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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
FILOSOFIA FILOSOFIE
Giulio Giorello e Marco Mondadori — FILOSOFIA/FILOSOFIE pag.5
G aetano C a l a b r o — DATO pag.l l
Leszek K o l a k o wsk i — ET I C A p a g . 1 8
Krzyszstof Pomian — FILOSOFIA/FILOSOFIE pag.39
G aetano C a l a b r o — RAGIONE p ag.6 7
RAZIONALE/IRRAZIONALE p ag. 7 5
SOGGETTO/OGGETTO pag.84
Michel Tibon-Cornillot — UGUAGLIANZA pag.89
G aetano C a l a b r o — VALORI p a g . 1 0 9
VERO/FALSO p ag.1 1 4
VOLONTÁ p ag.1 2 1
Filosofia/filosofie IO6
I07 Filosofia /filosofie
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ragione 7 6 3 z 6 4 3 4 2
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razionale/irrazionale z 3 • 3 6 3 ' 4 3 6 3 4 6 3 4 4 44 5 4 3 7 3
soggetto/oggetto 6 z 4 • 6 8 4 7
473S
355
8 7 4 7 ' 3 • 8 4 5 6 8 63 4 5 3 4 39
uguaglianza 7 3 2
2 2
2 2 43 7 3 3 4 2
6 z
valori 5 3 6 s 6 6 • 6 6 3 8 z
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vero/falso 6 6 5 z 7 3
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razionale/irrazionale 3 2 2 2 5 2
ragione 3 4 5 3
uguaglianza etica
ambiguità allegoria
competenzs/esecuaione codice
Filosofia/filosofie fonetica immagine avanguardia
grammatica metafora
Filosofia/filosofieclassico
concetto analogia e metafora lessico segno critica
esistenza argomentazione lingua significato
essere interpretazione lingua/parola simbolo
filologia bego/brut/«è,;,
letteratura
fenomeno linguaggio creatlèitl'
maniera
sstratto/concreto forma inctl'lcs espreszione
dialettica idea poetica
scinwifics fantastico
alfabeto retorica
identità(di/ferenza proposizioneegiudizio sens%ignificato gusto
ascolto
mediazione traduzione imitazione
opposizione/conuaddizione universali/particolari
gesto immaginazione anthropos
lettura cultura/culture
qualità/quantità progetto
atti linguistici luogo comune etnocentrismi
totalità
riproduzion%iproducibiliià
dicibil%ndicibile orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura
. decisione
uno/molti enunciazione comunicazione parola fimione spazialità arti
distribuzione statistica presupposizione e allusione errore ritmo
gcncrl
giochi referente informazione scrittura artigianato
etica== narrazione/narrstività artista
induzione statistica voce stile acculturazione
attribuzione
probabilità ~sl & /Sl fi tema/motivo civiltà
rappresentazione statistica ragione antico/moderno oggetto
futuro
cstastrofi tesso
calendario produzione artistica
teoria/pratica razionale/irrazionale
ciclo
selvaggio/barbsr%ivilizzato
soggetto/oggetto decadenza
armonia
uguaglianza
evento escatologia colore
escrementi
caos/cosmo melodia
valori periodizzszione età mitiche disegno/progetta / fertilitàntmics/metncacurve e superfici infinito vero/falsa tempo/temporalità genesi abbigliamento msione
nascita educazione
scala
geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente canto sensi generazioni
invarisnte mondo alchimia progresso/reazione suon%umore corpo sessualità infanzia coltivazione
natura stoi'Ia tonale/atonale danza cultura materiale
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/'// «O os servazione
astrologia atlante vecchiaia morte
maschera amore industriarurale
cabala collezione vita/morte
deduzione/àt reale ekmenti fnods desiderio materiali
equivalenza unità
documento/monumento XIOS
dilferenziale
esoterico/essoterico
armi credenze ornamento
fossile prodotti
clinica
formalizzazione frontiera dialetto hteria
memoria
scena
funzioni angoscia/colpa
logica pulsione cura/normalizzazione
infinitesimale rovina/restauro guerra enigma
castrazione e complesso
possibilità(nectzsità y analisi/sintesi b imperi fiaba soma/psiche esclusion%ntegrazlone
fuocolocale/globale referema/verità f anticipazione funeiene nazione mostro csnnibs/isnm sonn%ogno censura farmaco/droga
homosistemi di riferimento ricorsività l ipotesi I identificazione e transfert
misura tattica/strategia popolare dèi
follia/delirio
stabilità/instabilità ( inconscio mano/manufatto
matematiche modello medicina/medicalizzszione
proverbi hvino tecnica
variazione alienazione
x metodo struttura tradizioni
nevrosi/psicosi
eroi
normale/anormale
centrat%centrato teoria/modello coscienza/autocoscienza dcuiilgogls piacere utensile
irdmszione
salute/malattia
combinatoria immaginazionesociale discrimiusanne sintomo/diagnosi
wsgla
grafo pace rxytéèions demoni alimentazioneapplicazioni mCssis
labinnto serv%ignore
cstm/jelfgtbilità
IÈtrorc divinazionc agonismo
assioma/postulato =.'Mlènnio casta animale
uomorete tolleranza/hitoffèiiàlxs
"'t«', '. chièrico/laico mit%ito cerimoniale
continuo/discreto donna cucina
causa/elfetto t. 'q chieáa '
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'persona festaUtoPIS tdrtura mythos/legna domesticamentodipendenzs/indipendenza abaco certezza/dubbio '',à«fifavolo . puro/impuro feticcio endogamis/esogamla
violenza
divisibilità
origini famealgoritmo coerenza Crepia zèlàgiono glOCO famiglia
dualità approssimazione , ,',„,tbertino sogno/vidone lutto incesto vegetale
insieme calcolo
categorie/cstàgorizzazione
deterndnato/indeterminato i5 hbro Stl'egoncria ..
regalità maschile/femminile
razionai%lgebric%rascendente numero ",PCCCsto rito matrimonio
simmetria zero
ernpiris/esperienza coppiefilosofiche
sacro/profano parentela
caccia/raccolta
strutture matematiche
esperimento disciplina/discipline santità borghesi/borghesis totem
'1 burocrszis dono
trasformazioni naturali/ categorie encidopedia economia
libertà/necessità
innovszion%coperta
uomo/donna
clami eccedenteformazione economico-sociale
metafisica
controll%etroszione '/) f contadini lavoro pastorizia
natural%rtificialeenergia nso/dissenso ideologia modo di produzione
pnmltlvo
analogico/digitate equilibri%quilibrio operstività rappresentazibpe ii'èlcntoriis/dittatura masse proprietà
remprocità/ndistribumone
auioma interazione paradigma ricerca .'intellettuali proletariato riproduzione
previsione epossibilitàintelligenza artificiale ordine/disordine i li bertit rivoluzione transizione
riduzione abbondanza/scarsità
macchina organizzazione Inaggioranzs/minoranza
ripetisione bisogno
programma semplic%omplesso partiti
scienza, consumo
simulazione sistema ap prendimento politica
amministraaione accumulazione lnlposla
strumento
spiegazione
soglia ve comunità capitale lusso
vincolo
nficabilità/faleficabibtà +~ cervello autoregolazione/cquihbrazloneh
comportamcnro . —;. ~àognixione I
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duzione/deduzione hsuetudine costlttlzronc distribuzione pesi c misure
controllo socia/z,-== mnato/acquisito , I élite
diritto democrazia/dittalnra fabbrica produzione/distribuxiono
astronomia gergo
emozione/motivaziohè : giustizia gestione ricchezza
cosmologie grappe'
atomo emolecola mente = ..: operazioni ,,' « ;istituzioni marginslità imperialismo scambio
gravitazione pánsabilità impresa spreco
luce
conservszion%nvarianzs opinione
entro iab quozienteintellettuale potdéd/aattomtà mercato
materia
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merce
spazio-tempo atmosfera
fisica y pubbgmq/privam propaganda
moneta
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forza/campo i ruo1%tatusadattamento x difierenziamento abitazione
socializzazione pianificazione
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sole Polimorfismo j integrazione città salario
universo
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clima
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X mvecchiamento utilitàI
relatività / organismo ecumene valore/plusvalore
insediamento
reversibilità/irreversibilità /
regolsrione agricoltura
catàiisi, .-' f sviluppo e morfogenesi migrazione città/campagna
macromolzbdfzz«l'/ paesaggio colonie
I metabelagk l popolazione commercio
I omcosqtxt .
> regione industria
<organico/inorgankm=.. q eredità risorse spazio economico
osmosi gene suolo svii ppo/soàosviluppo
vl ns &g
genotipo/fenotipo terra
razza terntono
san ue villaggio
z45 Filosofia/fiilosofie
Filosofia/filosofie Essenzialmente questo è la Critica della ragion pura (Kritilt der reinen Ver
Dato, Etica, Filosofia/filosofie, Ragione,
nunft, ip8p~).Essa, e gran parte delle filosofie successive, muovono precisamente
Razionale/irrazionale, Soggetto/oggetto, Uguaglianza, dal paradosso dei cervelli in una provetta. Questo percorso viene in superficie
Valori, Vero/falso, Volontà con estrema chiarezza nelle rifiessioni kantiane: il concetto di oggetto del reali
smo metafisico come qualcosa che rimane esterno ed estraneo al soggetto è in
compatibile con la pretesa che la nostra conoscenza sia «oggettiva», come mo
stra il paradosso dei cervelli in una provetta. Il realismo metafisico presuppone
i. Cer velli in una provetta. per l'appunto ciò su cui verte la «questione trascendentale» kantiana: esso as
sume un mondo sussistente per sé che deve essere ricondotto in qualche modo
In realtà, non stiamo scrivendo questo testo +Filosofia/filosofie+. Ci sembra. alla mente autocosciente concepita come essenza sostanziale e autosufficiente.
Tutto ciò che vi è sono due cervelli che galleggiano in una provetta piena di un Com'è possibile allora che l'essere, le qualità delle cose, l'estensione e il
liquido nutritivo e i cui terminali nervosi sono collegati a un Calcolatore. Il Cal movimento si trasformino in rappresentazione, trapassino nel pensiero e si ri
colatore invia ai nostri cervelli esattamente la stessa configurazione di stimoli specchino in questo? Il realismo metafisico risponde a questa domanda sempli
che avremmo se davverostessimo scrivendo Filosofia/filosofie. E se tutti noi es cemente postulando un «meccanismo» profondo che armonizza i termini della
seri umani fossimo cervelli in una provetta e case, cavalli e belle donne fosse coppia +soggetto/oggetto+, L'«armonia prestabilita» di Leibniz era in questo
ro anch' essi solo configurazioni di stimoli inviati dal Calcolatore? Se tutto ciò senso esemplare. Ma, come afferma Kant, «quando si tratta di determinare l'ori
che crediamo vi sia fosse una semplice illusione? Naturalmente, oltre ai cervelli gine e la validità delle nostre conoscenze, è la cosa piu inadatta che si possa sce
in una provetta e al Calcolatore, potrebbero esservi altri tipi di oggetti che ci gliere».
eludono sistematicamente. L'arredamento del Mondo sarebbe allora costituito La «rivoluzione copernicana» di Kant consiste precisamente in questo : nel
da questi strani tipi di oggetti, dai cervelli nella provetta e dal Calcolatore. Tut lo spostare all'interno della mente il criterio stesso della realtà. Si tratta per Kant
ta la nostra esperienza, ogni possibile+ dato+ sarebbe solo «sofisticheria e ingan d'individuare nell'ambito della conoscenza quelle sintesi e quelle forme di con
no». È questo il problema di Descartes che riorienta interamente lo spazio della nessione a cui la rappresentazione deve la sua oggettività. Non importa qui la
filosofia:la filosofia moderna decolla assumendo come problema fondamentale, specifica soluzione kantiana alla questione, quanto la sua struttura generale.
come problema cioè dalla cui soluzione dipende quella di tutti gli altri, il pro Contro il realismo metafisico l'idealismo kantiano rifiuta la tesi di fondo per cui
blema dellaconoscenza. la struttura del mondo è completamente determinata indipendentemente dal
La filosofia moderna inizia infatti con la supposizione che, per dirla appunto l'attività della mente. L'oggettività della conoscenza non può dipendere dal ri
con Descartes, «vi sia, non già un vero Dio, che è fonte sovrana di verità, ma un specchiamento di una realtà non concettualizzata e quindi a noi inaccessibile,
certo cattivo genio, non meno astuto e ingannatore che possente, che abbia im bensi dalla sua conformità a regole generali, a leggi universali.
piegato tutta la sua industria ad ingannarmi. Io penserò che il cielo, l'aria, la
terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le cose esterne che vediamo non siano
che illusioni e inganni di cui egli si serve per sorprendere la mia credulità. Con z. I n ei della signora Bloom.
sidererò me stessocome privo affattodi mani, diocchi, di carne, di sangue, co
me non avente alcun senso, pur credendo falsamente di avere tutte queste cose». Come altre controversie filosofiche, anche questa sulla oggettività della co
Ma allora, come è possibile la conoscenza? Questa domanda esemplifica uno noscenza, sulla relazione tra mente e mondo, o tra soggetto e oggetto, sembra
degli schemi piu comuni di problema filosofico. Nell'impresa scientifica lo sche totalmente estranea alle preoccupazioni dello scienziato. Ma, se solo si ammet
ma abituale è 'Perché è vero che p?' ove p è un asserto arbitrario ; nella rifiessio te che la deduzione svolga un ruolo essenziale almeno nelle scienze mature, al
ne filosofica, invece, lo schema è piuttosto 'Come è possibile che p?' (Tra l'al lora soluzioni differenti al problema mente/mondo fanno una differenzapro
tro, questa diversa aggregazione per schemi dei problemi filosofici e di quelli fonda rispetto alla stessa pratica scientifica. In questa controversia è infatti in
scientifici non esclude interrelazioni: nella domanda filosofica 'Come è possi gioco la nozione stessa di verità. Se si rifiuta, come fanno gli idealisti, la tesi di
bile che p?' p può essere un asserto scientifico; si ricordi ancora Kant: come è fondo del realismo inetafisico, cade la possibilità stessa di una nozione di veri
possibile la matematica pura> come è possibile la fisica di Newton?) Sono dati tà come corrispondenza a una realtà non concettualizzata e la verità diventa ne
certi argomenti «plausibili » che sembrano escluderela possibilità stessa che qual cessariamente una qualche versione delI'«asseribilità garantita». L'opposizione
che assertoritenuto vero, «ovvio», sia davvero vero! In sostanza, ci sitrova di +vero/falso+ cessa allora di essere regolata dal «principio di bivalenza», dal prin
fronte a una tensioneentro il nostro stesso apparato concettuale, tensione il cui cipio cioè secondo cui ogni proposizione è determinatamente vera o falsa. Ma
esito è una spiegazione filosofica. questo implica che intere classi di deduzioni classicamente valide debbono es
Sistematica locale z46 z47 Filosofia/filosofie
sere rifiutate, come pure qualunque conclusione lo scienziato abbia «stabilito» «verificato» dal metodo scientifico ; dunque, tali asserti sono semplici «espres
a loro mezzo. Questa conseguenza fu indicata in modo esplicito da Brouwer sioni di emozioni». Curiosamente, questa concezione dell'+etica+ fu proposta e
all'inizio del nostro secolo. Non basta. La soluzione idealistica non sconvolge difesa proprio da quei neopositivisti la cui concezione «verificazionista» del si
solo la logica, ma le stesse matematiche, nella misura in cui implica una critica gnificato costituiva un passo decisivo nella direzione dell'idealismo e un impli
radicale ai modi classici di formazione dei concetti. Qui cade in primo luogo il cito abbandono del realismo metafisico. Il Carnap della Costruzione logica del
concetto classico di continuo e si configura una nuova analisi «incommensura mondo (Der logische Aufbau der Welt, i9z8) e degli anni immediatamente suc
bile» con quella classica: non solo alcuni teoremi classici debbono essere rifiu cessivi avrebbe certo rifiutato questa caratterizzazione: egli sostenne infatti
tati, ma risultano dimostrabili teoremi che contraddiconoteoremi classici. Né esplicitamente che il punto di vista del Circolo di Vienna era neutrale rispetto a
questa è una semplice ricostruzione razionale retrospettiva. Questa rete di rela queste due grandi opzioni «metafisiche». Gli sfuggiva tuttavia che la concezione
zioni tra soluzioni alternative alla controversia filosofica +soggetto/oggetto+ da verificazionista del significato è incompatibile con il principio di bivalenza, e
un lato e modi diversi d'impostare la ricerca scientifica dall'altro era percepita da dunque con il realismo metafisico inteso come la dottrina per cui i nostri as
gli stessi scienziati del tempo. In un simposio ad Amburgo nel i9zz, Hilbert si serti intorno al mondo sono determinatamente veri o falsi indipendentemente
scagliava contro «le false vie» con cui Brouwer e il suo «mastino» Weyl tenta dalla possibilità di una qualunque mente di riconoscerli come tali. Dummett
vano di risolvere la «crisi dei fondamenti» in nome dell'« integrità» della mate (in Truth and Other Enigmas,I978) ha anzi suggerito che un modo piu fecondo
matica classica, Per Hilbert il programma «idealistico» (e Brouwer riconosceva di affrontare la controversia realismo metafisico / idealismo consiste nel vederla
esplicitamente il proprio debito filosofico nei confronti di Kant )semplicemente non come una controversia sulle relazioni tra soggetto e oggetto, o mente e mon
«dissipava i nostri piu ricchi tesori ». Non si trattava però solo di questo : si trat do, bensl come una controversia circa il modo in cui viene assegnato un signi
tava piuttosto di uno schema concettuale alternativo che dava «nuovi tesori». ficato agli enunciati del nostro linguaggio, e cioè nell'ambito della teoria del
Differenti intuizioni profonde sottostanno a realismo metafisico e idealismo. significato. Da questo punto di vista, la teoria del significato piu promettente,
Il realista «vede» il mondo come un «romanzo» scritto da Dio, un romanzo at una qualche versione di quella proposta da Wittgenstein nelle Ricerchefilosofi
tualmente infinito. Perciò, ogni questione ha in esso obiettivamente una rispo che (Philosophische Untersuchungen,i94I-49 ), essendo incompatibile con il prin
sta, la conosciamo o meno noi esseri umani finiti: per ogni enunciato, o esso o cipio di bivalenza, implicherebbe indirettamente la falsità della tesi centrale del
la sua negazione saranno implicati dal romanzo. Ne segue immediatamente che realismo metafisico, e cioè che esista un mondo completamente determinato in
la nozione di verità deve soddisfare il principio di bivalenza. Anche l'idealista dipendentemente dall'attività della mente, o delle menti.
«vede» il mondo come un «romanzo», ma come un romanzo non scritto da Dio Comunque si affronti il problema, la sostituzione della concezione classica
ma che la mente (Kant) o le menti (Peirce, Putnam) stanno scrivendo. Perciò, della verità come corrispondenza ai fatti con una nozione di verità basata su
in ogni dato istante di tempo solo una parte della storia sarà completata. In tal una qualche versione della nozione di «asseribilità garantita» sposta significati
caso, non necessariamente ogni questione ammette una risposta e il principio vamente il confine tra razionale e irrazionale. Se infatti la nostra nozione di ve
di bivalenza cade. È come se Joyce stesse scrivendo Ulysses equalcuno chiedes rità, la nozione cioè che «regola» la crescita stessa della conoscenza scientifica,
se: Molly Bloom ha un neo sulla natica sinistra? A questa domanda non neces-. è essenzialmente « immersa» nei criteri che di fatto governano la comunità scien
sariamente vi sarà una risposta. Tuttavia, l'idealista suppone che ogni romanzo tifica nell'accettazione e nel rifiuto delle teorie via via proposte, ne segue che i
possa essere continuato indefinitamente. Perciò nulla vieta a priori che vi sarà +valori+ sono essi stessi costitutivi dei « fatti». Da questo punto di vista infatti
una risposta cosi come nulla lo garantisce a priori. la crescita della conoscenza non si riduce a un sempre migliore adeguamento
delle nostre rappresentazioni soggettive ad un mondo dato indipendentemente
da esse, ma si articola in una successione di rappresentazioni che, in quanto
3. Ideali di fioritura umana totale. possiedono certe «virtu», contribuiscono via via a costituire il mondo. Peirce
amava ripetere che «l'opinione che è destinata ad essere accettata alla fine da
L'abbandono della nozione «classica» di verità come corrispondenza ai fatti tutti coloro che praticano la ricerca è ciò che intendiamo per verità... Perciò, la
non sconvolge solo la dicotomia +vero/falso+, ma obbliga a ripensare, come con realtà è dipendente da ciò che alla fine penseremo di essa». Ma dato che «ciò che
seguenza, un'altra ben radicata dicotomia, quella+razionale/irrazionale+. Finché illa fine penseremo di essa» dipende essenzialmente dalle scelte tra le rappre
sopravvive un mondo di fatti indipendenti dalla mente, o dalle menti, risulta s«ntazioni alternative da noi stessi costruite che operiamo ad ogni stadio finito
plausibile identificare il dominio del razionale con il discorso scientifico, inteso della ricerca e dato che queste scelte sono regolate da valori, la realtà stessa fi
come un tipo di discorso la cui regola dominante è l'accordo con i «fatti». I nisce necessariamente per dipendere dai valori. Quali sono questi valori? Uno
+valori+ vengono in tal modo respinti nel dominio dell'irrazionale. Non facendo di essi è senza dubbio la convergenza. Come notava Peirce, «tutti quelli che
parte dell'«arredamento del mondo», nessun asserto intorno ai valori può essere lu;iticano la ricerca sono animati da una vivace speranza, che i processi della
Sistematica locale z48 z49 Filosofia /filosofie
ricerca, se solo vengono spinti sufficientemente avanti, daranno una soluzione l'evento i manuali ricostruiscono d'abitudine il passato di una data disciplina:
certa a ciascun problema cui vengono applicati... Essi possono inizialmente ot la relatività degli standard di metodo, la varianza di significato dei termini du
tenere diversi risultati, ma come ciascuno migliora i suoi metodi, si scopre che rante la transizione, il disporre di un complesso di +dati+ non neutri, ma «ca
i loro risultati convergono stabilmente verso un unico risultato». Non si tratta richi di teoria» mostrano a loro volta come la «costituzione del reale» che si pro
tuttavia di una semplice «speranza» ; si tratta piuttosto della determinazione da duce con la crescita della conoscenza scientifica sia qualcosa di piu del semplice
parte dei ricercatori a costruire le teorie successive in modo che non si limitino a formarsi di una «verità per consenso»: la «disparità concettuale» (Frank), l'in
«salvare» le predizioni vere di quelle precedenti, ma inoltre «salvino» le stesse commensurabilità delle teorie rivali (Feyerabend), i «modi conflittuali di vedere
leggi di queste ultime, le includano cioè come casi limite, e dunque a scegliere il mondo» (Ajdukiewicz), ecc. rivelano una piu complessa dinamica di consenso/
fra teorie alternative una di quelle che soddisfano tale condizione di «conver dissenso entro la stessa impresa scientifica.
genza». Proprio l'enfasi sulla convergenza chiude il ribaltamento che si era ini D'altra parte nulla a priori garantisce che «quelli che praticano la ricerca»
ziato coli'ammissione che le nostre rappresentazioni costituiscanoil mondo. La riescano in ogni caso particolare a soddisfare una condizione come quella di con
domanda di base non è infatti piu quella tradizionale 'Qual è (se ve ne è mai vergenza. Un insuccesso potrebbe dipendere da una mancanza di creatività o di
uno) il posto dei valori in un mondo di fatti (indipendente dall'attività della fortuna, oppure anche dal fatto che ogni teoria che soddisfa questa condizione
mente o delle menti ) >' ma piuttosto 'Qual è il posto dei fatti in un mondo di violi altri valori accettati. Per esempio: l'obiettivo di conservare quanto piu è
valori >' La convergenza restituisce, in senso non banale, il e mondo dei fatti »: possibile i «meccanismi» di una teoria precedente (ovvero mostrare che tali mec
non come premessa di modellizzazioni e teorizzazioni che riflettono il reale, ma canismi sono «casi limite» di nuovi meccanismi) è spesso il modo piu difficile
come esito di un processo di costituzione del reale stesso. Infine la stessa dicoto per ottenere una teoria che conservi le vecchie predizioni osservative, qualora
mia fatti /teorie che attraversa tutto l'empirismo moderno può trovare in questo siano state corrette, e incorpori al contempo nuovi dati osservativi. Il persegui
quadro concettuale una riqualificazione di tipo realistico,senza però compro mento di un valore può trovare un vincolo nell'accettazione di altri valori.
mettersi coi «meccanismi profondi» invocati dal tradizionale realismo metafi Di piu: non si tratterà necessariamente solo di valori «interni» alla ricerca,
sico. È il punto di vista che qualcuno (Boyd, Putnam) ha chiamato «realismo come appunto la convergenza, o la semplicità, o la coerenza, o il potere predit
scientifico» non ritenendolo necessariamente in conflitto con la prospettiva idea tivo ed esplicativo, e cosi via. La ricerca scientifica è immersa in una rete di
listica abbozzata nei due paragrafi precedenti. Qui svolge un ruolo essenziale la istituzioni che sono parte della società umana nel suo complesso : dalle scelte di
nozione di verità approssimata. Infatti il realismo «scientifico», come ipotesi quest'ultima dipende la loro stessa sopravvivenza. Essa perciò dovrà fare i conti
empirica globale, si articola su due principi: i ) tipicamente i termini di una con gli ideali di «fioritura umana totale» (e cioè non solo conoscitiva) in essa in
scienza matura hanno un riferimento ; z) tipicamente le leggi di una teoria ap conflitto.
partenente a una scienza matura sono approssimativamente vere. Gli scienziati Un solo esempio. Difficilmente una spiegazione del superamento dello sche
agirebbero come agiscono perchécredono a i) e z) e la loro strategia funziona ma scientifico aristotelico da parte di quello galileiano-newtoniano in termini di
perché i ) e z) sono veri. Se questa tesi(dovuta soprattutto a Boyd) è corretta, le criteri « interni » può essere completamente soddisfacente, Ikoyré, Burtt, Popper
nozioni di verità e di riferimento consentono una spiegazione di tipo causale e molti altri hanno naturalmente sottolineato il ruolo di concezioni metafisiche
nellateoria della conoscenza: come è statoosservato da Putnam, i) e z) fungono generali in questa rivoluzione. Lakatos le ha addirittura considerate parti inte
da premesse in una spiegazione del comportamento degli scienziati (per esem granti della struttura di un «programma di ricerca scientifica». Questo non è
pio nella fisica e in quelle altre discipline ove euristicamente è tipicamente al ancora sufficiente. Di volta in volta infatti tali concezioni metafisiche generali
l'opera qualche sorta di «principio di corrispondenza»: si pensi all'esemplare sono state viste semplicemente come schemi che determinano l'ontologia di
proposto da Bohr per la transizione dalla teoria classica a quella quantistica) e base dell'universo, o come gli standard per una spiegazione scientifica soddi
del successo della scienza utilizzando essenzialmente concetti della semantica sfacente, oppure ancora come ricette euristiche. La nozione di ideale di fioritu
referenziale. ra umana totale è piu forte: essa include anche una determinazione del valore
La condizione di convergenza non esclude però la possibilità di rivoluzioni dell'uomo e degli scopi di quella forma di cooperazione di base che sono le so
scientifiche ; le rende semplicemente piu interessanti. Il trapasso da uno schema cietà umane. Il conflitto tra diversi ideali di questo tipo ha certamente svolto
concettuale a uno «incommensurabile», che (come, con differenti motivazioni, un ruolo importante nel superamento dello schema aristotelico con quello
hanno di recente sottolineato Kuhn e Feyerabend, riprendendo una tematica galileiano-n ewtoniano.
già affrontata dai convenzionalisti dell'inizio del secolo — Poincaré, Duhem, Le In tal caso la stessa distinzione interno /esterno slitta: nelle scelte di «quelli
Roy — e riemersa negli anni 'go nello stesso ambito neopositivista — con Ajdu che praticano la ricerca» entrano infatti non solo i tradizionali criteri «interni »,
kiewicz e Philipp Frank soprattutto ) segna il momento piu alto di una «rivolu sia pure estesi fino ad includere concezioni metafisiche generali, ma anche « ideali
zione scientifica», non avviene nella maniera «pacifica e lineare» con cui dopo di fioritura umana totale». La +ragione+, persino nel senso stretto di ragione
Sistematica locale 250 25I Filosofia /filosofie
scientifica, non si riduce perciò a una «scatola nera», a un semplice meccanismo circostanze non si starebbe molto meglio poiché allora le nostre azioni, pur non
computazionale di progettazione di mezzi migliori per realizzare fini dati, ma essendo piu determinate dalla «necessità», dipenderebbero dal «caso». Putnam
di fatto include metodi che consentono di discutere intorno agli stessi fini e ha ragione quando afferma che questa obiezione sposta la questione: la posta in
dunque di operare scelte razionali intorno ad essi. gioco non era infatti quella della responsabilità morale ma solo quella della li
bertà del volere.
Conviene interrompere questa discussione poiché le obiezioni alla libertà del
I894. volere basate sulla fisica sono sempre meno in voga (non perché siano poco in
teressanti, ma soprattutto perché i filosofi conoscono sempre meno la fisica).
Questa però è una corsa ad ostacoli. Superato (ma è proprio cosi>) il primo, Attualmente, sono piu di moda le obiezioni del tipo r984. Questa volta non è
quello dei cervelli in provetta, con il matrimonio tra conoscenza ed +etica+, si Newton con il suo meccanicismo, ma sono Marx, Freud e, piu recentemente,
profila subito un altro ostacolo, non meno onorato dalla tradizione filosofica. Wilson, a minare la libertà del volere con i loro « falsa coscienza», «inconscio»,
Se la conoscenza implica scelte (in parte di tipo etico), scelta implica libertà del «istinto». Tale libertà sarebbe in realtà un'illusione poiché le nostre scelte sa
la +volontà+. Ma vi sono molti argomenti contro la possibilità stessa che la vo rebbero determinate, oltre ogni possibilità di controllo razionale, da interessi
lontà sia libera, Vi sono in primo luogo gli argomenti basati sulla fisica. Ogni es di classe, pulsioni inconsce, strutture biologiche. L'ipotesi di «soggetti liberi di
sere umano è ovviamente anche un sistema fisico. Il suo comportamento, come scegliere» si ridurrebbe a una semplice mistificazione che liquida intere gene
quello di ogni altro sistema del genere, è perciò governato (anche) da leggi fi razioni di sociologi, psicologi e biologi. Sarebbe parte di un «paesaggio imma
siche. Ma le leggi che governano i sistemi fisici soddisfano due postulati, qui ginario» totalmente estraneo al paesaggio reale delle «amministrazioni totali»
riportati nella formulazione di Accardi e Dohrn: — non utopie negative del tipo r984, ma pienamente realizzate nel 'capitalismo
i) Per ogni sistema fisico esiste un complesso B di grandezze osservabili maturo — oppure ancora al nostro «paesaggio genetico». Questa descrizione
tra loro indipendenti e tali che il valore assunto da ogni altra grandezza semplifica e aggrega posizioni molto diverse tra loro. Esse condividono però lo
riguardante il sistema in un dato istante è esprimibile come funzione dei stesso atteggiamento di fondo : tale ipotesi sarebbe cosi sistematicamente violata,
valori assunti dalle grandezze di B in quell'istante. se per «soggetti» s'intendono i soggetti reali e non qualche loro surrogato filo
z) Conoscendo i valori delle grandezze dell'insieme B a un dato istante, è sofico, da risultare totalmente vuota.
possibile determinare i loro valori in ogni istante futuro (e quindi a causa Vi è tuttavia almeno una interpretazione di quest'ipotesi che la rende mi
della condizione i, anche i valori futuri di una qualsiasi altra grandezza). gliore della sua negazione. Sotto tale interpretazione, la sua giustificazione sta
essenzialmente nella capacità dei soggetti reali di classificare le azioni umane co
La seconda condizione èuna formulazione in prosa della famosa metafora me risultato di una libera scelta oppure come determinate da cause(di vario
di Laplace:un demone che conoscesse posizioni e momenti di ciascuna parti tipo) indipendenti dalla loro volontà, anzi nella capacità di graduare una qual
cella dell'universo in un dato istante di tempo potrebbe prevedere con certezza siasi azione tra questi due estremi. Le stesse attribuzioni di merito e di respon
tutta la sua storia futura. Si tratta del postulato del determinismo. Conclusione: sabilità, ai vari livelli, etico e giuridico, sono basate proprio su questa capacità.
la necessità fisica escludela libertà della volontà. Obiezione (ovvia) : i due postu Si tratta naturalmente di una capacità pratica, certamente non formalizzahile,
lati precedenti caratterizzano la fisica classica,la concezione meccanicistica del per cui non c'è alcun algoritmo, ma nondimeno perfettamente reale. Dopo tutto,
mondo; proprio il loro abbandono segna la svolta dalla fisica classica alla mec come ha notato Putnam, su capacità pratiche di questo tipo si basa la possibilità
canica quantistica. La nuova fisica, quella basata sul principio d'indetermina stessa non solo dell'applicazione di una teoria fisica al mondo reale, ma anche
zione di Heisenberg, è,per ilsuo carattere essenzialmente statistico, perfetta della sua stessa costruzione. Non basta. Tale capacità è sensibile ad argomenti.
mente compatibile con la libertà della volontà. Risposta: gli esseri umani sono È di nuovo semplicemente un fatto che, dopo una riflessione o una discussione
sistemi fisici macroscopici. Ma le deviazioni della meccanica quantistica dalla sufficientemente prolungate, siano disposti a spostare una data azione da una
meccanica classica cominciano ad essere rilevanti quando, e solo quando, le classe all'altra. Sotto questa interpretazione, l'ipotesi di «soggetti liberi di sce
masse coinvolte sono piccole rispetto alla costante di Planck, e cioè per sisteini gliere» non solo non è incompatibile con dati sociologici, psicologici o biologici,
microscopici. Dunque, l'incompatibilità tra necessità fisica e libertà della volontà ma ha un contenuto solo alla luce di essi: infatti, la nozione stessa di azione che
sopravvive anche alla rivoluzione quantistica. Meglio interrompere qui questa risulta da una libera scelta conserva un significato proprio sullo sfondo di azioni
successione di obiezioni e risposte, segnalando solo che l'ultima risposta non è che tali non sono.
soddisfacente, come ha mostrato Anscombe in suo recente saggio. Bene: si as Infine, l'ipotesi in questione, ma non la sua negazione, è coerente con quello
sume che tra i molti frutti della rivoluzione quantistica vi sia anche la possibilità stesso ideale di fioritura umana totale che almeno alcuni dei suoi critici sem
della libertà della volontà e si accantona l'ulteriore obiezione che anche in queste brano sostenere: nessunprogetto di liberazione (comunque lo si voglia riempire)
Sistematicalocale z53 Filosofia/filosofie
risulta possibile senza di essa, a meno di cadere nel paradosso della sociologia servare il suo essere, in tanto è impotente», come dice Spinoza nell'Ethica [IV,
della conoscenza, a meno di assumere cioè l'esistenza di élite miracolosamente zo]. Il fascino de!l'approccio noto come «utilitarismo morale» sta forse proprio
capaci di sfuggire a ogni condizionamento e d'indicare la via ai comuni esseri nella promessa di una costituzione dei +valori+ muovendo dal principio della
umani. massimizzazione dell'utilità attesa da parte di soggetti razionali. Questo approc
cio (ma non solo esso) presuppone, come già osservava piu di un secolo fa John
Stuart Mill, che ciascuno sia «l'unico autentico guardiano della propria salute
Come doreremmo vivere' sia fisica sia mentale e spirituale». L'asserto milliano dunque contiene in nuce
il cosiddetto principio della sovranità del consumatore, assai discusso nel con
Si è cominciato con il modo in cui due filosofie particolarmente influenti, testo dell'«economia del benessere»: gli interessi di ciascun individuo devono
realismo metafisico e idealismo, affrontano uno dei problemi centrali della fi essere definiti fondamentalmente nei termini delle sue proprie preferenze per
losofia, quello della natura della verità. Si è visto che la riorganizzazione dello sonali e non nei termini di ciò che qualcun altro pensa sia «bene per lui».
spazio +vero/falso+ difesa dall'idealismo ha conseguenze profonde sia sulla di Già si è visto — nel paragrafo precedente — come approcci del genere pre
cotomia +soggetto/oggetto+ sia su quella +raziona!%rrazionale+ e piu in par sentino alcuni vantaggi su posizioni che slittano in forme di élitismo. Né le piu
ticolare sul ruolo dei +valori+ nell'ambito di quel dominio a cui il realismo me o meno recenti spiegazioni delle motivazioni della «scelta morale» in termini di
tafisico tende a restringere la razionalità, il dominio della conoscenza scientifica istinto o di condizionamento sembrano segnare una svolta nella riflessione sul
in senso stretto. Anche la nozione di+dato+ muta su questo sfondo. Storicamen l'+etica+. Si supponga che, ad esempio, l'etica possa venir basata su istinti al
te, il realismo metafisico ha assunto essenzialmente due forme: riduzionistica truistici e gregari che a loro volta sono il prodotto della selezione naturale: si
e non-riduzionistica. Tuttavia, in entrambe gli è essenziale!'assunzione di un può allora obiettare che, quale che sia l'origine di tali impulsi, non basta subirli
insieme di dati esterni e indipendenti dall'attività conoscitiva del soggetto. Que per essere etici. Non esiste un istinto che non produca conseguenze indeside
sta nozione di dato scompare nell'idealismo: per l'idealismo l'unico dato di cui rabili sotto date circostanze : è stato osservato che in nome dell'altruismo si pos
si disponga è la nostra conoscenza totale. Ma questa conoscenza totale, per la sono giustificare, per esempio, cannibalismo (piu cibo per i giovani ) e tortura
sua stessa natura, è intessuta in modo inestricabile sia di « fatti» sia di valori. La (piu sicurezza per la collettività). Questi impulsi istintivi — ammesso che qui
stessa+ragione+ scientifica deve allora riconoscere alproprio interno, come co vada cercata la motivazione al comportamento morale — andranno dunque strut
stitutiva del suo tentativo di comprensione del mondo, una componente di tipo turati con regole e lo stesso vaglio dell'utilità di una regola avverrà mediante ra
etico: ideali di fioritura umana totale. Questa componente sarebbe però vuota gionamenti plausibili, soggettivi e spesso controversi, in questo non dissimili da
se non valesse l'ipotesi di «soggetti liberi di scegliere». È questo il p roblema quelli in cui si dispiegano, come si è visto, critica e crescita della conoscenza
della libertà della +volontà+ in un mondo dominato dalla necessità, forse non entro l'impresa scientifica.
piu quella del meccanicismo classico, ma quella connessa al funzionamento di Nella formazione di «funzioni morali» che aggreghino «funzioni di utilità
una varietà di meccanicismi sociali, psicologici e biologici. L'ipotesi in questione individuali», assumendo particolari vincoli si può definire un particolare ideale
si è tuttavia rivelata compatibile, in almeno una sua interpretazione, con questi di fioritura umana. Per esempio, ogni individuo deve avere un uguale diritto al
dati. sistema totale massimo di uguali libertà fondamentali compatibile con un simile
Essa non ha però solo un ruolo negativo: si è rivelata un potente strumento sistema di libertà di tutti e si ammette una restrizione della libertà solo a van
per riflettere razionalmente sulla nozione di ideale di fioritura umana totale. taggio della libertà stessa. È questo un esito cui arrivano anche altri approcci, da
Infatti un modo fecondo per affrontare una delle questioni di fondo dell'+etica+, motivazioni diflerenti (per esempio il contrattualismo di John Rawls). È co
'Come dovremmo vivere>', consiste nell'immaginare una comunità di soggetti munque un ideale in cui l'+uguaglianza+ risulta un valore subordinato rispetto
liberi di scegliere e nel chiedersi quale ideale di fioritura umana totale essi sce a quello della libertà. Si tratta, ancora una volta, di un punto nodale nella trama
glierebbero sotto opportuni vincoli. costituita dalla pluralità delle filosofie: su questo conflitto tra libertà e ugua
In una influente tradizione (che unifica approcci differentemente motivati; glianza — che sono nozioni ampiamente «ramificate» di un processo di differen
per fissare le idee, da Locke e Spinoza fino a Nozick, Putnam, ecc.) la « fioritura ziazione concettuale che muove da archetipi forniti dalla riflessione scientifica
umana» muove dalla constatazione di una pluralità di individui, ciascuno con la (quello dell'identità nella logica, quello della libertà/necessità nella fisica) — e
propria vita da vivere, che sono concettualizzabili come personein quanto sono sui modi per risolverlo compatibilmente con ulteriori +valori+, la discussione
razionali, sono cioè capaci di fare piani di vita non solo a brevissimo periodo e nell'ambito dell'+etica+ sta ancora procedendo. [c.c. e M.M.].
d'impegnarsi a dare un senso alla propria esistenza. «Quanto piu uno si sforza
e può ricercareilproprio utile,cioè conservare ilsuo essere, tanto piu è dotato
di virtu; e al contrario, in quanto uno trascura il suo utile, vale a dire di con
Sistematica locale 254 255 Ftlosofia /filosofie
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377 Dato
Dato Cosi il criterio di «verificazione» diventa talmente largo da rischiare di per
dere ogni significato. La stessa metafisica finisce col poter essere considerata
come verificabile, almeno come possibile sistema deduttivo fondato su una pro
pria assiomatica e su proprie regole di derivazione-deduzione. Tuttavia, una ve
x. En unciati e verità. rificazione non-fattuale non potrebbe essere che di natura sintattica e/o seman
tica: comunque dipenderà esclusivamente dalle regole linguistiche del sistema
Nella misura in cui si può affermare che la scienza e la conoscenza in genere in cui si colloca l'enunciato. Come nel convenzionalismo della fine dell'Otto
hanno un punto di partenza, si riconosce oggi da varie parti, pur diversamente cento, pur nell'ambito di regole restrittive (quale ad esempio la non-contraddit
ispirate, che la conoscenza non comincia con percezioni o osservazioni oppure torietà), di sistemi sintattico-semantici se ne possono costruire ad arbitrio, senza
con la raccolta di dati o di fatti — come crede l'empirista ingenuo — ma con pro la preoccupazione di controlli fattuali. Verrebbe cosi a mancare la possibilità
blemi, d'un confronto fra sistemi diversi, ciascuno dei quali sarebbe chiuso entro i pro
Questo convincimento può essere considerato la conseguenza piu immediata pri postulati e incapace d'aprirsi agli altri. La capacità di «leggere» la realtà,
delle molte «liberalizzazioni» subite dal cosiddetto «principio di verificazione» trascrivendola nei registri e nei linguaggi piu diversi, che è all'origine della piu
da quando Schlick ebbe a formulario sulle orme di Wittgenstein. Ferma restan significativa tradizione scientifica moderna, rischia di nuovo d'essere compro
do la chiusura nei riguardi del razionalismo metafisico, le concezioni, nel frattem messa, come ai tempi del vecchio positivismo e della sua crisi.
po intervenute, hanno consentito l'ammissione nel discorso scientifico d'enun D'altra parte, sta di fatto che, pur se sono possibili innumerevoli sistemi sin
ciati d'altre scienze che non fossero la mera fisica sperimentale. Oggi, infatti, tattico-semantici (non-fattuali ), soltanto alcuni tra di essi hanno avuto una reale
non si ritiene piu necessario che ogni enunciato sia immediatamente traducibile evoluzione e subito un effettivo collaudo empirico e storico, costituendo cosi
in fatti: è sufFiciente che sia associabile, anche per semplice corrispondenza, a quella che si dice una « tradizione» piu o meno articolata e stratificata di ipotesi
enunciati (o classi d'enunciati ) fattuali ; e neppure occorre che tutti gli enunciati e di metodi, di dati o d'asserzioni-base (come anche vengono definiti), che rap
del sistema lo siano, ma soltanto una classe di essi, la classe delle conseguenze, presenta una sorta di punto di partenza obbligato. In effetti, soltanto questi go
mentre gli enunciati da cui queste ultime sono derivabili possono anche conte dono d'un'effettiva «oggettività», di riconoscimento «intersoggettivo», ma sul
nere elementi di non-verificabilità. piano esclusivamente storico-pragmatico. Questa considerazione ci fa, quindi,
Ma, anche cosi, resta pur sempre decisivo, se non per il singolo enunciato, risalire a quello che appare il limite inferiore d'ogni «verificabilità», che conferi
almeno per l'intero sistema in cui l'enunciato è immesso, il criterio della verifi sce senso agli stessi discorsi o linguaggi scientifici (o formali), rappresentato dalla
cabilità, la stretta connessione tra «senso» e «verificabilità». La logica formale cosiddetta esperienza comune e dal linguaggio comune.
contemporanea è stata quindi rivolta in questo senso : ha elaborato modelli, o Husserl definisce «mondo dell'atteggiamento naturale» questo mondo della
meglio, schemi di linguaggio «ideali » in cui poter risolvere gli enunciati scienti vita e del linguaggio comune e quotidiano, e lo considera offerto o dato origina
fici allo scopo di stabilirne il tipo e il modo di verificazione. Può essere citata riamente alla nostra esperienza e interpretazione. Esso è come un fondo o, se si
quale esempio la classificazione degli enunciati in «atomici» e «molecolari» e in vuole, un repertorio di esperienze piu o meno organizzate, trasmessoci dalle ge
generale l'intera teoria delle « funzioni di verità», che ha lo scopo di scindere un nerazioni passate, in cui sono come stratificate le tracce della cultura e delle for
enunciato iri enunciati elementari, facendone dipendere la verità o falsità da que me di vita del passato e che, nella forma di «conoscenza disponibile», funge da
sti ultimi secondo regole determinate, in maniera da riportarne la verificazione schema di riferimento per la nostra stessa condotta. Il nostro rapporto con que
alla verificazione degli enunciati elementari componenti. D'altra parte, sia l'allar sto che possiamo. considerare il «dato» originario, il dato-base del nostro sapere,
gamento del principio di verificazione sia gli sviluppi della logica formale ideal è estremamente importante per l'analisi del processo di «costruzione» del mondo
linguistica hanno messo in rilievo il carattere ambiguo del termine 'verità', e, di sociale e culturale in genere. Esso ci rivela la prima nozione del nostro sapere
conseguenza, 'falsità', poiché altro è la «verità» d'un enunciato molecolare, al comune : lasfera cioèdel mondo esterno sensibile, il fatto che viviamo in un mondo
tro è quella di un enunciato atomico ; altro quella di un enunciato fattuale e altro di oggetti ben circoscritti, con qualità ben definite, oggetti che ci resistono e su cui
quella di un enunciato non-fattuale e non-tautologico derivato entro le regole dobbiamo agire, il cui grado di «intersoggettività» è il piu ampio possibile. La
d'un determinato sistema sintattico-semantico. In tal modo anche 'verificazio tematizzazione dell'esperienza, e gli stessi enunciati sperimentali, o «enunciati
ne' diventa, e a maggior ragione, termine ambiguo per cui vi saranno tanti tipi protocollari», entro tale discorso tematizzato, postulano pertanto un'esperienza
di «verificazione» quanti tipi di «verità» e, ciò che piu importa, la «verificabi non tematizzata, fatta di «dati» di senso (o d'asserzioni-base empiriche), un'e
lità» e, di conseguenza, il «senso» d'un enunciato, finirà col dipendere dalle re sperienza «vissuta» o, come anche è stata denominata, «antepredicativa».
gole e dalle strutture logiche dell'universo di discorso e del sistema sintattico
semantico cui esso appartiene.
Dato 378 379 Dato
se» esterne, o presunte tali, appaiono un mito. Esistono soltanto elementi o dati
Dato econ«esenzione. di una medesima specieche compongono mondi «soggettivi » o «oggettivi » a secon~
da dei bisogni. I cosiddetti «dati puri » dell'esperienza, che sono in realtà punti
Il problema fondamentale su cui ora si discute, in presenza della crisi degli d'arrivo convenzionali di procedimenti astrattivi, spesso molto elaborati, pren
indirizzi cosiddetti «verificazionisti », è se l'aspetto assiomatico-convenzionalisti dono cosi il posto delle «evidenze» originarie, quali erano considerate le «sensa
co delle teorie rigorosamente formalizzate possa risultare conciliabile, e in quale zioni » e i «dati» di senso del vecchio empirismo. Questi stessi sono stati poi de
modo, con un'autentica apertura verso l'esperienza non tematizzata. nominati, nei modi del discorso formale, enunciati cosiddetti «protocollari »(Car
È noto che il convenzionalismo, che ha avuto gran parte nella svolta subita nap), senza che la loro natura avesse a mutare. Se era stato l'ampliamento d'oriz
dalla scienza fisico-matematica alla fine del secolo scorso, offre numerosi esempi zonte della ricerca fisica a mettere in crisi le basi dello sperimentalismo classico
di sostituzione di principi, immediatamente suggeriti dall'osservazione diretta, e il rapporto da questo intrattenuto con «schemi di riferimento» indissolubil
con altri che, nonostante la loro artificiosità, lontana dai fatti e dall'esperienza mente legati all'esperienza e al discorso comune, non può dirsi, tuttavia, che le
comune in genere, furono in grado di assicurare all'impianto teorico di tali scien varie forme d'associazionismo psicologico o di psicologismo in genere rappre
ze un indiscutibile rigore. Si pensi, ad esempio, all'opera di revisione condotta sentassero una idonea risposta ai nuovi problemi gnoseologici. Certo, questa dra
da Mach dei fondamenti della meccanica. Se è vero, quindi, che le tesi conven stica restrizione del significato d'esperienza recava con sé vantaggi operativi con
zionalistiche favorirono la ricerca di costruzioni sempre piu astratte e lontane dai siderevoli. Essa ha consentito, ad esempio, il chiarimento di talune apparenti
comuni «dati» di senso, va anche detto che tale tendenza ha spesso avuto per antinomie della fisica moderna, che erano originate proprio dall'inconsapevole
effetto non già — come si potrebbe pensare — l'isolamento dei diversi capitoli del confusione tra «esperienze» nel senso corrente del termine, che apparivano con
la scienza, in specie della matematica, ovvero la riduzione di essi a me<i «giochi » traddittorie fra loro, e «dati » empirici, nel senso rigoroso assunto da questo ter
privi di connessioni, ma, al contrario, l'inserimento di molti tra di essi in un'uni mine, che risultarono, invece, pienamente compatibili. Si pensi al caso piu noto :
ca teoria, come suoi casi particolari. Se si guarda, cioè, agli effetti prodotti nei vale a dire alle antinomie concernenti l'aspetto «ondulatorio» e quello «corpu
casi concreti dall'applicazione dei criteri convenzionalistici nella scelta dei prin scolare» della luce.
cipi o dei postulati, ci s'accorge che qualsiasi « filosofia» sul convenzionalismo ri Ma se appaiono indiscutibili i meriti del convenzionalismo sul piano della ri
sulta fuori luogo. Occorre, invece, distinguere bene l'uso che dei criteri conven cerca, non sono certo ingiustificate le riserve, spesso gravi, formulate nei suoi
zionalistici fu fatto dagli scienziati e le estrapolazioni filosofiche che da essi si confronti in sede piu strettamente filosofica. La nozione d'un «dato» puro, in sé
vollero trarre. Entrato in crisi il sensismo tradizionale con la sua logica induttiva, amorfo, che il pensiero, inteso in senso lato, non potrebbe che presupporre, ap
ch' era stato il nucleo teorico del vecchio positivismo, s'era sostituito ad esso un pare infatti il fulcro di quella che fu definita, nel primo decennio del secolo, la
sensismo di tipo nuovo che converti le «sensazioni» o «percezioni sensibili» del «reazione idealistica contro la scienza», che raccolse varie e diverse correnti di
vecchio empirismo classico in meri «simboli mentali » o, in parole semplici, in pensiero, che ebbero tuttavia quale punto in comune la piu o meno esplicita ne
«convenzioni» ricavate mediante le cosiddette leggi psicologiche. Il problema gazione del carattere conoscitivo, teorico, della scienza e del pensiero scientifico.
viene cosi spostato dall'analisi dell'oggetto, ovvero del «contenuto» delle cosid-' Per una sorta di curiosa eterogenesi, la ricerca dei cosiddetti «dati puri » d'espe
dette «sensazioni» o «percezioni sensibili», all'analisi psicologica del «giudizio» rienza, che intendeva liberarli dalle stratificazioni e dalle sovrapposizioni inde
sulle cose e sugli oggetti. Il metodo dell'osservazione e dell'esperimento — affer bite, approdava al rafforzamento di quello ch' era il pregiudizio originario della
merà Mach — è indipendente dal fatto che noi sperimentiamo con le cose oppure cosiddetta «filosofia dell'esperienza pura» (Avenarius), ossia l'ammissione d'un
con le nostre rappresentazioni e con i nostri ricordi delle cose. Alla luce della cri dato amorfosucuiagirebbeilpensiero deformandolo per i bisogni pratici.
tica psicologica dell'astrazione, quello che diciamo «concetto» non può essere, Le diverse correnti del pensiero del primo Novecento tentarono tutte, in va
infatti,altro che un complesso diresiduim nemonicilasciaticidallepercezionidicose rio modo, di liberarsi da questo dualismo costituito da «dato in sé» e dall'attività
e di fatti reali. Non l'oggetto in se stesso, che i cosiddetti «dati» di senso rivelano soggettiva, muovendo dalla premessa che non c'è alcun «dato» che non rechi
— come voleva lo sperimentalismo galileiano —, ma la momentanea «disposizione» già in sé il segno dell'attività elaboratrice della mente o del pensiero, comunque
di chi considera le cose, funge da punto di partenza per la formazione dell'oggetto questo sia poi definito. La distinzione tra «dato» e «pensato» viene di solito in
stesso. Un colore, ad esempio, diventa un oggetto « fisico» appena consideriamo tesa o come distinzione relativa fra due gradi del processo dell'esperienza, oppu
la sua dipendenza da una sorgente luminosa; se invece consideriamo la sua di re come opposizione assoluta di due fattori eterogenei, che vengono poi ad unifi
pendenza dalla retina, lo stesso oggetto diventa «psicologico», una sensazione. carsi nel soggetto cosiddetto «pensante», come avviene nell'idealismo e, in ge
Non l'oggetto, quindi, bensi l'orientamento della ricerca è diverso nei due campi,
nere, nel neotrascendentalismo. Traendo le ultime conseguenze dal convenzio
Cade, pertanto, ogni distanza tra elemento fisico e psichico, tra la cosiddetta nalismo sul piano filosofico, Bergson riduce tutti i «dati » al «dato» fondamentale,
«interiorità» e la cosiddetta «esteriorità», e le «sensazioni» corrispondenti a «co ossia all'idea di spazio affermata a priori, in cui rientrano tutti gli oggetti cosid
Dato g8o g8i Dato
detti «esterni». Lo spazio diventa quindi il fondamentale modo «convenzionale» «pensiero scientifico», Egli intende cosi rivolgere l'attenzione non tanto sulla
di rappresentarsi le cose e gli oggetti, il loro milieu omogeneo. La deformazione scienza che potrebbe dirsi «positiva», o positivamente costituita, vale a dire ri
del dato e della sua realtà, la sua «parcellazione» dietro l'azione del pensiero, dotta a un corpo di proposizioni o asserzioni specifiche, ma a quei principi e me
concepito come strumento pratico per il suo assoggettamento, trova in Bergson todi piu generali che segnano le grandi direzioni di sviluppo della ricerca e che
la sua sublimazione speculativa. Lo spazio-tempo omogeneo, cosi concepito, di consentono la trasposizione di enunciati, validi in un determinato campo, in al
venta l'immagine simbolica della «durata reale» o, anche, «durata pura», come tri campi di ricerca, sia pure mediante gli adattamenti e le delimitazioni appro
la definisce Bergson, in cui gli oggetti si disvolgono come su un «tappeto rno priate. In tal modo sarebbe possibile costituire quella continuità di campo che
bile». Dietro lo schermo convenzionale dei «dati puri», risultato dell'attività farebbe della scienza o del pensiero scientifico — il problema non è di parole
astraente dell'intelletto, negli strati profondi della coscienza stanno i cosiddetti un oggetto storico, passibile cioè di ricerca storiografica. Riprendendo questo di
«dati immediati» che sarebbero i soli adeguati all'esperienza nella sua realtà. Se scorso, un altro studioso, Geymonat, ha individuato proprio nella possibilità di
bisogna guardarsi, come si diceva poc'anzi, dal rischio di filosofare intorno al trasporre i risultati della ricerca nei linguaggi e nei registri piu vari la nota di
convenzionalismo, occorre tuttavia osservare che esso, in senso lato, non ha fa stintiva specifica della «storicità» della scienza. A monte del processo di « forma
vorito il riconoscimento del processo reale di cui la scienza in genere, e il pensie lizzazione» dell'esperienza, e del linguaggio scientifici sussistono, quindi, con
ro scientifico in specie, sono concreta espressione. In particolare, esso ha fornito nessioni piu ampie di significazione, rappresentate dai complessi delle cognizioni
buoni motivi per indurre al misconoscimento del valore e del significato proprio tecniche, strettamente legate alla piu generale evoluzione della cultura e della
della scienza, riducendone e coartandone gli aspetti piu significativi in modo ar civiltà, che costituiscono lo specifico humus da cui, in ultima analisi, originano le
bitrario, favorendo cosi la formazione e la diffusione d'una immagine della scien teorie, anche quelle piu sofisticate.
za come un «universo chiuso», incapace per definizione d'aprirsi alla realtà.
L'effetto negativo di tale immagine distorta è tuttora rilevante, e s'è fatto
sentire anche a proposito d'un tema che.raramente viene fatto oggetto d'analisi, 3. Dato e oggetto.
per lo meno al livello che gli s'addice. Intendiamo riferirei al problema rappre
sentato dalla cosiddetta «storicità» della scienza. L'esigenza di ricercare i possi Com'è noto, la difficoltà tradizionale del sensismo, che si rinnova anche nelle
bili modi in cui le diverse teorie o, come anche si dice, i diversi «universi di di sue forme piu recenti, come ad esempio negli indirizzi «verificazionisti », consiste
scorso» della scienza possono aprirsi l'uno all'altro, ha, indirettamente almeno, nella necessità d'introdurre, contro il proprio stesso assunto, nel procedimento
rappresentato un forte stimolo in direzione d'un riesame del problema se la denominato dell'inferenza « induttiva», un fattore logico, razionale o formale che
scienza possa avere una storia, e in quale senso si possa parlare d'una sua «stori sia, a priori, che possa dar conto dell'esistenza di leggi generali della mente o del
cità». A questo proposito, occorre premettere, in primo luogo, che le varie for pensiero, le cosiddette «generalizzazioni », che si rivelano indispensabili alla for
me di «storicismo», conosciute dal pensiero contemporaneo, risultano variamen mazione dei concetti e dei giudizi.
te legate agli indirizzi convenzionalistici o di «critica della scienza», per cui.essi John Stuart Mill, ad esempio, non nega l'esistenza di verità generali, anche
finiscono col presupporre, in misura variabile, quelle istanze riduttive nei con se, com'è naturale, non di per sé evidenti o a priori, ed è pertanto tenuto a sta
fronti della scienza in genere di cui i primi sono stati portatori. Non può quindi bilire una dottrina circa i loro fondamenti e la loro «prova». La logica, dal suo
far meraviglia, se quando ci si è chiesti se la scienza possa avere una storia, ci si punto di vista, si configura pertanto come la scienza delle operazioni dell'intel
sia riferiti, piu o meno consapevolmente, almeno nella maggior parte dei casi, letto che susseguiamoal giudizio di evidenza o di prova, sia dello stesso procedere
a quell'immagine distorta che gli indirizzi legati alla «critica della scienza» han da verità note a quelle ignote, sia di tutte le altre operazioni intellettive, in quan
no contribuito a far sorgere e ad accreditare. Avviene cosi che lo storico si rifiuti to risultino ausiliarie rispetto ad esso. Il problema dell'evidenza o della prova di
di riconoscere a delle « finzioni» piu o meno utili carattere di «storicità», mentre tali verità generali è pertanto, per Mill, il vero problema logico, al quale tutti gli
lo scienziato, in quanto tale, considera, di solito, la storia della scienza sotto il altri sono subordinati. In altri termini, le verità cosiddette generali, derivando
profilo della mera «cronaca» erudita. Non sono mancate, in verità, affermazioni dalle sensazioni o dai «dati » sensibili, dovrebbero essere anche provate o, come
programmatiche d'unità tra scienza e storia della scienza(anche se, di solito, nel anche si dice, verificate da queste «evidenze» originarie che, in quanto tali, ri
l'ambito d'un'unità piu generale, quella tra scienza e filosofia) ma l'ostacolo su sulterebbero immediatamente conoscibili. Sul piano logico, occorre elaborare
questastrada,rappresentato dallapossibilitàdiriconoscere alla scienza carattere un complesso di regole o canoni, per verificare la suPcienza d'una data evidenza a
di «storicità», s'è rivelato difficile da superare. Qualche studioso, ad esempio provareuna determinata asserzione.Tale delimitazione, resa necessaria dalla pre
Preti, riconoscendo che la scienza, finché resta un «universo» chiuso non può, liminare assunzione dei «dati» di senso come «dati» ultimi e immediatamente
in quanto tale, aver storia nel senso pieno del termine, ha suggerito una prospet conoscibili, ha incontrato non poche difficoltà, soprattutto in rapporto agli svi
tiva piu ampia da cui porsi per fare storia della scienza, quella rappresentata dal luppi della nuova logica formale, nata dall'urgenza dei complessi problemi gene
Dato 38z
383 Dato
rati dal contatto con la teoria matematica degli insiemi.Il nuovo nesso sistema frequenza relativa per una serie d'eventi osservati, assumiamo che la stessa fre
tico in cui la logica si trova ad essere inserita esige un riesame dei suoi presup quenza varrà per un'ulteriore continuazione della serie. Ciò significa, secondo
posti. Si pensi, ad esempio, al concetto di «relazione» e al ruolo ch' esso viene ad Reichenbach, che le diverse forme d'induzione, compreso il metodo ipotetico
assumere nel contesto dei problemi concernenti non solo la scienza matematica, deduttivo, sono formulabili in termini di deduzione, con la sola aggiunta della
ma la stessa metodica speciale delle scienze naturali. In tale situazione, appare cosiddetta «induzione per enumerazione». Fornendo la prova che tutte le forme
chiaramente inadeguata la posizione di Mill, che ribadisce esplicitamente, con d'induzione sono riconducibili all'induzione per enumerazione, la matematica
tro Hamilton, che la vera realtà positiva d'ogni «relazione» risiederebbe sempre odierna dimostra ciò che a Hume appariva scontato, l'indimostrabilità del prin
e soltanto nei singoli « termini » da essa collegati, escludendo con ciò che si possa cipio d'induzione. Tuttavia, la possibilità di dimostrare, per via analitica, che il
parlare di un significato generale delle relazioni logiche e matematiche, provo limite delle frequenze, di cui si parla nella definizione di «probabilità», non è
cando l'ironia di Frege che parlò di «aritmetica delle caramelle e dei sassolini ». determinabile a priori, apre la strada, secondo Reichenbach, a una diversa for
Certamente la situazione è molto mutata nel passaggio dal vecchio al nuovo em mulazione della cosiddetta «regola d'induzione», che, pur non potendo trovare
pirismo; quello moderno ha riconosciuto che le asserzioni riguardanti il futuro una giustificazione assoluta, possiede, pero, una indubitabile base oggettiva. Non
sono ingiustificabili se considerate simili alle asserzioni concernenti il passato e avendo, infatti, alcuna prova che un limite della frequenza per una data serie
il presente,e che occorre pertanto rovesciare ilproblema: invece di supporre d'eventi esiste, il solo modo per trovarlo, se esiste, è l'inferenza « induttiva» ; essa
nota la natura della conoscenza del futuro e quindi chiedersi come questa sia può riuscire o fallire gli scopi che si propone, ma, al di fuori di essa, qualsiasi ten
possibile, ci si chiede come tale conoscenza debba essere aflmché le asserzioni tativo sarebbe destinato a fallire ugualmente. Pertanto, alla base d'ogni «assun
riguardanti il futuro risultino giustificabili. Una gnoseologia simile deve poter zione» o postulazione ottimale, si trova, in ultima analisi, un ragionamento per
render conto, ad un tempo, del potere dei metodi deduttivi della fisica matema induzione. Per concludere, la nuova concezione probabilistica riconosce soltanto
tica e dell'inferenza induttiva. La soluzione sembrò profilarsi entro lo schema di il problema se la regola adottata conduca, o non conduca, ad «assunzioni » o po
una teoria della probabilità, in grado di precisare che cosa debba intendersi per stulazioni che, per tentativi successivi, s'avvicinino al risultato giusto : cioè rico
«probabile», e su quale base possano attribuirsi delle «probabilità». Ai vecchi nosce soltanto il problema del valore della (<regola d'induzione>) come metodo
empiristi, l'idea stessa d'una conoscenza «probabile» sarebbe apparsa autocon approssimativo.
traddittoria e, comunque, inerente alla sfera delle opinioni o delle credenze, non Malgrado le sostanziali differenze che senza dubbio esistono tra il concetto
a quella del sapere. tradizionale d'inferenza «induttiva» e quello moderno d'inferenza «probabile»,
La concezione empiristica della probabilità si basa sulla cosiddetta «inter lo status logico dei cosiddetti «dati » sensibili, o risultanze dell'esperienza sensi
pretazione frequentistica». In altre parole, le asserzioni probabilistiche esprimo bile, non risulta affatto spostato dalle vecchie posizioni. Anzi, a ben guardare, le
no frequenze relative di eventi ripetuti, cioè frequenze calcolate come percen ambiguità, che sono alla base di esso, emergono con una chiarezza ancora mag
tuali rispetto a un totale. Dalle frequenze osservate in passato s'inferisce ch' esse giore.La strada d'una revisione non può che passare per la critica della loro au
varranno, sia pure approssimativamente, per il futuro. Rispetto al già noto, tali toevidenza presunta. Non basta infatti parlare, in luogo di «asserzioni», di «as
asserzioni sono inferenze « induttive», rispetto a ciò che non è ancora noto, esse sunzioni» o postulazioni, se poi si lascia fuori considerazione il problema della
appaiono come asserzioni dotate d'un certo grado di probabilità. Reichenbach cosiddetta «base empirica» e della sua oggettività.
chiama tali asserzioni col nome di «assunzioni», ossia asserzioni che assumiamo Proveremo a indicare qualche tratto su cui tale revisione s'è già avviata, o si
come vere, senza che sia possibile provare che lo siano. In tal modo, egli ritiene va avviando.
di poter evitare la difficoltà dell'empirismo tradizionale, cioè l'impossibilità di
poter dimostrare una data asserzione, senza assumere un elemento, razionale o
formale che sia, a priori. Il canone fondamentale dell'empirismo e cioè che il fat
3.r. La tendenza a liberarsi anche dei residui di quel tipo di conoscenza che
tore logico, razionale o formale che sia, a priori non aggiungerebbe nulla di nuo
si dice «immediata».
vo alle risultanze dell'esperienza, risulterebbe, in questo caso, rispettato, e il pro Se non si può piu parlare, con riferimento al pensiero contemporaneo, di
blema dell'induzione potrebbe essere risolto. Ma lo stesso Reichenbach rileva «razionalismo»e di «empirismo» al modo tradizionale, non può negarsi che i re
che intendere le previsioni come «assunzioni» nel senso anzidetto, non basta a sidui della cosiddetta conoscenza « immediata», persistenti nelle piu diverse gno
risolvere il problema dell'induzione; la giustificazione dell'induzione dev' essere seologie contemporanee, producano l'effetto di risospingere verso vecchi proble
cercata al di fuori della teoria della probabilità, perché la teoria della probabilità mi c vecchie soluzioni. Sia che si tratti dei «dati » ultimi ad essereimmediatamente
presuppone l'uso dell'induzione. L'unico principio sintetico (non analitico) su cui conoscibili, sia che si tratti, invece, dei principi generali o universali, sia che s'as
si fondi il calcolo delle probabilità consiste — come s'è visto — nell'accertamento suma che la conoscenza mediata o «illazionale» risulti dalla conoscenzaimmedia
d'un grado di probabilità mediante inferenza induttiva. Determinata una certa ta rlcgli uni e degli altri, vi sono senza dubbio motivi plausibili che giustificano,
Dato 384 385 Dato
nei diversi casi, il ricorso alla cosiddetta autoevidenza. Non sono pertanto tali turale» con la «sensazione» o «percezione sensibile», che non è altro che il risul
motivi che vanno respinti in modo preconcetto, riesumando cosi vecchie con tato d'un procedimento astrattivo, cui non corrisponde nulla di simile nella real
trapposizioni, rna è l'interpretazione logica di essi che va rivista, in modo da ren tà e nell'esperienza. Analogamente, Dewey, la cui logica apporta un contributo
derla compatibile con l'effettivo schema dell'indagine o della ricerca. importante alla critica delle diverse forme di conoscenza cosiddetta «immedia
Per limitarci allo status logico dei cosiddetti «dati» sensibili, o risultanze ta», porta avanti la revisione dello status logico dei «dati», in polemica con i mag
d'esperienza, l'esame della storia dell'indagine scientifica, nei suoi vari rami, di giori esponenti del neoempirismo contemporaneo. In principio non ci sono, dun
mostra che non esiste nessun fatto o «dato», che in passato sia stato provato o que, «dati» primi sensibili, che darebbero luogo a proposizioni cosiddette «ato
dichiarato d'evidenza immediata, che, in uno stadio ulteriore dell'indagine, sia ri miche» presunte semplici e immediate, ma una «situazione iniziale>), ch'èfonte
masto immutato per quanto concerne il suo contenuto e il suo significato. Non di dubbio ed'incertezza e che s'intende trasformare con operazioni appropriate.
c'è infatti alcuna garanzia che questo o quell'oggetto, questo o quell'evento, pos L'ambiguità fondamentale in cui incorre il termine 'dato' nel suo uso corrente,
sa avere di per sé valore d'evidenza o di prova rispetto al giudizio finale. Esso per cui, da un lato, esso indica questa o quella qualità, questo o quell'oggetto,
può risultare incongruo, in tutto o in parte, o può essere insignificante per il pro isolatamente preso e, dall'altro, un «campo o situazione totale», in cui sarebbero
blema trattato. È quindi in base ad un elemento convenzionale,qual è l'interesse compresi gruppi o insiemi di qualità in relazione reciproca, potrebbe, pertanto
o lo scopo dell'indagine, che i «dati», o le risultanze dell'esperienza, acquistano risolversi in una concezione della conoscenza come «mediazione»(e non unione
significato. Quanto piu gli interessi che muovono alla ricerca si diversificano, d'immediati), dove «mediare» vale ricercare e ricercare significa compiere una
dando luogo a tecniche e metodologie specifiche, tanto meno i «dati » d'esperien serie «continua» d'operazioni. In questo senso, il «dato» è definibile come l'aspet
za piu vicini e familiari, come ad esempio «Cesare fu ucciso alle Idi di Marzo del to o momento o elemento speciale della presente situazione reale, che ne è astrat
44 a. C.», possono suggerire all'indagine nuove direzioni. In altri termini, l'ap to al fine di localizzare e identificare i suoi tratti problematici in riferimento al
prensione immediata di un oggetto o evento qualunque non va confusa con la co l'indagine da eseguirsi in quel momento e in quel luogo.
noscenza vera e propria di esso, piu di quanto l'intendimento o comprensione di I materiali dell'indagine, pertanto, sono «funzioni» che hanno lo scopo di
retta d'un principio o d'un postulato riesca a dare ragione di esso, fareiraggiungere una soluzione che, a sua volta,farà nascere nuovi problemi e
quindi nuove indagini. Non si può pretendere di partire da verità date :le verità
3.z, La critica dei cosiddetti «dati puri» d'esperienza. sono sempre il risultato d' operazioni ;il fine dell'indagine è di condurre ad una
situazione risolta partendo da una situazione problematica.
Sono noti i limiti del vecchio sensismo o positivismo riguardo alla cosiddetta
«base empirica» e al complesso delle cosiddette «asserzioni-base». Esso prestava 3.3. L'ambiguità dei «dati » e le teorie realistiche della conoscenza.
ai fatti o «dati», in quanto tali, una sorta di culto che aveva poco in comune con
l'analisi critica di essi. Del resto, assumendoli come elementi singoli, in sé com Quella che, con Dewey, abbiamo definito «ambiguità» del termine 'dato',
piuti e autosufficienti, apriva indirettamente la strada alle diverse forme d'idea accresce la plausibilità delle teorie realistiche della conoscenza. Conviene dedi
lismo o, in genere, di neotrascendentalismo, in cui ciò ch' era dato coincideva, e care ad esse, sotto questo nostro specifico angolo di visuale, qualche considera
s'esauriva, nel pensato. zione. Abbiamo prima sottolineato il fatto che la ricerca è un processocontinua
Quanto all'empirismo moderno o «logico», considerato nelle sue diverse fasi, tivo in ogni campo nel quale venga applicata. C'è continuità nell'indagine, anche
non si puo non constatare il contrasto ricorrente tra l'ammissione di qualità sen se molto spesso è accaduto ch' essa non sia stata adeguatamente descritta nei di
soriali sconnesse, date l'una indipendentemente dall'altra, e il costante riferi versi «modelli»-che del processo d'indagine sono stati formulati. È anche accadu
mento ad oggetti, che sono concepibili soltanto come gruppi o insiemi di qualità to che tali «modelli » si siano presentati come contrapposti, anche se s'è poi visto
in relazione tra loro. La critica all'ambiguità dello status logico dei cosiddetti che tale contrapposizione era solo nominale, dal momento ch' essi avevano in co
«dati ultimi», quale viene correntemente inteso, fu già avviata da James,conia mune il punto di partenza. Si pensi, ad esempio, all'empirismo che chiameremo,
sua trattazione del cosiddetto «flusso della coscienza», su cui basò la sua descri pcr le ragioni esposte dianzi, «atomistico» e al cosiddetto apriorismo razionalisti
zione dell'esperienza cosciente. Egli assume, infatti, che il primo fatto, in sede co. Ai «dati» considerati come percezioni «immediate» corrispondono, infatti,
psicologica, è che un pensare di qualche genere esiste e agisce,dove per «pensiero» relazioni o forme logiche a priori. Le forme, in tal caso, sarebbero connessioni
egli intende indifferentemente qualsiasi stato di coscienza. L'aver mantenuto non derivate dai dati e sarebbero perciò postulate, mentre anch' esse, in realtà,
quale punto di partenza dell'analisi psicologica elementi semplici e sconnessi, sono risultati delle operazioni richieste dall'indagine. Lasciando da parte le for
qualità o «dati» ultimi, è stata, a suo giudizio, l'omissione piu grave della psicolo ni«, e mettendoci sul terreno delle operazioni necessarie a produrle, le conside
gia cosiddetta «introspettiva». L'errore dei «sensazionalisti » è d'aver fatto co reremo conclusioni raggiunte in un'indagine, che diventano mezzi per condurre
minciare quello che con Husserl denomineremo «mondo dell'atteggiamento na idtcriori indagini. Ma, ed è a questo punto che s'inserisce la concezione cosid
387 DatoDato 386
detta «realistica» della conoscenza, esistono oggetti concettuali e oggetti d'espe
Per taluno, si guardi a Popper, esso finiva col rappresentare il fraintendimento
d'un problema diverso: la possibilità, cioè, di delimitare l'ambito della scienza
rienza percettiva — sostiene Dewey — che sarebbero stati stabiliti e confermati in
modo tale nel corso di difFerenti indagini, che, nelle ulteriori indagini, costitui
mediante un criterio di demarcazione accettabile, capace d'eliminare quei pro
rebbe uno sperpero di tempo e di energia il farli nuovamente oggetto d'investi
blemi cui la logica induttiva dà origine, senza f ame sorgere di nuovi al loro posto.
gazione prima di decidersi ad accettarli e impiegarli. L'uso immediato di oggetti
Il problema della demarcazione diventa importante, per Popper, proprio per il
rifiuto del principio di «verificazione» come carattere distintivo della scienza.
conosciuti in seguito ad una precedente mediazione èfacilmente confuso con la cono
scenza immediata. In altre parole, noi assumeremmo come in sé sussistenti, po
La proposta di Popper di sostituire il principio di «verificabilità» con quello
niamo, un ponte o una casa, per risparmiare il tempo e l'energia necessari a ripe
ch' egli definisce di « falsificabilità», va intesa pertanto come un tentativo di porre
il problema della «demarcazione» tra scienza e non-scienza su nuove basi. Ac
tere il complesso d'operazioni da cui essi risultarono nel corso d'indagini prece
cantonata che sia la problematica relativa alla cosiddetta inferenza «induttiva»,
denti. Se il realismo gnoseologico si limitasse ad asserire che noi apprendiamo le proposizioni generali, che formano l'impianto teorico-concettuale delle diver
direttamente quegli oggetti, ne serbiamo la relativa «rappresentazione», esso si
limiterebbe a cogliere solo un aspetto della fenomenologia della percezione, sen
se discipline, non possono piu essere derivate da proposizioni o «asserzioni » sin
golari, non possono cioè essere «verificate» da queste ultime. Ciascuna scienza è
za con ciò pregiudicare quello che Husserl definisce il processo di «costituzione
dell'oggettività per la soggettività». Ma il realismo, nelle sue diverse forme, non
un sistema di teorie, nel cui ambito si congiungono, per via logica, «asserzioni
si limita a questo ; esso pretende, infatti, che tali oggetti, cosi esperiti, siano auto
generali » e «asserzioni singolari », che possono essere provate soltanto mediante
evidenti. Perché tale pretesa possa essere giustificata, occorre però che il conti
inferenze «deduttive». Ogni teoria è, quindi, un insieme di proposizioni o «as
nuum dell'indagine venga interrotto mediante astrazioni e schematizzazioni ar
serzioni» ipotetico-deduttive, che possono essere sottoposte a controlli «dedutti
vi » appropriati. Se una teoria non può essere provata in modo definitivo median
bitrarie. Solo cosi, infatti, è possibile assumere che determinati oggetti concet
tuali oppure oggetti d'esperienza percettiva possano dirsi conosciuti per se stessi.
te il metodo empirico, ciò che si richiede è che laforma logica di essa consenta di
Si può discutere se siano motivi di comodo (come sostiene l'indirizzo pragmati
«falsificarle» mediante una dimostrazione condotta in modo conforme a regole
determinate.
stico), o motivi puramente teoretici (come sostiene quello trascendentalistico)
a indicareladirezione alprocedere dellaconoscenza. Ciò che conta è ammettere
E necessario quindi poter disporre di «asserzioni singolari», che possano
che come nella conoscenza dei fatti siamo legati alla natura delle nostre impres
servire da premesse di inferenze e falsificanti». Il problema della « falsificabilità»
sioni sensibili, cosi vi è una «costrizione ideale» che determina le regole del no
delle teorie si riduce cosi a quello della « falsificabilità» delle asserzioni singolari,
stro conoscere e il loro uso.
dette anche da Popper «asserzioni-base». Tra gli innumerevoli sistemi o gruppi
di proposizioni o «asserzioni» costruibili in astratto, secondo linguaggi ideal
logici, noi sceglieremo quelli che meglio resistono a quella che, in linguaggio co
Dati e teorie.
mune, si chiama la «prova dei fatti ». In concreto, sottoporre una teoria alla «pro
va dei fatti» non significa altro, in via logica, che aminettere preventivamente
l'esistenza d'un insieme di fatti o di «dati», in grado di contraddirla o di falsifi
La descrizione del processo per il quale le diverse discipline scientifiche, o
gruppi di discipline affini, costituiscono il loro rispettivo impianto teorico-con
carla. Questo è proprio ciò che la logica di tipo «induttivo» blocca in partenza.
cettuale rappresenta, pertanto, uno dei punti d'arrivo piu importanti di quella
Messa la cosa in linguaggio formale, ogni teoria, comunque si sia pervenuti ad
essa, ammette una certa «classe» d'asserzioni singolari o d'asserzioni-base, cui es
parte del pensiero contemporaneo, che ha legato le sue sorti alla riflessione meto sa contraddice ed un'altra, costituita invece da una «classe» d'asserzioni-base,
dologica sulle condizioni di validità del sapere scientifico. Oltre ai significati in
corporati, per cosi dire, nelle teorie scientifiche elaborate in seno alle discipline
con cui è compatibile. Le cosiddette «asserzioni-base», di cui parla Popper, han
che, prima delle altre, si sono messe sulla strada della «razionalizzazione» del sa
no la funzione d'informarci su eventi «osservabili », che hanno luogo in una deter
pere, ossia quelle fisico-matematiche, ci si è progressivamente aperti ad altri
minata regione dello spazio e del tempo. Nell'ordine del discorso e del linguag
gio comuni, esse corrispondono a ciò che diciamo «dati» sensibili.
campi di significanza, si pensi alle discipline storico-sociali. Nel contempo, s'è
fatto strada sempre piu chiaramente il convincimento che il problema fonda
Il problema diventa quindi di decidere in base a determinate regole procedurali,
mentale non è quello di decidere che cosa abbia senso o che cosa non ne abbia
quali«asserzioni-base» (o «dati >) di senso) accogliere e quali, invece, respingere.
l':sse, pertanto, s'accettano come risultato d'una decisione o d'un accordo e, en
sulla base d'un principio generale di «significanza», ma è piuttosto quello di di
scriminare tra di loro questi diversi campi, stabilendo un criterio di demarcazio
tro questi limiti, esse non sono che convenzioni. Ma questo non significa ch' esse
ne tra l'ambito della ricerca scientifica e i domini che le sono estranei.
possano accettarsi, o respingersi, a volontà, o soltanto sulla base di motivi d'ordi
ne pratico-estetico, come avveniva per il convenzionalismo classico.
Sotto quest'aspetto, lo stesso problema del «significato», ch' era al centro Di regola, l'accordo circa l'assenso da dare a determinate «asserzioni-base» è
della problematica neoempiristica, rischia di diventare uno pseudoproblema.
Dato )88
in diretto rapporto con la funzione interpretativa o «euristica» svolta da esse nel
corso dei procedimenti di controllo di determinate teorie. Pertanto la decisione
pratica, o convenzione che si dica, è influenzatai modo decisivo dall'applicazione
della teoria e dall'accettazione delle «asserzioni-base» in relazione a questa appli
cazione. Il problema piu importante, anzi determinante, diventa allora l'uso di
tali «asserzioni-base» (o «dati» di senso). Essoappare condizionato da contesti
o situazioni determinate, e dai problemi che ne scaturiscono ; in ultima analisi,
dal piu generale ambito in cui una certa teoria nasce e viene controllata. [c. c.].
Il dato è l'aspetto, il momento o l'elemento astratto (cfr. astratto/concreto) di una
situazione reale, avente lo scopo d'identificare i tratti problematici dal punto di vista della
ricerca che si conduce. Il dato puro è un mito; il dato è, infatti, sempre relativo a presup
posti teorici (cfr. teoria) o a convenzioni (cfr. convenzione) che definiscono la situa
zione iniziale, il quadro all'interno del quale si presenta il problema che si tratta di ri
solvere con operazioni appropriate (cfr. induzione/deduzione, induzione statisti
ca, metodo). In altri termini, non esiste una conoscenza immediata. Le teorie scien
tifiche costruite per risolvere i problemi (cfr. paradigma, scienza) sono sottoposte al
confronto con l'esperienza (cfr. empiria/esperienza), ossia con i dati che le conferma
no o le infirmano (cfr. vero/falso, verificabilità/falsificabilità) ; in quest'ultimo caso
si presentano dei nuovi problemi. La conoscenza che non ha né un inizio assoluto né una
fine assoluta si manifesta cosi essere un gioco fra i vincoli logici (cfr. logica, coerenza,
deduzione/prova) e quelli imposti dai dati.
Etica
Tra i problemi relativi all'etica, è difficile trovarne uno sul quale filosofi,
studiosi, moralisti o catechisti possano raggiungere un accordo. Ciò vale anche
per il problema dell'oggetto dell'etica. Nella filosofia anglosassone, l'etica è di
solito concepita comeanalisi razionale dei concetti e giudizi valutativi, compreso
il modo in cui si può determinare la validità di quelle asserzioni. La stessa pre
dicazione morale, o la divulgazione di opinioni morali non sono considerate
compito proprio dell'etica:conformemente a questa definizione, apparterreb
bero all'etica vari libri accademici che trattano di concetti morali (come quelli
di Sidgwick, Moore o Pritchard), ma non il Discorso della montagna o il Deca
logo. Per altre correnti filosofiche l'etica e la moralità non sono rigidamente se
parate, e i problemi del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto fanno parte
dell'etica accanto al problema del significato delle parole 'bene' e 'giusto'.
Se si riusciranno qui a formulare i problemi in maniera non ambigua, la que
stione della collocazione di questa o quella classe di problemi sarà di secondaria
importanza. Nelle considerazioni che seguono, si userà il termine 'etica' in
senso lato; esso farà dunque riferimento al problema di «quali cose, qualità e
stati di cose sono buoni o cattivi » e «quali azioni umane sono giuste o ingiuste»,
cosi come al problema di «su quale base può essere operata la distinzione tra
bene e male», «come si può sapere che una regola morale è valida o meno», ecc.
Quando si pone il problema del «bene», normalmente si fa la distinzione
— e questo è uno dei pochi punti non controversi nel pensiero etico — tra ciò che
è bene in senso strumentale o derivato (per esempio: «La penicillina è buona
nella cura della polmonite» o «Nelle abitazioni i caloriferi elettrici sono di solito
peggiori dei caloriferi a gas») e ciò che è bene, o ha valore in sé, senza riguar
do ai suoi risultati: le teorie etiche e le regole morali si occupano di queste
ultime cose, cioè dei beni che si considerano degni di essere perseguiti per sé.
In secondo luogo, si deve notare che la distinzione tra bene e male non genera
necessariamente, né corrisponde alla distinzione tra azioni giuste e ingiuste.
Questo punto è piu controverso del precedente; ma è largamente diffusa l'opi
nione secondocuidall'asserzione che qualcosa èbuono non segue necessariamen
te la conclusione che qualsiasi azione suscettibile di realizzare quella cosa sia
moralmente giusta; e, lasciando da parte la questione della validità dell'inferen
za dalla classe «qualità buona» a quella «azione giusta», non è neppure neces
sariamente vero che vi sia corrispondenza biunivoca tra le due classi. Questo
problema è stato ripetutamente discusso nella storia delle dottrine morali ed è
di somma importanza per l'intera idea di vita morale.
In terzo luogo si discute se, ed eventualmente in che misura, la ricerca an
tropologica e psicologica sia pertinente alla costituzione di regole morali o alla
formazione di asserzioni relative a valori, Molti teorici hanno ritenuto che gli stu
di antropologici (la conoscenza delle ragioni e delle condizioni sociali in cui si
sono avute certe credenze morali )'siano fondamentali per la determinazione dei
Etica 9? 6 9?7 Etica
giudizi di valore, e che la psicologia della moralità (la conoscenza delle motiva Quale che fosse la causa occasionale che indusse gli uomini a rendersi conto
zioni che governano il comportamento umano in termini di valori da realizzare) che le regole morali ereditate attraverso la società potevano non solo esser vio
costituisca parte essenziale della riflessione sul bene e sul male. Entrambe que late inpratica,ma anche essere messe in discussione a parole, essa produsse la
ste tesi furono perentoriamente negate da altri teorici (in particolare da quelli consapevolezza di una differenza fondamentale tra «leggi » di natura, di cui non
che simpatizzavano per la tendenza kantiana, o piu in generale trascendentali si è in grado di liberarsi, e «leggi » morali, che si possono di fatto abolire prati
stica) e anche da molti pensatori religiosi: essi sostennero che, quando si tenti camente, con atti di volontà. Questa distinzione non poté piu essere evitata, e
di rispondere alle domande su ciò che ha valore, e su quale condotta sia giusta la filosofia morale ha avuto continuamente a che fare con lesue conseguenze, o
o lodevole, la conoscenza di ciò che di fatto si desidera, si approva, si biasima ha tentato di superarla. La distinzione tra giudizi descrittivi e giudizi di valore,
o si stima è assolutamente non pertinente; che la domanda «Che cosa devo fa come quella tra «è» e «deve essere», risultò dalla semplice osservazione che, se
re?» è del tutto indipendente dalla domanda «Come ci si comporta di fatto?», o asserzioni come « II ferro è piu pesante dell'acqua» e «Non farai l'amore con tua
«Che cosa si desidera di fatto?» e che si ritiene ragionevole quest'ultimo punto sorella»sono entrambe valide,non possono esserlo nello stesso senso, perché la
di vista. Tuttavia, esso conduce inevitabilmente ad un problema: se, e su quale seconda può essereviolata praticamente o annullata per decreto, mentre nulla
fondamento, il contenuto di 'deve' possa essere conosciuto nello stesso senso, o di simile può essere fatto nel caso della prima. Sorse cosi inevitabilmente la do
in un senso simile, a ciò che 'conoscere' significa nelle questioni empiriche. manda: perché dovrei credere che sia valida questa prescrizione morale anziché
una prescrizione opposta, o in generale cbe sia valida una di esse?
Perché esiste l'etica ?
z. La disputa sul significato dei giudizi di valore.
Questo problema è in parte antropologico in parte speculativo, dal momento
che non si conosce, e molto probabilmente non si conoscerà mai, il comincia Per tutta la storia della riflessione etica si possono vedere innumerevoli ver
mento assoluto della moralità, non diversamente dal cominciamento assoluto del sioni della formulazione di queste domande ; pur non essendo logicamente equi
linguaggio, dell'arte, della religione e di tutte le forme di vita caratteristicamen valenti, esse rivelavano tutte il medesimo disagio di fronte al compito di scopri
te umane. Il momento della transizione da una comunità preumana ad una co re come si deve vivere, o come è possibile giustificare ciò che si ritiene vero in
munità specificamente umana è antropologicamente inaccessibile; esso fa da materia morale.
nucleo a molte narrazioni mitologiche, ma coloro che tentarono di descriverlo in Il cosiddetto «soggettivismo» morale, vale a dire, grosso modo, la teoria se
termini empirici (per esempio Freud in Totem e tabádel ?9? z-?3) fallirono nel condo cui quel che gli uomini dicono intorno al bene e ai doveri morali dipende
momento in cui, per spiegare la maniera in cui un'orda animale sorpassò la so da una loro decisione e non può in nessun caso pretendere di essere «vero» nel
glia dell'animalità, dovettero dotarla di qualità già speciFicamente umane (per lo stesso senso in cui possono esserlo i giudizi empirici, si è connesso storica
esempio il senso di colpa). Tuttavia, in un senso piu stretto l'origine della rifles mente con due diverse correnti filosofiche : il materialismo e il positivismo. No
sione etica, cioè dell'indagine sulla validità dei precetti e dei divieti morali, non è nostante l'ostilità che li divise in vari periodi (il positivismo, infatti, nega radi
question- interamente speculativa. calmente la possibilità di una metafisica razionale, mentre il materialismo è una
Le regole morali, compresi i concetti di peccato e merito, fanno chiaramente dottrina metafisica) essi conversero spesso nel loro atteggiamento antireligioso e
parte di tutte le società umane conosciute, e, ad un certo stadio, si fondono di nel relativismo morale. Che nulla sia in sé bene o male fu l'opinione di HIObbe,
solito con le credenze religiose (oggi gli antropologi tendono a negare che, nelle sostenuta (non senza pesanti incoerenze) da Spinoza e dalla maggior parte
società primitive, la moralità fosse sempre subordinata alla mitologia; il regno dei materialisti francesi. Secondo questa posizione, dicendo che uno stato di
degli dèi e degli spiriti nel suo complesso non fu necessariamente un modello cose o un'esperienza èbuona o cattiva non facciamo altro che esprimere ino
che gli uomini dovevano imitare, e le regole della condotta umana non appar stri desideri e le nostre avversioni. Pur non essendo equivalente ad essa, questa
vero necessariamente di divina istituzione. Ciò si verifica, invece, in fasi suc posizione è sostenuta dalla teoria (formulata chiaramente da Hume, e poi ri
cessive; nelle religioni altamente sviluppate, tutti i comandamenti morali tro petuta in varie versioni per tutta la storia del positivismo ) secondo cui i giudizi
vano posto in un contesto religioso). Ma si può sostenere che la filosofia mora di valore e le espressioni normative non possono essere inferite logicamente da
le, comprese le posizioni scettiche e relativistiche sui giudizi di valore, si ebbe asserzioni empiriche. Quando si dice «Si devono mantenere le promesse», o
come prodotto secondario dall'estensione dei contatti tra gruppi diversi, dotati «La tortura è male, indipendentemente dalle circostanze», non si dice nulla la
di tradizioni mitologiche diverse e diversi costumi. La sfida dell'«alterità» deve cui verità o falsità possa mai essere materia di disputa; anzi, non si dice nulla
aver stimolato uno sforzo intellettuale inteso a difendere la validità delle pro che riguardi le promesse o la tortura; non si fa altro che rivelare il proprio
prie specifiche credenze morali, privandole cosi della loro «ovvietà». stato emotivo.
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  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] FILOSOFIA FILOSOFIE Giulio Giorello e Marco Mondadori — FILOSOFIA/FILOSOFIE pag.5 G aetano C a l a b r o — DATO pag.l l Leszek K o l a k o wsk i — ET I C A p a g . 1 8 Krzyszstof Pomian — FILOSOFIA/FILOSOFIE pag.39 G aetano C a l a b r o — RAGIONE p ag.6 7 RAZIONALE/IRRAZIONALE p ag. 7 5 SOGGETTO/OGGETTO pag.84 Michel Tibon-Cornillot — UGUAGLIANZA pag.89 G aetano C a l a b r o — VALORI p a g . 1 0 9 VERO/FALSO p ag.1 1 4 VOLONTÁ p ag.1 2 1
  • 2. Filosofia/filosofie IO6 I07 Filosofia /filosofie ò! O Cl + !G a O O O òl OO0 G W c O cò al + O Val Clal cò Q ccl G Q al G + c! V N O.ca l c! à0Cl V O a! V W N .E wO V 4 à0 O G NGòl M al V '4 N !I I al N al cl ca aò N '4 al òù + +òl VV O ca G v V al Q c 4V W V e E Q òù al • V + V cò ào E E VQV VOOV OGOV Cl 4 òù Q O O òl W ca OQ +, Gal al al G òù al V V V V V V H V òl òl òù cl cn cn 00 à0 M 00 o o EV V 6dato z 3 3 4 6 6 5 z 4 z 4 6 5 3 5 5 5 ' 2 6 s 4 7 4 5 4 7 5 etica 3 4 5 3 5 2 4 3 2 4 3 2 S 4 2 5 2 75 33 6 z filosofia/filosofie 6 5 6 676 875 8 7 4 3 6 4 6 6 4 4 4 6 6 65 5 4 7 2 55 z 7 4 3 5 4 ragione 7 6 3 z 6 4 3 4 2 4 S 4 3 3 ' 4 S 4 3 7 6 razionale/irrazionale z 3 • 3 6 3 ' 4 3 6 3 4 6 3 4 4 44 5 4 3 7 3 soggetto/oggetto 6 z 4 • 6 8 4 7 473S 355 8 7 4 7 ' 3 • 8 4 5 6 8 63 4 5 3 4 39 uguaglianza 7 3 2 2 2 2 2 43 7 3 3 4 2 6 z valori 5 3 6 s 6 6 • 6 6 3 8 z 5 4 7 6 vero/falso 6 6 5 z 7 3 S5 3 2 3 5 3 3 7 5 3 5 7 3 2 3 2 5 2 4 4 7 s 8 4 45 ' 2 5 4 5 5 6 8volontà 6 3 3 ' I 5 4 3 2 2 I 3 2 3 4 S ' 2 73 65 3 I cl !ù N cl 4 Q Q W Oal IU !ù+ cò 4 ccl Q O O O òù G !0 E W O O al Q G O al ,+ al N O O òù QG, VWG, N l-c 4 G p 4 O cc Q O Q ò! V Q ccl W Z) aa ca O E K Q O ca ca Nal Q G EO E G O C) Qcò QV 4 O W + O H 4 !C 00 E Orà O 00 O la Q 4 + + c ca 'E E E ca O l !0 O O!ù W 4 Q O + 4 4 Q G G ! 8dato • 4 ' 6 62 2 5 4 5 5 S 7 4 64 5 4 2 3s 3 5 2 6etica 5 3 s 3 2 3 4 4 3 4 4 4 4 8 6filosofia/filosofie 6 4 6 8 5 6 3 S 7 7 7 5 7 3 5 3 Ss 846 5 535 6 7 4 4 6 6ragione 6 6 3 5 3 6 7 4 4 6 3 67 5 3 3 5 4 5 4 6 4 3 razionale/irrazionale Z I • 6 6 I 5 5 6 5 7 6 5 z 765 6 4 3 3 5 3 6z 2 3 4 5 8soggetto/oggetto 6 6 8 9 7 4 4 s 6 s3 4 7 7 8 4 4 7S 443 3 5 7 7 6 uguaglianza 3 3 5 3 3 4 ' 5 73 2 ' 4 35 3 z 3 • 4 6 3553 33 3 4 5 valori 6 6 6 6 6 6 6 7 5 4 8 4 8 7 6 S 2 5 4 5 4 64 4 5 5 6 3 5 vero/falso 6 3 4 6 3 5 4 I 3 73 5 4 46 6 3 4 9 S 3 5 5 5 5 5 5 volontà 2 7 5 5 7 3 4 2 4 6 3 3 6 5 4 5 3 6 3 4 6
  • 3. Filosofia/filosofie io8 I 09 Filosofia/filosofie dato l0 o o + oN Q O ccl 00 c0 cà à0 o l i O Ncà filosofia/ccc fllosofiel0 ccl ccl V c w ~ à0 o o O c0 bs c c c O o o b s Q + àsCl c0 O c c0 ccl cci Q vero/falso soggetto/oggetto 7 4 6 2 3 4. v alori~ sogget t o/ filosofia/filosofie 3 3 4 3 5 4 3 2 5 oggetto vero/falso z 6 2 2 3 2 I I 2 razionale/ ~ ug uaglianza dato 2 4 I 3 irrazionale volontà 2 3 4 I 5 etica 2 2 3 ragione M volon tà valori 6 6 • 4 4. 2 razionale/irrazionale 3 2 2 2 5 2 ragione 3 4 5 3 uguaglianza etica
  • 4. ambiguità allegoria competenzs/esecuaione codice Filosofia/filosofie fonetica immagine avanguardia grammatica metafora Filosofia/filosofieclassico concetto analogia e metafora lessico segno critica esistenza argomentazione lingua significato essere interpretazione lingua/parola simbolo filologia bego/brut/«è,;, letteratura fenomeno linguaggio creatlèitl' maniera sstratto/concreto forma inctl'lcs espreszione dialettica idea poetica scinwifics fantastico alfabeto retorica identità(di/ferenza proposizioneegiudizio sens%ignificato gusto ascolto mediazione traduzione imitazione opposizione/conuaddizione universali/particolari gesto immaginazione anthropos lettura cultura/culture qualità/quantità progetto atti linguistici luogo comune etnocentrismi totalità riproduzion%iproducibiliià dicibil%ndicibile orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura . decisione uno/molti enunciazione comunicazione parola fimione spazialità arti distribuzione statistica presupposizione e allusione errore ritmo gcncrl giochi referente informazione scrittura artigianato etica== narrazione/narrstività artista induzione statistica voce stile acculturazione attribuzione probabilità ~sl & /Sl fi tema/motivo civiltà rappresentazione statistica ragione antico/moderno oggetto futuro cstastrofi tesso calendario produzione artistica teoria/pratica razionale/irrazionale ciclo selvaggio/barbsr%ivilizzato soggetto/oggetto decadenza armonia uguaglianza evento escatologia colore escrementi caos/cosmo melodia valori periodizzszione età mitiche disegno/progetta / fertilitàntmics/metncacurve e superfici infinito vero/falsa tempo/temporalità genesi abbigliamento msione nascita educazione scala geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente canto sensi generazioni invarisnte mondo alchimia progresso/reazione suon%umore corpo sessualità infanzia coltivazione natura stoi'Ia tonale/atonale danza cultura materiale 1t,l" /'// «O os servazione astrologia atlante vecchiaia morte maschera amore industriarurale cabala collezione vita/morte deduzione/àt reale ekmenti fnods desiderio materiali equivalenza unità documento/monumento XIOS dilferenziale esoterico/essoterico armi credenze ornamento fossile prodotti clinica formalizzazione frontiera dialetto hteria memoria scena funzioni angoscia/colpa logica pulsione cura/normalizzazione infinitesimale rovina/restauro guerra enigma castrazione e complesso possibilità(nectzsità y analisi/sintesi b imperi fiaba soma/psiche esclusion%ntegrazlone fuocolocale/globale referema/verità f anticipazione funeiene nazione mostro csnnibs/isnm sonn%ogno censura farmaco/droga homosistemi di riferimento ricorsività l ipotesi I identificazione e transfert misura tattica/strategia popolare dèi follia/delirio stabilità/instabilità ( inconscio mano/manufatto matematiche modello medicina/medicalizzszione proverbi hvino tecnica variazione alienazione x metodo struttura tradizioni nevrosi/psicosi eroi normale/anormale centrat%centrato teoria/modello coscienza/autocoscienza dcuiilgogls piacere utensile irdmszione salute/malattia combinatoria immaginazionesociale discrimiusanne sintomo/diagnosi wsgla grafo pace rxytéèions demoni alimentazioneapplicazioni mCssis labinnto serv%ignore cstm/jelfgtbilità IÈtrorc divinazionc agonismo assioma/postulato =.'Mlènnio casta animale uomorete tolleranza/hitoffèiiàlxs "'t«', '. chièrico/laico mit%ito cerimoniale continuo/discreto donna cucina causa/elfetto t. 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'persona festaUtoPIS tdrtura mythos/legna domesticamentodipendenzs/indipendenza abaco certezza/dubbio '',à«fifavolo . puro/impuro feticcio endogamis/esogamla violenza divisibilità origini famealgoritmo coerenza Crepia zèlàgiono glOCO famiglia dualità approssimazione , ,',„,tbertino sogno/vidone lutto incesto vegetale insieme calcolo categorie/cstàgorizzazione deterndnato/indeterminato i5 hbro Stl'egoncria .. regalità maschile/femminile razionai%lgebric%rascendente numero ",PCCCsto rito matrimonio simmetria zero ernpiris/esperienza coppiefilosofiche sacro/profano parentela caccia/raccolta strutture matematiche esperimento disciplina/discipline santità borghesi/borghesis totem '1 burocrszis dono trasformazioni naturali/ categorie encidopedia economia libertà/necessità innovszion%coperta uomo/donna clami eccedenteformazione economico-sociale metafisica controll%etroszione '/) f contadini lavoro pastorizia natural%rtificialeenergia nso/dissenso ideologia modo di produzione pnmltlvo analogico/digitate equilibri%quilibrio operstività rappresentazibpe ii'èlcntoriis/dittatura masse proprietà remprocità/ndistribumone auioma interazione paradigma ricerca .'intellettuali proletariato riproduzione previsione epossibilitàintelligenza artificiale ordine/disordine i li bertit rivoluzione transizione riduzione abbondanza/scarsità macchina organizzazione Inaggioranzs/minoranza ripetisione bisogno programma semplic%omplesso partiti scienza, consumo simulazione sistema ap prendimento politica amministraaione accumulazione lnlposla strumento spiegazione soglia ve comunità capitale lusso vincolo nficabilità/faleficabibtà +~ cervello autoregolazione/cquihbrazloneh comportamcnro . —;. ~àognixione I conflitto Oliai oro c stgcnto e condlzionamenxe: . ;--n & duzione/deduzione hsuetudine costlttlzronc distribuzione pesi c misure controllo socia/z,-== mnato/acquisito , I élite diritto democrazia/dittalnra fabbrica produzione/distribuxiono astronomia gergo emozione/motivaziohè : giustizia gestione ricchezza cosmologie grappe' atomo emolecola mente = ..: operazioni ,,' « ;istituzioni marginslità imperialismo scambio gravitazione pánsabilità impresa spreco luce conservszion%nvarianzs opinione entro iab quozienteintellettuale potdéd/aattomtà mercato materia entropia b povertà merce spazio-tempo atmosfera fisica y pubbgmq/privam propaganda moneta litosfera forza/campo i ruo1%tatusadattamento x difierenziamento abitazione socializzazione pianificazione oceani moto f evoluzione immunità acqua società profitto pianeti particefia l I. plasma / l d d l tè b log ambiente spazio sociale rendita sole Polimorfismo j integrazione città salario universo propagazione ( clima quanti / SPCC/e ' X mvecchiamento utilitàI relatività / organismo ecumene valore/plusvalore insediamento reversibilità/irreversibilità / regolsrione agricoltura catàiisi, .-' f sviluppo e morfogenesi migrazione città/campagna macromolzbdfzz«l'/ paesaggio colonie I metabelagk l popolazione commercio I omcosqtxt . > regione industria <organico/inorgankm=.. q eredità risorse spazio economico osmosi gene suolo svii ppo/soàosviluppo vl ns &g genotipo/fenotipo terra razza terntono san ue villaggio
  • 5. z45 Filosofia/fiilosofie Filosofia/filosofie Essenzialmente questo è la Critica della ragion pura (Kritilt der reinen Ver Dato, Etica, Filosofia/filosofie, Ragione, nunft, ip8p~).Essa, e gran parte delle filosofie successive, muovono precisamente Razionale/irrazionale, Soggetto/oggetto, Uguaglianza, dal paradosso dei cervelli in una provetta. Questo percorso viene in superficie Valori, Vero/falso, Volontà con estrema chiarezza nelle rifiessioni kantiane: il concetto di oggetto del reali smo metafisico come qualcosa che rimane esterno ed estraneo al soggetto è in compatibile con la pretesa che la nostra conoscenza sia «oggettiva», come mo stra il paradosso dei cervelli in una provetta. Il realismo metafisico presuppone i. Cer velli in una provetta. per l'appunto ciò su cui verte la «questione trascendentale» kantiana: esso as sume un mondo sussistente per sé che deve essere ricondotto in qualche modo In realtà, non stiamo scrivendo questo testo +Filosofia/filosofie+. Ci sembra. alla mente autocosciente concepita come essenza sostanziale e autosufficiente. Tutto ciò che vi è sono due cervelli che galleggiano in una provetta piena di un Com'è possibile allora che l'essere, le qualità delle cose, l'estensione e il liquido nutritivo e i cui terminali nervosi sono collegati a un Calcolatore. Il Cal movimento si trasformino in rappresentazione, trapassino nel pensiero e si ri colatore invia ai nostri cervelli esattamente la stessa configurazione di stimoli specchino in questo? Il realismo metafisico risponde a questa domanda sempli che avremmo se davverostessimo scrivendo Filosofia/filosofie. E se tutti noi es cemente postulando un «meccanismo» profondo che armonizza i termini della seri umani fossimo cervelli in una provetta e case, cavalli e belle donne fosse coppia +soggetto/oggetto+, L'«armonia prestabilita» di Leibniz era in questo ro anch' essi solo configurazioni di stimoli inviati dal Calcolatore? Se tutto ciò senso esemplare. Ma, come afferma Kant, «quando si tratta di determinare l'ori che crediamo vi sia fosse una semplice illusione? Naturalmente, oltre ai cervelli gine e la validità delle nostre conoscenze, è la cosa piu inadatta che si possa sce in una provetta e al Calcolatore, potrebbero esservi altri tipi di oggetti che ci gliere». eludono sistematicamente. L'arredamento del Mondo sarebbe allora costituito La «rivoluzione copernicana» di Kant consiste precisamente in questo : nel da questi strani tipi di oggetti, dai cervelli nella provetta e dal Calcolatore. Tut lo spostare all'interno della mente il criterio stesso della realtà. Si tratta per Kant ta la nostra esperienza, ogni possibile+ dato+ sarebbe solo «sofisticheria e ingan d'individuare nell'ambito della conoscenza quelle sintesi e quelle forme di con no». È questo il problema di Descartes che riorienta interamente lo spazio della nessione a cui la rappresentazione deve la sua oggettività. Non importa qui la filosofia:la filosofia moderna decolla assumendo come problema fondamentale, specifica soluzione kantiana alla questione, quanto la sua struttura generale. come problema cioè dalla cui soluzione dipende quella di tutti gli altri, il pro Contro il realismo metafisico l'idealismo kantiano rifiuta la tesi di fondo per cui blema dellaconoscenza. la struttura del mondo è completamente determinata indipendentemente dal La filosofia moderna inizia infatti con la supposizione che, per dirla appunto l'attività della mente. L'oggettività della conoscenza non può dipendere dal ri con Descartes, «vi sia, non già un vero Dio, che è fonte sovrana di verità, ma un specchiamento di una realtà non concettualizzata e quindi a noi inaccessibile, certo cattivo genio, non meno astuto e ingannatore che possente, che abbia im bensi dalla sua conformità a regole generali, a leggi universali. piegato tutta la sua industria ad ingannarmi. Io penserò che il cielo, l'aria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le cose esterne che vediamo non siano che illusioni e inganni di cui egli si serve per sorprendere la mia credulità. Con z. I n ei della signora Bloom. sidererò me stessocome privo affattodi mani, diocchi, di carne, di sangue, co me non avente alcun senso, pur credendo falsamente di avere tutte queste cose». Come altre controversie filosofiche, anche questa sulla oggettività della co Ma allora, come è possibile la conoscenza? Questa domanda esemplifica uno noscenza, sulla relazione tra mente e mondo, o tra soggetto e oggetto, sembra degli schemi piu comuni di problema filosofico. Nell'impresa scientifica lo sche totalmente estranea alle preoccupazioni dello scienziato. Ma, se solo si ammet ma abituale è 'Perché è vero che p?' ove p è un asserto arbitrario ; nella rifiessio te che la deduzione svolga un ruolo essenziale almeno nelle scienze mature, al ne filosofica, invece, lo schema è piuttosto 'Come è possibile che p?' (Tra l'al lora soluzioni differenti al problema mente/mondo fanno una differenzapro tro, questa diversa aggregazione per schemi dei problemi filosofici e di quelli fonda rispetto alla stessa pratica scientifica. In questa controversia è infatti in scientifici non esclude interrelazioni: nella domanda filosofica 'Come è possi gioco la nozione stessa di verità. Se si rifiuta, come fanno gli idealisti, la tesi di bile che p?' p può essere un asserto scientifico; si ricordi ancora Kant: come è fondo del realismo inetafisico, cade la possibilità stessa di una nozione di veri possibile la matematica pura> come è possibile la fisica di Newton?) Sono dati tà come corrispondenza a una realtà non concettualizzata e la verità diventa ne certi argomenti «plausibili » che sembrano escluderela possibilità stessa che qual cessariamente una qualche versione delI'«asseribilità garantita». L'opposizione che assertoritenuto vero, «ovvio», sia davvero vero! In sostanza, ci sitrova di +vero/falso+ cessa allora di essere regolata dal «principio di bivalenza», dal prin fronte a una tensioneentro il nostro stesso apparato concettuale, tensione il cui cipio cioè secondo cui ogni proposizione è determinatamente vera o falsa. Ma esito è una spiegazione filosofica. questo implica che intere classi di deduzioni classicamente valide debbono es
  • 6. Sistematica locale z46 z47 Filosofia/filosofie sere rifiutate, come pure qualunque conclusione lo scienziato abbia «stabilito» «verificato» dal metodo scientifico ; dunque, tali asserti sono semplici «espres a loro mezzo. Questa conseguenza fu indicata in modo esplicito da Brouwer sioni di emozioni». Curiosamente, questa concezione dell'+etica+ fu proposta e all'inizio del nostro secolo. Non basta. La soluzione idealistica non sconvolge difesa proprio da quei neopositivisti la cui concezione «verificazionista» del si solo la logica, ma le stesse matematiche, nella misura in cui implica una critica gnificato costituiva un passo decisivo nella direzione dell'idealismo e un impli radicale ai modi classici di formazione dei concetti. Qui cade in primo luogo il cito abbandono del realismo metafisico. Il Carnap della Costruzione logica del concetto classico di continuo e si configura una nuova analisi «incommensura mondo (Der logische Aufbau der Welt, i9z8) e degli anni immediatamente suc bile» con quella classica: non solo alcuni teoremi classici debbono essere rifiu cessivi avrebbe certo rifiutato questa caratterizzazione: egli sostenne infatti tati, ma risultano dimostrabili teoremi che contraddiconoteoremi classici. Né esplicitamente che il punto di vista del Circolo di Vienna era neutrale rispetto a questa è una semplice ricostruzione razionale retrospettiva. Questa rete di rela queste due grandi opzioni «metafisiche». Gli sfuggiva tuttavia che la concezione zioni tra soluzioni alternative alla controversia filosofica +soggetto/oggetto+ da verificazionista del significato è incompatibile con il principio di bivalenza, e un lato e modi diversi d'impostare la ricerca scientifica dall'altro era percepita da dunque con il realismo metafisico inteso come la dottrina per cui i nostri as gli stessi scienziati del tempo. In un simposio ad Amburgo nel i9zz, Hilbert si serti intorno al mondo sono determinatamente veri o falsi indipendentemente scagliava contro «le false vie» con cui Brouwer e il suo «mastino» Weyl tenta dalla possibilità di una qualunque mente di riconoscerli come tali. Dummett vano di risolvere la «crisi dei fondamenti» in nome dell'« integrità» della mate (in Truth and Other Enigmas,I978) ha anzi suggerito che un modo piu fecondo matica classica, Per Hilbert il programma «idealistico» (e Brouwer riconosceva di affrontare la controversia realismo metafisico / idealismo consiste nel vederla esplicitamente il proprio debito filosofico nei confronti di Kant )semplicemente non come una controversia sulle relazioni tra soggetto e oggetto, o mente e mon «dissipava i nostri piu ricchi tesori ». Non si trattava però solo di questo : si trat do, bensl come una controversia circa il modo in cui viene assegnato un signi tava piuttosto di uno schema concettuale alternativo che dava «nuovi tesori». ficato agli enunciati del nostro linguaggio, e cioè nell'ambito della teoria del Differenti intuizioni profonde sottostanno a realismo metafisico e idealismo. significato. Da questo punto di vista, la teoria del significato piu promettente, Il realista «vede» il mondo come un «romanzo» scritto da Dio, un romanzo at una qualche versione di quella proposta da Wittgenstein nelle Ricerchefilosofi tualmente infinito. Perciò, ogni questione ha in esso obiettivamente una rispo che (Philosophische Untersuchungen,i94I-49 ), essendo incompatibile con il prin sta, la conosciamo o meno noi esseri umani finiti: per ogni enunciato, o esso o cipio di bivalenza, implicherebbe indirettamente la falsità della tesi centrale del la sua negazione saranno implicati dal romanzo. Ne segue immediatamente che realismo metafisico, e cioè che esista un mondo completamente determinato in la nozione di verità deve soddisfare il principio di bivalenza. Anche l'idealista dipendentemente dall'attività della mente, o delle menti. «vede» il mondo come un «romanzo», ma come un romanzo non scritto da Dio Comunque si affronti il problema, la sostituzione della concezione classica ma che la mente (Kant) o le menti (Peirce, Putnam) stanno scrivendo. Perciò, della verità come corrispondenza ai fatti con una nozione di verità basata su in ogni dato istante di tempo solo una parte della storia sarà completata. In tal una qualche versione della nozione di «asseribilità garantita» sposta significati caso, non necessariamente ogni questione ammette una risposta e il principio vamente il confine tra razionale e irrazionale. Se infatti la nostra nozione di ve di bivalenza cade. È come se Joyce stesse scrivendo Ulysses equalcuno chiedes rità, la nozione cioè che «regola» la crescita stessa della conoscenza scientifica, se: Molly Bloom ha un neo sulla natica sinistra? A questa domanda non neces-. è essenzialmente « immersa» nei criteri che di fatto governano la comunità scien sariamente vi sarà una risposta. Tuttavia, l'idealista suppone che ogni romanzo tifica nell'accettazione e nel rifiuto delle teorie via via proposte, ne segue che i possa essere continuato indefinitamente. Perciò nulla vieta a priori che vi sarà +valori+ sono essi stessi costitutivi dei « fatti». Da questo punto di vista infatti una risposta cosi come nulla lo garantisce a priori. la crescita della conoscenza non si riduce a un sempre migliore adeguamento delle nostre rappresentazioni soggettive ad un mondo dato indipendentemente da esse, ma si articola in una successione di rappresentazioni che, in quanto 3. Ideali di fioritura umana totale. possiedono certe «virtu», contribuiscono via via a costituire il mondo. Peirce amava ripetere che «l'opinione che è destinata ad essere accettata alla fine da L'abbandono della nozione «classica» di verità come corrispondenza ai fatti tutti coloro che praticano la ricerca è ciò che intendiamo per verità... Perciò, la non sconvolge solo la dicotomia +vero/falso+, ma obbliga a ripensare, come con realtà è dipendente da ciò che alla fine penseremo di essa». Ma dato che «ciò che seguenza, un'altra ben radicata dicotomia, quella+razionale/irrazionale+. Finché illa fine penseremo di essa» dipende essenzialmente dalle scelte tra le rappre sopravvive un mondo di fatti indipendenti dalla mente, o dalle menti, risulta s«ntazioni alternative da noi stessi costruite che operiamo ad ogni stadio finito plausibile identificare il dominio del razionale con il discorso scientifico, inteso della ricerca e dato che queste scelte sono regolate da valori, la realtà stessa fi come un tipo di discorso la cui regola dominante è l'accordo con i «fatti». I nisce necessariamente per dipendere dai valori. Quali sono questi valori? Uno +valori+ vengono in tal modo respinti nel dominio dell'irrazionale. Non facendo di essi è senza dubbio la convergenza. Come notava Peirce, «tutti quelli che parte dell'«arredamento del mondo», nessun asserto intorno ai valori può essere lu;iticano la ricerca sono animati da una vivace speranza, che i processi della
  • 7. Sistematica locale z48 z49 Filosofia /filosofie ricerca, se solo vengono spinti sufficientemente avanti, daranno una soluzione l'evento i manuali ricostruiscono d'abitudine il passato di una data disciplina: certa a ciascun problema cui vengono applicati... Essi possono inizialmente ot la relatività degli standard di metodo, la varianza di significato dei termini du tenere diversi risultati, ma come ciascuno migliora i suoi metodi, si scopre che rante la transizione, il disporre di un complesso di +dati+ non neutri, ma «ca i loro risultati convergono stabilmente verso un unico risultato». Non si tratta richi di teoria» mostrano a loro volta come la «costituzione del reale» che si pro tuttavia di una semplice «speranza» ; si tratta piuttosto della determinazione da duce con la crescita della conoscenza scientifica sia qualcosa di piu del semplice parte dei ricercatori a costruire le teorie successive in modo che non si limitino a formarsi di una «verità per consenso»: la «disparità concettuale» (Frank), l'in «salvare» le predizioni vere di quelle precedenti, ma inoltre «salvino» le stesse commensurabilità delle teorie rivali (Feyerabend), i «modi conflittuali di vedere leggi di queste ultime, le includano cioè come casi limite, e dunque a scegliere il mondo» (Ajdukiewicz), ecc. rivelano una piu complessa dinamica di consenso/ fra teorie alternative una di quelle che soddisfano tale condizione di «conver dissenso entro la stessa impresa scientifica. genza». Proprio l'enfasi sulla convergenza chiude il ribaltamento che si era ini D'altra parte nulla a priori garantisce che «quelli che praticano la ricerca» ziato coli'ammissione che le nostre rappresentazioni costituiscanoil mondo. La riescano in ogni caso particolare a soddisfare una condizione come quella di con domanda di base non è infatti piu quella tradizionale 'Qual è (se ve ne è mai vergenza. Un insuccesso potrebbe dipendere da una mancanza di creatività o di uno) il posto dei valori in un mondo di fatti (indipendente dall'attività della fortuna, oppure anche dal fatto che ogni teoria che soddisfa questa condizione mente o delle menti ) >' ma piuttosto 'Qual è il posto dei fatti in un mondo di violi altri valori accettati. Per esempio: l'obiettivo di conservare quanto piu è valori >' La convergenza restituisce, in senso non banale, il e mondo dei fatti »: possibile i «meccanismi» di una teoria precedente (ovvero mostrare che tali mec non come premessa di modellizzazioni e teorizzazioni che riflettono il reale, ma canismi sono «casi limite» di nuovi meccanismi) è spesso il modo piu difficile come esito di un processo di costituzione del reale stesso. Infine la stessa dicoto per ottenere una teoria che conservi le vecchie predizioni osservative, qualora mia fatti /teorie che attraversa tutto l'empirismo moderno può trovare in questo siano state corrette, e incorpori al contempo nuovi dati osservativi. Il persegui quadro concettuale una riqualificazione di tipo realistico,senza però compro mento di un valore può trovare un vincolo nell'accettazione di altri valori. mettersi coi «meccanismi profondi» invocati dal tradizionale realismo metafi Di piu: non si tratterà necessariamente solo di valori «interni» alla ricerca, sico. È il punto di vista che qualcuno (Boyd, Putnam) ha chiamato «realismo come appunto la convergenza, o la semplicità, o la coerenza, o il potere predit scientifico» non ritenendolo necessariamente in conflitto con la prospettiva idea tivo ed esplicativo, e cosi via. La ricerca scientifica è immersa in una rete di listica abbozzata nei due paragrafi precedenti. Qui svolge un ruolo essenziale la istituzioni che sono parte della società umana nel suo complesso : dalle scelte di nozione di verità approssimata. Infatti il realismo «scientifico», come ipotesi quest'ultima dipende la loro stessa sopravvivenza. Essa perciò dovrà fare i conti empirica globale, si articola su due principi: i ) tipicamente i termini di una con gli ideali di «fioritura umana totale» (e cioè non solo conoscitiva) in essa in scienza matura hanno un riferimento ; z) tipicamente le leggi di una teoria ap conflitto. partenente a una scienza matura sono approssimativamente vere. Gli scienziati Un solo esempio. Difficilmente una spiegazione del superamento dello sche agirebbero come agiscono perchécredono a i) e z) e la loro strategia funziona ma scientifico aristotelico da parte di quello galileiano-newtoniano in termini di perché i ) e z) sono veri. Se questa tesi(dovuta soprattutto a Boyd) è corretta, le criteri « interni » può essere completamente soddisfacente, Ikoyré, Burtt, Popper nozioni di verità e di riferimento consentono una spiegazione di tipo causale e molti altri hanno naturalmente sottolineato il ruolo di concezioni metafisiche nellateoria della conoscenza: come è statoosservato da Putnam, i) e z) fungono generali in questa rivoluzione. Lakatos le ha addirittura considerate parti inte da premesse in una spiegazione del comportamento degli scienziati (per esem granti della struttura di un «programma di ricerca scientifica». Questo non è pio nella fisica e in quelle altre discipline ove euristicamente è tipicamente al ancora sufficiente. Di volta in volta infatti tali concezioni metafisiche generali l'opera qualche sorta di «principio di corrispondenza»: si pensi all'esemplare sono state viste semplicemente come schemi che determinano l'ontologia di proposto da Bohr per la transizione dalla teoria classica a quella quantistica) e base dell'universo, o come gli standard per una spiegazione scientifica soddi del successo della scienza utilizzando essenzialmente concetti della semantica sfacente, oppure ancora come ricette euristiche. La nozione di ideale di fioritu referenziale. ra umana totale è piu forte: essa include anche una determinazione del valore La condizione di convergenza non esclude però la possibilità di rivoluzioni dell'uomo e degli scopi di quella forma di cooperazione di base che sono le so scientifiche ; le rende semplicemente piu interessanti. Il trapasso da uno schema cietà umane. Il conflitto tra diversi ideali di questo tipo ha certamente svolto concettuale a uno «incommensurabile», che (come, con differenti motivazioni, un ruolo importante nel superamento dello schema aristotelico con quello hanno di recente sottolineato Kuhn e Feyerabend, riprendendo una tematica galileiano-n ewtoniano. già affrontata dai convenzionalisti dell'inizio del secolo — Poincaré, Duhem, Le In tal caso la stessa distinzione interno /esterno slitta: nelle scelte di «quelli Roy — e riemersa negli anni 'go nello stesso ambito neopositivista — con Ajdu che praticano la ricerca» entrano infatti non solo i tradizionali criteri «interni », kiewicz e Philipp Frank soprattutto ) segna il momento piu alto di una «rivolu sia pure estesi fino ad includere concezioni metafisiche generali, ma anche « ideali zione scientifica», non avviene nella maniera «pacifica e lineare» con cui dopo di fioritura umana totale». La +ragione+, persino nel senso stretto di ragione
  • 8. Sistematica locale 250 25I Filosofia /filosofie scientifica, non si riduce perciò a una «scatola nera», a un semplice meccanismo circostanze non si starebbe molto meglio poiché allora le nostre azioni, pur non computazionale di progettazione di mezzi migliori per realizzare fini dati, ma essendo piu determinate dalla «necessità», dipenderebbero dal «caso». Putnam di fatto include metodi che consentono di discutere intorno agli stessi fini e ha ragione quando afferma che questa obiezione sposta la questione: la posta in dunque di operare scelte razionali intorno ad essi. gioco non era infatti quella della responsabilità morale ma solo quella della li bertà del volere. Conviene interrompere questa discussione poiché le obiezioni alla libertà del I894. volere basate sulla fisica sono sempre meno in voga (non perché siano poco in teressanti, ma soprattutto perché i filosofi conoscono sempre meno la fisica). Questa però è una corsa ad ostacoli. Superato (ma è proprio cosi>) il primo, Attualmente, sono piu di moda le obiezioni del tipo r984. Questa volta non è quello dei cervelli in provetta, con il matrimonio tra conoscenza ed +etica+, si Newton con il suo meccanicismo, ma sono Marx, Freud e, piu recentemente, profila subito un altro ostacolo, non meno onorato dalla tradizione filosofica. Wilson, a minare la libertà del volere con i loro « falsa coscienza», «inconscio», Se la conoscenza implica scelte (in parte di tipo etico), scelta implica libertà del «istinto». Tale libertà sarebbe in realtà un'illusione poiché le nostre scelte sa la +volontà+. Ma vi sono molti argomenti contro la possibilità stessa che la vo rebbero determinate, oltre ogni possibilità di controllo razionale, da interessi lontà sia libera, Vi sono in primo luogo gli argomenti basati sulla fisica. Ogni es di classe, pulsioni inconsce, strutture biologiche. L'ipotesi di «soggetti liberi di sere umano è ovviamente anche un sistema fisico. Il suo comportamento, come scegliere» si ridurrebbe a una semplice mistificazione che liquida intere gene quello di ogni altro sistema del genere, è perciò governato (anche) da leggi fi razioni di sociologi, psicologi e biologi. Sarebbe parte di un «paesaggio imma siche. Ma le leggi che governano i sistemi fisici soddisfano due postulati, qui ginario» totalmente estraneo al paesaggio reale delle «amministrazioni totali» riportati nella formulazione di Accardi e Dohrn: — non utopie negative del tipo r984, ma pienamente realizzate nel 'capitalismo i) Per ogni sistema fisico esiste un complesso B di grandezze osservabili maturo — oppure ancora al nostro «paesaggio genetico». Questa descrizione tra loro indipendenti e tali che il valore assunto da ogni altra grandezza semplifica e aggrega posizioni molto diverse tra loro. Esse condividono però lo riguardante il sistema in un dato istante è esprimibile come funzione dei stesso atteggiamento di fondo : tale ipotesi sarebbe cosi sistematicamente violata, valori assunti dalle grandezze di B in quell'istante. se per «soggetti» s'intendono i soggetti reali e non qualche loro surrogato filo z) Conoscendo i valori delle grandezze dell'insieme B a un dato istante, è sofico, da risultare totalmente vuota. possibile determinare i loro valori in ogni istante futuro (e quindi a causa Vi è tuttavia almeno una interpretazione di quest'ipotesi che la rende mi della condizione i, anche i valori futuri di una qualsiasi altra grandezza). gliore della sua negazione. Sotto tale interpretazione, la sua giustificazione sta essenzialmente nella capacità dei soggetti reali di classificare le azioni umane co La seconda condizione èuna formulazione in prosa della famosa metafora me risultato di una libera scelta oppure come determinate da cause(di vario di Laplace:un demone che conoscesse posizioni e momenti di ciascuna parti tipo) indipendenti dalla loro volontà, anzi nella capacità di graduare una qual cella dell'universo in un dato istante di tempo potrebbe prevedere con certezza siasi azione tra questi due estremi. Le stesse attribuzioni di merito e di respon tutta la sua storia futura. Si tratta del postulato del determinismo. Conclusione: sabilità, ai vari livelli, etico e giuridico, sono basate proprio su questa capacità. la necessità fisica escludela libertà della volontà. Obiezione (ovvia) : i due postu Si tratta naturalmente di una capacità pratica, certamente non formalizzahile, lati precedenti caratterizzano la fisica classica,la concezione meccanicistica del per cui non c'è alcun algoritmo, ma nondimeno perfettamente reale. Dopo tutto, mondo; proprio il loro abbandono segna la svolta dalla fisica classica alla mec come ha notato Putnam, su capacità pratiche di questo tipo si basa la possibilità canica quantistica. La nuova fisica, quella basata sul principio d'indetermina stessa non solo dell'applicazione di una teoria fisica al mondo reale, ma anche zione di Heisenberg, è,per ilsuo carattere essenzialmente statistico, perfetta della sua stessa costruzione. Non basta. Tale capacità è sensibile ad argomenti. mente compatibile con la libertà della volontà. Risposta: gli esseri umani sono È di nuovo semplicemente un fatto che, dopo una riflessione o una discussione sistemi fisici macroscopici. Ma le deviazioni della meccanica quantistica dalla sufficientemente prolungate, siano disposti a spostare una data azione da una meccanica classica cominciano ad essere rilevanti quando, e solo quando, le classe all'altra. Sotto questa interpretazione, l'ipotesi di «soggetti liberi di sce masse coinvolte sono piccole rispetto alla costante di Planck, e cioè per sisteini gliere» non solo non è incompatibile con dati sociologici, psicologici o biologici, microscopici. Dunque, l'incompatibilità tra necessità fisica e libertà della volontà ma ha un contenuto solo alla luce di essi: infatti, la nozione stessa di azione che sopravvive anche alla rivoluzione quantistica. Meglio interrompere qui questa risulta da una libera scelta conserva un significato proprio sullo sfondo di azioni successione di obiezioni e risposte, segnalando solo che l'ultima risposta non è che tali non sono. soddisfacente, come ha mostrato Anscombe in suo recente saggio. Bene: si as Infine, l'ipotesi in questione, ma non la sua negazione, è coerente con quello sume che tra i molti frutti della rivoluzione quantistica vi sia anche la possibilità stesso ideale di fioritura umana totale che almeno alcuni dei suoi critici sem della libertà della volontà e si accantona l'ulteriore obiezione che anche in queste brano sostenere: nessunprogetto di liberazione (comunque lo si voglia riempire)
  • 9. Sistematicalocale z53 Filosofia/filosofie risulta possibile senza di essa, a meno di cadere nel paradosso della sociologia servare il suo essere, in tanto è impotente», come dice Spinoza nell'Ethica [IV, della conoscenza, a meno di assumere cioè l'esistenza di élite miracolosamente zo]. Il fascino de!l'approccio noto come «utilitarismo morale» sta forse proprio capaci di sfuggire a ogni condizionamento e d'indicare la via ai comuni esseri nella promessa di una costituzione dei +valori+ muovendo dal principio della umani. massimizzazione dell'utilità attesa da parte di soggetti razionali. Questo approc cio (ma non solo esso) presuppone, come già osservava piu di un secolo fa John Stuart Mill, che ciascuno sia «l'unico autentico guardiano della propria salute Come doreremmo vivere' sia fisica sia mentale e spirituale». L'asserto milliano dunque contiene in nuce il cosiddetto principio della sovranità del consumatore, assai discusso nel con Si è cominciato con il modo in cui due filosofie particolarmente influenti, testo dell'«economia del benessere»: gli interessi di ciascun individuo devono realismo metafisico e idealismo, affrontano uno dei problemi centrali della fi essere definiti fondamentalmente nei termini delle sue proprie preferenze per losofia, quello della natura della verità. Si è visto che la riorganizzazione dello sonali e non nei termini di ciò che qualcun altro pensa sia «bene per lui». spazio +vero/falso+ difesa dall'idealismo ha conseguenze profonde sia sulla di Già si è visto — nel paragrafo precedente — come approcci del genere pre cotomia +soggetto/oggetto+ sia su quella +raziona!%rrazionale+ e piu in par sentino alcuni vantaggi su posizioni che slittano in forme di élitismo. Né le piu ticolare sul ruolo dei +valori+ nell'ambito di quel dominio a cui il realismo me o meno recenti spiegazioni delle motivazioni della «scelta morale» in termini di tafisico tende a restringere la razionalità, il dominio della conoscenza scientifica istinto o di condizionamento sembrano segnare una svolta nella riflessione sul in senso stretto. Anche la nozione di+dato+ muta su questo sfondo. Storicamen l'+etica+. Si supponga che, ad esempio, l'etica possa venir basata su istinti al te, il realismo metafisico ha assunto essenzialmente due forme: riduzionistica truistici e gregari che a loro volta sono il prodotto della selezione naturale: si e non-riduzionistica. Tuttavia, in entrambe gli è essenziale!'assunzione di un può allora obiettare che, quale che sia l'origine di tali impulsi, non basta subirli insieme di dati esterni e indipendenti dall'attività conoscitiva del soggetto. Que per essere etici. Non esiste un istinto che non produca conseguenze indeside sta nozione di dato scompare nell'idealismo: per l'idealismo l'unico dato di cui rabili sotto date circostanze : è stato osservato che in nome dell'altruismo si pos si disponga è la nostra conoscenza totale. Ma questa conoscenza totale, per la sono giustificare, per esempio, cannibalismo (piu cibo per i giovani ) e tortura sua stessa natura, è intessuta in modo inestricabile sia di « fatti» sia di valori. La (piu sicurezza per la collettività). Questi impulsi istintivi — ammesso che qui stessa+ragione+ scientifica deve allora riconoscere alproprio interno, come co vada cercata la motivazione al comportamento morale — andranno dunque strut stitutiva del suo tentativo di comprensione del mondo, una componente di tipo turati con regole e lo stesso vaglio dell'utilità di una regola avverrà mediante ra etico: ideali di fioritura umana totale. Questa componente sarebbe però vuota gionamenti plausibili, soggettivi e spesso controversi, in questo non dissimili da se non valesse l'ipotesi di «soggetti liberi di scegliere». È questo il p roblema quelli in cui si dispiegano, come si è visto, critica e crescita della conoscenza della libertà della +volontà+ in un mondo dominato dalla necessità, forse non entro l'impresa scientifica. piu quella del meccanicismo classico, ma quella connessa al funzionamento di Nella formazione di «funzioni morali» che aggreghino «funzioni di utilità una varietà di meccanicismi sociali, psicologici e biologici. L'ipotesi in questione individuali», assumendo particolari vincoli si può definire un particolare ideale si è tuttavia rivelata compatibile, in almeno una sua interpretazione, con questi di fioritura umana. Per esempio, ogni individuo deve avere un uguale diritto al dati. sistema totale massimo di uguali libertà fondamentali compatibile con un simile Essa non ha però solo un ruolo negativo: si è rivelata un potente strumento sistema di libertà di tutti e si ammette una restrizione della libertà solo a van per riflettere razionalmente sulla nozione di ideale di fioritura umana totale. taggio della libertà stessa. È questo un esito cui arrivano anche altri approcci, da Infatti un modo fecondo per affrontare una delle questioni di fondo dell'+etica+, motivazioni diflerenti (per esempio il contrattualismo di John Rawls). È co 'Come dovremmo vivere>', consiste nell'immaginare una comunità di soggetti munque un ideale in cui l'+uguaglianza+ risulta un valore subordinato rispetto liberi di scegliere e nel chiedersi quale ideale di fioritura umana totale essi sce a quello della libertà. Si tratta, ancora una volta, di un punto nodale nella trama glierebbero sotto opportuni vincoli. costituita dalla pluralità delle filosofie: su questo conflitto tra libertà e ugua In una influente tradizione (che unifica approcci differentemente motivati; glianza — che sono nozioni ampiamente «ramificate» di un processo di differen per fissare le idee, da Locke e Spinoza fino a Nozick, Putnam, ecc.) la « fioritura ziazione concettuale che muove da archetipi forniti dalla riflessione scientifica umana» muove dalla constatazione di una pluralità di individui, ciascuno con la (quello dell'identità nella logica, quello della libertà/necessità nella fisica) — e propria vita da vivere, che sono concettualizzabili come personein quanto sono sui modi per risolverlo compatibilmente con ulteriori +valori+, la discussione razionali, sono cioè capaci di fare piani di vita non solo a brevissimo periodo e nell'ambito dell'+etica+ sta ancora procedendo. [c.c. e M.M.]. d'impegnarsi a dare un senso alla propria esistenza. «Quanto piu uno si sforza e può ricercareilproprio utile,cioè conservare ilsuo essere, tanto piu è dotato di virtu; e al contrario, in quanto uno trascura il suo utile, vale a dire di con
  • 10. Sistematica locale 254 255 Ftlosofia /filosofie Rawls, J. zg7z A T h eory ofjustice,The Belknap Presa of Harvard University Presa, Csmbridge Mass. Albert, H. (trad. it. Feltrinelli, Milano zg8z ). zg68 Tr a ktat uberkritjsche Vernunft, Mohr, Tiibingen (trad. it. Il Mu l i no, Bologna zg7g). Toulmin, S. E. Carnap, R. z972 Human Understanding, I. The Collective Use and Evolution of Concepts, Clarendon Presa, zg66 Philosophical Foundations of Physics: an Introductionto the Philosophy of Science, Basic Oxford. Books, New York (trad. it. Il Saggiatore, Milano zg7z). Wittgenstein, L. Deleuze, G. [zg4z-yg] Phi l osophische Untersuchungen,Blackwell, Oxford z953 (trad. it. Einaudi, Torino zg68 Di fférenceet répétition, Presses Universitaires de France, Paris (trad. it. Il M u lino, z974 . Bologna z972 ). Dummett, M. z978 Truth and Other Enigmas, Duckworth, London. Feyerabend, P. K. z975 Against Method: Outline of an Anarchistic Theory of Knouzledge, Humanities Presa, New York (trad. it. Feltrinelli, Milano z979s). zg78 Sc ience in a Free Society, New L e ft B ooks, London; ed. riv. col titolo Erkenntnis fur freie Menschen, Suhrkamp, Frankfurt am Main zg8o (trad. it. Feltrinelli, Milano z98z). Foucault, M. zg66 Les mots etics choses,Gallimard, Paris (trad. it. Rizzoli, Milano zg68). Geymonat, L. z977 Scienza e realismo, Feltrinelli, Milano. Goodman, N. zg68 La nguages of Art. An Approachto a Tkeory of Symbols, Bobbs-Merrill, Indianapolis New York (trad. it. Il Saggiatore, Milano zg76). Habermas, J. zg68 Er k enntnis und Interesse,Suhrkamp, Frankfurt am Main (trad. it. Laterza, Bari zg7o ). Hanson, N. R. zg58 Pa t terns of Discovery. An Inquiryinto tke Conceptual Foundations of Science,Cambridge University Presa, London (trad. it. Feltrinelli, Milano zg78). Kuhn, Th. S. zg6z Th e Structure of Scientific Revolutions,University of Chicago Presa, Chicago (trad. it. Einaudi, Torino z978s). Lakatos, I. [zg6z-7gi Pr o ofs and Refutations. The Logic of Mathematical Discovery,Cambridge University Presa, London zg76 (trad. it. Feltrinelli, Milano 1979). zg78 Ph ilosophical Papers,Cambridge University Presa, London. Nozick, R. zg8z Ph ilosophical Explanations,The Belknap Presa of Harvard University Presa, Cambridge Mass. Popper, K. R. I959 The Logic of Scientific Discovery, Hutchinson, London (trad. it. Einaudi, Torino z97o). zg7z Ob jective Knotcledge, an Evolutionary Approach,Clarendon Press, Oxford (trad. it. Armando, Roma zg75). Preti, G. z957 Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino z975 . Putnam, H. zg78 Me aning andthe Moral Sciences, Routledge and Kegan Paul, London (trad. it. Il Sag giatore, Milano rg8z). zg8z Reason, Truth and History,Cambridge University Press, London. Quine, W. van Orman zg6o Word and Object, Mit Presa, Cambridge Mass. (trad. it. Il Saggiatore, Milano z97o).
  • 11. 377 Dato Dato Cosi il criterio di «verificazione» diventa talmente largo da rischiare di per dere ogni significato. La stessa metafisica finisce col poter essere considerata come verificabile, almeno come possibile sistema deduttivo fondato su una pro pria assiomatica e su proprie regole di derivazione-deduzione. Tuttavia, una ve x. En unciati e verità. rificazione non-fattuale non potrebbe essere che di natura sintattica e/o seman tica: comunque dipenderà esclusivamente dalle regole linguistiche del sistema Nella misura in cui si può affermare che la scienza e la conoscenza in genere in cui si colloca l'enunciato. Come nel convenzionalismo della fine dell'Otto hanno un punto di partenza, si riconosce oggi da varie parti, pur diversamente cento, pur nell'ambito di regole restrittive (quale ad esempio la non-contraddit ispirate, che la conoscenza non comincia con percezioni o osservazioni oppure torietà), di sistemi sintattico-semantici se ne possono costruire ad arbitrio, senza con la raccolta di dati o di fatti — come crede l'empirista ingenuo — ma con pro la preoccupazione di controlli fattuali. Verrebbe cosi a mancare la possibilità blemi, d'un confronto fra sistemi diversi, ciascuno dei quali sarebbe chiuso entro i pro Questo convincimento può essere considerato la conseguenza piu immediata pri postulati e incapace d'aprirsi agli altri. La capacità di «leggere» la realtà, delle molte «liberalizzazioni» subite dal cosiddetto «principio di verificazione» trascrivendola nei registri e nei linguaggi piu diversi, che è all'origine della piu da quando Schlick ebbe a formulario sulle orme di Wittgenstein. Ferma restan significativa tradizione scientifica moderna, rischia di nuovo d'essere compro do la chiusura nei riguardi del razionalismo metafisico, le concezioni, nel frattem messa, come ai tempi del vecchio positivismo e della sua crisi. po intervenute, hanno consentito l'ammissione nel discorso scientifico d'enun D'altra parte, sta di fatto che, pur se sono possibili innumerevoli sistemi sin ciati d'altre scienze che non fossero la mera fisica sperimentale. Oggi, infatti, tattico-semantici (non-fattuali ), soltanto alcuni tra di essi hanno avuto una reale non si ritiene piu necessario che ogni enunciato sia immediatamente traducibile evoluzione e subito un effettivo collaudo empirico e storico, costituendo cosi in fatti: è sufFiciente che sia associabile, anche per semplice corrispondenza, a quella che si dice una « tradizione» piu o meno articolata e stratificata di ipotesi enunciati (o classi d'enunciati ) fattuali ; e neppure occorre che tutti gli enunciati e di metodi, di dati o d'asserzioni-base (come anche vengono definiti), che rap del sistema lo siano, ma soltanto una classe di essi, la classe delle conseguenze, presenta una sorta di punto di partenza obbligato. In effetti, soltanto questi go mentre gli enunciati da cui queste ultime sono derivabili possono anche conte dono d'un'effettiva «oggettività», di riconoscimento «intersoggettivo», ma sul nere elementi di non-verificabilità. piano esclusivamente storico-pragmatico. Questa considerazione ci fa, quindi, Ma, anche cosi, resta pur sempre decisivo, se non per il singolo enunciato, risalire a quello che appare il limite inferiore d'ogni «verificabilità», che conferi almeno per l'intero sistema in cui l'enunciato è immesso, il criterio della verifi sce senso agli stessi discorsi o linguaggi scientifici (o formali), rappresentato dalla cabilità, la stretta connessione tra «senso» e «verificabilità». La logica formale cosiddetta esperienza comune e dal linguaggio comune. contemporanea è stata quindi rivolta in questo senso : ha elaborato modelli, o Husserl definisce «mondo dell'atteggiamento naturale» questo mondo della meglio, schemi di linguaggio «ideali » in cui poter risolvere gli enunciati scienti vita e del linguaggio comune e quotidiano, e lo considera offerto o dato origina fici allo scopo di stabilirne il tipo e il modo di verificazione. Può essere citata riamente alla nostra esperienza e interpretazione. Esso è come un fondo o, se si quale esempio la classificazione degli enunciati in «atomici» e «molecolari» e in vuole, un repertorio di esperienze piu o meno organizzate, trasmessoci dalle ge generale l'intera teoria delle « funzioni di verità», che ha lo scopo di scindere un nerazioni passate, in cui sono come stratificate le tracce della cultura e delle for enunciato iri enunciati elementari, facendone dipendere la verità o falsità da que me di vita del passato e che, nella forma di «conoscenza disponibile», funge da sti ultimi secondo regole determinate, in maniera da riportarne la verificazione schema di riferimento per la nostra stessa condotta. Il nostro rapporto con que alla verificazione degli enunciati elementari componenti. D'altra parte, sia l'allar sto che possiamo. considerare il «dato» originario, il dato-base del nostro sapere, gamento del principio di verificazione sia gli sviluppi della logica formale ideal è estremamente importante per l'analisi del processo di «costruzione» del mondo linguistica hanno messo in rilievo il carattere ambiguo del termine 'verità', e, di sociale e culturale in genere. Esso ci rivela la prima nozione del nostro sapere conseguenza, 'falsità', poiché altro è la «verità» d'un enunciato molecolare, al comune : lasfera cioèdel mondo esterno sensibile, il fatto che viviamo in un mondo tro è quella di un enunciato atomico ; altro quella di un enunciato fattuale e altro di oggetti ben circoscritti, con qualità ben definite, oggetti che ci resistono e su cui quella di un enunciato non-fattuale e non-tautologico derivato entro le regole dobbiamo agire, il cui grado di «intersoggettività» è il piu ampio possibile. La d'un determinato sistema sintattico-semantico. In tal modo anche 'verificazio tematizzazione dell'esperienza, e gli stessi enunciati sperimentali, o «enunciati ne' diventa, e a maggior ragione, termine ambiguo per cui vi saranno tanti tipi protocollari», entro tale discorso tematizzato, postulano pertanto un'esperienza di «verificazione» quanti tipi di «verità» e, ciò che piu importa, la «verificabi non tematizzata, fatta di «dati» di senso (o d'asserzioni-base empiriche), un'e lità» e, di conseguenza, il «senso» d'un enunciato, finirà col dipendere dalle re sperienza «vissuta» o, come anche è stata denominata, «antepredicativa». gole e dalle strutture logiche dell'universo di discorso e del sistema sintattico semantico cui esso appartiene.
  • 12. Dato 378 379 Dato se» esterne, o presunte tali, appaiono un mito. Esistono soltanto elementi o dati Dato econ«esenzione. di una medesima specieche compongono mondi «soggettivi » o «oggettivi » a secon~ da dei bisogni. I cosiddetti «dati puri » dell'esperienza, che sono in realtà punti Il problema fondamentale su cui ora si discute, in presenza della crisi degli d'arrivo convenzionali di procedimenti astrattivi, spesso molto elaborati, pren indirizzi cosiddetti «verificazionisti », è se l'aspetto assiomatico-convenzionalisti dono cosi il posto delle «evidenze» originarie, quali erano considerate le «sensa co delle teorie rigorosamente formalizzate possa risultare conciliabile, e in quale zioni » e i «dati» di senso del vecchio empirismo. Questi stessi sono stati poi de modo, con un'autentica apertura verso l'esperienza non tematizzata. nominati, nei modi del discorso formale, enunciati cosiddetti «protocollari »(Car È noto che il convenzionalismo, che ha avuto gran parte nella svolta subita nap), senza che la loro natura avesse a mutare. Se era stato l'ampliamento d'oriz dalla scienza fisico-matematica alla fine del secolo scorso, offre numerosi esempi zonte della ricerca fisica a mettere in crisi le basi dello sperimentalismo classico di sostituzione di principi, immediatamente suggeriti dall'osservazione diretta, e il rapporto da questo intrattenuto con «schemi di riferimento» indissolubil con altri che, nonostante la loro artificiosità, lontana dai fatti e dall'esperienza mente legati all'esperienza e al discorso comune, non può dirsi, tuttavia, che le comune in genere, furono in grado di assicurare all'impianto teorico di tali scien varie forme d'associazionismo psicologico o di psicologismo in genere rappre ze un indiscutibile rigore. Si pensi, ad esempio, all'opera di revisione condotta sentassero una idonea risposta ai nuovi problemi gnoseologici. Certo, questa dra da Mach dei fondamenti della meccanica. Se è vero, quindi, che le tesi conven stica restrizione del significato d'esperienza recava con sé vantaggi operativi con zionalistiche favorirono la ricerca di costruzioni sempre piu astratte e lontane dai siderevoli. Essa ha consentito, ad esempio, il chiarimento di talune apparenti comuni «dati» di senso, va anche detto che tale tendenza ha spesso avuto per antinomie della fisica moderna, che erano originate proprio dall'inconsapevole effetto non già — come si potrebbe pensare — l'isolamento dei diversi capitoli del confusione tra «esperienze» nel senso corrente del termine, che apparivano con la scienza, in specie della matematica, ovvero la riduzione di essi a me<i «giochi » traddittorie fra loro, e «dati » empirici, nel senso rigoroso assunto da questo ter privi di connessioni, ma, al contrario, l'inserimento di molti tra di essi in un'uni mine, che risultarono, invece, pienamente compatibili. Si pensi al caso piu noto : ca teoria, come suoi casi particolari. Se si guarda, cioè, agli effetti prodotti nei vale a dire alle antinomie concernenti l'aspetto «ondulatorio» e quello «corpu casi concreti dall'applicazione dei criteri convenzionalistici nella scelta dei prin scolare» della luce. cipi o dei postulati, ci s'accorge che qualsiasi « filosofia» sul convenzionalismo ri Ma se appaiono indiscutibili i meriti del convenzionalismo sul piano della ri sulta fuori luogo. Occorre, invece, distinguere bene l'uso che dei criteri conven cerca, non sono certo ingiustificate le riserve, spesso gravi, formulate nei suoi zionalistici fu fatto dagli scienziati e le estrapolazioni filosofiche che da essi si confronti in sede piu strettamente filosofica. La nozione d'un «dato» puro, in sé vollero trarre. Entrato in crisi il sensismo tradizionale con la sua logica induttiva, amorfo, che il pensiero, inteso in senso lato, non potrebbe che presupporre, ap ch' era stato il nucleo teorico del vecchio positivismo, s'era sostituito ad esso un pare infatti il fulcro di quella che fu definita, nel primo decennio del secolo, la sensismo di tipo nuovo che converti le «sensazioni» o «percezioni sensibili» del «reazione idealistica contro la scienza», che raccolse varie e diverse correnti di vecchio empirismo classico in meri «simboli mentali » o, in parole semplici, in pensiero, che ebbero tuttavia quale punto in comune la piu o meno esplicita ne «convenzioni» ricavate mediante le cosiddette leggi psicologiche. Il problema gazione del carattere conoscitivo, teorico, della scienza e del pensiero scientifico. viene cosi spostato dall'analisi dell'oggetto, ovvero del «contenuto» delle cosid-' Per una sorta di curiosa eterogenesi, la ricerca dei cosiddetti «dati puri » d'espe dette «sensazioni» o «percezioni sensibili», all'analisi psicologica del «giudizio» rienza, che intendeva liberarli dalle stratificazioni e dalle sovrapposizioni inde sulle cose e sugli oggetti. Il metodo dell'osservazione e dell'esperimento — affer bite, approdava al rafforzamento di quello ch' era il pregiudizio originario della merà Mach — è indipendente dal fatto che noi sperimentiamo con le cose oppure cosiddetta «filosofia dell'esperienza pura» (Avenarius), ossia l'ammissione d'un con le nostre rappresentazioni e con i nostri ricordi delle cose. Alla luce della cri dato amorfosucuiagirebbeilpensiero deformandolo per i bisogni pratici. tica psicologica dell'astrazione, quello che diciamo «concetto» non può essere, Le diverse correnti del pensiero del primo Novecento tentarono tutte, in va infatti,altro che un complesso diresiduim nemonicilasciaticidallepercezionidicose rio modo, di liberarsi da questo dualismo costituito da «dato in sé» e dall'attività e di fatti reali. Non l'oggetto in se stesso, che i cosiddetti «dati» di senso rivelano soggettiva, muovendo dalla premessa che non c'è alcun «dato» che non rechi — come voleva lo sperimentalismo galileiano —, ma la momentanea «disposizione» già in sé il segno dell'attività elaboratrice della mente o del pensiero, comunque di chi considera le cose, funge da punto di partenza per la formazione dell'oggetto questo sia poi definito. La distinzione tra «dato» e «pensato» viene di solito in stesso. Un colore, ad esempio, diventa un oggetto « fisico» appena consideriamo tesa o come distinzione relativa fra due gradi del processo dell'esperienza, oppu la sua dipendenza da una sorgente luminosa; se invece consideriamo la sua di re come opposizione assoluta di due fattori eterogenei, che vengono poi ad unifi pendenza dalla retina, lo stesso oggetto diventa «psicologico», una sensazione. carsi nel soggetto cosiddetto «pensante», come avviene nell'idealismo e, in ge Non l'oggetto, quindi, bensi l'orientamento della ricerca è diverso nei due campi, nere, nel neotrascendentalismo. Traendo le ultime conseguenze dal convenzio Cade, pertanto, ogni distanza tra elemento fisico e psichico, tra la cosiddetta nalismo sul piano filosofico, Bergson riduce tutti i «dati » al «dato» fondamentale, «interiorità» e la cosiddetta «esteriorità», e le «sensazioni» corrispondenti a «co ossia all'idea di spazio affermata a priori, in cui rientrano tutti gli oggetti cosid
  • 13. Dato g8o g8i Dato detti «esterni». Lo spazio diventa quindi il fondamentale modo «convenzionale» «pensiero scientifico», Egli intende cosi rivolgere l'attenzione non tanto sulla di rappresentarsi le cose e gli oggetti, il loro milieu omogeneo. La deformazione scienza che potrebbe dirsi «positiva», o positivamente costituita, vale a dire ri del dato e della sua realtà, la sua «parcellazione» dietro l'azione del pensiero, dotta a un corpo di proposizioni o asserzioni specifiche, ma a quei principi e me concepito come strumento pratico per il suo assoggettamento, trova in Bergson todi piu generali che segnano le grandi direzioni di sviluppo della ricerca e che la sua sublimazione speculativa. Lo spazio-tempo omogeneo, cosi concepito, di consentono la trasposizione di enunciati, validi in un determinato campo, in al venta l'immagine simbolica della «durata reale» o, anche, «durata pura», come tri campi di ricerca, sia pure mediante gli adattamenti e le delimitazioni appro la definisce Bergson, in cui gli oggetti si disvolgono come su un «tappeto rno priate. In tal modo sarebbe possibile costituire quella continuità di campo che bile». Dietro lo schermo convenzionale dei «dati puri», risultato dell'attività farebbe della scienza o del pensiero scientifico — il problema non è di parole astraente dell'intelletto, negli strati profondi della coscienza stanno i cosiddetti un oggetto storico, passibile cioè di ricerca storiografica. Riprendendo questo di «dati immediati» che sarebbero i soli adeguati all'esperienza nella sua realtà. Se scorso, un altro studioso, Geymonat, ha individuato proprio nella possibilità di bisogna guardarsi, come si diceva poc'anzi, dal rischio di filosofare intorno al trasporre i risultati della ricerca nei linguaggi e nei registri piu vari la nota di convenzionalismo, occorre tuttavia osservare che esso, in senso lato, non ha fa stintiva specifica della «storicità» della scienza. A monte del processo di « forma vorito il riconoscimento del processo reale di cui la scienza in genere, e il pensie lizzazione» dell'esperienza, e del linguaggio scientifici sussistono, quindi, con ro scientifico in specie, sono concreta espressione. In particolare, esso ha fornito nessioni piu ampie di significazione, rappresentate dai complessi delle cognizioni buoni motivi per indurre al misconoscimento del valore e del significato proprio tecniche, strettamente legate alla piu generale evoluzione della cultura e della della scienza, riducendone e coartandone gli aspetti piu significativi in modo ar civiltà, che costituiscono lo specifico humus da cui, in ultima analisi, originano le bitrario, favorendo cosi la formazione e la diffusione d'una immagine della scien teorie, anche quelle piu sofisticate. za come un «universo chiuso», incapace per definizione d'aprirsi alla realtà. L'effetto negativo di tale immagine distorta è tuttora rilevante, e s'è fatto sentire anche a proposito d'un tema che.raramente viene fatto oggetto d'analisi, 3. Dato e oggetto. per lo meno al livello che gli s'addice. Intendiamo riferirei al problema rappre sentato dalla cosiddetta «storicità» della scienza. L'esigenza di ricercare i possi Com'è noto, la difficoltà tradizionale del sensismo, che si rinnova anche nelle bili modi in cui le diverse teorie o, come anche si dice, i diversi «universi di di sue forme piu recenti, come ad esempio negli indirizzi «verificazionisti », consiste scorso» della scienza possono aprirsi l'uno all'altro, ha, indirettamente almeno, nella necessità d'introdurre, contro il proprio stesso assunto, nel procedimento rappresentato un forte stimolo in direzione d'un riesame del problema se la denominato dell'inferenza « induttiva», un fattore logico, razionale o formale che scienza possa avere una storia, e in quale senso si possa parlare d'una sua «stori sia, a priori, che possa dar conto dell'esistenza di leggi generali della mente o del cità». A questo proposito, occorre premettere, in primo luogo, che le varie for pensiero, le cosiddette «generalizzazioni », che si rivelano indispensabili alla for me di «storicismo», conosciute dal pensiero contemporaneo, risultano variamen mazione dei concetti e dei giudizi. te legate agli indirizzi convenzionalistici o di «critica della scienza», per cui.essi John Stuart Mill, ad esempio, non nega l'esistenza di verità generali, anche finiscono col presupporre, in misura variabile, quelle istanze riduttive nei con se, com'è naturale, non di per sé evidenti o a priori, ed è pertanto tenuto a sta fronti della scienza in genere di cui i primi sono stati portatori. Non può quindi bilire una dottrina circa i loro fondamenti e la loro «prova». La logica, dal suo far meraviglia, se quando ci si è chiesti se la scienza possa avere una storia, ci si punto di vista, si configura pertanto come la scienza delle operazioni dell'intel sia riferiti, piu o meno consapevolmente, almeno nella maggior parte dei casi, letto che susseguiamoal giudizio di evidenza o di prova, sia dello stesso procedere a quell'immagine distorta che gli indirizzi legati alla «critica della scienza» han da verità note a quelle ignote, sia di tutte le altre operazioni intellettive, in quan no contribuito a far sorgere e ad accreditare. Avviene cosi che lo storico si rifiuti to risultino ausiliarie rispetto ad esso. Il problema dell'evidenza o della prova di di riconoscere a delle « finzioni» piu o meno utili carattere di «storicità», mentre tali verità generali è pertanto, per Mill, il vero problema logico, al quale tutti gli lo scienziato, in quanto tale, considera, di solito, la storia della scienza sotto il altri sono subordinati. In altri termini, le verità cosiddette generali, derivando profilo della mera «cronaca» erudita. Non sono mancate, in verità, affermazioni dalle sensazioni o dai «dati » sensibili, dovrebbero essere anche provate o, come programmatiche d'unità tra scienza e storia della scienza(anche se, di solito, nel anche si dice, verificate da queste «evidenze» originarie che, in quanto tali, ri l'ambito d'un'unità piu generale, quella tra scienza e filosofia) ma l'ostacolo su sulterebbero immediatamente conoscibili. Sul piano logico, occorre elaborare questastrada,rappresentato dallapossibilitàdiriconoscere alla scienza carattere un complesso di regole o canoni, per verificare la suPcienza d'una data evidenza a di «storicità», s'è rivelato difficile da superare. Qualche studioso, ad esempio provareuna determinata asserzione.Tale delimitazione, resa necessaria dalla pre Preti, riconoscendo che la scienza, finché resta un «universo» chiuso non può, liminare assunzione dei «dati» di senso come «dati» ultimi e immediatamente in quanto tale, aver storia nel senso pieno del termine, ha suggerito una prospet conoscibili, ha incontrato non poche difficoltà, soprattutto in rapporto agli svi tiva piu ampia da cui porsi per fare storia della scienza, quella rappresentata dal luppi della nuova logica formale, nata dall'urgenza dei complessi problemi gene
  • 14. Dato 38z 383 Dato rati dal contatto con la teoria matematica degli insiemi.Il nuovo nesso sistema frequenza relativa per una serie d'eventi osservati, assumiamo che la stessa fre tico in cui la logica si trova ad essere inserita esige un riesame dei suoi presup quenza varrà per un'ulteriore continuazione della serie. Ciò significa, secondo posti. Si pensi, ad esempio, al concetto di «relazione» e al ruolo ch' esso viene ad Reichenbach, che le diverse forme d'induzione, compreso il metodo ipotetico assumere nel contesto dei problemi concernenti non solo la scienza matematica, deduttivo, sono formulabili in termini di deduzione, con la sola aggiunta della ma la stessa metodica speciale delle scienze naturali. In tale situazione, appare cosiddetta «induzione per enumerazione». Fornendo la prova che tutte le forme chiaramente inadeguata la posizione di Mill, che ribadisce esplicitamente, con d'induzione sono riconducibili all'induzione per enumerazione, la matematica tro Hamilton, che la vera realtà positiva d'ogni «relazione» risiederebbe sempre odierna dimostra ciò che a Hume appariva scontato, l'indimostrabilità del prin e soltanto nei singoli « termini » da essa collegati, escludendo con ciò che si possa cipio d'induzione. Tuttavia, la possibilità di dimostrare, per via analitica, che il parlare di un significato generale delle relazioni logiche e matematiche, provo limite delle frequenze, di cui si parla nella definizione di «probabilità», non è cando l'ironia di Frege che parlò di «aritmetica delle caramelle e dei sassolini ». determinabile a priori, apre la strada, secondo Reichenbach, a una diversa for Certamente la situazione è molto mutata nel passaggio dal vecchio al nuovo em mulazione della cosiddetta «regola d'induzione», che, pur non potendo trovare pirismo; quello moderno ha riconosciuto che le asserzioni riguardanti il futuro una giustificazione assoluta, possiede, pero, una indubitabile base oggettiva. Non sono ingiustificabili se considerate simili alle asserzioni concernenti il passato e avendo, infatti, alcuna prova che un limite della frequenza per una data serie il presente,e che occorre pertanto rovesciare ilproblema: invece di supporre d'eventi esiste, il solo modo per trovarlo, se esiste, è l'inferenza « induttiva» ; essa nota la natura della conoscenza del futuro e quindi chiedersi come questa sia può riuscire o fallire gli scopi che si propone, ma, al di fuori di essa, qualsiasi ten possibile, ci si chiede come tale conoscenza debba essere aflmché le asserzioni tativo sarebbe destinato a fallire ugualmente. Pertanto, alla base d'ogni «assun riguardanti il futuro risultino giustificabili. Una gnoseologia simile deve poter zione» o postulazione ottimale, si trova, in ultima analisi, un ragionamento per render conto, ad un tempo, del potere dei metodi deduttivi della fisica matema induzione. Per concludere, la nuova concezione probabilistica riconosce soltanto tica e dell'inferenza induttiva. La soluzione sembrò profilarsi entro lo schema di il problema se la regola adottata conduca, o non conduca, ad «assunzioni » o po una teoria della probabilità, in grado di precisare che cosa debba intendersi per stulazioni che, per tentativi successivi, s'avvicinino al risultato giusto : cioè rico «probabile», e su quale base possano attribuirsi delle «probabilità». Ai vecchi nosce soltanto il problema del valore della (<regola d'induzione>) come metodo empiristi, l'idea stessa d'una conoscenza «probabile» sarebbe apparsa autocon approssimativo. traddittoria e, comunque, inerente alla sfera delle opinioni o delle credenze, non Malgrado le sostanziali differenze che senza dubbio esistono tra il concetto a quella del sapere. tradizionale d'inferenza «induttiva» e quello moderno d'inferenza «probabile», La concezione empiristica della probabilità si basa sulla cosiddetta «inter lo status logico dei cosiddetti «dati » sensibili, o risultanze dell'esperienza sensi pretazione frequentistica». In altre parole, le asserzioni probabilistiche esprimo bile, non risulta affatto spostato dalle vecchie posizioni. Anzi, a ben guardare, le no frequenze relative di eventi ripetuti, cioè frequenze calcolate come percen ambiguità, che sono alla base di esso, emergono con una chiarezza ancora mag tuali rispetto a un totale. Dalle frequenze osservate in passato s'inferisce ch' esse giore.La strada d'una revisione non può che passare per la critica della loro au varranno, sia pure approssimativamente, per il futuro. Rispetto al già noto, tali toevidenza presunta. Non basta infatti parlare, in luogo di «asserzioni», di «as asserzioni sono inferenze « induttive», rispetto a ciò che non è ancora noto, esse sunzioni» o postulazioni, se poi si lascia fuori considerazione il problema della appaiono come asserzioni dotate d'un certo grado di probabilità. Reichenbach cosiddetta «base empirica» e della sua oggettività. chiama tali asserzioni col nome di «assunzioni», ossia asserzioni che assumiamo Proveremo a indicare qualche tratto su cui tale revisione s'è già avviata, o si come vere, senza che sia possibile provare che lo siano. In tal modo, egli ritiene va avviando. di poter evitare la difficoltà dell'empirismo tradizionale, cioè l'impossibilità di poter dimostrare una data asserzione, senza assumere un elemento, razionale o formale che sia, a priori. Il canone fondamentale dell'empirismo e cioè che il fat 3.r. La tendenza a liberarsi anche dei residui di quel tipo di conoscenza che tore logico, razionale o formale che sia, a priori non aggiungerebbe nulla di nuo si dice «immediata». vo alle risultanze dell'esperienza, risulterebbe, in questo caso, rispettato, e il pro Se non si può piu parlare, con riferimento al pensiero contemporaneo, di blema dell'induzione potrebbe essere risolto. Ma lo stesso Reichenbach rileva «razionalismo»e di «empirismo» al modo tradizionale, non può negarsi che i re che intendere le previsioni come «assunzioni» nel senso anzidetto, non basta a sidui della cosiddetta conoscenza « immediata», persistenti nelle piu diverse gno risolvere il problema dell'induzione; la giustificazione dell'induzione dev' essere seologie contemporanee, producano l'effetto di risospingere verso vecchi proble cercata al di fuori della teoria della probabilità, perché la teoria della probabilità mi c vecchie soluzioni. Sia che si tratti dei «dati » ultimi ad essereimmediatamente presuppone l'uso dell'induzione. L'unico principio sintetico (non analitico) su cui conoscibili, sia che si tratti, invece, dei principi generali o universali, sia che s'as si fondi il calcolo delle probabilità consiste — come s'è visto — nell'accertamento suma che la conoscenza mediata o «illazionale» risulti dalla conoscenzaimmedia d'un grado di probabilità mediante inferenza induttiva. Determinata una certa ta rlcgli uni e degli altri, vi sono senza dubbio motivi plausibili che giustificano,
  • 15. Dato 384 385 Dato nei diversi casi, il ricorso alla cosiddetta autoevidenza. Non sono pertanto tali turale» con la «sensazione» o «percezione sensibile», che non è altro che il risul motivi che vanno respinti in modo preconcetto, riesumando cosi vecchie con tato d'un procedimento astrattivo, cui non corrisponde nulla di simile nella real trapposizioni, rna è l'interpretazione logica di essi che va rivista, in modo da ren tà e nell'esperienza. Analogamente, Dewey, la cui logica apporta un contributo derla compatibile con l'effettivo schema dell'indagine o della ricerca. importante alla critica delle diverse forme di conoscenza cosiddetta «immedia Per limitarci allo status logico dei cosiddetti «dati» sensibili, o risultanze ta», porta avanti la revisione dello status logico dei «dati», in polemica con i mag d'esperienza, l'esame della storia dell'indagine scientifica, nei suoi vari rami, di giori esponenti del neoempirismo contemporaneo. In principio non ci sono, dun mostra che non esiste nessun fatto o «dato», che in passato sia stato provato o que, «dati» primi sensibili, che darebbero luogo a proposizioni cosiddette «ato dichiarato d'evidenza immediata, che, in uno stadio ulteriore dell'indagine, sia ri miche» presunte semplici e immediate, ma una «situazione iniziale>), ch'èfonte masto immutato per quanto concerne il suo contenuto e il suo significato. Non di dubbio ed'incertezza e che s'intende trasformare con operazioni appropriate. c'è infatti alcuna garanzia che questo o quell'oggetto, questo o quell'evento, pos L'ambiguità fondamentale in cui incorre il termine 'dato' nel suo uso corrente, sa avere di per sé valore d'evidenza o di prova rispetto al giudizio finale. Esso per cui, da un lato, esso indica questa o quella qualità, questo o quell'oggetto, può risultare incongruo, in tutto o in parte, o può essere insignificante per il pro isolatamente preso e, dall'altro, un «campo o situazione totale», in cui sarebbero blema trattato. È quindi in base ad un elemento convenzionale,qual è l'interesse compresi gruppi o insiemi di qualità in relazione reciproca, potrebbe, pertanto o lo scopo dell'indagine, che i «dati», o le risultanze dell'esperienza, acquistano risolversi in una concezione della conoscenza come «mediazione»(e non unione significato. Quanto piu gli interessi che muovono alla ricerca si diversificano, d'immediati), dove «mediare» vale ricercare e ricercare significa compiere una dando luogo a tecniche e metodologie specifiche, tanto meno i «dati » d'esperien serie «continua» d'operazioni. In questo senso, il «dato» è definibile come l'aspet za piu vicini e familiari, come ad esempio «Cesare fu ucciso alle Idi di Marzo del to o momento o elemento speciale della presente situazione reale, che ne è astrat 44 a. C.», possono suggerire all'indagine nuove direzioni. In altri termini, l'ap to al fine di localizzare e identificare i suoi tratti problematici in riferimento al prensione immediata di un oggetto o evento qualunque non va confusa con la co l'indagine da eseguirsi in quel momento e in quel luogo. noscenza vera e propria di esso, piu di quanto l'intendimento o comprensione di I materiali dell'indagine, pertanto, sono «funzioni» che hanno lo scopo di retta d'un principio o d'un postulato riesca a dare ragione di esso, fareiraggiungere una soluzione che, a sua volta,farà nascere nuovi problemi e quindi nuove indagini. Non si può pretendere di partire da verità date :le verità 3.z, La critica dei cosiddetti «dati puri» d'esperienza. sono sempre il risultato d' operazioni ;il fine dell'indagine è di condurre ad una situazione risolta partendo da una situazione problematica. Sono noti i limiti del vecchio sensismo o positivismo riguardo alla cosiddetta «base empirica» e al complesso delle cosiddette «asserzioni-base». Esso prestava 3.3. L'ambiguità dei «dati » e le teorie realistiche della conoscenza. ai fatti o «dati», in quanto tali, una sorta di culto che aveva poco in comune con l'analisi critica di essi. Del resto, assumendoli come elementi singoli, in sé com Quella che, con Dewey, abbiamo definito «ambiguità» del termine 'dato', piuti e autosufficienti, apriva indirettamente la strada alle diverse forme d'idea accresce la plausibilità delle teorie realistiche della conoscenza. Conviene dedi lismo o, in genere, di neotrascendentalismo, in cui ciò ch' era dato coincideva, e care ad esse, sotto questo nostro specifico angolo di visuale, qualche considera s'esauriva, nel pensato. zione. Abbiamo prima sottolineato il fatto che la ricerca è un processocontinua Quanto all'empirismo moderno o «logico», considerato nelle sue diverse fasi, tivo in ogni campo nel quale venga applicata. C'è continuità nell'indagine, anche non si puo non constatare il contrasto ricorrente tra l'ammissione di qualità sen se molto spesso è accaduto ch' essa non sia stata adeguatamente descritta nei di soriali sconnesse, date l'una indipendentemente dall'altra, e il costante riferi versi «modelli»-che del processo d'indagine sono stati formulati. È anche accadu mento ad oggetti, che sono concepibili soltanto come gruppi o insiemi di qualità to che tali «modelli » si siano presentati come contrapposti, anche se s'è poi visto in relazione tra loro. La critica all'ambiguità dello status logico dei cosiddetti che tale contrapposizione era solo nominale, dal momento ch' essi avevano in co «dati ultimi», quale viene correntemente inteso, fu già avviata da James,conia mune il punto di partenza. Si pensi, ad esempio, all'empirismo che chiameremo, sua trattazione del cosiddetto «flusso della coscienza», su cui basò la sua descri pcr le ragioni esposte dianzi, «atomistico» e al cosiddetto apriorismo razionalisti zione dell'esperienza cosciente. Egli assume, infatti, che il primo fatto, in sede co. Ai «dati» considerati come percezioni «immediate» corrispondono, infatti, psicologica, è che un pensare di qualche genere esiste e agisce,dove per «pensiero» relazioni o forme logiche a priori. Le forme, in tal caso, sarebbero connessioni egli intende indifferentemente qualsiasi stato di coscienza. L'aver mantenuto non derivate dai dati e sarebbero perciò postulate, mentre anch' esse, in realtà, quale punto di partenza dell'analisi psicologica elementi semplici e sconnessi, sono risultati delle operazioni richieste dall'indagine. Lasciando da parte le for qualità o «dati» ultimi, è stata, a suo giudizio, l'omissione piu grave della psicolo ni«, e mettendoci sul terreno delle operazioni necessarie a produrle, le conside gia cosiddetta «introspettiva». L'errore dei «sensazionalisti » è d'aver fatto co reremo conclusioni raggiunte in un'indagine, che diventano mezzi per condurre minciare quello che con Husserl denomineremo «mondo dell'atteggiamento na idtcriori indagini. Ma, ed è a questo punto che s'inserisce la concezione cosid
  • 16. 387 DatoDato 386 detta «realistica» della conoscenza, esistono oggetti concettuali e oggetti d'espe Per taluno, si guardi a Popper, esso finiva col rappresentare il fraintendimento d'un problema diverso: la possibilità, cioè, di delimitare l'ambito della scienza rienza percettiva — sostiene Dewey — che sarebbero stati stabiliti e confermati in modo tale nel corso di difFerenti indagini, che, nelle ulteriori indagini, costitui mediante un criterio di demarcazione accettabile, capace d'eliminare quei pro rebbe uno sperpero di tempo e di energia il farli nuovamente oggetto d'investi blemi cui la logica induttiva dà origine, senza f ame sorgere di nuovi al loro posto. gazione prima di decidersi ad accettarli e impiegarli. L'uso immediato di oggetti Il problema della demarcazione diventa importante, per Popper, proprio per il rifiuto del principio di «verificazione» come carattere distintivo della scienza. conosciuti in seguito ad una precedente mediazione èfacilmente confuso con la cono scenza immediata. In altre parole, noi assumeremmo come in sé sussistenti, po La proposta di Popper di sostituire il principio di «verificabilità» con quello niamo, un ponte o una casa, per risparmiare il tempo e l'energia necessari a ripe ch' egli definisce di « falsificabilità», va intesa pertanto come un tentativo di porre il problema della «demarcazione» tra scienza e non-scienza su nuove basi. Ac tere il complesso d'operazioni da cui essi risultarono nel corso d'indagini prece cantonata che sia la problematica relativa alla cosiddetta inferenza «induttiva», denti. Se il realismo gnoseologico si limitasse ad asserire che noi apprendiamo le proposizioni generali, che formano l'impianto teorico-concettuale delle diver direttamente quegli oggetti, ne serbiamo la relativa «rappresentazione», esso si limiterebbe a cogliere solo un aspetto della fenomenologia della percezione, sen se discipline, non possono piu essere derivate da proposizioni o «asserzioni » sin golari, non possono cioè essere «verificate» da queste ultime. Ciascuna scienza è za con ciò pregiudicare quello che Husserl definisce il processo di «costituzione dell'oggettività per la soggettività». Ma il realismo, nelle sue diverse forme, non un sistema di teorie, nel cui ambito si congiungono, per via logica, «asserzioni si limita a questo ; esso pretende, infatti, che tali oggetti, cosi esperiti, siano auto generali » e «asserzioni singolari », che possono essere provate soltanto mediante evidenti. Perché tale pretesa possa essere giustificata, occorre però che il conti inferenze «deduttive». Ogni teoria è, quindi, un insieme di proposizioni o «as nuum dell'indagine venga interrotto mediante astrazioni e schematizzazioni ar serzioni» ipotetico-deduttive, che possono essere sottoposte a controlli «dedutti vi » appropriati. Se una teoria non può essere provata in modo definitivo median bitrarie. Solo cosi, infatti, è possibile assumere che determinati oggetti concet tuali oppure oggetti d'esperienza percettiva possano dirsi conosciuti per se stessi. te il metodo empirico, ciò che si richiede è che laforma logica di essa consenta di Si può discutere se siano motivi di comodo (come sostiene l'indirizzo pragmati «falsificarle» mediante una dimostrazione condotta in modo conforme a regole determinate. stico), o motivi puramente teoretici (come sostiene quello trascendentalistico) a indicareladirezione alprocedere dellaconoscenza. Ciò che conta è ammettere E necessario quindi poter disporre di «asserzioni singolari», che possano che come nella conoscenza dei fatti siamo legati alla natura delle nostre impres servire da premesse di inferenze e falsificanti». Il problema della « falsificabilità» sioni sensibili, cosi vi è una «costrizione ideale» che determina le regole del no delle teorie si riduce cosi a quello della « falsificabilità» delle asserzioni singolari, stro conoscere e il loro uso. dette anche da Popper «asserzioni-base». Tra gli innumerevoli sistemi o gruppi di proposizioni o «asserzioni» costruibili in astratto, secondo linguaggi ideal logici, noi sceglieremo quelli che meglio resistono a quella che, in linguaggio co Dati e teorie. mune, si chiama la «prova dei fatti ». In concreto, sottoporre una teoria alla «pro va dei fatti» non significa altro, in via logica, che aminettere preventivamente l'esistenza d'un insieme di fatti o di «dati», in grado di contraddirla o di falsifi La descrizione del processo per il quale le diverse discipline scientifiche, o gruppi di discipline affini, costituiscono il loro rispettivo impianto teorico-con carla. Questo è proprio ciò che la logica di tipo «induttivo» blocca in partenza. cettuale rappresenta, pertanto, uno dei punti d'arrivo piu importanti di quella Messa la cosa in linguaggio formale, ogni teoria, comunque si sia pervenuti ad essa, ammette una certa «classe» d'asserzioni singolari o d'asserzioni-base, cui es parte del pensiero contemporaneo, che ha legato le sue sorti alla riflessione meto sa contraddice ed un'altra, costituita invece da una «classe» d'asserzioni-base, dologica sulle condizioni di validità del sapere scientifico. Oltre ai significati in corporati, per cosi dire, nelle teorie scientifiche elaborate in seno alle discipline con cui è compatibile. Le cosiddette «asserzioni-base», di cui parla Popper, han che, prima delle altre, si sono messe sulla strada della «razionalizzazione» del sa no la funzione d'informarci su eventi «osservabili », che hanno luogo in una deter pere, ossia quelle fisico-matematiche, ci si è progressivamente aperti ad altri minata regione dello spazio e del tempo. Nell'ordine del discorso e del linguag gio comuni, esse corrispondono a ciò che diciamo «dati» sensibili. campi di significanza, si pensi alle discipline storico-sociali. Nel contempo, s'è fatto strada sempre piu chiaramente il convincimento che il problema fonda Il problema diventa quindi di decidere in base a determinate regole procedurali, mentale non è quello di decidere che cosa abbia senso o che cosa non ne abbia quali«asserzioni-base» (o «dati >) di senso) accogliere e quali, invece, respingere. l':sse, pertanto, s'accettano come risultato d'una decisione o d'un accordo e, en sulla base d'un principio generale di «significanza», ma è piuttosto quello di di scriminare tra di loro questi diversi campi, stabilendo un criterio di demarcazio tro questi limiti, esse non sono che convenzioni. Ma questo non significa ch' esse ne tra l'ambito della ricerca scientifica e i domini che le sono estranei. possano accettarsi, o respingersi, a volontà, o soltanto sulla base di motivi d'ordi ne pratico-estetico, come avveniva per il convenzionalismo classico. Sotto quest'aspetto, lo stesso problema del «significato», ch' era al centro Di regola, l'accordo circa l'assenso da dare a determinate «asserzioni-base» è della problematica neoempiristica, rischia di diventare uno pseudoproblema.
  • 17. Dato )88 in diretto rapporto con la funzione interpretativa o «euristica» svolta da esse nel corso dei procedimenti di controllo di determinate teorie. Pertanto la decisione pratica, o convenzione che si dica, è influenzatai modo decisivo dall'applicazione della teoria e dall'accettazione delle «asserzioni-base» in relazione a questa appli cazione. Il problema piu importante, anzi determinante, diventa allora l'uso di tali «asserzioni-base» (o «dati» di senso). Essoappare condizionato da contesti o situazioni determinate, e dai problemi che ne scaturiscono ; in ultima analisi, dal piu generale ambito in cui una certa teoria nasce e viene controllata. [c. c.]. Il dato è l'aspetto, il momento o l'elemento astratto (cfr. astratto/concreto) di una situazione reale, avente lo scopo d'identificare i tratti problematici dal punto di vista della ricerca che si conduce. Il dato puro è un mito; il dato è, infatti, sempre relativo a presup posti teorici (cfr. teoria) o a convenzioni (cfr. convenzione) che definiscono la situa zione iniziale, il quadro all'interno del quale si presenta il problema che si tratta di ri solvere con operazioni appropriate (cfr. induzione/deduzione, induzione statisti ca, metodo). In altri termini, non esiste una conoscenza immediata. Le teorie scien tifiche costruite per risolvere i problemi (cfr. paradigma, scienza) sono sottoposte al confronto con l'esperienza (cfr. empiria/esperienza), ossia con i dati che le conferma no o le infirmano (cfr. vero/falso, verificabilità/falsificabilità) ; in quest'ultimo caso si presentano dei nuovi problemi. La conoscenza che non ha né un inizio assoluto né una fine assoluta si manifesta cosi essere un gioco fra i vincoli logici (cfr. logica, coerenza, deduzione/prova) e quelli imposti dai dati.
  • 18. Etica Tra i problemi relativi all'etica, è difficile trovarne uno sul quale filosofi, studiosi, moralisti o catechisti possano raggiungere un accordo. Ciò vale anche per il problema dell'oggetto dell'etica. Nella filosofia anglosassone, l'etica è di solito concepita comeanalisi razionale dei concetti e giudizi valutativi, compreso il modo in cui si può determinare la validità di quelle asserzioni. La stessa pre dicazione morale, o la divulgazione di opinioni morali non sono considerate compito proprio dell'etica:conformemente a questa definizione, apparterreb bero all'etica vari libri accademici che trattano di concetti morali (come quelli di Sidgwick, Moore o Pritchard), ma non il Discorso della montagna o il Deca logo. Per altre correnti filosofiche l'etica e la moralità non sono rigidamente se parate, e i problemi del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto fanno parte dell'etica accanto al problema del significato delle parole 'bene' e 'giusto'. Se si riusciranno qui a formulare i problemi in maniera non ambigua, la que stione della collocazione di questa o quella classe di problemi sarà di secondaria importanza. Nelle considerazioni che seguono, si userà il termine 'etica' in senso lato; esso farà dunque riferimento al problema di «quali cose, qualità e stati di cose sono buoni o cattivi » e «quali azioni umane sono giuste o ingiuste», cosi come al problema di «su quale base può essere operata la distinzione tra bene e male», «come si può sapere che una regola morale è valida o meno», ecc. Quando si pone il problema del «bene», normalmente si fa la distinzione — e questo è uno dei pochi punti non controversi nel pensiero etico — tra ciò che è bene in senso strumentale o derivato (per esempio: «La penicillina è buona nella cura della polmonite» o «Nelle abitazioni i caloriferi elettrici sono di solito peggiori dei caloriferi a gas») e ciò che è bene, o ha valore in sé, senza riguar do ai suoi risultati: le teorie etiche e le regole morali si occupano di queste ultime cose, cioè dei beni che si considerano degni di essere perseguiti per sé. In secondo luogo, si deve notare che la distinzione tra bene e male non genera necessariamente, né corrisponde alla distinzione tra azioni giuste e ingiuste. Questo punto è piu controverso del precedente; ma è largamente diffusa l'opi nione secondocuidall'asserzione che qualcosa èbuono non segue necessariamen te la conclusione che qualsiasi azione suscettibile di realizzare quella cosa sia moralmente giusta; e, lasciando da parte la questione della validità dell'inferen za dalla classe «qualità buona» a quella «azione giusta», non è neppure neces sariamente vero che vi sia corrispondenza biunivoca tra le due classi. Questo problema è stato ripetutamente discusso nella storia delle dottrine morali ed è di somma importanza per l'intera idea di vita morale. In terzo luogo si discute se, ed eventualmente in che misura, la ricerca an tropologica e psicologica sia pertinente alla costituzione di regole morali o alla formazione di asserzioni relative a valori, Molti teorici hanno ritenuto che gli stu di antropologici (la conoscenza delle ragioni e delle condizioni sociali in cui si sono avute certe credenze morali )'siano fondamentali per la determinazione dei
  • 19. Etica 9? 6 9?7 Etica giudizi di valore, e che la psicologia della moralità (la conoscenza delle motiva Quale che fosse la causa occasionale che indusse gli uomini a rendersi conto zioni che governano il comportamento umano in termini di valori da realizzare) che le regole morali ereditate attraverso la società potevano non solo esser vio costituisca parte essenziale della riflessione sul bene e sul male. Entrambe que late inpratica,ma anche essere messe in discussione a parole, essa produsse la ste tesi furono perentoriamente negate da altri teorici (in particolare da quelli consapevolezza di una differenza fondamentale tra «leggi » di natura, di cui non che simpatizzavano per la tendenza kantiana, o piu in generale trascendentali si è in grado di liberarsi, e «leggi » morali, che si possono di fatto abolire prati stica) e anche da molti pensatori religiosi: essi sostennero che, quando si tenti camente, con atti di volontà. Questa distinzione non poté piu essere evitata, e di rispondere alle domande su ciò che ha valore, e su quale condotta sia giusta la filosofia morale ha avuto continuamente a che fare con lesue conseguenze, o o lodevole, la conoscenza di ciò che di fatto si desidera, si approva, si biasima ha tentato di superarla. La distinzione tra giudizi descrittivi e giudizi di valore, o si stima è assolutamente non pertinente; che la domanda «Che cosa devo fa come quella tra «è» e «deve essere», risultò dalla semplice osservazione che, se re?» è del tutto indipendente dalla domanda «Come ci si comporta di fatto?», o asserzioni come « II ferro è piu pesante dell'acqua» e «Non farai l'amore con tua «Che cosa si desidera di fatto?» e che si ritiene ragionevole quest'ultimo punto sorella»sono entrambe valide,non possono esserlo nello stesso senso, perché la di vista. Tuttavia, esso conduce inevitabilmente ad un problema: se, e su quale seconda può essereviolata praticamente o annullata per decreto, mentre nulla fondamento, il contenuto di 'deve' possa essere conosciuto nello stesso senso, o di simile può essere fatto nel caso della prima. Sorse cosi inevitabilmente la do in un senso simile, a ciò che 'conoscere' significa nelle questioni empiriche. manda: perché dovrei credere che sia valida questa prescrizione morale anziché una prescrizione opposta, o in generale cbe sia valida una di esse? Perché esiste l'etica ? z. La disputa sul significato dei giudizi di valore. Questo problema è in parte antropologico in parte speculativo, dal momento che non si conosce, e molto probabilmente non si conoscerà mai, il comincia Per tutta la storia della riflessione etica si possono vedere innumerevoli ver mento assoluto della moralità, non diversamente dal cominciamento assoluto del sioni della formulazione di queste domande ; pur non essendo logicamente equi linguaggio, dell'arte, della religione e di tutte le forme di vita caratteristicamen valenti, esse rivelavano tutte il medesimo disagio di fronte al compito di scopri te umane. Il momento della transizione da una comunità preumana ad una co re come si deve vivere, o come è possibile giustificare ciò che si ritiene vero in munità specificamente umana è antropologicamente inaccessibile; esso fa da materia morale. nucleo a molte narrazioni mitologiche, ma coloro che tentarono di descriverlo in Il cosiddetto «soggettivismo» morale, vale a dire, grosso modo, la teoria se termini empirici (per esempio Freud in Totem e tabádel ?9? z-?3) fallirono nel condo cui quel che gli uomini dicono intorno al bene e ai doveri morali dipende momento in cui, per spiegare la maniera in cui un'orda animale sorpassò la so da una loro decisione e non può in nessun caso pretendere di essere «vero» nel glia dell'animalità, dovettero dotarla di qualità già speciFicamente umane (per lo stesso senso in cui possono esserlo i giudizi empirici, si è connesso storica esempio il senso di colpa). Tuttavia, in un senso piu stretto l'origine della rifles mente con due diverse correnti filosofiche : il materialismo e il positivismo. No sione etica, cioè dell'indagine sulla validità dei precetti e dei divieti morali, non è nostante l'ostilità che li divise in vari periodi (il positivismo, infatti, nega radi question- interamente speculativa. calmente la possibilità di una metafisica razionale, mentre il materialismo è una Le regole morali, compresi i concetti di peccato e merito, fanno chiaramente dottrina metafisica) essi conversero spesso nel loro atteggiamento antireligioso e parte di tutte le società umane conosciute, e, ad un certo stadio, si fondono di nel relativismo morale. Che nulla sia in sé bene o male fu l'opinione di HIObbe, solito con le credenze religiose (oggi gli antropologi tendono a negare che, nelle sostenuta (non senza pesanti incoerenze) da Spinoza e dalla maggior parte società primitive, la moralità fosse sempre subordinata alla mitologia; il regno dei materialisti francesi. Secondo questa posizione, dicendo che uno stato di degli dèi e degli spiriti nel suo complesso non fu necessariamente un modello cose o un'esperienza èbuona o cattiva non facciamo altro che esprimere ino che gli uomini dovevano imitare, e le regole della condotta umana non appar stri desideri e le nostre avversioni. Pur non essendo equivalente ad essa, questa vero necessariamente di divina istituzione. Ciò si verifica, invece, in fasi suc posizione è sostenuta dalla teoria (formulata chiaramente da Hume, e poi ri cessive; nelle religioni altamente sviluppate, tutti i comandamenti morali tro petuta in varie versioni per tutta la storia del positivismo ) secondo cui i giudizi vano posto in un contesto religioso). Ma si può sostenere che la filosofia mora di valore e le espressioni normative non possono essere inferite logicamente da le, comprese le posizioni scettiche e relativistiche sui giudizi di valore, si ebbe asserzioni empiriche. Quando si dice «Si devono mantenere le promesse», o come prodotto secondario dall'estensione dei contatti tra gruppi diversi, dotati «La tortura è male, indipendentemente dalle circostanze», non si dice nulla la di tradizioni mitologiche diverse e diversi costumi. La sfida dell'«alterità» deve cui verità o falsità possa mai essere materia di disputa; anzi, non si dice nulla aver stimolato uno sforzo intellettuale inteso a difendere la validità delle pro che riguardi le promesse o la tortura; non si fa altro che rivelare il proprio prie specifiche credenze morali, privandole cosi della loro «ovvietà». stato emotivo.