rallentare la caduta nella speranza di poter governarne al meglio e nel modo meno traumatico lo “sboom” derivante dalla fine più o meno graduale delle politiche espansive.
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
La Federal Reserve (che è il FOMC - Federal Open Market Committee) la scorsa settimana ci ha segnalato che farà una politica di quantitative easing flessibile. La maggior parte del mondo pensava che ci avrebbero fornito solo un QE3, viceversa molti osservatori sono rimasti invece fortemente sorpresi del fatto che Bernanke abbiamo guidato la Fed nel decidere non solo di continuare l\'Operation Twist con le attuali condizioni, ma anche di acquistare ulteriori $40 miliardi al mese di obbligazioni relative ai mutui immobiliari (agency mortage bonds).
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Ho detto spesso che quando qualcuno viene nominato membro della Federal Reserve, viene portato in una stanza sul retro e gli viene completamente cambiato il DNA. Ma una volta che escono da quella stanza, le persone non sono più semplicemente simili a me e a voi, con la sola eccezione di Fisher e Lacker e alcuni loro colleghi che sembra siano stati in grado di resistere all\’infezione. Questa settimana vedremo la recente azione della Fed e la utilizziamo come punto di partenza per riflettere su quanto possa essere efficace la politica della Fed, in un periodo di riduzione della leva finanziaria.
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Questa settimana ci prendiamo una breve pausa dopo il lungo elenco sulle scelte che si devono affrontare nel mondo sviluppato per dare uno sguardo ad alcuni elementi che stanno attirando la mia attenzione. Ritorneremo sugli Stati Uniti la prossima settimana, in quanto penso che non risolveremo i nostri problemi da qui al prossimo Venerdì, e avremo cose in abbondanza di cui parlare. Così oggi guardiamo al "cambiamento" nella politica della Fed e ai bilanci delle banche centrali; al PIL degli Stati Uniti, al Portogallo, alla BCE, alla politica del LTRO, e sì, e c\'è anche spazio per la Grecia.
StudioPhi - Il Punto N.3 - Il Contropiede di Draghistudiophi.ch
La conferenza stampa del 6 novembre di Mario Draghi arriva dopo un prolungato periodo di instabilità sui mercati alimentata, tra l’altro, da pensieri, parole e opere dei principali banchieri centrali. Settimane nelle quali Kuroda e la Yellen, governatori rispettivamente della Banca del Giappone e della Federal Reserve, hanno agito; Mario Draghi, viceversa, ha “subito” un incessante sabotaggio mediatico. Il primo ha stupito tutti con un ulteriore gigantesca scommessa di acrobazia monetaria portando gli acquisti di titoli pubblici e privati fino a 700 miliardi di dollari annui.
[...]
Fin qui si potrebbe sostenere che Draghi non ha affermato nulla di nuovo. Non è così perché, sia pure implicitamente, il Governatore fa capire che nuove iniziative potrebbero essere considerate prima del previsto, forse già a dicembre.
Lo si deduce dall’esplicito riferimento al fatto che gli organismi competenti della BCE sono già stati attivati per studiare e preparare gli ulteriori
strumenti da utilizzare in caso di bisogno.
Azioni rese necessarie dalla crescente urgenza che deriva da un peggioramento dello scenario per crescita e inflazione, di cui ormai ha preso atto anche la Commissione Europea con la recentissima diffusione delle nuove stime per il 2015. Si tratta di una ennesima sforbiciata dello 0,6% e dello 0,4% su Pil e inflazione attesi, con il primo che a livello comunitario crescerebbe solo dell’1,1% e con i prezzi in aumento solo dello 0,8%.
(articolo originalmente pubblicato alla pagina http://www.studiophi.ch/New/documenti/)
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Voglio iniziare con una semplice osservazione. Ho descritto alla maggior parte dei miei lettori e certamente alla maggior parte della stampa, avvenimenti "bearish". Io non lo sono. Io sono in realtà abbastanza ottimista. Ho una visione molto positiva della condizione umana in particolare sul ritmo accelerato della tecnologia, e credo che siamo sull\'orlo di un\'era di grande abbondanza.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Tutti in attesa del Quantitative Easing: servirà?
Le imprese europee attendono, nel deserto economico, che Mario Draghi dia il via all’operazione di Quantitative Easing per uscire dall’attuale periodo di stagnazione (in molti casi, deflazione), così come gli Israeliti, dopo l’uscita dalla schiavitù dell’Egitto, durante le peregrinazioni nel deserto, aspettavano che Dio somministrasse loro la manna. Il dubbio è: servirà davvero?
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
1. Il Rosso e il Nero
Settimanale di strategia
DISSONANZE COGNITIVE 24 gennaio 2013
Gli occhiali sono rosa, il mondo non ancora
All’inizio degli
anni Cinquanta i
seguaci di una setta
che venerava gli Ufo
si riunirono in un
deserto degli Stati
Uniti per attendere il
preannunciato arrivo
degli extraterrestri
che li avrebbero
salvati dalla
distruzione della
Terra. L’astronave
aliena non si fece
vedere. Tra i devoti si The Day the Earth Stood Still. Film. 1951.
diffusero
immediatamente delusione, frustrazione, rabbia, senso di colpa e rancore
verso il loro capo, ma anche tentativi di razionalizzare il fallimento. Forse gli
alieni avevano voluto dare ai terrestri una seconda opportunità.
Aggrappandosi a questa ipotesi e convincendosi gli uni con gli altri, i seguaci
riacquistarono fiducia nella loro credenza e ripresero ben presto l’attività di
proselitismo.
Un classico esempio di dissonanza cognitiva è la storia della volpe alle
prese con l’uva nella favola di Esopo. La volpe desidera fortemente l’uva, ma
quando si accorge che non riesce a raccoglierla decide di disprezzarla
2. qualificandola come acerba. A chi volesse approfondire l’argomento
segnaliamo un piccolo libro appena uscito (L’autoinganno. Che cos’è e come
funziona. Laterza).
Nelle ultime
settimane, in rapida
successione, abbiamo
visto la Bundesbank
abbassare le stime sulla
crescita tedesca nel
2013, la Banca d’Italia
allungare i tempi della
nostra recessione e il
Fondo Monetario
rivedere al ribasso le
previsioni di crescita
globale di tre mesi fa. In
questo primo trimestre
The Day the Earth Stood Still. Film. 1951.
(stime JP Morgan)
l’Eurozona è a crescita
zero, gli Stati Uniti all’uno per cento annualizzato e il Giappone allo 0.8.
Quanto alle stime sugli utili 2013, Adam Parker nota che i 124 dollari per
azione sull’SP 500 previsti all’inizio dell’anno scorso sono scesi
ininterrottamente e sono adesso arrivati a 114 (Parker ha una sua stima di
99, contro i 100 effettivamente realizzati nel 2012).
Nonostante questo, si sta diffondendo in modo virale nei mercati e tra
molti economisti l’idea che stiamo finalmente uscendo definitivamente e
irreversibilmente dalla lunga fase di bassa crescita (nel mondo) o di recessione
(nella periferia europea). Stiamo invece entrando, si dice, in un lungo ciclo di
forte sviluppo, con utili crescenti e borse avviate verso nuovi massimi. Le
banche centrali sono sempre più aggressive, si aggiunge, i politici sono
sempre più convinti della necessità di crescere, il Giappone vuole creare
ancora più moneta della Fed, gli emergenti vogliono tornare a brillare e
anche il più distratto degli investitori sta cominciando a rendersi conto che il
futuro è tutto nell’azionario.
Ci sono casi di dissonanza quasi da manuale. Olivier Blanchard, nel
momento in cui parla del grande ottimismo che si coglie nell’aria e si dichiara
a sua volta fiducioso, taglia le stime di crescita del Fondo Monetario. Lo
stesso discorso si potrebbe fare per molti altri policy maker (incluso il Fomc
della Fed), visibilmente sollevati e allegri mentre riducono le loro previsioni.
Proviamo a raccapezzarci facendo tre tipi di osservazioni. Nel primo
metteremo le ragioni di ottimismo del mercato effettivamente fondate nella
realtà. Nel secondo criticheremo alcune altre ragioni di ottimismo che hanno
in questo momento ampia circolazione. Nel terzo ne introdurremo delle altre,
2
3. che probabilmente spiegano meglio il rialzo attuale delle borse e le buone
prospettive per quest’anno e per i prossimi.
Nel primo gruppo mettiamo le novità politiche succedutesi da luglio a
oggi. L’accettazione tedesca di una mutualizzazione attraverso la Bce del
debito europeo è stata il primo grande passo. Il potenziamento e la
flessibilizzazione del Quantitative easing da parte della Fed è stato il
secondo. Il superamento dello scoglio del fiscal cliff americano è stato il terzo.
L’intenzione della nuova dirigenza cinese e del nuovo governo giapponese di
rilanciare la crescita sono stati il quarto e il quinto. L’ammorbidimento
repubblicano sul debt ceiling e il proposito di evitare azioni distruttive e
concentrarsi nei prossimi mesi su un ridisegno complessivo della politica
fiscale americana sono il sesto.
Nel secondo gruppo di osservazioni proveremo a vedere i limiti di alcuni
dei ragionamenti carichi di ottimismo che circolano nei mercati.
Cominciamo con il dire che, sul
piano strutturale, abbiamo finora avuto
solo un assaggio degli effetti
dell’invecchiamento della popolazione
in tutti i paesi sviluppati. Il grosso del
peso deve ancora scaricarsi sui sistemi
previdenziali e sanitari. Parlare della
possibilità di una riaccelerazione
permanente e significativa della crescita
in un contesto futuro di disavanzi
pubblici ancora più sotto pressione è
fuori luogo. Lo è ancora di più perché
l’orientamento di tutti i governi europei
occidentali (UK escluso) e, sempre di
più, degli Stati Uniti è quello di
affrontare il problema non con tagli di
spesa ma con tasse sempre più alte, che
inevitabilmente freneranno la crescita.
Venendo all’Europa, il locomotore La teoria della dissonanza cognitiva
risale al 1957. Questo testo del 2007 ne
tedesco sarà appesantito dal costo ripercorre i primi 50 anni di storia.
crescente del lavoro (la Germania è in
piena occupazione), dalla ripresa di aggressività del Giappone (che svaluta lo
yen e spiazza ampi settori dell’industria tedesca, l’auto in primo luogo), dal
costo crescente dell’integrazione europea (che tenderà sempre più a
trasformarsi in un’unione dei trasferimenti) e dalla pressione al rialzo
sull’euro anche nei confronti del dollaro.
L’Omt, dal canto suo, funziona bene finché resta fermo in stazione. Nel
momento in cui dovesse partire sul serio, è lecito supporre che, arrivati a un
3
4. certo livello gli acquisti di Btp e Bonos da parte della Bce, il malessere
tedesco tornerebbe a manifestarsi seminando di nuovo il dubbio nei mercati
sulla solidità della rete di sostegno sotto Italia e Spagna. È per questo che
dobbiamo augurarci tutti che l’Omt non parta mai. Se però non partirà e se
le banche (come in qualche caso stanno cominciando a fare) restituiranno alla
Bce una parte dei finanziamenti ottenuti con i due Ltro, il bilancio della
banca centrale, invece di continuare a espandersi come quello della Fed,
rischierà addirittura di contrarsi, mettendo altra pressione al rialzo sull’euro.
Quanto alla periferia, la riduzione dello spread rallenta l’aumento del
debito, ma non è sufficiente a rimettere in moto la crescita in una fase in cui
le banche continuano a cercare di diventare più piccole e in cui la domanda di
credito è bassa perché bassa è la marginalità per le imprese. La periferia si
trova dunque davanti a due alternative rischiose. Se si smette di puntare a
una riduzione del disavanzo il debito cresce velocemente. Se si aumenta
ancora la pressione fiscale si rischia l’avvitamento. L’unico fattore di crescita
possibile resta l’export, ma su questo l’Italia è più indietro di tutti.
Venendo agli Stati Uniti, è forte la
sensazione che sia imminente (o
addirittura già partita) un’accelerazione
nella creazione di posti di lavoro. La
ripresa dell’edilizia darà un contributo
importante in questa direzione, visibile
peraltro in quasi tutti i settori.
Facciamo però un passo indietro. La
crisi del 2008-2009 portò a una caduta
dell’occupazione ancora più pesante di
quella della produzione. In seguito il Pil
si riprese, ma l’occupazione molto meno,
al punto che nel 2011 la produzione
ritornò ai livelli precrisi con 5 milioni di
occupati in meno. Logico, in questo
contesto, immaginare un’esplosione dei
margini e degli utili che infatti c’è stata.
Da qualche mese accade però il contrario.
L’occupazione cresce più velocemente del
Pil ed è lecito attendersi, se questa
P. Pedrini. L'autoinganno. Laterza.
2013. tendenza continuerà, un inizio di discesa
dei margini, che il mercato non sta
scontando. L’aumento della top line (il fatturato) compenserà solo in parte la
pressione sui margini.
Concludiamo il ragionamento con il terzo gruppo di considerazioni,
ovvero le vere ragioni del rialzo. Sono meno nobili dei temi della crescita e
4
5. degli utili che il mercato usa per razionalizzare il bull market, ma hanno lo
stesso il loro valore.
Parliamo ovviamente della politica monetaria, in primo luogo, che spinge
verso l’alto l’insieme degli asset. Poi c’è il venire meno delle grandi paure del
2012, l’Europa, il fiscal cliff e l’atterraggio duro cinese. Il venire meno di un
ostacolo dovrebbe teoricamente dare spazio a un rialzo una tantum e non a
un rialzo continuo. Non bisogna però sottovalutare il grande ruolo
dell’inerzia nella meccanica dei mercati.
C’è poi il limite fisico che le varie componenti del reddito fisso sono
destinate, una alla volta, a raggiungere. Una volta che il rendimento di un
bond è arrivato vicino a zero, il guadagno in conto capitale cessa.
L’obbligazionista distratto non se ne accorge subito, ma dopo qualche mese.
Dopo anni di rialzi il possessore di bond sarà disposto ad accordare al suo
strumento un’altra possibilità, ma quando questa non si realizzerà
l’obbligazionista comincerà a guardarsi in giro. La rotazione dai bond
all’azionario sarà lenta e graduale e fornirà combustibile al rialzo azionario
nei prossimi anni.
Concludiamo, come di consueto, con considerazioni di breve. La nuova
ulteriore ritirata repubblicana rinvia di un mese la riapertura dello scontro
fiscale in America. Il mercato comincia però a essere ipercomprato ed è
difficile che prosegua a lungo nel suo movimento di rialzo lineare. Una
piccola correzione, a questo punto, farebbe più bene che male.
La ritirata repubblicana è strategica. Si arretra per trovare un terreno di
battaglia più propizio, il sequester. La riduzione automatica delle spese
militari e sanitarie porterà a una minore crescita del Pil pari allo 0.3 per
cento. Il danno sarà maggiore se lo scontro in Congresso sarà duro e
prolungato.
Alessandro Fugnoli +39 02 777181
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