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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
CREATIVITÁ
Manlio Brusantin — CREATIVITÁ p a g . 5
R enato Mecc h i a — BELLO/BRUTTO pag 11
Emilio Garroni — CREATIVITÁ pag 21
Carlo Ferrucci — ESPRESSIONE pag.59
Maurice Beutler — F ANTASTIC O pag.68
Giulio Agamben — GUSTO pag.79
Massimo Modica — IMITAZIONE pag.90
R enata Mecc h i a — IMMAGINAZIO NE pag 127
Francesco C a l v o — PROGETTO pag 133
Pietro Montani — RIPRODUZIONE/RIPRODUCIBILITÁ pag.155
Carlo Ferrucci — SENSIBILITÁ pag.165
Emili o G ar r o ni — SPA ZIALIT Á pag.174
Creatività 6g Creatività
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espressione 6 4 3 84 5 4 6 3 5 4 34 7 4 7 4 S 3 7 3
fantastico 2 3 3 3 3
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2
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imitazione 6 2 2 2 2 3 ' 3
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4 5
66
immaginazione 4 4 3 I 4 2
43
2
6 2 3 3 4 2 2 5 2 3 4 4 2 I 2 3 2
7
progetto 6 2 I 54 6 5 ' 2 2
2 5 I ' 2 3 2
riproduzione/riproducib. 3 2 2
45
3 2 2 34 3
45
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sensibilità 2 3 2 3 3
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spazialità 3
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fantastico 3 3 2 3 2
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riproduzione/riproducib. 2 5 3 4 3 4 3 3 4 2 3 3 3 2 6
sensibilità 2 2
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spazialità 5 3 3
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astratto/concreto 1 c~™ .
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.=-:-:=-.' > , " metrica poetica
espressione
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dialettica 1 ' m ,
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.=: — =-' g .. semantica alfabeto retar jeà
identità/difierenza 1 p« p osizione e gju~ : = ==. =-: / senso/significato ascolto
gus'to
imitsziane
mediazione tradurzone gesto immaginazione anthropos
opposizione/contraddizione 1univemajj/particolari lettura cultura/culture
luogo comune progetto
etnocentrismiqualità/quantità affi ljnguistjae 'n p ' - : - =. = I rtproduzione/riproducibilità
totalità orale/sorjffa = -discorso natura/cultura
dlcibije/indjcjftflá' '::=='rct i e ia i '
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sensibilità
parolauno/molti . finzlnrlc spanslità mzj
decisione enuncjaaètm='::-'. I comunicazione
ritmo
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distribuzione statistica y presupposizione e ajjuattmte-::~~ scrittura
artigianato
narrazi~ jtà artista
giochi
d mo referjgtm:=, ~,, informazione
voce -= stile acculturazione
ctlca attribuzione
induzione statistica motivo civiltà
probabilità
fijasofin/filosofie i oggetto
futuro
ragione antico/moderno tesgz produzione artistica
rappresentazione statistica
ramonale/irrimonale catastrofi calendario
selvaggio/barbar%ivllizzato
teoria/pratica
soggettofoggetto ciclo decadenza arnlonia colore
uguaglianza evento escatologia melodia disegna/progetta
caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche ritmica/metrica fertilità
abbigfiarnsnào visione educazione
curve e superhci infinito vem/falso tempo/temporalità nascitagenesi scala canta generazioni
geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente sensisuono/rumore carpa sessualità infanzia cohivazione
invarianle Ilmndo alch'a c imia
progress%eazione tonale/atonale danza vecchiaia morte cultura materiale
netuzn storia
astrologia =.C mjsnte maschera amore industria rurale
osservazione desiderio
vita/morte
cabala -=::. càgeziane materiali
deduzione/prova reale elementi doc~ umento ,credenze arnamènta .' eros prodotti
.'- eauivajenza ll ll l th armi cit»cao isteriaesoterico/essoterico fossile dialeffo
differenziale p.'formalizzazione frontiera cura/normalizzazione' t metnorin enigma pulsione angoscia/colpa
funzioni à=-'nlngjcn
tsnjhmf restauro
guerra
fiaba soma/psiche castrazioneecomplesso
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esclusione/integrazione
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infinitesimale h=.=paszjbjjjtàfnecessjtà anal isi/sintesi i imperi
mostro ' cannibalismo sonn%ogno j censura farmaco/droga
homo
locale/globale ='=:
refercnaa/verità anticipaziane «»li»e1 nazione identiflcazionee transfert i follia/delirio
I popolare
sistemi di riferimento inconscio I
ricorsività jpateai ' < misura tattica/strategia medicina/medicalizzazione mano/manufatto
stabilità/instabilità "ij,'j i'',ij",'jg) '" ljj ljj fs ' modello
proverbi nevrosi/ps/cosi / normale/anormale tecnica
variazionc struttura
,j/Ijt('jzndjzjanj
injz~ione . ,
' . '
~ piacete, salute/malattia utensile
centrat%centrato ~ne~ :" " ;ii ',', tearjn/modello
coscienza/autocoscienza'
'vi'.,i,j,', demagogia sintomo/diagnosi
combinatoria Ùj(i(arl'i,l'„;,':, ; ;, , immaginazione sociale discriminazione
m „, demonimagia
alimentazione
repressinne ateo
applicazioni
flmj dlvhmzione'
' agonismo
animale
lablnnto
serv%ignore terrore chierico/laico m' ennia
mite(rito cerimoniale casta
assioma/postulato caso/ptababilità donna cucina
uomo tolleranza/intolleranxa chiesa persona festa
contmuo/discreto causa/efietto utopia tortura diavolo ' par% „ ' mythosfjogos domesticamento
origini feticcio endogamia/csogamia
dipendenza/indipendenza abaco
'
certezzafdubbio violenza eresia z~a-ione, . fame
gioco famiglia
divisibilità algoritmo coerenza libertino sogtm/vieione lutto incesto vegetale
dualità approssimazione convenzione 'efcategorizzazione libro stregoneria
'
regalità maschile/femminile
insieme calcolo determinatofindetetrainato rito matrimonio
conoscenza peccato
razionale/algebrico(trascendente numero empiria/esperienza ala
coppiefilosofiche sacro/profano parent caccia/raccolta
stmmetria zero es disciplina/discipline santità borghesi/borghesia totem
dono
strutture matematiche burocrazia economia uomo/donna
enciclopedia eccedente
trasformazioni naturali / categorie libertà classi formazione economico-sociale
innavszione/scoperta pastorizia
meraflsica contadini lavoro
control1%etroazione insegnamento consenso/dissenso primitivo
naturale/ ideologia modo di produzione
energia inve»ione egemonia/dittatura masse recipracità/ridistribuzione
OP proprietà
analogico/digitale equilibri%quilibrio rappresentazione intellettuali proletariato
paradigma riproduzione
automa interazione ricerca libertà nvoluzloneprevi%ione e pos transizione abbondanza/scarsità
intelligenza artificiale ordine/disordine e classificazione maggioranza/minoranza
tiduzione bisogno
macchine organizzazione partiti
ripetizione consumo
programma semplice/complesso politica
mje» a .amministrazione accumulazione imposta
simulazione sistema apprendimento
spiegazione lusso
soglia cervello -: =-' t autoregolazione/equilibraxione à
== l comunità capitale
strumento
vcrificsbilità/falsificabilità eanflitto crisi oro e argento
vincolo comportamento .fi cOgnizione consuetudine costituzione distribuzione pesi e misure
e condizionamento l" induzione/deduzione l djite
djrjtto democrazia/dittatura er o fabbrica produxione/distribuzione
controllo sociale l fnnato/acquisita dorma riccherza
astronomia emozione/motivazione I.l istinto I giustizia gru po gestione
I istituzioni patto mar inalità imperialismo scambio
cosmologie
atomo e molecola mente t operazionj responsabdità potere impresa
gravitazione
spreco
conservazione/invarianza
pcrcczjonc opinionepotere/autorità mercato
luce
entropia quaziente intellettualew merce
materia
fisica moneta
spazio-tempo atmosfera cellula
societ civi e ' ruolo/status
litosfera
forza/campo r abltaziane stato pianificazione
adattamento difFerenziamento socializzazione
moto profitto
oceani evoluzione immunità
particella /,( ,„ am biente rendita
pianeti
plasma
mutazione/selezione individualità biologica spana somalealt salario
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Iltllvetsn
propagazione
polimorfismo integrazione utilità
spcclc invecchiamento
quanti sculilehc
I valore/plusvalore
relatività
organismo im edmmento
reversibilità/irreversibilità
regolazione migrazione ' j città/campagna
catalisi
stato fisico
sviluppo e morfogenesi paesaggio I colonie
macromolecole
I popolazione ( commercio
metabolismo
l regione / ind ustria
omeostasi
eredità 'i risome / spazio economico
organico/inorganico suolo ( sviluppo/sottosviluppo
osnlosl gene terra
vila genotipo/fenotipo territoiio
razza
villaggio
sangue
r53 Creatività
Creatività di quanto si creda, anche nella critica di teorie della percezione e nella storia
Bello/brutto, Creatività, Espressione, Fantastico, Gusto, artistica a sfondo strutturalista, proprio dinanzi al problema della riconoscibilità
Imitazione, Immaginazione, Progetto, Riproduzione/riproducibilità, del prodotto artistico e dei suoi caratteri distintivi. Anche nella contaminazione
Sensibilità, Spazialità tra identità formale e discorso contenutistico perdura il ricorso all'estetica ca
tegoriale soprattutto nelle strutture critiche a base sociologica (Mukaiovsky)
quando si distingua fra arti tematiche e arti atematiche o astratte. Distinzione
forse classica negli esiti dell'estetica in quanto disciplina autonoma sia che con
r. Il f a ntastico bello e brutto. trapponga le arti del tempo a quelle dello spazio (Lessing) sia che le ordini
secondo la categoria del tempo in quelle consecutive o in quelle simultanee
Lo specchio del +fantastico+ nasce dall'orizzonte indistinto del ti»»>rc che (Goethe) o comunque le riformuli in una classificazione critica come «belle arti »
rimane la sua sponda originaria. Il meraviglioso, invece, e la produzi<>nc prodi in quanto soggetto (il bello), configurando lo spazio operazionale dell'estetica.
giosa tengono al polso il fantastico come un figlio ribelle; infatti i n>irac<>li, in L'imitazione della «bella natura» permane in ogni tematica razionalistico-illu
quanto trasgressori delle leggi di natura (anche come gioco-ingann<>, /usus) e minista; anche all'interno del processo imitativo del modello si fa strada la va
quindi irriproducibili, fissano il loro valore entro un principio di or<linc supe rietà strumentale attraverso la quale si può giungere alla perfetta imitazione
riore che regga «diversamente» l'ordine naturale, e per ogni religionc c<>stitui del modello (staccandosi però dall'identificazione idealista della visione con la
scono le spiegazioni «scientifiche» della propria verità, al fine di emanarc proprie contemplazione). Il concetto scientifico di «funzione» tende a normalizzare in
norme. Ora il fantastico è anche una sfida inquieta agli accreditati principi d'or una questione tecnico-artistica la produzione del bello e del brutto, e in questo
dine (Dio-Ragione). Quando prodigi e miracoli diventano la prova provata della caso a renderli dipendenti non dal giudizio ma da una pratica. Il meccanismo di
verità e della regola, il fantastico non c'è e non trova appiglio perché è <>n'appa produzione percettivo isola e rende indistinta la categoria di rapporti : 'propor
rizione contrastante,essendo da se stesso paradosso del prodotto d'art«.Ma zione' e 'consonanza' non sono altro che i termini paleorazionalisti dei signifi
non appena la paura e il terrificante prevalgono come genere anziché come «fi cati e delle significanze, sotto i quali si consuma la riconoscibilità del bello
gure», il fantastico diventa un museo mentale carico di terrori e di ang<>sce che credo —, se non confondendosi con l'istantanea figurazione-contemplazione del
raggelano i suoi effetti producenti e improvvisi. Il fantastico non celebra alcun +fantastico+.
effetto di durata e non si accoppia necessariamente a nessuno stile c a nessun
movimento (anche se possono servirsene lo stile gotico e il surrealis»><>) perché
è transitorio quanto inaspettato. Come un gioco e un luogo, il fantastic<><'.il pas z. La sensibilità dell'immaginazione.
saggio di uno scherzo e lo scherzo di un passaggio (lusus e locus) «naviga tra
gli strettissimi confini del riso e della paura che segnano la sua rotta. «Il fan Nei dialoghi platonici ogni forma di sensazione è nemica della saggezza per
tastico dura soltanto il tempo di un'esitazione... se invece si decide chc si deb ché è un appello contrario alle leggi della ragione e della vera conoscenza. In
bano ammettere nuove leggi di natura in vista delle quali il fantastico viene Aristotele si restituisce alla singola percezione dignità di conoscenza e quindi
spiegato allora entriamo nel meraviglioso» (Todorov). Bisogna chc l'incantesi sensazione e rappresentazione diventano piu oggettivamente sostegno di un fon
mo si insinui perché il mirabile diventi credibile attraverso la vertigine della sua damentale rapporto fra realtà e intelletto. Capacità intuitiva, acutezza, profon
percezione (gli stessi brividi fisici che trasmettono gli effetti d'arte) c della sua dità di sentimento, delicatezza di sentire, ma anche meraviglia, seduzione, ana
figurazione. L'istante fantastico è l'enigma sul punto di sciogliersi chc sorpren logia/differenza (nelle opere minori e nella tradizione teofrastea) sono riconduci
de davanti allo scherzo clownesco come un comando: «Nasconditi dietro di bili al valore complementare della +sensibilità+ classica. Nel Rinascimento la
te», momento in cui reale e immaginario cessano di essere percepiti in contra collaborazione tra sensibilità e pensiero sostiene l'intellettualità artistica a sfon
sto, simbolizzandosi come una cifra dove l'inquietudine fa breccia. do aristotelico (Leonardo) : la prospettiva artistica è infatti una legge derivata
Oltre la scorza eteroclita e primordiale del fantastico, vero choc anestetico, dalla geometria euclidea con tutti i correttivi possibili della sensazione circa lo
l'inadeguatezza semantica che segna oggi il termine 'bello' e il suo antonimo spazio simbolico che interviene nell'artificialità della stessa ricostruzione pro
'brutto' necessita tuttavia di una restituzione di valori e funzioni non soltanto spettica. L'asse di questa sensibilità va riportato alla filosofia naturale («iuxta
all'interno del giudizio artistico (su cui si sono strutturate l'estetica e la cono propria principia») mentre l'indirizzo neoplatonico che giungerà con le acca
scenza del bello), ma dellasua produzione che fornisce ancora un residuo del demie cinquecentesche a una valorizzazione del «disegno esterno» compatibile
l'antica tensione terminologica (che èstata ilsostegno deltema trapoesia enon alla copia e al modello non potrà comunque rinunziare al «disegno interno» co
poesia) e si frappone ancora come la reazione piu semplice alle figurazioni origi me riconduzione a effetto morale del catalogo di sensazioni ed effetti esterni.
narie del giudizio. La coppia +bello /brutto+ nella sua scorza interna resiste piu Anche per la magia naturalis la consapevolezza del sentire e l'+immaginazione+
Sistematica locale I54 r55 Creatività
nascono dalla «fisiologia» e dal «senso delle cose». Il comportamento ingegnoso, nalità fra intuizione e creazione artistica. L'immaginazione si esalta però, lon
il coraggio intellettuale coinvolgono tanto l'ingegno (di Hobbes) quanto il+gu tano dall'opera e dallo stile raggiunto, sul capolavoro come soggetto consacrato
sto+ (di Hume), condensando ogni sensibilità estetica verso l'orizzonte delle dalle culture, diversamente dalla volontà immaginativa degli artisti. Quest'ul
verifiche oggettive dell'intelletto, accanto a quegli atti di squisitezza delle pas timo, invece, in rapporto alla +riproduzione/riproducibilità+ di immagini, è il
sioni che sono i primi appelli alla ragione sensibile ; in ciò si comincia a porre il campo di «morbide» epistemologie della reverie : emanazione memorativa della
passaggio dalle idee confuse a quelle distinte attraverso il livello-base di produ biografia individuale con le reazioni poetiche di «immaginazione della materia»
zione dell'estetica come « il perfetto discorso sensibile» (Baumgarten). Con Kant (Bachelard).
la sensibilità artistica inattiva (il gusto) è sospinta dalla sensibilità attiva (il ge
nio) che crea con originalità e fissa quindi o sovverte i limiti della sensibilità e
del gusto comune; nella sensibilità immaginativa del genio il «supremo inte 3. L'intenzione espressiva e l'imitaaione esemplare.
resse dello spirito» (Hegel) dovrà conformarsi ad una piu profonda verità nel
l'esercizio della natura sensibile (tra il pensiero ideale e la natura sensibile sta L'+espressione+ costituisce, fra i tratti della disponibilità inconscia e l'in
infatti ogni arte). La sensibilità romantica, infine, con l'immissione dell'arte nel tenzionalità, un atto di decisione che la trascina verso la rappresentazione. E
la vita,contrasterà ferocemente (tale sarà lo spirito di ogni avanguardia) il senso spressione e rappresentazione sono i termini di scorrimento di un uso lingui
comune e il cattivo gusto che, stringendo dappresso con la propria mancanza stico scambievole: un primo impatto si presenta nei confronti dell'opera d'arte
di sensibilità l'attività artistica, la sospingono verso atteggiamenti laterali e pa dove l'espressione è una visione del mondo e allo stesso tempo una rappresen
radossali, di estraniazione, di follia, di desensibilizzazione suicida. tazione del messaggio (tecnica, convenzione, intenzionalità, emozione...) Il ter
Dissolvimento quindi della pura sensazione e passaggio alla sensazione in mine 'invenzione' pone forse uno scacco all'espressione ponendone, all'interno
conscia, che svela la propria psicologia con una delicata opera di ricomposizione, della produzione artistica, il limite di esemplarità che non cessa di reimpostare
tracciando la mappa di un «sottosensibile» la cui emersione è ostacolata dal reale il fenomeno della nuova espressione. Perciò le espressioni si fondono in un
che sembra frantumarsi non appena prende forma la sua profonda coscienza complesso di eventi naturali come manifestazione di messaggi ignoti o prodigiosi
(psicanalisi). che portano alla rifiessione di un superiore ordinamento e lettura delle speci
Con la sensazione, è l'+immaginazione+ a permettere l'evocazione di imma fiche leggi che compongono quest'ordine, e infine organismi ed energie propri
gini e visioni, strutturandosi secondo un principio di conoscenza, determinando della struttura riflessiva dell'uomo, sopra il terreno predisposto dai sensi (in
le traiettorie dell'arco della produzione artistica. Già Voltaire era propenso a ciò espressioni artistiche o del tutto naturali ). Secondo Croce l'espressione rap
individuare nell'immaginazione, oltre la passiva registrazione visiva, una facol presenta pressoché il livello zero dell'attività teoretica tanto che si implichi la
tà di astrazione come suggestione evocativa dello scoppio delle facoltà artistiche : fantasia creativa (estetica) quanto il concetto (logica). Espressioni artistiche ed
da semplice legge produttrice di immagini a formula conoscitiva della produzio espressioni imitative si fondono in un continuo, ma il superamento delle espres
ne artistica, in quanto l'immaginazione da soggetto visivo si fa sostanza arti sioni sensibili per opera dell'attività della coscienza sembra necessario (Cassirer)
stica perché la rappresentazione visiva è si una determinazione primaria della per giungere all'estrinsecazione e oggettivazione dell'intuizione nei dati mate
+sensibilità+ ma si svolge anche in una producente energia astrattiva. Il pro riali e nella circostanziata e necessaria tecnica. Al neokantismo e all'empirismo
getto idealistico di tenere chiuso il rapporto fra immaginazione e conoscenza pedagogico, che si staccano dal riduzionismo idealistico dell'espressione, giova
presenta forti perplessità nei confronti dell'immaginazione artistica in quanto il principio di valutatività del soggetto, benché l'espressione sia il tertium clas
capacitàautonoma di liberare e produrre nuove forme, come accade neiperiodi sico (accanto al disegno e al colore) in quanto «disposizione dell'animo umano»
storici di pura+imitazione+ o di prevalente manierismo (qui infatti l'immagina che si dichiara, in primo luogo, nell'intenzione soggettiva dell'artista ma richia
zione rientrerebbe limitativamente nel senso del primitivo e del +fantastico+ ma collateralmente tutto il codice genealogico del fisiologismo (da Aristotele a
soddisfatti meccanicamente senza stimoli o principi di astrazione). Quest'impo Darwin). Qui percezione e immaginazione si configurano' nel matesiale carat
stazione che sottolinea particolarmente il rapporto arte /conoscenza tiene distinto teristico delle passioni che sono gli sbocchi delle espressioni, in quanto le pas
il procedimento conoscitivo e di astrazione dall'abilità e dalle operazioni mate sioni sono la loro porta e il loro principio. Si potrebbe dire che sulla struttura
riali della creazione artistica. Perciò l'immaginazione può essere caricata del espressione-passione si fonda la teoria della risonanza emotiva dell'oggetto arti
l'ordine superiore del principio di astrazione oppure penalizzata come suggeri stico, uscendo cosi dalla dicotomia espressione/impressione e rappresentando
trice di effetti stereotipi e di manierismi. Il carattere progressivo della produzio il sistema e il catalogo oggettivo delle operazioni espressive.
ne artistica, accanto alla consacrazione di un modello esemplare costruito o rag Per Arnheim che traduce la teoria della Gestalt nell'esame delle arti, l'e
giunto, dovrebbe promuovere uno scambievole effetto di alternanza tra imma spressione si propone come soluzione totalizzante e organizzatrice della forma
ginazione astrattiva e immaginazione visivo-seduttiva: un rapporto di funzio visuale anche laddove non si percepiscono che eventi artificiali e locali. L'espres
Sistematica locale r56 r57 Creatività
sione raggiunge i modelli e i sistemi delle stimolazioni organizzate e funziona scenza tecnica» basata sopra un insieme di elementi formali e relazioni pratiche.
li producendo nel soggetto percipiente quella dilatazione percettiva (in quanto Qualsiasi modo di imitare è simbolico e convenzionale insieme, cultural
funzione dell'oggetto e effetto dell'oggetto ) in cui si espandono le forme signi mente codificato o codificabile : ciò è confermato nell'ambito delle arti figurative
6canti anche su minimi spostamenti del referente. Il rapporto tra espressione rispetto alla funzione originaria della raffigurazione. La figurazione può essere
artistica e forme della sensibilità e della percezione non potrà sostenere la ti realistica o schematizzante e in questo senso la critica iconologica si è orientata
pologia puramente analogica ma l'arco della differenzialità degli effetti rispet a percorrere la serialità e i temi della figurazione imitativa in rapporto alle stesse
to alle condizioni causali. È proprio in questa funzione dissimulatoria (nuova famiglie di immagini degli oggetti ; essa rinunzia però a esaminarli in rapporto a
forma della materia espressiva e sostanza del contenuto ), proponibilmente indi una certa produzione che in questo modo si stacca culturalmente dalla logica
rizzata all'indeterminatezza, che si possono produrre determinazioni-tipo, stili, della figurazione creando interruzioni e discontinuità per dar luogo a nuove in
generi e quindi morfologie che sono prima di tutto stampi dell'espressione e venzioni sostitutive dell'imitazione (si veda il classico rapporto artista/artigia
dell'imitazione. no) : in tal caso il processo imitativo interno delle arti si contrappone al pro
Il passaggio imitativo fra arte e natura («Ars simia naturae») serve a indi cesso imitativo delle funzioni sociali rispetto alle arti. Ecco che l'interrelazione
viduare i modelli ma anche a indirizzare le diversità, spesso non in analogia con di tali processi imitativi consente allo storico di connotare inconfondibilmente
la copia ma con le leggi nascoste della natura (che copia), per cui l'arte non un'epoca con i segni degli oggetti artistici che hanno fatto stile o maniera. È
produce allo stesso modo — anche se la necessità della natura dovrebbe essere chiaro che i repertori artistici, in quanto a rappresentazione, fanno percepire
la verità delle arti — quanto l'idea di bellezza e delle pure forme ideali dovranno degli scarti di novità tra figurazione e processo inventivo: è possibile isolare
essere l'oggetto dell'+imitazione+ (Leonardo/Alberti). Nella filoso6a scolastica l'accento figurativo nei puri aspetti visuali (secondo la teoria della pura visibi
la designazione dell'aucror (e della sua autorità) legittima la dipendenza e la ne lità) senza inserirlo in uno sviluppo di determinazioni formali, senza le media
cessità dell'exemplum, proprio come « figura» etico-discorsiva. L'ars rethorica tar zioni storico-sociali?
doclassica(dallo Pseudo-Longino) segue nell'imitazione il sotterraneo principio Se è necessario che l'arte abbia la sua origine nella mente umana e nelle
sofista della convenienza e della verosimiglianza: a momento e a luogo. Invece nostre reazioni conoscitive sul mondo dei fenomeni piuttosto che nella ripro
nelle arti plastiche la selettività delle informazioni desunte dalla natura e la loro duzione diretta o indiretta del mondo sensibile, non è detto, per esempio, che
«correzione» impongono all'operazione artistica qualità artificiali rispetto alla l'arte rinascimentale abbia l'intenzione di abbandonare la convenzionalità degli
vera natura. Modello e copia sono i luoghi comuni dell'imitazione didattico-ac schemi riproduttivi precedenti senza approfondirne visivamente e scientifica
cademica: per poter produrre opere esemplari bisognerà passare accanto alla mente la tematica. È noto il dibattuto problema circa il soggetto simbolico della
copia, ma mentre il modello costituirà la radice principale (surroga) dcll'imitazio prospettiva che ripropone l'ardita astrazione dalla realtà attraverso il teorema
ne, la maniera sarà la derivazione inopportuna e ripetuta (várroc) della tradi tangibile della sua restituzione. Corrispondenza o non-corrispondenza con la
zione. In tal caso la maniera si opporrà alla+creatività+ esemplare della genia realtà, le prospettive rinascimentali non nascondono un proprio artificiale do
lità artistica nella stessa de6nizione di genio, in epoca romantica, mentre nel minio rispetto alla perspectiva naturalis (l'ottica) che è l'ambito oggettivo dello
manierismo secentesco la pseudo-imitazione e l'insistenza deformata della re sviluppo delle immagini secondo la cognizione scientifica che fonda con esse i
gola priva di effetto regolatore produce invece l'acutezza, la meraviglia, la me propri modelli di visione-verifica. Non riconoscendo relazioni assolute fra im
tafora, di cui si nutre l'ingenio (in tal caso l'ingenio secentista è la bruciante ca magine e modello non si escludono però standard oggettivi di rappresentazione
ricatura del genio idealista e la sua opposizione irriducibile ). che servono a precisare dei gradienti di somiglianza tra realtà percepibile e og
La ii.lpqrriq platonica aveva evocato originariamente non un semplice rispec getto riprodotto, innescando con ciò nel normale ambito psicologico un'emo
chiamento del reale ma un riferimento a valori culturali assodati, talora istitu zione, un affetto dell'animo, un riconoscimento. La diversità della raffigura-ione
zionalizzati. Il valore della mimesi si sdoppia in una funzione «icastica» (tra che può produrre vari riconoscimenti non può essere un rapporto di pura equi
sposizione inadeguata del mondo sensibile) e «fantastica» (trasposizione defor valenza ma di somiglianza: giudizi non in generale veri o falsi ma funzionali o
mata e ingannevole). Se nelle arti le apparenze sono prodotte attraverso falsi6 non funzionali alla produzione di certi effetti. In quanto modelli di giudizio e
cazioni tecniche, allora l'introduzione di regole matematiche e proporzioni ri di relazione non fissano tanto un'immagine accanto al suo oggetto, quanto la fi
porta la mimesi verso leggi oggettive che dimorano presso la norma e l'etica gurazione tra un modo di percepire un oggetto : modo percettivo quanto modo
filosofiche. In Aristotele si fa strada l'attività imitativa come operazione intel storico-culturale. Ecco che la somiglianza si spiega in un processo di imitazione
lettuale : la simpatia che coincide con la scoperta soddisfazione di una certa con che rappresenta e costruisce un modello di relazioni in un rapporto di valori
formità tra l'atto dell'imitazione e l'oggetto imitato. Il riconoscimento del ca conosciuti, di schemi percettivi e significativi. L'+imitazione+ con6na con un te
rattere non meramente duplicativo dell'imitazione fa si che nella ricerca del mo ma produttivamente artistico, origine di una doppiezza seduttiva: la simulazio
dello il piacere che si ricaverà nella duplicazione si fonderà sopra una «cono ne e la verità propria del simulacro.
Sistematica locale i58
>59 Creatività
in ogni caso un'impronta idealistica che sembra fissare la creatività in una su
Lo spazio della creatività.
periore considerazione conoscitiva ben differenziata dal modo corrente di cono
Con+spazialità+ s'intende l'oggetto di una disciplina formale o deduttiva : il
scere. Assai importante è concepire l'intelligenza creativa non contraria e diffe
suo campo, il suo ordine, nonché gli spazi di relazione, per quante de6nizioni
rente dalle regole e dalla legge ma in certo modo strutturata e sottoposta a una
e punti di vista costruttivi siano possibili. Il problema della connessione delle
«legalità generale». La+creatività+ secondo la legalità appare come nucleo cen
conoscenze non si può distinguere dalle loro capacità di riferirsi all'esperienza
trale di queste voci e si svolge nell'esplicazione dell'apparente paradosso della
reale, perciò il programma è quello di costruire uno spazio comune fra i molti
«creatività secondo regole», anche se non si esaminano la rete di norme, i sa
spazi comunque definiti e di conferire a tutto questo il titolo di spazialità. Si
peri e i funzionamenti, gli effetti di potere di queste norme (come potrebbe
tratta di trovare l'unità delle esperienze e delle teorie circa l'oggetto dello spazio
suggerire Foucault ) congiungendo la legalità alla necessità del fenomeno crea
senza ricorrere a modelli matematici, pur orientandosi a una nozione intuitiva
tivo-produttivo, senza escludere i moderni accenti psicanalitici o etologici. L'e
mersione di una creatività attraverso regole non è estranea a tutto il mito crea
comune. La concreta esperienza spaziale viene 6ssata come condizione trascen zionista che sostiene la scolastica cristiana fino all'evoluzionismo teistico madentale: universale e necessaria, tale da contenere un preciso controllo sull'e )
1 idea originale di creatività, di costruttività e formatività si dilata in un'accezione
sperienza. Il riferimento all'istanza trascendentale espressa da Kant come ten
tativo di fondazione speculativa di intuire gli oggetti nello spazio è necessa
che è estranea e del tutto ignorata nelle 61oso6e classiche: è l'idea di progresso
rio anche per registrare epistemologicamente lo spazio di questo esteticismo
che si anima alla fine del xvi secolo e appare sufficientemente formata in pieno
neokantiano e dell'asse costruito delle voci qui esaminate attorno al tema della
illuminismo tanto da collocarsi come idea-guida in tutto il pensiero dell'Otto
+creatività+.
cento. Kant viene assunto come teorico di una creatività legata alla legalità,
Si sache non è possibile una separazione fraspazio e tempo perché laper
perché una pura legalità è indeterminata quanto una pura creatività: l'intelletto
cezione degli oggetti nello spazio si colloca necessariamente anche nel tempo
fornisce si i concetti necessari all'esperienza ma anche le regole applicative della
natura in generale. L'intelletto però non sarebbe sufficiente se non si chiedes
(temporalità e spazialità interagiscono) : la temporalità si fonda sopra la storicità
che è percezione di finitezza e costruttività, mentre la spazialità conduce a nuove
se il principio ulteriore della facoltà di giudizio che è un principio intellettua
organizzazioni sistematiche di sapere, del fare e dell'esperire, precisando però
le soggettivo e non oggettivo, non logico ma estetico : la Stimmung (sentimento
che la «sistematicità» rappresenta il significato limite (geometrico-matematico)
soggettivo) si svolge in una Proportion in quanto forma scaturita da immagina
zione e intelletto: il «libero gioco» dell'esperienza estetica.
della spazialità. La percezione spaziale va interpretata come coordinamento dei
dati sensibili; ci si sottrae in tal modo alla casualità e al disordine delle perce
È soprattutto nell'ambito della linguistica contemporanea (in generale nella
zioni isolate e momentanee inserendole in un sistema. «Non vi è alcuna funzio
semiotica) che la creatività secondo regole prende argomenti: la lingua è infatti
ne, alcuna creazione dello spirito che in qualche modo non si venga a trovare
il dispositivo produttivo che entro un sistema finito produce messaggi sempre
con il mondo dello spazio e che comunque non cerchi di adeguarsi ad esso»
nuovi. Linguaggio e gioco fissano su regole il loro sviluppo produttivo ; traden
(Cassirer).
dole o falsi6candole non si potrebbe piu giocare; ma non si potrebbe giocare
Che cosa può assicurare inoltre produttività e creatività ai comportamenti
un gioco, apparentemente senza regole, inventandole momento per momento
se appare ingenerale fondata la comune contrapposizione fra natura/cultura e
(Wittgenstein)? Si vuoi spiegare che la creatività non si svolge soltanto r ielle
operazioni materiali ma in rapporto al messaggio conoscitivo: l'arte non forni
intelligenza/istinto? Dal momento che nel mondo animale i principi innovativi
della pratica sono abbastanza limitati e monodirezionali, si accetta che la crea
sce un puro rispecchiamento della conoscenza ma qualcosa in piu rispetto ad
tività costituisca il carattere saliente del comportamento umano esplicantesi in
essa. Si conclude che quest'arte creativistica «è una specializzazione non-cono
ogni direzione: come organizzazione dell'esperienza attraverso un principio di
scitivadel conoscere stesso,che nasce dal conoscere, sipone come sua garanzia
formale e insieme lo integra in una sorta di "stato d'animo conoscitivo o adat
generalizzazione legata al linguaggio. I principi che mettono in essere una tra
dizione innovativa non si spiegano secondo semplici regole di casualità; il lin
tativo" totalizzante»(Garroni). Si accenna qui alla struttura linguistica con la
guaggio infatti riesce a percepire in tutto il suo raggio i problemi dell'innovazio
quale si configura il canone di una creatività secondo regole (la rule-governed
ne e della creatività che appartengono all'uomo, come la fabbricazione del lin
e la rule-changing creativity di Chomsky) in rapporto alla struttura super6cia
le e profonda del linguaggio, anche per porre accanto alla creatività la funzio
guaggio.
Il tentativo di una formulazione scientifica del tema della creatività non è
ne di riproducibilità come manifestazione atta a istituire e riconoscere equiva
anteriore al xx secolo, anche se nell'intervallo possibile fra intelligenza creativa
lenze tra oggetti diversi. Accanto ai segni caratterizzabili per la loro replicabi
e intelligenza speculativa si fanno strada fin dal Seicento concetti circostanti
lità (qualità, evento, legge) si allineano nella riproducibilità quelle produzioni
come esprit definesse,+gusto+, ingegno, +immaginazione+, genio... Si distingue
discorsive che reificano un messaggio e lo rendono compatto e permanente op
pure ne soppiantano i riferimenti rendendolo poetico o ambiguo (traduzione o
Sistematica locale t6o
r6x Creatività
equivalenza). Lo sdoppiamento del processo riproduttivo avviene da una parte
operando rettifiche e interpretazioni mentre ci si appropria del codice del lin
ciò chesa,siapre profonda laspaccatura diun piacere che sidirigecome volon
guaggio, dall'altra strutturando le proprietà di regolazione proprie della lingua
tà nel non-saputo ; in tal modo si rende signi6cativo l'insignificante, abbando
che fissano l'ambito di una creatività, di una novità secondo regole.
nando, per ciò che si vuoi sapere, il signi6cato di ciò che già si sa.
Platone aveva assegnato all'amore il compito di sostenere il nesso tra ciò che
vi è di piu visibile e invisibile dell'idea : tra l'apparire della bellezza e il sapere
5. Il progetto del soggetto: «piacere che sa, sapere che gode».
che giudica il vero senza darsi ragione. Infatti la bellezza non può essere cono
sciuta, la verità non può essere vista, ma «proprio questo intrecciarsi di una
Riconoscendo all'individuazione del progetto una implicazione ontologica,
duplice impossibilità de6nisce l'idea e l'autentica salvazione delle apparenze
occorre deliberatamente uscire dai limiti applicativi che la parola 'progetto' ha
che essa attua nell' "altro sapere" di Eros» (Agamben), interferendo sulla conci
assunto nelle arti e interrogarsi oltre al margine di prevedibilità, l'«a-vantag
liazione e assicurando la differenza. «Scire per amorem et amare per sapientiam»
gio-di » rispetto al quale la previsione stessa trova il suo originario possibile. Il
è il motto dell'impresa platonista, ma in questo l'apatia della vera meraviglia e
+progetto+ implica comunque un futuro come essenziale orizzonte di tempo e
della collocata bella sapienza si espande nel fiuido charme invisible(Montesquieu)
della sorpresa e del «non so che».
anche come vettore strutturale della categoria di possibilità. Futuro e possibilità
tengono in piedi la matrice fenomenologica dell'idea di progetto, ma sono di
Lo statuto della scienza si intende come un sapere che si sa, che si apprende
per sé insufficienti se non alludono al fondamento per cui un'anticipazione ri
e si trasmette ; lo statuto del piacere ferma il proprio possesso su di un altro
spetto a un futuro può essere riguardata come possibile. Ogni precostituzione e
fatto sicuro: non può fondarsi sopra un sapere. Certo, i saperi si confrontano
ogni previsione appaiono come un fenomeno legato all'agire etico dell'uomo «del
con le loro note realtà disputative, il gusto no : cosi il sapere che si conosce (le
dover essere», e quindi si proiettano nel mondo della soggettività che continua
scienze) accanto a un sapere che non si conosce (le arti divinatorie e la psicana
lisi) si espandono sopra reciproche aree di mancata estensione. L'estetica come
• ,
storicamente a costituire l'asse di equilibrio di ogni ordine progettante.
Il primo agire soggettivo si individua fin dalla classicità nel significato di
sapere di un eccesso (il bello) sembra subentrare all'eclissi delle scienze divina
wsyvq (in quanto azione produttiva generale) e vcpxE<c in quanto vera e propria
torie ma si oppone nel suo ordine di discorso alla contemporanea nascita del
azione etica. Ma la prassi etica è sostanzialmente un «essere», prima ancora di
l'economia politica: la prima come un sapere che non si conosce, quest'ultima
un «produrre», anche se è un essere che deve continuamente essere fatto. Nel
come un piacere che non si gode, ma anche reversibilmente. Tra questa indif
l'opera aristotelica l'ávspys<x si presenta appunto come il mantenersi di un'uni
ferenza un nuovo saperescaturisce per farcomunicare veritàe bellezza: la bel
tà particolare dei fatti che, senza deviare verso l'accidentalità, occupano il pro
lezza dovrà salvare la verità e la verità la bellezza. Il gusto scintilla come un'im
prio fondamento : richiamo alla particolarità quindi che, indirizzata verso la no
magine sapienziale «vivente nel soffio della soprannaturale meraviglia», per
zione metafisica di individuo, si apre a ciò che di piu fondamentale sta nella
ciò nel Szupá(cpv che sta in fondo all'avventura di ogni conoscenza. La grande
stessa idea di progetto : «La soggettività si fa progetto quando si propone come
patria della meraviglia (Wunderheimat) vola verso il pianeta inquieto del +fan
fondamento» (Calvo). Si insinua forse una rivalutazione del soggetto quando si
tastico+, da dove ogni viaggio può ricominciare. [M.a.].
è giunti alla fine del patetico resistere della soggettività di fronte al gomitolo dei
saperi e alle loro pratiche di dominio? quando i saperi che modificano il sog
getto si oppongono alle conoscenze che hanno moltiplicato gli oggetti conosci Agamben, G.
bili e ogni «progetto gettato» (Heidegger) scompare in un presente impossibile? 1977 Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occidentale, Einaudi, Torino.
Il sistema esteticoesaminato ha accolto ancora una volta,del soggetto arti Arnheim, R.
stico, lo spirito per ri6utarne il corpo, nella versione trascendentale ma «giu zg6v vi s ual Thinking,University of california Press, Berkeley cal. (trad. it. Einaudi, To
diziale» del neokantismo, nella regolata creatività del progetto che implode su rino sy74).
se stesso dichiarando il destino del soggetto e lasciando aperto l'infinito deside Bachelard, G.
rio del soggetto di appartenere a un corpo come meravigliata voce dell'essere.
1957 La poetique de l'espace, Presses Universitaires de France, Paris (trad. it. Dedalo, Bari
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Infatti il +gusto+, infimo tra i sensi ottimi della percezione e dell'intelletto (vi Baltru5aitis, J.
sta e udito), sembra rinascere sopra i rifiuti di ogni estetica : anello della bellezza 1955 Le Moyen Age fantasaique. Antiquités et exotismes dans l'art gotique, Colin, Paris (trad.
che sivede e non si conosce, e della verità che siconosce e non si vede. Kant it. Mondadori, Milano I977).
stesso individuava l'enigma dell'interferenza tra sapere e piacere, in un sapere Baumgarten, A. G.
che non può dar ragione del suo conoscere, ma ne prova piacere. Al di là del 175o s8 Ae sthetica,Kloyb, Frankfurt an der oder.
l'istanza memorativa e fondata sui propri argomenti che ricorda e a cui piace Brandi, C.
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233 Bello/brutto
Bello/brutto rebbe, peraltro, impossibile negarne il peso e la presenza) né, tantomeno da
quello che si potrebbe definire l armamentario critico e di «poetica» dei van
periodi storici e delle varie culture, non soltanto occidentali. Al contrario, quan
to si intende far affiorare, a livello della teorizzazione estetica e della concreta
i. Am b iguità della nozione di 'bello' e delsuoantonimo. prassi critica, è semmai proprio quell'aura di effetti, di conseguenze contraddit
torie, persino di pregiudizi, che l'assunzione, piu o meno consapevole, del bino
Non è possibile negare il ruolo portante della coppia concettuale bello/brutto mio bello/brutto può comportare ad entrambi i livelli (e senza che si ipostatizzi
nelle teorizzazioni formulate dall'estetica antica fino all'idealismo e a quel suo qui alcun rapporto di causalità, in senso unidirezionale, tra i livelli in questione).
episodio, ancora relativamente recente, rappresentato dall'estetica crociana. An Occorre dunque, innanzitutto, mettere in evidenza non tanto o non solo la
zi, può quasi sembrare che la stessa possibilità del costituirsi dell'estetica co relatività, fin troppo ovvia, dei criteri per l'accertamento e la d fi
'
d Ia e nizione e
me disciplina autonoma dipenda dalla (o addirittura si identifichi con la
) pre e o e e suo opposto nei vari trattati di estetica e di metodologia critica, ovvero
via definizione delle caratteristiche del bello e del suo antonimo; o, ancora, forse nel vissuto esperienziale di determinati contesti culturali: piu importante sem
nella migliore delle ipotesi, che dipenda dalla determinazione delle condizioni bra, invece, in questa sede, far emergere quale sia tuttora l'incidenza di un'im
entro le quali è possibile si realizzi l'esperienza del bello. In una parola, insom postazione, anche taciuta ed implicita, dell'adesione ad un'estetica formulata an
ma, l'estetica si è venuta strutturando, anche e soprattutto agli occhi dei non-ad cora come una teoriadel bello. Inoltre, sitratterà dichiarire come lo stesso ab
detti ai lavori, intorno alla difFicoltà di differenziare questa opposizione, di chia bandono della terminologia «manicheistica» bello /brutto non escluda, talvolta,
rirne la specificità, di ammetterla o di annullarla nell'ambito di altri processi 'assunzione di quello stesso tessuto concettuale all'interno del quale era stato
cognitivi. Ed è ancora un altro, innegabile, dato di fatto che la coppia di concetti possibile, e quasi inevitabile, appoggiarsi ad una accezione del concetto di este
di cui qui ci si occupa abbia pur sempre conservato o acquisito una specificità di tico e di artistico tale da privilegiare, piu o meno consciamente, l'esperienza vi
tipo differenziale, vivendo, nei vari testi di estetica, sempre in rapporto piu o suale.Infine, andrà vistocome proprio latendenza a definire l'esperienza este
meno consapevole con un'altra coppia o serie di antonimi : dal rapporto oscillan tica, nonché la produzione artistica, in termini di autonomia e specificità del co
te di identificazione con la coppia buono/cattivo dell'estetica platonica fino alla siddetto oggetto estetico, la tendenza a legare le sorti dell'estetica ad una defini
formulazione piu radicalmente crociana dell'Estetica [Croce I902], la quale, pur zione tassativa del segno estetico o della struttura estetica come alcunché di omo
escludendo, come noto, il termine 'bello' per la sua intrinseca ambiguità, espli geneo e di specifico, rischi di reintrodurre, almeno in certa misura e a livello di
citandolo e traducendolo come «espressione riuscita», può garantire la specifi determinate applicazioni ed esemplificazioni, due tipi di conseguenze: a) la rica
cità ed autonomia dell'«espressione-intuizione» solo escludendo tassativamente duta in un'estetica essenzialistica e normativa anche all'interno di im ostaz'opos azioni
il ruolo della presenza di altri fattori — pertinenti ad altri «momenti» dello Spi c e vogliono appoggiarsi alla lezione della linguistica strutturale e/o della seh
rito — perché l'«espressione riuscita», anzi l'«espressione» tout court, possa esse miologia [cfr. Garroni iil68, iq7z] ; b) la diff icoltà di spiegare ed accettare la pre
re consideratatale. senza di componenti presunte extraestetiche all'interno di un prodotto prece
In altre parole, dunque, e risparmiando in questa sede ulteriori esemplifica dentemente definito come estetico in ragione della sua aderenza alle condizioni
zioni, pare si-possa affermare che la nozione di bello e del suo opposto, quand'an imposte o ipotizzate come tali da caratterizzare l'esperienza estetica, il segno
che venga determinata dialetticamente, nella storia delle dottrine estetiche, non estetico, la struttura estetica, ecc. In breve, verrebbe qui in luce l'incapacità di
riesce, tuttavia, ad evitare una serie di conseguenze teoriche tutt' altro che mar tener conto anchedell'ipotesi che non la omogeneità, bensi la convivenza di di
ginali, e che andrebbero ricostruite entro l'area delle esperienze culturali e arti verse componenti e funzioni all'interno del fenomeno estetico ed artistico possa
stiche in cui comincia a profilarsi la fortuna del concetto di bello come cardine garantirne il funzionamento come tale.
della speculazione estetica, nonché nel quadro degli stessi primi tentativi di si Proprio questa seconda impasse sembra abbia trovato la sua piu vistosa
stematizzazione di una teoria critica. espressione nelle pagine dell'estetica crociana, con la ben nota distinzione tra
L'ipotesi è, dunque, che l'«inadeguatezza terminologica» già rilevata dal poesia e non-poesia; e tuttavia, tale difficoltà è destinata a rivivere anche nelle
Croce non sussista solo nell'ambito di una «filosofia dello Spirito», ma faccia estetiche contemporanee, e, a maggior ragione, nelle discussioni sulla metodolo
sentire i suoi effetti anche — esoprattutto — nel contesto di un tentativo di fonda gia dell'analisi dell'opera artistica. In questo secondo caso, anzi, la difficoltà è
zione di una estetica non-categoriale e in quello del correlativo disegno di un resa evidente proprio dal contatto diretto con il singolo prodotto verbale, visuale,
modello di analisi del prodotto artistico che intenda dar conto di tutte le com acustico, ecc., intenzionato artisticamente, e di cui si voglia recuperare il «si
ponenti e funzioni del prodotto stesso, nonché dei rapporti fra queste intercor gnificato», il «tema>i, la «funzione sociale» o la «funzione comunicativa» (secon
renti. Non si vuole, cioè — sia detto a scanso di equivoci — espungere la coppia do la diversa terminologia dei vari autori ). Come se tutte queste differenti dizioni
bello/brutto né dall'area dei problemi estetici e di storia dell'estetica
(in cui sa potessero nascondere, di fatto, l'esistenza di alcunché di non pertinente all'ef
Bello/brutto z34 z35 Bello/brutto
fettiva autonomia del prodotto artistico : un qualcosa di cui è, appunto, necessa Con cih, si torna quindi alla necessità di fare i conti con l'area semantica ri
rio effettuare un recupero o che, addirittura, è necessario considerare come la coperta dal bello, nell'ipotesi che, nonostante « l'abbandono terminologico», o for
reale giustificazione del prodotto stesso, quasi il nucleo essenziale rispetto alle se proprio a causa di esso, la nozione di bello abbia continuato a vivere, in tutta
componenti meramente formali. la sua latitudine, anche nelle estetiche e nelle teorie critiche piu recenti, trasci
Un esempio interessante, nell'ambito dell'estetica contemporanea, e proprio nandosi dietro un corredo di presupposti di fatto estranei alla cultura contempo
in seno ad una impostazione strutturalista, viene fornito dai saggi di Jan Muka ranea, e già detronizzati in discipline diverse da quelle di cui qui ci si occupa.
Fovsky [xg36, iq66]. Pur muovendosi nel senso di una riconciliazione tra forma
È necessaria un'altra precisazione: anche la consapevolezza della pluralità
lismo e considerazione delle valenze sociali e storiche dell'opera d'arte, tra aspet di significati compresi tuttora nella nozione di bello deve tuttavia ammettere la
to formale e aspetto contenutistico, Mukarovsky continua tuttavia ad oscillare possibilità di distinguere almeno due direttive antitetiche in seno a quello che
tra la tendenza a pervenire ad una definizione del carattere specifico del segno parrebbe uno sviluppo tutto sommato unitario, pur nella sua differenziazione
artistico (che trova il suo indice privilegiato nella musica, proprio in quanto arte interna, della nozione stessa.
atematica) e la necessità di far rientrare sotto la nozione di segno artistico anche Insomma, una volta prospettata l'ipotesi (da verificare ed esemplificare suc
quelle arti tematiche (letteratura,teatro, cinema, ecc.) il cui grado di rapporto cessivamente) del riferimento alla coppia discriminante bello /brutto anche nelle
con la realtà sembrerebbe, a prima vista, piu stretto e immediatamente percetti estetiche contemporanee, magari a sfondo strutturalista, non è ancora sufFiciente
bile ; piu capace, insomma, di render palese quella componente semantica di cui rilevare la complessità della nozione stessa all'interno di una determinata dottri
Mukarovsky rivendica continuainente la presenza, opponendosi alla sterile con na estetica, o della sua applicazione a livello di poetica e di teoria critica; piu
trapposizione tra elementi formali ed elementi di contenuto. urgentesembra, semmai, accertare come talecomplessità sipresentianche come
A guardar bene, quindi, la stessa distinzione tra arti tematiche ed arti atema intrinsecamente contraddittoria, mettendo a contatto concetti ed interpretazioni
tiche non dovrebbe trovar posto nell'estetica mukaiovskyana, almeno in quanto di concetti sostanzialmente eterogenei. Riconoscere questa infelice contamina
l'operad'artesipresenta, sempre secondo Mukaiovsky, come dotata di una du zione costituisce, dunque, uno dei primi compiti da assolvere nella ricostruzione
plice funzione, autonoma e comunicativa, Le arti tematiche sembrerebbero ec dell'oscillante sviluppo delle teorie sul bello.
cedere, anzi, le condizioni necessarie perché si possa parlare di prodotto artistico La seconda ipotesi sarà, dunque, quella secondo cui tale complessità si risol
e, ad un tempo, introdurre come un'aggiunta quella nozione di funzione comu ve, fondamentalmente, in una biforcazione, o, come si è detto, in un duplicarsi
nicativagià precedentemente ipotizzata come caratteristica dell'arte come fatto delle direzioni lungo le quali procede il tentativo di assicurare l'autonomia del
semiologico. [Cfr. in particolare Mukarovsky rg66, trad. it. pp. i4i sgg.]. l'estetica in funzione della definizione del bello.
In altre parole, l'asserzione di un carattere semiologico virtuale delle compo Pertanto, da una parte si avrà un'estetica che muove dal privilegiamento, sia
nenti formali, tale da assicurare il potere comunicativo delle arti atematiche, non pur semiconsapevole, dell'approccio percettivo di tipo visuale: questo primo
dovrebbe, a rigore, permettere la sopravvivenza di una sorta di comunicatività tipo di estetica apparirà, conseguentemente, nelle sue varie manifestazioni sto
che apparterrebbe invece soprattutto alle arti tematiche, laddove le arti atema riche, come indir.zzata nel senso della promozione della dottrina delpimitatio
tiche si gioverebbero di una comunicatività già insita nel solo carattere semiolo naturae, o, piu genericamente, dell'imitazione tout court. Ciò è, d'altronde, fa
gico delle componenti formali. cilmente spiegabile in quanto l'imitazione prevede l'esistenza, anche solo a livel
Del resto, non senza ragione si è voluto scegliere qui, sia pure e solo a titolo lo immaginativo, di un referente dotato di caratteristiche la cui realizzazione co
di esempio, uno dei punti forse meno felici o meno chiari di un autore legato allo stituirà il solo criterio e modello della nozione di bellezza. È facile quindi prono
strutturalismo praghese, ed al tentativo di impostare un'estetica su basi funzio sticare come le dottrine estetiche in cui prevarrà questa tendenza si troveranno
nali come alternativa alle aporie delle estetiche categoriali [cfr. Garroni rg65, inevitabilmente impigliate nel disegno di una gerarchia delle arti, per scivolare
introduzione]. Proprio all'interno dell'istanza di un superamento del formali poi, felicemente, nella discussione sulla peculiarità delle differenti arti. Si prepa
smo e della presunta correlata teoria di una serie artistica totalmente autonoma rerà e garantirà cosi la possibilità di una diversa considerazione dei fenomeni ar
rispetto alla serie sociale, si ricade ancora, magari sporadicamente, in una impo tistici ; e sarà appunto nell'ambito di questa seconda direttiva che il concetto di
stazione del problema estetico che postula di fatto la permanenza inconsapevole bello rivelerà la propria inadeguatezza, almeno in quanto continuerà a dipendere
di sensi e connotazioni delle nozioni di autonomia, immanenza, significato, te dal riferimento ad una gnoseologia di tipo ingenuamente mimetico, tale, quindi,
ma, non interamente riconducibili al valore che dette nozioni dovrebbero o po da presupporre l'esistenza di una realtà di significati già predeterminati una
trebbero svolgere in un contesto strutturalista. Ma poiché tali connotazioni si so volta per tutte, cosi come «conosciuti» prevalentemente attraverso l'esperienza
no venute stratificando nella storia della critica e delle dottrine estetiche ancora visiva, quasi evisti» mentalmente.
e sempre in funzione del rapporto con il binomio bello/brutto, occorre innanzi Non a caso, del resto, questa trasformazione dell'indirizzo delle dottrine este
tutto ricostruire la rete di associazioni che questa coppia concettuale sottende. tiche (e del loro modo di rapportarsi alla coppia concettuale bello /brutto ) non
Bello/brutto z36 237 Bello/brutto
sarà preparata soltanto dal dibattito piu propriamente estetico, dalle aporie mes golazione. In questo modo, la definizione della coppia bello/brutto si presenta
se in luce dal contatto con i concreti prodotti artistici, e dalla necessità di spie intrinsecamente legata ora con la definizione stessa dell'attività artistica (come
garne il concreto funzionamento ai fini dell'induzione di un'esperienza estetica. pf pqcr<c,imitatio naturae, ecc.), ora con l'esigenza di fare i conti — all'interno delle
Il superamento di quella sorta di referenzialismo a livello estetico che si è qui dottrine estetiche legate a tali nozioni — con la constatazione dell'irriducibilità del
individuato tra le conseguenze di una certa accezione del termine 'bello', rice le varie tecniche artistiche ad un unico modello. In questo secondo caso, anzi, pro
verà un apporto fondamentale dagli sviluppi della linguistica settecentesca, so prio la presenza dello strumento concettuale offerto dalla coppia bello/brutto, con
prattutto in quanto questa perverrà a criticare la nozione di un ordine naturale la necessità di servirsene come criterio discriminativo nell'analisi dei vari prodotti
tanto del processo conoscitivo quanto di quello linguistico. artistici, porterà, come si vedrà, alla scoperta di una differenziazione, anche nel
Per il momento basti ribadire come, pur nell'ambiguità del rapporto tra la l'ambito di una stessa cultura, tra bello letterario, ad esempio, e bello delle arti
coppia bello /brutto e la nozione di estetica come disciplina autonoma, risulti figurative : porterà insomma al recupero teorico della tecnica e alla scoperta della
utile distinguere almeno due modalità di riferimento alla nozione di bello : una specificità e relativa autonomia dei procedimenti artistici, pur nell'ambito di una
prima indissolubilmente legata ad una teoria linguistica e gnoseologica oggi dottrina estetica che propone, nonostante significative oscillazioni, il modello
inaccettabile; una seconda nozione che, pur presentandosi storicamente sempre referente della «bella natura», e che continua, di fatto, a funzionare attraverso
intrecciata con la prima, è tuttavia tale da sopravvivere una volta «depurata» metafore visive.
dalle connotazioni e dagli esiti essenzialistici. Ma perché questoprocesso sicompia, non saranno da sottovalutare,come si
Insomma, il rischio di un'impostazione che faccia derivare la fondazione del è accennato, gli apporti della linguistica settecentesca, in quanto anticipatori di
l'estetica dalla definizione del bello, e dall'assunzione acritica di questa nozione, una revisione del problema che sarà, però, realmente possibile solo in epoca mol
è un rischio che sembra riguardare soprattutto la possibilità di perder di vista la to piu recente, e solo attraverso l'avvenuto approfondimento della nozione di si
convivenza, all'interno del fenomeno artistico e della cosiddetta esperienza del gnificato e dello scarto, operato dalla linguistica saussuriana, tra le nozioni di
bello, di altre componenti e funzioni; o, ancora, la possibilità di non intendere convenzionalità e di arbitrarietà del segno linguistico.
come lastrutturazione gerarchica ed eterogenea delprodotto artistico possa an Una ricognizione, per quanto necessariamente breve, dei modi in cui la cop
che essere interpretata come condizione necessaria, se non sufficiente, perché il pia bello/brutto si è presentata ed atteggiata nelle varie dottrine estetiche, dovrà
prodotto stesso venga recepito come bello. Al contrario, solo l'ambiguità non dunque chiarire e integrare alla coscienza critica il rapporto latente della nozione
risolta dell'uso del concetto di 'bello' (e del suo opposto), in relazione ai diversi di bello con una cultura che privilegia, in modo piu o meno consapevole, deter
generi artistici, ha potuto suggerire una sorta di preferenzialità per la teorizza minati presupposti gnoseologici e, al livello del singolo prodotto artistico, con
zione (e la canonizzazione) dei criteri o degli indici per il reperimento del bello un approccio che privilegia l'esperienza di tipo visivo. Ovviamente, in questa
solo o soprattutto a livello visivo. sede, tale ricognizione non potrà esser rivolta che ai casi piu esemplari, piu ido
Si può, cosi, già affacciare l'ipotesi che, nell'ambito della cultura europea e, nei, insomma, a ricostruire l'itinerario percorso dalla nozione di bello, almeno
piu latamente, della cultura occidentale, l'esigenza di distinguere l'esperienza nelle sue piu vistose diramazioni e deviazioni.
estetica e di dame conto attraverso strumenti filosofici o scientifici, si sia presen
tata, almeno in larghissima parte, come ancorata alla convinzione di potere e/o
dovere determinare dei veri e propri referenti fissi della nozione di bello; e ciò z. Il r aPPorto dellanozionedi bello con la teoria dell'arte comemimesi.
nonostante la crescente consapevolezza del mutare e del pluralizzarsi del model
lo «bellezza artistica» in relazione ai vari generi e alle varie culture. Al tempo La prima ipotesi che si è qui formulata ( ) r) riconduceva la nozione di bello ad
stesso, tuttavia, è proprio e sempre nell'ambito della cultura occidentale, e nel un privilegiamento inconsapevole dell'esperienza visiva; e sembra anche imme
quadro del recupero di una certa interpretazione e lettura della nozione di bello, diatamente comprensibile come la nozione stessa di bello nasca, ancor prima che
che si è venuta delineando, a partire dal Settecento, un'alternativa alla soluzio in rapporto con la problematica dei fenomeni artistici, dall'esperienza di una bel
ne referenzialistica-normativa e alle connesse problematiche del rapporto arte lezza sostanzialmente fisica e visibile. Cosi, è stato piu volte ricordato nei ma
realtà e del rapporto tra le varie arti. nuali di storia della filosofia e di estetica dell'età antica come lo stesso uso del
Occorre dunque mettere in luce innanzitutto tale connessione, o, in altre pa termine xx) áq compaia inizialmente, nei poemi omerici, solo per indicare una
role, la necessità di inquadrare il problema proposto dalla definizione della cop bellezza fisica ed accertabile, «immediatamente», attraverso l'unico strumento
pia bello/brutto — e della possibilità stessa di impostare tale problema — all'in conoscitivo della contemplazione o della visione. Solo in epoca piu tarda si è
terno di una problematica piu vasta, volta per volta determinatasi storicamente sviluppato invece l'uso linguistico del termine 'bellezza' nel senso di una perfe
in dipendenza da un dibattito culturale che accentua ora l'uno ora l'altro degli zione formale non necessariamente suscettibile di visualizzazione. Di qui la possi
elementi in gioco, o, piu esattamente, ora l'uno ora l'altro dei diversi punti di an bilità di stabilire identificazioni, o antitesi, tra il bello e, ad esempio, il buono,
z38 Bello/brutto
Bello/brutto z39
nonché correlativamente, quella di includere o no determinate esperienze nel
Molti sono, in realtà, come è noto, i fattori in gioco nell'atteggiarsi del pen
l'ambito dei fenomeni estetici. Insomma, le dottrine estetiche dell età antica, ed
7
siero platonico nei confronti dell'arte. In una disamina come questa delle acce
il tipo di problematica che le caratterizza, sarebbero possibili (e passibili di spie zioni in cui e per cui il termine 'bello' vive in una teoria estetica, sembra oppor
gazione) solo accertando il complesso gioco di traslati, di ainpliamenti e
/o dislo tuno almeno accennare alla convivenza di due orientamenti apparentemente ete
camenti semantici effettuati sul «significante» bello. Di qui l'inevitabile ambigui rogenei presenti nella problematica artistico-estetica di Platone. Per un verso si
tà del concetto stesso di bello e il pericolo che deriva dal mantenerlo, sia pure
ha la tendenza ad impostare il problema estetico nei termini della possibilità o
sullo sfondo, all'interno di una teoria estetica che miri a caratterizzare, sia pu
meno di una definizione del bello, con l'oscillazione vistosa, pur nell'ambito di
re sempre e solo funzionalmente, la speci6cità del fatto artistico. E tuttavia, anche
questo primo orientamento, fra la determinazione di derivazione pitagorica del
la constatazione storica e filologica del presentarsi del concetto di bello come le
bello come «buono» o «piacevole» e l'istanza di una definizione della bellezza
gato all'«immediata» esperienza visiva, come esperienza del bello naturale
(come che comporti, per essere tale, il richiamo alla nozione di sMop. In quest'ultimo
si potrebbe dire con terminologia relativamente piu recente),.non pare del tutto caso si accentuerebbe l'esigenza di spostare la questione sul terreno della dottri
accettabile se non viene inquadrata in uno schema gnoseologico che è, di fatto,
na delle idee, ma anche di pervenire ad un principio metafisico autonomo del
sottinteso dalle teorie dell'arte dell'età antica. È dunque necessario rovesciare, o
l'esperienza estetica; di evitare, insomma, l'esito del moralismo estetico cosi co
per lo meno rivedere, alla luce della gnoseologia che la produce, l'asserzione di
me dell'edonismo (non è quindi senza ragione che il dialogo dell'Ippia maggio
una estrapolazione della nozione di bello artistico da una pretesa conoscenza
re, in cui compare questa seconda prospettiva, abbia suscitato molti dubbi sul
«immediata» e «visiva» del bello naturale. È necessario riconoscere come gli at
l'autenticità dell'attribuzione a Platone).
tributi di «immediatezza» e di «visibilità» appartengano di fatto — con le debite
L'altro orientamento dell'estetica platonica va invece nel senso di una defini
oscillazioni e contraddizioni — alla gnoseologia prearistotelica: solo in quanto
zione dell'arte — e non piu del bello — in base al suo funzionamento come stru
tali essi permettono e impongono, infatti, la dominanza di un approccio di tipo
mento piu o meno adeguato per la conoscenza della realtà eRettiva. Anche qui
visuale al fenomeno estetico e l'impostazione di una serie di problemi possibili,
si oscilla tra la condanna dell'arte come semplice copia (pfpvjo<g) di una realtà
appunto, solo in base all'identificazione della conoscenza con la visione o con
visibile, e l'apologia dell'arte come mania e invasamento proveniente dalle Muse,
l'adeguatezza speculare, mimetica. e come tale capace di restituire l'intuizione immediata del mondo delle idee.
Appare quindi evidente come non si tratti solo di rilevare l'incidenza del rap Non è questa la sede né per rintracciare le motivazioni di questo duplice
porto con l'esperienza della bellezza 6sica o naturale, e in ogni caso visibile, nella
orientamento del pensiero platonico, né per individuare gli ascendenti teorici o
genesi della nozione di bello : ciè significherebbe rendersi complici di quella stes
le esperienze culturali che ne movimentano il dibattito interno. È lecito però
sa mentalitàarcaica che promuove l'identi6cazione tra 'conoscere' e 'vedere';
sottolineare la relazione istituita tra il concetto di p,f,p.pm' e quello di arte, e la
significherebbe restituire, a livello d'interpretazione, quella preminenza attribui possibilità di scorgerne le implicazioni teoriche anche al di là dell'orizzonte di
ta alla vista che caratterizza le prime formulazioni del problema gnoseologico nel
problemi che poteva presentarsi alla speculazione dell'età antica.
pensiero greco. Ora, è solo tale coalescenza del motivo della visione con l'espe
Innanzitutto, fermo restando il collegamento già visto della problematica del
rienza conoscitiva, o, piu genericamente, mentale, a produrre il privilegiamento
bello con la teoria gnoseologica ad essa sottesa, resta da chiarire come si realizzi
della percezione visiva già nelle primissime teorizzazioni dell'esperienza estetica.
coerentemente, sul piano teorico, il passaggio da un'impostazione che privilegia
Al tempo stesso, è evidente quanto abbia giocato l'iniziale identificazione tra
il problema dell'identificazione del bello ad una considerazione incentrata sulla
esperienza estetica e visione della bellezza nella formulazione degli interrogativi
modalità del rapporto dell'arte, anzi delle varie arti, con la conoscenza e con la
intorno a cui comincia a prender forma la nascente riflessione estetica: la possi
realtà del mondo delle idee. Si è già visto come l'Ippia maggioremettesse in crisi
bilità di trasporre la nozione di bello in campo etico, cosi come di fatto avviene
l'eredità pitagorica dell'inclusione del bello nel buono attraverso la nozione di
nell'uso linguistico, o di giungere all'identificazione del bello con il buono, o con sBop, in quanto forma o principio avulso dalle sue particolari determinazioni,
il piacevole, o con l'utile, sembrano nascere, almeno in parte, già nelle teorie
condizione e modello di queste. Ma il punto di sutura è da cercare nella discus
estetiche preplatoniche, dall'esigenza di correggere o interpretare la sfasatura
sione della problematica eminentemente linguistica del Cratilo. Anche se non
operatasi tra l'uso originario della nozione di bello, ancorata alla logica della vi
si può ancora parlare qui di una precisa differenziazione tra le sfere linguistica,
sione el'uso successivo, che traspone lastessanozione sulpiano diun'esperien
gnoseologica ed ontologica, proprio nel Cratilo, infatti, pur attraverso la conver
za estetica di cui non si è ancora chiarita né la latitudine né la specificita. È so
7
genza di atteggiamenti speculativi non tutti perfettamente congruenti, comincia
prattutto la nozione di arte come ii,i,pqoiq che consente di accertare le modalità
ad emergere la consapevolezza della natura strumentale del linguaggio, che «evo
d'impostazione dei problemi estetici in rapporto alla genesi del bello nell'ambito
ca» la cosa, e, correlativamente, della distinzione tra il nome e la realtà rappre
di una identi6cazione tra i processi cognitivi e l'esperienza della visione o con
sentata. Se è vero che tale consapevolezza sfocia nel ribadimento dell'inadegua
tezza conoscitiva del linguaggio (o, meglio, nella negazione dell'autosufficienza
templazione.
Bello/brutto 240 24I Bello/brutto
del linguaggio come rappresentazione di una realtà già oggettivamente struttu sente, pernatura, alcun elemento simile alla cosa imitata, ed anzi il termine stesso
rata e preesistente alle forme linguistiche con cui dovrebbe esser conosciuta e
di 'imitazione' non ha piu senso in questa concezione del linguaggio verbale (o
comunicata)andrà d'altrocanto osservato che accanto a questo motivo — per cui per meglio dire, non lo ha piu in quanto implica un'identità piu o meno parziale
si riaffermano parallelamente tanto l'esistenza di una determinata struttura del
tra l'ente imitato e il prodotto dell'imitazione). Al contrario, «avrebbe mai qual
reale come garanzia e criterio ultimo per la giustezza del linguaggio e della cono cuno composto ciò che ora dicevamo pittura, simile a uno degli enti, se non ci
scenza, quanto la necessità di porre l'atto conoscitivo solo e sempre come ri fossero in natura dei colori, con cui si fanno le cose dipinte, simili a quelli che
specchiamento immediato, adeguatezza speculare — prende forma anche, per via
l'arte del disegno imita?» [ibid., 434a, b].
di determinazioni negative, l'esigenza di pervenire all'individuazione delle carat Ancora una volta si assiste, dunque, al mutuo intersecarsi di una serie di con
teristiche specifiche del linguaggio verbale e dell'immagine o disegno, continua
siderazioni e motivi speculativi sostanzialmente eterogenei: l'insistenza a pro
mente accomunati, negli esempi e nelle argomentazioni attribuiti a Socrate, at porre il grado di adeguatezza alla realtà immutabile degli enti come criterio p
traverso una sorta di continua e apparentemente innocua metafora. Il Socrate a validità del processo imitativo viene messa in crisi proprio allorché si asserisce
platonico dice, nel Cratilo, che il nome è, come il disegno, una imitazione; ma,
lo scarto operato dall'immagine rispetto alla realtà imitata, e, soprattutto, l'esi
come il disegno o l'immagine riproduce solo alcuni tratti della realtà rappre stenza di una «giustezza» propria dell'immagine in quanto tale ; in quanto, cioè,
sentata (ché altrimenti diventerebbe un doppione della realtà stessa, e non già strumento di imitazione, e non semplice doppione del modello imitato. Si viene
la sua «immagine»), cosi il linguaggio verbale funziona non per aderenza im
cosf a delineare una sorta di spazio autonomo per il funzionamento dellap,ipqot c,
mediata e naturale alla realtà che evoca, ma in quanto questa capacità evocativa o, meglio, una considerazione della capacità imitativa volta a determinare le
o rappresentativa viene istituita per convenzione. condizioni necessarie perché la p,y,v~cn,qstessa abbia luogo, attraverso un com
Ci si trova cosi all'incrocio di due itinerari divergenti nel corso delle argo plesso di operazioni che non vengono specificate, ma di cui è implicita l'autono
mentazioni platoniche : il primo, e piu evidente, riguarda la funzione conoscitiva mia o peculiarità.
del linguaggio verbale, e sfocia, come si è detto, in una ulteriore conferma del Dalla discussione sul rapporto linguaggio-pensiero-realtà, e soprattutto dagli
l'impossibilità di conoscere gli enti attraverso le loro rappresentazioni lingui accenni marginali al rapporto tra parola e immagine, inizialmente date per iden
stico-verbali e visive poiché, appunto, la rappresentazione non riproduce l'ente tiche, si perviene insomma ad una nozione di p.lpqcriq che non ha piu nulla in
nella sua totalità. Il secondo itinerario, percorso quasi in margine, e solo al fine
comune con la nozione di una imitazione passiva, di un rispecchiamento imme
di prepararee rafforzare la tesiconclusiva sul rapporto linguaggio-conoscenza, diato, e neppure ammette, o dovrebbe ammettere, il permanere del riferimento
riguarda invece proprio le modalità della «rappresentazione», figurativa e verba speculare al modello esteriore di una realtà preesistente come garanzia del pro
le, e le condizioni necessarie perché il processo rappresentativo possa istituirsi.
dotto della p.lpqoiq.
Nel contesto di questa discussione, che si snoda quasi incidentalmente, si pre Pur motivata dalla riaffermazione dell'immediatezza come unica garanzia
senta l'idea di un criterio di valore valido per la rappresentazione figurativa o della conoscenza degli enti, l'accettazione della natura convenzionale del lin
visiva, ma non per quella linguistico-verbale; ovvero l'idea di un'immagine guaggio finisce dunque con l'aprire una falla proprio all'interno della nozione di
«bella» solo perché l'artefice riproduce non già la totalità del modello, ma una mimesi come riproduzione « immediata». Insomma, l'ammissione di una conven
sorta di schema, non ulteriormente determinato, astratto dall'effettiva e integrale zionalità propria anche dell'immagine, per quanto esposta solo al fine di distin
esperienza conoscitiva : «per la immagine bisogna cercare un'altra giustezza da guerla dall'ulteriore e piu radicale affermazione della convenzionalità del lin
quella che or ora dicevamo [e, cioè, rispetto all'adeguazione totale al modello ], guaggio verbale, non può non coinvolgere, di fatto, quella stessa logica della vi
e non presumere necessario che, se qualche cosa le manchi, o ci sia in piu, non
sione che Platone eredita dal pensiero arcaico. Né importa che a proposito del
p
sia piu immagine» [Cratilo, 43zc, d]. immagine o disegno, si riaffermi, in contrapposizione al linguaggio verbale, la
Con ciò, vengono dunque introdotte, sia pure indirettamente, la nozione di naturalità dei mezzi attraverso i quali è ottenuta l'imitazione: altro è infatti7 1
convenzionalità anche nell'ambito del processo imitativo attuato attraverso im sostenere l immediatezza dell'immagine e della riproduzione visiva ed alt
magini, e quella di una specificità, peraltro non indagata, dell'insieme dei pro
l'esistenza, nell'ambito della realtà naturale, di materiali utilizzabili per ripro
cedimenti necessari perché la rappresentazione visiva assolva al proprio compito durre, si badi bene, «ciò che ora dicevamo pittura, simile ad uno degli enti... »
di imitazione ; perché sia, insomma, nonostante e/o a ragione dello scarto rispetto [ibid.].
alla realtà rappresentata, immagine giusta, ovvero bella. Che si tratti, tuttavia,
In breve, l'esemplarità dell'itinerario platonico consiste si, in parte, nel suo
di un riconoscimento solo implicito, o appena sfiorato, risulta chiaro dalla posi
avviarsi (recuperando peraltro l'eredità pitagorica) sulla strada della definizione
zione che queste asserzioni assumono nel contesto del dialogo, in cui intervengo del bello: ma cio che piu importa è come tale impostazione si riveli capace di
'I
no immediatamente prima della tesi della piu netta e radicale convenzionalità, sopravvivere solo in quanto si accettano i presupposti e le implicazioni della
ed anzi arbitrarietà, del linguaggio verbale: in quest'ultimo non è infatti pre gnoseologia platonica.
Bello/brutto 242 243 Bello/brutto
Per di piu, anche all'interno di un'impostazione coerente con questi presup tiva e della specificità delle operazioni mentali messe in atto per la realizzazione
posti, si assiste allo svolgersi di una sorta di critica interna al testo : ed è questa tecnico-materiale del processo rappresentativo, ma anche dello scarto necessario
specie di inconsapevole autocritica, o di evoluzione contestuale, che conduce dal perché i risultati di queste operazioni siano tali da indurre un'esperienza estetica.
rapporto «ortodosso» della nozione di bello con la nozione di pl pqircq all'accen
tuazione del momento stesso della pfpqo<q come momento o strumento di pro
duzione secondo procedimenti propri e convenzionali, e non piu, dunque, copia 3. Il recuperoteorico della tecnica e la nozione di bello come percezione di
speculare, immediata. Proprio qui si compie il salto da una teoria che sembra raPPorti.
privilegiare il problema dell'identificazione del bello, risolvendolo per lo piu nel
senso, ancora pitagorico e socratico, di una identificazione con il buono, alla sia Si è cosi chiarito attraverso quali argomenti emerga già nella esposizione della
pur ancor implicita e saltuaria consapevolezza della necessità di mettere in contat teoria platonica del bello la necessità logica di recuperare il ruolo teorico del
to la nozione di bello con la nozione di arte e, anzi, di arti. Non dice infatti il Cra la tecnica, evitando, in tal modo, gli esiti insieme metafisici e normativi che do
tilo che esiste unagiustezza propria dell'immagine, o della rappresentazione vi vevano derivare dai piu generali presupposti gnoseologici.
siva, ed un'altra propria della rappresentazione verbale? E che tale giustezza Non a caso, dunque, accade che nel dibattito contemporaneo sull'estetica,
non è solo quella misurabile mediante adeguazione al modello imitato, poiché poco o nulla si sia recuperato del modo di impostare il problema del bello nel
tale adeguazione non è mai — e per definizione — totale> l'estetica antica. Semmai, anche laddove si è proposta la nozione di «rispecchia
Esiste quindi, è vero, un ente imitato dalle immagini secondo le possibilità mento» come procedimento caratteristicodell'arte,siè insistito piuttosto, e pe
o magari le leggi della rappresentazione visiva, ed evocato dal linguaggio verbale rentoriamente, sulla non-immediatezza di tale rispecchiamento, sul suo proporsi
secondo le sue differenti possibilità di rappresentazione; ma è altrettanto vero come «forma specifica del rispecchiamento della realtà», e quindi sottospecie
che tale ente, almeno a stare all'ultima citazione qui proposta dal Cratilo, non si degli universali rapporti che l'uomo intrattiene con la realtà, rispecchiandola
identifica né col buono né con alcun'altra idea di cui le cose della realtà naturale [Lukács ig63], Si è, insomma, rivendicata tanto la specificità ed autonomia del
costituiscano la copia. Soprattutto, almeno nel contesto del Cratilo, esso non si l'approccio artistico alla realtà (che non è piu, ovviamente, la realtà del platonico
identifica neppure con il bello. Quanto viene imitato non sono certo le cose del mondo delle idee) quanto la peculiarità «antropomorfizzante» dei modi attra
mondo visibile, ma le idee; non già cose, ma «cose dipinte». verso cui tale approccio si realizza. Che poi, nell'estetica lukácsiana, in cui ap
Non si tratta, o non si tratta soltanto, di ripetere qui la vecchia obiezione per punto compaiono tali formulazioni, la nozione di «rispecchiamento antropomor
cui proprio la modalità di rapporto tra mondo della realtà visibile e mondo delle fizzante» abbia anche alle spalle un background teorico ben diverso dall'arcaica
idee sarebbe priva di un corrispettivo al livello delle idee, e quindi, nella teoria logica della visione che permane nell'estetica platonica, non è solo una verità
platonica, di una realtà effettiva. Ciò che è interessante notare è come, dal di lapalissiana, ma anche una sorta di controprova di quanto abbia giocato l'origi
scorso del Crati lo,finisca con l' emergere anche l'ammissione di una strutturazio nario privilegiamento della percezione visuale sia nella determinazione delle pre
ne a livello già delle idee, e come i criteri strutturanti l'idea-modello, e ad essa rogative dell'oggetto bello o dell'idea di bello, sia nell'abbinamento, anzi nel
interni, siano pertinenti, a tutti gli effetti, a quello che potrebbe viceversa sem l'identificazione, della possibilità di fondare una scienza dell'estetica e di fondare
brare solo il complesso degli inerti mezzi materiali per la riproduzione passiva una scienza del bello.
dell'ente «bello», ovvero, in altri termini, per la determinazione sensibile del E infatti, non a caso nelle pagine dell'Estetica di Lukács [r il63], la nozione
l'idea del «bello». La stessa dizione di bello viene anzi, in questa prospettiva, di bellezza viene ricondotta ad un «caso speciale dell'estetica», e, precisamente,
ampliamente superata e demistificata, mentre viene arricchita e complicata la ad una «forma peculiare di rispecchiamento e formazione estetica, possibile solo
nozione di p,<li,qa<q. Soprattutto, comincia ora ad emergere — sia pure in manie sulla base di condizioni storico-sociali particolarmente favorevoli» (trad. it.
ra embrionale e confusa — dal tessuto del testo platonico, come il permanere del p. 268 e passim).
ricorso alla coppia concettuale bello /brutto, con le implicazioni gnoseologiche Grazie a quali passaggi teorici, e mediante quali modificazioni del concetto
già viste, non valga a garantire e neppure a far intravvedere la possibilità del co di imitazione sia stato possibile preparare e talvolta quasi anticipare, nella storia
stituirsi di una disciplina estetica. Perché quest'ultima possa proporsi come di delle dottrine estetiche, l'inquadramento lukácsiano della nozione di bello come
sciplina autonoma, occorrerà uscire del tutto dal quadro della gnoseologia plato problema interno alla tematica estetica, e non già condizione del suo costituirsi,
nica, e, sviluppando le intuizioni marginali sulla parola e l'immagine contenute si può vedere attraverso l'esposizione dell'articolo «Beau» [Diderot i75 rb,trad.
nel Cratilo, e le loro conseguenze sulla nozione di p,<pq~r<q, pervenire ad una it. pp. 2I3-52] dell'Encyclopédie[x75i-63]. Scelta non casuale perché l'esposi
chiarificazione del rapporto tra l'ambigua nozione di bello e quella di prodot zione di una voce enciclopedica permetterà di accertare anche la natura termi
to artistico. nologica di molte delle difficoltà in cui è destinato ad imbattersi chi intenda
In breve, occorrerà acquistare consapevolezza non solo dell'autonomia rela esplicitare il significato di una nozione il cui ambito di applicazione verbale non
Bello/brutto
Bello/brutto z45
si limita solo a variare nei differenti contesti, ma aspira anche ad assurgere, ap
a procedere, insomma, attraverso una sorta di geniale parassitismo mentale, oc
punto secondo il diverso ambito e grado di variabilità, ora a fattore fondamenta
corre anche notare come allo sviluppo della saltellante meditazione diderotiana
le per il costituirsi di una «esteticaa come approccio autonomo, ora a garanzia
contribuiscano anche, felicemente, altre circostanze.
della specificità ed omogeneità dell'oggetto dell'estetica.
Innanzitutto, l'interesse immediatamente precedente, e forse quasi contem
Ma, intanto, è necessario anche far vedere come, già all'interno dell'estetica poraneo alla stesura delle prime voci enciclopediche, che Diderot dimostra, nella
antica, si sia presentata, attraverso la Poetica aristotelica, la possibilità di un al
S
Lettre sur les sourds et muets [ip5ia ], per problemi di ordine linguistico e gnoseo
ternativa alle aporie della concezione platonica del bello; nonché, del resto, la logico ; in secondo luogo, il nascere di tale interesse in polemica con un autore,
possibilità di uno sviluppo delle indicazioni embrionali, e quasi inconsapevoli,
Batteux, che — sia pur continuando a distinguere nettamente la problematica
contenute nei testi platonici sul valore teorico della tecnica e persino sulla diffe
linguistica da quella estetica — ripete ed applica tuttavia, come si vedrà, in en
renziazione tra la nozione di tecnica artigianale e tecnica artistica, tra una non trambi i campi lo stesso tipo di procedimento argomentativo.
ben chiarita fruizione estetica ed una già piu razionalizzabile fruizione artistica.
Se dunque Batteux diviene l'esplicito bersaglio polemico e il destinatario della
Ad Aristotele si sono del resto rivolti, piu o meno opportunamente, anche nel Lettre sur les sourds et muets, in ragione della disputa sul problema linguistico
contesto dell'estetica contemporanea, quasi tutti i tentativi di reagire all'aprio
dell'inversione, d'altra parte nella stessa Lettre si scivola quasi senza soluzione
rismo estetico, ovvero di sostituire una metodologia analitica all'impressionismo,
di continuità verso una problematica sempre piu propriamente e dichiaratamen
magari felicemente intuitivo, della critica letteraria ed artistica. Alla Poetica e
te estetica, in quanto anche le arti vengono proposte come strumenti e modi di
alla Retorica aristoteliche, e alla loro interpretazione rinascimentale, si è anche espressione al pari del linguaggio verbale, rapportate e continuamente messe a
riferito, nell'ambito dell'estetica italiana piu recente, il tentativo di opporre alle
confronto con l'attività linguistica propriamente detta, al fine di stabilirne il gra
tesi dell'estetica idealistica (in particolare nella sua formulazione crociana) la do di relazione con il modello imitato. Batteux viene dunque chiamato in causa
netta rivendicazione della presenza delle componenti razionali nella produzione proprio come autore del trattato Les beaux-arts réduits au memeprincipe [rp46] ;
e nella fruizione del prodotto artistico. Ci si riferisce qui all'estetica del Della
Ma se la motivazione fondamentale della critica a Batteux nell'Encyclopédiesi
Volpe [xg6o] la cui critica delle estetiche romantiche ed idealistiche, in funzione
esaurisce nell'osservazione della sua incapacità a definire quella stessa nozione di
del valore conoscitivo da queste attribuito all'immagine a scapito del ruolo del
bella natura che viene proposta, nelle Beaux-arts, come unico modello delle arti
l'intelletto, è in realtà solo in minima parte assimilabile alla valutazione qui (tutte quindi ricondotte al solo principio dell'imitazione), nella Lettre sur les
espressa del privilegiamento di un approccio visuale nella formazione e nel per
sourds et muets la strada seguita è invece sensibilmente diversa e porta a diversi
manere della nozione di bello nella storia dell'estetica. Proprio per rimaner fedeli
e piu complessi risultati.
a questa ipotesi, è necessario seguire ora gli sviluppi della nozione di bello nel
Una prima differenza, immediatamente rilevabile, è quella per cui l'obiezione
momento in cui la problematica estetica sembra esser vista come identica a quel
a Batteux nell'Encyclopédieviene fondata soltanto, come si è detto, sulla manca
la del bello, tanto da esigere, come già si accennava, l'esistenza di un articolo
ta definizione dei criteri per l'accertamento della bellezza nella natura ; ci si muo
«Beau»nell'Encyclopédie. Paradossalmente, infatti, la corrosione quasi definitiva ve perciò, di fatto, ancora nell'orbita di un'estetica che privilegia l'imitazione
del concetto di bello, almeno in quanto connesso con un'impostazione normativa
solo come modalità di rapporto, fondamentalmente speculare e passivo, tra l'arte
(e, in ultima analisi, con una teoria referenzialistica del significato) coincide forse e la realtà (qui identificata con quella natura il cui concetto è del resto oscillante,
con il momento della sua massima fortuna come concetto cardine della specula quanto il concetto di imitazione, lungo tutto l'arco dell'estetica sei-settecente
zione estetica. Nel primo volume dell'Encyclopédie,quando si fa esplicita, e co sca) ; ci si muove ancora, insomma, nell'ambito di un'estetica che affida, ed anzi
munque piu pressante, l'esigenza di una definizione analitica dei concetti che demanda ad una realtà-modello esteriore al prodotto artistico, la garanzia del
compongono il quadro del sapere contemporaneo, l'analisi compiuta da Diderot
funzionamento di questo come prodotto estetico.
nell'articolo «Beau» finisce con il risolversi in una dissoluzione del concetto stes Notevolmente diverso è, invece, il complesso delle obiezioni rivolte a Batteux
so o almeno dei significati con cui questo si è di volta in volta identificato im nella Lettre sur les sourds et muets, cosi come, d'altronde, diverso è il punto di
ponendo criteri normativi per la produzione dell'opera d arte nonché per l ac
1)
partenza dacui sisnoda laserie delle argomentazioni diDiderot, attraverso con
certamento del suo realizzarsi.
tinue digressioni — apparenti «scarti» nel ragionamento — che sembrano qui non
In realtà, il superamento dell'impostazione essenzialistica e normativa legata tanto rispondere ad una abitudine e quasi a un «tic stilistico», quanto piuttosto
all'esigenza di una definizione del bello, non avviene facilmente né senza con assolvere alla precisa funzione di porre a contatto i risultati, i problemi e le me
traddizioni ed esitazioni : già lo stesso stile di pensiero di Diderot impedisce uno todologie di diversi ambiti disciplinari.
svolgersi rigoroso e lineare delle argomentazioni e delle obiezioni. Ma se, d altra
Estremamente significativo appare, nella Lettre, prima di tutto, come, delle
parte, le abitudini stilistiche e mentali dell'autore lo portano ad appoggiarsi ad
due tesi fondamentali sostenute dal Batteux — imitazione della «bella natura» e
osservazioni anche marginali desunte, e quasi ritagliate, dai testi di altri autori, concezione delle arti come processi imitativi di identico tipo —, sia sostanzial
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Creativitá - Enciclopedia Einaudi [1982]

  • 1. • E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] CREATIVITÁ Manlio Brusantin — CREATIVITÁ p a g . 5 R enato Mecc h i a — BELLO/BRUTTO pag 11 Emilio Garroni — CREATIVITÁ pag 21 Carlo Ferrucci — ESPRESSIONE pag.59 Maurice Beutler — F ANTASTIC O pag.68 Giulio Agamben — GUSTO pag.79 Massimo Modica — IMITAZIONE pag.90 R enata Mecc h i a — IMMAGINAZIO NE pag 127 Francesco C a l v o — PROGETTO pag 133 Pietro Montani — RIPRODUZIONE/RIPRODUCIBILITÁ pag.155 Carlo Ferrucci — SENSIBILITÁ pag.165 Emili o G ar r o ni — SPA ZIALIT Á pag.174
  • 2. Creatività 6g Creatività Cù dt D OO O V QNCd dù at O n Cd O N al Q tù V Oal al O Jà O N al O Ccl n + al OO OCll V 00 Cd o 4 al .EO al N + 2 bd OQO 'a u O N O + V P cd dù CG al N al P O g ccl al ùa ùl + O Cd Q V O oCd P O dù dl +' àd +. 00 E E o O dù V +ca O b0al + O E cd dt O -- g J O O + OO dl al cù O O O O O O o O 4 Cd ùlI (g Cg b0 à0 òd 00 o o Ecct al al O O O O V V V O V O O aO Q cl dt V CCI CùV V bello/brutto 65 3 33 3 4 7 2 creatività 2 2 2 2 ' 3 6 22 4. 2 4 espressione 6 4 3 84 5 4 6 3 5 4 34 7 4 7 4 S 3 7 3 fantastico 2 3 3 3 3 gustO 6 2 3 33 2 3 5 imitazione 6 2 2 2 2 3 ' 3 66 4 5 66 immaginazione 4 4 3 I 4 2 43 2 6 2 3 3 4 2 2 5 2 3 4 4 2 I 2 3 2 7 progetto 6 2 I 54 6 5 ' 2 2 2 5 I ' 2 3 2 riproduzione/riproducib. 3 2 2 45 3 2 2 34 3 45 4 2 sensibilità 2 3 2 3 3 476 3 3 4 5 42 2 5 2 spazialità 3 cd dt dl n 4N E + E à0 dl O O O aO ca Oal Q OG O O O O V Cd dl Oàa O 4 Cù.cd O cd g o cl O al 'P ~ E al O dl 2 Qùl Cd 4 a E N cd O cd O O al 02 N ùt O N 4 O aO Q O cd al 2 2 P Q E '+ al cd t; a O O O al al cl N ùt Q E E B 4 al O OVCd O O ùl at à0 Q a . o dt a! O dl al cù .+ ùl 4 ai dl dt O 2 4 cd bd 00 O O O àd +' O O 4 ™ 4 Cd P I 4 4 al O 4 C 4 + ùt ùt ca ca ca 4 P P O O o o o a 4 a 4 l 4 bello/brutto I 2 4 2 2 3 I 3 creatività 3 3 3 3 ' 3 3 I 4 2 3 2 3 3 3 ' 5 espressione 3 4 5 4 6 7 7 3 3 4 4 6 S g • 6 S 6 S 4 5 433 5 fantastico 3 3 2 3 2 gusto 6 I 4 3 4 ' 4 2 ' 2 4 633 4 4 5 ' 5 4 . 2 3 ' 2 S imitazione 4 2 3 5 2 3 3 4 2 2 3 4 3 4 4 immaginazione 6 4 4 4 3 3 3 3 ' 2 3 4 4 3 5 4 4 5 i 3 2 5 4 2 6 2 progetto I I 3 2 ' I 4 3 ' 3 4 4 4 5 4 4 4 5 5 3 2 4 4 . 2 2 2 2 3 3 riproduzione/riproducib. 2 5 3 4 3 4 3 3 4 2 3 3 3 2 6 sensibilità 2 2 5 2 4 2 2 3 cùc 2 I 2 3 3 4 spazialità 5 3 3 2
  • 3. Creatività 70 7I Creatività bello/ bruttoat Voo sensibilità olù oN Q) !!! go M fantastico+ g «d o o oo N V + cl 'o M v es o O al gusto immaginazione imitazione m Q I CG b e c ) E E sensibilità I 3 4 5 gusto 5 I 2 2 2 espressione 2 4 4 4 2 5 3 riproduzione/ bello/brutto 6 i riproducibilità 3 2 3 3 imitazione 2 5 2 3 immaginazione 5 3 4 3 33 4 creatività 4 3 espressione progetto spazialità 3 riproduzione/riproducibilità 4 fantastico creatività progetto
  • 4. allegoria codice b competenza(esecuzione Creatività immagme avsngtlnrtfiàtn Creatività clsztkajkpxzjrààj' ( I ' jkjf ((q jj i/)I, Il tjzd à' ' astratto/concreto 1 c~™ . . - ~ ~ .=-:-:=-.' > , " metrica poetica espressione fantastico dialettica 1 ' m , . ' .=: — =-' g .. semantica alfabeto retar jeà identità/difierenza 1 p« p osizione e gju~ : = ==. =-: / senso/significato ascolto gus'to imitsziane mediazione tradurzone gesto immaginazione anthropos opposizione/contraddizione 1univemajj/particolari lettura cultura/culture luogo comune progetto etnocentrismiqualità/quantità affi ljnguistjae 'n p ' - : - =. = I rtproduzione/riproducibilità totalità orale/sorjffa = -discorso natura/cultura dlcibije/indjcjftflá' '::=='rct i e ia i ' ' sensibilità parolauno/molti . finzlnrlc spanslità mzj decisione enuncjaaètm='::-'. I comunicazione ritmo errore ggaeri distribuzione statistica y presupposizione e ajjuattmte-::~~ scrittura artigianato narrazi~ jtà artista giochi d mo referjgtm:=, ~,, informazione voce -= stile acculturazione ctlca attribuzione induzione statistica motivo civiltà probabilità fijasofin/filosofie i oggetto futuro ragione antico/moderno tesgz produzione artistica rappresentazione statistica ramonale/irrimonale catastrofi calendario selvaggio/barbar%ivllizzato teoria/pratica soggettofoggetto ciclo decadenza arnlonia colore uguaglianza evento escatologia melodia disegna/progetta caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche ritmica/metrica fertilità abbigfiarnsnào visione educazione curve e superhci infinito vem/falso tempo/temporalità nascitagenesi scala canta generazioni geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente sensisuono/rumore carpa sessualità infanzia cohivazione invarianle Ilmndo alch'a c imia progress%eazione tonale/atonale danza vecchiaia morte cultura materiale netuzn storia astrologia =.C mjsnte maschera amore industria rurale osservazione desiderio vita/morte cabala -=::. càgeziane materiali deduzione/prova reale elementi doc~ umento ,credenze arnamènta .' eros prodotti .'- eauivajenza ll ll l th armi cit»cao isteriaesoterico/essoterico fossile dialeffo differenziale p.'formalizzazione frontiera cura/normalizzazione' t metnorin enigma pulsione angoscia/colpa funzioni à=-'nlngjcn tsnjhmf restauro guerra fiaba soma/psiche castrazioneecomplesso I esclusione/integrazione fuoco infinitesimale h=.=paszjbjjjtàfnecessjtà anal isi/sintesi i imperi mostro ' cannibalismo sonn%ogno j censura farmaco/droga homo locale/globale ='=: refercnaa/verità anticipaziane «»li»e1 nazione identiflcazionee transfert i follia/delirio I popolare sistemi di riferimento inconscio I ricorsività jpateai ' < misura tattica/strategia medicina/medicalizzazione mano/manufatto stabilità/instabilità "ij,'j i'',ij",'jg) '" ljj ljj fs ' modello proverbi nevrosi/ps/cosi / normale/anormale tecnica variazionc struttura ,j/Ijt('jzndjzjanj injz~ione . , ' . ' ~ piacete, salute/malattia utensile centrat%centrato ~ne~ :" " ;ii ',', tearjn/modello coscienza/autocoscienza' 'vi'.,i,j,', demagogia sintomo/diagnosi combinatoria Ùj(i(arl'i,l'„;,':, ; ;, , immaginazione sociale discriminazione m „, demonimagia alimentazione repressinne ateo applicazioni flmj dlvhmzione' ' agonismo animale lablnnto serv%ignore terrore chierico/laico m' ennia mite(rito cerimoniale casta assioma/postulato caso/ptababilità donna cucina uomo tolleranza/intolleranxa chiesa persona festa contmuo/discreto causa/efietto utopia tortura diavolo ' par% „ ' mythosfjogos domesticamento origini feticcio endogamia/csogamia dipendenza/indipendenza abaco ' certezzafdubbio violenza eresia z~a-ione, . fame gioco famiglia divisibilità algoritmo coerenza libertino sogtm/vieione lutto incesto vegetale dualità approssimazione convenzione 'efcategorizzazione libro stregoneria ' regalità maschile/femminile insieme calcolo determinatofindetetrainato rito matrimonio conoscenza peccato razionale/algebrico(trascendente numero empiria/esperienza ala coppiefilosofiche sacro/profano parent caccia/raccolta stmmetria zero es disciplina/discipline santità borghesi/borghesia totem dono strutture matematiche burocrazia economia uomo/donna enciclopedia eccedente trasformazioni naturali / categorie libertà classi formazione economico-sociale innavszione/scoperta pastorizia meraflsica contadini lavoro control1%etroazione insegnamento consenso/dissenso primitivo naturale/ ideologia modo di produzione energia inve»ione egemonia/dittatura masse recipracità/ridistribuzione OP proprietà analogico/digitale equilibri%quilibrio rappresentazione intellettuali proletariato paradigma riproduzione automa interazione ricerca libertà nvoluzloneprevi%ione e pos transizione abbondanza/scarsità intelligenza artificiale ordine/disordine e classificazione maggioranza/minoranza tiduzione bisogno macchine organizzazione partiti ripetizione consumo programma semplice/complesso politica mje» a .amministrazione accumulazione imposta simulazione sistema apprendimento spiegazione lusso soglia cervello -: =-' t autoregolazione/equilibraxione à == l comunità capitale strumento vcrificsbilità/falsificabilità eanflitto crisi oro e argento vincolo comportamento .fi cOgnizione consuetudine costituzione distribuzione pesi e misure e condizionamento l" induzione/deduzione l djite djrjtto democrazia/dittatura er o fabbrica produxione/distribuzione controllo sociale l fnnato/acquisita dorma riccherza astronomia emozione/motivazione I.l istinto I giustizia gru po gestione I istituzioni patto mar inalità imperialismo scambio cosmologie atomo e molecola mente t operazionj responsabdità potere impresa gravitazione spreco conservazione/invarianza pcrcczjonc opinionepotere/autorità mercato luce entropia quaziente intellettualew merce materia fisica moneta spazio-tempo atmosfera cellula societ civi e ' ruolo/status litosfera forza/campo r abltaziane stato pianificazione adattamento difFerenziamento socializzazione moto profitto oceani evoluzione immunità particella /,( ,„ am biente rendita pianeti plasma mutazione/selezione individualità biologica spana somalealt salario sale cjtima Iltllvetsn propagazione polimorfismo integrazione utilità spcclc invecchiamento quanti sculilehc I valore/plusvalore relatività organismo im edmmento reversibilità/irreversibilità regolazione migrazione ' j città/campagna catalisi stato fisico sviluppo e morfogenesi paesaggio I colonie macromolecole I popolazione ( commercio metabolismo l regione / ind ustria omeostasi eredità 'i risome / spazio economico organico/inorganico suolo ( sviluppo/sottosviluppo osnlosl gene terra vila genotipo/fenotipo territoiio razza villaggio sangue
  • 5. r53 Creatività Creatività di quanto si creda, anche nella critica di teorie della percezione e nella storia Bello/brutto, Creatività, Espressione, Fantastico, Gusto, artistica a sfondo strutturalista, proprio dinanzi al problema della riconoscibilità Imitazione, Immaginazione, Progetto, Riproduzione/riproducibilità, del prodotto artistico e dei suoi caratteri distintivi. Anche nella contaminazione Sensibilità, Spazialità tra identità formale e discorso contenutistico perdura il ricorso all'estetica ca tegoriale soprattutto nelle strutture critiche a base sociologica (Mukaiovsky) quando si distingua fra arti tematiche e arti atematiche o astratte. Distinzione forse classica negli esiti dell'estetica in quanto disciplina autonoma sia che con r. Il f a ntastico bello e brutto. trapponga le arti del tempo a quelle dello spazio (Lessing) sia che le ordini secondo la categoria del tempo in quelle consecutive o in quelle simultanee Lo specchio del +fantastico+ nasce dall'orizzonte indistinto del ti»»>rc che (Goethe) o comunque le riformuli in una classificazione critica come «belle arti » rimane la sua sponda originaria. Il meraviglioso, invece, e la produzi<>nc prodi in quanto soggetto (il bello), configurando lo spazio operazionale dell'estetica. giosa tengono al polso il fantastico come un figlio ribelle; infatti i n>irac<>li, in L'imitazione della «bella natura» permane in ogni tematica razionalistico-illu quanto trasgressori delle leggi di natura (anche come gioco-ingann<>, /usus) e minista; anche all'interno del processo imitativo del modello si fa strada la va quindi irriproducibili, fissano il loro valore entro un principio di or<linc supe rietà strumentale attraverso la quale si può giungere alla perfetta imitazione riore che regga «diversamente» l'ordine naturale, e per ogni religionc c<>stitui del modello (staccandosi però dall'identificazione idealista della visione con la scono le spiegazioni «scientifiche» della propria verità, al fine di emanarc proprie contemplazione). Il concetto scientifico di «funzione» tende a normalizzare in norme. Ora il fantastico è anche una sfida inquieta agli accreditati principi d'or una questione tecnico-artistica la produzione del bello e del brutto, e in questo dine (Dio-Ragione). Quando prodigi e miracoli diventano la prova provata della caso a renderli dipendenti non dal giudizio ma da una pratica. Il meccanismo di verità e della regola, il fantastico non c'è e non trova appiglio perché è <>n'appa produzione percettivo isola e rende indistinta la categoria di rapporti : 'propor rizione contrastante,essendo da se stesso paradosso del prodotto d'art«.Ma zione' e 'consonanza' non sono altro che i termini paleorazionalisti dei signifi non appena la paura e il terrificante prevalgono come genere anziché come «fi cati e delle significanze, sotto i quali si consuma la riconoscibilità del bello gure», il fantastico diventa un museo mentale carico di terrori e di ang<>sce che credo —, se non confondendosi con l'istantanea figurazione-contemplazione del raggelano i suoi effetti producenti e improvvisi. Il fantastico non celebra alcun +fantastico+. effetto di durata e non si accoppia necessariamente a nessuno stile c a nessun movimento (anche se possono servirsene lo stile gotico e il surrealis»><>) perché è transitorio quanto inaspettato. Come un gioco e un luogo, il fantastic<><'.il pas z. La sensibilità dell'immaginazione. saggio di uno scherzo e lo scherzo di un passaggio (lusus e locus) «naviga tra gli strettissimi confini del riso e della paura che segnano la sua rotta. «Il fan Nei dialoghi platonici ogni forma di sensazione è nemica della saggezza per tastico dura soltanto il tempo di un'esitazione... se invece si decide chc si deb ché è un appello contrario alle leggi della ragione e della vera conoscenza. In bano ammettere nuove leggi di natura in vista delle quali il fantastico viene Aristotele si restituisce alla singola percezione dignità di conoscenza e quindi spiegato allora entriamo nel meraviglioso» (Todorov). Bisogna chc l'incantesi sensazione e rappresentazione diventano piu oggettivamente sostegno di un fon mo si insinui perché il mirabile diventi credibile attraverso la vertigine della sua damentale rapporto fra realtà e intelletto. Capacità intuitiva, acutezza, profon percezione (gli stessi brividi fisici che trasmettono gli effetti d'arte) c della sua dità di sentimento, delicatezza di sentire, ma anche meraviglia, seduzione, ana figurazione. L'istante fantastico è l'enigma sul punto di sciogliersi chc sorpren logia/differenza (nelle opere minori e nella tradizione teofrastea) sono riconduci de davanti allo scherzo clownesco come un comando: «Nasconditi dietro di bili al valore complementare della +sensibilità+ classica. Nel Rinascimento la te», momento in cui reale e immaginario cessano di essere percepiti in contra collaborazione tra sensibilità e pensiero sostiene l'intellettualità artistica a sfon sto, simbolizzandosi come una cifra dove l'inquietudine fa breccia. do aristotelico (Leonardo) : la prospettiva artistica è infatti una legge derivata Oltre la scorza eteroclita e primordiale del fantastico, vero choc anestetico, dalla geometria euclidea con tutti i correttivi possibili della sensazione circa lo l'inadeguatezza semantica che segna oggi il termine 'bello' e il suo antonimo spazio simbolico che interviene nell'artificialità della stessa ricostruzione pro 'brutto' necessita tuttavia di una restituzione di valori e funzioni non soltanto spettica. L'asse di questa sensibilità va riportato alla filosofia naturale («iuxta all'interno del giudizio artistico (su cui si sono strutturate l'estetica e la cono propria principia») mentre l'indirizzo neoplatonico che giungerà con le acca scenza del bello), ma dellasua produzione che fornisce ancora un residuo del demie cinquecentesche a una valorizzazione del «disegno esterno» compatibile l'antica tensione terminologica (che èstata ilsostegno deltema trapoesia enon alla copia e al modello non potrà comunque rinunziare al «disegno interno» co poesia) e si frappone ancora come la reazione piu semplice alle figurazioni origi me riconduzione a effetto morale del catalogo di sensazioni ed effetti esterni. narie del giudizio. La coppia +bello /brutto+ nella sua scorza interna resiste piu Anche per la magia naturalis la consapevolezza del sentire e l'+immaginazione+
  • 6. Sistematica locale I54 r55 Creatività nascono dalla «fisiologia» e dal «senso delle cose». Il comportamento ingegnoso, nalità fra intuizione e creazione artistica. L'immaginazione si esalta però, lon il coraggio intellettuale coinvolgono tanto l'ingegno (di Hobbes) quanto il+gu tano dall'opera e dallo stile raggiunto, sul capolavoro come soggetto consacrato sto+ (di Hume), condensando ogni sensibilità estetica verso l'orizzonte delle dalle culture, diversamente dalla volontà immaginativa degli artisti. Quest'ul verifiche oggettive dell'intelletto, accanto a quegli atti di squisitezza delle pas timo, invece, in rapporto alla +riproduzione/riproducibilità+ di immagini, è il sioni che sono i primi appelli alla ragione sensibile ; in ciò si comincia a porre il campo di «morbide» epistemologie della reverie : emanazione memorativa della passaggio dalle idee confuse a quelle distinte attraverso il livello-base di produ biografia individuale con le reazioni poetiche di «immaginazione della materia» zione dell'estetica come « il perfetto discorso sensibile» (Baumgarten). Con Kant (Bachelard). la sensibilità artistica inattiva (il gusto) è sospinta dalla sensibilità attiva (il ge nio) che crea con originalità e fissa quindi o sovverte i limiti della sensibilità e del gusto comune; nella sensibilità immaginativa del genio il «supremo inte 3. L'intenzione espressiva e l'imitaaione esemplare. resse dello spirito» (Hegel) dovrà conformarsi ad una piu profonda verità nel l'esercizio della natura sensibile (tra il pensiero ideale e la natura sensibile sta L'+espressione+ costituisce, fra i tratti della disponibilità inconscia e l'in infatti ogni arte). La sensibilità romantica, infine, con l'immissione dell'arte nel tenzionalità, un atto di decisione che la trascina verso la rappresentazione. E la vita,contrasterà ferocemente (tale sarà lo spirito di ogni avanguardia) il senso spressione e rappresentazione sono i termini di scorrimento di un uso lingui comune e il cattivo gusto che, stringendo dappresso con la propria mancanza stico scambievole: un primo impatto si presenta nei confronti dell'opera d'arte di sensibilità l'attività artistica, la sospingono verso atteggiamenti laterali e pa dove l'espressione è una visione del mondo e allo stesso tempo una rappresen radossali, di estraniazione, di follia, di desensibilizzazione suicida. tazione del messaggio (tecnica, convenzione, intenzionalità, emozione...) Il ter Dissolvimento quindi della pura sensazione e passaggio alla sensazione in mine 'invenzione' pone forse uno scacco all'espressione ponendone, all'interno conscia, che svela la propria psicologia con una delicata opera di ricomposizione, della produzione artistica, il limite di esemplarità che non cessa di reimpostare tracciando la mappa di un «sottosensibile» la cui emersione è ostacolata dal reale il fenomeno della nuova espressione. Perciò le espressioni si fondono in un che sembra frantumarsi non appena prende forma la sua profonda coscienza complesso di eventi naturali come manifestazione di messaggi ignoti o prodigiosi (psicanalisi). che portano alla rifiessione di un superiore ordinamento e lettura delle speci Con la sensazione, è l'+immaginazione+ a permettere l'evocazione di imma fiche leggi che compongono quest'ordine, e infine organismi ed energie propri gini e visioni, strutturandosi secondo un principio di conoscenza, determinando della struttura riflessiva dell'uomo, sopra il terreno predisposto dai sensi (in le traiettorie dell'arco della produzione artistica. Già Voltaire era propenso a ciò espressioni artistiche o del tutto naturali ). Secondo Croce l'espressione rap individuare nell'immaginazione, oltre la passiva registrazione visiva, una facol presenta pressoché il livello zero dell'attività teoretica tanto che si implichi la tà di astrazione come suggestione evocativa dello scoppio delle facoltà artistiche : fantasia creativa (estetica) quanto il concetto (logica). Espressioni artistiche ed da semplice legge produttrice di immagini a formula conoscitiva della produzio espressioni imitative si fondono in un continuo, ma il superamento delle espres ne artistica, in quanto l'immaginazione da soggetto visivo si fa sostanza arti sioni sensibili per opera dell'attività della coscienza sembra necessario (Cassirer) stica perché la rappresentazione visiva è si una determinazione primaria della per giungere all'estrinsecazione e oggettivazione dell'intuizione nei dati mate +sensibilità+ ma si svolge anche in una producente energia astrattiva. Il pro riali e nella circostanziata e necessaria tecnica. Al neokantismo e all'empirismo getto idealistico di tenere chiuso il rapporto fra immaginazione e conoscenza pedagogico, che si staccano dal riduzionismo idealistico dell'espressione, giova presenta forti perplessità nei confronti dell'immaginazione artistica in quanto il principio di valutatività del soggetto, benché l'espressione sia il tertium clas capacitàautonoma di liberare e produrre nuove forme, come accade neiperiodi sico (accanto al disegno e al colore) in quanto «disposizione dell'animo umano» storici di pura+imitazione+ o di prevalente manierismo (qui infatti l'immagina che si dichiara, in primo luogo, nell'intenzione soggettiva dell'artista ma richia zione rientrerebbe limitativamente nel senso del primitivo e del +fantastico+ ma collateralmente tutto il codice genealogico del fisiologismo (da Aristotele a soddisfatti meccanicamente senza stimoli o principi di astrazione). Quest'impo Darwin). Qui percezione e immaginazione si configurano' nel matesiale carat stazione che sottolinea particolarmente il rapporto arte /conoscenza tiene distinto teristico delle passioni che sono gli sbocchi delle espressioni, in quanto le pas il procedimento conoscitivo e di astrazione dall'abilità e dalle operazioni mate sioni sono la loro porta e il loro principio. Si potrebbe dire che sulla struttura riali della creazione artistica. Perciò l'immaginazione può essere caricata del espressione-passione si fonda la teoria della risonanza emotiva dell'oggetto arti l'ordine superiore del principio di astrazione oppure penalizzata come suggeri stico, uscendo cosi dalla dicotomia espressione/impressione e rappresentando trice di effetti stereotipi e di manierismi. Il carattere progressivo della produzio il sistema e il catalogo oggettivo delle operazioni espressive. ne artistica, accanto alla consacrazione di un modello esemplare costruito o rag Per Arnheim che traduce la teoria della Gestalt nell'esame delle arti, l'e giunto, dovrebbe promuovere uno scambievole effetto di alternanza tra imma spressione si propone come soluzione totalizzante e organizzatrice della forma ginazione astrattiva e immaginazione visivo-seduttiva: un rapporto di funzio visuale anche laddove non si percepiscono che eventi artificiali e locali. L'espres
  • 7. Sistematica locale r56 r57 Creatività sione raggiunge i modelli e i sistemi delle stimolazioni organizzate e funziona scenza tecnica» basata sopra un insieme di elementi formali e relazioni pratiche. li producendo nel soggetto percipiente quella dilatazione percettiva (in quanto Qualsiasi modo di imitare è simbolico e convenzionale insieme, cultural funzione dell'oggetto e effetto dell'oggetto ) in cui si espandono le forme signi mente codificato o codificabile : ciò è confermato nell'ambito delle arti figurative 6canti anche su minimi spostamenti del referente. Il rapporto tra espressione rispetto alla funzione originaria della raffigurazione. La figurazione può essere artistica e forme della sensibilità e della percezione non potrà sostenere la ti realistica o schematizzante e in questo senso la critica iconologica si è orientata pologia puramente analogica ma l'arco della differenzialità degli effetti rispet a percorrere la serialità e i temi della figurazione imitativa in rapporto alle stesse to alle condizioni causali. È proprio in questa funzione dissimulatoria (nuova famiglie di immagini degli oggetti ; essa rinunzia però a esaminarli in rapporto a forma della materia espressiva e sostanza del contenuto ), proponibilmente indi una certa produzione che in questo modo si stacca culturalmente dalla logica rizzata all'indeterminatezza, che si possono produrre determinazioni-tipo, stili, della figurazione creando interruzioni e discontinuità per dar luogo a nuove in generi e quindi morfologie che sono prima di tutto stampi dell'espressione e venzioni sostitutive dell'imitazione (si veda il classico rapporto artista/artigia dell'imitazione. no) : in tal caso il processo imitativo interno delle arti si contrappone al pro Il passaggio imitativo fra arte e natura («Ars simia naturae») serve a indi cesso imitativo delle funzioni sociali rispetto alle arti. Ecco che l'interrelazione viduare i modelli ma anche a indirizzare le diversità, spesso non in analogia con di tali processi imitativi consente allo storico di connotare inconfondibilmente la copia ma con le leggi nascoste della natura (che copia), per cui l'arte non un'epoca con i segni degli oggetti artistici che hanno fatto stile o maniera. È produce allo stesso modo — anche se la necessità della natura dovrebbe essere chiaro che i repertori artistici, in quanto a rappresentazione, fanno percepire la verità delle arti — quanto l'idea di bellezza e delle pure forme ideali dovranno degli scarti di novità tra figurazione e processo inventivo: è possibile isolare essere l'oggetto dell'+imitazione+ (Leonardo/Alberti). Nella filoso6a scolastica l'accento figurativo nei puri aspetti visuali (secondo la teoria della pura visibi la designazione dell'aucror (e della sua autorità) legittima la dipendenza e la ne lità) senza inserirlo in uno sviluppo di determinazioni formali, senza le media cessità dell'exemplum, proprio come « figura» etico-discorsiva. L'ars rethorica tar zioni storico-sociali? doclassica(dallo Pseudo-Longino) segue nell'imitazione il sotterraneo principio Se è necessario che l'arte abbia la sua origine nella mente umana e nelle sofista della convenienza e della verosimiglianza: a momento e a luogo. Invece nostre reazioni conoscitive sul mondo dei fenomeni piuttosto che nella ripro nelle arti plastiche la selettività delle informazioni desunte dalla natura e la loro duzione diretta o indiretta del mondo sensibile, non è detto, per esempio, che «correzione» impongono all'operazione artistica qualità artificiali rispetto alla l'arte rinascimentale abbia l'intenzione di abbandonare la convenzionalità degli vera natura. Modello e copia sono i luoghi comuni dell'imitazione didattico-ac schemi riproduttivi precedenti senza approfondirne visivamente e scientifica cademica: per poter produrre opere esemplari bisognerà passare accanto alla mente la tematica. È noto il dibattuto problema circa il soggetto simbolico della copia, ma mentre il modello costituirà la radice principale (surroga) dcll'imitazio prospettiva che ripropone l'ardita astrazione dalla realtà attraverso il teorema ne, la maniera sarà la derivazione inopportuna e ripetuta (várroc) della tradi tangibile della sua restituzione. Corrispondenza o non-corrispondenza con la zione. In tal caso la maniera si opporrà alla+creatività+ esemplare della genia realtà, le prospettive rinascimentali non nascondono un proprio artificiale do lità artistica nella stessa de6nizione di genio, in epoca romantica, mentre nel minio rispetto alla perspectiva naturalis (l'ottica) che è l'ambito oggettivo dello manierismo secentesco la pseudo-imitazione e l'insistenza deformata della re sviluppo delle immagini secondo la cognizione scientifica che fonda con esse i gola priva di effetto regolatore produce invece l'acutezza, la meraviglia, la me propri modelli di visione-verifica. Non riconoscendo relazioni assolute fra im tafora, di cui si nutre l'ingenio (in tal caso l'ingenio secentista è la bruciante ca magine e modello non si escludono però standard oggettivi di rappresentazione ricatura del genio idealista e la sua opposizione irriducibile ). che servono a precisare dei gradienti di somiglianza tra realtà percepibile e og La ii.lpqrriq platonica aveva evocato originariamente non un semplice rispec getto riprodotto, innescando con ciò nel normale ambito psicologico un'emo chiamento del reale ma un riferimento a valori culturali assodati, talora istitu zione, un affetto dell'animo, un riconoscimento. La diversità della raffigura-ione zionalizzati. Il valore della mimesi si sdoppia in una funzione «icastica» (tra che può produrre vari riconoscimenti non può essere un rapporto di pura equi sposizione inadeguata del mondo sensibile) e «fantastica» (trasposizione defor valenza ma di somiglianza: giudizi non in generale veri o falsi ma funzionali o mata e ingannevole). Se nelle arti le apparenze sono prodotte attraverso falsi6 non funzionali alla produzione di certi effetti. In quanto modelli di giudizio e cazioni tecniche, allora l'introduzione di regole matematiche e proporzioni ri di relazione non fissano tanto un'immagine accanto al suo oggetto, quanto la fi porta la mimesi verso leggi oggettive che dimorano presso la norma e l'etica gurazione tra un modo di percepire un oggetto : modo percettivo quanto modo filosofiche. In Aristotele si fa strada l'attività imitativa come operazione intel storico-culturale. Ecco che la somiglianza si spiega in un processo di imitazione lettuale : la simpatia che coincide con la scoperta soddisfazione di una certa con che rappresenta e costruisce un modello di relazioni in un rapporto di valori formità tra l'atto dell'imitazione e l'oggetto imitato. Il riconoscimento del ca conosciuti, di schemi percettivi e significativi. L'+imitazione+ con6na con un te rattere non meramente duplicativo dell'imitazione fa si che nella ricerca del mo ma produttivamente artistico, origine di una doppiezza seduttiva: la simulazio dello il piacere che si ricaverà nella duplicazione si fonderà sopra una «cono ne e la verità propria del simulacro.
  • 8. Sistematica locale i58 >59 Creatività in ogni caso un'impronta idealistica che sembra fissare la creatività in una su Lo spazio della creatività. periore considerazione conoscitiva ben differenziata dal modo corrente di cono Con+spazialità+ s'intende l'oggetto di una disciplina formale o deduttiva : il scere. Assai importante è concepire l'intelligenza creativa non contraria e diffe suo campo, il suo ordine, nonché gli spazi di relazione, per quante de6nizioni rente dalle regole e dalla legge ma in certo modo strutturata e sottoposta a una e punti di vista costruttivi siano possibili. Il problema della connessione delle «legalità generale». La+creatività+ secondo la legalità appare come nucleo cen conoscenze non si può distinguere dalle loro capacità di riferirsi all'esperienza trale di queste voci e si svolge nell'esplicazione dell'apparente paradosso della reale, perciò il programma è quello di costruire uno spazio comune fra i molti «creatività secondo regole», anche se non si esaminano la rete di norme, i sa spazi comunque definiti e di conferire a tutto questo il titolo di spazialità. Si peri e i funzionamenti, gli effetti di potere di queste norme (come potrebbe tratta di trovare l'unità delle esperienze e delle teorie circa l'oggetto dello spazio suggerire Foucault ) congiungendo la legalità alla necessità del fenomeno crea senza ricorrere a modelli matematici, pur orientandosi a una nozione intuitiva tivo-produttivo, senza escludere i moderni accenti psicanalitici o etologici. L'e mersione di una creatività attraverso regole non è estranea a tutto il mito crea comune. La concreta esperienza spaziale viene 6ssata come condizione trascen zionista che sostiene la scolastica cristiana fino all'evoluzionismo teistico madentale: universale e necessaria, tale da contenere un preciso controllo sull'e ) 1 idea originale di creatività, di costruttività e formatività si dilata in un'accezione sperienza. Il riferimento all'istanza trascendentale espressa da Kant come ten tativo di fondazione speculativa di intuire gli oggetti nello spazio è necessa che è estranea e del tutto ignorata nelle 61oso6e classiche: è l'idea di progresso rio anche per registrare epistemologicamente lo spazio di questo esteticismo che si anima alla fine del xvi secolo e appare sufficientemente formata in pieno neokantiano e dell'asse costruito delle voci qui esaminate attorno al tema della illuminismo tanto da collocarsi come idea-guida in tutto il pensiero dell'Otto +creatività+. cento. Kant viene assunto come teorico di una creatività legata alla legalità, Si sache non è possibile una separazione fraspazio e tempo perché laper perché una pura legalità è indeterminata quanto una pura creatività: l'intelletto cezione degli oggetti nello spazio si colloca necessariamente anche nel tempo fornisce si i concetti necessari all'esperienza ma anche le regole applicative della natura in generale. L'intelletto però non sarebbe sufficiente se non si chiedes (temporalità e spazialità interagiscono) : la temporalità si fonda sopra la storicità che è percezione di finitezza e costruttività, mentre la spazialità conduce a nuove se il principio ulteriore della facoltà di giudizio che è un principio intellettua organizzazioni sistematiche di sapere, del fare e dell'esperire, precisando però le soggettivo e non oggettivo, non logico ma estetico : la Stimmung (sentimento che la «sistematicità» rappresenta il significato limite (geometrico-matematico) soggettivo) si svolge in una Proportion in quanto forma scaturita da immagina zione e intelletto: il «libero gioco» dell'esperienza estetica. della spazialità. La percezione spaziale va interpretata come coordinamento dei dati sensibili; ci si sottrae in tal modo alla casualità e al disordine delle perce È soprattutto nell'ambito della linguistica contemporanea (in generale nella zioni isolate e momentanee inserendole in un sistema. «Non vi è alcuna funzio semiotica) che la creatività secondo regole prende argomenti: la lingua è infatti ne, alcuna creazione dello spirito che in qualche modo non si venga a trovare il dispositivo produttivo che entro un sistema finito produce messaggi sempre con il mondo dello spazio e che comunque non cerchi di adeguarsi ad esso» nuovi. Linguaggio e gioco fissano su regole il loro sviluppo produttivo ; traden (Cassirer). dole o falsi6candole non si potrebbe piu giocare; ma non si potrebbe giocare Che cosa può assicurare inoltre produttività e creatività ai comportamenti un gioco, apparentemente senza regole, inventandole momento per momento se appare ingenerale fondata la comune contrapposizione fra natura/cultura e (Wittgenstein)? Si vuoi spiegare che la creatività non si svolge soltanto r ielle operazioni materiali ma in rapporto al messaggio conoscitivo: l'arte non forni intelligenza/istinto? Dal momento che nel mondo animale i principi innovativi della pratica sono abbastanza limitati e monodirezionali, si accetta che la crea sce un puro rispecchiamento della conoscenza ma qualcosa in piu rispetto ad tività costituisca il carattere saliente del comportamento umano esplicantesi in essa. Si conclude che quest'arte creativistica «è una specializzazione non-cono ogni direzione: come organizzazione dell'esperienza attraverso un principio di scitivadel conoscere stesso,che nasce dal conoscere, sipone come sua garanzia formale e insieme lo integra in una sorta di "stato d'animo conoscitivo o adat generalizzazione legata al linguaggio. I principi che mettono in essere una tra dizione innovativa non si spiegano secondo semplici regole di casualità; il lin tativo" totalizzante»(Garroni). Si accenna qui alla struttura linguistica con la guaggio infatti riesce a percepire in tutto il suo raggio i problemi dell'innovazio quale si configura il canone di una creatività secondo regole (la rule-governed ne e della creatività che appartengono all'uomo, come la fabbricazione del lin e la rule-changing creativity di Chomsky) in rapporto alla struttura super6cia le e profonda del linguaggio, anche per porre accanto alla creatività la funzio guaggio. Il tentativo di una formulazione scientifica del tema della creatività non è ne di riproducibilità come manifestazione atta a istituire e riconoscere equiva anteriore al xx secolo, anche se nell'intervallo possibile fra intelligenza creativa lenze tra oggetti diversi. Accanto ai segni caratterizzabili per la loro replicabi e intelligenza speculativa si fanno strada fin dal Seicento concetti circostanti lità (qualità, evento, legge) si allineano nella riproducibilità quelle produzioni come esprit definesse,+gusto+, ingegno, +immaginazione+, genio... Si distingue discorsive che reificano un messaggio e lo rendono compatto e permanente op pure ne soppiantano i riferimenti rendendolo poetico o ambiguo (traduzione o
  • 9. Sistematica locale t6o r6x Creatività equivalenza). Lo sdoppiamento del processo riproduttivo avviene da una parte operando rettifiche e interpretazioni mentre ci si appropria del codice del lin ciò chesa,siapre profonda laspaccatura diun piacere che sidirigecome volon guaggio, dall'altra strutturando le proprietà di regolazione proprie della lingua tà nel non-saputo ; in tal modo si rende signi6cativo l'insignificante, abbando che fissano l'ambito di una creatività, di una novità secondo regole. nando, per ciò che si vuoi sapere, il signi6cato di ciò che già si sa. Platone aveva assegnato all'amore il compito di sostenere il nesso tra ciò che vi è di piu visibile e invisibile dell'idea : tra l'apparire della bellezza e il sapere 5. Il progetto del soggetto: «piacere che sa, sapere che gode». che giudica il vero senza darsi ragione. Infatti la bellezza non può essere cono sciuta, la verità non può essere vista, ma «proprio questo intrecciarsi di una Riconoscendo all'individuazione del progetto una implicazione ontologica, duplice impossibilità de6nisce l'idea e l'autentica salvazione delle apparenze occorre deliberatamente uscire dai limiti applicativi che la parola 'progetto' ha che essa attua nell' "altro sapere" di Eros» (Agamben), interferendo sulla conci assunto nelle arti e interrogarsi oltre al margine di prevedibilità, l'«a-vantag liazione e assicurando la differenza. «Scire per amorem et amare per sapientiam» gio-di » rispetto al quale la previsione stessa trova il suo originario possibile. Il è il motto dell'impresa platonista, ma in questo l'apatia della vera meraviglia e +progetto+ implica comunque un futuro come essenziale orizzonte di tempo e della collocata bella sapienza si espande nel fiuido charme invisible(Montesquieu) della sorpresa e del «non so che». anche come vettore strutturale della categoria di possibilità. Futuro e possibilità tengono in piedi la matrice fenomenologica dell'idea di progetto, ma sono di Lo statuto della scienza si intende come un sapere che si sa, che si apprende per sé insufficienti se non alludono al fondamento per cui un'anticipazione ri e si trasmette ; lo statuto del piacere ferma il proprio possesso su di un altro spetto a un futuro può essere riguardata come possibile. Ogni precostituzione e fatto sicuro: non può fondarsi sopra un sapere. Certo, i saperi si confrontano ogni previsione appaiono come un fenomeno legato all'agire etico dell'uomo «del con le loro note realtà disputative, il gusto no : cosi il sapere che si conosce (le dover essere», e quindi si proiettano nel mondo della soggettività che continua scienze) accanto a un sapere che non si conosce (le arti divinatorie e la psicana lisi) si espandono sopra reciproche aree di mancata estensione. L'estetica come • , storicamente a costituire l'asse di equilibrio di ogni ordine progettante. Il primo agire soggettivo si individua fin dalla classicità nel significato di sapere di un eccesso (il bello) sembra subentrare all'eclissi delle scienze divina wsyvq (in quanto azione produttiva generale) e vcpxE<c in quanto vera e propria torie ma si oppone nel suo ordine di discorso alla contemporanea nascita del azione etica. Ma la prassi etica è sostanzialmente un «essere», prima ancora di l'economia politica: la prima come un sapere che non si conosce, quest'ultima un «produrre», anche se è un essere che deve continuamente essere fatto. Nel come un piacere che non si gode, ma anche reversibilmente. Tra questa indif l'opera aristotelica l'ávspys<x si presenta appunto come il mantenersi di un'uni ferenza un nuovo saperescaturisce per farcomunicare veritàe bellezza: la bel tà particolare dei fatti che, senza deviare verso l'accidentalità, occupano il pro lezza dovrà salvare la verità e la verità la bellezza. Il gusto scintilla come un'im prio fondamento : richiamo alla particolarità quindi che, indirizzata verso la no magine sapienziale «vivente nel soffio della soprannaturale meraviglia», per zione metafisica di individuo, si apre a ciò che di piu fondamentale sta nella ciò nel Szupá(cpv che sta in fondo all'avventura di ogni conoscenza. La grande stessa idea di progetto : «La soggettività si fa progetto quando si propone come patria della meraviglia (Wunderheimat) vola verso il pianeta inquieto del +fan fondamento» (Calvo). Si insinua forse una rivalutazione del soggetto quando si tastico+, da dove ogni viaggio può ricominciare. [M.a.]. è giunti alla fine del patetico resistere della soggettività di fronte al gomitolo dei saperi e alle loro pratiche di dominio? quando i saperi che modificano il sog getto si oppongono alle conoscenze che hanno moltiplicato gli oggetti conosci Agamben, G. bili e ogni «progetto gettato» (Heidegger) scompare in un presente impossibile? 1977 Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occidentale, Einaudi, Torino. Il sistema esteticoesaminato ha accolto ancora una volta,del soggetto arti Arnheim, R. stico, lo spirito per ri6utarne il corpo, nella versione trascendentale ma «giu zg6v vi s ual Thinking,University of california Press, Berkeley cal. (trad. it. Einaudi, To diziale» del neokantismo, nella regolata creatività del progetto che implode su rino sy74). se stesso dichiarando il destino del soggetto e lasciando aperto l'infinito deside Bachelard, G. rio del soggetto di appartenere a un corpo come meravigliata voce dell'essere. 1957 La poetique de l'espace, Presses Universitaires de France, Paris (trad. it. Dedalo, Bari s975). Infatti il +gusto+, infimo tra i sensi ottimi della percezione e dell'intelletto (vi Baltru5aitis, J. sta e udito), sembra rinascere sopra i rifiuti di ogni estetica : anello della bellezza 1955 Le Moyen Age fantasaique. Antiquités et exotismes dans l'art gotique, Colin, Paris (trad. che sivede e non si conosce, e della verità che siconosce e non si vede. Kant it. Mondadori, Milano I977). stesso individuava l'enigma dell'interferenza tra sapere e piacere, in un sapere Baumgarten, A. G. che non può dar ragione del suo conoscere, ma ne prova piacere. Al di là del 175o s8 Ae sthetica,Kloyb, Frankfurt an der oder. l'istanza memorativa e fondata sui propri argomenti che ricorda e a cui piace Brandi, C. rg7t Str u tt u ra e architettura, Einaudi, To r i no 1 97I
  • 10. Sistematica locale I67, I6g Creatività Mukarovsky, J. Burckhardt, J. h869 Die Kultur der Renaissance in Italien,Seemann, Leipzig (trad. it. Sansoni, Firenze tg66 St udie z estetiky,Odeon, Praha (trad. it. Einaudi Torino t ) h955). Panofsky, E. Caillois, R. hg3g St udiesinIconology: Humanistic Themesin the Art of tbc Renaissance, Oxford University r958 Le sje ux et les hommes. (Le masque et le vertige),Gallimard, Paris (trad. it. Guanda, Presa, New York (trad. it. Einaudi, Torino h975). Parma hg8h). Perniola, M. Cassirer, E. tg8o La s ocietà dei simulacri,Cappelli, Bologna. t 923-29 Ph ilosophie der symbolischen Formen, 3voli., Bruno Cassirer, Berlin (trad. it. La Rella, F. Nuova Italia, Firenze tg6t-66). tg8t M i ti efigure del moderno, Pratiche Editrice, Parma. Croce, B. Sklovskij, V. B. tgoz Est etica come scienza dell'espresshone e linguistica generale. Teoria e storia',Sandron, Mi 1925 O te orii prozy,Federacija, Moskva (trad. it. Einaudi, Torino t976).lano-Palermo-Napoli. Todorov, T. Darwin, Ch. tg7o In t r oduction à la littératurefantastique, Seuil, Paris (trad. it. Garzanti, Milano 1977).t87z Th eExpresshon of the Emotions in Man and Ammals, Murray, London. Wolfflin, H. Della Volpe, G. h g r5 Ku n stgeschichtliche Grundbegrhffei das Problem der Stilentvnckelung in der neueren Kunst, rg6o Cr itica del gusto,Feltrinelli, Milano rg66 . Bruckmann, Mùnchen (trad. it. Longanesi, Milano 1953). Descartes, R. h64g Le s passions de lYime,Le Gres, Paris — Elzevier, Amsterdam (trad. it. in Opere, voi. Il, Laterza, Bari hg67, pp. 399-5I9 ). Fiedler, K. [t867-87] I' at t ività artistica. Tre saggi di estetica e teoria della «pura visibilità»,Neri Pozza, Vicenza r g63. Foucault, M. h.g66 Les mots et les choses,Gallimard, Paris (trad. it. Rizzoli, Milano tg68). Gargani, A. G. 1975 Il sapere senza fondamenti, Einaudi, Torino. Garroni, E. hg68 Se miotica ed estetica,Laterza, Bari. tg76 Es tetica ed epistemologia. Rifiessioni sulla e Critica del GiudhziohhBulzoni, Roma. Gombrich, E. H. 1959 Art and Illusion. A Study in the Psychology of Pictorial Representation, Trustees of the National Gallery of Art, Washington (trad. it, Einaudi, Torino 1972 ). Hegel, G. W. F. [rgh7-zg] Asthetik,Aufbau-Verlag, Berlin 1955 (trad. it. Einaudi, Torino hg76). Heidegger, M. h969 Die Kunst und der Raum, Erker, Sankt Gallen (trad. it. Melangolo, Genova tg7g). Kant, I. h7go Kr i t ik der Urteilskraft, Lagarde und Friederich, Berlin-Libau (trad. it. Laterza, Bari h97o ). Klein, R, rg7o La forme et l'intelligible,Gallimard, Paris (trad. it. Einaudi, Torino 1975). Kohler, W. h947 Gestalt Psychology. An Introducthon to Nere Concepts in Modem Psychology, Liveright, New York (trad. it. Feltrinelli, Milano tg6h ). Kuhn, Th. S. tg6r. Th eStructure of Scienthfic Revolutions, University of Chicago Presa, Chicago (trad. it. Einaudi, Torino tg784). Langer, S. K. 1953 Feeling and Form. A. Theory of Art, Scribner, New York (trad. it. Feltrinelli, Milano tg65). Lovejoy, A. O. 1936 The Great Chain of Being. A Study of the History of an Idea, Harvard University Presa, Cambridge Mass. (trad. it. Feltrinelli, Milano hg66).
  • 11. 233 Bello/brutto Bello/brutto rebbe, peraltro, impossibile negarne il peso e la presenza) né, tantomeno da quello che si potrebbe definire l armamentario critico e di «poetica» dei van periodi storici e delle varie culture, non soltanto occidentali. Al contrario, quan to si intende far affiorare, a livello della teorizzazione estetica e della concreta i. Am b iguità della nozione di 'bello' e delsuoantonimo. prassi critica, è semmai proprio quell'aura di effetti, di conseguenze contraddit torie, persino di pregiudizi, che l'assunzione, piu o meno consapevole, del bino Non è possibile negare il ruolo portante della coppia concettuale bello/brutto mio bello/brutto può comportare ad entrambi i livelli (e senza che si ipostatizzi nelle teorizzazioni formulate dall'estetica antica fino all'idealismo e a quel suo qui alcun rapporto di causalità, in senso unidirezionale, tra i livelli in questione). episodio, ancora relativamente recente, rappresentato dall'estetica crociana. An Occorre dunque, innanzitutto, mettere in evidenza non tanto o non solo la zi, può quasi sembrare che la stessa possibilità del costituirsi dell'estetica co relatività, fin troppo ovvia, dei criteri per l'accertamento e la d fi ' d Ia e nizione e me disciplina autonoma dipenda dalla (o addirittura si identifichi con la ) pre e o e e suo opposto nei vari trattati di estetica e di metodologia critica, ovvero via definizione delle caratteristiche del bello e del suo antonimo; o, ancora, forse nel vissuto esperienziale di determinati contesti culturali: piu importante sem nella migliore delle ipotesi, che dipenda dalla determinazione delle condizioni bra, invece, in questa sede, far emergere quale sia tuttora l'incidenza di un'im entro le quali è possibile si realizzi l'esperienza del bello. In una parola, insom postazione, anche taciuta ed implicita, dell'adesione ad un'estetica formulata an ma, l'estetica si è venuta strutturando, anche e soprattutto agli occhi dei non-ad cora come una teoriadel bello. Inoltre, sitratterà dichiarire come lo stesso ab detti ai lavori, intorno alla difFicoltà di differenziare questa opposizione, di chia bandono della terminologia «manicheistica» bello /brutto non escluda, talvolta, rirne la specificità, di ammetterla o di annullarla nell'ambito di altri processi 'assunzione di quello stesso tessuto concettuale all'interno del quale era stato cognitivi. Ed è ancora un altro, innegabile, dato di fatto che la coppia di concetti possibile, e quasi inevitabile, appoggiarsi ad una accezione del concetto di este di cui qui ci si occupa abbia pur sempre conservato o acquisito una specificità di tico e di artistico tale da privilegiare, piu o meno consciamente, l'esperienza vi tipo differenziale, vivendo, nei vari testi di estetica, sempre in rapporto piu o suale.Infine, andrà vistocome proprio latendenza a definire l'esperienza este meno consapevole con un'altra coppia o serie di antonimi : dal rapporto oscillan tica, nonché la produzione artistica, in termini di autonomia e specificità del co te di identificazione con la coppia buono/cattivo dell'estetica platonica fino alla siddetto oggetto estetico, la tendenza a legare le sorti dell'estetica ad una defini formulazione piu radicalmente crociana dell'Estetica [Croce I902], la quale, pur zione tassativa del segno estetico o della struttura estetica come alcunché di omo escludendo, come noto, il termine 'bello' per la sua intrinseca ambiguità, espli geneo e di specifico, rischi di reintrodurre, almeno in certa misura e a livello di citandolo e traducendolo come «espressione riuscita», può garantire la specifi determinate applicazioni ed esemplificazioni, due tipi di conseguenze: a) la rica cità ed autonomia dell'«espressione-intuizione» solo escludendo tassativamente duta in un'estetica essenzialistica e normativa anche all'interno di im ostaz'opos azioni il ruolo della presenza di altri fattori — pertinenti ad altri «momenti» dello Spi c e vogliono appoggiarsi alla lezione della linguistica strutturale e/o della seh rito — perché l'«espressione riuscita», anzi l'«espressione» tout court, possa esse miologia [cfr. Garroni iil68, iq7z] ; b) la diff icoltà di spiegare ed accettare la pre re consideratatale. senza di componenti presunte extraestetiche all'interno di un prodotto prece In altre parole, dunque, e risparmiando in questa sede ulteriori esemplifica dentemente definito come estetico in ragione della sua aderenza alle condizioni zioni, pare si-possa affermare che la nozione di bello e del suo opposto, quand'an imposte o ipotizzate come tali da caratterizzare l'esperienza estetica, il segno che venga determinata dialetticamente, nella storia delle dottrine estetiche, non estetico, la struttura estetica, ecc. In breve, verrebbe qui in luce l'incapacità di riesce, tuttavia, ad evitare una serie di conseguenze teoriche tutt' altro che mar tener conto anchedell'ipotesi che non la omogeneità, bensi la convivenza di di ginali, e che andrebbero ricostruite entro l'area delle esperienze culturali e arti verse componenti e funzioni all'interno del fenomeno estetico ed artistico possa stiche in cui comincia a profilarsi la fortuna del concetto di bello come cardine garantirne il funzionamento come tale. della speculazione estetica, nonché nel quadro degli stessi primi tentativi di si Proprio questa seconda impasse sembra abbia trovato la sua piu vistosa stematizzazione di una teoria critica. espressione nelle pagine dell'estetica crociana, con la ben nota distinzione tra L'ipotesi è, dunque, che l'«inadeguatezza terminologica» già rilevata dal poesia e non-poesia; e tuttavia, tale difficoltà è destinata a rivivere anche nelle Croce non sussista solo nell'ambito di una «filosofia dello Spirito», ma faccia estetiche contemporanee, e, a maggior ragione, nelle discussioni sulla metodolo sentire i suoi effetti anche — esoprattutto — nel contesto di un tentativo di fonda gia dell'analisi dell'opera artistica. In questo secondo caso, anzi, la difficoltà è zione di una estetica non-categoriale e in quello del correlativo disegno di un resa evidente proprio dal contatto diretto con il singolo prodotto verbale, visuale, modello di analisi del prodotto artistico che intenda dar conto di tutte le com acustico, ecc., intenzionato artisticamente, e di cui si voglia recuperare il «si ponenti e funzioni del prodotto stesso, nonché dei rapporti fra queste intercor gnificato», il «tema>i, la «funzione sociale» o la «funzione comunicativa» (secon renti. Non si vuole, cioè — sia detto a scanso di equivoci — espungere la coppia do la diversa terminologia dei vari autori ). Come se tutte queste differenti dizioni bello/brutto né dall'area dei problemi estetici e di storia dell'estetica (in cui sa potessero nascondere, di fatto, l'esistenza di alcunché di non pertinente all'ef
  • 12. Bello/brutto z34 z35 Bello/brutto fettiva autonomia del prodotto artistico : un qualcosa di cui è, appunto, necessa Con cih, si torna quindi alla necessità di fare i conti con l'area semantica ri rio effettuare un recupero o che, addirittura, è necessario considerare come la coperta dal bello, nell'ipotesi che, nonostante « l'abbandono terminologico», o for reale giustificazione del prodotto stesso, quasi il nucleo essenziale rispetto alle se proprio a causa di esso, la nozione di bello abbia continuato a vivere, in tutta componenti meramente formali. la sua latitudine, anche nelle estetiche e nelle teorie critiche piu recenti, trasci Un esempio interessante, nell'ambito dell'estetica contemporanea, e proprio nandosi dietro un corredo di presupposti di fatto estranei alla cultura contempo in seno ad una impostazione strutturalista, viene fornito dai saggi di Jan Muka ranea, e già detronizzati in discipline diverse da quelle di cui qui ci si occupa. Fovsky [xg36, iq66]. Pur muovendosi nel senso di una riconciliazione tra forma È necessaria un'altra precisazione: anche la consapevolezza della pluralità lismo e considerazione delle valenze sociali e storiche dell'opera d'arte, tra aspet di significati compresi tuttora nella nozione di bello deve tuttavia ammettere la to formale e aspetto contenutistico, Mukarovsky continua tuttavia ad oscillare possibilità di distinguere almeno due direttive antitetiche in seno a quello che tra la tendenza a pervenire ad una definizione del carattere specifico del segno parrebbe uno sviluppo tutto sommato unitario, pur nella sua differenziazione artistico (che trova il suo indice privilegiato nella musica, proprio in quanto arte interna, della nozione stessa. atematica) e la necessità di far rientrare sotto la nozione di segno artistico anche Insomma, una volta prospettata l'ipotesi (da verificare ed esemplificare suc quelle arti tematiche (letteratura,teatro, cinema, ecc.) il cui grado di rapporto cessivamente) del riferimento alla coppia discriminante bello /brutto anche nelle con la realtà sembrerebbe, a prima vista, piu stretto e immediatamente percetti estetiche contemporanee, magari a sfondo strutturalista, non è ancora sufFiciente bile ; piu capace, insomma, di render palese quella componente semantica di cui rilevare la complessità della nozione stessa all'interno di una determinata dottri Mukarovsky rivendica continuainente la presenza, opponendosi alla sterile con na estetica, o della sua applicazione a livello di poetica e di teoria critica; piu trapposizione tra elementi formali ed elementi di contenuto. urgentesembra, semmai, accertare come talecomplessità sipresentianche come A guardar bene, quindi, la stessa distinzione tra arti tematiche ed arti atema intrinsecamente contraddittoria, mettendo a contatto concetti ed interpretazioni tiche non dovrebbe trovar posto nell'estetica mukaiovskyana, almeno in quanto di concetti sostanzialmente eterogenei. Riconoscere questa infelice contamina l'operad'artesipresenta, sempre secondo Mukaiovsky, come dotata di una du zione costituisce, dunque, uno dei primi compiti da assolvere nella ricostruzione plice funzione, autonoma e comunicativa, Le arti tematiche sembrerebbero ec dell'oscillante sviluppo delle teorie sul bello. cedere, anzi, le condizioni necessarie perché si possa parlare di prodotto artistico La seconda ipotesi sarà, dunque, quella secondo cui tale complessità si risol e, ad un tempo, introdurre come un'aggiunta quella nozione di funzione comu ve, fondamentalmente, in una biforcazione, o, come si è detto, in un duplicarsi nicativagià precedentemente ipotizzata come caratteristica dell'arte come fatto delle direzioni lungo le quali procede il tentativo di assicurare l'autonomia del semiologico. [Cfr. in particolare Mukarovsky rg66, trad. it. pp. i4i sgg.]. l'estetica in funzione della definizione del bello. In altre parole, l'asserzione di un carattere semiologico virtuale delle compo Pertanto, da una parte si avrà un'estetica che muove dal privilegiamento, sia nenti formali, tale da assicurare il potere comunicativo delle arti atematiche, non pur semiconsapevole, dell'approccio percettivo di tipo visuale: questo primo dovrebbe, a rigore, permettere la sopravvivenza di una sorta di comunicatività tipo di estetica apparirà, conseguentemente, nelle sue varie manifestazioni sto che apparterrebbe invece soprattutto alle arti tematiche, laddove le arti atema riche, come indir.zzata nel senso della promozione della dottrina delpimitatio tiche si gioverebbero di una comunicatività già insita nel solo carattere semiolo naturae, o, piu genericamente, dell'imitazione tout court. Ciò è, d'altronde, fa gico delle componenti formali. cilmente spiegabile in quanto l'imitazione prevede l'esistenza, anche solo a livel Del resto, non senza ragione si è voluto scegliere qui, sia pure e solo a titolo lo immaginativo, di un referente dotato di caratteristiche la cui realizzazione co di esempio, uno dei punti forse meno felici o meno chiari di un autore legato allo stituirà il solo criterio e modello della nozione di bellezza. È facile quindi prono strutturalismo praghese, ed al tentativo di impostare un'estetica su basi funzio sticare come le dottrine estetiche in cui prevarrà questa tendenza si troveranno nali come alternativa alle aporie delle estetiche categoriali [cfr. Garroni rg65, inevitabilmente impigliate nel disegno di una gerarchia delle arti, per scivolare introduzione]. Proprio all'interno dell'istanza di un superamento del formali poi, felicemente, nella discussione sulla peculiarità delle differenti arti. Si prepa smo e della presunta correlata teoria di una serie artistica totalmente autonoma rerà e garantirà cosi la possibilità di una diversa considerazione dei fenomeni ar rispetto alla serie sociale, si ricade ancora, magari sporadicamente, in una impo tistici ; e sarà appunto nell'ambito di questa seconda direttiva che il concetto di stazione del problema estetico che postula di fatto la permanenza inconsapevole bello rivelerà la propria inadeguatezza, almeno in quanto continuerà a dipendere di sensi e connotazioni delle nozioni di autonomia, immanenza, significato, te dal riferimento ad una gnoseologia di tipo ingenuamente mimetico, tale, quindi, ma, non interamente riconducibili al valore che dette nozioni dovrebbero o po da presupporre l'esistenza di una realtà di significati già predeterminati una trebbero svolgere in un contesto strutturalista. Ma poiché tali connotazioni si so volta per tutte, cosi come «conosciuti» prevalentemente attraverso l'esperienza no venute stratificando nella storia della critica e delle dottrine estetiche ancora visiva, quasi evisti» mentalmente. e sempre in funzione del rapporto con il binomio bello/brutto, occorre innanzi Non a caso, del resto, questa trasformazione dell'indirizzo delle dottrine este tutto ricostruire la rete di associazioni che questa coppia concettuale sottende. tiche (e del loro modo di rapportarsi alla coppia concettuale bello /brutto ) non
  • 13. Bello/brutto z36 237 Bello/brutto sarà preparata soltanto dal dibattito piu propriamente estetico, dalle aporie mes golazione. In questo modo, la definizione della coppia bello/brutto si presenta se in luce dal contatto con i concreti prodotti artistici, e dalla necessità di spie intrinsecamente legata ora con la definizione stessa dell'attività artistica (come garne il concreto funzionamento ai fini dell'induzione di un'esperienza estetica. pf pqcr<c,imitatio naturae, ecc.), ora con l'esigenza di fare i conti — all'interno delle Il superamento di quella sorta di referenzialismo a livello estetico che si è qui dottrine estetiche legate a tali nozioni — con la constatazione dell'irriducibilità del individuato tra le conseguenze di una certa accezione del termine 'bello', rice le varie tecniche artistiche ad un unico modello. In questo secondo caso, anzi, pro verà un apporto fondamentale dagli sviluppi della linguistica settecentesca, so prio la presenza dello strumento concettuale offerto dalla coppia bello/brutto, con prattutto in quanto questa perverrà a criticare la nozione di un ordine naturale la necessità di servirsene come criterio discriminativo nell'analisi dei vari prodotti tanto del processo conoscitivo quanto di quello linguistico. artistici, porterà, come si vedrà, alla scoperta di una differenziazione, anche nel Per il momento basti ribadire come, pur nell'ambiguità del rapporto tra la l'ambito di una stessa cultura, tra bello letterario, ad esempio, e bello delle arti coppia bello /brutto e la nozione di estetica come disciplina autonoma, risulti figurative : porterà insomma al recupero teorico della tecnica e alla scoperta della utile distinguere almeno due modalità di riferimento alla nozione di bello : una specificità e relativa autonomia dei procedimenti artistici, pur nell'ambito di una prima indissolubilmente legata ad una teoria linguistica e gnoseologica oggi dottrina estetica che propone, nonostante significative oscillazioni, il modello inaccettabile; una seconda nozione che, pur presentandosi storicamente sempre referente della «bella natura», e che continua, di fatto, a funzionare attraverso intrecciata con la prima, è tuttavia tale da sopravvivere una volta «depurata» metafore visive. dalle connotazioni e dagli esiti essenzialistici. Ma perché questoprocesso sicompia, non saranno da sottovalutare,come si Insomma, il rischio di un'impostazione che faccia derivare la fondazione del è accennato, gli apporti della linguistica settecentesca, in quanto anticipatori di l'estetica dalla definizione del bello, e dall'assunzione acritica di questa nozione, una revisione del problema che sarà, però, realmente possibile solo in epoca mol è un rischio che sembra riguardare soprattutto la possibilità di perder di vista la to piu recente, e solo attraverso l'avvenuto approfondimento della nozione di si convivenza, all'interno del fenomeno artistico e della cosiddetta esperienza del gnificato e dello scarto, operato dalla linguistica saussuriana, tra le nozioni di bello, di altre componenti e funzioni; o, ancora, la possibilità di non intendere convenzionalità e di arbitrarietà del segno linguistico. come lastrutturazione gerarchica ed eterogenea delprodotto artistico possa an Una ricognizione, per quanto necessariamente breve, dei modi in cui la cop che essere interpretata come condizione necessaria, se non sufficiente, perché il pia bello/brutto si è presentata ed atteggiata nelle varie dottrine estetiche, dovrà prodotto stesso venga recepito come bello. Al contrario, solo l'ambiguità non dunque chiarire e integrare alla coscienza critica il rapporto latente della nozione risolta dell'uso del concetto di 'bello' (e del suo opposto), in relazione ai diversi di bello con una cultura che privilegia, in modo piu o meno consapevole, deter generi artistici, ha potuto suggerire una sorta di preferenzialità per la teorizza minati presupposti gnoseologici e, al livello del singolo prodotto artistico, con zione (e la canonizzazione) dei criteri o degli indici per il reperimento del bello un approccio che privilegia l'esperienza di tipo visivo. Ovviamente, in questa solo o soprattutto a livello visivo. sede, tale ricognizione non potrà esser rivolta che ai casi piu esemplari, piu ido Si può, cosi, già affacciare l'ipotesi che, nell'ambito della cultura europea e, nei, insomma, a ricostruire l'itinerario percorso dalla nozione di bello, almeno piu latamente, della cultura occidentale, l'esigenza di distinguere l'esperienza nelle sue piu vistose diramazioni e deviazioni. estetica e di dame conto attraverso strumenti filosofici o scientifici, si sia presen tata, almeno in larghissima parte, come ancorata alla convinzione di potere e/o dovere determinare dei veri e propri referenti fissi della nozione di bello; e ciò z. Il r aPPorto dellanozionedi bello con la teoria dell'arte comemimesi. nonostante la crescente consapevolezza del mutare e del pluralizzarsi del model lo «bellezza artistica» in relazione ai vari generi e alle varie culture. Al tempo La prima ipotesi che si è qui formulata ( ) r) riconduceva la nozione di bello ad stesso, tuttavia, è proprio e sempre nell'ambito della cultura occidentale, e nel un privilegiamento inconsapevole dell'esperienza visiva; e sembra anche imme quadro del recupero di una certa interpretazione e lettura della nozione di bello, diatamente comprensibile come la nozione stessa di bello nasca, ancor prima che che si è venuta delineando, a partire dal Settecento, un'alternativa alla soluzio in rapporto con la problematica dei fenomeni artistici, dall'esperienza di una bel ne referenzialistica-normativa e alle connesse problematiche del rapporto arte lezza sostanzialmente fisica e visibile. Cosi, è stato piu volte ricordato nei ma realtà e del rapporto tra le varie arti. nuali di storia della filosofia e di estetica dell'età antica come lo stesso uso del Occorre dunque mettere in luce innanzitutto tale connessione, o, in altre pa termine xx) áq compaia inizialmente, nei poemi omerici, solo per indicare una role, la necessità di inquadrare il problema proposto dalla definizione della cop bellezza fisica ed accertabile, «immediatamente», attraverso l'unico strumento pia bello/brutto — e della possibilità stessa di impostare tale problema — all'in conoscitivo della contemplazione o della visione. Solo in epoca piu tarda si è terno di una problematica piu vasta, volta per volta determinatasi storicamente sviluppato invece l'uso linguistico del termine 'bellezza' nel senso di una perfe in dipendenza da un dibattito culturale che accentua ora l'uno ora l'altro degli zione formale non necessariamente suscettibile di visualizzazione. Di qui la possi elementi in gioco, o, piu esattamente, ora l'uno ora l'altro dei diversi punti di an bilità di stabilire identificazioni, o antitesi, tra il bello e, ad esempio, il buono,
  • 14. z38 Bello/brutto Bello/brutto z39 nonché correlativamente, quella di includere o no determinate esperienze nel Molti sono, in realtà, come è noto, i fattori in gioco nell'atteggiarsi del pen l'ambito dei fenomeni estetici. Insomma, le dottrine estetiche dell età antica, ed 7 siero platonico nei confronti dell'arte. In una disamina come questa delle acce il tipo di problematica che le caratterizza, sarebbero possibili (e passibili di spie zioni in cui e per cui il termine 'bello' vive in una teoria estetica, sembra oppor gazione) solo accertando il complesso gioco di traslati, di ainpliamenti e /o dislo tuno almeno accennare alla convivenza di due orientamenti apparentemente ete camenti semantici effettuati sul «significante» bello. Di qui l'inevitabile ambigui rogenei presenti nella problematica artistico-estetica di Platone. Per un verso si tà del concetto stesso di bello e il pericolo che deriva dal mantenerlo, sia pure ha la tendenza ad impostare il problema estetico nei termini della possibilità o sullo sfondo, all'interno di una teoria estetica che miri a caratterizzare, sia pu meno di una definizione del bello, con l'oscillazione vistosa, pur nell'ambito di re sempre e solo funzionalmente, la speci6cità del fatto artistico. E tuttavia, anche questo primo orientamento, fra la determinazione di derivazione pitagorica del la constatazione storica e filologica del presentarsi del concetto di bello come le bello come «buono» o «piacevole» e l'istanza di una definizione della bellezza gato all'«immediata» esperienza visiva, come esperienza del bello naturale (come che comporti, per essere tale, il richiamo alla nozione di sMop. In quest'ultimo si potrebbe dire con terminologia relativamente piu recente),.non pare del tutto caso si accentuerebbe l'esigenza di spostare la questione sul terreno della dottri accettabile se non viene inquadrata in uno schema gnoseologico che è, di fatto, na delle idee, ma anche di pervenire ad un principio metafisico autonomo del sottinteso dalle teorie dell'arte dell'età antica. È dunque necessario rovesciare, o l'esperienza estetica; di evitare, insomma, l'esito del moralismo estetico cosi co per lo meno rivedere, alla luce della gnoseologia che la produce, l'asserzione di me dell'edonismo (non è quindi senza ragione che il dialogo dell'Ippia maggio una estrapolazione della nozione di bello artistico da una pretesa conoscenza re, in cui compare questa seconda prospettiva, abbia suscitato molti dubbi sul «immediata» e «visiva» del bello naturale. È necessario riconoscere come gli at l'autenticità dell'attribuzione a Platone). tributi di «immediatezza» e di «visibilità» appartengano di fatto — con le debite L'altro orientamento dell'estetica platonica va invece nel senso di una defini oscillazioni e contraddizioni — alla gnoseologia prearistotelica: solo in quanto zione dell'arte — e non piu del bello — in base al suo funzionamento come stru tali essi permettono e impongono, infatti, la dominanza di un approccio di tipo mento piu o meno adeguato per la conoscenza della realtà eRettiva. Anche qui visuale al fenomeno estetico e l'impostazione di una serie di problemi possibili, si oscilla tra la condanna dell'arte come semplice copia (pfpvjo<g) di una realtà appunto, solo in base all'identificazione della conoscenza con la visione o con visibile, e l'apologia dell'arte come mania e invasamento proveniente dalle Muse, l'adeguatezza speculare, mimetica. e come tale capace di restituire l'intuizione immediata del mondo delle idee. Appare quindi evidente come non si tratti solo di rilevare l'incidenza del rap Non è questa la sede né per rintracciare le motivazioni di questo duplice porto con l'esperienza della bellezza 6sica o naturale, e in ogni caso visibile, nella orientamento del pensiero platonico, né per individuare gli ascendenti teorici o genesi della nozione di bello : ciè significherebbe rendersi complici di quella stes le esperienze culturali che ne movimentano il dibattito interno. È lecito però sa mentalitàarcaica che promuove l'identi6cazione tra 'conoscere' e 'vedere'; sottolineare la relazione istituita tra il concetto di p,f,p.pm' e quello di arte, e la significherebbe restituire, a livello d'interpretazione, quella preminenza attribui possibilità di scorgerne le implicazioni teoriche anche al di là dell'orizzonte di ta alla vista che caratterizza le prime formulazioni del problema gnoseologico nel problemi che poteva presentarsi alla speculazione dell'età antica. pensiero greco. Ora, è solo tale coalescenza del motivo della visione con l'espe Innanzitutto, fermo restando il collegamento già visto della problematica del rienza conoscitiva, o, piu genericamente, mentale, a produrre il privilegiamento bello con la teoria gnoseologica ad essa sottesa, resta da chiarire come si realizzi della percezione visiva già nelle primissime teorizzazioni dell'esperienza estetica. coerentemente, sul piano teorico, il passaggio da un'impostazione che privilegia Al tempo stesso, è evidente quanto abbia giocato l'iniziale identificazione tra il problema dell'identificazione del bello ad una considerazione incentrata sulla esperienza estetica e visione della bellezza nella formulazione degli interrogativi modalità del rapporto dell'arte, anzi delle varie arti, con la conoscenza e con la intorno a cui comincia a prender forma la nascente riflessione estetica: la possi realtà del mondo delle idee. Si è già visto come l'Ippia maggioremettesse in crisi bilità di trasporre la nozione di bello in campo etico, cosi come di fatto avviene l'eredità pitagorica dell'inclusione del bello nel buono attraverso la nozione di nell'uso linguistico, o di giungere all'identificazione del bello con il buono, o con sBop, in quanto forma o principio avulso dalle sue particolari determinazioni, il piacevole, o con l'utile, sembrano nascere, almeno in parte, già nelle teorie condizione e modello di queste. Ma il punto di sutura è da cercare nella discus estetiche preplatoniche, dall'esigenza di correggere o interpretare la sfasatura sione della problematica eminentemente linguistica del Cratilo. Anche se non operatasi tra l'uso originario della nozione di bello, ancorata alla logica della vi si può ancora parlare qui di una precisa differenziazione tra le sfere linguistica, sione el'uso successivo, che traspone lastessanozione sulpiano diun'esperien gnoseologica ed ontologica, proprio nel Cratilo, infatti, pur attraverso la conver za estetica di cui non si è ancora chiarita né la latitudine né la specificita. È so 7 genza di atteggiamenti speculativi non tutti perfettamente congruenti, comincia prattutto la nozione di arte come ii,i,pqoiq che consente di accertare le modalità ad emergere la consapevolezza della natura strumentale del linguaggio, che «evo d'impostazione dei problemi estetici in rapporto alla genesi del bello nell'ambito ca» la cosa, e, correlativamente, della distinzione tra il nome e la realtà rappre di una identi6cazione tra i processi cognitivi e l'esperienza della visione o con sentata. Se è vero che tale consapevolezza sfocia nel ribadimento dell'inadegua tezza conoscitiva del linguaggio (o, meglio, nella negazione dell'autosufficienza templazione.
  • 15. Bello/brutto 240 24I Bello/brutto del linguaggio come rappresentazione di una realtà già oggettivamente struttu sente, pernatura, alcun elemento simile alla cosa imitata, ed anzi il termine stesso rata e preesistente alle forme linguistiche con cui dovrebbe esser conosciuta e di 'imitazione' non ha piu senso in questa concezione del linguaggio verbale (o comunicata)andrà d'altrocanto osservato che accanto a questo motivo — per cui per meglio dire, non lo ha piu in quanto implica un'identità piu o meno parziale si riaffermano parallelamente tanto l'esistenza di una determinata struttura del tra l'ente imitato e il prodotto dell'imitazione). Al contrario, «avrebbe mai qual reale come garanzia e criterio ultimo per la giustezza del linguaggio e della cono cuno composto ciò che ora dicevamo pittura, simile a uno degli enti, se non ci scenza, quanto la necessità di porre l'atto conoscitivo solo e sempre come ri fossero in natura dei colori, con cui si fanno le cose dipinte, simili a quelli che specchiamento immediato, adeguatezza speculare — prende forma anche, per via l'arte del disegno imita?» [ibid., 434a, b]. di determinazioni negative, l'esigenza di pervenire all'individuazione delle carat Ancora una volta si assiste, dunque, al mutuo intersecarsi di una serie di con teristiche specifiche del linguaggio verbale e dell'immagine o disegno, continua siderazioni e motivi speculativi sostanzialmente eterogenei: l'insistenza a pro mente accomunati, negli esempi e nelle argomentazioni attribuiti a Socrate, at porre il grado di adeguatezza alla realtà immutabile degli enti come criterio p traverso una sorta di continua e apparentemente innocua metafora. Il Socrate a validità del processo imitativo viene messa in crisi proprio allorché si asserisce platonico dice, nel Cratilo, che il nome è, come il disegno, una imitazione; ma, lo scarto operato dall'immagine rispetto alla realtà imitata, e, soprattutto, l'esi come il disegno o l'immagine riproduce solo alcuni tratti della realtà rappre stenza di una «giustezza» propria dell'immagine in quanto tale ; in quanto, cioè, sentata (ché altrimenti diventerebbe un doppione della realtà stessa, e non già strumento di imitazione, e non semplice doppione del modello imitato. Si viene la sua «immagine»), cosi il linguaggio verbale funziona non per aderenza im cosf a delineare una sorta di spazio autonomo per il funzionamento dellap,ipqot c, mediata e naturale alla realtà che evoca, ma in quanto questa capacità evocativa o, meglio, una considerazione della capacità imitativa volta a determinare le o rappresentativa viene istituita per convenzione. condizioni necessarie perché la p,y,v~cn,qstessa abbia luogo, attraverso un com Ci si trova cosi all'incrocio di due itinerari divergenti nel corso delle argo plesso di operazioni che non vengono specificate, ma di cui è implicita l'autono mentazioni platoniche : il primo, e piu evidente, riguarda la funzione conoscitiva mia o peculiarità. del linguaggio verbale, e sfocia, come si è detto, in una ulteriore conferma del Dalla discussione sul rapporto linguaggio-pensiero-realtà, e soprattutto dagli l'impossibilità di conoscere gli enti attraverso le loro rappresentazioni lingui accenni marginali al rapporto tra parola e immagine, inizialmente date per iden stico-verbali e visive poiché, appunto, la rappresentazione non riproduce l'ente tiche, si perviene insomma ad una nozione di p.lpqcriq che non ha piu nulla in nella sua totalità. Il secondo itinerario, percorso quasi in margine, e solo al fine comune con la nozione di una imitazione passiva, di un rispecchiamento imme di prepararee rafforzare la tesiconclusiva sul rapporto linguaggio-conoscenza, diato, e neppure ammette, o dovrebbe ammettere, il permanere del riferimento riguarda invece proprio le modalità della «rappresentazione», figurativa e verba speculare al modello esteriore di una realtà preesistente come garanzia del pro le, e le condizioni necessarie perché il processo rappresentativo possa istituirsi. dotto della p.lpqoiq. Nel contesto di questa discussione, che si snoda quasi incidentalmente, si pre Pur motivata dalla riaffermazione dell'immediatezza come unica garanzia senta l'idea di un criterio di valore valido per la rappresentazione figurativa o della conoscenza degli enti, l'accettazione della natura convenzionale del lin visiva, ma non per quella linguistico-verbale; ovvero l'idea di un'immagine guaggio finisce dunque con l'aprire una falla proprio all'interno della nozione di «bella» solo perché l'artefice riproduce non già la totalità del modello, ma una mimesi come riproduzione « immediata». Insomma, l'ammissione di una conven sorta di schema, non ulteriormente determinato, astratto dall'effettiva e integrale zionalità propria anche dell'immagine, per quanto esposta solo al fine di distin esperienza conoscitiva : «per la immagine bisogna cercare un'altra giustezza da guerla dall'ulteriore e piu radicale affermazione della convenzionalità del lin quella che or ora dicevamo [e, cioè, rispetto all'adeguazione totale al modello ], guaggio verbale, non può non coinvolgere, di fatto, quella stessa logica della vi e non presumere necessario che, se qualche cosa le manchi, o ci sia in piu, non sione che Platone eredita dal pensiero arcaico. Né importa che a proposito del p sia piu immagine» [Cratilo, 43zc, d]. immagine o disegno, si riaffermi, in contrapposizione al linguaggio verbale, la Con ciò, vengono dunque introdotte, sia pure indirettamente, la nozione di naturalità dei mezzi attraverso i quali è ottenuta l'imitazione: altro è infatti7 1 convenzionalità anche nell'ambito del processo imitativo attuato attraverso im sostenere l immediatezza dell'immagine e della riproduzione visiva ed alt magini, e quella di una specificità, peraltro non indagata, dell'insieme dei pro l'esistenza, nell'ambito della realtà naturale, di materiali utilizzabili per ripro cedimenti necessari perché la rappresentazione visiva assolva al proprio compito durre, si badi bene, «ciò che ora dicevamo pittura, simile ad uno degli enti... » di imitazione ; perché sia, insomma, nonostante e/o a ragione dello scarto rispetto [ibid.]. alla realtà rappresentata, immagine giusta, ovvero bella. Che si tratti, tuttavia, In breve, l'esemplarità dell'itinerario platonico consiste si, in parte, nel suo di un riconoscimento solo implicito, o appena sfiorato, risulta chiaro dalla posi avviarsi (recuperando peraltro l'eredità pitagorica) sulla strada della definizione zione che queste asserzioni assumono nel contesto del dialogo, in cui intervengo del bello: ma cio che piu importa è come tale impostazione si riveli capace di 'I no immediatamente prima della tesi della piu netta e radicale convenzionalità, sopravvivere solo in quanto si accettano i presupposti e le implicazioni della ed anzi arbitrarietà, del linguaggio verbale: in quest'ultimo non è infatti pre gnoseologia platonica.
  • 16. Bello/brutto 242 243 Bello/brutto Per di piu, anche all'interno di un'impostazione coerente con questi presup tiva e della specificità delle operazioni mentali messe in atto per la realizzazione posti, si assiste allo svolgersi di una sorta di critica interna al testo : ed è questa tecnico-materiale del processo rappresentativo, ma anche dello scarto necessario specie di inconsapevole autocritica, o di evoluzione contestuale, che conduce dal perché i risultati di queste operazioni siano tali da indurre un'esperienza estetica. rapporto «ortodosso» della nozione di bello con la nozione di pl pqircq all'accen tuazione del momento stesso della pfpqo<q come momento o strumento di pro duzione secondo procedimenti propri e convenzionali, e non piu, dunque, copia 3. Il recuperoteorico della tecnica e la nozione di bello come percezione di speculare, immediata. Proprio qui si compie il salto da una teoria che sembra raPPorti. privilegiare il problema dell'identificazione del bello, risolvendolo per lo piu nel senso, ancora pitagorico e socratico, di una identificazione con il buono, alla sia Si è cosi chiarito attraverso quali argomenti emerga già nella esposizione della pur ancor implicita e saltuaria consapevolezza della necessità di mettere in contat teoria platonica del bello la necessità logica di recuperare il ruolo teorico del to la nozione di bello con la nozione di arte e, anzi, di arti. Non dice infatti il Cra la tecnica, evitando, in tal modo, gli esiti insieme metafisici e normativi che do tilo che esiste unagiustezza propria dell'immagine, o della rappresentazione vi vevano derivare dai piu generali presupposti gnoseologici. siva, ed un'altra propria della rappresentazione verbale? E che tale giustezza Non a caso, dunque, accade che nel dibattito contemporaneo sull'estetica, non è solo quella misurabile mediante adeguazione al modello imitato, poiché poco o nulla si sia recuperato del modo di impostare il problema del bello nel tale adeguazione non è mai — e per definizione — totale> l'estetica antica. Semmai, anche laddove si è proposta la nozione di «rispecchia Esiste quindi, è vero, un ente imitato dalle immagini secondo le possibilità mento» come procedimento caratteristicodell'arte,siè insistito piuttosto, e pe o magari le leggi della rappresentazione visiva, ed evocato dal linguaggio verbale rentoriamente, sulla non-immediatezza di tale rispecchiamento, sul suo proporsi secondo le sue differenti possibilità di rappresentazione; ma è altrettanto vero come «forma specifica del rispecchiamento della realtà», e quindi sottospecie che tale ente, almeno a stare all'ultima citazione qui proposta dal Cratilo, non si degli universali rapporti che l'uomo intrattiene con la realtà, rispecchiandola identifica né col buono né con alcun'altra idea di cui le cose della realtà naturale [Lukács ig63], Si è, insomma, rivendicata tanto la specificità ed autonomia del costituiscano la copia. Soprattutto, almeno nel contesto del Cratilo, esso non si l'approccio artistico alla realtà (che non è piu, ovviamente, la realtà del platonico identifica neppure con il bello. Quanto viene imitato non sono certo le cose del mondo delle idee) quanto la peculiarità «antropomorfizzante» dei modi attra mondo visibile, ma le idee; non già cose, ma «cose dipinte». verso cui tale approccio si realizza. Che poi, nell'estetica lukácsiana, in cui ap Non si tratta, o non si tratta soltanto, di ripetere qui la vecchia obiezione per punto compaiono tali formulazioni, la nozione di «rispecchiamento antropomor cui proprio la modalità di rapporto tra mondo della realtà visibile e mondo delle fizzante» abbia anche alle spalle un background teorico ben diverso dall'arcaica idee sarebbe priva di un corrispettivo al livello delle idee, e quindi, nella teoria logica della visione che permane nell'estetica platonica, non è solo una verità platonica, di una realtà effettiva. Ciò che è interessante notare è come, dal di lapalissiana, ma anche una sorta di controprova di quanto abbia giocato l'origi scorso del Crati lo,finisca con l' emergere anche l'ammissione di una strutturazio nario privilegiamento della percezione visuale sia nella determinazione delle pre ne a livello già delle idee, e come i criteri strutturanti l'idea-modello, e ad essa rogative dell'oggetto bello o dell'idea di bello, sia nell'abbinamento, anzi nel interni, siano pertinenti, a tutti gli effetti, a quello che potrebbe viceversa sem l'identificazione, della possibilità di fondare una scienza dell'estetica e di fondare brare solo il complesso degli inerti mezzi materiali per la riproduzione passiva una scienza del bello. dell'ente «bello», ovvero, in altri termini, per la determinazione sensibile del E infatti, non a caso nelle pagine dell'Estetica di Lukács [r il63], la nozione l'idea del «bello». La stessa dizione di bello viene anzi, in questa prospettiva, di bellezza viene ricondotta ad un «caso speciale dell'estetica», e, precisamente, ampliamente superata e demistificata, mentre viene arricchita e complicata la ad una «forma peculiare di rispecchiamento e formazione estetica, possibile solo nozione di p,<li,qa<q. Soprattutto, comincia ora ad emergere — sia pure in manie sulla base di condizioni storico-sociali particolarmente favorevoli» (trad. it. ra embrionale e confusa — dal tessuto del testo platonico, come il permanere del p. 268 e passim). ricorso alla coppia concettuale bello /brutto, con le implicazioni gnoseologiche Grazie a quali passaggi teorici, e mediante quali modificazioni del concetto già viste, non valga a garantire e neppure a far intravvedere la possibilità del co di imitazione sia stato possibile preparare e talvolta quasi anticipare, nella storia stituirsi di una disciplina estetica. Perché quest'ultima possa proporsi come di delle dottrine estetiche, l'inquadramento lukácsiano della nozione di bello come sciplina autonoma, occorrerà uscire del tutto dal quadro della gnoseologia plato problema interno alla tematica estetica, e non già condizione del suo costituirsi, nica, e, sviluppando le intuizioni marginali sulla parola e l'immagine contenute si può vedere attraverso l'esposizione dell'articolo «Beau» [Diderot i75 rb,trad. nel Cratilo, e le loro conseguenze sulla nozione di p,<pq~r<q, pervenire ad una it. pp. 2I3-52] dell'Encyclopédie[x75i-63]. Scelta non casuale perché l'esposi chiarificazione del rapporto tra l'ambigua nozione di bello e quella di prodot zione di una voce enciclopedica permetterà di accertare anche la natura termi to artistico. nologica di molte delle difficoltà in cui è destinato ad imbattersi chi intenda In breve, occorrerà acquistare consapevolezza non solo dell'autonomia rela esplicitare il significato di una nozione il cui ambito di applicazione verbale non
  • 17. Bello/brutto Bello/brutto z45 si limita solo a variare nei differenti contesti, ma aspira anche ad assurgere, ap a procedere, insomma, attraverso una sorta di geniale parassitismo mentale, oc punto secondo il diverso ambito e grado di variabilità, ora a fattore fondamenta corre anche notare come allo sviluppo della saltellante meditazione diderotiana le per il costituirsi di una «esteticaa come approccio autonomo, ora a garanzia contribuiscano anche, felicemente, altre circostanze. della specificità ed omogeneità dell'oggetto dell'estetica. Innanzitutto, l'interesse immediatamente precedente, e forse quasi contem Ma, intanto, è necessario anche far vedere come, già all'interno dell'estetica poraneo alla stesura delle prime voci enciclopediche, che Diderot dimostra, nella antica, si sia presentata, attraverso la Poetica aristotelica, la possibilità di un al S Lettre sur les sourds et muets [ip5ia ], per problemi di ordine linguistico e gnoseo ternativa alle aporie della concezione platonica del bello; nonché, del resto, la logico ; in secondo luogo, il nascere di tale interesse in polemica con un autore, possibilità di uno sviluppo delle indicazioni embrionali, e quasi inconsapevoli, Batteux, che — sia pur continuando a distinguere nettamente la problematica contenute nei testi platonici sul valore teorico della tecnica e persino sulla diffe linguistica da quella estetica — ripete ed applica tuttavia, come si vedrà, in en renziazione tra la nozione di tecnica artigianale e tecnica artistica, tra una non trambi i campi lo stesso tipo di procedimento argomentativo. ben chiarita fruizione estetica ed una già piu razionalizzabile fruizione artistica. Se dunque Batteux diviene l'esplicito bersaglio polemico e il destinatario della Ad Aristotele si sono del resto rivolti, piu o meno opportunamente, anche nel Lettre sur les sourds et muets, in ragione della disputa sul problema linguistico contesto dell'estetica contemporanea, quasi tutti i tentativi di reagire all'aprio dell'inversione, d'altra parte nella stessa Lettre si scivola quasi senza soluzione rismo estetico, ovvero di sostituire una metodologia analitica all'impressionismo, di continuità verso una problematica sempre piu propriamente e dichiaratamen magari felicemente intuitivo, della critica letteraria ed artistica. Alla Poetica e te estetica, in quanto anche le arti vengono proposte come strumenti e modi di alla Retorica aristoteliche, e alla loro interpretazione rinascimentale, si è anche espressione al pari del linguaggio verbale, rapportate e continuamente messe a riferito, nell'ambito dell'estetica italiana piu recente, il tentativo di opporre alle confronto con l'attività linguistica propriamente detta, al fine di stabilirne il gra tesi dell'estetica idealistica (in particolare nella sua formulazione crociana) la do di relazione con il modello imitato. Batteux viene dunque chiamato in causa netta rivendicazione della presenza delle componenti razionali nella produzione proprio come autore del trattato Les beaux-arts réduits au memeprincipe [rp46] ; e nella fruizione del prodotto artistico. Ci si riferisce qui all'estetica del Della Ma se la motivazione fondamentale della critica a Batteux nell'Encyclopédiesi Volpe [xg6o] la cui critica delle estetiche romantiche ed idealistiche, in funzione esaurisce nell'osservazione della sua incapacità a definire quella stessa nozione di del valore conoscitivo da queste attribuito all'immagine a scapito del ruolo del bella natura che viene proposta, nelle Beaux-arts, come unico modello delle arti l'intelletto, è in realtà solo in minima parte assimilabile alla valutazione qui (tutte quindi ricondotte al solo principio dell'imitazione), nella Lettre sur les espressa del privilegiamento di un approccio visuale nella formazione e nel per sourds et muets la strada seguita è invece sensibilmente diversa e porta a diversi manere della nozione di bello nella storia dell'estetica. Proprio per rimaner fedeli e piu complessi risultati. a questa ipotesi, è necessario seguire ora gli sviluppi della nozione di bello nel Una prima differenza, immediatamente rilevabile, è quella per cui l'obiezione momento in cui la problematica estetica sembra esser vista come identica a quel a Batteux nell'Encyclopédieviene fondata soltanto, come si è detto, sulla manca la del bello, tanto da esigere, come già si accennava, l'esistenza di un articolo ta definizione dei criteri per l'accertamento della bellezza nella natura ; ci si muo «Beau»nell'Encyclopédie. Paradossalmente, infatti, la corrosione quasi definitiva ve perciò, di fatto, ancora nell'orbita di un'estetica che privilegia l'imitazione del concetto di bello, almeno in quanto connesso con un'impostazione normativa solo come modalità di rapporto, fondamentalmente speculare e passivo, tra l'arte (e, in ultima analisi, con una teoria referenzialistica del significato) coincide forse e la realtà (qui identificata con quella natura il cui concetto è del resto oscillante, con il momento della sua massima fortuna come concetto cardine della specula quanto il concetto di imitazione, lungo tutto l'arco dell'estetica sei-settecente zione estetica. Nel primo volume dell'Encyclopédie,quando si fa esplicita, e co sca) ; ci si muove ancora, insomma, nell'ambito di un'estetica che affida, ed anzi munque piu pressante, l'esigenza di una definizione analitica dei concetti che demanda ad una realtà-modello esteriore al prodotto artistico, la garanzia del compongono il quadro del sapere contemporaneo, l'analisi compiuta da Diderot funzionamento di questo come prodotto estetico. nell'articolo «Beau» finisce con il risolversi in una dissoluzione del concetto stes Notevolmente diverso è, invece, il complesso delle obiezioni rivolte a Batteux so o almeno dei significati con cui questo si è di volta in volta identificato im nella Lettre sur les sourds et muets, cosi come, d'altronde, diverso è il punto di ponendo criteri normativi per la produzione dell'opera d arte nonché per l ac 1) partenza dacui sisnoda laserie delle argomentazioni diDiderot, attraverso con certamento del suo realizzarsi. tinue digressioni — apparenti «scarti» nel ragionamento — che sembrano qui non In realtà, il superamento dell'impostazione essenzialistica e normativa legata tanto rispondere ad una abitudine e quasi a un «tic stilistico», quanto piuttosto all'esigenza di una definizione del bello, non avviene facilmente né senza con assolvere alla precisa funzione di porre a contatto i risultati, i problemi e le me traddizioni ed esitazioni : già lo stesso stile di pensiero di Diderot impedisce uno todologie di diversi ambiti disciplinari. svolgersi rigoroso e lineare delle argomentazioni e delle obiezioni. Ma se, d altra Estremamente significativo appare, nella Lettre, prima di tutto, come, delle parte, le abitudini stilistiche e mentali dell'autore lo portano ad appoggiarsi ad due tesi fondamentali sostenute dal Batteux — imitazione della «bella natura» e osservazioni anche marginali desunte, e quasi ritagliate, dai testi di altri autori, concezione delle arti come processi imitativi di identico tipo —, sia sostanzial