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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
TOLLERANZA I N T OLLERANZA
Mario Manfredi — TOLLERANZA/INTOLLERANZA pag .4
J ean-Pi e r r e Fay e — DEMAGOG IA pag.9
Léon Poliakov — DISCRIMINAZIONE p ag.l 8
J ean-Pi e r r e Fay e — REPRESSIONE pag.25
TERRORE pag.39
TOLLERANZA/ I N T O L L ERANZA pag.52
Corrad o B ol og n a — TO RTURA pag.65
J ean-Pi e r r e Fay e — VIOLENZA pag.78
ambiguità • lligona
competenza/esecuzione coilice
Tolleranza /intolleranza fonetica inunagine avanguardia Tolleranza /intolleranzagrammatica nietafora classico
concetto analogia e metafora lessico • ngno critica
esistenza argomentazione lingua aignilicato filologia bello/bruno
essere interpretazione lingua(parola simbolo letteratura creatività
fenomeno linguaggio maniera espressione
forma metrica
astratto/concreto poetica fantastico
idea semantica
dialettica alfabeto retorica gusto
proposizione e giudizio sens%ignificato
identità/differenza ascolto imitazione
traduzione
mediazione gesto immaginazione anthropos
universali/particolari
opposizione/contraddizione lettura progetto cultura/culture
qualità/quantità etnocentnsmi
atti linguistici
luogo comune riproduzion%iproducibilità
totalità natura/cultura
dicibile/indicibile
orale/scritta discorso sensibilità
uno/molti enunciazione comunicazione parola / finzione SPazialita
decisione ritmo
distribuzione statistica
presupposizione e agusione errore / generi artigianato
dato informazione scritturareferente narrazione/nsrratività artista
giochi acculturazione
etica voce stile I attribuzione
induzione statistica civiltà
fiinsofin/filosofie tema/mntivpprobabilità
oggetto
ragione
antico/moderno futuro"Agllffr,= /
rappresentazione statistica calendario produzione artistica selvaggio/barbar% ivihzzato
razionale/irrazionale
catastmfi
teona/pratica ciclo decadenza
v
soggetto/oggetto armonia colore
escrementiuguaglianza evento escatologia
melodia
periodizzazione età mitiche disegno/progetto fertilitàcaos/cosmo valori ritmica/metrica visione educazione
' infinito
abbigliamento
curve e superfici vero/falso tempo/temporahta genesi nascita
scala canto sensi generazioni
macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente
geometria e topologia auon%umore coltivarione
mondo progresso/reazione colpo sessualità infanzia
invariante alchimia cultura materiale
storia
tonale/atonale danza vecchiaia morte
natura astrologia atlante maschera amore industria rurale
osservazione vita/morte
cabala collezione moda desiderio materiali
deduzione/prova reale elementi documento/mònumento eros
armi credenze ornamento prodotti
/ cli nicaequivalenza unità
esoterico/essoterico fossile isteria
frontiera dialetto scena
differenziale formalizzazione memoria pulsione angoscia/colpa cura/no rmalizzazioneà
/
funzioni guerra enigma
logica rovina/restauro soma/psiche castrazione e complesso esclusion%ntegrazione
fiaba fuoco
infinitesimale
imperi
possibilità/necessità analisi/sintesi sonno/sogno censura farmaco/droga lnazione mostro cannibalnmo homo
locale/globale identificazione e transfertreferenza/verità anticipazione funzione / follia/delirio
sistemi di rifenmento misura tattica/strategia popolare dài inconscio mano/manufatto
ricorsività ipotesi / medicina/medicalimazione l
proverbi divino tecnica
stabiliti/instabilità matematiche modello nevrosi/psicosi normale/anormale
alienazione tradizioni Cfoi utensile
variazione metodo struttura
coscienza/autocoscienza demagogia piacere salute/malattia
centrato/acentrato teoria/modello
tntrasztone
immaginazione sociale discriminazione sintomo/diagnosi
magia
combinatoria demoni I alimentazione
pace repressione messia
divinazione agonismo animale
applicazioni grafo servo/signore terrore mdlennio cerimoniale casta
labirinto
chierico/laico mito/rito I cucina
assioma/postulato caso/probabilità ilollln tolleranza/intolleranza donnaissa persona festa
continuo/discreto
rete domesticamentocausa/effetto mythos/logos
utopia tortura ' ' Ittvolo puro/impuro feticcio endogamia/esogamia
fame
dipendenzs/indipendenza abaco certezza/dubbio
Orlglfll
violenza religione I , famigli a' gioco
divisibilità algoritmo coerenza 'l incesto vegetale
àrtino sogno/visione lutto
dualità approssimazione convenzione categorie/categorizzazione fo' stregoneria regalità maschile/femminile
insieme calcolo determinat%ndeterminato matnmonm Iconoscenza gfàCC8to rito
razionale/algebrico/trascendente numero empiria/esperienza coppie filosofiche ,',tmcro/profnn» parentela / caccia/raccolta
simmetria zero esperimento disciplina/discipline santità
borghesi/borghesia totem
/ d,„,
strutture mntemnùchc legge enciclopedia burocraria economia à uomo/donna eccedente
trasformazioni naturalt / categorie libertà/necessità innovazion%coperta classi formazione economica-sociale pastorizia
metafisica insegnamento contadini lavoro
controll%etroazione
primitivo
naturale/artificiale invenzione consenso/dissenso ideologia modo di produzione
energia reciprocità/ndistnbumone
operatività rappresentazione egemonia/dittatura Slsffnà:-, propr età
analogico/digitale equilibri%quilibrio paradigma intellettualiricerca ltmletaffato riproduzione
automa interazione previsione e possibilità libertà
sistematicae classificazione
--ùivèhizione transizione abbondanza/scarsità
intelligenza artiifiiciale ordine/disordine riduzione maggioranza/minoranza bisogno
macchina organizzazione ripetizione partiti consumo
programma semplic%omplesso scienza politica
amministrazione accumulszione imposta
simulazione sistema apprendimento
spiegazione comunità capitale lusso
strumento soglia autoregolszion%quilibrazione
rificabilità/falsificabilità cervello
vincolo comportamento cognizione confiitto crisi oro e argento
costltusiolic • distribuzione
e condizionamento induzione/deduzione consuetudine élite pesi e misure
dèmoeraziá/dittatura fabbrica
controllo sociale innat%cqu isito diritto gergo produzione/distribuzione
ricchezza
astronomia emozione/motivazione istinto giustizia gestionegruppo
patto scambio
cosmologie istituzioni
atomo e molecola mente operazioni marginalità imperialismo
gravitazione percezione responsabi/ità potere o/sinione impresa spreco .
conservazion%nvarianza
luce quoziente intellettuale potere/autorità povertà mercato
entropia pubblico/privato merce
materia propagandafisica sodetà civile moneta
spazio-tempo atmosfera cellula ruol%tatus
forza/campo
litosfera adattamento abitazione statodifferenziamento socializzazione pianificazione
moto
oceani evoluzione immunità acqua società profitto
particella
pianeti mutazione/selezione ambienteindividualità biologica spazio sociale rendita
plasma
sole polimorfismo integraùone città salario
propagazione
iullvcf so specie climainvecchiamento utilità
quanti organismo ecumene valore/plusvalore
relatività insediamentoregolazione agricoltura
reversibilità/irreversibilità
catalisi e morfogenesi migrazione città/campagna
stato fisico
sviluppo
colonie
macromolecole
paesaggio
commercio
metabolismo
popolazione
industria
omeostasi
regione
eredità risorse spazio economico
organico/inorganico
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discriminazione
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68p Tolleranza /intolleranza
Tolleranza /intolleranza slazione civile non sminuisce affatto il rifiuto e la condanna loro riservati sul
Demagogia, Discriminazione, Repressione, Terrore, piano teologico ed etico. La tolleranza, insomma, non è, realmente, plurali
Tolleranza/intolleranza, Tortura, Violenza smo, per fondare il quale occorre una diversa concezione della verità, della ra
gione e dello Stato.
Tuttavia, anche la conquista di un livello superiore di tolleranza, quale si
realizza nella filosofia del liberalismo (in particolare con Locke e Humboldt ),
r. Di a lettica tolleranza/intolleranza. resta viziata da un persistente elemento di «negatività». Se allo Stato confes
sionale si sostituisce il modello dello Stato laico e liberale, la tolleranza cessa di
+ Tolleranza/intolleranza+ è una coppia di concetti moderni che rappresenta essere un rimedio e diventa un principio, ma non è e non può essere ancora un
no, rispettivamente, momenti di evoluzione e di regresso di quella che Constant valore. È semplicemente uno dei modi nei quali si esprimono l'indifferenza dello
chiamava «la libertà dei moderni ». La tolleranza appare originariamente legata Stato e il suo non-interventismo in materia di coscienza, di pensiero e di cono
alla libertà religiosa, ma acquista successivamente una connotazione politica, che scenza; è l'ideologia della non-interferenza nell'«ideologia». La tolleranza si
oggi è prevalente. configura cosi come una libertà ideologica. Proprio perché è limitata all'ideolo
La connessione tra i due termini è dialettica, ma con una sproporzione a fa gia, essa trova un'applicazione universale, mentre la libertà politica, che ha un
vore di 'tolleranza'. Essi, infatti, hanno un peso semantico disuguale. Quello di maggior valore intrinseco, viene riconosciuta solo ad alcune classi e categorie.
intolleranza è un concetto «totale», facilmente definibile attraverso la negazione Il superamento di questa posizione ristretta della libertà avviene con l'elabora
del suo opposto. La tolleranza, invece, è un concetto critico, problematico, in zione rousseauiana e marxiana e, sul piano storico e istituzionale, nella coniu
timamente dialettico : esso non può fare a meno di riconoscere il suo opposto co gazione tra liberalismo e democrazia.
me necessario alla propria costituzione, non può, cioè, non porre il problema Problemi teorici piu gravi presenta l'altro aspetto di quella che si è definita
del proprio limite. l'ambiguità della tolleranza, vale a dire la sua eccessività. Qui il rapporto dia
L'ambiguità della tolleranza sta, da una parte, nel suo essere meno della lettico con l'intolleranza rischia di essere, ad un tempo, necessario e fatale. La
libertà e, dall'altra, nelle difFicoltà generate da una sua indiscriminata applica tolleranza si esercita proprio nelle situazioni potenzialmente conflittuali e re
zione, della quale finisce con l'usufruire anche l'intolleranza. Per il primo aspet pressive, in alternativa allo scontro o all'oppressione e, perciò stesso, in pre
to, vale la protesta di Mirabeau sulle ristrettezze della tolleranza intesa come senza diforze che, se potessero prevalere, praticherebbero l'intolleranza. Ilpa
sopportazione o concessione, come se la libertà fosse limitata allo spazio rita radosso della tolleranza è in ciò, che essa ha da realizzare l'equilibrio tra il ri
gliato per i cittadini dall'autorità del potere. Per il secondo aspetto, si può ri schio di autonegarsi e il rischio di essere negata. Se dai suoi benefici vengono
cordare lacritica di Marcuse allatolleranza democratica: se la propaganda na esclusi gli intolleranti, coloro che — se potessero — non esiterebbero a negarla,
zista fosse stata repressa in tempo, l'umanità si sarebbe risparmiata i campi di la tolleranza pone un limite a se stessa, si riduce e diviene intolleranza dell'in
sterminio e la seconda guerra mondiale. A causa del suo difetto, la tolleranza tolleranza. E, per di piu, come determinare i criteri d'individuazione dell'intol
non attinge la libertà civile e politica, della quale tutt' al piu è preparatoria; in leranza meritevole di non essere tollerata? E quale credito può continuare a
conseguenza dei suoi eccessi, essa rischia sempre di nuovo di restare sacrificata riscuotere, anche presso gli attuali tollerati, una siffatta tolleranza limitata e
al suo opposto. In questa difettività-eccessività della tolleranza è racchiusa gran mutevole, quali garanzie offrire per il futuro? Le manomissioni delle regole del
parte dei problemi della libertà moderna. Per illustrarla, oltre che attraverso il gioco sono sempre gravide d' incognite:una volta aperta la porta all'intolleran
presente itinerario, occorre passare per altri universi semantici, come quelli del za, non si può prevedere quanta parte ne passerà. Viceversa, quando la tolle
l'ideologia, del potere, dei diritti dell'uomo, della libertà politica, ai quali tutti ranza rinunzia a limitarsi, essa si espone ai contraccolpi del proprio eccesso, la
sono legati certi modelli di ragione e certi usi del linguaggio. scia campo libero allo scatenamento dell'intolleranza, si condanna a farsi di
Nella sua natura difettiva, la tolleranza ha a che fare con un vizio d'origine, struggere dal proprio opposto, come da un demone che ha alimentato in se
dal quale ricava un elemento di «negatività» mai del tutto risolto. La decisione stessa e dal quale si sentiva esaltata. Cosi, il momento di massimo compimento
e la pratica della tolleranza sono sorte come rimedio ad una situazione di con della tolleranza è anche il suo momento di massimo pericolo, Non a caso avvie
flitto tra diversi culti religiosi, dalla quale, a causa di un certo equilibrio delle ne che l'intollerante rivendichi, a propria tutela, il rispetto dei principi di ga
forze, non era possibile uscire con una soluzione repressiva. In tal senso, quella rantismo previsti dall'ordinamento dello Stato tollerante, proprio nel mentre
pratica è un'invenzione del potere che, pur restando prevalente, non ha potuto egli si serve di quella tutela a copertura della propria pratica intollerante. Egli
imporsi e si è adattato al passaggio dal conflitto a un pacifico pluralismo. Nel sa che, in definitiva, la tolleranza, per essere tale fino in fondo, ha bisogno di lui.
l'ideologia della tolleranza religiosa permane il principio che una sola Chiesa è
depositaria della verità e che l'ammissione degli altri culti da parte della legi
Sistematica locale 688 68rl Tolleranza /intolleranza
chiaramente in Kant, per il quale lo spirito illuministico restava soddisfatto
Il metavalore della tolleranza. dalla sola condizione che ciascuno potesse fare pubblico uso della propria ragio
ne. Egli stesso considerava questa libertà come inoffensiva, e non nascondeva
Se non è un valore, soprattutto a causa della sua origine storico-teorica e del la sua calorosa ammirazione per il sovrano Federico il Grande, il cui spirito di
la sua funzione pratico-ideologica, la tolleranza si può configurare come un me tolleranza racchiudeva nella formula: «Ragionatefin che volete e su quel che
tavalore, in quanto definisce e mantiene le condizioni all'interno delle quali è volete, ma obbedite». Una tale dimensione puramente logico-verbale della tol
possibile professare valori e dare vita alle relative pratiche. Queste condizioni leranza si può anche identificare con l'ideologia, se per ideologia s'intende un
sono raffigurabili come una complessa metodologia atta a consentire la produ puro prodotto della coscienza, senza conseguenze a livello di pratica sociale, di
zione di una molteplicità di discorsi nel variare del tempo e dello spazio. Non a istituzioni e di ordinamenti. Quello che fa la positività della tolleranza in senso
caso, la rivendicazione della tolleranza è cosi frequentemente collegata con il piu moderno è, invece, il fatto che il suo spazio è proprio lo stesso nel quale si
libero uso della parola, con il pluralismo dei linguaggi. Le condizioni di cui si realizzano l'esistenza e la diffusione materiale dell'ideologia, in un senso analogo
parla sono in parte negative, in parte positive. a quello proposto da Althusser a proposito degli apparati ideologici di Stato.
x) In termini negativi, s'impone la critica di ogni forma di assolutismo filo Le ideologie, in quanto diffuse nelle istituzioni, viventi «materialmente» in esse,
sofico, inteso come concezione assoluta e obiettiva della ragione, della verità e tradotte informe svariate di pratica sociale, sono tanto espressione di potere
dei valori. Alle metafisiche e alle teorie della conoscenza di tipo assolutistico si quanto arma di contropotere. Lo spazio della tolleranza, in questo senso, è quel
contrappongono modelli soggettivistici, convenzionalistici e funzionalistici. Il lo nel quale si garantiscono condizioni di confronto e di scontro tra ideologie
presupposto è che da filosofie di contenuto sostanzialistico conseguano neces e, per questa strada, si mantiene aperto il circuito che va dal potere e dal sistema
sariamente dogmatismo e assolutismo politico: la connessione risulta partico normativo-istituzionale alla società civile e viceversa.
larmente chiara in Kelsen, secondo il quale il relativismo filosofico è la premes
sa della tolleranza e della democrazia (almeno a livello teorico, però, questa
connessione non è necessaria, come mostra il caso di Spinoza, che su una meta 3. Pratiche ideologiche dell'intolleranza.
fisica della necessità fonda un sistema politico di libertà). Al relativismo corri
sponde in pratica il rifiuto di ogni forma d'imposizione, di +repressione+, di In realtà, non tutte le ideologie hanno bisogno della tolleranza. Nello spa
+ violenza+ e l'adozione di un metodo consistente nel confronto delle opinioni e zio ideologico crescono discorsi di segno diverso e, spesso, è proprio l'estre
delle proposte, eventualmente con il ricorso finale a un arbitro giudicante in mizzarsi del linguaggio a denotare la patologia in cui il discorso ideologico è ca
forza di regole sostenute dal consenso di tutte le parti. Questo complesso di duto. La connessione tra organizzazione del discorso e moduli espressivi, da
implicazioni pratico-politiche del relativismo è ben raffigurato nella teoria del una parte, e curvatura ideologica, dall'altra, è un sicuro strumento di valutazione
l'argomentazione (o nuova retorica) di Perelman, che si può rappresentare co dei movimenti politici, specie di quelli allo stato nascente. È appunto questione
me un'aggiornata sintassi ideologica della tolleranza, ovvero l'organizzazione di giudizio politico — con un alto coefficiente di relatività — stabilire se ci si trovi
che la rete dei discorsi deve assumere se si vuoi continuare — in un quadro o no difronte a fenomeni di+demagogia+. Anche se lademagogia sfrutta fre
liberai-democratico avanzato e conflittuale e in presenza di un'accentuata dina quentemente gli impulsi dell'intolleranza, qualche tolleranza è pur necessaria
mica delle classi — il plurisecolare discorso occidentale della tolleranza e sulla perché essa si esprima. E poiché, come si è visto, sul terreno della tolleranza il
tolleranza. L'ordine argomentativo non è che una forma storica che la tolleran linguaggio e l'ideologia (le modalità linguistiche dell'ideologia) si svolgono senza
za assume per reagire ad altrettanto storiche manifestazioni di precarietà, di con restrizioni, la diagnosi linguistica — ovvero l'analisi specialistica del linguaggio
flittualità e di potenziale intolleranza, condizioni alle quali essa tolleranza è sem insieme con il giudizio ideologico — ovvero il giudizio espresso da un punto di
pre collegata e dalle quali è sempre originata. versta politico di parte — sono all'origine della qualificazione di demagogia. È
z) In termini positivi, viene garantita l'esistenza di uno spazio, generica solo attraverso una certa articolazione del discorso (linguaggio) politico, attra
mente definibile come «ideologico», nel quale possano trovare libera espressio verso unacertaconnotazione ideologica prodotte daldemagogo (o a lui applica
ne tutte le varianti della non-conformità, senza rischiare d'incorrere in reazioni te) che egli si presenta (o viene qualificato) ora come «capo del Sii p.op», ora co
repressive: modi di pensare e modi di essere devianti, oppositivi, alternativi, me tiranno, ora come colui che vive fino in fondo e autenticamente gli spazi
ecc. Questa «ideologicità» della tolleranza implica che essa abbia, oggi, un signi della tolleranza, ora come il manipolatore, a fini di potere personale, degl'im
ficato piu forte di quello originario. Per Locke, in fondo, la positività della tol pulsi di una parte sociale all'intolleranza verso le altre.
leranza — vale a dire il suo non essere solo condizione esterna, formale di certe In sé, la demagogia non è né rivoluzionaria né reazionaria. Denota piutto
pratiche — si riduceva alla legittimità d'intervenire sugli altri con i mezzi della sto l'uso di certe tecniche manipolative per conseguire determinati scopi politi
persuasione. La ristrettezza di questa versione della tolleranza appare ancor piu ci. Ma la storia del xx secolo offre esempi eloquenti di alleanza tra demagogia e
Sistematica locale 69I Tolleranza /intolleranza
conservatorismo, tra linguaggio antidemocratico e reazione politico-sociale. Nel antica della scienza stessa. Il fatto che si presenti con ragioni che sono soltanto
la messa a punto dell'apparato ideologico dei regimi totalitari fra le due guerre delle maschere fa della discriminazione il nemico piu subdolo della tolleranza.
mondiali, l'uso del linguaggio demagogico ha avuto un peso essenziale, al punto La quale subisce da essa uno scacco peggiore di quello che le viene inflitto da
che la storia di quegli apparati — nella loro articolazione attraverso il diritto, le altre pratiche di violazione della libertà e integrità morale e fisica dell'individuo,
istituzioni, la cultura, la scienza — potrebbe essere fatta seguendo l'evoluzione perché in tutti gli altri casi il gioco si svolge a carte scoperte, e risulta piu chiaro
linguistica della demagogia di regime. La demagogia è essa stessa un linguaggio, quanta parte vi abbia la ragione e quanta la non-ragione.
nel quale prendono corpo le forme che andranno a costituire l'apparato ideolo
gico-istituzionale dello Stato. Il linguaggio demagogico precede e prepara la
vita materiale dell'ideologia: esso, per esempio, lancia le parole d'ordine che Pratiche rePressi~e tra ideologia e storia.
preludono alla politica razziale e, a tale scopo, non esita a intorbidire le acque
della scienza, come quando presenta i pregiudizi sulle differenze di razza come Infatti, la discriminazione può insinuarsi a lungo prima di venire alla luce,
acquisizioni della ricerca biologica e antropologica. In ciò, la pratica demago mentre la +repressione+, almeno nelle sue forme tradizionali, ha bisogno di ma
gica, appunto, non è tanto ideologica, quanto preideologica, specialmente per la nifestarsi e di addurre, nello stesso tempo, ragioni «ufficiali». Queste ragioni
ragione che essa fa leva — o tende a produrli — su impulsi di massa e, in partico si compendiano, generalmente, nello «stato di necessità». Anzi, a ben vedere,
lare, su quelli distruttivi, pronti a polarizzarsi contro un nemico immaginario. lo stato di necessità può essere assunto come categoria unificante di tutte le
È per questa strada — percorsa tra linguaggio demagogico e istituzionalizza forme di repressione, da quella psichica individuale e collettiva a quella politica
zione ideologica — che si mettono in moto i meccanismi della+discriminazione+. e militare.
Normalmente, essa fa ricorso a tentativi di fondazione del proprio discorso, a Si considerino tre casi remoti tra di loro ed emblematici proprio perché ap
razionalizzazioni, a giustificazioni il piu possibile «scientifiche». In realtà, la di partenenti a livelli e contesti diversi. E uno stato di necessità che induce gli uo
scriminazione non ha bisogno di giustificazioni e vi ricorre solo in un secondo mini, nel sistema giuridico-politico di Hobbes, ad abbandonare le condizioni di
momento, quando è già nata. L'idea discriminatoria nasce in un oscuro fondo libertà naturale, conflittuale e distruttiva, e ad accettare il potere incoercibile e
pulsionale individuale e collettivo, ove si consumano conflitti d'identificazione repressivo di un sovrano. È lo stato di neces ità, secondo Freud, che ha spinto
e proiezione, ove le energie scatenate dalle frustrazioni si ricompongono e si l'umanità — sulla via della civilizzazione — a rinunziare al principio del piacere
orientano in senso aggressivo. La manipolazione demagogica e ideologica valo e ad abbracciare il principio di realtà, a operare cioè una repressione radicale,
rizza sapientemente questa materia indistinta e disponibile, la piega a sé, le at che viene ripetuta nella storia psichica di ogni individuo, e che ha come posta
tribuisce una direzione e uno scopo. È in questo contesto che la discriminazione la cultura e come prezzo la nevrosi, il «disagio della civiltà». Ed è ancora l'ideo
viene «decisa»: in esso, le cose, i valori, gli uomini, i gruppi, ecc. sono pre-giu logia dello stato di necessità a fungere da giustificazione ufFiciale quando vie
dicati. È una forma non rimediabile d'intolleranza, l'intolleranza dell'alterità ne meno l'esercizio della tolleranza: la necessità di evitare la catastrofe e il caos
radicata nel rifiuto della pratica razionale del giudicare, vale a dire nell'eclisse è invocata, nel dicembre i98i, a sostegno della repressione militare in Polonia,
della ragione. Nel «contesto di pregiudizio», la discriminazione è già cosa com laddove la repressione, in realtà, oscilla drammaticamente tra stato di necessità
piuta e, in fondo, per essere praticata, non avrebbe bisogno d'altro. Di solito, e necessità dello Stato. In tutti e tre i casi, la repressione si presenta come ri
però, essa passa anche attraverso un «contesto di giustificazione» e finisce col spondente a istanze «ragionevoli». Ciò è specifico della repressione in senso
darsi delle ragioni. Che siano ragioni teologiche o scientifiche o storiche o morali, moderno, che non è esercizio direttamente violento e distruttivo del potere, ma
cadono in ogni caso sotto il segno dell'elaborazione linguistico-ideologica. Nelle tende a passareattraverso una mediazione ideologica.La repressione è,sostan
razionalizzazioni, l'uso delle parole, la ricerca delle definizioni e degli argomenti, zialmente, la prerogativa dell'autorità costituita, dello Stato; poiché lo Stato
l'ordine dei discorsi assume un'enorme importanza. I modi della «presentazio moderno si è dotato di apparati ideologici molto complessi, la repressione viene
ne» del discorso diventano decisivi quando si tratta di persuadere se stessi o filtrata attraverso i meccanismi del discorso ideologico. Il che vale per le forme
gli altri di aver giudicato e agito bene. Ne è un esempio l'uso sapiente della visibili e clamorose di repressione, ma ancor piu vale per le forme indirette,
commistione di descrittivo e prescrittivo, come nelle «definizioni persuasive» di occulte, diffuse e, si potrebbe dire, «non decise» di repressione. Queste ultime,
Stevenson. È proprio questo vissuto ideologico (se si vuole: patologico) del lin proprie delle società piu complesse, come le società industriali avanzate, opera
guaggio che mette in crisi le certezze neopositivistiche sulla dicotomia tra fatti no nel rispetto formale della tolleranza, ma attraverso la restrizione sostanziale
e valori, tra scienza e ideologia. L'ideologia discriminatoria sfrutta apparente di possibilità di scelta, la disincentivazione di atteggiamenti, la omogeneizzazio
mente gli «errori» della scienza (si pensi alla teoria di Buffon sulla «normalità» ne di comportamenti. Questa repressione diffusa viene veicolata da ideologie
dell'uomo bianco o a quelle di Lombroso e di Moebius sull'inferiorità femmi altrettanto diffuse e realizza uno dei momenti pratici della presenza «materiale»
nile), nella quale essa, in realtà, si è preventivamente insinuata, essendo piu dell'ideologia: essa viene combattuta attraverso la critica ideologica, la pratica e
Sistematica locale 693 Tolleranza /intolleranza
' la diffusione di ideologie alternative, laddove esistono forze in grado di elabo critica, linguaggio alternativo di culture alternative, È cosi rappresentata una
rarle. forma aggiornata della strutturale identità tra violenza e potere, da un lato, e
Nelle sue forme classiche, però, la repressione continua ad esercitarsi in mo tra violenza e diritto, dall'altro. La mediazione ideologico-linguistica rappresen
di tangibili e diretti e ad annoverare, tra i propri strumenti, la +violenza+ per ta il livello di trasformazione della violenza di Stato in pratica imposta o condi
secutoriae il+terrore+. I quali,come la stessa +repressione+, non sono legati visa attraverso la legislazione, la cultura, la propaganda, ecc. La violenza è tra
al binomio + tolleranza/intolleranza+ con un rapporto univoco. Sarebbe teorica sformata in linguaggio (compreso quello degli enunciati normativi ) e il lin
mente volgare — e storicamente errato — pensare di porre semplicemente le pra guaggio in pratica sociale; lo stesso vale per la possibilità di ritorcere lo stru
tiche repressive e violente sotto il segno dell'intolleranza e quelle non violente mento ideologico-linguistico contro chi lo usa, la violenza liberatoria contro la
sotto il segno della tolleranza. E non solo — come già visto — per il sempre possi violenza oppressiva o manipolatrice.
bile rovesciamento dialettico della tolleranza nell'intolleranza, ma anche perché, L'associazione del diritto con la violenza è tanto problematica quanto teori
di fatto, la+ repressione+, il+ terrore+ e la+ violenza+ hanno concorso, talvolta, ad camente e storicamente reale. Non tutto il diritto è obbligo ; esso è anche com
apprestare o a difendere meccanismi di libertà. Cosi accade, nel caso estremo plesso di facoltà, sfera dei diritti soggettivi, si che quell'alleanza è la stessa tra
del terrore, quando il terrore di Stato traduce una forma straordinaria e legale libertà e violenza. Inoltre, la violenza del diritto è per molti soltanto il suo na
di repressione in difesa di un ordine nel quale si sta realizzando un progetto turale connotato di forza, nella quale si congiungono il carattere imperativo e
di liberazione; o quando il terrore contro lo Stato si presenta come la forma di il carattere sanzionatorio del diritto, o nella quale si esprime il massimo d'iden
lotta estrema per l'istituzione di condizioni di libertà. Valgano qui, come esempi tificazione del diritto con le istituzioni storiche. Ma anche queste distinzioni e
al limite, il regime che va sotto il nome di Terrore nella rivoluzione francese, il qualificazioni sono lontane dall'essere universalmente accettate. Resta il fatto
terrorismo anarchico e, ai nostri giorni, il terrorismo irlandese. Sul piano stori che, storicamente, il diritto esercita la violenza tanto quanto la subisce, nel senso
co, ideologico ed epistemologico (nel senso dell'individuazione di precise cate che è esposto costantemente alla violazione e alla rottura. La ritorsione della vio
gorie teoriche, del loro funzionamento e dei loro reciproci 'rapporti ) fra terrore lenza contro il potere, e contro il diritto che esso esprime, assume l'aspetto di
e tolleranza — passando attraverso repressione e violenza — non c'è antitesi ne un rovescio anche come formula linguistica: il diritto alla violenza. L'itinerario è
cessaria. Altra cosa è il problema etico, che ha qualcosa di analogo al quesito quello che va dalla connotazione del diritto come strumento di dominio (Marx)
classico sulla legittimità di stabilire un rapporto di subordinazione dei mezzi ai alla connotazione morale della violenza : per Sorel, le conseguenze della violenza
fini. In altri termini, che la repressione, la violenza e il terrore abbiano rapporti (i colpi che operai e rappresentanti della borghesia si scambiano durante gli scio
tanto con l'intolleranza quanto con la tolleranza, è un fatto ; che di queste pra peri), anche se remote, «possono produrre il sublime». Vale a dire che la vio
tiche si diano versioni «buone» e versioni «cattive» non è un problema teorico. lenza, come le pratiche repressive in genere, rivendica i diritti che le deriva
La repressione rivoluzionaria e il Terrore nella Francia del I793-94 possono no dall'essere stata, in certi periodi, strumento e terreno di liberazione. I.a vio
essere riguardati tanto come uno dei contesti di fondazione della libertà occi lenza come premessa di tolleranza e levatrice di libertà pone un problema gra
dentale, quanto come prototipi delle macchine repressive degli Stati totalitari ve a chi non sia disposto a far propria una prospettiva di incondizionata accet
del xx secolo. Ambiguità delle categorie (e dei loro contenuti ideologici) e am tazione della storia nella sua datità. E, naturalmente, non è detto che sia prefe
biguità della storia vanno di pari passo. E si deve aggiungere che la semantica ribile abbracciare una tale prospettiva piuttosto che lasciare aperto il problema.
della repressione e del terrore si è oggi allargata e complicata, da quando paesi Quello che emerge, in contrasto con inveterati luoghi comuni, è la non-in
tolleranti al proprio interno esportano repressione all'estero, da quando il ter sensatezza delle pratiche repressive piu estreme: il senso, infatti, può coniugar
rorismo è diventato strumento di conflitto e di destabilizzazione internazionale, si anche con l'irragionevolezza o con una ragione al limite del proprio esercizio.
da quando in Occidente si fa ricorso alla repressione contro il terrorismo in di La violenza, per esempio, conosce raffinatezze e finalità che mal si conciliano
fesa dell'«ordine democratico». Le pratiche della violenza e della repressione con una presunta cecità della ragione : è il caso della+tortura+. Essa possiede il
s'intrecciano inestricabilmente e contraddittoriamente con le condizioni della singolare destino di essere un'orrenda violazione del diritto o di esserne una su
tolleranza, al punto che riesce difficile mantenere consolidate distinzioni, come prema affermazione, e di ricercare, per conto di quello, la verità. La tortura è
quellafra terrore (di Stato) e terrorismo (contro lo Stato). lo strumento trovato dall'intolleranza per passare attraverso il piu radicale vis
Come 'repressione', anche 'violenza' ha assunto, soprattutto per opera della suto del nemico (la corporeità), senza annientarlo, Ma è anche uno dei possibili
teoria critica della società, una nuova latitudine semantica, che include forme snodi del rapporto fra potere e verità, fra potere e sapere. Come forma di in
diffuse e sottili di coercizione, di manipolazione e di impedimento, nelle quali quisizione, essa «produce» una verità per il potere (la confessione) ; come forma
la componente ideologica, massicciamente presente nelle istituzioni, diventa de di iniziazione, introduce la vittima al sapere, la rende degna della verità comune
cisiva. Viene in primo piano il linguaggio, sia come obiettivo della critica, in attraverso una marchiatura (cosi nei riti d'iniziazione; e in i98y di Orwell la
quanto luogo della violenza della cultura dominante, sia come strumento della tortura accompagna la graduale conquista della verità da parte del dissidente;
Sistematica locale 694 695 Tolleranza/intolleranza
nella Colonia penale(In der Strafkolonie, I9I4 ) di Kafka, la tortura è l'iscrizione Perelman, Ch., e Olbrechts-Tyteca, L.
stessa della colpa sul corpo del condannato). Fin qui, la tortura è «sensata» e z958 Tr a ité de l'argumentation. La nouvelle rhétorique,Presses Universitaires de France,
Paris (trad. ir. Einaudi, Torino zg66).
finalizzata, per quanto brutale; come punizione e come sadismo, invece, essa Sorel, G.
perde ogni rapporto con la verità, appartiene a un potere a cui non interessa il zgo8 Ré fiexions surla violence,I ages Libres, Paris; ed. Rivière, Paris z923 (trad. ir. Laterza,
«sapere» della vittima. Un «sapere» collegato alla tortura è per la vittima pro Bari z 97os) .
spettiva di liberazione dalla o di sublimazione della sofferenza; altrimenti, quel Spinoza, B.
lo che resta è la degradazione dell'essere ridotto a oggetto, in un contesto privo
z67o Tr a c tatus theologico-politicus,Kunraht, Hamburg (trad. iz. Einaudi, Torino i97a).
di possibilità, sia pure estreme, di scelta.
Wolff, R. P. ; Moore B. jr; e Marcuse, H.
La nostra civiltà giuridica ha abolito la tortura non soltanto in omaggio al
ig65 A C r i t ique nfPure Tolerance, Beacon Presa, Boston (trad. it. Einaudi, Torino zg68 ).
trionfante principio di tolleranza, ma anche perché sono emerse altre tecniche
di colpevolizzazione e nuove forme di «impressione» — prevalentemente ideolo
giche — del potere-sapere. Difatti, la tortura ricompare quando si riducono le
distanze del confronto ideologico e il potere è costretto a scegliere tra un rischio
di sconfitta e una +violenza+ senza limiti. Sono eventualità rispetto alle quali la
tolleranza deve premunirsi in tempo; ma come può farlo, senza legarsi essa
stessa a un qualche esercizio di potere e, quindi, a pratiche repressive e d'in
tolleranza?
Con ciò il problema della sociologia critica (come andare al di là della tolle
ranza? come realizzare una tolleranza selettiva>) da una parte, e il problema po
litico-giuridico delle democrazie occidentali (qual è la misuia d'intolleranza che
uno Stato tollerante può permettersi?), dal]'altra, perdono molto del loro senso :
la tolleranza è da sempre costretta a trascendersi, perché l'andare al di là di sé
è parte di se stessa.[M.M.].
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z689 Epistolade Tolerantia, J. ab Hoeve, Gouda (trad. iz. in Scritti editi e inediti sulla tolle
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gi8
unto), Demagogia
Le
i. A quanto sembra, questa parola è entrata in scena nelle lingue occi
dentali per il tramite del primissimo teorico delle «longitudes et leys», il pre
cursore delle coordinate cartesiane: Nicolas Oresme, traduttore della Politica
di Aristotele in francese. Li si trova senza dubbio una prima definizione occi
dentale della demagogia: «Demagoghi (démagogues), persone che con l'adu
lazione e le lusinghe portano il popolo alla propria volontà»: sostantivo, che
ben presto diviene verbo: «Demagogizzare (démagogiser) è compiere l'ufficio
o l'opera di demagogo».
Si è ben lontani qui, nel xtv secolo e nel bel mezzo della lunga guerra tra
Francesi e Inglesi, dal significato aristotelico, quale si trova, almeno, in que
sto capitolo della Costituzione degli Ateniesiscritta intorno al 3zy a. C., con la
descrizione dell'ascesa al potere di Pericle: IIpoq wo 8qisayoiysYv sX&ávwoq
IIsptxksoug si potrebbe tradurre correntemente con «prendendo Pericle la di
rezione del partito popolare».Converrà tradurre l'atto iniziale dell'ascesa di Peri
cle col singolare neologismo di Oresme: «Pericle impadronendosi del dema
gogizsare», Qui si entra nelle contraddizioni latenti, che potrebbe nascondere
il grande dizionario di Pierre Larousse, questa miniera di luoghi comuni. Pe
ricle vi è presentato come lo statista ateniese che «mostrò ben presto una gran
de elevatezza di spirito» [Grand Dictionnaire Universel i866-76, XII, p. 6o6],
mentre la demagogia vi è definita col fatto che «consiste sempre nello scatena
mento delle passioni buone o cattive... esercitato senza direzione né controllo...,
col popolo che abdica davanti a impulsi ciechi e contraddittori» [ibid., VI,
p. 386j. Il «demagogizzare» descritto da Oresme apparterrebbe dunque sia a
questo scatenamento incontrollato degli «impulsi ciechi», sia a questa grande
«elevatezza di spirito». La parola definita dal primo teorico delle «longitudes»
si muove fra questi due significati estremi.
z. Le definizioni dei luoghi comuni c'introducono cosi in una cartogra
fia i cui termini sono dislocati: un dislocamento. iniziale, derivato dal fatto
che i grandi descrittori della democrazia ateniese sono tre ateniesi, oppositori
del partito della Bvlli,oxpmfx e insieme fondatori del pensiero che sorgerà in
suo favore, sotto i nomi di historia e di philosophia. Tucidide, Senofonte, Pla
tone: ecco questi nemici della democrazia, che l'hanno stigmatizzata, attra
verso il funzionamento di quello che viene ritenuto il suo motore o la sua
leadership. Una parte anche di questa versione viene travasata nella descrizio
ne data da Aristotele, sebbene in alcune delle definizioni aristoteliche passi
il soffio dell'altra versione: come in questa, per esempio, che risponde alla
domanda su quale sia il «primo oggetto» di una costituzione: «La libertà è il
primo oggetto della democrazia». Oppure: «Bisogna dunque chiamare demo
crazia una città governata da uomini liberi»; e ancora: «Non esiste democra
zia in una città dove pochi uomini liberi comandano a molti che non lo sono».
Demagogia 520 52I Demagogia
migrato. Fra i due momenti, un concetto designerà chiaramente la posta di
3. La contraddizione fra le due versioni balza agli occhi fin dai dettagli queste lotte di potere: lo Stato, concetto del Rinascimento italiano, teorizza
della Costituzione degli Ateniesi. Una, secondo la tradizione che muove da Pla to dal fiorentino Machiavelli e, ulteriormente, da Spinoza, un immigrato. (An
tone, vuoi dimostrare «come la democrazia si trasformi nella tirannide» [Re che se il termine tradotto abitualmente come 'lo Stato' è ancora, nel testo
pubblica, 569c] ad opera del 8qpcryoiyáq o «capopopolo», che «dovrà fatal spinoziano, la respubhca latina). Nel campo costituito dal concetto di Stato la
mente... essere tiranno» [565e] ; l'altra indica nell'uomo che «istitui la demo demagogia apparterrà ormai a strategie ancora piu ambigue, in uno spazio
crazia» (Clistene) un avversario dell'«amico dei tiranni». L'esempio della pri sottoposto a spostamenti e rotazioni piu complessi e piu accelerati.
ma versione, che chiameremo provvisoriamente «platonica», è dato dall'av Ma prima di entrare nella problematica italiana — e moderna — dello Stato,
vento di Pisistrato al potere, mentre il modello della seconda è rappresentato per inserirsi nella problematica francese e tedesca della rivoluzione, non si può
dalla rivoluzione di Clistene. abbandonare la problematica greca della demagogia senza delineare il duplice
La versione «platonica» è manifesta là dove Aristotele ricorda che «Pisi ritratto del bis,ayoiyáp:quello di Platone e quello di Aristotele. Il primo prean
stratoera capo del partito popolare (8rlli,xyoiyáp) e stratego quando divenne nunzia curiosamente l'accento introdotto dal teorico della Great Rebellion in
tiranno» [Costituzione degli Ateniesi, zz, 3]. Essa viene ripresa nella Politica: glese dell'età classica, Hobbes: «Chi ha gustato il viscere umano spezzettato
«Gli antichi tiranni per la maggior parte sono venuti, piu o meno, da dema e mescolato tra i visceri di altre vittime, diventa inevitabilmente lupo... Non
goghi... quando lo stesso era demagogo e stratego» [ibid., r3o5a, 8-9]. è cosi anche di chiunque si trovi a proteggere il popolo e disponga di una
La seconda versione è abbastanza esplicita nel punto in cui Aristotele pre massa molto remissiva e non si astenga dal sangue dei compatrioti, ma li tra
cisa che, dopo l'abbattimento della tirannide dei Pisistratidi, «scesero in lizza scini nei tribunali coprendoli di ingiuste accuse, come appunto amano fare?
l'uno contro l'altro Isagora,... amico dei tiranni (pO oq woiv wupccvvoiv) e Cliste e si macchi di omicidio sopprimendo una vita umana, gustando con empie
ne» [ibid., zo, i ], colui che «quando il partito democratico ebbe il potere,... labbra e lingua il sangue di un familiare> e condanni all'esilio e alla morte,
ne fu il capo e la guida» [ibid., y], e faccia sperare rescissioni di debiti e ridistribuzione di terra? Ebbene, dopo
La lotta assumerà i caratteri di quella che, per la prima volta nella Francia aver fatto questo, un simile individuo non dovrà fatalmente perire per mano
della Restaurazione, sarà chiamata lotta di classi. In realtà, la rivoluzione ate nemica o essere tiranno e da uomo divenire lupo?» [Repubblica, 565d-566a].
niese del 5ro-5o8 — laxmzXucsic —rovesciò, ad opera di Clistene, il pisistratide Fra la discussione greca sul demagogo e quella franco-inglese sulla rivoluzio
Ippia, ma per aifidare da principio il potere a Isagora; questi, allo scopo di ne, s'introduce la discussione centrale della «grande ribellione» — sulLeviathan :
contrastare l'infiuenza crescente di Clistene, chiama in suo aiuto il re di Sparta, sorta in uno stato di natura, in cui l'uomo è lupo all'altro uomo.
Cleomene, e gli affida la città, per consolidare il proprio potere. È allora che La prima filosofia politica del pensiero occidentale è costruita, con atteg
il popolo — il 8yp,oq — si runisce e va ad assediare nell'Acropoli, per due giorni, giamento favorevole alla rivoluzione democratica ateniese, da questo aristo
il partito oligarchico di Isagora e l'esercito spartiate; quest'ultimo capitolerà craticoateniese che ha saputo descrivere in una solafrase ilprocesso secondo
nel corso del terzo giorno, e il ritorno di Clistene al potere sarà quello di un cui il 8ripxyuyáq si trasforma in wupxvvoq, attraverso il campo rotante che
capo del popolo —qysiiùv ~ou 8iip.ou [ibid., zo, 3-y]. Curiosamente, la ver spiega il libero esercizio del linguaggio in democrazia. O, piu precisamente:
sione aristotelica, del 3z4, è la prima descrizione di una rivoluzione popolare, la grammatica sintetica dei rovesciamenti di posizioni, che permette il discorso
piu condensata ed esplicita nella descrizione delle poste in gioco che non quel e la pratica del Leviatano moderno.
la di Erodoto, sebbene quest'ultima sia senz'altro piu vicina agli avvenimenti Il ritratto aristotelico è al plurale: «Dove le leggi non sono sovrane, ivi
narrati. Essa mette in scena fronte a fronte, nella «xmuXucnq» o rivoluzione, appaiono i demagoghi, perché allora diventa sovrano il popolo...; una demo
l'amico dei tiranni e il fondatore della democrazia: nello spazio fra i due poli crazia di tal fatta corrisponde in proporzione alla tirannide tra le forme monar
oscilla questa strana ed enigmatica funzione del 8qpxyoiyáp, contemporanea chiche. Per questo anche il carattere è lo stesso: entrambe esercitano potere
mente 'capo del 8qpoq' e 'divenuto tiranno': un ruolo tortuoso e ambiguo. despotico sui migliori e le decisioni dell'assemblea rappresentano quel che là
Nella rivoluzione del 5o8, in cui la conquista dell'Acropoli preannunzia quella è l'editto del tiranno, e il demagogo e l'adulatore sono gli stessi o qualcosa di
delle Tuileries nel r79z o del Palazzo d'Inverno nel x9rq, Clistene è questo analogo» [Politica, xz9za, ro-z3]. Ma Aristotele non è un figlio degli Eupatridi,
8qiizyoiyáq che rovescia l'amico dei tiranni e si oppone all'erede dell'antico un discendente dei re. È uno straniero nella città, uno di quei «meteci» a cui
«8qp.ccyoiyáq» Pisistrato, divenuto tiranno, la rivoluzione di Clistene ha aperto le porte della città, anche se deve pagare
dodici dracme all'anno per non essere venduto come schiavo. Aristotele ha co
Tirannia, democrazia, demagogia, storia: concetti della politica greca, nosciuto in Asia il dispotismo regale : ad Atarne, ove governa Ermia, suo amico,
teorizzati da Platone ateniese e da Aristotele, un «meteco». Rivoluzione, lotte di cui sposa la figlia adottiva e che, nato schiavo e venduto tre volte come
di classi: concetti della storia politica francese, che teorizzerà Marx, un im schiavo, è messo a morte in croce su ordine del generale del Gran Re. La ver
Demagogia
523 Demagogia
sione aristotelica della demagogia sbocca su una prospettiva di questo tipo:
«Dove le leggi non imperano non c'è costituzione (no) ns!>z)» [ibid., 33]. Ma
?9I r]. Ed ancora lui vedrà in «questo nazionalismo ardente delle giovani folle
d'Italia» un elemento di fanatismo e di lealismo sommamente utile [ibid., x7«negli stati democratici conformi alla legge..., i cittadini migliori hanno una
posizione preminente» [ibid., 9].
febbraio r93o]. A tale data sta montando in Germania, sul terreno della Re
Doveva toccare a un preteso ammiratore di Atene, nella corrente del con pubblica di Weimar, una costellazione ideologica pericolosamente nuova. Que
servatorismo francese, di diventare contemporaneamente il nemico inconci sta nuova figura del discorso politico segna l'irruzione di un linguaggio nuovo :
liabile della democrazia e l'ammiratore di una certa forma di demagogia. il linguaggio della demagogia, entrato nel conservatorismo.
Con la rivoluzione ateniese, il linguaggio ha conquistato la sua auto Fino a questo punto, la «demagogia» viene attribuita alla rivoluzione:
nomia: essochiama «storia» ciò che sa di poter raccontare. Ilsuo movimento quella del zo agosto I792 per esempio, nella versione di un'ingenua e curiosa
Histoire de la Révolution franfaise pubblicata a Parigi sotto il nome di un certoattraverso delle dizioni contrarie di questa conoscenza, raggiunta mediante una
narrazione che si chiama storia, riceve il nome di «dialettica». Achille Roche [z8z5]: «Danton... faceva sostituire la municipalità con uomi
Redattore, per noi, della Costituzione di Atene, della vcohnsfx democra ni nuovi, nominati per suo suggerimento ; e se, per non suscitare la diffidenza
tica, (<regime attuale» in cui, com'egli stesso scrive, il popolo è signore, «è dei Girondini, si lasciava Pétion e Manuel alla testa di questa comune dema
sovrano» (o 8qp,áq sax>. xup>,oq), è il filosofo «meteco» per eccellenza. Curio
gogica...» (p. t67); o quella del 3r maggio I793, descritta in questi termini:
«I Gusman, i Proly... formarono un comitato centrale d'insurrezione. Un'altrasamente, il destinatario francese della «controrivoluzione spontanea», dell'«an
tirivoluzione», Charles Maurras, è contemporaneamente nemico accanito della assemblea si formò contemporaneamente alla Comune, e il sindaco Pache la
democrazia e maniaco di «metecofobia» (il vocabolo è suo). Predicatore del
presiedette... Lf si adottarono le mozioni piu atroci... Molte sezioni sconfes
ritorno al pensiero greco, egli non ha mai considerato, per una ecità singolare,
sarono l'indirizzo presentato a loro nome, con tanta impudenza, dall'orribile
Pache. La sezione della Fraternità denunciò la cospirazione demagogica» [ibid.,che l'apogeo di quel pensiero è in correlazione col fatto che la democrazia
ateniese, dopo la rivoluzione di Clistene, sola fra tutte le città elleniche apre p. zz3]. La giornata del 9 termidoro è annunciata dagli amori di Tallien e di
le porte agli stranieri: un uomo libero su due, all'incirca, è classificato ufficial Thérèse Cabarrus:«Il giovane demagogo si era acceso per leidella passione
mente ad Atene come «meteco». Altrettanto stranamente, proprio in Maurras piu viva». Lo stesso «giovane demagogo» nei primi giorni di termidoro «corse
si sviluppa per paradosso una singolare apologia della demagogia: e li risiede in a casa di tutti i nemici di Robespierre e predicò loro la resistenza, incitandoli
a scuotere il giogo... : "Riuniamoci e decidiamo l'arresto di tutti gli anarchicigerme la pericolosa trasformazione di linguaggiocon cui la «controrivoluzione
spontanea» sitrasformerà in «rivoluzione fascista» o «nazionalsocialista». e i tiranni!" » [ibid., p. z53]. Il suo bersaglio, qui, sotto il curioso accostamento
delle parole 'anarchici' e 'tiranni', è quello stesso Robespierre a cui nel me
6. Si tratta di un testo del r9z3, scritto nell'«Action franqaise»: «Questo desimo racconto viene attribuito «il potere di dittatore» [ibid., p.,z33].
Cosi si ricostituiscono nell'ambito delle posizioni della rivoluzione francesperpero, quest'orgia è la democrazia... Il motivo è facilmente spiegabile: la
se i concetti forgiati dalle lingue politiche dell'antichità greca e romana. Lasovranità di tutti implica la consumazione della cosa pubblica, La demago
gia è tutt'altra cosa. Un demagogo può trascinare la folla e condurla per certe cospirazione del «giovane demagogo» termidoriano mira a colui che viene de
sue strade ai /ni piudiversi:alla democrazia, come fecero Mario o Gracco;
signato contemporaneamente come il «tiranno» greco e il «dittatore» latino.
all'aristocrazia, come Silla; alla monarchia, come Cesare o Ottavio». Ed ecco Tuttavia, lo stesso racconto del x8z5 ha descritto i rapporti di forza all'interno
cristallizzarsi una nuova antitesi: «La democrazia è un sistema di disordine dell'Assemblea Costituente riferendosi ai grandi significanti del pensiero ate
cronico... Non si tratta, per essa, di fare il bene del popolo, ma di stabilire niese: «Dopo la morte di Mirabeau non esistono piu che dei capipartito...
il governo del popolo. La demagogia può operare per il popolo, la democrazia Barnave, Duport e i Lameth, direttori del club dei Giacobini, esercitarono
si fa un dovere di operare attraverso il popolo»: un'opposizione che conduce !sn certo dominio sul partito democratico ; ma il partito era già di per se stesso
a questa conclusione permanente della controrivoluzione maurrasiana: «Biso diviso. Robespierre, Pétion, Buzot, Rabaud, Antoine guidavano una piccola
gna dunque divorziare dal dogma democratico» [<(Action fran9aise», 9 maggio
minoranza piu violenta, che in seguito doveva ulteriormente dividersi in piu
t9z3]. Un pericoloso rovesciamento si è verifioato dall'istante in cui la versione
sezioni>) [ibid., p. zo5]. Dall'altra parte «gli aristocratici, immutati dall'inizio
della rivoluzione, rimanevano chiusi nella loro testardaggine, reclamando i loroplatonica passa attraverso Aristotele: «Ivi appaiono i demagoghi... Non è sen
za motivo che un tale governo viene biasimato e chiamato demagogia» fPoli
privilegi vessatori» [ibid.]. Questo «partito democratico», secondo i termini
tica, rz9za, ro sgg.]. Chi scrive, a meno di un anno dalla marcia su Roma, che
del narratore del x8z5, è di fatto ciò che il linguaggio corrente della rivoluzione
il demagogo puo operare attraverso il popolo, aveva precisato dodici anni prima: chiamava nel z79r l'«ala sinistra» dell'Assemblea Costituente. Ed eccolo scom
«È al pubblico conservatore che io mi rivolgo» [«Action franqaise», z5 luglio
posto, dopo la fuga del re e il suo arresto a Varennes: «Il partito di Barnave
e dei Lameth si unisce ai costituzionali di Lafayette», i quali «cominciarono
Demagogia 5z4 5z5 Demagogia
a credere che,allo stato delle cose, i demagoghi erano da temere piu che la le idee» [ibid., 9 maggio r9z3]. Altrove Maurras affermava curiosamente: «Da
corte» [ibid., p. i35]. È contro questi «demagoghi» — giacobini e cordiglieri elemento subordinato alla sintassi, la parola è diventata, col romanticismo, ele
che i costituzionali fanno decretare la legge marziale e appenderele bandiere mento principale» [ i9o5, p. zi4]. Si tratta appunto di captare, qui, ciò che
rosseal Municipio; è su questi «demagoghi» che le truppe di Lafayette e di operamedianteleparole, e ancor piu ciò che, attraverso le parole, siscopre
Bailly, precedute dalla bandiera rossa, faranno fuoco nel Campo di Marte. «subordinato alla sintassi» — ma a una sintassi dell'ideologia, a cui il fonda
Due giorni prima, il i5 luglio i792, l'ex capo del «partito democratico», Bar tore dell'Action franqaise e del «nazionalismo integrale» è sordo quanto il
nave, ha annunciato in assemblea delle tesi singolarmente nette: «Non sono fondatore del partito nazionale fascista. Eppure, a loro insaputa, la utilizzano
le idee metafisiche... che trascinano le masse nella corsa delle rivoluzioni, bensi entrambi. È questa la sintassi tipica di Maurras, alla vigilia della prima guerra
gli interessi reali» [ibid., p. iz9]. L'enunciato di ciò che si potrebbe ben chia mondiale [«Action franqaise», z agosto I9I4 ].
mare un materialismo storico borghese, assegnava come obiettivo alla Costi
tuzione del i79r la volontà di evitare una nuova notte del 4 agosto, che questa io. A q uesto punto occorre soffermarsi per un momento sulla relazione,
volta avrebbe attaccato «la proprietà, unica ineguaglianza che ci rimane da ripresa dal vecchio dottrinario nazionalista, fra «parole» e «idee». «È median
distruggere». Abbandonare il «partito democratico» per quello della monar
te le parole, — egli afferma, — che si designano le idee». Ma qui, come si vedrà,
chia costituzionale significa, per Barnave, porsi alla testa della difesa della pro non esiste alcuna idea prima della parola, nel caso piu clamoroso, piu decisi
prietà, contro l'assalto dei «demagoghi» giacobini e cordiglieri.
vo della strategia politica al momento preso in considerazione, ossia quello della
fondazione dello «Stato totalitario» : che è la semplice improvvisazione parla
8. Il rovesciamento nei rapporti di posizione, all'interno dello spazio po ta di un epiteto, prima di essere la concezione di un'istituzione reale e di un ap
litico e delle posizioni di classe che lo sottendono, è reso visibile nel testo parato statale organizzato.
maurrasiano del i9z3 ; ed è un processo di cui rende conto già il libro V della Bisogna dunque istituire una tecnica nuova dell'analisi, o piuttosto una
Politica di Aristotele: esso ha per causa gli oligarchi stessi, i quali «si fanno nuova critica del pensiero storico, la quale non passi piu attraverso la vecchia
demagoghi» e «usano metodi demagogici con la massa» [i3o5b, zz e z7]; e
«storia delle idee», anche aggiungendovi, per clausola stilistica, il rinvio alla
ancora, quando «si crea una seconda oligarchia in seno alla prima» [ibid., i3o6a, struttura economica e alla base reale. «L'economia» non va «aggiunta» alle
i5]. Tale processo a doppia eziologia, annotato di passaggio dal filosofo del
«idee»: è un'economia delle forme linguistiche, attraverso le quali si costitui
iv secolo ateniese, lo si vedrà invadere il campo del xx secolo occidentale,
scono questi rapporti di posizione, definiti, mediante una traduzione appros
attraverso un giro del tutto nuovo. Per coglierlo, questo giro, converrà soffer simativa di un termine greco fondamentale, «idee»: bisogna pure ricordarsi
marsi un istante sul libro V della Politica. Li Aristotele già osserva che nei che gli s'<8q della lingua greca sono propriamete le «forme» nella loro tradu
tempi antichi «i demagoghi venivano da quelli che guidavano l'esercito» — dagli zione latina piu esatta. Gli «sf8q ~pp 8qlioxpmlxp» [Politica, i3i7a, 39] sono
strateghi —, «adesso, invece, che l'oratoria si è sviluppata, quanti sono in grado
le 'forme della democrazia', articolate nella pratica e nel discorso sociale. Ciò
di arringare fanno i demagoghi» (secondo la terminologia di Oresme, «déma
che ora sorge sono le «forme dello Stato totalitario», dapprima articolate nel
gogisent») [ibid., ?305a, 9].
l'improvvisazione demagogica, poi organizzate nell'apparato ideologico.
rr. N o n si tratta piu di esaminare in termini aristotelici la «crescenza
9. Ora, si tratta appunto di una trasformazione nella retorica politica, della retorica», e nemmeno di analizzare la relazione fra «le parole e le cose»,
di cui l'articolo maurrasiano, del maggio i9z3, è il sintomo. Già questa reto come la chiama curiosamente Maurras [«Action franqaise», zo gennaio i9I9 ] ;rica, contemporaneamente arcaica e nuova, ha avuto un effetto: la marcia su ma piuttosto di condurre la critica dell'economia politica sopra un terreno
Roma dell'ottobre i9zz. nuovo, quello dell'economiadel linguaggio, della sua produzione e circolazione,
In realtà, tutta la prosa maurrasiana è un'apologia del fascismo musso articolata e poggiata sull'economia reale, cosi come la narrazione intesse ciò
liniano. «Noi non abbiamo alcun imbarazzo a riconoscere l'alto valore delle che Roman Jakobson chiama il narrated event 'avvenimento raccontato'.
formule mussoliniane, sebbene siano parenti prossime, anzi sorelle gemelle, Cosi la caduta del «dittatore» e del «tiranno» sotto i colpi del «giovane
delle formule che l'fiction franfaise non si stanca di lanciare nel mondo da demagogo» nel mese di termidoro si apre con tre brevi frammenti di racconto:
un quarto di secolo)>[«Action franqaise» i8 luglio i9z3 ]. Bisogna però legge
re fra le righe e fra le parole stesse, se si vuoi cogliere ciò che effettivamente r) «Alcuni membri del governo hanno abbandonato la strada della sag
avviene nell'ipotesi maurrasiana di una demagogia antidemocratica, ove, come gezza» (Saint-Just).
Maurras sostiene, «la demagogia può agire per il popolo», pur scegliendo di z) «Ieri un membro del governo ha pronunciato un discorso a titolo per
«divorziare dàl dogma democratico». Il mussoliniano Maurras aggiungeva: sonale» (Tallien).
«Una disputa su qualche parola> Ah no! È mediante le parole che si designano 3) «Ieri ho assistito alla seduta dei giacobini» (Billaud-Varenne).
Demagogia 5z6
5z7 Demagogia
Tra il racconto robespierriano (r), quello dell'ex dantoniano Tallien (z) e cabolario, Quando, nel r9z3, Maurras assicura che grazie a lui «una Francia
quello dell'ex herbertiano Billaud (3) s'ingaggia una strategia narrativa punteg reazionaria» ha avuto qualcosa «da insegnare agli umani », e che le sue «verità
giatadalletrasformazioni delracconto :«Io non credo esistaun solo rappresen piu care» hanno avuto un brillante successo «al di là delle montagne», egli
tante che vorrebbe vivere sotto un tiranno» (Billaud). «Ho visto costituirsi l'e pensa indubbiamente a ciò che nel i93z chiamerà il « tratto d' unione» fra due
sercito del nuovo Cromrcell» (Tallien). correnti: quello che nell'Italia ante-r9i4 anima i « maurrasiani» e iconser
vatori nazionalisti dell'« Idea Nazionale», attorno al vecchio Corradini; e quel
iz. I l fi l o conduttore del «racconto» maurrasiano permette di scoprire lo che attrae i «soreliani » e i sindacalisti rivoluzionari dell'Unione sindacale
in che modo si sia costituita la «narrazione ideologica» del fascismo, e in quale e del Fascio d'azione diretta, intorno al giovane Corridoni. «Lo si voglia o no,
campo si sia sviluppata. «Gli storici del fascismo raccontano tutti come l'am il sindacalismo e il nazionalismo sono due grandi forze» [«Action fran9aise»,
pia corrente radicai-nazionale creata da Mussolini ricevette un giorno, quale i aprile i9iz]. Questo pesce d'aprile della nuova, paradossale e temibile de
affluente atteso, il bel fiume, ristretto ma profondo e potente, del nazionali magogia, sarà arricchito dal mussolinismo di un nuovo «tratto d' unione», de
smo italiano» [«Action Fran9aise», i8 luglio i9z3]. Il modo come si costituirà signato come «Sindacalismo nazionale»; e il linguaggio di Ramiro Ledesma
lo spazio politico italiano fra le due guerre è raccontato qui nei termini di Ramos e lo Stato franchista lo tradurranno in Spagna col «nazionalsindacali
una rete idrografica: da un lato il fiume «radicai-nazionale» del fascismo pro smo». (E il termine farà un'apparizione nella Francia della guerra d'Algeria,
priamente detto, poi il Fascio rivoluzionario d'interventismo(soreliano) del dopo il colpo di Stato del i958 e la pretesa «rivoluzione del i3 maggio» colo
i9i5 e Fascio di combattimento del I9I9 (in cui confluisce quasi per metà, nialista). A metà degli anni 'zo, un amico politico di Corradini e Federzoni,
alla prima riunione di piazza San Sepolcro, il Fascio futurista di Marinetti Alfredo Rocco, s'arrischierà di chiedere alla Camera dei deputati di «passargli
e Carrà) ; d'altro lato, l'affluente del nazionalismo propriamente detto; da un un'antitesi»: quella di «rivoluzione conservatrice» [i9z7, p. 6]. Nel i936 Adolf
lato, la corrente del fiume «ampio»; dall'altro, l'affluente «profondo». È', dal la Hitler si assumerà a sua volta il rischio di un'ammissione singolare: «Io sono
to dell'affluente che il conservatore maurrasiano arriva al fiume che si auto il rivoluzionario piu conservatore del mondo (Ich bin der honservatiste Revo
definisce «rivoluzionario». «Avevamo deboli contatti col fascismo — precisa il lutionar der Welt)» [«Volkischer Beobachter», 6 luglio I936]. Il tratto d'unio
fondatore dell"'Action fran9aise". — Ma i nazionalisti erano vecchissimi ca ne della nuova demagogia ha costituito una strana e pericolosa idrografia nel
merati del nostro gruppo. Dal i9o5 la loro piccola rivista, "Il Regno", intra linguaggio europeo del xx secolo.
prendeva delle relazioni di vicinato latino e di simpatia dottrinale con l'"Ac
tion franqaise", allora una semplice rivista... I Coppola, i Corradini, i Federzoni I 3. Nell'intervallo, è scaturito l'intervento piu impressionante del lin
ci fecero spesso, e a lungo, il grandissimo onore di citarci e di commentarci, guaggio «demagogizzante» nello spazio degli apparati statali. La sera del zz
e noi li ricambiavamo con un'ammirazione cordiale». Ma la piccola rivista di giugno i9z5, chiudendo il primo congresso del partito nazionale fascista, nato
viene il potente affluente, « il piccolo "Il Regno" si trasformava rapidamente in dall'innesto del « fiume ampio» e dell'«affluente profondo», Mussolini, con
un grande giornale,1"'Idea Nazionale", che assai prima della guerra faceva un'improvvisazione imprevista, affermò la propria volontà «totalitaria».
eleggere i propri deputati e accedeva al ministero». Da questo lato si uniscono Bisogna fare una sosta davanti a questa cesura fondamentale della nuova
«forze conservatrici, forze nazionaliste». Ed ecco l'innesto dell'affluente nel fiu demagogia. Cesura nella storia del secolo, e addirittura nella storia umana;
me, del ramo nell'albero : «Quando il gruppo dell'"Idea Nazionale" si con ma anzitutto nella storia del linguaggio. Uno dei piu recenti e documentati
giunse all'armata di Mussolini» — ed è da questo congiungimento che nasce, storici del fascismo mussoliniano s'interroga sul contenuto del discorso pro
nel i9z3, il Pnf — «apportava, oltre a un'influenza morale e a un'autorità politi nunciato da Mussolini al primo congresso del Pnf, e conclude che esso non
ca,... un vocabolario, un metodo, un punto di vista generale... ; e li metteva a contiene nulla, se non dell'«assai scialbo» [De Felice i968, p. iz8 ].disposizione del Dittatore, che vi attinse a piene mani». Per rendersene conto, In effetti, nessuna <( idea» nuova, nessun «concetto» interessante si trova
aggiunge il vecchio demagogo antidemocratico, basta seguire la trama delle riell'affermazione improvvisa, e risibile, da parte del Duce, della sua «feroce
sue azioni. volontà totalitaria». Però vi nasce un semplice «avvenimento di linguaggio»
L'anno precedente l'avvento hitleriano in Germania, Maurras citava questo — che non è ancora un «regolare avvenimento di linguaggio» nel senso in cui
m otto delefascistizzante Georges Sorel»:«L 'Action franqaisesa essasolaciòche lo intenderanno Chomsky e Schutzenberger.
vuole>i. E precisava: «Una volta, noi eravamo forti gli uni accanto agli altri, Questo avvenimento interviene su un tale «rumore» di sottofondo, che la
Georges Sorel e noi. Una gioventu entusiasta voleva fare da tratto di unione, stampa italiana dei giorni seguenti non arriva a fissarlo in un unico enunciato
e lo fece per un certo tempo» [«Action franqaise», zy marzo I932]. Era il mo ben determinato. Cosi lo stesso giornale di Mussolini non fornisce la mede
mento in cui Georges Valois, il maurrasiano «operaio», ed Edouard Berth, il sima variante di quello del partito di Matteotti. « Il Popolo d'Italia» [n. r48,
soreliano nemico degli «intellettuali », si scambiavano parzialmente il loro vo 23 giugno i9z5] dà: «Quella metà che vide definitiva la nostra feroce volontà
Demagogia 5z8 Demagogia
totalitaria, sarà perseguita con ancora maggiore ferocia» ; mentre « II Lavoro» l'onnipotenza e l'autonomia del potere esecutivo...; la burocrazia dichiarata
[n. i47] offre: «Quella che viene definita la nostra feroce volontà totalitaria». parte integrante del governo; espressa una feroce volontà totalitaria». Ciò che
Piu curiosamente ancora, la pubblicazione dell'Opera omnia di Benito Musso qui è «proclamato, dichiarato, espresso» non è se non la serie delle trasforma
llril [Z95I-6z], che tuttavia rimanda al numero citato del «Popolo d'Italia», zioni attraverso cui si è sviluppata la nuova demagogia. Quella che per la prima
dà un'altra variante dell'enunciato: «Quella metà che viene definitiva la no volta nella storia è riuscita a enunciare come «rivoluzione» la conquista totale
stra feroce volontà totalitaria» [i925b, ed. r95r-6z XXI, p. 36z]. Pare che il dei poteri statali da parte di ciò che Gentile aveva appena chiamato, per il se
linguaggio si muova intorno a questo «avvenimento di parola», che è nel me condo anniversario della marcia su Roma, una «fede lealmente conservatrice»,
desimo tempo un «avvenimento di racconto». Nel campo dell'ideologia tedesca, che si sviluppa attraverso il periodo della
In effetti, un'improvvisazione demagogica trasformerà il racconto dell'as Repubblica di Weimar, si è costituito qualcosa di simile, che contemporanea
sassinio di Matteotti in avvenimento di linguaggio, e questo, divenuto «avve mente oppone e collega il linguaggio dei gungkonserriative 'Giovani conser
nimento regolare», s'appesantirà in apparato statale, ben reale. Come dirà pom vatori', o piuttosto 'Neo-conservatori' (nel senso in cui i ju nggramrnatiker si
posamente il giurista fascista Carlo Costamagna alla vigilia della seconda guerra traducono in italiano e nelle lingue latine con 'Neogrammatici' ), e quello dei
mondiale: «È merito del Fascismo quello di avere... definito per primo il con lVationalrevolutionà re 'Nazionalrivoluzionari' o 'Rivoluzionari nazionali'. I pri
cetto totalitario dello Stato» [in «Lo Stato», aprile r939, p. 135]. mi, raggruppati intorno a Moeller van den Bruck e a Heinrich von Gleichen,
Difatti, l'improvvisazione della «feroce volontà» non è se non una terza lanceranno ben presto il temibile slogan del «Terzo Reich». I secondi, ani
versione fondamentale del racconto su Matteotti: collegata ai precedenti con mati da Ernst Junger e da Hermann Ehrhardt — l'uomo del «putsch di Kapp»,
una serie di trasformazioni. La prima versione, quella del xz giugno I924: che si è impadronito per tre giorni di Berlino nel marzo del r9zo — emette
«Ipotesi di un delitto, che, se compiuto, non potrebbe non suscitare lo sdegno ranno altrettanto presto un'altra pericolosa radiazione di linguaggio; la totale
e la commozione del Governo e del Parlamento» [i9z4, ed. x95x-6z XX, p. 3fobilmachung, la 'mobilitazione totale'. Riferimento costante degli ideologi che
3z6]. La seconda, quella del 3 gennaio i925: «Se il fascismo è stato un'asso a partire dal r93r si applicheranno a erigere la «formula» del totale Staat,
ciazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere» di cui il giurista Cari Schmitt preciserà che va intesa «im Sirme des Stato
[i925a, ed. r95r-6z XXI, p. z39]. La terza versione torna ad affermare, per totalitario» (nel senso dello «Stato totalitario» mussoliniano). La traduzione
presupposto: l'affare Matteotti è un crimine (feroce), io ne sono l'autore (vo tedesca del neologismo italiano darà un'applicazione paradossale alla vecchia
lontario). Alla Camera dei deputati, dove i fascisti hanno rivestito l'abito del demagogia maurrasiana. Cosi lo sciovinismo antitedesco del vecchio Maurras
l'onorabilità conservatrice e nazionale: la versione r ; alle Squadre d'azione e avrà, nel momento in cui l'invasione nazista distrugge la democrazia francese,
ai loro capi, per mezzo dei quali si sono vestiti di violenza «soreliana» e «ri il piaceresorprendente di una «divina sorpresa».
voluzionaria»: la versione z. Ma, esprimendo ormai le due versioni simulta Ciò che occorre afferrare, in questa curiosa internazionale della demagogia
neamente, l'oratore smonta lui stesso, a sua insaputa, il cumulo delle trasfor nazionalista, è il suo funzionamento topografico. Ogni volta essa deve ricosti
mazioni — trasformazione condizionale e negativa (se è un crimine, io non ne tuire segretamente, senza dichiararlo, questo campo soggiacente al suo dire.
sono l'autore), poi semplicemente condizionale (se è un crimine, io ne sono l'au E ogni volta deve meravigliarsene. Cosi, il ju ngkonservativ von Gleichen si
tore). Ciò che viene bruscamente svelato, è il «processo soggiacente», che s'in scandalizza del linguaggio che i «demagoghi illuminati» del movimento na
tesseva nella sintassi del discorso e, piu ancora, nella topografia nascosta delle zionalrivoluzionario vengono a iniettare nello strano «movimento contadino»
forze politiche. della Landeolkbewegung,sviluppatosi intorno al x93o nel Nordovest della Ger
Perché all'indomani i giornali del regime commentano, senza tuttavia sem mania e pronto ad aprire la strada ai nazisti nelle campagne. Per il conservatore,
brare di averlo percepito come tale, il quasi-neologismo. «Il fascismo... ripren è sempre «demagogia» ciò che dipende dalla rivoluzione — fino al momento
de la marcia della Rivoluzione, deciso alla conquista piena, totalitaria, ineso in cui quest'ultima, secondo la strategia esplicitamente enunciata da Moeller
rabile di tutti i poteri dello Stato», assicura «Il Popolo d'Italia» [z4 giugno vàn den Bruck, viene captata come una «deviazione», un Um«eeg in vista di
x9z5]. E l'«Idea Nazionale»: «La medesima affermazione totalitaria del fasci
un'instaurazione conservatrice.
sta è incomprensibile per i nostri nemici». La corrente ampia e l'aiRuente
ristretto si congiungono da capo, fra le differenti versioni dell'inferno, totali Cogliere questo processo di trasformazioni del linguaggio, articolato
tario: confiuenza che ha come effetto globale l'esclusione di qualsiasi altro nelle lotte di classi e nella strategia dei gruppi sociali, è la prospettiva che può
linguaggio. «l' nostri avversari demo-liberali, al contrario, — precisa il giornale distruggere nella sua stessa trama l'arte di «demagogizzare. Questa distruzione
dei maurrasiani italiani, — sono disposti a non essere se stessi, ma ad essere della trama è anche il procedimento con cui si può smontare ciò che potremmo
capaci di accogliere il verbo altrui». Fra costoro, l'organo del partito di Mat chiamare il «dadaismo volgare» del demagogizzare, enunciato nella massima di
teotti, «Il Lavoro», riassume in questi termini le poste in gioco: «Proclamate Picabia: per avere delle idee appropriate, cambiate spesso di idee... Ma proprio
53x Demagogia
Demagogia 53o
doppio gioco col satrapo del Gran Re; cosi riesce «a spaventare gli Ateniesi
dei testimoni impegnati in questo stesso processo, quale Hermann Rauschning mediante Tissaferne, e Tissaferne mediante gli Ateniesi ». Non di meno ritorna
in Die Revolution des Nihilismus[x938], hanno mostrato come questa «guerra ad Atene, dopo la vittoria della rivoluzione democratica nella città. Plutarco
dei perpetui mutamenti di fronte» appartiene alla strategia del linguaggio fa [Vita di Alcibiade,3z] descriverà questo ritorno trionfale: «Gli Ateniesi che si
scista: essa è stata condotta in forma accelerata dalla politica estera hitleriana, trovavano sul suo percorso... correvano verso di lui, acclamandolo e abbraccian
tra il patto antikomintern e il patto Ribbentrop-Molotov. I rivolgimenti pi dolo».
cabieschi dipendono da queste piroette, che devono essere trattate ironica La circolazione complessa e intricata di questo «linguaggio» oligarchico,
mente dal metodo generale del trasformazionismo, o dal pensiero del grande che incrocia un «racconto» democratico, fornisce la trama soggiacente alla sin
mutamento delle lingue. golare impresa di Alcibiade e ai suoi effetti contrastati. Il nipote del democra
Tre esempi si potrebbero dare di questo processo, anche se assai di piu tico Pericle è qui, contemporaneamente e sotto rapporti opposti, l'ispiratore
se ne offrono, disseminati soprattutto nella storia dell'intelligencija letteraria, di un colpo oligarchico e di una rivoluzione democratica. Allo stesso modo, ma
in moltissimi luoghi. con effetto inverso, Mussolini, socialista dell'estrema sinistra, nel x9x5 parla
Il primo è quello sobriamente analizzato da Tucidide: il voltafaccia di Al allo stesso tempo il linguaggio della rivoluzione socialista e quello dell'inter
cibiade nel corso della controrivoluzione del 4xx. Scacciato da Atene ad opera vento nazionalista nel campo della prima guerra mondiale. Il libro di Guido
della democrazia alla vigilia della spedizione di Sicilia, e rifugiatosi dapprima Dorso [x949] sviluppa dettagliatamente questo secondo esempio, su cui è inu
a Sparta, poi presso il satrapo Tissaferne, Alcibiade fomenta un colpo di Stato tile attardarsi: un caso esemplare, lo si è visto, di ciò che Maurras aveva de
oligarchico ad Atene, in vista della preparazione del proprio ritorno: si tratta finito come demagogia nei suoi termini nuovi : demagogia contro la democrazia.
va, contemporaneamente, di «preparare il ritorno di Alcibiade [e] il rovescia
mento della democrazia» [Storia della guerra del Peloponneso,VIII, 49], poi x5. Il terzo modello sarà la circolazione del termine socialfascista fra il
ché, «richiamando in patria Alcibiade e rinunciando al regime democratico, x930 e 11 1975.
si voleva ottenere l'alleanza del Re e trionfare dei Peloponnesiaci» [ibid., 53]. Intorno al x93o, nella linea che è allora quella del Komintern, la direzione
Cosi s'instaura col terrore il regime dei Quattrocento in Atene. della Kpd (Kommunistische Partei Deutschlands), attorno a Thalmann e a Heinz
A questo punto la situazione si rovescià in modo meraviglioso. A Samo, Neumann, lancia, con un violentissimo linguaggio, una campagna contro la so
dove sono radunati la flotta e l'esercito ateniese, gli oligarchi spediscono dieci cialdemocrazia, accusata di essere socialfascista e associata alla nuova versione
delegati, istruiti a «tenere il linguaggio che s'imponeva», allo scopo di avvi del fascismo di cui era portatore il nazionalsocialismo tedesco. Tale campagna
cinare i marinai e i soldati al regime dei congiurati. Ma soldati e marinai in ha per effetto di aggravare ulteriormente la divisione tra le forze del movimento
viano a loro volta una delegazione capeggiata da Cherea. Questi sfugge alla operaio e della sinistra tedesca, di fronte all'attacco hitleriano. Lo strano sin
prigione che l'aspettava ad Atene, e al suo ritorno a Samo informa l'armata tagma, entrato in letargo dopo questo catastrofico effetto sulla formazione del
ateniese e samia della situazione: «I cittadini erano colpiti con verghe, nessu fronte antifascista unificato, riapparirà curiosamente nella seconda metà degli
no aveva la possibilità di contraddire i membri del governo, le donne dei sol anni '6o, con l'aiuto del conflitto cino-sovietico. In Francia, il linguaggio ideo
dati e i loro figli erano esposti agli oltraggi» [ibid., 74]. Tucidide nota che c'è logico lo vede sorgere nella polemica dei gruppi di estrema sinistra, che si
senza dubbio «un'evidente esagerazione» nel rapporto di Cherea; tuttavia pre dichiarano marxisti-leninisti secondo la linea cinese. In Portogallo, dopo la
cisa che «a tale racconto, i soldati erano pronti a lapidare i principali sosteni rivoluzione del z5 aprile x974, i due principali gruppi maoisti, il Mrpp e l'Udp
tori dell'oligarchia» [ibid.]. (il movimento per la ricostituzione del partito del proletariato, e l'unione de
A questo punto interviene in soccorso della democrazia politica una demo mocratica popolare), fanno a gara nell'uso di questo sintagma sicuramente ar
crazia militare, in termini che sembrano prefigurare il movimento delle forze cheologico, che ora ha di mira, polemicamente, il partito comunista portoghese.
armate portoghesi: «Immediatamente i soldati si riunirono in assemblea, de l+a, mentre l'Udp rimane solidale col fronte unito rivoluzionario (Fur), di
stituirono dal comando i vecchi strateghi e tutti i trierarchi, ed elessero Trasi estrema sinistra, e con lo stesso Pcp, minacciato dall'offensiva del luglio-agosto
bulo e Trasilo» — il primo, trierarco, il secondo, semplice soldato: di loro Tu x975, che incendia le sue sedi nel Nord del paese, il Mrpp si allea invece aper
cidide ci dice ch'erano i principali artefici «di questa rivoluzione» [ibid., 75]. tamente, verso la metà di novembre, con la destra militare, costituendo con
Ma a questo punto, stranamente, la situazione si capovolge ancora. Sono essa ciò che chiama il «fronte militare antifascista e antisocialfascista».
i capi del «movimento di Samo», e soprattutto Trasibulo, che si lasciano at
trarre dalla voce suadente di Alcibiade. La stessa assemblea dei soldati, che
Da allora,e attraverso quest'alleanza paradossale,la strana accusa sisposta
nello spazio ideologico.
aveva appena votato a favore della rivoluzione democratica di fronte al colpo Già si può dire che il linguaggio dell'antica Kpd si è qui sdoppiato. An
di Stato oligarchico, vota ora la grazia e il ritorno di Alcibiade, ispiratore del zitutto, i sei partiti del Fur e i loro alleati (Pcp da un lato, Upd dall'altro )colpo degli oligarchici. Questi continua, d'altro canto, il suo ricatto e il suo
Demagogia 53z
533 Demagogia
attaccano quasi indistintamente «la socialdemocrazia e il fascismo», non senza da una demagogia scritta o addirittura, in forma piu sommaria, semplicemente
il rischio di vedere il partito di Matteotti e quello di Mussolini pericolosamente iscritta in forma succinta.
amalgamati in un simile discorso. Ma, ancora piu pericolosamente, il linguaggio
del Mrpp e del suo fronte militare antifascista e antisocialfascista si mescolerà
Questa topologia segreta, in cui si gioca a distanza allo scambio dei termini,
dei segni e delle sigle, si aggiusta e si riferisce, per rimbalzi, a mezzo di refe
quanto prima col fronte militare unico, in cui si ritrovano contemporaneamente renziali sempre mobili e flessibili. Tanto diversi, per la loro flessibilità e mo
la sinistramoderata (gruppo di Melo Antunes) e la destra militare propria
mente detta (Pires Veloso, Firmino Miguel, Jaime Neves). Nel corso della
bilità, dalle «longitudini» dell'antica cartografia, quanto la nuova demagogia
differisce da quella dei tempi di Oresme o di Etienne Marcel, di Pisistrato
giornata del z5 novembre un «comando operazionale costituito nell'ombra» e di Alcibiade.
in nome del fronte militare unico — secondo la definizione data piu tardi da
«Le Monde» del x.7 dicembre i975 — riesce a disarmare, con duecento uomini
La «nuova demagogia», e la critica rivoluzionaria che vi si oppone apparj p
dei Commandos d'Amadora, le forze della sinistra militare, quasi cinquanta
tengono all era di una prospettiva trasformazionista, come la vecchia demago
volte superiori per numero, giocando sulla buona fede dei suoi principali re
gia nazionalista del primo dopoguerra in Occidente, contemporanea della ri
voluzione d'Ottobre, suscitava il bisogno della ribellione surrealista. Ecco il
sponsabili, e in particolare di Otelo de Carvalho, la mente strategica della ri
voluzione del z5 aprile z974. Quando i principali capi della sinistra rivoluzio
tempo dei nuovi demagoghi — e si può intravedere l'approssimarsi del chia
rimento teorico e critico che li metta a nudo. [I.-P. F.].naria militare si ritroveranno imprigionati dai beneficiari di un'operazione con
dotta quasi illegalmente in nome della legalità e dell'ordine, il Mrpp, durante
le settimane seguenti, coprirà le mura di Lisbona di manifesti che denunciano
i rivoluzionari imprigionati come responsabili del «golpe socialfascista del De Felice, R.
z6 novembre». In tale situazione e con tale linguaggio si conclude la parabola tg68 L' o rganizzazione dello Stato fascista(sgela-rgz6), in Mussolini, Einaudi, Torino rg6g
liberatrice del movimento delle forze armate e del movimento popolare che l'ha
1974, voi. Il, tomo Il.
accompagnato e ingrandito, nel Portogallo.
Dorso, G,
L'accusa di «socialfascismo» si ritorcerà ormai contro coloro che, nella si
1949 Mussolini alla conquista del potere, Einaudi, Torino.
nistra moderata (gruppo di Antunes e partito socialista), avevano creduto di
Grand Dictionnaire Universel
r 866-76 Gr and Dictionnaire Universel du xtxe siècle...,Administration du Grand Dictionnaire
essere i primi beneficiari della «vittoria» del z5 novembre. Le forze politiche Universel, Paris, t s voli. piu a di supplemento.
di destrae del centrodestra, con Sa Carmeiro, capo del partito popolare de Maurras, Ch.
mocratico, denunceranno simultaneamente il «socialfascismo» o il «socialim 1905 Av e nir de l'intelligence,Fontemoing, Paris.
perialismo» del Pcp, e il «socialmarxismo» del Psp [«Le Monde», l6 febbraio
Mussolini, B.
i976]. È con queste parole che esse partono alla conquista del potere.
I924 Pe r la scomparsa del deputato Giacomo Matteotti, in Atti del Parlamento italiano. Ca
Nel «racconto» demagogico in circolazione, i termini hanno cosi il curioso
mera dei deputati. Volume I : dal z7 maggio al 29 novembre rgzy, Tipografia della Ca
mera dei deputati, Roma, p. Szz; ora in Mussolini rg s t-6z, voi. XX pp. Sz6-a7.
potere di generarsi e di derivare. Lo spazio lessico,come lo chiama il socio tgzSa Discorso del s g ennaio, in Atti del Parlamento italiano. Camera dei deputati. Volume
linguista americano Carlos Otero, qui è stato intessuto da un processo narrato
III: dal 3 gerlrsato 1925 al go marzo sgela, Tipografia della Camera dei deputati, Roma
pp. zo28-32 ora ibid., voi. XXI, pp. 235-4I.
re che ne harovesciato ilsenso: le parole stesse,che sono servite come armi I925b Intransigenza assoluta, in « Il Popolo d'Italia», zS giugno; ora ibid., pp. 357-64,
per un'offensiva diretta contro la socialdemocrazia in Germania, attaccata cosi I95I-62 Op e ra omnia,La Fenice, Firenze.
sulla sua sinistra, l'hanno colpita di rimbalzo, in Portogallo; ma questa volta Rauschning, H.
con un'offensiva sferrata sulla sua destra. I termini 'destra' e 'sinistra', che
t938 Di e Revolution des Nihilismus. Kulisse und Wirklichkeit tm dritten Reich,Europa Verlag,
Zurich — New York.
ricalcavano la topografia delle camere successive dell'Assemblea Costituente, Rocco, A.
nella Francia del i789, prima di essere generalizzati sulla scala dell'intero uni 1927 La t r a sformazione dello Stato. Dallo Stato liberale allo Stato fascista, in «La Voce s, Roma.
verso politico, ovunque, e sino all'Assemblea Costituente portoghese del t975, Roche, A.
sono ormai in preda a processid'inversione o sovrapposizione, complessi e t8zS Hi s toire de la Révolutionfranraise,Raymond, Paris.
brutali insieme, sottili nelle loro implicazioni e semplici nei loro motivi — e
crudeli, o cruenti, nei loro effetti. Quando la destra neofascista riaffiora in
Portogallo, sotto la forma violenta di attentati o incendi, si etichetta con la
sigla Elp (Exército de Liberaqao do Portugal), che riproduce, spostandoli, i
Il termine appare nelle prime lotte di classe (cfr. classi) verificatesi nella storia, al
termini dell'estrema sinistra rivoluzionaria in America latina (Fen, Eln), in tempo di Pericle e di Clistene nell'antica Grecia. In quel contesto il demagogo rimaneva
Africa (Fln, Aln) o in Asia (Fnl, Alp). La demagogia della parola è sostituita
sospeso tra due situazioni : tra l'essere il capo del partito popolare in un movimento per
l'instaurazione della democrazia (cfr. democrazia/dittatural e il diventare un tiranno.
ts
Demagogia 534
La demagogia oscilla pertanto, dalla sua origine, fra la tirannia e la democrazia in una
funzione enigmatica (cfr. enigma), fra conservazione e rivoluzione in una dialettica
la cui posta in gioco è lo stato (cfr. potere/autorità).
La non perfetta aderenza del termine 'demagogia' a un significato univoco ha po
tuto condurre ad operazioni di trasformazione del linguaggio, permettendo una trasmi
grazione da un campo semantico all'altro. Le parole (cfr. parola) sottendono sempre me
no delle idee (cfr. idea) e dei concetti (cfr. concetto), mentre vengono usate solo in
un'economia puramente linguistica, nelle sole forme. In tal modo i significati si coniu
gano in maniera nuova, e al fatto democratico-rivoluzionario si aggiunge quello conser
vatore-totalitario, creando una identità (cfr. identità/differenza) antitetica. La con
traddizione (cfr. opposizione/contraddizione) che si crea con una struttura che si
pone come rivoluzionaria-conservatrice riesce a sovrapporsi, in non pochi casi nel No
vecento, alle distinzioni preesistenti nei due termini e nelle realtà effettive.
ro84
Discriminazione
".U
«Non comprare mai schiavi britannici, — scriveva Cicerone a un amico,
sono tutti fannulloni e stupidi». Ecco un beli'esempio di «discriminazione
nel lavoro» ante litteram: i pregiudizi di quest'ordine spesso orientano scelte
che pretenderebbero di essere realistiche in sommo grado, per esempio quando
si riferiscono al rendimento che ci si attende da un operaio o da un impiegato.
Ma la sola esistenza di un pregiudizio — tramite una self fulfilling prophecy 'una
profezia che si realizza da sola' — può giustificare, in una certa misura, la di
scriminazione. Ciò accade per quanto riguarda la promozione delle donne a
posti direttivi; si ammetterà senza difficoltà che una donna ha bisogno di qua
lità di fermezza e autorità maggiori di quelle di un uomo per poter assolvere
altrettanto bene funzioni direttive in questa società, che resta una società ma
schile. A parità di meriti essa è dunque «inferiore».
Una discriminazione certamente ancora piu tipica per la nostra epoca è
la posizione di privilegio che il mercato del lavoro accorda ai quadri o specia
listi giovani. Il deprezzamento subito dai cinquantenni o quarantenni è ben
rispecchiato dal procedimento pubblicitario di un'organizzazione anglosasso
ne che pubblica, nei giornali europei, annunzi che cominciano con la formu
la «Slightly used executives wanted». Gli executivesche hanno superato la
trentina sono dunque considerati merce d'occasione o di seconda mano. Ma
se la giovinezza fa premio sul mercato del lavoro, in compenso è oggetto di
discriminazione nella vita sociopolitica, dal momento che le si attribuiscono
tendenze all'anarchia e alla ribellione; nei paesi latini come l'Italia o la Francia
si parla correntemente di «razzismo contro i giovani». Le modalità della di
scriminazione sono innumerevoli, ma, come ricorda la lettera di Cicerone, la
discriminazione razziale è quella piu caratteristica, piu diffusa e socialmente
piu nefasta, ed è soprattutto di essa che qui si tratterà.
A titolo preliminare è necessario constatare che questi problemi sono resi
confusi da una terminologia imprecisa e mutevole. È cosi che il termine 'an
tisemitismo', creato un secolo fa per indicare il razzismo antiebraico, dopo
il rg45 è stato applicato a ogni forma di ostilità verso gli Ebrei, per cui si parla
correntemente di antisemitismo teologico o metafisico o economico, di anti
semitismo del medioevo o del mondo antico, ecc. Analogamente, in seguito
il termine 'razzismo' è venuto a indicare i casi piu svariati di discriminazione
(si osserverà che da un punto di vista etimologico 'razzismo contro i giovani'
è un assurdo, dal momento che i figli riproducono «razzialmente» i loro ge
nitori ). Ci si può chiedere se l'ampliamento dell'accezione non sia da attri
buire, almeno in parte, alla tendenza a diluire o attenuare l'inumanità del raz
zismo quale era stato praticato in Europa dal rqgg al ri145, e quindi a sentimenti
di colpa che spingono ad eliminare il problema. In ogni caso oggi si parla cor
rentemente e senza preoccuparsi delle contraddizioni di razzismo « fallocratico»
o «sessuale», di razzismo dei padroni verso gli operai, e cosi via. A questo
Discriminazione io86
ro8p Dsscrtmxnazsone
propositosipuò notare che anche se lo sguardo che ilpadrone posa sull'operaio
non è radicalmente diverso da quello che l'occidentale gettava sul colonizzato
un Ebreo; il che è uno scandalo dal punto di vista teologico, cosf com'è una
(se si andrà a fondo della questione con ogni probabilità si troverà, alle origini,
follia dal punto di vista antropologico. Il principale fautore di questa tesi fu
lo stessogenere di fenomeno emotivo ), tuttavia esiste una differenza dottrina
l'inglese Houston Stewart Chamberlain, seguito, in questo, sia da Gugliel
mo II siada Tolstoj ;ma l'idea — decisamente internazionale — si trova già,
le che presenta un'importanza reale e degna di considerazione: in un caso in germe, nella filosofia di Fichte.
si ammette un'ascendenza comune, nell'altro ci si vanta di un'ascendenza di
versa, o almeno la si postula. D'altronde, la differenza non è soltanto dottrina
Ma, affinché la categoria di razza fosse in tal modo applicata agli Ebrei
del presentee persino delpassato, occorreva anzitutto che essa fosse elaborata
le: nei fatti l'operaio o il contadino imborghesiti si integrano nella società in in se stessa; il che conduce al punto essenziale del discorso.
una maniera cui il negro o l'asiatico, e persino l'ebreo, non potrebbero mai Il termine 'razzismo' data dagli anni '8o: come 'antisemitismo', è sorto
aspirare, per non parlare della posizione, da questo punto di vista tutto som per designare una nuova realtà politico-sociale, quella dei grandi stati europei
mato abbastanza comoda, dei giovani e delle donne. che praticavano la discriminazione razziale. Tuttavia nessuno esiteràa chia
Si può ora esaminare la questione dal punto di vista storico,anzitutto per mare retrospettivamente razzisti il conte di Gobineau o Lord Beaconsfield.(per
quanto concerne le parole.
Per primo il termine 'antisemitismo'. Esso compare verso il r88o, in Ger
rimediare all'imprecisione semantica, autori anglosassoni hanno proposto di
mania, nell'epoca in cui si scatena una rumorosa campagna antiebraica. Appe
distinguere fra racism e racialism, che è la sua forma forte). Quanto al concetto
di razza (umana), nella sua accezione scientifica moderna, fu proposto dall'e
na due o tre anni dopo lo si ritrova nei lessici delle principali lingue europee, rudito e viaggiatore francese Franqois Bernier, in un articolo del «Journal des
per indicare questo nuovo fenomeno delle campagne politiche caratterizzate
da una razionalizzazione razziale. Circa nella stessa epoca un autore austriaco
Sqavans» intitolato ¹u ve lle division de la terre, par les dtfférentes espècesou
proponeva il termine 'semitofago', si può dunque notare come l'attualità po
racesd'hommes qui l'habitent [r68q]. Si trattava dunque di una concezione spa
litica e sociale imponesse l'adozione di un nuovo termine. Quanto alla dot
ziale e geografica del genere umano, che implicava a priori una confusione
trina che voleva la razza semitica inferiore a quella ariana, datava dai decenni
tra «razza» e«specie», e che sostituiva la concezione ebraico-cristiana, genea
precedenti: il suo principale volgarizzatore fu il francese Ernest Renan. Del
logica o storica. Bernier esitava fra quattro o cinque specie o razze umane,
resto, pur stabilendo questa gerarchizzazione, Renan riteneva che gli ariani e
che si accontentava di descrivere dal punto di vista fisico. In piu punti si ser
viva di termini spregiativi o «bestializzanti»: gli asiatici hanno piccoli occhi
i semiti fossero le due grandi razze nobili ; tra di esse, secondo lui, la differenza
fondamentale consisteva nel fatto che la seconda era la razza del genio reli
porcini; al posto dei capelli i negri hanno una specie di lana che assomiglia
al pelo dei nostri cani barboni; i Lapponi sono brutti animali. Confronti del
gioso, la razza del passato, mentre la prima era la razza del genio scientifico,
la razza del futuro. In generale, i sentimenti che gli autori del xrx e xx secolo
genere erano invece risparmiati agli Europei. Nel xvrn secolo furono proposte
provano per gli Ebrei sono complessi, e spesso comprendono una parte di
numerose altre classificazioni, in particolare da Linneo, Buffon e Kant, e piu
ammirazione implicita o persino esplicita. L'ammirazione implicita è evidente
avanti si avrà occasione di tornarvi. Tutte comportavano un giudizio di valore,
che di regola privilegiava la razza bianca. Leibniz sembra presentire il pericolo,
in tutte le fantasie che, dai Protocolli dei savi anziani di Siona La mia lotta metodologico e politico insieme, quando commenta la classificazione di Ber
(Mein Kampf), attribuiscono agli Ebrei la capacità di asservire a sé tutti i po
poli della Terra. L'ammirazione esplicita può essere rilevata ad esempio nel
nier: «Tutto questonon è un motivo per credere che tutti gli uomini che abi
tano sulla terra non appartengono alla stessa razza, modificata sotto i diversi
cattolico francese Henri Gougenot des Mousseaux: «L'ebreo è un signore che
la sua miseria oppresse, avvili, offese in mille modi, e che si fa una maschera
climi>} [ipr8, p. 38].
Detto questo, ne viene che il concetto moderno di razza umana, cosi come
della sua sporcizia, ma egli sente il valore del suo sangue, e si risolleva al mi
nimo soffio. Dunque lo vedrete rientrare nei diritti della sua nobiltà con la stes
è servito, nel xrx e xx secolo in una società occidentale teoricamente ugualita
ria (e questo punto ha la sua importanza), da fondamento pseudorazionale
sa facilità e disinvoltura con cui colui che per una notte gelida si sia coperto per il razzismo, si trova alla confluenza di tre grandi correnti d'idee, che sono,
con la disgustosa coperta di una locanda all'alba lava il suo corpo e si rimette nella loro interazione: i ) le conseguenze tratte dal pensiero occidentale dalle
gli abiti del giorno prima» [i86g, p. Z86].
Gougenot des Mousseaux attribuiva questo nuovo splendore degli Ebrei
grandi scoperte e dall'egemonia planetaria degli Europei; z ) certe caratteri
alla loro superiorità insieme psichica e fisica, citava antropologi e medici e alla
stiche dello spirito e dei metodi scientifici; 8 ) la reinterpretazione, di conse
guenza, di diversi dati o tradizioni della storia europea.
fine giungeva — nonostante il suo cattolicesimo — a un amalgama tra l'inter
pretazione teologica e l'interpretazione razziale diffusa nella letteratura anti
Per quanto concerne il primo punto, il problema scaturisce subito con la
scoperta del Nuovo Mondo e dei suoi abitanti : gli Indiani discendono veramen
semitica del xix secolo. Tale sincretismo poteva spingersi molto lontano, fino te da Adamo? Menti originali come Paracelso o Giordano Bruno affermavano
all'«arianizzazione» di Gesu, poiché il Cristo non poteva essersi incarnato in il contrario, e in questo modo si sono abbozzate le prime teorie «poligeniste».
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Tolleranza_intolleranza - Enciclopedia Einaudi [1982]

  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] TOLLERANZA I N T OLLERANZA Mario Manfredi — TOLLERANZA/INTOLLERANZA pag .4 J ean-Pi e r r e Fay e — DEMAGOG IA pag.9 Léon Poliakov — DISCRIMINAZIONE p ag.l 8 J ean-Pi e r r e Fay e — REPRESSIONE pag.25 TERRORE pag.39 TOLLERANZA/ I N T O L L ERANZA pag.52 Corrad o B ol og n a — TO RTURA pag.65 J ean-Pi e r r e Fay e — VIOLENZA pag.78
  • 2. ambiguità • lligona competenza/esecuzione coilice Tolleranza /intolleranza fonetica inunagine avanguardia Tolleranza /intolleranzagrammatica nietafora classico concetto analogia e metafora lessico • ngno critica esistenza argomentazione lingua aignilicato filologia bello/bruno essere interpretazione lingua(parola simbolo letteratura creatività fenomeno linguaggio maniera espressione forma metrica astratto/concreto poetica fantastico idea semantica dialettica alfabeto retorica gusto proposizione e giudizio sens%ignificato identità/differenza ascolto imitazione traduzione mediazione gesto immaginazione anthropos universali/particolari opposizione/contraddizione lettura progetto cultura/culture qualità/quantità etnocentnsmi atti linguistici luogo comune riproduzion%iproducibilità totalità natura/cultura dicibile/indicibile orale/scritta discorso sensibilità uno/molti enunciazione comunicazione parola / finzione SPazialita decisione ritmo distribuzione statistica presupposizione e agusione errore / generi artigianato dato informazione scritturareferente narrazione/nsrratività artista giochi acculturazione etica voce stile I attribuzione induzione statistica civiltà fiinsofin/filosofie tema/mntivpprobabilità oggetto ragione antico/moderno futuro"Agllffr,= / rappresentazione statistica calendario produzione artistica selvaggio/barbar% ivihzzato razionale/irrazionale catastmfi teona/pratica ciclo decadenza v soggetto/oggetto armonia colore escrementiuguaglianza evento escatologia melodia periodizzazione età mitiche disegno/progetto fertilitàcaos/cosmo valori ritmica/metrica visione educazione ' infinito abbigliamento curve e superfici vero/falso tempo/temporahta genesi nascita scala canto sensi generazioni macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente geometria e topologia auon%umore coltivarione mondo progresso/reazione colpo sessualità infanzia invariante alchimia cultura materiale storia tonale/atonale danza vecchiaia morte natura astrologia atlante maschera amore industria rurale osservazione vita/morte cabala collezione moda desiderio materiali deduzione/prova reale elementi documento/mònumento eros armi credenze ornamento prodotti / cli nicaequivalenza unità esoterico/essoterico fossile isteria frontiera dialetto scena differenziale formalizzazione memoria pulsione angoscia/colpa cura/no rmalizzazioneà / funzioni guerra enigma logica rovina/restauro soma/psiche castrazione e complesso esclusion%ntegrazione fiaba fuoco infinitesimale imperi possibilità/necessità analisi/sintesi sonno/sogno censura farmaco/droga lnazione mostro cannibalnmo homo locale/globale identificazione e transfertreferenza/verità anticipazione funzione / follia/delirio sistemi di rifenmento misura tattica/strategia popolare dài inconscio mano/manufatto ricorsività ipotesi / medicina/medicalimazione l proverbi divino tecnica stabiliti/instabilità matematiche modello nevrosi/psicosi normale/anormale alienazione tradizioni Cfoi utensile variazione metodo struttura coscienza/autocoscienza demagogia piacere salute/malattia centrato/acentrato teoria/modello tntrasztone immaginazione sociale discriminazione sintomo/diagnosi magia combinatoria demoni I alimentazione pace repressione messia divinazione agonismo animale applicazioni grafo servo/signore terrore mdlennio cerimoniale casta labirinto chierico/laico mito/rito I cucina assioma/postulato caso/probabilità ilollln tolleranza/intolleranza donnaissa persona festa continuo/discreto rete domesticamentocausa/effetto mythos/logos utopia tortura ' ' Ittvolo puro/impuro feticcio endogamia/esogamia fame dipendenzs/indipendenza abaco certezza/dubbio Orlglfll violenza religione I , famigli a' gioco divisibilità algoritmo coerenza 'l incesto vegetale àrtino sogno/visione lutto dualità approssimazione convenzione categorie/categorizzazione fo' stregoneria regalità maschile/femminile insieme calcolo determinat%ndeterminato matnmonm Iconoscenza gfàCC8to rito razionale/algebrico/trascendente numero empiria/esperienza coppie filosofiche ,',tmcro/profnn» parentela / caccia/raccolta simmetria zero esperimento disciplina/discipline santità borghesi/borghesia totem / d,„, strutture mntemnùchc legge enciclopedia burocraria economia à uomo/donna eccedente trasformazioni naturalt / categorie libertà/necessità innovazion%coperta classi formazione economica-sociale pastorizia metafisica insegnamento contadini lavoro controll%etroazione primitivo naturale/artificiale invenzione consenso/dissenso ideologia modo di produzione energia reciprocità/ndistnbumone operatività rappresentazione egemonia/dittatura Slsffnà:-, propr età analogico/digitale equilibri%quilibrio paradigma intellettualiricerca ltmletaffato riproduzione automa interazione previsione e possibilità libertà sistematicae classificazione --ùivèhizione transizione abbondanza/scarsità intelligenza artiifiiciale ordine/disordine riduzione maggioranza/minoranza bisogno macchina organizzazione ripetizione partiti consumo programma semplic%omplesso scienza politica amministrazione accumulszione imposta simulazione sistema apprendimento spiegazione comunità capitale lusso strumento soglia autoregolszion%quilibrazione rificabilità/falsificabilità cervello vincolo comportamento cognizione confiitto crisi oro e argento costltusiolic • distribuzione e condizionamento induzione/deduzione consuetudine élite pesi e misure dèmoeraziá/dittatura fabbrica controllo sociale innat%cqu isito diritto gergo produzione/distribuzione ricchezza astronomia emozione/motivazione istinto giustizia gestionegruppo patto scambio cosmologie istituzioni atomo e molecola mente operazioni marginalità imperialismo gravitazione percezione responsabi/ità potere o/sinione impresa spreco . conservazion%nvarianza luce quoziente intellettuale potere/autorità povertà mercato entropia pubblico/privato merce materia propagandafisica sodetà civile moneta spazio-tempo atmosfera cellula ruol%tatus forza/campo litosfera adattamento abitazione statodifferenziamento socializzazione pianificazione moto oceani evoluzione immunità acqua società profitto particella pianeti mutazione/selezione ambienteindividualità biologica spazio sociale rendita plasma sole polimorfismo integraùone città salario propagazione iullvcf so specie climainvecchiamento utilità quanti organismo ecumene valore/plusvalore relatività insediamentoregolazione agricoltura reversibilità/irreversibilità catalisi e morfogenesi migrazione città/campagna stato fisico sviluppo colonie macromolecole paesaggio commercio metabolismo popolazione industria omeostasi regione eredità risorse spazio economico organico/inorganico suolo osmosi gene sviluppo(sottosviluppo terra vita genotipo/fenotipo razza territorio sangue villaggio
  • 3. Tolleranza/intolleranza 3'4 3I5 Tolleranza/intolleranza I O O c! l!P !Q O O O O O O làla + N O O ca Oal O O N cé ccléé O O + cé O V v N OO O OCl O O O I à0 O O H al N O 00cé O O Q E al O V 4 N cll Ocll Cl! ùò lù O cé O cé OE '4 Q + O V O E O Pal O O oV V v 00 Oc cé al ccl O O V V V V ++OVOO NOOOV Cl M lù c! O Q O o al oV al cù O o 'Q O Cl O al lcl cé V O O Cl lù ò0 à0 E E demagogia discriminazione 3 3 2 repressione 3 3 2 3 2 ' 4 terrore I 3 tolleranza/intolleranza 2 3 2 43 2 Z 2 tortura 2 violenza z 3 6 2 2 4 3 4 4 ùò céV 4 él Cl O OO O aO v O Oò0 O O O O ccl G célù al E 't5 O al ,+ + QONQOc O ò O ccl Q O 4 O E O Oal E v O Q 'G ùo V O at O, N Q O O o E al O O al E O cé 00 c é + Cl O4O O o E VOV O al cù OO O4 O cé Q +ca E O 4 c à O O I E OO V Ola c! 'IJ O O E oO O Q Cà Oc OO 4 4 cé él cé cé V demagogia 3 2 2 discriminazione 3 4 4 3 3 33 repressione 4 3 2 3 3 3 7 5 3 5 2 ' 3 4 terrore 2 3 3 3 I 3 2 2 7 ' 3 6 2 tolleranza/intolleranza 4 5 4 S 3 3 ' 4 5 ' 5 tortura 3 3 2 2 6 violenza • z 63 ' S 2 3 5 4 6 6 5 4 6 437 3 2 cé N Oc! terr OEa! Q VOc! a! tolleranza/ E intolleranzaé! N Cl I I Nal O viole 4 O 4 4 O lù c! VO 4 dlscnm!nazione violenza S 4 tortura 3 4 3 Ione terrore 3 4 45 4 rep resa repressione I tolleranza/intolleranza discriminazione demagogia tortura
  • 4. 68p Tolleranza /intolleranza Tolleranza /intolleranza slazione civile non sminuisce affatto il rifiuto e la condanna loro riservati sul Demagogia, Discriminazione, Repressione, Terrore, piano teologico ed etico. La tolleranza, insomma, non è, realmente, plurali Tolleranza/intolleranza, Tortura, Violenza smo, per fondare il quale occorre una diversa concezione della verità, della ra gione e dello Stato. Tuttavia, anche la conquista di un livello superiore di tolleranza, quale si realizza nella filosofia del liberalismo (in particolare con Locke e Humboldt ), r. Di a lettica tolleranza/intolleranza. resta viziata da un persistente elemento di «negatività». Se allo Stato confes sionale si sostituisce il modello dello Stato laico e liberale, la tolleranza cessa di + Tolleranza/intolleranza+ è una coppia di concetti moderni che rappresenta essere un rimedio e diventa un principio, ma non è e non può essere ancora un no, rispettivamente, momenti di evoluzione e di regresso di quella che Constant valore. È semplicemente uno dei modi nei quali si esprimono l'indifferenza dello chiamava «la libertà dei moderni ». La tolleranza appare originariamente legata Stato e il suo non-interventismo in materia di coscienza, di pensiero e di cono alla libertà religiosa, ma acquista successivamente una connotazione politica, che scenza; è l'ideologia della non-interferenza nell'«ideologia». La tolleranza si oggi è prevalente. configura cosi come una libertà ideologica. Proprio perché è limitata all'ideolo La connessione tra i due termini è dialettica, ma con una sproporzione a fa gia, essa trova un'applicazione universale, mentre la libertà politica, che ha un vore di 'tolleranza'. Essi, infatti, hanno un peso semantico disuguale. Quello di maggior valore intrinseco, viene riconosciuta solo ad alcune classi e categorie. intolleranza è un concetto «totale», facilmente definibile attraverso la negazione Il superamento di questa posizione ristretta della libertà avviene con l'elabora del suo opposto. La tolleranza, invece, è un concetto critico, problematico, in zione rousseauiana e marxiana e, sul piano storico e istituzionale, nella coniu timamente dialettico : esso non può fare a meno di riconoscere il suo opposto co gazione tra liberalismo e democrazia. me necessario alla propria costituzione, non può, cioè, non porre il problema Problemi teorici piu gravi presenta l'altro aspetto di quella che si è definita del proprio limite. l'ambiguità della tolleranza, vale a dire la sua eccessività. Qui il rapporto dia L'ambiguità della tolleranza sta, da una parte, nel suo essere meno della lettico con l'intolleranza rischia di essere, ad un tempo, necessario e fatale. La libertà e, dall'altra, nelle difFicoltà generate da una sua indiscriminata applica tolleranza si esercita proprio nelle situazioni potenzialmente conflittuali e re zione, della quale finisce con l'usufruire anche l'intolleranza. Per il primo aspet pressive, in alternativa allo scontro o all'oppressione e, perciò stesso, in pre to, vale la protesta di Mirabeau sulle ristrettezze della tolleranza intesa come senza diforze che, se potessero prevalere, praticherebbero l'intolleranza. Ilpa sopportazione o concessione, come se la libertà fosse limitata allo spazio rita radosso della tolleranza è in ciò, che essa ha da realizzare l'equilibrio tra il ri gliato per i cittadini dall'autorità del potere. Per il secondo aspetto, si può ri schio di autonegarsi e il rischio di essere negata. Se dai suoi benefici vengono cordare lacritica di Marcuse allatolleranza democratica: se la propaganda na esclusi gli intolleranti, coloro che — se potessero — non esiterebbero a negarla, zista fosse stata repressa in tempo, l'umanità si sarebbe risparmiata i campi di la tolleranza pone un limite a se stessa, si riduce e diviene intolleranza dell'in sterminio e la seconda guerra mondiale. A causa del suo difetto, la tolleranza tolleranza. E, per di piu, come determinare i criteri d'individuazione dell'intol non attinge la libertà civile e politica, della quale tutt' al piu è preparatoria; in leranza meritevole di non essere tollerata? E quale credito può continuare a conseguenza dei suoi eccessi, essa rischia sempre di nuovo di restare sacrificata riscuotere, anche presso gli attuali tollerati, una siffatta tolleranza limitata e al suo opposto. In questa difettività-eccessività della tolleranza è racchiusa gran mutevole, quali garanzie offrire per il futuro? Le manomissioni delle regole del parte dei problemi della libertà moderna. Per illustrarla, oltre che attraverso il gioco sono sempre gravide d' incognite:una volta aperta la porta all'intolleran presente itinerario, occorre passare per altri universi semantici, come quelli del za, non si può prevedere quanta parte ne passerà. Viceversa, quando la tolle l'ideologia, del potere, dei diritti dell'uomo, della libertà politica, ai quali tutti ranza rinunzia a limitarsi, essa si espone ai contraccolpi del proprio eccesso, la sono legati certi modelli di ragione e certi usi del linguaggio. scia campo libero allo scatenamento dell'intolleranza, si condanna a farsi di Nella sua natura difettiva, la tolleranza ha a che fare con un vizio d'origine, struggere dal proprio opposto, come da un demone che ha alimentato in se dal quale ricava un elemento di «negatività» mai del tutto risolto. La decisione stessa e dal quale si sentiva esaltata. Cosi, il momento di massimo compimento e la pratica della tolleranza sono sorte come rimedio ad una situazione di con della tolleranza è anche il suo momento di massimo pericolo, Non a caso avvie flitto tra diversi culti religiosi, dalla quale, a causa di un certo equilibrio delle ne che l'intollerante rivendichi, a propria tutela, il rispetto dei principi di ga forze, non era possibile uscire con una soluzione repressiva. In tal senso, quella rantismo previsti dall'ordinamento dello Stato tollerante, proprio nel mentre pratica è un'invenzione del potere che, pur restando prevalente, non ha potuto egli si serve di quella tutela a copertura della propria pratica intollerante. Egli imporsi e si è adattato al passaggio dal conflitto a un pacifico pluralismo. Nel sa che, in definitiva, la tolleranza, per essere tale fino in fondo, ha bisogno di lui. l'ideologia della tolleranza religiosa permane il principio che una sola Chiesa è depositaria della verità e che l'ammissione degli altri culti da parte della legi
  • 5. Sistematica locale 688 68rl Tolleranza /intolleranza chiaramente in Kant, per il quale lo spirito illuministico restava soddisfatto Il metavalore della tolleranza. dalla sola condizione che ciascuno potesse fare pubblico uso della propria ragio ne. Egli stesso considerava questa libertà come inoffensiva, e non nascondeva Se non è un valore, soprattutto a causa della sua origine storico-teorica e del la sua calorosa ammirazione per il sovrano Federico il Grande, il cui spirito di la sua funzione pratico-ideologica, la tolleranza si può configurare come un me tolleranza racchiudeva nella formula: «Ragionatefin che volete e su quel che tavalore, in quanto definisce e mantiene le condizioni all'interno delle quali è volete, ma obbedite». Una tale dimensione puramente logico-verbale della tol possibile professare valori e dare vita alle relative pratiche. Queste condizioni leranza si può anche identificare con l'ideologia, se per ideologia s'intende un sono raffigurabili come una complessa metodologia atta a consentire la produ puro prodotto della coscienza, senza conseguenze a livello di pratica sociale, di zione di una molteplicità di discorsi nel variare del tempo e dello spazio. Non a istituzioni e di ordinamenti. Quello che fa la positività della tolleranza in senso caso, la rivendicazione della tolleranza è cosi frequentemente collegata con il piu moderno è, invece, il fatto che il suo spazio è proprio lo stesso nel quale si libero uso della parola, con il pluralismo dei linguaggi. Le condizioni di cui si realizzano l'esistenza e la diffusione materiale dell'ideologia, in un senso analogo parla sono in parte negative, in parte positive. a quello proposto da Althusser a proposito degli apparati ideologici di Stato. x) In termini negativi, s'impone la critica di ogni forma di assolutismo filo Le ideologie, in quanto diffuse nelle istituzioni, viventi «materialmente» in esse, sofico, inteso come concezione assoluta e obiettiva della ragione, della verità e tradotte informe svariate di pratica sociale, sono tanto espressione di potere dei valori. Alle metafisiche e alle teorie della conoscenza di tipo assolutistico si quanto arma di contropotere. Lo spazio della tolleranza, in questo senso, è quel contrappongono modelli soggettivistici, convenzionalistici e funzionalistici. Il lo nel quale si garantiscono condizioni di confronto e di scontro tra ideologie presupposto è che da filosofie di contenuto sostanzialistico conseguano neces e, per questa strada, si mantiene aperto il circuito che va dal potere e dal sistema sariamente dogmatismo e assolutismo politico: la connessione risulta partico normativo-istituzionale alla società civile e viceversa. larmente chiara in Kelsen, secondo il quale il relativismo filosofico è la premes sa della tolleranza e della democrazia (almeno a livello teorico, però, questa connessione non è necessaria, come mostra il caso di Spinoza, che su una meta 3. Pratiche ideologiche dell'intolleranza. fisica della necessità fonda un sistema politico di libertà). Al relativismo corri sponde in pratica il rifiuto di ogni forma d'imposizione, di +repressione+, di In realtà, non tutte le ideologie hanno bisogno della tolleranza. Nello spa + violenza+ e l'adozione di un metodo consistente nel confronto delle opinioni e zio ideologico crescono discorsi di segno diverso e, spesso, è proprio l'estre delle proposte, eventualmente con il ricorso finale a un arbitro giudicante in mizzarsi del linguaggio a denotare la patologia in cui il discorso ideologico è ca forza di regole sostenute dal consenso di tutte le parti. Questo complesso di duto. La connessione tra organizzazione del discorso e moduli espressivi, da implicazioni pratico-politiche del relativismo è ben raffigurato nella teoria del una parte, e curvatura ideologica, dall'altra, è un sicuro strumento di valutazione l'argomentazione (o nuova retorica) di Perelman, che si può rappresentare co dei movimenti politici, specie di quelli allo stato nascente. È appunto questione me un'aggiornata sintassi ideologica della tolleranza, ovvero l'organizzazione di giudizio politico — con un alto coefficiente di relatività — stabilire se ci si trovi che la rete dei discorsi deve assumere se si vuoi continuare — in un quadro o no difronte a fenomeni di+demagogia+. Anche se lademagogia sfrutta fre liberai-democratico avanzato e conflittuale e in presenza di un'accentuata dina quentemente gli impulsi dell'intolleranza, qualche tolleranza è pur necessaria mica delle classi — il plurisecolare discorso occidentale della tolleranza e sulla perché essa si esprima. E poiché, come si è visto, sul terreno della tolleranza il tolleranza. L'ordine argomentativo non è che una forma storica che la tolleran linguaggio e l'ideologia (le modalità linguistiche dell'ideologia) si svolgono senza za assume per reagire ad altrettanto storiche manifestazioni di precarietà, di con restrizioni, la diagnosi linguistica — ovvero l'analisi specialistica del linguaggio flittualità e di potenziale intolleranza, condizioni alle quali essa tolleranza è sem insieme con il giudizio ideologico — ovvero il giudizio espresso da un punto di pre collegata e dalle quali è sempre originata. versta politico di parte — sono all'origine della qualificazione di demagogia. È z) In termini positivi, viene garantita l'esistenza di uno spazio, generica solo attraverso una certa articolazione del discorso (linguaggio) politico, attra mente definibile come «ideologico», nel quale possano trovare libera espressio verso unacertaconnotazione ideologica prodotte daldemagogo (o a lui applica ne tutte le varianti della non-conformità, senza rischiare d'incorrere in reazioni te) che egli si presenta (o viene qualificato) ora come «capo del Sii p.op», ora co repressive: modi di pensare e modi di essere devianti, oppositivi, alternativi, me tiranno, ora come colui che vive fino in fondo e autenticamente gli spazi ecc. Questa «ideologicità» della tolleranza implica che essa abbia, oggi, un signi della tolleranza, ora come il manipolatore, a fini di potere personale, degl'im ficato piu forte di quello originario. Per Locke, in fondo, la positività della tol pulsi di una parte sociale all'intolleranza verso le altre. leranza — vale a dire il suo non essere solo condizione esterna, formale di certe In sé, la demagogia non è né rivoluzionaria né reazionaria. Denota piutto pratiche — si riduceva alla legittimità d'intervenire sugli altri con i mezzi della sto l'uso di certe tecniche manipolative per conseguire determinati scopi politi persuasione. La ristrettezza di questa versione della tolleranza appare ancor piu ci. Ma la storia del xx secolo offre esempi eloquenti di alleanza tra demagogia e
  • 6. Sistematica locale 69I Tolleranza /intolleranza conservatorismo, tra linguaggio antidemocratico e reazione politico-sociale. Nel antica della scienza stessa. Il fatto che si presenti con ragioni che sono soltanto la messa a punto dell'apparato ideologico dei regimi totalitari fra le due guerre delle maschere fa della discriminazione il nemico piu subdolo della tolleranza. mondiali, l'uso del linguaggio demagogico ha avuto un peso essenziale, al punto La quale subisce da essa uno scacco peggiore di quello che le viene inflitto da che la storia di quegli apparati — nella loro articolazione attraverso il diritto, le altre pratiche di violazione della libertà e integrità morale e fisica dell'individuo, istituzioni, la cultura, la scienza — potrebbe essere fatta seguendo l'evoluzione perché in tutti gli altri casi il gioco si svolge a carte scoperte, e risulta piu chiaro linguistica della demagogia di regime. La demagogia è essa stessa un linguaggio, quanta parte vi abbia la ragione e quanta la non-ragione. nel quale prendono corpo le forme che andranno a costituire l'apparato ideolo gico-istituzionale dello Stato. Il linguaggio demagogico precede e prepara la vita materiale dell'ideologia: esso, per esempio, lancia le parole d'ordine che Pratiche rePressi~e tra ideologia e storia. preludono alla politica razziale e, a tale scopo, non esita a intorbidire le acque della scienza, come quando presenta i pregiudizi sulle differenze di razza come Infatti, la discriminazione può insinuarsi a lungo prima di venire alla luce, acquisizioni della ricerca biologica e antropologica. In ciò, la pratica demago mentre la +repressione+, almeno nelle sue forme tradizionali, ha bisogno di ma gica, appunto, non è tanto ideologica, quanto preideologica, specialmente per la nifestarsi e di addurre, nello stesso tempo, ragioni «ufficiali». Queste ragioni ragione che essa fa leva — o tende a produrli — su impulsi di massa e, in partico si compendiano, generalmente, nello «stato di necessità». Anzi, a ben vedere, lare, su quelli distruttivi, pronti a polarizzarsi contro un nemico immaginario. lo stato di necessità può essere assunto come categoria unificante di tutte le È per questa strada — percorsa tra linguaggio demagogico e istituzionalizza forme di repressione, da quella psichica individuale e collettiva a quella politica zione ideologica — che si mettono in moto i meccanismi della+discriminazione+. e militare. Normalmente, essa fa ricorso a tentativi di fondazione del proprio discorso, a Si considerino tre casi remoti tra di loro ed emblematici proprio perché ap razionalizzazioni, a giustificazioni il piu possibile «scientifiche». In realtà, la di partenenti a livelli e contesti diversi. E uno stato di necessità che induce gli uo scriminazione non ha bisogno di giustificazioni e vi ricorre solo in un secondo mini, nel sistema giuridico-politico di Hobbes, ad abbandonare le condizioni di momento, quando è già nata. L'idea discriminatoria nasce in un oscuro fondo libertà naturale, conflittuale e distruttiva, e ad accettare il potere incoercibile e pulsionale individuale e collettivo, ove si consumano conflitti d'identificazione repressivo di un sovrano. È lo stato di neces ità, secondo Freud, che ha spinto e proiezione, ove le energie scatenate dalle frustrazioni si ricompongono e si l'umanità — sulla via della civilizzazione — a rinunziare al principio del piacere orientano in senso aggressivo. La manipolazione demagogica e ideologica valo e ad abbracciare il principio di realtà, a operare cioè una repressione radicale, rizza sapientemente questa materia indistinta e disponibile, la piega a sé, le at che viene ripetuta nella storia psichica di ogni individuo, e che ha come posta tribuisce una direzione e uno scopo. È in questo contesto che la discriminazione la cultura e come prezzo la nevrosi, il «disagio della civiltà». Ed è ancora l'ideo viene «decisa»: in esso, le cose, i valori, gli uomini, i gruppi, ecc. sono pre-giu logia dello stato di necessità a fungere da giustificazione ufFiciale quando vie dicati. È una forma non rimediabile d'intolleranza, l'intolleranza dell'alterità ne meno l'esercizio della tolleranza: la necessità di evitare la catastrofe e il caos radicata nel rifiuto della pratica razionale del giudicare, vale a dire nell'eclisse è invocata, nel dicembre i98i, a sostegno della repressione militare in Polonia, della ragione. Nel «contesto di pregiudizio», la discriminazione è già cosa com laddove la repressione, in realtà, oscilla drammaticamente tra stato di necessità piuta e, in fondo, per essere praticata, non avrebbe bisogno d'altro. Di solito, e necessità dello Stato. In tutti e tre i casi, la repressione si presenta come ri però, essa passa anche attraverso un «contesto di giustificazione» e finisce col spondente a istanze «ragionevoli». Ciò è specifico della repressione in senso darsi delle ragioni. Che siano ragioni teologiche o scientifiche o storiche o morali, moderno, che non è esercizio direttamente violento e distruttivo del potere, ma cadono in ogni caso sotto il segno dell'elaborazione linguistico-ideologica. Nelle tende a passareattraverso una mediazione ideologica.La repressione è,sostan razionalizzazioni, l'uso delle parole, la ricerca delle definizioni e degli argomenti, zialmente, la prerogativa dell'autorità costituita, dello Stato; poiché lo Stato l'ordine dei discorsi assume un'enorme importanza. I modi della «presentazio moderno si è dotato di apparati ideologici molto complessi, la repressione viene ne» del discorso diventano decisivi quando si tratta di persuadere se stessi o filtrata attraverso i meccanismi del discorso ideologico. Il che vale per le forme gli altri di aver giudicato e agito bene. Ne è un esempio l'uso sapiente della visibili e clamorose di repressione, ma ancor piu vale per le forme indirette, commistione di descrittivo e prescrittivo, come nelle «definizioni persuasive» di occulte, diffuse e, si potrebbe dire, «non decise» di repressione. Queste ultime, Stevenson. È proprio questo vissuto ideologico (se si vuole: patologico) del lin proprie delle società piu complesse, come le società industriali avanzate, opera guaggio che mette in crisi le certezze neopositivistiche sulla dicotomia tra fatti no nel rispetto formale della tolleranza, ma attraverso la restrizione sostanziale e valori, tra scienza e ideologia. L'ideologia discriminatoria sfrutta apparente di possibilità di scelta, la disincentivazione di atteggiamenti, la omogeneizzazio mente gli «errori» della scienza (si pensi alla teoria di Buffon sulla «normalità» ne di comportamenti. Questa repressione diffusa viene veicolata da ideologie dell'uomo bianco o a quelle di Lombroso e di Moebius sull'inferiorità femmi altrettanto diffuse e realizza uno dei momenti pratici della presenza «materiale» nile), nella quale essa, in realtà, si è preventivamente insinuata, essendo piu dell'ideologia: essa viene combattuta attraverso la critica ideologica, la pratica e
  • 7. Sistematica locale 693 Tolleranza /intolleranza ' la diffusione di ideologie alternative, laddove esistono forze in grado di elabo critica, linguaggio alternativo di culture alternative, È cosi rappresentata una rarle. forma aggiornata della strutturale identità tra violenza e potere, da un lato, e Nelle sue forme classiche, però, la repressione continua ad esercitarsi in mo tra violenza e diritto, dall'altro. La mediazione ideologico-linguistica rappresen di tangibili e diretti e ad annoverare, tra i propri strumenti, la +violenza+ per ta il livello di trasformazione della violenza di Stato in pratica imposta o condi secutoriae il+terrore+. I quali,come la stessa +repressione+, non sono legati visa attraverso la legislazione, la cultura, la propaganda, ecc. La violenza è tra al binomio + tolleranza/intolleranza+ con un rapporto univoco. Sarebbe teorica sformata in linguaggio (compreso quello degli enunciati normativi ) e il lin mente volgare — e storicamente errato — pensare di porre semplicemente le pra guaggio in pratica sociale; lo stesso vale per la possibilità di ritorcere lo stru tiche repressive e violente sotto il segno dell'intolleranza e quelle non violente mento ideologico-linguistico contro chi lo usa, la violenza liberatoria contro la sotto il segno della tolleranza. E non solo — come già visto — per il sempre possi violenza oppressiva o manipolatrice. bile rovesciamento dialettico della tolleranza nell'intolleranza, ma anche perché, L'associazione del diritto con la violenza è tanto problematica quanto teori di fatto, la+ repressione+, il+ terrore+ e la+ violenza+ hanno concorso, talvolta, ad camente e storicamente reale. Non tutto il diritto è obbligo ; esso è anche com apprestare o a difendere meccanismi di libertà. Cosi accade, nel caso estremo plesso di facoltà, sfera dei diritti soggettivi, si che quell'alleanza è la stessa tra del terrore, quando il terrore di Stato traduce una forma straordinaria e legale libertà e violenza. Inoltre, la violenza del diritto è per molti soltanto il suo na di repressione in difesa di un ordine nel quale si sta realizzando un progetto turale connotato di forza, nella quale si congiungono il carattere imperativo e di liberazione; o quando il terrore contro lo Stato si presenta come la forma di il carattere sanzionatorio del diritto, o nella quale si esprime il massimo d'iden lotta estrema per l'istituzione di condizioni di libertà. Valgano qui, come esempi tificazione del diritto con le istituzioni storiche. Ma anche queste distinzioni e al limite, il regime che va sotto il nome di Terrore nella rivoluzione francese, il qualificazioni sono lontane dall'essere universalmente accettate. Resta il fatto terrorismo anarchico e, ai nostri giorni, il terrorismo irlandese. Sul piano stori che, storicamente, il diritto esercita la violenza tanto quanto la subisce, nel senso co, ideologico ed epistemologico (nel senso dell'individuazione di precise cate che è esposto costantemente alla violazione e alla rottura. La ritorsione della vio gorie teoriche, del loro funzionamento e dei loro reciproci 'rapporti ) fra terrore lenza contro il potere, e contro il diritto che esso esprime, assume l'aspetto di e tolleranza — passando attraverso repressione e violenza — non c'è antitesi ne un rovescio anche come formula linguistica: il diritto alla violenza. L'itinerario è cessaria. Altra cosa è il problema etico, che ha qualcosa di analogo al quesito quello che va dalla connotazione del diritto come strumento di dominio (Marx) classico sulla legittimità di stabilire un rapporto di subordinazione dei mezzi ai alla connotazione morale della violenza : per Sorel, le conseguenze della violenza fini. In altri termini, che la repressione, la violenza e il terrore abbiano rapporti (i colpi che operai e rappresentanti della borghesia si scambiano durante gli scio tanto con l'intolleranza quanto con la tolleranza, è un fatto ; che di queste pra peri), anche se remote, «possono produrre il sublime». Vale a dire che la vio tiche si diano versioni «buone» e versioni «cattive» non è un problema teorico. lenza, come le pratiche repressive in genere, rivendica i diritti che le deriva La repressione rivoluzionaria e il Terrore nella Francia del I793-94 possono no dall'essere stata, in certi periodi, strumento e terreno di liberazione. I.a vio essere riguardati tanto come uno dei contesti di fondazione della libertà occi lenza come premessa di tolleranza e levatrice di libertà pone un problema gra dentale, quanto come prototipi delle macchine repressive degli Stati totalitari ve a chi non sia disposto a far propria una prospettiva di incondizionata accet del xx secolo. Ambiguità delle categorie (e dei loro contenuti ideologici) e am tazione della storia nella sua datità. E, naturalmente, non è detto che sia prefe biguità della storia vanno di pari passo. E si deve aggiungere che la semantica ribile abbracciare una tale prospettiva piuttosto che lasciare aperto il problema. della repressione e del terrore si è oggi allargata e complicata, da quando paesi Quello che emerge, in contrasto con inveterati luoghi comuni, è la non-in tolleranti al proprio interno esportano repressione all'estero, da quando il ter sensatezza delle pratiche repressive piu estreme: il senso, infatti, può coniugar rorismo è diventato strumento di conflitto e di destabilizzazione internazionale, si anche con l'irragionevolezza o con una ragione al limite del proprio esercizio. da quando in Occidente si fa ricorso alla repressione contro il terrorismo in di La violenza, per esempio, conosce raffinatezze e finalità che mal si conciliano fesa dell'«ordine democratico». Le pratiche della violenza e della repressione con una presunta cecità della ragione : è il caso della+tortura+. Essa possiede il s'intrecciano inestricabilmente e contraddittoriamente con le condizioni della singolare destino di essere un'orrenda violazione del diritto o di esserne una su tolleranza, al punto che riesce difficile mantenere consolidate distinzioni, come prema affermazione, e di ricercare, per conto di quello, la verità. La tortura è quellafra terrore (di Stato) e terrorismo (contro lo Stato). lo strumento trovato dall'intolleranza per passare attraverso il piu radicale vis Come 'repressione', anche 'violenza' ha assunto, soprattutto per opera della suto del nemico (la corporeità), senza annientarlo, Ma è anche uno dei possibili teoria critica della società, una nuova latitudine semantica, che include forme snodi del rapporto fra potere e verità, fra potere e sapere. Come forma di in diffuse e sottili di coercizione, di manipolazione e di impedimento, nelle quali quisizione, essa «produce» una verità per il potere (la confessione) ; come forma la componente ideologica, massicciamente presente nelle istituzioni, diventa de di iniziazione, introduce la vittima al sapere, la rende degna della verità comune cisiva. Viene in primo piano il linguaggio, sia come obiettivo della critica, in attraverso una marchiatura (cosi nei riti d'iniziazione; e in i98y di Orwell la quanto luogo della violenza della cultura dominante, sia come strumento della tortura accompagna la graduale conquista della verità da parte del dissidente;
  • 8. Sistematica locale 694 695 Tolleranza/intolleranza nella Colonia penale(In der Strafkolonie, I9I4 ) di Kafka, la tortura è l'iscrizione Perelman, Ch., e Olbrechts-Tyteca, L. stessa della colpa sul corpo del condannato). Fin qui, la tortura è «sensata» e z958 Tr a ité de l'argumentation. La nouvelle rhétorique,Presses Universitaires de France, Paris (trad. ir. Einaudi, Torino zg66). finalizzata, per quanto brutale; come punizione e come sadismo, invece, essa Sorel, G. perde ogni rapporto con la verità, appartiene a un potere a cui non interessa il zgo8 Ré fiexions surla violence,I ages Libres, Paris; ed. Rivière, Paris z923 (trad. ir. Laterza, «sapere» della vittima. Un «sapere» collegato alla tortura è per la vittima pro Bari z 97os) . spettiva di liberazione dalla o di sublimazione della sofferenza; altrimenti, quel Spinoza, B. lo che resta è la degradazione dell'essere ridotto a oggetto, in un contesto privo z67o Tr a c tatus theologico-politicus,Kunraht, Hamburg (trad. iz. Einaudi, Torino i97a). di possibilità, sia pure estreme, di scelta. Wolff, R. P. ; Moore B. jr; e Marcuse, H. La nostra civiltà giuridica ha abolito la tortura non soltanto in omaggio al ig65 A C r i t ique nfPure Tolerance, Beacon Presa, Boston (trad. it. Einaudi, Torino zg68 ). trionfante principio di tolleranza, ma anche perché sono emerse altre tecniche di colpevolizzazione e nuove forme di «impressione» — prevalentemente ideolo giche — del potere-sapere. Difatti, la tortura ricompare quando si riducono le distanze del confronto ideologico e il potere è costretto a scegliere tra un rischio di sconfitta e una +violenza+ senza limiti. Sono eventualità rispetto alle quali la tolleranza deve premunirsi in tempo; ma come può farlo, senza legarsi essa stessa a un qualche esercizio di potere e, quindi, a pratiche repressive e d'in tolleranza? Con ciò il problema della sociologia critica (come andare al di là della tolle ranza? come realizzare una tolleranza selettiva>) da una parte, e il problema po litico-giuridico delle democrazie occidentali (qual è la misuia d'intolleranza che uno Stato tollerante può permettersi?), dal]'altra, perdono molto del loro senso : la tolleranza è da sempre costretta a trascendersi, perché l'andare al di là di sé è parte di se stessa.[M.M.]. Althusser, L. zg7o Id éologie et appareils idéologiques d'Etat,in «La Pensée», n. zsz (rrad. it. Dedalo, Bari z 976). Beccaria, C. z76«Dei delitti e dellepene, Coltellini, Livorno; ed. Einaudi, Torino zg78. Foucaulz, M. z975 Surveiller et punir. Naissarzcede ta prison, Gallimard, Paris (trad. it. Einaudi, Torino z976). Freud, S. [zgag] Das Unbehagen in der Kultur, Internationaler Psychoanalyzischerveri«g, Wien zg3o (trad. ir. in Opere, voi. X, Boringhieri, Torino z978, pp. 553-63o). Humboldt, W. von [z79a] Ideen zu einem Versuch, die Grenzen der Wirksamkeit des Staats au bestimmen,Trewendt, Breslau z85z (trad. it. Giuffrè, Milano zg65). Kant, I. z78q Be antuzortung derFroge; Wasist Aufklàrung? in «Berlinische Monatsschrifr», IV, di cembre, pp, «8z sgg. (trad. iz. in Scritti politici, Utet, Torino z965, pp. z«z-qg). Lenin, V. I. [zgz7] Gosudarstvo i revojlucija, Zizn' i Znanie, Peirograd zgz8 (trad. iz. in Opere complete, voi. XXV, Editori Riuniti, Roma zg67, pp. 36z-«63). Locke, J. z689 Epistolade Tolerantia, J. ab Hoeve, Gouda (trad. iz. in Scritti editi e inediti sulla tolle rarsza, Taylor, Torino zg6z).
  • 9. gi8 unto), Demagogia Le i. A quanto sembra, questa parola è entrata in scena nelle lingue occi dentali per il tramite del primissimo teorico delle «longitudes et leys», il pre cursore delle coordinate cartesiane: Nicolas Oresme, traduttore della Politica di Aristotele in francese. Li si trova senza dubbio una prima definizione occi dentale della demagogia: «Demagoghi (démagogues), persone che con l'adu lazione e le lusinghe portano il popolo alla propria volontà»: sostantivo, che ben presto diviene verbo: «Demagogizzare (démagogiser) è compiere l'ufficio o l'opera di demagogo». Si è ben lontani qui, nel xtv secolo e nel bel mezzo della lunga guerra tra Francesi e Inglesi, dal significato aristotelico, quale si trova, almeno, in que sto capitolo della Costituzione degli Ateniesiscritta intorno al 3zy a. C., con la descrizione dell'ascesa al potere di Pericle: IIpoq wo 8qisayoiysYv sX&ávwoq IIsptxksoug si potrebbe tradurre correntemente con «prendendo Pericle la di rezione del partito popolare».Converrà tradurre l'atto iniziale dell'ascesa di Peri cle col singolare neologismo di Oresme: «Pericle impadronendosi del dema gogizsare», Qui si entra nelle contraddizioni latenti, che potrebbe nascondere il grande dizionario di Pierre Larousse, questa miniera di luoghi comuni. Pe ricle vi è presentato come lo statista ateniese che «mostrò ben presto una gran de elevatezza di spirito» [Grand Dictionnaire Universel i866-76, XII, p. 6o6], mentre la demagogia vi è definita col fatto che «consiste sempre nello scatena mento delle passioni buone o cattive... esercitato senza direzione né controllo..., col popolo che abdica davanti a impulsi ciechi e contraddittori» [ibid., VI, p. 386j. Il «demagogizzare» descritto da Oresme apparterrebbe dunque sia a questo scatenamento incontrollato degli «impulsi ciechi», sia a questa grande «elevatezza di spirito». La parola definita dal primo teorico delle «longitudes» si muove fra questi due significati estremi. z. Le definizioni dei luoghi comuni c'introducono cosi in una cartogra fia i cui termini sono dislocati: un dislocamento. iniziale, derivato dal fatto che i grandi descrittori della democrazia ateniese sono tre ateniesi, oppositori del partito della Bvlli,oxpmfx e insieme fondatori del pensiero che sorgerà in suo favore, sotto i nomi di historia e di philosophia. Tucidide, Senofonte, Pla tone: ecco questi nemici della democrazia, che l'hanno stigmatizzata, attra verso il funzionamento di quello che viene ritenuto il suo motore o la sua leadership. Una parte anche di questa versione viene travasata nella descrizio ne data da Aristotele, sebbene in alcune delle definizioni aristoteliche passi il soffio dell'altra versione: come in questa, per esempio, che risponde alla domanda su quale sia il «primo oggetto» di una costituzione: «La libertà è il primo oggetto della democrazia». Oppure: «Bisogna dunque chiamare demo crazia una città governata da uomini liberi»; e ancora: «Non esiste democra zia in una città dove pochi uomini liberi comandano a molti che non lo sono».
  • 10. Demagogia 520 52I Demagogia migrato. Fra i due momenti, un concetto designerà chiaramente la posta di 3. La contraddizione fra le due versioni balza agli occhi fin dai dettagli queste lotte di potere: lo Stato, concetto del Rinascimento italiano, teorizza della Costituzione degli Ateniesi. Una, secondo la tradizione che muove da Pla to dal fiorentino Machiavelli e, ulteriormente, da Spinoza, un immigrato. (An tone, vuoi dimostrare «come la democrazia si trasformi nella tirannide» [Re che se il termine tradotto abitualmente come 'lo Stato' è ancora, nel testo pubblica, 569c] ad opera del 8qpcryoiyáq o «capopopolo», che «dovrà fatal spinoziano, la respubhca latina). Nel campo costituito dal concetto di Stato la mente... essere tiranno» [565e] ; l'altra indica nell'uomo che «istitui la demo demagogia apparterrà ormai a strategie ancora piu ambigue, in uno spazio crazia» (Clistene) un avversario dell'«amico dei tiranni». L'esempio della pri sottoposto a spostamenti e rotazioni piu complessi e piu accelerati. ma versione, che chiameremo provvisoriamente «platonica», è dato dall'av Ma prima di entrare nella problematica italiana — e moderna — dello Stato, vento di Pisistrato al potere, mentre il modello della seconda è rappresentato per inserirsi nella problematica francese e tedesca della rivoluzione, non si può dalla rivoluzione di Clistene. abbandonare la problematica greca della demagogia senza delineare il duplice La versione «platonica» è manifesta là dove Aristotele ricorda che «Pisi ritratto del bis,ayoiyáp:quello di Platone e quello di Aristotele. Il primo prean stratoera capo del partito popolare (8rlli,xyoiyáp) e stratego quando divenne nunzia curiosamente l'accento introdotto dal teorico della Great Rebellion in tiranno» [Costituzione degli Ateniesi, zz, 3]. Essa viene ripresa nella Politica: glese dell'età classica, Hobbes: «Chi ha gustato il viscere umano spezzettato «Gli antichi tiranni per la maggior parte sono venuti, piu o meno, da dema e mescolato tra i visceri di altre vittime, diventa inevitabilmente lupo... Non goghi... quando lo stesso era demagogo e stratego» [ibid., r3o5a, 8-9]. è cosi anche di chiunque si trovi a proteggere il popolo e disponga di una La seconda versione è abbastanza esplicita nel punto in cui Aristotele pre massa molto remissiva e non si astenga dal sangue dei compatrioti, ma li tra cisa che, dopo l'abbattimento della tirannide dei Pisistratidi, «scesero in lizza scini nei tribunali coprendoli di ingiuste accuse, come appunto amano fare? l'uno contro l'altro Isagora,... amico dei tiranni (pO oq woiv wupccvvoiv) e Cliste e si macchi di omicidio sopprimendo una vita umana, gustando con empie ne» [ibid., zo, i ], colui che «quando il partito democratico ebbe il potere,... labbra e lingua il sangue di un familiare> e condanni all'esilio e alla morte, ne fu il capo e la guida» [ibid., y], e faccia sperare rescissioni di debiti e ridistribuzione di terra? Ebbene, dopo La lotta assumerà i caratteri di quella che, per la prima volta nella Francia aver fatto questo, un simile individuo non dovrà fatalmente perire per mano della Restaurazione, sarà chiamata lotta di classi. In realtà, la rivoluzione ate nemica o essere tiranno e da uomo divenire lupo?» [Repubblica, 565d-566a]. niese del 5ro-5o8 — laxmzXucsic —rovesciò, ad opera di Clistene, il pisistratide Fra la discussione greca sul demagogo e quella franco-inglese sulla rivoluzio Ippia, ma per aifidare da principio il potere a Isagora; questi, allo scopo di ne, s'introduce la discussione centrale della «grande ribellione» — sulLeviathan : contrastare l'infiuenza crescente di Clistene, chiama in suo aiuto il re di Sparta, sorta in uno stato di natura, in cui l'uomo è lupo all'altro uomo. Cleomene, e gli affida la città, per consolidare il proprio potere. È allora che La prima filosofia politica del pensiero occidentale è costruita, con atteg il popolo — il 8yp,oq — si runisce e va ad assediare nell'Acropoli, per due giorni, giamento favorevole alla rivoluzione democratica ateniese, da questo aristo il partito oligarchico di Isagora e l'esercito spartiate; quest'ultimo capitolerà craticoateniese che ha saputo descrivere in una solafrase ilprocesso secondo nel corso del terzo giorno, e il ritorno di Clistene al potere sarà quello di un cui il 8ripxyuyáq si trasforma in wupxvvoq, attraverso il campo rotante che capo del popolo —qysiiùv ~ou 8iip.ou [ibid., zo, 3-y]. Curiosamente, la ver spiega il libero esercizio del linguaggio in democrazia. O, piu precisamente: sione aristotelica, del 3z4, è la prima descrizione di una rivoluzione popolare, la grammatica sintetica dei rovesciamenti di posizioni, che permette il discorso piu condensata ed esplicita nella descrizione delle poste in gioco che non quel e la pratica del Leviatano moderno. la di Erodoto, sebbene quest'ultima sia senz'altro piu vicina agli avvenimenti Il ritratto aristotelico è al plurale: «Dove le leggi non sono sovrane, ivi narrati. Essa mette in scena fronte a fronte, nella «xmuXucnq» o rivoluzione, appaiono i demagoghi, perché allora diventa sovrano il popolo...; una demo l'amico dei tiranni e il fondatore della democrazia: nello spazio fra i due poli crazia di tal fatta corrisponde in proporzione alla tirannide tra le forme monar oscilla questa strana ed enigmatica funzione del 8qpxyoiyáp, contemporanea chiche. Per questo anche il carattere è lo stesso: entrambe esercitano potere mente 'capo del 8qpoq' e 'divenuto tiranno': un ruolo tortuoso e ambiguo. despotico sui migliori e le decisioni dell'assemblea rappresentano quel che là Nella rivoluzione del 5o8, in cui la conquista dell'Acropoli preannunzia quella è l'editto del tiranno, e il demagogo e l'adulatore sono gli stessi o qualcosa di delle Tuileries nel r79z o del Palazzo d'Inverno nel x9rq, Clistene è questo analogo» [Politica, xz9za, ro-z3]. Ma Aristotele non è un figlio degli Eupatridi, 8qiizyoiyáq che rovescia l'amico dei tiranni e si oppone all'erede dell'antico un discendente dei re. È uno straniero nella città, uno di quei «meteci» a cui «8qp.ccyoiyáq» Pisistrato, divenuto tiranno, la rivoluzione di Clistene ha aperto le porte della città, anche se deve pagare dodici dracme all'anno per non essere venduto come schiavo. Aristotele ha co Tirannia, democrazia, demagogia, storia: concetti della politica greca, nosciuto in Asia il dispotismo regale : ad Atarne, ove governa Ermia, suo amico, teorizzati da Platone ateniese e da Aristotele, un «meteco». Rivoluzione, lotte di cui sposa la figlia adottiva e che, nato schiavo e venduto tre volte come di classi: concetti della storia politica francese, che teorizzerà Marx, un im schiavo, è messo a morte in croce su ordine del generale del Gran Re. La ver
  • 11. Demagogia 523 Demagogia sione aristotelica della demagogia sbocca su una prospettiva di questo tipo: «Dove le leggi non imperano non c'è costituzione (no) ns!>z)» [ibid., 33]. Ma ?9I r]. Ed ancora lui vedrà in «questo nazionalismo ardente delle giovani folle d'Italia» un elemento di fanatismo e di lealismo sommamente utile [ibid., x7«negli stati democratici conformi alla legge..., i cittadini migliori hanno una posizione preminente» [ibid., 9]. febbraio r93o]. A tale data sta montando in Germania, sul terreno della Re Doveva toccare a un preteso ammiratore di Atene, nella corrente del con pubblica di Weimar, una costellazione ideologica pericolosamente nuova. Que servatorismo francese, di diventare contemporaneamente il nemico inconci sta nuova figura del discorso politico segna l'irruzione di un linguaggio nuovo : liabile della democrazia e l'ammiratore di una certa forma di demagogia. il linguaggio della demagogia, entrato nel conservatorismo. Con la rivoluzione ateniese, il linguaggio ha conquistato la sua auto Fino a questo punto, la «demagogia» viene attribuita alla rivoluzione: nomia: essochiama «storia» ciò che sa di poter raccontare. Ilsuo movimento quella del zo agosto I792 per esempio, nella versione di un'ingenua e curiosa Histoire de la Révolution franfaise pubblicata a Parigi sotto il nome di un certoattraverso delle dizioni contrarie di questa conoscenza, raggiunta mediante una narrazione che si chiama storia, riceve il nome di «dialettica». Achille Roche [z8z5]: «Danton... faceva sostituire la municipalità con uomi Redattore, per noi, della Costituzione di Atene, della vcohnsfx democra ni nuovi, nominati per suo suggerimento ; e se, per non suscitare la diffidenza tica, (<regime attuale» in cui, com'egli stesso scrive, il popolo è signore, «è dei Girondini, si lasciava Pétion e Manuel alla testa di questa comune dema sovrano» (o 8qp,áq sax>. xup>,oq), è il filosofo «meteco» per eccellenza. Curio gogica...» (p. t67); o quella del 3r maggio I793, descritta in questi termini: «I Gusman, i Proly... formarono un comitato centrale d'insurrezione. Un'altrasamente, il destinatario francese della «controrivoluzione spontanea», dell'«an tirivoluzione», Charles Maurras, è contemporaneamente nemico accanito della assemblea si formò contemporaneamente alla Comune, e il sindaco Pache la democrazia e maniaco di «metecofobia» (il vocabolo è suo). Predicatore del presiedette... Lf si adottarono le mozioni piu atroci... Molte sezioni sconfes ritorno al pensiero greco, egli non ha mai considerato, per una ecità singolare, sarono l'indirizzo presentato a loro nome, con tanta impudenza, dall'orribile Pache. La sezione della Fraternità denunciò la cospirazione demagogica» [ibid.,che l'apogeo di quel pensiero è in correlazione col fatto che la democrazia ateniese, dopo la rivoluzione di Clistene, sola fra tutte le città elleniche apre p. zz3]. La giornata del 9 termidoro è annunciata dagli amori di Tallien e di le porte agli stranieri: un uomo libero su due, all'incirca, è classificato ufficial Thérèse Cabarrus:«Il giovane demagogo si era acceso per leidella passione mente ad Atene come «meteco». Altrettanto stranamente, proprio in Maurras piu viva». Lo stesso «giovane demagogo» nei primi giorni di termidoro «corse si sviluppa per paradosso una singolare apologia della demagogia: e li risiede in a casa di tutti i nemici di Robespierre e predicò loro la resistenza, incitandoli a scuotere il giogo... : "Riuniamoci e decidiamo l'arresto di tutti gli anarchicigerme la pericolosa trasformazione di linguaggiocon cui la «controrivoluzione spontanea» sitrasformerà in «rivoluzione fascista» o «nazionalsocialista». e i tiranni!" » [ibid., p. z53]. Il suo bersaglio, qui, sotto il curioso accostamento delle parole 'anarchici' e 'tiranni', è quello stesso Robespierre a cui nel me 6. Si tratta di un testo del r9z3, scritto nell'«Action franqaise»: «Questo desimo racconto viene attribuito «il potere di dittatore» [ibid., p.,z33]. Cosi si ricostituiscono nell'ambito delle posizioni della rivoluzione francesperpero, quest'orgia è la democrazia... Il motivo è facilmente spiegabile: la se i concetti forgiati dalle lingue politiche dell'antichità greca e romana. Lasovranità di tutti implica la consumazione della cosa pubblica, La demago gia è tutt'altra cosa. Un demagogo può trascinare la folla e condurla per certe cospirazione del «giovane demagogo» termidoriano mira a colui che viene de sue strade ai /ni piudiversi:alla democrazia, come fecero Mario o Gracco; signato contemporaneamente come il «tiranno» greco e il «dittatore» latino. all'aristocrazia, come Silla; alla monarchia, come Cesare o Ottavio». Ed ecco Tuttavia, lo stesso racconto del x8z5 ha descritto i rapporti di forza all'interno cristallizzarsi una nuova antitesi: «La democrazia è un sistema di disordine dell'Assemblea Costituente riferendosi ai grandi significanti del pensiero ate cronico... Non si tratta, per essa, di fare il bene del popolo, ma di stabilire niese: «Dopo la morte di Mirabeau non esistono piu che dei capipartito... il governo del popolo. La demagogia può operare per il popolo, la democrazia Barnave, Duport e i Lameth, direttori del club dei Giacobini, esercitarono si fa un dovere di operare attraverso il popolo»: un'opposizione che conduce !sn certo dominio sul partito democratico ; ma il partito era già di per se stesso a questa conclusione permanente della controrivoluzione maurrasiana: «Biso diviso. Robespierre, Pétion, Buzot, Rabaud, Antoine guidavano una piccola gna dunque divorziare dal dogma democratico» [<(Action fran9aise», 9 maggio minoranza piu violenta, che in seguito doveva ulteriormente dividersi in piu t9z3]. Un pericoloso rovesciamento si è verifioato dall'istante in cui la versione sezioni>) [ibid., p. zo5]. Dall'altra parte «gli aristocratici, immutati dall'inizio della rivoluzione, rimanevano chiusi nella loro testardaggine, reclamando i loroplatonica passa attraverso Aristotele: «Ivi appaiono i demagoghi... Non è sen za motivo che un tale governo viene biasimato e chiamato demagogia» fPoli privilegi vessatori» [ibid.]. Questo «partito democratico», secondo i termini tica, rz9za, ro sgg.]. Chi scrive, a meno di un anno dalla marcia su Roma, che del narratore del x8z5, è di fatto ciò che il linguaggio corrente della rivoluzione il demagogo puo operare attraverso il popolo, aveva precisato dodici anni prima: chiamava nel z79r l'«ala sinistra» dell'Assemblea Costituente. Ed eccolo scom «È al pubblico conservatore che io mi rivolgo» [«Action franqaise», z5 luglio posto, dopo la fuga del re e il suo arresto a Varennes: «Il partito di Barnave e dei Lameth si unisce ai costituzionali di Lafayette», i quali «cominciarono
  • 12. Demagogia 5z4 5z5 Demagogia a credere che,allo stato delle cose, i demagoghi erano da temere piu che la le idee» [ibid., 9 maggio r9z3]. Altrove Maurras affermava curiosamente: «Da corte» [ibid., p. i35]. È contro questi «demagoghi» — giacobini e cordiglieri elemento subordinato alla sintassi, la parola è diventata, col romanticismo, ele che i costituzionali fanno decretare la legge marziale e appenderele bandiere mento principale» [ i9o5, p. zi4]. Si tratta appunto di captare, qui, ciò che rosseal Municipio; è su questi «demagoghi» che le truppe di Lafayette e di operamedianteleparole, e ancor piu ciò che, attraverso le parole, siscopre Bailly, precedute dalla bandiera rossa, faranno fuoco nel Campo di Marte. «subordinato alla sintassi» — ma a una sintassi dell'ideologia, a cui il fonda Due giorni prima, il i5 luglio i792, l'ex capo del «partito democratico», Bar tore dell'Action franqaise e del «nazionalismo integrale» è sordo quanto il nave, ha annunciato in assemblea delle tesi singolarmente nette: «Non sono fondatore del partito nazionale fascista. Eppure, a loro insaputa, la utilizzano le idee metafisiche... che trascinano le masse nella corsa delle rivoluzioni, bensi entrambi. È questa la sintassi tipica di Maurras, alla vigilia della prima guerra gli interessi reali» [ibid., p. iz9]. L'enunciato di ciò che si potrebbe ben chia mondiale [«Action franqaise», z agosto I9I4 ]. mare un materialismo storico borghese, assegnava come obiettivo alla Costi tuzione del i79r la volontà di evitare una nuova notte del 4 agosto, che questa io. A q uesto punto occorre soffermarsi per un momento sulla relazione, volta avrebbe attaccato «la proprietà, unica ineguaglianza che ci rimane da ripresa dal vecchio dottrinario nazionalista, fra «parole» e «idee». «È median distruggere». Abbandonare il «partito democratico» per quello della monar te le parole, — egli afferma, — che si designano le idee». Ma qui, come si vedrà, chia costituzionale significa, per Barnave, porsi alla testa della difesa della pro non esiste alcuna idea prima della parola, nel caso piu clamoroso, piu decisi prietà, contro l'assalto dei «demagoghi» giacobini e cordiglieri. vo della strategia politica al momento preso in considerazione, ossia quello della fondazione dello «Stato totalitario» : che è la semplice improvvisazione parla 8. Il rovesciamento nei rapporti di posizione, all'interno dello spazio po ta di un epiteto, prima di essere la concezione di un'istituzione reale e di un ap litico e delle posizioni di classe che lo sottendono, è reso visibile nel testo parato statale organizzato. maurrasiano del i9z3 ; ed è un processo di cui rende conto già il libro V della Bisogna dunque istituire una tecnica nuova dell'analisi, o piuttosto una Politica di Aristotele: esso ha per causa gli oligarchi stessi, i quali «si fanno nuova critica del pensiero storico, la quale non passi piu attraverso la vecchia demagoghi» e «usano metodi demagogici con la massa» [i3o5b, zz e z7]; e «storia delle idee», anche aggiungendovi, per clausola stilistica, il rinvio alla ancora, quando «si crea una seconda oligarchia in seno alla prima» [ibid., i3o6a, struttura economica e alla base reale. «L'economia» non va «aggiunta» alle i5]. Tale processo a doppia eziologia, annotato di passaggio dal filosofo del «idee»: è un'economia delle forme linguistiche, attraverso le quali si costitui iv secolo ateniese, lo si vedrà invadere il campo del xx secolo occidentale, scono questi rapporti di posizione, definiti, mediante una traduzione appros attraverso un giro del tutto nuovo. Per coglierlo, questo giro, converrà soffer simativa di un termine greco fondamentale, «idee»: bisogna pure ricordarsi marsi un istante sul libro V della Politica. Li Aristotele già osserva che nei che gli s'<8q della lingua greca sono propriamete le «forme» nella loro tradu tempi antichi «i demagoghi venivano da quelli che guidavano l'esercito» — dagli zione latina piu esatta. Gli «sf8q ~pp 8qlioxpmlxp» [Politica, i3i7a, 39] sono strateghi —, «adesso, invece, che l'oratoria si è sviluppata, quanti sono in grado le 'forme della democrazia', articolate nella pratica e nel discorso sociale. Ciò di arringare fanno i demagoghi» (secondo la terminologia di Oresme, «déma che ora sorge sono le «forme dello Stato totalitario», dapprima articolate nel gogisent») [ibid., ?305a, 9]. l'improvvisazione demagogica, poi organizzate nell'apparato ideologico. rr. N o n si tratta piu di esaminare in termini aristotelici la «crescenza 9. Ora, si tratta appunto di una trasformazione nella retorica politica, della retorica», e nemmeno di analizzare la relazione fra «le parole e le cose», di cui l'articolo maurrasiano, del maggio i9z3, è il sintomo. Già questa reto come la chiama curiosamente Maurras [«Action franqaise», zo gennaio i9I9 ] ;rica, contemporaneamente arcaica e nuova, ha avuto un effetto: la marcia su ma piuttosto di condurre la critica dell'economia politica sopra un terreno Roma dell'ottobre i9zz. nuovo, quello dell'economiadel linguaggio, della sua produzione e circolazione, In realtà, tutta la prosa maurrasiana è un'apologia del fascismo musso articolata e poggiata sull'economia reale, cosi come la narrazione intesse ciò liniano. «Noi non abbiamo alcun imbarazzo a riconoscere l'alto valore delle che Roman Jakobson chiama il narrated event 'avvenimento raccontato'. formule mussoliniane, sebbene siano parenti prossime, anzi sorelle gemelle, Cosi la caduta del «dittatore» e del «tiranno» sotto i colpi del «giovane delle formule che l'fiction franfaise non si stanca di lanciare nel mondo da demagogo» nel mese di termidoro si apre con tre brevi frammenti di racconto: un quarto di secolo)>[«Action franqaise» i8 luglio i9z3 ]. Bisogna però legge re fra le righe e fra le parole stesse, se si vuoi cogliere ciò che effettivamente r) «Alcuni membri del governo hanno abbandonato la strada della sag avviene nell'ipotesi maurrasiana di una demagogia antidemocratica, ove, come gezza» (Saint-Just). Maurras sostiene, «la demagogia può agire per il popolo», pur scegliendo di z) «Ieri un membro del governo ha pronunciato un discorso a titolo per «divorziare dàl dogma democratico». Il mussoliniano Maurras aggiungeva: sonale» (Tallien). «Una disputa su qualche parola> Ah no! È mediante le parole che si designano 3) «Ieri ho assistito alla seduta dei giacobini» (Billaud-Varenne).
  • 13. Demagogia 5z6 5z7 Demagogia Tra il racconto robespierriano (r), quello dell'ex dantoniano Tallien (z) e cabolario, Quando, nel r9z3, Maurras assicura che grazie a lui «una Francia quello dell'ex herbertiano Billaud (3) s'ingaggia una strategia narrativa punteg reazionaria» ha avuto qualcosa «da insegnare agli umani », e che le sue «verità giatadalletrasformazioni delracconto :«Io non credo esistaun solo rappresen piu care» hanno avuto un brillante successo «al di là delle montagne», egli tante che vorrebbe vivere sotto un tiranno» (Billaud). «Ho visto costituirsi l'e pensa indubbiamente a ciò che nel i93z chiamerà il « tratto d' unione» fra due sercito del nuovo Cromrcell» (Tallien). correnti: quello che nell'Italia ante-r9i4 anima i « maurrasiani» e iconser vatori nazionalisti dell'« Idea Nazionale», attorno al vecchio Corradini; e quel iz. I l fi l o conduttore del «racconto» maurrasiano permette di scoprire lo che attrae i «soreliani » e i sindacalisti rivoluzionari dell'Unione sindacale in che modo si sia costituita la «narrazione ideologica» del fascismo, e in quale e del Fascio d'azione diretta, intorno al giovane Corridoni. «Lo si voglia o no, campo si sia sviluppata. «Gli storici del fascismo raccontano tutti come l'am il sindacalismo e il nazionalismo sono due grandi forze» [«Action fran9aise», pia corrente radicai-nazionale creata da Mussolini ricevette un giorno, quale i aprile i9iz]. Questo pesce d'aprile della nuova, paradossale e temibile de affluente atteso, il bel fiume, ristretto ma profondo e potente, del nazionali magogia, sarà arricchito dal mussolinismo di un nuovo «tratto d' unione», de smo italiano» [«Action Fran9aise», i8 luglio i9z3]. Il modo come si costituirà signato come «Sindacalismo nazionale»; e il linguaggio di Ramiro Ledesma lo spazio politico italiano fra le due guerre è raccontato qui nei termini di Ramos e lo Stato franchista lo tradurranno in Spagna col «nazionalsindacali una rete idrografica: da un lato il fiume «radicai-nazionale» del fascismo pro smo». (E il termine farà un'apparizione nella Francia della guerra d'Algeria, priamente detto, poi il Fascio rivoluzionario d'interventismo(soreliano) del dopo il colpo di Stato del i958 e la pretesa «rivoluzione del i3 maggio» colo i9i5 e Fascio di combattimento del I9I9 (in cui confluisce quasi per metà, nialista). A metà degli anni 'zo, un amico politico di Corradini e Federzoni, alla prima riunione di piazza San Sepolcro, il Fascio futurista di Marinetti Alfredo Rocco, s'arrischierà di chiedere alla Camera dei deputati di «passargli e Carrà) ; d'altro lato, l'affluente del nazionalismo propriamente detto; da un un'antitesi»: quella di «rivoluzione conservatrice» [i9z7, p. 6]. Nel i936 Adolf lato, la corrente del fiume «ampio»; dall'altro, l'affluente «profondo». È', dal la Hitler si assumerà a sua volta il rischio di un'ammissione singolare: «Io sono to dell'affluente che il conservatore maurrasiano arriva al fiume che si auto il rivoluzionario piu conservatore del mondo (Ich bin der honservatiste Revo definisce «rivoluzionario». «Avevamo deboli contatti col fascismo — precisa il lutionar der Welt)» [«Volkischer Beobachter», 6 luglio I936]. Il tratto d'unio fondatore dell"'Action fran9aise". — Ma i nazionalisti erano vecchissimi ca ne della nuova demagogia ha costituito una strana e pericolosa idrografia nel merati del nostro gruppo. Dal i9o5 la loro piccola rivista, "Il Regno", intra linguaggio europeo del xx secolo. prendeva delle relazioni di vicinato latino e di simpatia dottrinale con l'"Ac tion franqaise", allora una semplice rivista... I Coppola, i Corradini, i Federzoni I 3. Nell'intervallo, è scaturito l'intervento piu impressionante del lin ci fecero spesso, e a lungo, il grandissimo onore di citarci e di commentarci, guaggio «demagogizzante» nello spazio degli apparati statali. La sera del zz e noi li ricambiavamo con un'ammirazione cordiale». Ma la piccola rivista di giugno i9z5, chiudendo il primo congresso del partito nazionale fascista, nato viene il potente affluente, « il piccolo "Il Regno" si trasformava rapidamente in dall'innesto del « fiume ampio» e dell'«affluente profondo», Mussolini, con un grande giornale,1"'Idea Nazionale", che assai prima della guerra faceva un'improvvisazione imprevista, affermò la propria volontà «totalitaria». eleggere i propri deputati e accedeva al ministero». Da questo lato si uniscono Bisogna fare una sosta davanti a questa cesura fondamentale della nuova «forze conservatrici, forze nazionaliste». Ed ecco l'innesto dell'affluente nel fiu demagogia. Cesura nella storia del secolo, e addirittura nella storia umana; me, del ramo nell'albero : «Quando il gruppo dell'"Idea Nazionale" si con ma anzitutto nella storia del linguaggio. Uno dei piu recenti e documentati giunse all'armata di Mussolini» — ed è da questo congiungimento che nasce, storici del fascismo mussoliniano s'interroga sul contenuto del discorso pro nel i9z3, il Pnf — «apportava, oltre a un'influenza morale e a un'autorità politi nunciato da Mussolini al primo congresso del Pnf, e conclude che esso non ca,... un vocabolario, un metodo, un punto di vista generale... ; e li metteva a contiene nulla, se non dell'«assai scialbo» [De Felice i968, p. iz8 ].disposizione del Dittatore, che vi attinse a piene mani». Per rendersene conto, In effetti, nessuna <( idea» nuova, nessun «concetto» interessante si trova aggiunge il vecchio demagogo antidemocratico, basta seguire la trama delle riell'affermazione improvvisa, e risibile, da parte del Duce, della sua «feroce sue azioni. volontà totalitaria». Però vi nasce un semplice «avvenimento di linguaggio» L'anno precedente l'avvento hitleriano in Germania, Maurras citava questo — che non è ancora un «regolare avvenimento di linguaggio» nel senso in cui m otto delefascistizzante Georges Sorel»:«L 'Action franqaisesa essasolaciòche lo intenderanno Chomsky e Schutzenberger. vuole>i. E precisava: «Una volta, noi eravamo forti gli uni accanto agli altri, Questo avvenimento interviene su un tale «rumore» di sottofondo, che la Georges Sorel e noi. Una gioventu entusiasta voleva fare da tratto di unione, stampa italiana dei giorni seguenti non arriva a fissarlo in un unico enunciato e lo fece per un certo tempo» [«Action franqaise», zy marzo I932]. Era il mo ben determinato. Cosi lo stesso giornale di Mussolini non fornisce la mede mento in cui Georges Valois, il maurrasiano «operaio», ed Edouard Berth, il sima variante di quello del partito di Matteotti. « Il Popolo d'Italia» [n. r48, soreliano nemico degli «intellettuali », si scambiavano parzialmente il loro vo 23 giugno i9z5] dà: «Quella metà che vide definitiva la nostra feroce volontà
  • 14. Demagogia 5z8 Demagogia totalitaria, sarà perseguita con ancora maggiore ferocia» ; mentre « II Lavoro» l'onnipotenza e l'autonomia del potere esecutivo...; la burocrazia dichiarata [n. i47] offre: «Quella che viene definita la nostra feroce volontà totalitaria». parte integrante del governo; espressa una feroce volontà totalitaria». Ciò che Piu curiosamente ancora, la pubblicazione dell'Opera omnia di Benito Musso qui è «proclamato, dichiarato, espresso» non è se non la serie delle trasforma llril [Z95I-6z], che tuttavia rimanda al numero citato del «Popolo d'Italia», zioni attraverso cui si è sviluppata la nuova demagogia. Quella che per la prima dà un'altra variante dell'enunciato: «Quella metà che viene definitiva la no volta nella storia è riuscita a enunciare come «rivoluzione» la conquista totale stra feroce volontà totalitaria» [i925b, ed. r95r-6z XXI, p. 36z]. Pare che il dei poteri statali da parte di ciò che Gentile aveva appena chiamato, per il se linguaggio si muova intorno a questo «avvenimento di parola», che è nel me condo anniversario della marcia su Roma, una «fede lealmente conservatrice», desimo tempo un «avvenimento di racconto». Nel campo dell'ideologia tedesca, che si sviluppa attraverso il periodo della In effetti, un'improvvisazione demagogica trasformerà il racconto dell'as Repubblica di Weimar, si è costituito qualcosa di simile, che contemporanea sassinio di Matteotti in avvenimento di linguaggio, e questo, divenuto «avve mente oppone e collega il linguaggio dei gungkonserriative 'Giovani conser nimento regolare», s'appesantirà in apparato statale, ben reale. Come dirà pom vatori', o piuttosto 'Neo-conservatori' (nel senso in cui i ju nggramrnatiker si posamente il giurista fascista Carlo Costamagna alla vigilia della seconda guerra traducono in italiano e nelle lingue latine con 'Neogrammatici' ), e quello dei mondiale: «È merito del Fascismo quello di avere... definito per primo il con lVationalrevolutionà re 'Nazionalrivoluzionari' o 'Rivoluzionari nazionali'. I pri cetto totalitario dello Stato» [in «Lo Stato», aprile r939, p. 135]. mi, raggruppati intorno a Moeller van den Bruck e a Heinrich von Gleichen, Difatti, l'improvvisazione della «feroce volontà» non è se non una terza lanceranno ben presto il temibile slogan del «Terzo Reich». I secondi, ani versione fondamentale del racconto su Matteotti: collegata ai precedenti con mati da Ernst Junger e da Hermann Ehrhardt — l'uomo del «putsch di Kapp», una serie di trasformazioni. La prima versione, quella del xz giugno I924: che si è impadronito per tre giorni di Berlino nel marzo del r9zo — emette «Ipotesi di un delitto, che, se compiuto, non potrebbe non suscitare lo sdegno ranno altrettanto presto un'altra pericolosa radiazione di linguaggio; la totale e la commozione del Governo e del Parlamento» [i9z4, ed. x95x-6z XX, p. 3fobilmachung, la 'mobilitazione totale'. Riferimento costante degli ideologi che 3z6]. La seconda, quella del 3 gennaio i925: «Se il fascismo è stato un'asso a partire dal r93r si applicheranno a erigere la «formula» del totale Staat, ciazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere» di cui il giurista Cari Schmitt preciserà che va intesa «im Sirme des Stato [i925a, ed. r95r-6z XXI, p. z39]. La terza versione torna ad affermare, per totalitario» (nel senso dello «Stato totalitario» mussoliniano). La traduzione presupposto: l'affare Matteotti è un crimine (feroce), io ne sono l'autore (vo tedesca del neologismo italiano darà un'applicazione paradossale alla vecchia lontario). Alla Camera dei deputati, dove i fascisti hanno rivestito l'abito del demagogia maurrasiana. Cosi lo sciovinismo antitedesco del vecchio Maurras l'onorabilità conservatrice e nazionale: la versione r ; alle Squadre d'azione e avrà, nel momento in cui l'invasione nazista distrugge la democrazia francese, ai loro capi, per mezzo dei quali si sono vestiti di violenza «soreliana» e «ri il piaceresorprendente di una «divina sorpresa». voluzionaria»: la versione z. Ma, esprimendo ormai le due versioni simulta Ciò che occorre afferrare, in questa curiosa internazionale della demagogia neamente, l'oratore smonta lui stesso, a sua insaputa, il cumulo delle trasfor nazionalista, è il suo funzionamento topografico. Ogni volta essa deve ricosti mazioni — trasformazione condizionale e negativa (se è un crimine, io non ne tuire segretamente, senza dichiararlo, questo campo soggiacente al suo dire. sono l'autore), poi semplicemente condizionale (se è un crimine, io ne sono l'au E ogni volta deve meravigliarsene. Cosi, il ju ngkonservativ von Gleichen si tore). Ciò che viene bruscamente svelato, è il «processo soggiacente», che s'in scandalizza del linguaggio che i «demagoghi illuminati» del movimento na tesseva nella sintassi del discorso e, piu ancora, nella topografia nascosta delle zionalrivoluzionario vengono a iniettare nello strano «movimento contadino» forze politiche. della Landeolkbewegung,sviluppatosi intorno al x93o nel Nordovest della Ger Perché all'indomani i giornali del regime commentano, senza tuttavia sem mania e pronto ad aprire la strada ai nazisti nelle campagne. Per il conservatore, brare di averlo percepito come tale, il quasi-neologismo. «Il fascismo... ripren è sempre «demagogia» ciò che dipende dalla rivoluzione — fino al momento de la marcia della Rivoluzione, deciso alla conquista piena, totalitaria, ineso in cui quest'ultima, secondo la strategia esplicitamente enunciata da Moeller rabile di tutti i poteri dello Stato», assicura «Il Popolo d'Italia» [z4 giugno vàn den Bruck, viene captata come una «deviazione», un Um«eeg in vista di x9z5]. E l'«Idea Nazionale»: «La medesima affermazione totalitaria del fasci un'instaurazione conservatrice. sta è incomprensibile per i nostri nemici». La corrente ampia e l'aiRuente ristretto si congiungono da capo, fra le differenti versioni dell'inferno, totali Cogliere questo processo di trasformazioni del linguaggio, articolato tario: confiuenza che ha come effetto globale l'esclusione di qualsiasi altro nelle lotte di classi e nella strategia dei gruppi sociali, è la prospettiva che può linguaggio. «l' nostri avversari demo-liberali, al contrario, — precisa il giornale distruggere nella sua stessa trama l'arte di «demagogizzare. Questa distruzione dei maurrasiani italiani, — sono disposti a non essere se stessi, ma ad essere della trama è anche il procedimento con cui si può smontare ciò che potremmo capaci di accogliere il verbo altrui». Fra costoro, l'organo del partito di Mat chiamare il «dadaismo volgare» del demagogizzare, enunciato nella massima di teotti, «Il Lavoro», riassume in questi termini le poste in gioco: «Proclamate Picabia: per avere delle idee appropriate, cambiate spesso di idee... Ma proprio
  • 15. 53x Demagogia Demagogia 53o doppio gioco col satrapo del Gran Re; cosi riesce «a spaventare gli Ateniesi dei testimoni impegnati in questo stesso processo, quale Hermann Rauschning mediante Tissaferne, e Tissaferne mediante gli Ateniesi ». Non di meno ritorna in Die Revolution des Nihilismus[x938], hanno mostrato come questa «guerra ad Atene, dopo la vittoria della rivoluzione democratica nella città. Plutarco dei perpetui mutamenti di fronte» appartiene alla strategia del linguaggio fa [Vita di Alcibiade,3z] descriverà questo ritorno trionfale: «Gli Ateniesi che si scista: essa è stata condotta in forma accelerata dalla politica estera hitleriana, trovavano sul suo percorso... correvano verso di lui, acclamandolo e abbraccian tra il patto antikomintern e il patto Ribbentrop-Molotov. I rivolgimenti pi dolo». cabieschi dipendono da queste piroette, che devono essere trattate ironica La circolazione complessa e intricata di questo «linguaggio» oligarchico, mente dal metodo generale del trasformazionismo, o dal pensiero del grande che incrocia un «racconto» democratico, fornisce la trama soggiacente alla sin mutamento delle lingue. golare impresa di Alcibiade e ai suoi effetti contrastati. Il nipote del democra Tre esempi si potrebbero dare di questo processo, anche se assai di piu tico Pericle è qui, contemporaneamente e sotto rapporti opposti, l'ispiratore se ne offrono, disseminati soprattutto nella storia dell'intelligencija letteraria, di un colpo oligarchico e di una rivoluzione democratica. Allo stesso modo, ma in moltissimi luoghi. con effetto inverso, Mussolini, socialista dell'estrema sinistra, nel x9x5 parla Il primo è quello sobriamente analizzato da Tucidide: il voltafaccia di Al allo stesso tempo il linguaggio della rivoluzione socialista e quello dell'inter cibiade nel corso della controrivoluzione del 4xx. Scacciato da Atene ad opera vento nazionalista nel campo della prima guerra mondiale. Il libro di Guido della democrazia alla vigilia della spedizione di Sicilia, e rifugiatosi dapprima Dorso [x949] sviluppa dettagliatamente questo secondo esempio, su cui è inu a Sparta, poi presso il satrapo Tissaferne, Alcibiade fomenta un colpo di Stato tile attardarsi: un caso esemplare, lo si è visto, di ciò che Maurras aveva de oligarchico ad Atene, in vista della preparazione del proprio ritorno: si tratta finito come demagogia nei suoi termini nuovi : demagogia contro la democrazia. va, contemporaneamente, di «preparare il ritorno di Alcibiade [e] il rovescia mento della democrazia» [Storia della guerra del Peloponneso,VIII, 49], poi x5. Il terzo modello sarà la circolazione del termine socialfascista fra il ché, «richiamando in patria Alcibiade e rinunciando al regime democratico, x930 e 11 1975. si voleva ottenere l'alleanza del Re e trionfare dei Peloponnesiaci» [ibid., 53]. Intorno al x93o, nella linea che è allora quella del Komintern, la direzione Cosi s'instaura col terrore il regime dei Quattrocento in Atene. della Kpd (Kommunistische Partei Deutschlands), attorno a Thalmann e a Heinz A questo punto la situazione si rovescià in modo meraviglioso. A Samo, Neumann, lancia, con un violentissimo linguaggio, una campagna contro la so dove sono radunati la flotta e l'esercito ateniese, gli oligarchi spediscono dieci cialdemocrazia, accusata di essere socialfascista e associata alla nuova versione delegati, istruiti a «tenere il linguaggio che s'imponeva», allo scopo di avvi del fascismo di cui era portatore il nazionalsocialismo tedesco. Tale campagna cinare i marinai e i soldati al regime dei congiurati. Ma soldati e marinai in ha per effetto di aggravare ulteriormente la divisione tra le forze del movimento viano a loro volta una delegazione capeggiata da Cherea. Questi sfugge alla operaio e della sinistra tedesca, di fronte all'attacco hitleriano. Lo strano sin prigione che l'aspettava ad Atene, e al suo ritorno a Samo informa l'armata tagma, entrato in letargo dopo questo catastrofico effetto sulla formazione del ateniese e samia della situazione: «I cittadini erano colpiti con verghe, nessu fronte antifascista unificato, riapparirà curiosamente nella seconda metà degli no aveva la possibilità di contraddire i membri del governo, le donne dei sol anni '6o, con l'aiuto del conflitto cino-sovietico. In Francia, il linguaggio ideo dati e i loro figli erano esposti agli oltraggi» [ibid., 74]. Tucidide nota che c'è logico lo vede sorgere nella polemica dei gruppi di estrema sinistra, che si senza dubbio «un'evidente esagerazione» nel rapporto di Cherea; tuttavia pre dichiarano marxisti-leninisti secondo la linea cinese. In Portogallo, dopo la cisa che «a tale racconto, i soldati erano pronti a lapidare i principali sosteni rivoluzione del z5 aprile x974, i due principali gruppi maoisti, il Mrpp e l'Udp tori dell'oligarchia» [ibid.]. (il movimento per la ricostituzione del partito del proletariato, e l'unione de A questo punto interviene in soccorso della democrazia politica una demo mocratica popolare), fanno a gara nell'uso di questo sintagma sicuramente ar crazia militare, in termini che sembrano prefigurare il movimento delle forze cheologico, che ora ha di mira, polemicamente, il partito comunista portoghese. armate portoghesi: «Immediatamente i soldati si riunirono in assemblea, de l+a, mentre l'Udp rimane solidale col fronte unito rivoluzionario (Fur), di stituirono dal comando i vecchi strateghi e tutti i trierarchi, ed elessero Trasi estrema sinistra, e con lo stesso Pcp, minacciato dall'offensiva del luglio-agosto bulo e Trasilo» — il primo, trierarco, il secondo, semplice soldato: di loro Tu x975, che incendia le sue sedi nel Nord del paese, il Mrpp si allea invece aper cidide ci dice ch'erano i principali artefici «di questa rivoluzione» [ibid., 75]. tamente, verso la metà di novembre, con la destra militare, costituendo con Ma a questo punto, stranamente, la situazione si capovolge ancora. Sono essa ciò che chiama il «fronte militare antifascista e antisocialfascista». i capi del «movimento di Samo», e soprattutto Trasibulo, che si lasciano at trarre dalla voce suadente di Alcibiade. La stessa assemblea dei soldati, che Da allora,e attraverso quest'alleanza paradossale,la strana accusa sisposta nello spazio ideologico. aveva appena votato a favore della rivoluzione democratica di fronte al colpo Già si può dire che il linguaggio dell'antica Kpd si è qui sdoppiato. An di Stato oligarchico, vota ora la grazia e il ritorno di Alcibiade, ispiratore del zitutto, i sei partiti del Fur e i loro alleati (Pcp da un lato, Upd dall'altro )colpo degli oligarchici. Questi continua, d'altro canto, il suo ricatto e il suo
  • 16. Demagogia 53z 533 Demagogia attaccano quasi indistintamente «la socialdemocrazia e il fascismo», non senza da una demagogia scritta o addirittura, in forma piu sommaria, semplicemente il rischio di vedere il partito di Matteotti e quello di Mussolini pericolosamente iscritta in forma succinta. amalgamati in un simile discorso. Ma, ancora piu pericolosamente, il linguaggio del Mrpp e del suo fronte militare antifascista e antisocialfascista si mescolerà Questa topologia segreta, in cui si gioca a distanza allo scambio dei termini, dei segni e delle sigle, si aggiusta e si riferisce, per rimbalzi, a mezzo di refe quanto prima col fronte militare unico, in cui si ritrovano contemporaneamente renziali sempre mobili e flessibili. Tanto diversi, per la loro flessibilità e mo la sinistramoderata (gruppo di Melo Antunes) e la destra militare propria mente detta (Pires Veloso, Firmino Miguel, Jaime Neves). Nel corso della bilità, dalle «longitudini» dell'antica cartografia, quanto la nuova demagogia differisce da quella dei tempi di Oresme o di Etienne Marcel, di Pisistrato giornata del z5 novembre un «comando operazionale costituito nell'ombra» e di Alcibiade. in nome del fronte militare unico — secondo la definizione data piu tardi da «Le Monde» del x.7 dicembre i975 — riesce a disarmare, con duecento uomini La «nuova demagogia», e la critica rivoluzionaria che vi si oppone apparj p dei Commandos d'Amadora, le forze della sinistra militare, quasi cinquanta tengono all era di una prospettiva trasformazionista, come la vecchia demago volte superiori per numero, giocando sulla buona fede dei suoi principali re gia nazionalista del primo dopoguerra in Occidente, contemporanea della ri voluzione d'Ottobre, suscitava il bisogno della ribellione surrealista. Ecco il sponsabili, e in particolare di Otelo de Carvalho, la mente strategica della ri voluzione del z5 aprile z974. Quando i principali capi della sinistra rivoluzio tempo dei nuovi demagoghi — e si può intravedere l'approssimarsi del chia rimento teorico e critico che li metta a nudo. [I.-P. F.].naria militare si ritroveranno imprigionati dai beneficiari di un'operazione con dotta quasi illegalmente in nome della legalità e dell'ordine, il Mrpp, durante le settimane seguenti, coprirà le mura di Lisbona di manifesti che denunciano i rivoluzionari imprigionati come responsabili del «golpe socialfascista del De Felice, R. z6 novembre». In tale situazione e con tale linguaggio si conclude la parabola tg68 L' o rganizzazione dello Stato fascista(sgela-rgz6), in Mussolini, Einaudi, Torino rg6g liberatrice del movimento delle forze armate e del movimento popolare che l'ha 1974, voi. Il, tomo Il. accompagnato e ingrandito, nel Portogallo. Dorso, G, L'accusa di «socialfascismo» si ritorcerà ormai contro coloro che, nella si 1949 Mussolini alla conquista del potere, Einaudi, Torino. nistra moderata (gruppo di Antunes e partito socialista), avevano creduto di Grand Dictionnaire Universel r 866-76 Gr and Dictionnaire Universel du xtxe siècle...,Administration du Grand Dictionnaire essere i primi beneficiari della «vittoria» del z5 novembre. Le forze politiche Universel, Paris, t s voli. piu a di supplemento. di destrae del centrodestra, con Sa Carmeiro, capo del partito popolare de Maurras, Ch. mocratico, denunceranno simultaneamente il «socialfascismo» o il «socialim 1905 Av e nir de l'intelligence,Fontemoing, Paris. perialismo» del Pcp, e il «socialmarxismo» del Psp [«Le Monde», l6 febbraio Mussolini, B. i976]. È con queste parole che esse partono alla conquista del potere. I924 Pe r la scomparsa del deputato Giacomo Matteotti, in Atti del Parlamento italiano. Ca Nel «racconto» demagogico in circolazione, i termini hanno cosi il curioso mera dei deputati. Volume I : dal z7 maggio al 29 novembre rgzy, Tipografia della Ca mera dei deputati, Roma, p. Szz; ora in Mussolini rg s t-6z, voi. XX pp. Sz6-a7. potere di generarsi e di derivare. Lo spazio lessico,come lo chiama il socio tgzSa Discorso del s g ennaio, in Atti del Parlamento italiano. Camera dei deputati. Volume linguista americano Carlos Otero, qui è stato intessuto da un processo narrato III: dal 3 gerlrsato 1925 al go marzo sgela, Tipografia della Camera dei deputati, Roma pp. zo28-32 ora ibid., voi. XXI, pp. 235-4I. re che ne harovesciato ilsenso: le parole stesse,che sono servite come armi I925b Intransigenza assoluta, in « Il Popolo d'Italia», zS giugno; ora ibid., pp. 357-64, per un'offensiva diretta contro la socialdemocrazia in Germania, attaccata cosi I95I-62 Op e ra omnia,La Fenice, Firenze. sulla sua sinistra, l'hanno colpita di rimbalzo, in Portogallo; ma questa volta Rauschning, H. con un'offensiva sferrata sulla sua destra. I termini 'destra' e 'sinistra', che t938 Di e Revolution des Nihilismus. Kulisse und Wirklichkeit tm dritten Reich,Europa Verlag, Zurich — New York. ricalcavano la topografia delle camere successive dell'Assemblea Costituente, Rocco, A. nella Francia del i789, prima di essere generalizzati sulla scala dell'intero uni 1927 La t r a sformazione dello Stato. Dallo Stato liberale allo Stato fascista, in «La Voce s, Roma. verso politico, ovunque, e sino all'Assemblea Costituente portoghese del t975, Roche, A. sono ormai in preda a processid'inversione o sovrapposizione, complessi e t8zS Hi s toire de la Révolutionfranraise,Raymond, Paris. brutali insieme, sottili nelle loro implicazioni e semplici nei loro motivi — e crudeli, o cruenti, nei loro effetti. Quando la destra neofascista riaffiora in Portogallo, sotto la forma violenta di attentati o incendi, si etichetta con la sigla Elp (Exército de Liberaqao do Portugal), che riproduce, spostandoli, i Il termine appare nelle prime lotte di classe (cfr. classi) verificatesi nella storia, al termini dell'estrema sinistra rivoluzionaria in America latina (Fen, Eln), in tempo di Pericle e di Clistene nell'antica Grecia. In quel contesto il demagogo rimaneva Africa (Fln, Aln) o in Asia (Fnl, Alp). La demagogia della parola è sostituita sospeso tra due situazioni : tra l'essere il capo del partito popolare in un movimento per l'instaurazione della democrazia (cfr. democrazia/dittatural e il diventare un tiranno. ts
  • 17. Demagogia 534 La demagogia oscilla pertanto, dalla sua origine, fra la tirannia e la democrazia in una funzione enigmatica (cfr. enigma), fra conservazione e rivoluzione in una dialettica la cui posta in gioco è lo stato (cfr. potere/autorità). La non perfetta aderenza del termine 'demagogia' a un significato univoco ha po tuto condurre ad operazioni di trasformazione del linguaggio, permettendo una trasmi grazione da un campo semantico all'altro. Le parole (cfr. parola) sottendono sempre me no delle idee (cfr. idea) e dei concetti (cfr. concetto), mentre vengono usate solo in un'economia puramente linguistica, nelle sole forme. In tal modo i significati si coniu gano in maniera nuova, e al fatto democratico-rivoluzionario si aggiunge quello conser vatore-totalitario, creando una identità (cfr. identità/differenza) antitetica. La con traddizione (cfr. opposizione/contraddizione) che si crea con una struttura che si pone come rivoluzionaria-conservatrice riesce a sovrapporsi, in non pochi casi nel No vecento, alle distinzioni preesistenti nei due termini e nelle realtà effettive.
  • 18. ro84 Discriminazione ".U «Non comprare mai schiavi britannici, — scriveva Cicerone a un amico, sono tutti fannulloni e stupidi». Ecco un beli'esempio di «discriminazione nel lavoro» ante litteram: i pregiudizi di quest'ordine spesso orientano scelte che pretenderebbero di essere realistiche in sommo grado, per esempio quando si riferiscono al rendimento che ci si attende da un operaio o da un impiegato. Ma la sola esistenza di un pregiudizio — tramite una self fulfilling prophecy 'una profezia che si realizza da sola' — può giustificare, in una certa misura, la di scriminazione. Ciò accade per quanto riguarda la promozione delle donne a posti direttivi; si ammetterà senza difficoltà che una donna ha bisogno di qua lità di fermezza e autorità maggiori di quelle di un uomo per poter assolvere altrettanto bene funzioni direttive in questa società, che resta una società ma schile. A parità di meriti essa è dunque «inferiore». Una discriminazione certamente ancora piu tipica per la nostra epoca è la posizione di privilegio che il mercato del lavoro accorda ai quadri o specia listi giovani. Il deprezzamento subito dai cinquantenni o quarantenni è ben rispecchiato dal procedimento pubblicitario di un'organizzazione anglosasso ne che pubblica, nei giornali europei, annunzi che cominciano con la formu la «Slightly used executives wanted». Gli executivesche hanno superato la trentina sono dunque considerati merce d'occasione o di seconda mano. Ma se la giovinezza fa premio sul mercato del lavoro, in compenso è oggetto di discriminazione nella vita sociopolitica, dal momento che le si attribuiscono tendenze all'anarchia e alla ribellione; nei paesi latini come l'Italia o la Francia si parla correntemente di «razzismo contro i giovani». Le modalità della di scriminazione sono innumerevoli, ma, come ricorda la lettera di Cicerone, la discriminazione razziale è quella piu caratteristica, piu diffusa e socialmente piu nefasta, ed è soprattutto di essa che qui si tratterà. A titolo preliminare è necessario constatare che questi problemi sono resi confusi da una terminologia imprecisa e mutevole. È cosi che il termine 'an tisemitismo', creato un secolo fa per indicare il razzismo antiebraico, dopo il rg45 è stato applicato a ogni forma di ostilità verso gli Ebrei, per cui si parla correntemente di antisemitismo teologico o metafisico o economico, di anti semitismo del medioevo o del mondo antico, ecc. Analogamente, in seguito il termine 'razzismo' è venuto a indicare i casi piu svariati di discriminazione (si osserverà che da un punto di vista etimologico 'razzismo contro i giovani' è un assurdo, dal momento che i figli riproducono «razzialmente» i loro ge nitori ). Ci si può chiedere se l'ampliamento dell'accezione non sia da attri buire, almeno in parte, alla tendenza a diluire o attenuare l'inumanità del raz zismo quale era stato praticato in Europa dal rqgg al ri145, e quindi a sentimenti di colpa che spingono ad eliminare il problema. In ogni caso oggi si parla cor rentemente e senza preoccuparsi delle contraddizioni di razzismo « fallocratico» o «sessuale», di razzismo dei padroni verso gli operai, e cosi via. A questo
  • 19. Discriminazione io86 ro8p Dsscrtmxnazsone propositosipuò notare che anche se lo sguardo che ilpadrone posa sull'operaio non è radicalmente diverso da quello che l'occidentale gettava sul colonizzato un Ebreo; il che è uno scandalo dal punto di vista teologico, cosf com'è una (se si andrà a fondo della questione con ogni probabilità si troverà, alle origini, follia dal punto di vista antropologico. Il principale fautore di questa tesi fu lo stessogenere di fenomeno emotivo ), tuttavia esiste una differenza dottrina l'inglese Houston Stewart Chamberlain, seguito, in questo, sia da Gugliel mo II siada Tolstoj ;ma l'idea — decisamente internazionale — si trova già, le che presenta un'importanza reale e degna di considerazione: in un caso in germe, nella filosofia di Fichte. si ammette un'ascendenza comune, nell'altro ci si vanta di un'ascendenza di versa, o almeno la si postula. D'altronde, la differenza non è soltanto dottrina Ma, affinché la categoria di razza fosse in tal modo applicata agli Ebrei del presentee persino delpassato, occorreva anzitutto che essa fosse elaborata le: nei fatti l'operaio o il contadino imborghesiti si integrano nella società in in se stessa; il che conduce al punto essenziale del discorso. una maniera cui il negro o l'asiatico, e persino l'ebreo, non potrebbero mai Il termine 'razzismo' data dagli anni '8o: come 'antisemitismo', è sorto aspirare, per non parlare della posizione, da questo punto di vista tutto som per designare una nuova realtà politico-sociale, quella dei grandi stati europei mato abbastanza comoda, dei giovani e delle donne. che praticavano la discriminazione razziale. Tuttavia nessuno esiteràa chia Si può ora esaminare la questione dal punto di vista storico,anzitutto per mare retrospettivamente razzisti il conte di Gobineau o Lord Beaconsfield.(per quanto concerne le parole. Per primo il termine 'antisemitismo'. Esso compare verso il r88o, in Ger rimediare all'imprecisione semantica, autori anglosassoni hanno proposto di mania, nell'epoca in cui si scatena una rumorosa campagna antiebraica. Appe distinguere fra racism e racialism, che è la sua forma forte). Quanto al concetto di razza (umana), nella sua accezione scientifica moderna, fu proposto dall'e na due o tre anni dopo lo si ritrova nei lessici delle principali lingue europee, rudito e viaggiatore francese Franqois Bernier, in un articolo del «Journal des per indicare questo nuovo fenomeno delle campagne politiche caratterizzate da una razionalizzazione razziale. Circa nella stessa epoca un autore austriaco Sqavans» intitolato ¹u ve lle division de la terre, par les dtfférentes espècesou proponeva il termine 'semitofago', si può dunque notare come l'attualità po racesd'hommes qui l'habitent [r68q]. Si trattava dunque di una concezione spa litica e sociale imponesse l'adozione di un nuovo termine. Quanto alla dot ziale e geografica del genere umano, che implicava a priori una confusione trina che voleva la razza semitica inferiore a quella ariana, datava dai decenni tra «razza» e«specie», e che sostituiva la concezione ebraico-cristiana, genea precedenti: il suo principale volgarizzatore fu il francese Ernest Renan. Del logica o storica. Bernier esitava fra quattro o cinque specie o razze umane, resto, pur stabilendo questa gerarchizzazione, Renan riteneva che gli ariani e che si accontentava di descrivere dal punto di vista fisico. In piu punti si ser viva di termini spregiativi o «bestializzanti»: gli asiatici hanno piccoli occhi i semiti fossero le due grandi razze nobili ; tra di esse, secondo lui, la differenza fondamentale consisteva nel fatto che la seconda era la razza del genio reli porcini; al posto dei capelli i negri hanno una specie di lana che assomiglia al pelo dei nostri cani barboni; i Lapponi sono brutti animali. Confronti del gioso, la razza del passato, mentre la prima era la razza del genio scientifico, la razza del futuro. In generale, i sentimenti che gli autori del xrx e xx secolo genere erano invece risparmiati agli Europei. Nel xvrn secolo furono proposte provano per gli Ebrei sono complessi, e spesso comprendono una parte di numerose altre classificazioni, in particolare da Linneo, Buffon e Kant, e piu ammirazione implicita o persino esplicita. L'ammirazione implicita è evidente avanti si avrà occasione di tornarvi. Tutte comportavano un giudizio di valore, che di regola privilegiava la razza bianca. Leibniz sembra presentire il pericolo, in tutte le fantasie che, dai Protocolli dei savi anziani di Siona La mia lotta metodologico e politico insieme, quando commenta la classificazione di Ber (Mein Kampf), attribuiscono agli Ebrei la capacità di asservire a sé tutti i po poli della Terra. L'ammirazione esplicita può essere rilevata ad esempio nel nier: «Tutto questonon è un motivo per credere che tutti gli uomini che abi tano sulla terra non appartengono alla stessa razza, modificata sotto i diversi cattolico francese Henri Gougenot des Mousseaux: «L'ebreo è un signore che la sua miseria oppresse, avvili, offese in mille modi, e che si fa una maschera climi>} [ipr8, p. 38]. Detto questo, ne viene che il concetto moderno di razza umana, cosi come della sua sporcizia, ma egli sente il valore del suo sangue, e si risolleva al mi nimo soffio. Dunque lo vedrete rientrare nei diritti della sua nobiltà con la stes è servito, nel xrx e xx secolo in una società occidentale teoricamente ugualita ria (e questo punto ha la sua importanza), da fondamento pseudorazionale sa facilità e disinvoltura con cui colui che per una notte gelida si sia coperto per il razzismo, si trova alla confluenza di tre grandi correnti d'idee, che sono, con la disgustosa coperta di una locanda all'alba lava il suo corpo e si rimette nella loro interazione: i ) le conseguenze tratte dal pensiero occidentale dalle gli abiti del giorno prima» [i86g, p. Z86]. Gougenot des Mousseaux attribuiva questo nuovo splendore degli Ebrei grandi scoperte e dall'egemonia planetaria degli Europei; z ) certe caratteri alla loro superiorità insieme psichica e fisica, citava antropologi e medici e alla stiche dello spirito e dei metodi scientifici; 8 ) la reinterpretazione, di conse guenza, di diversi dati o tradizioni della storia europea. fine giungeva — nonostante il suo cattolicesimo — a un amalgama tra l'inter pretazione teologica e l'interpretazione razziale diffusa nella letteratura anti Per quanto concerne il primo punto, il problema scaturisce subito con la scoperta del Nuovo Mondo e dei suoi abitanti : gli Indiani discendono veramen semitica del xix secolo. Tale sincretismo poteva spingersi molto lontano, fino te da Adamo? Menti originali come Paracelso o Giordano Bruno affermavano all'«arianizzazione» di Gesu, poiché il Cristo non poteva essersi incarnato in il contrario, e in questo modo si sono abbozzate le prime teorie «poligeniste».